"Da qualche giorno, insieme all’assessore e agli uffici, stiamo lavorando per predisporre uno screening di massa da mettere in campo nelle prossime settimane per cercare di arginare il contagio e rallentare la terza ondata". Ad annunciarlo, in una nota, è il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli
"Abbiamo pensato che, insieme a tutte le ordinanze e alle tante raccomandazioni, sia importante sostenere le azioni di prevenzione attuando una ricerca minuziosa di tutti quei casi che potrebbero risultare positivi pur essendo asintomatici, al fine di ridurre gli effetti del virus", spiega Acquaroli.
"Questo screening inizierà nelle prossime settimane e vedrà coinvolte la Croce Rossa e l'Università, con cui si sta definendo l’accordo ma che hanno già dato la propria disponibilità.
Lo screening si baserà su due fasi. La prima coinvolgerà le città con più di 20 mila abitanti, e la seconda tutte le altre con meno di 20 mila abitanti. Sarà utilizzato il tampone antigenico rapido e la partecipazione è ovviamente gratuita e su base volontaria".
"Siamo felici di poter annunciare questa azione perché la riteniamo fondamentale per la sicurezza dei nostri concittadini, per alleviare il peso nelle strutture sanitarie e, infine, per cercare di limitare i danni al settore economico. Intanto lasciateci dire che siamo orgogliosi di questa iniziativa".
Tamponi rapidi gratuiti per tutti i ciitadini di Castelsantagelo sul Nera.
E' quanto deliberato dall'Amministrazione Comunale che, nell'ottica di fornire un importante servizio alla popolazione residente e domiciliata e con l'obiettivo di alleggerire il carico di lavoro derivante dall'emergenza pandemica che sta oberando le strutture sanitarie macertesi, ha deciso di organizzare uno screening del Covid-19 dove potranno essere eseguiti dei tamponi antigenici rapidi che saranno poi esaminati dal personale del Laboratorio Analisi Biemme di Castelraimondo.
La campagna prenderà il via mercoledì 2 dicembre e il serivizo sarà totalemente gratutio per tutti quei cittadini che, su base volantaria, dovranno prenutare i test presso gli Uffici Comunali contattando il numero: 0737/ 970039 o mandano una mail a: poliziamunicipale@comune.castelsantangelosulnera.mc.it entro le ore 14 di martedì 1 dicembre.
In occasione dell'emergenza Covid, tutti i medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta di Tolentino hanno dato la loro disponibilità ad eseguire i tamponi rapidi antigenici per i propri assistiti. Dal momento che l'accesso a tale prestazione è subordinato alle caratteristiche del paziente e del caso, gli assistiti dovranno contattare il proprio medico direttamente o tramite eventuale personale di segreteria per ottenere un appuntamento dedicato.
Alcuni medici hanno individuato dei locali adeguati nei propri studi mentre altri organizzeranno il prelievo presso una struttura situata nel parcheggio antistante la piscina comunale, in zona Sticchi, strutturato secondo la modalità Drive Trough.
A tal proposito i medici colgono l'occasione per ringraziare la Protezione Civile, l'ASSM e il Comune di Tolentino che hanno messo a disposizione in tempi rapidissimi uomini e mezzi per realizzare in maniera ottimale tale servizio.
Parte oggi il nuovo “Check Point Tamponi” che la Clinica Villalba ha deciso di attivare in una postazione esterna all'attuale sede del poliambulatorio della clinica, in via Cassiano da Fabriano, dove il poliambulatorio si trova temporaneamente in attesa della fine dei lavori di costruzione della nuova Villalba, nella sua storica ubicazione.
"Abbiamo preso questa decisione - dice Enrico Brizioli, AD del Gruppo KOS di cui fa parte la Clinica Villalba - alla luce della crescente domanda di tamponi sia presso il nostro laboratorio Salus di via Piave che, più in generale, nel territorio ed in città. Tuttavia, per evitare assembramenti, abbiamo allestito il nuovo check point all'interno di un autobus fornito dalla ditta Contram, riadattato e posizionato in via Cassiano da Fabriano, di fronte alle sedi di Villalba e del Santo Stefano Riabilitazione".
"Siamo orgogliosi di essere parte attiva e al fianco di Villalba del Gruppo Kos in un progetto come questo dalla valenza sociale e come quello già attivato dallo scorso 12 novembre a Civitanova con il servizio drive-in - dice Stefano Belardinelli, presidente Contram - con il quale si va a decongestionare e snellire la sanità pubblica dando la possibilità di effettuare tamponi antigenici rapidi con una modalità efficace e snella".
