“Complimenti all’equipe medica multidisciplinare e al biologo pianista che hanno portato a termine, oggi, un intervento chirurgico complesso e innovativo”. È quanto ha manifestato l’assessore alla Cultura, Giorgia Latini, commentando l’intervento concluso all’Ospedale pediatrico Salesi di Ancona con l’ausilio di un pianoforte a coda intonato a 432 Hertz. Un’equipe guidata dal dottor Roberto Trignani (responsabile del reparto di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti del capoluogo) ha asportato un duplice tumore al midollo spinale di un bambino di 10 anni.
L’intervento è stato svolto con la collaborazione del biologo molecolare Emiliano Toso, pianista, che, in sala operatoria, ha suonato musica con la frequenza comunemente definita “di guarigione”, per le riconosciute ripercussioni terapeutiche sull’organismo.
“Voglio esprimere i miei complimenti e quelli della Giunta regionale al dottor Trignani e ai suo collaboratori che hanno portato innovazione e modalità di cura all’avanguardia, valorizzando tutto il sistema sanitario regionale. In particolare mi voglio congratulare con Emiliano Toso con cui ho avuto il piacere di collaborare per alcuni eventi organizzati durante la mia esperienza di assessore alla Cultura di Ascoli Piceno. Una persona squisita e un professionista di valore che da anni studia gli effetti benefici della musica sul benessere psicofisico della persona. La sua musica è già utilizzata, con successo, in tutto il mondo, per seguire soggetti affetti da patologie cronico-degenerative” conclude l'assessore Latini.
Al via il "piano salvaguardia" della Giunta regionale umbra: chiesto aiuto alle Marche.
Nel corso della giornata di sabato personale della Regione ha svolto un sopralluogo a Civitanova Marche con l’obbiettivo di trovare posti letto che potrebbero servire in caso di emergenza.
Uno o due moduli del Covid Center di Civitanova, infatti, potrebbe essere destinato a pazienti umbri.
L'idea, probabilmente è partita da Guido Bertolaso, uno dei promotori della struttura ospedaliera alla Fiera e ora consulente della stessa Regione Umbria.
Al momento il Covid-center è già occupato per metà da pazienti marchigiani, ma ci sarebbe anche il placet del presidente, Francesco Acquaroli, purché siano gli stessi umbri a farsi carico del personale utilizzato.
Personale sanitario che rappresenta un interrogativo visto che nelle Marche, come in altre zone d'Italia, è sottodimensionato.
(Foto Ansa)
"Credo che il momento difficile che stiamo vivendo richieda un passo avanti da parte di tutti. Se lo chiediamo ai cittadini, lo dobbiamo pretendere prima di ogni altra cosa da noi stessi, in quanto rappresentanti di una politica che, almeno in questi momenti, dovrebbe dare il buon esempio”. Parla così il Consigliere Regionale della Lega Anna Menghi, rispondendo alle accuse dell’ex sindaco di Macerata Romano Carancini, che per mezzo stampa inveisce contro l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, colpevole, a suo dire, di non aver gestito al meglio questa fase della pandemia (leggi qui). Stando alle parole dell’esponente del Pd, l’attuale gestione della sanità marchigiana sarebbe inadeguata e incapace di traghettare la regione oltre la crisi. La mancata nomina del direttore dell’Area Vasta 3 avrebbe, a suo dire, addirittura aggravato la situazione.
“Sono convinta che chi, in situazioni drammatiche come quella che stiamo vivendo, cerca lo scontro e non il confronto sia di per sé non alla ricerca di soluzioni, bensì di visibilità”, spiega Anna Menghi. Capisco che dopo anni di prima linea faccia male stare all’opposizione, ma cercare di farsi spazio urlando nel modo in cui ha fatto Romano Carancini in questi giorni non porta da nessuna parte, solo alla constatazione che il Pd, ancora una volta, si conferma totalmente disancorato dalla realtà.
Parlo del Pd non solo perché Carancini ne fa parte, essendone rappresentante in Consiglio Regionale, ma perché quando si parla di sanità, nelle Marche, dunque di tutto quanto oggi è sotto i nostri occhi, anche dal punto di vista dei protocolli procedurali, non facciamo altro che parlare di ciò che è stato pensato, realizzato, voluto e sostenuto dagli assessori che hanno preceduto Saltamartini in questi anni, tutti del Partito Democratico, compreso l’ex Governatore Ceriscioli, sempre del Pd, che della sanità aveva mantenuto la guida per tutti i cinque anni della sua Giunta. Come tutti sanno”, continua Anna Menghi, “l’attuale Giunta Regionale, capitanata dal neo eletto Governatore Francesco Acquaroli, è in carica dal 15 ottobre 2020, giorno in cui è stata presentata alla stampa. Un mese esatto è passato dal suo insediamento, come pure dalla presa in gestione di quanto già esistente. In un contesto normale ciò avrebbe significato prendersi il giusto tempo per analizzare, capire, ascoltare tutte le parti in causa e dare concretezza al programma presentato agli elettori circa tre mesi fa. L’ondata dei contagi da Covid 19 che ha investito l’Italia nel frattempo, tuttavia, ha cambiato il planning delle cose da fare, catapultando tutti nell’emergenza. Mi chiedo dunque con quale coraggio il collega Carancini si ponga in modo tanto violento nei confronti di chi, suo malgrado, si trova a gestire la sanità che il partito di cui fa parte gli ha consegnato dopo anni di stra-potere e amministrazione incontrollata. Tanto più in un momento che richiede, da parte di tutti, senza distinzione politica alcuna, l’unità e la collaborazione per il bene comune. Unità e collaborazione che lo stesso Carancini pretese dalle opposizioni a Macerata all’indomani dei tragici fatti di Pamela Mastropietro, nel febbraio 2018, quando la città fu presa in ostaggio dai trafficanti della droga e resa meta del suo commercio a livello nazionale.
Il Romano Carancini, che allora chiedeva di andare oltre le appartenenze, evitando strumentalizzazioni, è lo stesso che oggi, in piena emergenza pandemica, divide attaccando tutti.
