Postazione mobile con test rapidi per il Covid-19, al via Caldarola.
L'Amministrazione Comunale comunica di aver raggiunto un accordo con l'azienda “Terme di Sarnano”, convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, in forza del quale sarà reso disponibile il servizio per l'esecuzione di tamponi rapidi e test sierologici per il COVID-19, tramite postazione mobile, presso l'area pubblica ove insistono la sala Tonelli e la Casa dell'acqua, nel pieno rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie e nella massima sicurezza.
I costi per il servizio sono: tampone rapido 40 euro, test sierologico 25 euro.
”Il servizio sarà attivo – spiega il Comune - a decorrere da lunedì 30 novembre con orario 9.30 – 15.00 e così per i lunedì successivi, dietro prenotazione da effettuarsi al numero 0733.657274 o via mail all'indirizzo info@termedisarnano.it Il rilascio del referto sarà pressoché immediato, al fine di agevolarne gli usi consentiti per legge”.
I Laboratori Io Faccio da Solo della Cooperativa Sociale Il Camaleonte (con sede a Montecosaro) sono sempre più vicini alle persone con autismo.
Dal 2010 l’equipe multidisciplinare, in collaborazione con l’Anffas Civitanova Marche, concentra il proprio lavoro sul potenziamento delle abilità di autonomia e di comunicazione delle persone con disabilità.
Così, andando incontro ai bisogni del territorio, Io Faccio da Solo ha recentemente attivato il servizio sull’analisi comportamentale applicata (ABA), che potrà essere un prezioso strumento per le persone con autismo e con altre specifiche disabilità intellettive e relazionali.
L’ABA si focalizza sullo sviluppo e sul miglioramento di comportamenti socialmente significativi, come le abilità comunicative, relazionali, sociali, didattiche e di autonomia. E non solo. Lo fa attraverso una logica sperimentale che identifica le variabili responsabili dei cambiamenti nel comportamento. Ciò ne determina l’applicabilità in molti contesti di vita.
Con l’analisi del comportamento applicata, Io Faccio da Solo vuole offrire preziosi interventi educativi: mediante i principi di tale analisi, si possono infatti incrementare o ridurre specifici comportamenti e potenziare e consolidare nuovi apprendimenti.
Come spiega Simone Forani, Coordinatore delle attività dei Laboratori:
“Da tempo pensavamo di attivare questo servizio, per completare l'offerta educativa di Io Faccio da solo. Come accade per l'Ausilioteca e per il laboratorio delle Autonomie, vogliamo fornire una risposta efficace e qualitativa alle necessità delle famiglie del nostro territorio e delle zone limitrofe. La nostra equipe ha già al suo interno personale ABA formato e pensiamo che i tempi siano maturi per affrontare il lavoro con qualità e professionalità”.
Il progetto è diventato subito realtà e già due bambini frequentano le sedute.
Il servizio è curato da Giulia Gianfelici, pedagogista e tutor ABA che ha conseguito un master di primo livello in ABA, e dall’educatore Alberto Ameli, con l’appoggio di una supervisione continua esterna.
"Ho sentito l'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, il quale mi ha confermato che si va verso la riconversione dell'ospedale di Camerino a Covid Hospital. Abbiamo già fatto la nostra parte e non ci tiriamo indietro dal continuare a farla, vista la grave situazione d'emergenza ma se così fosse, ancora una volta, si chiede un enorme sacrificio alla montagna". Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia ha confermato, attraverso una nota diffusa sui social, l'intenzione della Giunta regionale di dedicare nuovamente il nosocomio camerte ai malati Covid vista la difficile situazione che si sta riscontrando nelle strutture sanitarie provinciali, dove sono esauriti i posti letto.
"Ancora una volta il peso più pesante da sopportare è imposto ai cittadini dell'entroterra e più in difficoltà - aggiunge Sborgia -. Avremmo preferito che almeno questa volta si fosse aperta una discussione, in merito a questa decisione, e non che ci fosse comunicato a cose fatte".
"Mi piacerebbe sapere secondo quali logiche si sceglie ancora Camerino per la riconversione e non Macerata o Civitanova, questa volta" conclude amareggiato Sborgia.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 3795 tamponi: 2213 nel percorso nuove diagnosi e 1582 nel percorso guariti.I positivi sono 667 nel percorso nuove diagnosi (152 in provincia di Macerata, 213 in provincia di Ancona, 168 in provincia di Pesaro-Urbino, 78 in provincia di Fermo, 51 in provincia di Ascoli Piceno e 5 da fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (110 casi rilevati), contatti in setting domestico (156 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (208 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (27 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (16 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (5 casi rilevati), contatti in setting scolastico/formativo (11 casi rilevati), screening percorso sanitario (8 casi rilevati) e 1 rientro dall'estero. Per altri 125 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati si evidenzia un leggero incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 30,14% oggi , contro il 29,04% di ieri.
Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche sale a 25.101 per un totale di 222.600 campioni testati. Scende di 2 unità il numero delle persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali (sono 604), di cui 78 in terapia intensiva (-1 rispetto a ieri). Nel Maceratese sono accolti 106 pazienti (+6 rispetto a ieri): 51 all'ospedale di Macerata e 55 al Covid Hospital.