Con questa iniziatia Villalba e il Gruppo Kos si confermano vicini al territorio ed alla sanità pubblica nel contenimeto e contrasto all'epidemia, di cui una delle strategie di maggior efficacia è quella dare la possibilità a tutta la popolazione di effettuere il maggior numero di tamponi.
Venerdì 20 novembre alle ore 20.15 il dott. Marco Grassi, dirigente medico dell’unità operativa complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale ‘Mazzoni’ di Ascoli Piceno, e la sua equipe, ha eseguito su una donna alla 36+3 settimane di gestazione un settimo taglio cesareo. Intervento molto complesso ma ben riuscito.
La donna, 34enne di Catania, ha dato alla luce il suo settimo figlio, uno neonato di 2,700 chili.
Il dr. Grassi quel giorno era di turno quando, alle ore 18 circa, riceve la telefonata da parte di un Centro (di accoglienza per donne ndr) di Spinetoli con la quale si riferiva che una donna all’ottavo mese e mezzo di gravidanza aveva le contrazioni e doveva effettuare il settimo parto cesareo.
Tramite il 118 la paziente è stata trasportata in ospedale intorno alle ore 19.
Appena giunta in reparto, il dottor Grassi ha avuto modo di constatare che erano in atto le contrazioni uterine, eseguite tutte le valutazione del caso e accertato dal racconto della paziente che realmente era stata sottoposta a sei tagli cesarei - e che al quinto aveva subito anche una rottura dell’utero con conseguente shock emorragico ed emotrasfusione - non si è perso tempo e ha dichiarato l’emergenza.
Ha quindi immediatamente radunato l’equipe, composta anche dalla collega Eleonora Brutti, l’anestesista Dorella Achilli e la ferrista Chiara Forlini, e portato a termine l’intervento, perfettamente riuscito, durato circa 45 minuti, che si è concluso con la nascita di un bambino di 2,7 chilogrammi, in perfetta salute, e affidato alle cure pediatriche.
"Da come mi risulta in Italia ci sono stati solo altri 4 casi analoghi. Nessuno prima al Mazzoni" afferma il dottor Marco Grassi.
"Già dopo il terzo cesareo – spiega il ginecologo – esiste un serio rischio di rottura delle pareti uterine. Inoltre, la difficoltà dell’intervento sta anche nel fatto che non è possibile sapere a priori se sono presenti tenaci aderenze tissutali e fibrosi cicatriziale dovute agli interventi precedenti. Ma in questo caso l’operazione è perfettamente riuscita».
Marco Grassi, da 12 anni nel reparto Ostetricia e Ginecologia dell’Area Vasta 5, autore di questo evento straordinario, affrontato con la naturalezza di chi sa di dover lasciare spazio solo alla concentrazione.
Salvo poi trovarsi ad eseguire un’operazione straordinaria, svolta nel migliore dei modi, entrando a pieno titolo nella rara casistica italiana.
"Lo schema di accordo con la Federfarma Marche e la Confservizi Assofarm Marche per effettuare test diagnostici rapidi per la ricerca di anticorpi anti SARS-CoV-2 è stato raggiunto con la Regione Marche e il Servizio Sanità diretto dalla Dottoressa Di Furia". E’ quanto comunica l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, che si dice soddisfatto di un percorso avviato all’inizio della consiliatura che aumenta il livello di accertamento della diffusione del Covid 19.
I test sierologici rapidi infatti potranno ricercare gli anticorpi anti SARS-Cov-2 (Immunoglobuline IgM e IgG) nella popolazione che riterrà di sottoporsi al test. "Il Ministero della Salute, ha evidenziato l'utilità dei testi diagnostici rapidi per la ricerca di anticorpi contro SARS-CoV-2 come strumento di prevenzione, anche se il test molecolare rimane il riferimento per la diagnosi di SARS-CoV-2 - ha sottolineato Saltamartini -. La frequenza di episodi febbrili nella popolazione nel periodo autunnale e invernale sarà presumibilmente elevata e in caso di sospetto diagnostico o di esposizione al rischio si potrà ricorrere al test direttamente nelle farmacie".
"Il test rapido eseguito su sangue capillare ricerca una pregressa esposizione al virus e ancorché non fornisca una risposta definitiva, rappresenta un valido strumento per effettuare indagini sierologiche ed epidemiologiche su ampie parti della popolazione utili per il controllo della pandemia - aggiunge Saltamartini -. In base all’accordo raggiunto tra la Regione e la rete delle farmacie aderenti a Federfarma Marche e a Confservizi Assofarm Marche, parte integrante del Servizio sanitario e distribuite su tutto il territorio, i cittadini che lo vorranno potranno eseguire presso le farmacie il test in autosomministrazione".