Fa sorridere dunque quando dichiara che il messaggio dato da Saltamartini è così profondamente negativo da “incidere sull’aspetto umano e psicologico della comunità marchigiana”. Trovo che, in un momento in cui di positivo c’è ben poco, un politico avveduto, che vuole il bene della gente, dovrebbe rassicurare, spronare a rispettare le regole, nutrire di speranza chi lotta ogni giorno per sbarcare il lunario, non solo da un punto di vista sanitario e lasciare ad altri luoghi e tempi la polemica, il risentimento, l’odio. I messaggi sono quelli che prima di tutto diamo con l’esempio, altrimenti facciamo come quel servo che (vangelo di Matteo 25, 14-30), per giustificare sé stesso e l’incapacità di far fruttare i talenti ricevuti, parla male degli altri (del padrone nella parabola in questione), invece che ammettere i propri errori e rimediarvi.
In tal senso ho trovato esemplare il comportamento dell’assessore Saltamartini, che mai una volta, per rispondere agli attacchi, ha raccontato, come sarebbe stato giusto, cosa si è trovato a gestire una volta insediatosi a Palazzo Raffaello. Una situazione non certo pronta ad affrontare quella seconda ondata che tutti i virologi avevano annunciato ci sarebbe stata dopo l’estate. Se non fai investimenti a lungo termine, procurandoti, per fare un esempio, le scorte necessarie a far fronte a crisi come quella in atto, non puoi poi urlare a chi ci sta da solo un mese e sta cercando di rimediare ad errori non suoi, di farle in poche settimane. Mi pare la classica dittatura della cicala sulla formica, che proprio non si può tollerare in momenti come quello che stiamo vivendo.
Concludo dicendo a Carancini che non si risolve tutto con la politica delle poltrone. La nomina del direttore dell’Area Vasta 3 è tra le priorità dell’attuale Giunta, ma non l’unica. Il centro-destra ha sempre ponderato gli incarichi da dare, valutando attentamente le competenze dei candidati, tanto più quando in ballo ci sono settori e beni strategici come la sanità. La fretta con cui richiama certe pratiche mi pare del tutto inadeguata rispetto all’importanza che hanno nella buona gestione della cosa pubblica. Comprendo che nel suo partito le logiche siano diverse, ma bisogna prendere atto che se il centro-destra sta governando è perché gli elettori hanno compreso che quelle logiche hanno distrutto ciò che di buono questo nostro Paese esprimeva e che era tempo di cambiarle.
Ho fiducia che da questa crisi ne usciremo più forti di prima e che per questo dobbiamo impegnarci tutti. Forse il collega Carancini dovrebbe rivolgere le sue invettive al Governo, unico attuatore delle regole che stiamo, nostro malgrado, applicando. Del resto ad aver chiarito sulla base di quali parametri le Marche sono state declassate da zona gialla ad arancione è stata la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani, del Pd, la quale, invocando la comprensione dei suoi concittadini marchigiani, definiva gli attuali parametri decisi e voluti dal Ministero della Salute ad aprile scorso. Parametri di cui, peraltro, l’attuale Giunta ha preso atto e che, se pur da diversi punti di vista (ci si sorprende del parametro, non del dato), accetta, nel rispetto dei ruoli istituzionali.
Forse Carancini dovrebbe rivolgere le sue preoccupazioni al Governo, cioè ai membri del suo stesso partito che ne sono parte, prima di scagliarsi contro chi non ha avuto neppure il tempo di avere responsabilità in questa triste storia. Al resto penseranno gli elettori, che hanno già dimostrato di saper scegliere con maturità il loro futuro”.
Dello stesso parere di Anna Menghi è il Consigliere Regionale della Lega Renzo Marinelli, la cui esperienza politica è maturata in un’altra grave emergenza che ha colpito la nostra regione, il terremoto del 2016. “Da sindaco di Castelraimondo mi trovai ad affrontare una condizione che definire drammatica è poco. Gente sfollata e senza una casa, macerie ovunque, confusione e sconforto. Essere lucido punto di riferimento in una situazione che ne aveva pochi era ciò che i cittadini chiedevano, era la cosa giusta da fare. Per questo e forse perché tra i motivi che mi hanno spinto a candidarmi in Regione c’è proprio il desiderio di riparare le ferite di un territorio che attende di essere ricostruito, le parole di Romano Carancini mi suonano inaccettabili e irresponsabili. Certamente non opportune e neppure troppo fondate, perché altrimenti, le avrebbe pronunciate tenendo conto che in un solo mese, in piena pandemia, non c’è stato il tempo e il modo di smantellare il vecchio regime sanitario che il Pd ha impiantato in oltre 20 anni di governo della Regione e che quando la gente sta male, conta solo ciò che puoi fare per averne cura. In tal senso ho visto molto positivamente, per esempio, il modo con cui, da neo assessore, Saltamartini ha affrontato l’emergenza in alcune case di riposo della provincia di Macerata, prendendo immediata visione di ciò che stava accadendo a causa del Covid e capendo di cosa realmente ci fosse bisogno.
Le chiacchiere in politica le sanno fare tutti, i fatti pochi. Forse qualcuno dovrebbe ricordare a Carancini che la campagna elettorale è finita e che il suo partito l’ha persa. Per cui ora, se vuole sentirsi utile, faccia la sua parte, contribuendo con un’opposizione costruttiva al bene della comunità marchigiana", conclude .
"Non è il passaggio delle nostre Marche da zona gialla ad arancione a dover stupire - esordisce il Consigliere Regionale PD Romano Carancini- Era prevedibile, seppure non auspicabile, se si corre, oramai da giorni, con un rapporto tamponi: positivi sopra al 30%, cioè ad una velocità doppia delle regioni che meglio stanno affrontando l'attuale fase pandemica".
"È la reazione del Presidente Acquaroli ma soprattutto di chi governa la sanità della regione Marche a colpire per questa retrocessione, sintomo anche di una incapacità di affrontare le emergenze - attacca - Ma mentre per il neo governatore Acquaroli la posizione è pregiudizialmente politica e tutta tesa a scaricare le responsabilità sulle scelte del governo nazionale, la sorpresa dell’assessore alla sanità della regione Marche Filippo Saltamartini è inaccettabile e conferma la manifesta inadeguatezza ad amministrare quel settore così decisivo per i cittadini marchigiani".
"Egli, come tutti gli italiani, sa da oltre 15 giorni che esistono criteri oggettivi e trasparenti, 21 per l'esattezza, che disciplinano dinamicamente le sorti delle collocazioni delle regioni italiane in ciascuna delle fasce di colore giallo, arancione e rosso, a seconda della intensità della gravità della pandemia - incalza Caracini - Sempre l'assessore Saltamartini, dunque, avrebbe dovuto sapere che non è solo l’indice Rt a sancire in quale fascia la regione Marche sarebbe stata collocata, ma piuttosto una serie di dati che, aggregati tra loro, avrebbero determinato il provvedimento del Ministero della Sanità - prosegue - Essere rimasti sorpresi vuol dire aver trascurato l’attenzione di tutte, o forse anche solo di alcune, delle risposte che i dati dei 21 indicatori avrebbero segnalato".