Nei pronto soccorso maceratesi risultano ospitate 40 persone (+2 rispetto a ieri), di cui 13 a Macerata (-3 rispetto a ieri), 23 a Civitanova Marche (+4 rispetto a ieri) e 4 a Camerino (+1 rispetto a ieri).
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:
Si rafforza la collaborazione con le strutture private accreditate per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid 19: in questa direzione l’approvazione da parte della Giunta regionale di due accordi-quadro temporanei tra la Regione Marche, l’ASUR Marche e l’ARIS Marche, e un altro con l’AIOP Marche. Lo comunica l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che commenta: “Una solida sinergia che rafforziamo velocemente per il bene comune in questo momento così delicato”.
Accordi dettati dalla necessità e urgenza di soddisfare celermente le richieste assistenziali del territorio regionale, spiega l’assessore, derivanti dall’emergenza sanitaria da Covid-19 e per consentire la decongestione e la liberazione di posti letto dei presidi ospedalieri pubblici per tutta la durata dell'emergenza epidemiologica.
L’accordo con l’Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari ARIS Marche riguarda complessivamente 163 posti letto per pazienti covid a media-bassa intensità assistenziale presso le strutture extraospedaliere private accreditate del Gruppo KOS Care s.r.l. di Campofilone (50 posti letto), Ancona (43 posti letto), Porto Potenza Picena (30 Posti letto), e Macerata Feltria (40 posti letto). La struttura sanitaria "Villa dei Pini" di Civitanova rimarrà, invece, Covid free.
L’accordo con l’Associazione Italiana Ospedalità Privata AIOP Marche riguarda invece complessivamente 50 posti letto ospedalieri per pazienti Covid-19 positivi che saranno accolti presso “Villa Serena” a Jesi (20 posti letto) e presso l’Ospedale Celli di Cagli (30 posti letto) in Riabilitazione intensiva ospedaliera.
Tutti i posti letto dovranno essere attivati progressivamente, previa dimissione degli attuali assistiti dalle strutture, per ospitare pazienti covid a media-bassa intensità assistenziale liberando così le strutture pubbliche.
Le strutture private accreditate firmatarie dovranno rispettare tutte le vigenti misure di contrasto, contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, al fine di garantire la piena attuazione della tutela del diritto alla salute della popolazione e dei lavoratori; in particolare, dovranno garantire scrupolosamente percorsi separati tra gli stessi e i pazienti no-Covid, per escludere totalmente il rischio di diffusione del virus.
L’accordo ha validità temporanea, fino alla risoluzione delle criticità derivanti dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 così come definita dalla norma nazionale.
“Con soddisfazione comunico inoltre che l’Amministratore del Gruppo KOS Care ha garantito che al termine dell’emergenza il presidio di Macerata Feltria continuerà a svolgere le proprie attività ordinarie”, conclude l’assessore Saltamartini.
Continua il delicato ed estenuante momento della sanità maceratese, impegnata ad affrontare la seconda ondata di coronavirus. "Purtroppo la situazione nei nostri ospedali e nei pronto soccorso, in particolare mi riferisco a quello di Macerata, è drammatica". Così ha definito il quadro della situazione nel capoluogo di provincia il primo di cittadino Sandro Parcaroli che ha proprio ieri invocato l'attivazione di un ulteriore Covid-hospital.
Tanti reparti del nosocomio civile maceratese stanno soffrendo la gran mole di lavoro a cui sono sottoposti così come gli operatori sanitari che stanno vivendo delle vere e proprie giornate da incubo tra continue chiamate per casi covid, che necessitano il più delle volte di interventi immediati e che parallelamente tolgono "forze" alle prestazioni per i lungodegenti e pazienti del Pronto Soccorso.
Oltre ai posti letto che scarseggiano ogni giorno sempre più, da qualche giorno anche il personale sanitario maceratese è costretto a "marcare visita" a causa dell'elevato numero di contagi che stanno decimando gli operatori e Operati socio-sanitari. L'Unità Operativa di Cardiologia sembra essere stata quella più preso di mira dal virus, tanto che nelle ultime ore starebbe salendo sempre il numero dei contagiati anche tra i pazienti ricoverati ed è per questo che sarebbe imminente la chiusura dell'intero reparto con il conseguente trasferimento dei degenti in altri strutture.
La stessa sorte si sta parzialmente valutando anche per il reparto di Chirurgia generale, anch'esso fortemente provato e depotenziato dalla probabile migrazione di medici e infermieri verso la struttura ospedaliera di Civitanova Marche, che porterebbe alla sospensione delle attività nelle sale operatorie.
Una fase quanto mai drammatica, quella che sta vivendo, l'intero Ospedale Civile di Macerata e che necessita urgentemente di un pronto intervento per ridare una parvenza di quotidianità al lavoro degli operatori sanitari e garantire le cure necessarie ai pazienti della provincia.
“La scelta di parcheggiare i malati Covid nel pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova è assurda. Non c’è nessuna logica medica in questa decisione e in questo caos Civitanova paga il prezzo più alto”. Lo affermano, in una nota, il capogruppo Pd Giulio Silenzi e l’ex consigliere regionale Francesco Micucci.
“Nei locali del pronto soccorso dell’ospedale e nel container adiacente risultano ricoverati (ad oggi) ventuno pazienti positivi al coronavirus – ricordano i due esponenti Dem - , e ciò significa che il Dipartimento si è trasformato a tutti gli effetti in un reparto di degenza per malati Covid senza le attenzioni che richiede un reparto dedicato al Covid”.