L’esecuzione del test avverrà nel rigoroso rispetto delle misure di sicurezza (uso obbligatorio della mascherina chirurgica o FFP2/KN95, igienizzazione delle mani, controllo della temperatura corporea, distanziamento) e con prenotazione telefonica obbligatoria. I risultati sono poi trasmessi al Dipartimento di Prevenzione dell’ASUR per valutare se sottoporre il cittadino al test molecolare.
La Regione ha concordato il prezzo massimo consigliato di 19 euro a carico del cliente.
"Infine, per gli autotest di cui si è parlato nelle scorse settimane da parte del Presidente del Veneto Luca Zaia, ancora non c’è la validazione da parte del Ministero della Sanità – ha precisato Saltamartini - e, pertanto, siamo in attesa di poter aggiungere questo strumento diagnostico, soprattutto per evitare la contaminazione familiare che continua ad essere una delle prime cause della diffusione del virus".
Circa 1200 tamponi di cui 110 risultati positivi. Sono questi i numeri inerenti al primo bilancio del drive-in istallato nel piazzale antistante lo stadio di Civitanova Marche, avviato il 12 novembre scorso, dal polo Diagnostico di Villa dei Pini in collaborazione con l'Amministrazione Comunale e la Contram che ci ha messo un autobus riadattato.
"Il polo diagnostico di Villa dei Pini e il Gruppo Kos - dice Enrico Brizioli, AD del Grupo Kos di cui Villa Pini fa parte - con questa iniziativa si confermano vicini al territorio ed a supporto della sanità pubblica nel contenimento e contrasto all'epidemia, di cui una delle strategie di maggior efficacia è quella di dare la possibilità a un numero di cittadini quanto maggiore possibile di effettuare tamponi".
Su questa linea anche l'iniziativa dei prossimi giorni quando partirà a Macerata il nuovo “Check Point Tamponi” che la Clinica Villalba ha deciso di attivare in una postazione esterna all'attuale sede del poliambulatorio della clinica, in via Cassiano da Fabriano, dove il poliambulatorio si trova temporaneamente in attesa della fine dei lavori di costruzione della nuova Villalba, nella sua storica ubicazione. I questo caso non si tratta di un drive-in ma di una vera e propria postazione esterna del punto prelievi e punto tamponi del poliambulatorio ViIllalba.
"Abbiamo preso questa decisione - continua Brizioli - alla luce della crescente domanda di tamponi sia presso il nostro laboratorio Salus di via Piave che, più in generale, nel territorio ed in città. Tuttavia, per evitare assembramenti, abbiamo allestito il nuovo check point all'interno di un autobus (un secondo bus, oltre a quello di Civitanova, ndr) fornito dalla ditta Contram, riadattato e posizionato in via Cassiano da Fabriano, di fronte alle sedi di Villalba e del Santo Stefano Riabilitazione".
L’intervento reso possibile grazie agli SMS solidali pro-sisma. Gentilucci, presidente Unione Montana: “un altro tassello a sostegno della sanità del territorio”.Un altro tassello importante per la valorizzazione dei servizi sanitari nell’area camerte è quello raggiunto dall’Unione Montana Marca di Camerino con un accordo siglato nei giorni scorsi con gli Ospedali Riuniti di Ancona: “si tratta della presa in carico dell’elisuperficie di Ponte La Trave, lungo la SS 77 nel territorio di Camerino. Sono stati ultimati i lavori di adeguamento al volo notturno e questo ci consentirà di poter migliorare il servizio di elisoccorso e protezione civile a favore di tutta la popolazione dell’entroterra” dichiara il presidente dell’Unione Montana, Alessandro Gentilucci. L’elisuperficie fa parte della Rete Regionale Elisuperfici (REM) che comprende 34 aree nelle Marche e che consente interventi rapidi di soccorso con collegamento diretto agli Ospedali Riuniti Torrette di Ancona.
“L’adeguamento della struttura di Ponte La Trave al volo notturno o a condizioni di scarsa visibilità – prosegue Gentilucci – va a colmare un’esigenza particolarmente sentita nelle zone montane dove, anche per condizioni meteo avverse o in condizioni di emergenza come nel caso del terremoto, è necessario garantire un intervento sanitario rapido ed efficace. In sinergia con l’Ospedale di Camerino sarà pertanto possibile ampliare la capacità di assistenza sanitaria per situazioni particolarmente gravi. Rimane fondamentale però riconoscere proprio al nosocomio camerte il ruolo e la dignità che gli competono, al di là delle sterili polemiche, potenziando la sanità sul territorio: questo è l’obiettivo per cui, come sindaci ed Unione Montana, continueremo a batterci”.