"Un assessore confuso, che si fa sorprendere, è una guida che non ha capacità, competenza e autorevolezza per condurre la sanità delle Marche - continua il consigliere di minoranza - Del resto tutto questo lo aveva già dimostrato, solo per citare l’ultima, nel corso del Consiglio Regionale del 3 novembre scorso quando, con la naturalezza di chi immagina di trovarsi a giocare 'a dottorio ha comunicato al Consiglio ed alle Marche che per affrontare la gravità clinica della pandemia nelle Marche avrebbe immediatamente promosso due protocolli clinici fondamentali, a suo dire, come quello della idrossiclorochina e quello dell’ozono".
"Un assessore alla sanità, nel suo primo intervento politico, senza aver la pur minima cognizione sanitaria, che orienta alla struttura tecnica la determinazione di protocolli clinici, questo le Marche non possono permetterselo. Rappresenta una commistione tra supponenza e avventurismo sulla salute dei marchigiani. Siamo in fascia arancione perché l’emergenza dell’ultimo mese è stata gestita in maniera disastrosa per la chiara responsabilità dell’assessore delegato". Conclude Romano Carancini.
"Questa mattina è avvenuto il confronto tra la nostra regione e l’Istituto Superiore di Sanità. Un confronto utile a chiarire molti aspetti tecnici, ma un particolare è emerso chiaramente: che sarebbe stato più semplice dire subito 'chiudiamo'. La pandemia c’è, il virus gira e bisogna essere prudenti, ma non bisogna nascondersi dietro i numeri o le formule per fare scelte di altra natura. Chiudere può anche essere giusto e condivisibile, ma non può essere frutto di una imposizione. È umiliante e non sarà la soluzione". È quanto scrive il governatore Francesco Acquaroli su Facebook, a seguito dell'avvenuto confronto tra gli uffici regionali e l'Istituto Superiore di Sanità dopo il passaggio della Regione Marche da zona gialla a zona arancione.
A ciò si aggiunga la nota della Giunta Regionale, resa pubblica nel pomeriggio odierno, in cui si fa presente che "la rete ospedaliera dimostra una buona capacità di tenuta all’ondata pandemica".
"Si conferma che le strutture sanitarie regionali hanno capacità e spazio importante a disposizione per accogliere sia i pazienti Covid-19 che i pazienti con patologie ordinarie - informano dalla Regione Marche - . Come confermano i dati degli ultimi giorni, il bisogno di terapia intensiva per pazienti Covid-19 è al momento stazionario. Rispetto agli iniziali 115 posti letto di terapia intensiva, è stato approntato un incremento di più del 40% di posti letto aggiuntivi (per un totale ad oggi di 164 posti letto in terapia intensiva), che ci consente di mantenere a disposizione dei cittadini le risposte per interventi chirurgici necessari per la garanzia della salute pubblica. Inoltre, la rete ospedaliera del privato accreditato ha testimoniato la volontà di essere a disposizione per allargare l’offerta sia per pazienti Covid che per pazienti non-Covid, accettando i trasferimenti dagli ospedali pubblici e consentendo pertanto di liberare posti letto".
Nelle Marche sono attive, al momento, 33 unità di Usca: "Nelle strutture residenziali per anziani con ospiti covid-positivi, vengono inviate le squadre Usca ed anche medici professionisti specialisti dagli ospedali, garantendo una verifica quotidiana per permettere anche di ricoverare tempestivamente pazienti quando necessario".
"Sono attive e in fase di potenziamento strutture residenziali post-acuzie che accolgono pazienti a seguito delle dimissioni dagli ospedali. La Regione ha anche individuato nei giorni scorsi 10 alberghi, di cui 2 già contrattualizzati e aperti, per garantire l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria dei soggetti Covid positivi che non hanno bisogno di cure ospedaliere e che non possono effettuare l’isolamento delle proprie abitazioni" si conclude nella nota.
Bella novità dalle Terme di Sarnano. Con la brillantezza del nuovo Presidente Marco Nacciarriti per completare il servizio tamponi Covid 19 già egregiamente svolto in sede, e meta di numerosissime presenze, viste le necessità del territorio nel poter effettuare diagnostica Covid sempre più rapide, l’entourage sarnanese ha deciso - anche in considerazione della collocazione della nostra Regione nella cosiddetta area “arancione” - di mettere a disposizione il proprio personale ed i propri servizi, sui territori delle cosiddette zone carenti limitrofe.
“La sensibilizzazione verso la popolazione dell'entroterra, nell’area cratere terremoto, particolarmente già segnata soprattutto in virtù del fatto che è costituita per la sua maggioranza da persone anziane ci ha incentivato a mettere a disposizione un camper appositamente attrezzato (requisiti normativi protocolli covid) itinerante per poter effettuare il tampone rapido antigenico ed i test sierologici direttamente sul territorio – dice soddisfatto il numero uno Marco Nacciarriti - Direttamente nelle aree sprovviste di check point Covid unità mobile, il nostro intento è quello di fornire un servizio alla popolazione provvedendo a fare “a domicilio” i tamponi rapidi e i test sierologici".
"Un servizio alle attività produttive presso i loro stabilimenti, alla popolazione dei Comuni vicini a Sarnano sprovvisti di un servizio diagnostico Covid; verranno in tal senso in collaborazione con le amministrazioni locali individuate delle aree dove prestare il servizio” conclude Nacciarriti.
Giornata importante quella di domenica 8 novembre per la Croce Rossa Italiana di Porto Potenza Picena. Nel comitato si è svolta l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo, organo composto da Volontari ed eletto da essi, deputati alla gestione del Comitato locale.
A Porto Potenza il momento è stato molto sentito: forte è stata infatti l'affluenza al seggio sin dalle prime ore del mattino per esprimere la propria preferenza nei confronti della lista propostasi.
Alla chiusura del seggio è iniziato lo spoglio terminato con la vittoria del gruppo presentato da Matteo Carlocchia, vice commissario straordinario e noto da anni per il suo impegno nel settore del volontariato sociale dove ha ricoperto anche incarichi regionali.