“Una scelta sanitaria sbagliata, che mette a rischio la sicurezza di pazienti e operatori, e sulla quale il sindaco di Civitanova non dice una parola” – continuano - .
“Intanto però la Regione decide di concedere all’Umbria un modulo del Covid Hospital, e quindi posti letto di terapia intensiva e semi intensiva, mentre da una settimana al pronto soccorso di Civitanova abbiamo più di venti ricoverati. Ma come si può immaginare di andare avanti così? Oggi il sindaco di Macerata, Parcaroli, pone la questione e lancia l’allarme per le condizioni in cui stanno lavorando i pronto soccorso in provincia e in particolare nell’ospedale del capoluogo e chiede la trasformazione di una struttura ospedaliera in presidio Covid. Ciarapica che dice? – domandano Silenzi e Micucci - . Fa rumore il suo silenzio davanti al collasso del reparto di emergenza dell’ospedale di Civitanova in una sanità che impone invece il massimo impegno per dare risposte e soluzioni ai problemi dei cittadini e soprattutto delle persone malate, che non possono essere parcheggiate in un container o in un reparto. Tutto questo mentre nell’Area Vasta 3 manca un direttore generale che la nuova giunta Acquaroli non ha ancora nominato mentre i problemi si aggravano e gli ospedali non sanno più come gestire i contagiati”, concludono .
"Purtroppo la situazione nei nostri ospedali e nei pronto soccorso, in particolare mi riferisco a quello di Macerata, è drammatica e la provincia ha bisogno che uno dei nosocomi sia riconvertito in Covid-hospital come accaduto nella prima fase della pandemia". A dirlo è il prrmo cittadino maceratese Sandro Parcaroli.
"L’ospedale di Macerata, in questi giorni, sta vivendo delle situazioni pesanti con pazienti in attesa di un posto letto e medici, infermieri e personale sanitario che lavorano in condizioni difficili - afferma il Sindaco - Mi sono già confrontato con la Regione, l’unica deputata a decidere in merito,e sto monitorando la situazione costantemente per cercare di trovare una soluzione adeguata al momento di emergenza".
"Comprendo le difficoltà che un ospedale si troverebbe ad affrontare nel caso di una riconversione ma dobbiamo garantire ai pazienti contagiati dal virus la possibilità di usufruire, nell'immediato, delle cure mediche necessarie - conclude Parcaroli - L'ospedale di Macerata è al collasso e chiediamo un intervento rapido".
Verso il via libera dei test sierologici rapidi 'pungidito' nelle farmacie marchigiane. Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini in Consiglio regionale, rispondendo a un'interrogazione dei consiglieri d'opposizione del Pd Micaela Vitri e Andrea Biancani che ne avevano chiesto l'introduzione nelle Marche.
L'assessore ha ricordato l'incontro del 27 ottobre scorso con le associazioni dei farmacisti Federfarma e Confservizi Assofarm che aveva avuto esito positivo. "Ho intenzione - ha detto Saltamartini - di proporre alla giunta una deliberazione per far partire questi test sierologici nelle farmacie".
"Dopo Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo, Provincia autonoma di Trento e da ieri pomeriggio anche una nuova sperimentazione in Veneto, - commenta soddisfatta Vitri - le farmacie diventeranno parte attiva dello screening anche nella nostra regione". Vitri sottolinea come l'interrogazione sia "stata accolta favorevolmente dall'assessore Saltamartini, che ha annunciato di volere impegnare subito la giunta per siglare l'accordo con Federfarma e Assofarm".
"Nei territori in cui sono già impegnate le farmacie aderenti, - osserva Vitri - c'è pieno consenso dei cittadini poiché gli stessi test sierologici rapidi, possono essere effettuati autonomamente con la consulenza del farmacista, in modo semplice e veloce, offrendo una risposta nell'arco di 15 minuti, con un tasso di attendibilità superiore al 90%".
"In caso di positività al Sars Covid-19 - ricorda - nel test in farmacia, il cittadino viene preso in carico da Asur per approfondire la diagnosi con tampone molecolare e bloccare l'eventuale diffusione del virus. Sappiamo che una diagnosi precoce è provvidenziale per combattere il Covid-19".
(Ansa)
Un modulo da 14 posti del Covid Hospital di Civitanova Marche verrà 'ceduto' all'Umbria per ospitare pazienti umbri che verranno assistiti da personale medico proveniente dall'Umbria. Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini che ieri ha incontrato rappresentanti della Regione umbra
La struttura civitanovese, realizzata sul modello dell''astronave' alla Fiera di Milano, con il contributo dell'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso e fondi donati da privati, vede al momento attivi tre moduli (42 posti) attrezzati per malati Covid, anche per la Terapia intensiva e semintensiva.
Sui tempi delle apertura e dell'arrivo di pazienti dall'Umbria al Covid Hospital Saltamartini ha parlato di "questione di ore". La Regione, ha riferito Saltamartini, ha attivato procedura per apertura di un quarto e di un quinto modulo "per ospitare pazienti 'fermi' nei pronti soccorso di Macerata e di altri nosocomi". "All'Umbria abbiamo ceduto un sesto modulo - ha detto l'assessore - perché non siamo in grado di organizzare un sesto modulo della struttura: dovremmo sottrarre medici, internisti e anestesisti da altri reparti. Dobbiamo garantire il giusto equilibrio nella cura delle patologie da Covid - ha ricordato - e dalle altre malattie, come quelle cardiologiche e oncologiche".