I Consiglieri eletti che lo coadiuveranno sono risultati Dea Ceccotti, Andrea Di Domenico e Luca Spinaci, a cui si affianca Martina Calvitto come Consigliere Giovane. Ieri, venerdì 13 novembre, la nomina ufficiale e l’insediamento.
Alla base del programma dei prossimi quattro anni l'incremento della presenza di Croce Rossa sul territorio, con particolare attenzione all'ambito sociale, alle attività dei giovani e alle esigenze della popolazione.
Nelle parole del neo presidente è emerso: “Sosterrò sempre che il ringraziamento non è cosa scontata, è la più alta forma di pensiero. Ringrazio tutti i volontari che mi hanno dato fiducia, i consiglieri che hanno accettato la sfida, i dipendenti e tutti coloro che hanno collaborato in questo periodo di commissariamento: il commissario Simone Agostinelli, il comitato regionale, l’amministrazione e le forze dell’ordine.Non nascondo l’emozione e la consapevolezza della grande responsabilità, ma con entusiasmo e progetti nuovi, come da programma, credo, che l’obiettivo di far crescere e unire il nostro comitato non sarà un’utopia".
La seconda ondata di contagi da Coronavirus sta mettendo ancora una volta a dura prova gli operatori della Croce Verde di Civitanova Marche, impegnati in prima linea nell’affrontare ogni tipo di emergenza (leggi l’articolo).
Gli interventi e i trasporti legati a casi Covid rappresentano oramai quasi la normalità di una giornata di lavoro e i soccorritori, i quali oltre a gestire lo stress derivante dalla chiamata, devono anche assicurarsi di ottemperare a tutti i protocolli anti-contagio.
Ciascun servizio infatti è preceduto da accurati preparativi precauzionali che consistono in una meticolosa procedura di vestizione e svestizione che parte dai piedi fino ad arrivare alla testa. Il tutto per garantire un servizio volto a tutelare la salute psicologica dei pazienti, ma anche per ridurre al minimo i momenti di contatto diretto durante l’intervento.
Fatiche ed emozioni di chi ogni giorno si mette a disposizione del prossimo con passione e soprattutto professionalità.
Il sindaco Sandro Parcaroli ha ricevuto in municipio, il dott. Carlo Di Falco, nuovo direttore medico del Presidio Ospedaliero Unico di Macerata, Civitanova Marche, Camerino e San Severino, accompagnato dal dott. Giordano Ripa, consigliere delegato funzionale del sindaco alla Sanità.
Un incontro, com’è stato sottolineato, non solo ispirato alle buone pratiche di relazioni istituzionali, ma voluto e concretizzato per avviare un rapporto diretto di collaborazione tra l’ente locale e la gestione sanitaria del territorio, per condividere insieme percorsi e perseguire finalità di comune interesse a servizio della salute dei cittadini.Dopo il benvenuto e una breve presentazione della realtà territoriale maceratese da parte del sindaco Sandro Parcaroli, sono stati affrontati i due temi più scottanti del momento in ambito sanitario: l’emergenza Covid e il futuro ospedale a Macerata.
Parcaroli ha sottolineato “la ferma volontà e l’urgenza di giungere alla realizzazione del nuovo ospedale di Macerata, in grado di dare risposte efficienti ai bisogni dei cittadini e di superare la situazione logistica e strutturale dell’attuale nosocomio che, sia pure in presenza di alte professionalità, soffre di una situazione di vetustà che va superata al più presto.”
Il dott. Di Falco - autore di molte pubblicazioni scientifiche nel campo dell’igiene e organizzazione ospedaliera e con una lunga esperienza in ambito universitario e di gestione di ospedali sia pubblici che privati - ha dato la disponibilità a mettere a disposizione la sua esperienza in questo settore, avendo seguito l’avvio del Centro di Alta specializzazione nelle Malattie Oncologiche e Cardiovascolari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Campobasso (diramazione del Policlinico “A. Gemelli” di Roma) che ha diretto per 14 anni.
Fin dal suo arrivo a Macerata, il neo direttore è stato impegnato nell’apertura del Covid-Hospital di Civitanova Marche, dove attualmente sono attivi tre moduli di degenza in terapia intensiva e semintensiva, oltre che nella riapertura della palazzina ex Malattie infettive di Macerata
Sul fronte Covid, il dott. Ripa ha illustrato il suo impegno, a seguito dell’incarico ricevuto dal sindaco, per creare un filo diretto tra l’Amministrazione comunale, la struttura sanitaria e ospedaliera maceratese, la dirigenza dell’Asur Marche e gli organi politici istituzionali regionali. Sta seguendo costantemente l’andamento dei contagi a Macerata, dei quali il Comune dà conto alla città attraverso il sito istituzionale in cui sono pubblicati i dati relativi sia ai nuovi contagi che all’isolamento fiduciario e alla quarantena.
Inoltre nell’incontro con il dott. Di Falco è stata affrontata l’attuale situazione del pronto soccorso dell’ospedale di Macerata che risulta negli ultimi giorni particolarmente difficile per la costante e numerosa affluenza di malati covid con bisogno di ricovero che vengono diretti sia al Covid Center di Civitanova (42 posti letto in terapia intensiva e semintensiva) sia alla palazzina ex Malattie infettive di Macerata (43 posti letto per chi non ha bisogno di terapia intensiva e semintensiva).
È una fase molto delicata quella che sta attraversando la sanità italiana, con la seconda ondata della pandemia che vede un numero quotidiano di contagi molto elevato, e non fa eccezione il territorio marchigiano, che pure grazie al suo sistema di risposta ha mantenuto lo status di regione “gialla”.
Una nuova chiamata "alle armi" insomma che vede, ancora una volta, impegnato in prima linea tutto il personale della Croce Verde di Civitanova Marche che adesso come non mai rappresenta un punto fisso per l'intera comunità: capace trasmette fiducia e professionalità ma soprattutto umanità nel mettere in campo ogni misura consona ad affrontare questa difficile situazione.
“Il bilancio non è molto positivo – spiega la Presidente Elisabetta Biagiola - ultimamente stiamo facendo molti trasporti e la maggior parte sono legati a casi di Coronavirus, in alcune circostanze è necessario trasportarli in Pronto Soccorso e diciamo che il numero di interventi è diverso di giorno in giorno in quanto potrebbero variare da un minimo di 5 ad un massimo di 16 – e commenta - Questi numeri ovviamente non sono così ottimistici".
Un lavoro quello della Croce Verde fortemente condizionato dalla pandemia e il vorticoso aumento delle chiamate d'emergenza che il personale del centralino riceve giornalmente ne sono una limpida dimostrazione: “Stiamo sostanzialmente gestendo le chiamate che ci arrivano come qualsiasi altro tipo di emergenza - puntualizza Biagiola- naturalmente per noi ogni squillo del telefono potrebbe corrispondere ad un presunto covid quindi la nostra soglia di sicurezza è sempre al massimo - e aggiunge - i nostri equipaggi si vestono in base alla richiesta in quanto solitamente ci viene detto in anticipo se quella persona potrebbe essere positiva o presunta tale”.
L'emergenza Covid-19 ai suoi albori aveva rischiato di mettere in ginocchio la risposta sanitaria e fu proprio la presidente della Croce Verde di Civitanova a renderlo noto, raccontando, a marzo dei problemi avuti con i fornitori di mascherine e in generale con tutte le apparecchiature e gli strumenti sanitari necessari ad affrontare il virus (leggi l'articolo).
"Rispetto all'inizio la situazione è molto migliorata anche perché in questi mesi abbiamo lavorato affinché non ci fossero altre problematiche come quelle che già si sono presentate ad inizio emergenza dove la situazione è stata veramente tragica - dichiara Elisabetta Biagiola -. Se non avessimo avuto gli aiuti da parte delle persone che ci hanno donato dei dispositivi sarebbe stata veramente una cosa molto difficile da sostenere".
"Ora ci siamo attrezzati e abbiamo in questo caso giocato di anticipo acquistando più attrezzature possibile - prosegue - siamo in attesa di riceverne ancora, considerando che di tute ne stiamo consumando tantissime e non vogliamo rimanerne senza".
La seconda ondata del virus per il personale della Croce Verde civitanovese rappresenta una sorta di deja-vu che riporta ai primi giorni di marzo, periodo in cui il loro modus operandi e vivendi hanno subito una profonda evoluzione: "Qui avevamo turni pianissimi, facevamo riunioni e corsi. Adesso purtroppo ci stiamo limitando tantissimo in tutto - osserva la Presidente - alcuni rinunciano al turno perché purtroppo, per precauzione, non possiamo avere più di tanta gente contemporaneamente e in tutto ciò cerchiamo di mantenere alta la sicurezza dei nostri equipaggi con distanziamenti, mascherine, misurazione della temperatura all'ingresso e quant’altro. La vita è cambiata anche qui non solo per chi è fuori". Conclude Biagiola.
Palpabile è anche il diverso approccio di lavoro tra le fila del personale e militi della Croce Verde: “A livello psicologico è cambiato tantissimo - osservano Lucio di Giacomo e Gino Gabellieri, autisti soccorritori della sede di Civitanova - nonostante tutta l'esperienza che possiamo mettere in campo, ogni caso covid su cui andiamo ad intervenire per noi rappresenta un'uscita che genera sempre un pò d'ansia".
“Ovviamente partiamo già prevenuti e quando arriviamo sul posto siamo già coperti - precisano -. Il pericolo si presenta quando comunicano che ci sono soggetti che non presentano sintomi tipo febbre e lì subentra il discorso della paura di essere contagiati in quanto di solito non andiamo coperti con mascherine o tute".
Ha aperto i battenti questa mattina presto il nuovo punto di servizio, installato nel piazzale antistante lo stadio di Civitanova Marche, che sarà dedicato all’effettuazione dei test rapidi per il Covid-19.
Un checkpoint frutto dell’intesa tra il Polo diagnostico Villa dei Pini e Contram Servizi, che hanno unito le forze mettendo a disposizione un pullman come struttura di prelievo e il personale sanitario del Gruppo Kos ad effettuare i tamponi. Un sistema drive-in mirato non solo a fare prevenzione ma anche ad alleggerire il carico di lavoro che in questo periodo sta oberando le strutture ospedaliere e i laboratori analisi della provincia di Macerata.
Dopo il sopralluogo effettuato ad inizio settimana dalle autorità comunali, dirigenti del Kos Care e personale Contram, in meno di 48 ore è stato quindi attivato oggi il nuovo punto dei test rapidi sulla scia dell'esempio del checkpoint istallato all’aeroporto delle Marche, che sarà operativo da lunedì al sabato, a partire dalle 8:30 sino alle 18,30 del pomeriggio.
"Abbiamo già avuto una buona affluenza stamane, segno che le persone stanno rispondendo positivamente a questa iniziativa – spiega uno dei due infermieri presenti all’interno del bus – ovviamente da parte loro c’è apprensione per il risultato però allo stesso tempo c'è anche una grande consapevolezza volta a prevenire una situazione di contagio”
Erano infatti molte le macchine che si sono fermate per usufruire di questo servizio, avvalorato dal fatto che riesce a garantire un responso in pochi minuti: "Dopo avere effettuato il tampone, i risultati arrivano nel giro di un quarto d'ora – precisa- questi test che stiamo svolgendo rappresentano per le persone un primo approccio al risultato finale".
Una procedura semplice che si intensifica nel caso che il tampone risulti positivo: “Si fanno compilare dei moduli che vanno prima cosa ad informare sia il medico di medicina generale che il medico di famiglia, poi inizierà tutta la prassi che partirà da un test molecolare seguito dall'iter burocratico con l'ASL - rende noto il componente del personale medico - Quello che stiamo offrendo è un servizio importantissimo in quanto la contagiosità di questo virus sta viaggiando a livelli altissimi - e aggiunge - è fondamentale prevenire per poi curare, anche perché ad oggi sono molte le persone asintomatiche e questo tipo di test è necessario appunto per individuarle".
Presente alla prima giornata dei "tamponi drive-in" anche il Sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica che ci ha tenuto a sottolineare l'importanza del servizio: “Sono gli esperti a dirci quanto sono utili nella lotta a Covid questo tipo di test – esordisce il primo cittadino - effettuare i tamponi è necessario per avere un riscontro di qual è lo stato della nostra comunità. Poter dare un servizio all'aria aperta e con un orario molto flessibile è un modo senz'altro efficace per dare più possibilità a tutte quelle persone che si vogliono tamponare e che magari hanno difficoltà ad andare in laboratori privati - e precisa - si tratta di un servizio ulteriore che va verso la direzione di individuare le persone positive al Covid per poi isolarle e contenere”.