(Fonte: ANSA)
Questa mattina all’ospedale di Camerino il sindaco Sandro Sborgia ha incontrato il dottor Carlo Di Falco, direttore sanitario dell'Area Vasta 3, insieme all'ingegnere Lucia Mosciatti dell'ufficio tecnico Asur. Parte dei fondi Covid stanziati per la regione Marche dal Commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, lo scorso luglio saranno destinati alla realizzazione dell'ampliamento del Pronto Soccorso dell'ospedale di Camerino.
Il progetto definitivo sarà consegnato tra una quindicina di giorni mentre la tempistica dei lavori è stata calcolata in 4-5 mesi. “Abbiamo visionato la bozza del progetto – spiega il sindaco Sandro Sborgia - e l'ampliamento consentirà di potenziare il Pronto Soccorso, nonché di gestire al meglio eventuali situazioni di emergenza, come la fase pandemica che stiamo affrontando, così da evitare contatti tra pazienti Covid e non, anche attraverso la creazione di due diversi ingressi. Abbiamo accolto con piacere il progetto dell’ampliamento, visto naturalmente anche in un’ottica di potenziamento del nosocomio camerte, punto di riferimento di tutta l’area interna quindi fondamentale per garantire il servizio sanitario nell’entroterra”.
Valorizzazione del personale dipendente degli enti del Servizio sanitario regionale impegnato nell’emergenza Covid-19 attraverso lo stanziamento di 13,7 milioni di euro di cui 8,8 messi a disposizione dalla Regione Marche. È l’obiettivo dello schema di protocollo d’intesa siglato, ieri, nel tardo pomeriggio, tra la Regione e le organizzazioni sindacali dell’area della dirigenza sanitaria e del comparto. “L’accordo rappresenta il giusto riconoscimento al lavoro e all’abnegazione del personale impegnato sul fronte del contenimento e della cura della pandemia. Un impegno gravoso e complesso in termini quantitativi e qualitativi, che va riconosciuto e remunerato con le risorse necessarie e adeguate alla gravosità del momento.
Lo sblocco dei premi ai sanitari era un impegno che la Giunta regionale si è assunta all’atto dell’insediamento, che ora assolviamo riconoscendo, con l’intesa sindacale, una premialità a chi rischia la vita per assistere gli altri”, commenta l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini. Oltre a uno stanziamento destinato a incrementare i fondi oggetto dell’intesa sottoscritta nel maggio scorso al fine di chiudere la prima fase dell’emergenza, il documento prevede la conferma delle indennità intese a compensare il rischio e il disagio delle condizioni di lavoro, il pagamento del lavoro straordinario anche per i tempi di vestizione e il rimborso delle spese di viaggio, riconosciuti in termini più ampi rispetto a quanto previsto dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro.
Per quanto riguarda i “premi”, sono stati definiti compensi incentivanti pari a 15 euro lordi per turno al personale del comparto e 40 euro per il personale della dirigenza. Al personale impegnato nel nuovo ospedale Covid presso la Fiera di Civitanova Marche saranno riconosciuti 30 euro per turno al personale del comparto e 70 euro alla dirigenza. Per ogni turno aggiuntivo il comparto percepirà 30 euro lordi all’ora e la dirigenza 70 euro. “In concreto – evidenzia Saltamartini - un infermiere impegnato per 20 turni, in un mese potrà ricevere 185 euro lordi a titolo di indennità e 300 euro a titolo di incentivazioni. Questa ultima voce sale a 600 euro nel caso di un infermiere operante a Civitanova. A ciò devono aggiungersi il compenso per il lavoro straordinario e le eventuali prestazioni aggiuntive”. Analogamente, a fronte del medesimo impegno quantitativo, “un medico potrà ricevere 800 euro lordi al mese a titolo di incentivazioni che saliranno a 1.400 euro in caso di attività prestata a Civitanova”. Il protocollo siglato allega una dichiarazione congiunta che sottolinea anche “la necessità di reperire gli strumenti idonei a valorizzare l’apporto degli operatori sociosanitari e degli autisti di ambulanza alle attività di risposta all’emergenza sanitaria Covid-19”. Regione e sindacati torneranno a incontrarsi per “valutare ogni soluzione consentita dalle disposizioni normative e contrattuali vigenti”.
"Esprimiamo profonda preoccupazione per l'evolversi della situazione nell'ospedale settempedano già in condizioni di forte criticità nei servizi di Oncologia ed Hospice ove vi sono stati casi di positività al Covid del personale sanitario" Così Francesco Borioni, consigliere comunale capogruppo del 'Centrosinistra per San Severino', commenta la delicata situazione che sta passando il nosocomio locale.
"La Regione, nella giornata di lunedì, ha deciso inoltre di intervenire pesantemente sul reparto di lungodegenza riducendo in maniera significativa i posti letto per consentire il trasferimento di infermieri ed o.s.s. al Covid Center di Civitanova - aggiunge Borioni - Un ospedale come quello di San Severino Marche che, durante la prima fase dell'emergenza Covid era stato strategico per tutta l'area, viene ora smantellato e privato di servizi essenziali. La giunta regionale di centrodestra, che ha avuto dai cittadini settempedani un conseso pari al 62% alle recenti elezioni, chiarisca subito quali sono le scelte che intendono adottare e quale ruolo sarà riservato al nostro ospedale"
"Manca, a nostro avviso, una visione strategica ed'insieme. Non è accettabile che le decisioni prese vengano comunicate all'ultimo minuto creando forti disagi sia alle strutture che devono riorganizzarsi in tempi brevissimi, sia al personale che dallasera alla mattina si vede costretto a trasferimenti forzati e a turni di lavoro massacranti e non piùsostenibili - spiega il consigliere comunale - Occorre inoltre un immediato piano di assunzioni per reperire il personale necessario per far fronte all'emergenza".
"Al di là dei comunicati stampa, dello scaricabarile sul governo e delle sparate su discutibili cure alternative ci sembra che questa giunta regionale si stia muovendo con approssimazione, navigando a vista, senza un piano pandemico chiaro e ben definito - conclude Borioni - In questa drammatica situazione serve la più ampia collaborazione, condivisione e trasparenza nelle azioni che si intendono mettere in atto per fronteggiare l'emergenza, tutte cose che a questa giunta mancano".
"Faccio appello, quasi una preghiera, questa volta alla responsabilità del Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, affinché venga immediatamente nominato il nuovo Direttore di Area Vasta 3, vacante oramai da quattro mesi". questo è quanto chiede il Consigliere Regionale PD Romano Carancini.
"A differenza di quanto accaduto nella prima fase Covid, l'assenza di una figura guida, di garanzia, di relazione e interlocuzione per l'intero sistema dell'Area Vasta 3 ha purtroppo contribuito ad aggravare problemi e a generare sacche di disorganizzazione nella più grande comunità sanitaria marchigiana dopo Torrette - spiega Carancini - Non si può governare un territorio così vasto, già martoriato dal sisma, già gravato di una struttura Covid regionale dedicata, attraverso una figura facente funzioni che, nello stesso tempo, ricopre anche il ruolo di Direttore Generale dell'ASUR Marche".
"Il collasso dei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata, il contagio dei medici nei reparti, l'impoverimento degli Ospedali di Camerino e San Severino Marche dovuto alla sottrazione di parte del personale, lo spostamento forzato del personale di Area Vasta 3 nel Covid Hospital di Civitanova Marche, nonostante si tratti di una struttura a servizio dell'intera regione, senza farsi carico del costo familiare e sociale per le persone stesse e per le loro famiglie, sono solo alcuni esempi di cosa stia accadendo - continua la nota - È un'emergenza assoluta, non si può perdere un giorno in più. Ci si impegni tanto per la salute dei cittadini quanto per la dignità di tutte le persone che lavorano in Area Vasta 3 e infine si scelga una persona all'altezza del compito". Conclude il Consigliere Regionale del PD.
Seppur in maniera meno incisiva rispetto a primi giorni della seconda ondata, continuano a salire i numeri dei contagiati nei comuni della provincia di Macerata.
Il passaggio delle Marche in zona “arancione” non ha fatto altro che confermare il momento delicato che tutta la regione sta attraversando e che genera tensione soprattutto nelle strutture ospedaliere. Nonostante la memoria di quanto vissuto nel mese di marzo, è ancora palpabile, tra gli operatori sanitari, lo stress di un carico di lavoro che si fa ogni giorno più gravoso.
Pazienti in attesa per ore di un posto letto, innumerevoli interventi legati a casi covid e interi reparti al collasso. È questo il quadro della quasi totalità delle strutture sanitarie provinciali nei quali rientra anche il Pronto Soccorso di Macerata, dove infermieri e medici sono costretti a turni estenuanti, oltre alla parte pratica legata alla prestazione, sono altresì impegnati a monitorare lo stato psicologico dei pazienti bisognosi di trattamenti che, il più delle volte, non possono essere garantiti nell’immediato.
Se ci si sposta all’esterno del nosocomio civile maceratese la situazione non è certo meno vibrante. Il via vai di ambulanze, che trasportano il più delle volte dei casi di Coronavirus, è abbastanza emblematica del momento che sta attraversando la sanità maceratese, una fase al limite del drammatico che per questo richiede un immediato interessamento da parte degli organi preposti.
“Complimenti all’equipe medica multidisciplinare e al biologo pianista che hanno portato a termine, oggi, un intervento chirurgico complesso e innovativo”. È quanto ha manifestato l’assessore alla Cultura, Giorgia Latini, commentando l’intervento concluso all’Ospedale pediatrico Salesi di Ancona con l’ausilio di un pianoforte a coda intonato a 432 Hertz. Un’equipe guidata dal dottor Roberto Trignani (responsabile del reparto di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti del capoluogo) ha asportato un duplice tumore al midollo spinale di un bambino di 10 anni.
L’intervento è stato svolto con la collaborazione del biologo molecolare Emiliano Toso, pianista, che, in sala operatoria, ha suonato musica con la frequenza comunemente definita “di guarigione”, per le riconosciute ripercussioni terapeutiche sull’organismo.