Una prima mattinata di test partecipata soprattutto nella città della riviera maceratese che ieri a registrato 400 casi di positività al Coronavirus tra la popolazione: "I nostri dati sono in crescita così come in tutta Italia – afferma Ciarapica - Civitanova, sin dall’inizio dell’emergenza ha dato subito la sua disponibilità per la realizzazione del Covid Center che oggi ci consente di mantenere pulito non solo il nostro ospedale ma anche quelli di Camerino e Macerata. Abbiamo sempre prestato particolare attenzione al virus e al suo contenimento - chiosa il Sindaco - All'inizio abbiamo fatto la scelta di dotarci di un call center invece oggi stiamo mettendo in pratica altre strade tra le quali questa del drive test".
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, neoeletta presidente della Commissione sanità.
"Ci tengo, all’indomani della mia nomina a Presidente della IV Commissione permanente Sanità e politiche sociali, innanzitutto a ringraziare i colleghi che mi hanno scelta per guidare una commissione che sarà sicuramente cruciale nelle politiche di questa amministrazione dei prossimi cinque anni" - sottolinea Leonardi - . "Quello della sanità è un tema sempre al centro dell’azione politica regionale e che occupa larga parte dei bilanci, ma mai come in questo periodo storico la commissione sanità rivestirà un ruolo fondamentale sia nella riscrittura del Piano Sociosanitario che più in generale in ottica del nuovo assetto che la giunta Acquaroli e l’intera maggioranza intendono dare all’organizzazione della sanità sul territorio marchigiano e della medicina territoriale. Nei prossimi mesi e nei prossimi anni - continua - ci troveremo a ridisegnare la sanità marchigiana, assieme ai medici e ai professionisti sanitari, ai sindaci e ai territori. Sarà un processo che, nel rispetto del ruolo che mi è stato accordato, vorrò guidare attraverso l’ascolto, l’approfondimento, la presenza sui territori, con l’obiettivo di consegnare ai cittadini marchigiani una sanità degna delle loro aspettative".
"Porto con me l’esperienza maturata negli scorsi cinque anni da vicepresidente della stessa commissione e la volontà di confrontarmi con tutto il mondo sanitario e quello degli enti locali, di visitare le strutture sanitarie e parlare con chi è in prima linea sia nell’ordinario che nello straordinario". "Dobbiamo molta riconoscenza ai nostri medici e ai nostri operatori da mesi in trincea per proteggere la nostra comunità e lottare contro il coronavirus. Non meno importante sarà seguire le politiche sociali, favorire le politiche per la famiglia e iniziative in favore delle fasce più deboli e più esposte al rischio. Il mio impegno, e sono certa di interpretare quello dell’intera commissione, sarà massimo affinché la sanità marchigiana torni ad essere a servizio dei territori e dei cittadini", conclude.
"In campagna elettorale la destra ha promesso tutto e il contrario di tutto e adesso com'era facilmente prevedibile, dopo poco più di trenta giorni di governo sta già scontando le prime contraddizioni. Infatti, sono già iniziati i primi scontri nella maggioranza". Così l'ex assessore regionale Angelo Sciapichetti interviene all'indomani dell'approvazione della risoluzione “Emergenza Covid-19” da parte dell’Assemblea Legislativa delle Marche che, sostanzialmente, sospende tutti i provvedimenti in corso per la realizzazione dei nuovi ospedali di primo livello e rimette in discussione i criteri di assegnazione sul territorio.
"Sugli ospedali Acquaroli non si capisce bene di cosa parli o meglio, lancia segnali di fumo; dice: 'fino a quando sarò io il presidente non si faranno ospedali unici'. In verità - precisa Sciapichetti - nessuno nella nostra provincia ha mai parlato di ospedale unico ma di ospedale provinciale. La risoluzione della Lega approvata ieri in Consiglio regionale sulla revoca della delibera che individuava il sito per la nuova struttura ospedaliera dell'Area Vasta 5 e il contemporaneo scontro (tanto da richiedere la prima verifica di maggioranza) sull'ospedale di Muraglia di Pesaro, non lascia presagire niente di buono per Macerata".
"Non provino a fare un passo indietro sull'ospedale provinciale di Macerata perché scateneremo l'inferno. Dovranno fare i conti con tutti i maceratesi. Giu' le mani!" sbotta l'ex assessore regionale, che prosegue "Le procedure sono avviate, l'iter è a buon punto, e bisogna andare avanti con determinazione. Ora se ne sono capaci, debbono portare a termine il processo amministrativo che noi abbiamo messo in piedi con convinzione".
Non manca anche una stiletta a chi ha preso il suo posto nella Giunta Regionale: "Noto con piacere che da circa un mese è cambiato l'atteggiamento spavaldo e bellicoso usato durante la prima fase della pandemia dell'assessore alla sanità Saltamartini. Adesso non può (come ha sempre fatto in passato), addossare la responsabilità agli altri".
"Oggi Saltamartini, alla pari di Trump e Salvini (noti scienziati del settore), propone anche lui la cura con l'idrossiclorichina; evidentemente intende candidarsi anche al Nobel per la medicina visto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'AIFA (Agenzia italiana per il farma o) ne hanno sospeso l'uso" rincara la dose Sciapichetti.
"Bene invece per la comunità marchigiana l'aumento dei tamponi e il potenziamento delle USCA anche se c'è da dire che questo comporterà nei prossimi mesi una consistente diminuzione dell'assistenza domiciliare. Noto invece un imbarazzante quanto assordante silenzio di coloro che manifestavano (Fratelli d'Italia in primis ma non solo..) contro il Covid Center di Civitanova; forse stanno facendo i conti con la realtà che è ben diversa dalla vuota e inutile propaganda. L'emergenza purtroppo richiede ad ognuno di fare la propria parte, non fa sconti e non consente a nessuno, neanche ai 'benaltristi' di professione, di fare inutili dichiarazioni" conclude l'ex assessore Sciapichetti.
Per far fronte all'attuale situazione epidemiologica, le residenze del gruppo Anni Azzurri, nelle Marche presenti con 7 RSA, a Fossombrone con "Casa Argento", Ancona con "Residenza Dorica" e "Conero", Loreto con "Abitare il tempo", Montecosaro con "Santa Maria in Chienti", San Benedetto del Tronto con la "San Giuseppe" e Campofilone con la "Valdaso", hanno intensificato i controlli attraverso screening continui, test sierologici e tamponi per gli ospiti e raddoppiando la rilevazione dei tamponi sul personale. Oggi, nelle 52 residenze Anni Azzurri - che accolgono ospiti anziani, autosufficienti e non, per un totale di oltre 5.000 posti letto distribuiti in otto regioni – il personale è sottoposto settimanalmente al test rapido per la rilevazione di infezione da SARS-CoV-2.