“Voglio esprimere i miei complimenti e quelli della Giunta regionale al dottor Trignani e ai suo collaboratori che hanno portato innovazione e modalità di cura all’avanguardia, valorizzando tutto il sistema sanitario regionale. In particolare mi voglio congratulare con Emiliano Toso con cui ho avuto il piacere di collaborare per alcuni eventi organizzati durante la mia esperienza di assessore alla Cultura di Ascoli Piceno. Una persona squisita e un professionista di valore che da anni studia gli effetti benefici della musica sul benessere psicofisico della persona. La sua musica è già utilizzata, con successo, in tutto il mondo, per seguire soggetti affetti da patologie cronico-degenerative” conclude l'assessore Latini.
Al via il "piano salvaguardia" della Giunta regionale umbra: chiesto aiuto alle Marche.
Nel corso della giornata di sabato personale della Regione ha svolto un sopralluogo a Civitanova Marche con l’obbiettivo di trovare posti letto che potrebbero servire in caso di emergenza.
Uno o due moduli del Covid Center di Civitanova, infatti, potrebbe essere destinato a pazienti umbri.
L'idea, probabilmente è partita da Guido Bertolaso, uno dei promotori della struttura ospedaliera alla Fiera e ora consulente della stessa Regione Umbria.
Al momento il Covid-center è già occupato per metà da pazienti marchigiani, ma ci sarebbe anche il placet del presidente, Francesco Acquaroli, purché siano gli stessi umbri a farsi carico del personale utilizzato.
Personale sanitario che rappresenta un interrogativo visto che nelle Marche, come in altre zone d'Italia, è sottodimensionato.
(Foto Ansa)
"Credo che il momento difficile che stiamo vivendo richieda un passo avanti da parte di tutti. Se lo chiediamo ai cittadini, lo dobbiamo pretendere prima di ogni altra cosa da noi stessi, in quanto rappresentanti di una politica che, almeno in questi momenti, dovrebbe dare il buon esempio”. Parla così il Consigliere Regionale della Lega Anna Menghi, rispondendo alle accuse dell’ex sindaco di Macerata Romano Carancini, che per mezzo stampa inveisce contro l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, colpevole, a suo dire, di non aver gestito al meglio questa fase della pandemia (leggi qui). Stando alle parole dell’esponente del Pd, l’attuale gestione della sanità marchigiana sarebbe inadeguata e incapace di traghettare la regione oltre la crisi. La mancata nomina del direttore dell’Area Vasta 3 avrebbe, a suo dire, addirittura aggravato la situazione.
“Sono convinta che chi, in situazioni drammatiche come quella che stiamo vivendo, cerca lo scontro e non il confronto sia di per sé non alla ricerca di soluzioni, bensì di visibilità”, spiega Anna Menghi. Capisco che dopo anni di prima linea faccia male stare all’opposizione, ma cercare di farsi spazio urlando nel modo in cui ha fatto Romano Carancini in questi giorni non porta da nessuna parte, solo alla constatazione che il Pd, ancora una volta, si conferma totalmente disancorato dalla realtà.
Parlo del Pd non solo perché Carancini ne fa parte, essendone rappresentante in Consiglio Regionale, ma perché quando si parla di sanità, nelle Marche, dunque di tutto quanto oggi è sotto i nostri occhi, anche dal punto di vista dei protocolli procedurali, non facciamo altro che parlare di ciò che è stato pensato, realizzato, voluto e sostenuto dagli assessori che hanno preceduto Saltamartini in questi anni, tutti del Partito Democratico, compreso l’ex Governatore Ceriscioli, sempre del Pd, che della sanità aveva mantenuto la guida per tutti i cinque anni della sua Giunta. Come tutti sanno”, continua Anna Menghi, “l’attuale Giunta Regionale, capitanata dal neo eletto Governatore Francesco Acquaroli, è in carica dal 15 ottobre 2020, giorno in cui è stata presentata alla stampa. Un mese esatto è passato dal suo insediamento, come pure dalla presa in gestione di quanto già esistente. In un contesto normale ciò avrebbe significato prendersi il giusto tempo per analizzare, capire, ascoltare tutte le parti in causa e dare concretezza al programma presentato agli elettori circa tre mesi fa. L’ondata dei contagi da Covid 19 che ha investito l’Italia nel frattempo, tuttavia, ha cambiato il planning delle cose da fare, catapultando tutti nell’emergenza. Mi chiedo dunque con quale coraggio il collega Carancini si ponga in modo tanto violento nei confronti di chi, suo malgrado, si trova a gestire la sanità che il partito di cui fa parte gli ha consegnato dopo anni di stra-potere e amministrazione incontrollata. Tanto più in un momento che richiede, da parte di tutti, senza distinzione politica alcuna, l’unità e la collaborazione per il bene comune. Unità e collaborazione che lo stesso Carancini pretese dalle opposizioni a Macerata all’indomani dei tragici fatti di Pamela Mastropietro, nel febbraio 2018, quando la città fu presa in ostaggio dai trafficanti della droga e resa meta del suo commercio a livello nazionale.
Il Romano Carancini, che allora chiedeva di andare oltre le appartenenze, evitando strumentalizzazioni, è lo stesso che oggi, in piena emergenza pandemica, divide attaccando tutti.