Anni Azzurri, pur nella difficoltà di questo momento storico, ha risposto all’emergenza adottando un piano di protezione e, dove necessario, di revisione di ogni aspetto della vita in struttura con l’obiettivo di abbassare la percentuale di rischio e mantenere sotto controllo la situazione all’interno delle sue residenze. A partire dall’investimento in dispositivi di protezione individuale (DPI), presenti in maniera massiccia sin dall’inizio dell’epidemia e in continuo aumento a protezione di ospiti e personale.
Enrico Brizioli, amministratore delegato KOS Care commenta: “Stiamo affrontando una crisi senza precedenti che sta mettendo a dura prova l’organizzazione sociale del nostro Paese e di tutto il mondo poiché ci troviamo davanti ad un nemico insidioso. Per affrontarlo, abbiamo dato vita ad un piano di emergenza che viene costantemente aggiornato e che recepisce tutte le indicazioni nazionali e regionali, ampliandole per una maggior tutela. Tutte le nostre strutture hanno messo in campo ogni sforzo possibile, potenziando i DPI, intensificando i controlli di screening per la sorveglianza, la salute e il benessere degli ospiti e degli operatori. Nel breve periodo, inoltre, l’obiettivo di Anni Azzurri è quello di potenziare i servizi al domicilio per far fronte alla necessità di tutte le persone fragili che hanno bisogno di essere seguite anche a casa”.
Grazie alle procedure adottate e al lavoro di personale appositamente formato, ogni struttura mantiene aggiornata quotidianamente la situazione degli ospiti. La presenza anche di un solo segnale o sintomo da parte degli ospiti, anche se lieve e manifestato una sola volta, determina l’isolamento temporaneo in attesa della definizione diagnostica che grazie agli strumenti in uso può essere anche immediata e una tempestiva comunicazione alle famiglie e agli organi competenti.
Approvata una risoluzione contro tutti gli ospedali unici delle Marche.
L'atto è stato sottoscritto da tutta la maggioranza in Consiglio regionale, che individua come priorità "l’esigenza di sospendere tutti i provvedimenti in corso per la realizzazione dei nuovi ospedali unici provinciali nell’ottica di una valorizzazione di una rete diffusa sul territorio".
Il no al progetto sui vari ospedali unici, ivi compreso quello di Macerata, era già stato preannunciato dallo stesso Acquaroli in campagna elettorale. La risoluzione approvata ribadisce inoltre l’avvio del percorso di un nuovo piano sanitario, affidato agli assessori Saltamartini e Baldelli, in cui si parla di nuove strutture da costruire: "nuovi ospedali, ma non un ospedale unico" ha spiegato l'assessore alla sanità.
Risoluzione che ovviamente ha visto un'alzata di scudi da parte dei consiglieri del Pd, tra cui Romano Carancini, che l'ha definita "una vendetta ai danni della salute dei cittadini, non sono ospedali unici ma di primo livello - ha chiosato - .
"Questa pandemia sta mettendo seriamente in difficoltà il sistema sanitario ma non ci si ammala solo di covid, pazienti con altre patologie, spesso anche più gravi del Covid, vengono messi in secondo piano. Una situazione intollerabile".
Lo scrive, in una nota, Maria Teresa Nori del Consiglio Nazionale di Federcontribuenti. "Ci vengono segnalati - scrive l'esponente dell'associazione dei consumatori - casi in vari ospedali in particolare i piccoli nosocomi di provincia dove per il caos della pandemia i Pronto soccorso sono intasati e pazienti già lì per altre conseguenze sono messi in coda non rispettando i vari codici di accesso".
Inoltre, continua Maria Teresa Nori: "problemi vengono segnalati anche nell’accesso ai servizi erogati dai medici di base. Causa problemi di distanziamento nelle sale d’aspetto degli ambulatori medici si può accedere soltanto su appuntamento in numero limitatissimo di pazienti per volta. Anche in questo caso si stanno formando le liste di attesa. Per essere visitati dal proprio medico di riferimento occorre chiedere l’appuntamento anche con 10 o 15 giorni di anticipo. Forse è il tempo che il ministro Speranza faccia rispettare la Costituzione ed emani una ordinanza che chiarisca l'accesso presso gli ospedali non penalizzando chi soffre di altre patologie. Altrimenti - conclude - faremo sentire la nostra voce a chi è stato eletto per occuparsi del bene e della salute di tutti i cittadini di questo Paese".
Importante accordo tra la clinica diagnostica Villa dei Pini e Contram Servizi per l’installazione di un nuovo punto di servizio dedito all’effettuazione dei tamponi per casi da coronavirus. Intesa raggiunta dopo che in settimana si era dimostrato necessario un altro punto oltre a quello sito in Villa dei Pini, oberato di lavoro e con il rischio di troppa presenza di persone.
Enrico Brizioli è l’amministratore delegato della Kos Care, la quale gestisce il polo diagnostico di Civitanova Marche, e in merito all’evoluzione di questa necessità spiega: "Già con il checkpoint all’aeroporto delle Marche abbiamo avuto per così dire successo, dato che ieri ne hanno fatto uso 500 persone. Stanno aumentando le richieste e al punto di Villa dei Pini abbiamo in questo momento un afflusso eccessivo di gente. Il Comune ci ha sollecitato a favorire una migliore accessibilità dei cittadini al servizio tamponi e abbiamo pensato di installare un nuovo punto davanti allo stadio". Il sistema di prelievo dei tamponi scelto è quello del drive in, dove le persone in auto si accosteranno e effettueranno l’operazione.
Una tenda od un container non erano adatti, soprattutto per il poco spazio e si è scelto di richiedere un pullman: "con Contram abbiamo concordato per un mezzo abbastanza grande, che svuotato permetterà le operazioni al personale e alla strumentazione necessaria. Le persone si accosteranno con l’auto, saliranno sul mezzo, effettueranno il tampone e scenderanno. I pullman sono l’unica cosa abbastanza grande.Lunedì mattina faremo un sopralluogo con le autorità e in settimana sarà attivo il punto".