Fa sorridere dunque quando dichiara che il messaggio dato da Saltamartini è così profondamente negativo da “incidere sull’aspetto umano e psicologico della comunità marchigiana”. Trovo che, in un momento in cui di positivo c’è ben poco, un politico avveduto, che vuole il bene della gente, dovrebbe rassicurare, spronare a rispettare le regole, nutrire di speranza chi lotta ogni giorno per sbarcare il lunario, non solo da un punto di vista sanitario e lasciare ad altri luoghi e tempi la polemica, il risentimento, l’odio. I messaggi sono quelli che prima di tutto diamo con l’esempio, altrimenti facciamo come quel servo che (vangelo di Matteo 25, 14-30), per giustificare sé stesso e l’incapacità di far fruttare i talenti ricevuti, parla male degli altri (del padrone nella parabola in questione), invece che ammettere i propri errori e rimediarvi.
In tal senso ho trovato esemplare il comportamento dell’assessore Saltamartini, che mai una volta, per rispondere agli attacchi, ha raccontato, come sarebbe stato giusto, cosa si è trovato a gestire una volta insediatosi a Palazzo Raffaello. Una situazione non certo pronta ad affrontare quella seconda ondata che tutti i virologi avevano annunciato ci sarebbe stata dopo l’estate. Se non fai investimenti a lungo termine, procurandoti, per fare un esempio, le scorte necessarie a far fronte a crisi come quella in atto, non puoi poi urlare a chi ci sta da solo un mese e sta cercando di rimediare ad errori non suoi, di farle in poche settimane. Mi pare la classica dittatura della cicala sulla formica, che proprio non si può tollerare in momenti come quello che stiamo vivendo.
Concludo dicendo a Carancini che non si risolve tutto con la politica delle poltrone. La nomina del direttore dell’Area Vasta 3 è tra le priorità dell’attuale Giunta, ma non l’unica. Il centro-destra ha sempre ponderato gli incarichi da dare, valutando attentamente le competenze dei candidati, tanto più quando in ballo ci sono settori e beni strategici come la sanità. La fretta con cui richiama certe pratiche mi pare del tutto inadeguata rispetto all’importanza che hanno nella buona gestione della cosa pubblica. Comprendo che nel suo partito le logiche siano diverse, ma bisogna prendere atto che se il centro-destra sta governando è perché gli elettori hanno compreso che quelle logiche hanno distrutto ciò che di buono questo nostro Paese esprimeva e che era tempo di cambiarle.
Ho fiducia che da questa crisi ne usciremo più forti di prima e che per questo dobbiamo impegnarci tutti. Forse il collega Carancini dovrebbe rivolgere le sue invettive al Governo, unico attuatore delle regole che stiamo, nostro malgrado, applicando. Del resto ad aver chiarito sulla base di quali parametri le Marche sono state declassate da zona gialla ad arancione è stata la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani, del Pd, la quale, invocando la comprensione dei suoi concittadini marchigiani, definiva gli attuali parametri decisi e voluti dal Ministero della Salute ad aprile scorso. Parametri di cui, peraltro, l’attuale Giunta ha preso atto e che, se pur da diversi punti di vista (ci si sorprende del parametro, non del dato), accetta, nel rispetto dei ruoli istituzionali.
Forse Carancini dovrebbe rivolgere le sue preoccupazioni al Governo, cioè ai membri del suo stesso partito che ne sono parte, prima di scagliarsi contro chi non ha avuto neppure il tempo di avere responsabilità in questa triste storia. Al resto penseranno gli elettori, che hanno già dimostrato di saper scegliere con maturità il loro futuro”.
Dello stesso parere di Anna Menghi è il Consigliere Regionale della Lega Renzo Marinelli, la cui esperienza politica è maturata in un’altra grave emergenza che ha colpito la nostra regione, il terremoto del 2016. “Da sindaco di Castelraimondo mi trovai ad affrontare una condizione che definire drammatica è poco. Gente sfollata e senza una casa, macerie ovunque, confusione e sconforto. Essere lucido punto di riferimento in una situazione che ne aveva pochi era ciò che i cittadini chiedevano, era la cosa giusta da fare. Per questo e forse perché tra i motivi che mi hanno spinto a candidarmi in Regione c’è proprio il desiderio di riparare le ferite di un territorio che attende di essere ricostruito, le parole di Romano Carancini mi suonano inaccettabili e irresponsabili. Certamente non opportune e neppure troppo fondate, perché altrimenti, le avrebbe pronunciate tenendo conto che in un solo mese, in piena pandemia, non c’è stato il tempo e il modo di smantellare il vecchio regime sanitario che il Pd ha impiantato in oltre 20 anni di governo della Regione e che quando la gente sta male, conta solo ciò che puoi fare per averne cura. In tal senso ho visto molto positivamente, per esempio, il modo con cui, da neo assessore, Saltamartini ha affrontato l’emergenza in alcune case di riposo della provincia di Macerata, prendendo immediata visione di ciò che stava accadendo a causa del Covid e capendo di cosa realmente ci fosse bisogno.
Le chiacchiere in politica le sanno fare tutti, i fatti pochi. Forse qualcuno dovrebbe ricordare a Carancini che la campagna elettorale è finita e che il suo partito l’ha persa. Per cui ora, se vuole sentirsi utile, faccia la sua parte, contribuendo con un’opposizione costruttiva al bene della comunità marchigiana", conclude .
"Non è il passaggio delle nostre Marche da zona gialla ad arancione a dover stupire - esordisce il Consigliere Regionale PD Romano Carancini- Era prevedibile, seppure non auspicabile, se si corre, oramai da giorni, con un rapporto tamponi: positivi sopra al 30%, cioè ad una velocità doppia delle regioni che meglio stanno affrontando l'attuale fase pandemica".
"È la reazione del Presidente Acquaroli ma soprattutto di chi governa la sanità della regione Marche a colpire per questa retrocessione, sintomo anche di una incapacità di affrontare le emergenze - attacca - Ma mentre per il neo governatore Acquaroli la posizione è pregiudizialmente politica e tutta tesa a scaricare le responsabilità sulle scelte del governo nazionale, la sorpresa dell’assessore alla sanità della regione Marche Filippo Saltamartini è inaccettabile e conferma la manifesta inadeguatezza ad amministrare quel settore così decisivo per i cittadini marchigiani".
"Egli, come tutti gli italiani, sa da oltre 15 giorni che esistono criteri oggettivi e trasparenti, 21 per l'esattezza, che disciplinano dinamicamente le sorti delle collocazioni delle regioni italiane in ciascuna delle fasce di colore giallo, arancione e rosso, a seconda della intensità della gravità della pandemia - incalza Caracini - Sempre l'assessore Saltamartini, dunque, avrebbe dovuto sapere che non è solo l’indice Rt a sancire in quale fascia la regione Marche sarebbe stata collocata, ma piuttosto una serie di dati che, aggregati tra loro, avrebbero determinato il provvedimento del Ministero della Sanità - prosegue - Essere rimasti sorpresi vuol dire aver trascurato l’attenzione di tutte, o forse anche solo di alcune, delle risposte che i dati dei 21 indicatori avrebbero segnalato".
"Un assessore confuso, che si fa sorprendere, è una guida che non ha capacità, competenza e autorevolezza per condurre la sanità delle Marche - continua il consigliere di minoranza - Del resto tutto questo lo aveva già dimostrato, solo per citare l’ultima, nel corso del Consiglio Regionale del 3 novembre scorso quando, con la naturalezza di chi immagina di trovarsi a giocare 'a dottorio ha comunicato al Consiglio ed alle Marche che per affrontare la gravità clinica della pandemia nelle Marche avrebbe immediatamente promosso due protocolli clinici fondamentali, a suo dire, come quello della idrossiclorochina e quello dell’ozono".
"Un assessore alla sanità, nel suo primo intervento politico, senza aver la pur minima cognizione sanitaria, che orienta alla struttura tecnica la determinazione di protocolli clinici, questo le Marche non possono permetterselo. Rappresenta una commistione tra supponenza e avventurismo sulla salute dei marchigiani. Siamo in fascia arancione perché l’emergenza dell’ultimo mese è stata gestita in maniera disastrosa per la chiara responsabilità dell’assessore delegato". Conclude Romano Carancini.
"Questa mattina è avvenuto il confronto tra la nostra regione e l’Istituto Superiore di Sanità. Un confronto utile a chiarire molti aspetti tecnici, ma un particolare è emerso chiaramente: che sarebbe stato più semplice dire subito 'chiudiamo'. La pandemia c’è, il virus gira e bisogna essere prudenti, ma non bisogna nascondersi dietro i numeri o le formule per fare scelte di altra natura. Chiudere può anche essere giusto e condivisibile, ma non può essere frutto di una imposizione. È umiliante e non sarà la soluzione". È quanto scrive il governatore Francesco Acquaroli su Facebook, a seguito dell'avvenuto confronto tra gli uffici regionali e l'Istituto Superiore di Sanità dopo il passaggio della Regione Marche da zona gialla a zona arancione.
A ciò si aggiunga la nota della Giunta Regionale, resa pubblica nel pomeriggio odierno, in cui si fa presente che "la rete ospedaliera dimostra una buona capacità di tenuta all’ondata pandemica".
"Si conferma che le strutture sanitarie regionali hanno capacità e spazio importante a disposizione per accogliere sia i pazienti Covid-19 che i pazienti con patologie ordinarie - informano dalla Regione Marche - . Come confermano i dati degli ultimi giorni, il bisogno di terapia intensiva per pazienti Covid-19 è al momento stazionario. Rispetto agli iniziali 115 posti letto di terapia intensiva, è stato approntato un incremento di più del 40% di posti letto aggiuntivi (per un totale ad oggi di 164 posti letto in terapia intensiva), che ci consente di mantenere a disposizione dei cittadini le risposte per interventi chirurgici necessari per la garanzia della salute pubblica. Inoltre, la rete ospedaliera del privato accreditato ha testimoniato la volontà di essere a disposizione per allargare l’offerta sia per pazienti Covid che per pazienti non-Covid, accettando i trasferimenti dagli ospedali pubblici e consentendo pertanto di liberare posti letto".
Nelle Marche sono attive, al momento, 33 unità di Usca: "Nelle strutture residenziali per anziani con ospiti covid-positivi, vengono inviate le squadre Usca ed anche medici professionisti specialisti dagli ospedali, garantendo una verifica quotidiana per permettere anche di ricoverare tempestivamente pazienti quando necessario".
"Sono attive e in fase di potenziamento strutture residenziali post-acuzie che accolgono pazienti a seguito delle dimissioni dagli ospedali. La Regione ha anche individuato nei giorni scorsi 10 alberghi, di cui 2 già contrattualizzati e aperti, per garantire l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria dei soggetti Covid positivi che non hanno bisogno di cure ospedaliere e che non possono effettuare l’isolamento delle proprie abitazioni" si conclude nella nota.