Soddisfatto anche il presidente Contram Stefano Belardinelli: "Risultato importante insieme a Villa dei Pini del gruppo sanitario Kos, con cui abbiamo messo a disposizione e allestito un bus in poco meno di 48 ore secondo le indicazioni dei tecnici. Con piacere svolgiamo questo servizio, anche i nostri operatori sono stati entusiasti del progetto dedicandosi a questa attività anche nel fine settimana" Contento per la collaborazione Belardinelli sottolinea che è comprensibile un bus abbia più spazio di altri mezzi, oltre alla facilità di spostamento.Già nel 2016 l’azienda di trasporto aveva effettuato un servizio di emergenza quando, in seguito al sisma, fornirono dei mezzi ad alcune popolazioni terremotate permettendogli di dormire per qualche giorno in alcuni pullman.
In arrivo due medici militari nelle case di riposo di Villa Cozza di Macerata e Loro Piceno-Mogliano, situata nell'ex Hotel a Maestà di Urbisaglia
“Gli ospiti delle Case di Riposo-Rsa di Villa Cozza di Macerata e di Mogliano riceveranno un'assistenza sanitaria aggiuntiva rispetto ai servizi praticati dall'Asur con l'impiego della sanità militare, per superare i gravissimi disagi che sono emersi a seguito della diffusione del virus all'interno delle strutture stesse. Lo annuncia l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che spiega: "Due medici verranno rispettivamente inviati a Villa Cozza di Macerata e a Mogliano dove la situazione è particolarmente critica. In questo modo le Rsa diventano delle para-corsie, perché gli ospiti così fragili meritano un'attenzione aggiuntiva. Nelle Marche - aggiunge - c'è stata un'estensione di contagio in modo veramente devastante e finora ha riguardato i plessi di Mogliano, Fabriano, Jesi, Macerata, Santa Maria Nuova, Loro Piceno e San Severino Marche. Garantire l'appropriatezza delle cure e la continuità dei trattamenti impegna risorse rilevanti del Servizio Sanitario Regionale e l'aiuto dei medici militari risulta veramente fondamentale".
Saltamartini ha anche dato mandato alle strutture regionali di verificare se il personale delle cooperative e degli enti che gestiscono i servizi nelle Rsa siano muniti dei presidi di protezione e se lo stesso personale è stato sottoposto ai tamponi periodici per verificare la positività al Covid poiché, con il blocco delle visite dei familiari, non si spiega la diffusione massiccia dell'epidemia. La Regione Marche ringrazia la Marina Militare" per questo aiuto concreto che va a integrare i 5 equipaggi che la stessa sanità militare ha dispiegato per l'esecuzione dei test antigenici rapidi".
L'assessore Saltamartini, oltre che alla Marina Militare ha rinnovato la richiesta di aiuto anche al Comitato Operativo della Protezione Civile Nazionale presieduto da Angelo Borrelli per figure specialistiche da impiegare nel Covid Hospital di Civitanova Marche come anestesisti, internisti, pneumologi. " Stiamo affrontando la pandemia - conclude Saltamartini- cercando di tenere le Marche pronte anche ad affrontare condizioni peggiori e l'indirizzo di assumere i 3.000 infermieri vincitori del concorso è stato un primo concreto segnale".
(Fonte Ansa)
"A seguito della nostra richiesta di implementare la dotazione di strumenti diagnostici, il commissario Arcuri mi ha comunicato che 17.000 tamponi molecolari e antigenici rapidi verranno inviati domani alla nostra Regione. Ne avevamo in riserva 9.000 e processiamo ogni giorno poco meno di 2000 tamponi. Avevamo una autonomia di 4-5 giorni e, a seguito di numerose richieste, il Commissario ci ha comunicato l'invio della dotazione". Lo fa sapere l'assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini.
"Come già noto, abbiamo richiesto il considerevole aumento dei tamponi, in modo tale da raggiungere 5000 tamponi molecolari, 1500 molecolari rapidi e 5500 antigenici rapidi giornalieri - aggiunge l'assessore -. Inoltre, nell'ultima delibera di indirizzo, abbiamo dato mandato alla Suam regionale di diventare Soggetto Attuatore per acquistare, in autonomia, direttamente sul mercato, come prevede l'attuale legislazione, i materiali necessari per dotare le nostre strutture".
Al via l'assunzione di 3000 infermieri nelle Marche. "Già da oggi - ha spiegato l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini - abbiamo pubblicato la graduatoria del personale infermieristico. Li chiameremo tutti per l'assunzione che, al momento, sarà a tempo determinato per 3 mesi. Una volta validata la procedura concorsuale passeremo poi al contratto a tempo indeterminato.
Diamo così una risposta alla carenza riscontrata nei reparti in un momento estremamente difficile che richiede il massimo sforzo". Per questo inoltre - aggiunge l'assessore Saltamartini – “questa mattina nel corso del collegamento telematico con il Comitato Operativo della Protezione Civile Nazionale presieduto da Angelo Borrelli la nostra Regione ha rinnovato la richiesta dell'invio di personale medico militare specialistico come anestesisti e rianimatori, internisti, pneumologi, necessari per il Covid Hospital di Civitanova. Abbiamo chiesto anche medici militari per le case di riposo, in particolare per Mogliano, Fabriano, Jesi, Macerata e Santa Maria Nuova, strutture che oggi vivono una fase critica. Ci servirà per garantire una appropriata continuità di cura degli ospiti delle RSA, persone che per la loro fragilità e storia personale meritano cure, e attenzione aggiuntiva nelle nostre strutture sociosanitarie residenziali"
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“Stando alle linee del Piano Pandemico - ha affermato l'assessorato alla Sanità, Filippo Saltamartini – in questa fase ci siamo trovati di fronte all’opzione di dover decidere se riconvertire l’ospedale di Camerino in presidio di riferimento Covid. D’accordo con l’intera Giunta, riteniamo impraticabile l’idea di svestire il territorio montano colpito dal sisma del suo presidio sanitario di riferimento. Conosciamo le difficili condizioni in cui vivono i nostri concittadini nelle aree interne terremotate, che già a marzo hanno sacrificato con solidarietà i propri servizi sanitari ordinari per fronteggiare la pandemia, e che in questo momento non possono essere ulteriormente penalizzati”.
Per fronteggiare l’espandersi del contagio in questa fase sarà aperto un nuovo modulo del Covid Hospital di Civitanova con la cooperazione del personale proveniente del presidio sanitario camerte. “Resteranno garantite le attività del Pronto Soccorso - ha aggiunto l’assessore Saltamartini - tutti gli interventi urgenti, la gestione ordinaria della rianimazione, mentre per quelli programmati si dovrà provvedere ad una riduzione conforme. Quello di Camerino è un presidio sanitario territoriale che oggi rappresenta, ancora di più, un presidio sociale fondamentale per la tenuta della comunità terremotata".