Ricordiamo che l’Unione Montana era stata tra i firmatari del protocollo d’intesa siglato nel gennaio del 2018 con la Regione Marche e che prevedeva un investimento di 2,2 milioni di euro per rafforzare la Rete Regionale delle Elisuperfici. L’adeguamento della struttura di Ponte La Trave è stato reso possibile grazie alle disponibilità ottenute dagli SMS solidali, “un ulteriore esempio di come la generosità degli italiani sia stata utilizzata, in questo caso, in modo efficace e puntuale” conclude Gentilucci.
Si è tenuto questo pomeriggio, al Lanciano Forum di Castelraimondo, l'incontro tra tutti i sindaci dell'area montana della provincia di Macerata e il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli per discutere della riconversione Covid di un piano dell'ospedale di Camerino (leggi qui).
Una decisione che il sindaco Sandro Sborgia ha chiesto di rivedere in virtù delle ulteriori problematicità che comporterebbe per l'intero entroterra maceratese.
Ad illustrare l'esito della riunione è stato lo stesso sindaco di Camerino: "Abbiamo ipotizzato la possibilità di una strada diversa, come quella dell'impegno delle strutture private convenzionate. Ci è stato risposto che il documento del piano pandemico è un documento tecnico, fatto da tecnici, e che la politica non può invadere il campo dei tecnici. Abbiamo espresso in maniera onesta il nostro pensiero, e cioè che è la politica deve assumersi le responsabilità, tenendo in considerazione i bisogni di tutti".
"Accettiamo le decisioni - aggiunge Sborgia - e ci comporteremo di conseguenze con responsabilità, ma era nostro dovere rappresentare le condizioni di difficoltà di un'intera area. Ringrazio la Regione per la disponibilità al confronto, che è comunque un fatto importante. Speriamo che l'emergenza pandemica possa passare presto per poter avviare nuovo percorso, che ci veda non come soggetti che subiscono le decisioni ma come soggetti attivi di una rinascita del territorio".
Presenti all'incontro anche il vescovo di Camerino Francesco Massara, il presidente della Commisione Sanità Elena Leonardi, i consiglieri regionali Gianluca Pasqui e Renzo Marinelli, il direttore generale dell'Asur Nadia Storti e il professore Unicam Andrea Spaterna.
Ha acceso i motori, poco dopo mezzogiorno, il nuovo camper itinerante appositamente attrezzato per poter effettuare il test rapido antigenico ed i test sierologici direttamente sui comuni dell'entroterra maceratese.
Una bella novità per tutto il territorio quella messa in campo dalle Terme di Sarnano che per completare il servizio tamponi Covid-19 già attivati in sede ad inizio emergenza e che ha registrato numerose presenze, l’entourage sanitaria sarnanese ha deciso di mettere a disposizione il proprio personale ed i propri servizi, nel cosiddette aree del cratere. Il camper raggiungerà tutte le zone sprovviste di check point Covid unità mobile e fornirà un servizio fondamentale alla popolazione, costituita per la sua maggioranza da persone anziane, provvedendo a fare “a domicilio” i tamponi rapidi e i test sierologici. Un sistema drive-in mirato non solo a fare prevenzione e monitorare i casi di positività ma anche ad alleggerire il carico di lavoro che in questo periodo sta oberando le strutture ospedaliere e i laboratori analisi della provincia di Macerata.
Alla giornata inaugurale che si svolta oggi nel piazzale antistante l'entrata principale delle Terme di Sarnano, luogo dove era appunto istallata l'unità mobile per i test Covid-19 ,erano presenti anche il primo cittadino di Sarnano Luca Piergentili e il Governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli che con al fianco Marco Nacciarriti a vestire i panni del "padrone di casa", hanno provveduto al taglio del nastro dando ufficialmente il via a questo nuovo servzio: "E’ un progetto importante non solo per Sarnano ma per tutto l’alto maceratese – ha esordito il Presidente delle Terme Nacciarriti– questo nostro percorso è iniziato svolgendo i test sierologici qui nella nostra sede e ora partiremo già da domani con quelli drive-in nei comuni limitrofi dove abbiamo trovato grande disponibilità da parte degli altri sindaci - ed ha aggiunto - Speriamo che questo nostro contributo duri pochissimo in quanto ci auguriamo che questo virus venga debellato al più presto".
La parola è poi passata al Sindaco Piergentili che oltre a complimentarsi con l'iniziativa ha anche fatto il punto sulla situazione contagi all'interno del territorio comunale: “E’ una situazione difficile ma devo dire che il nostro territorio sta rispondendo bene –ha spiegato - questa nuova iniziativa messa in campo dalla Terme fa si che anche in una zona dell’entroterra un pò dimenticata dal punto di vista sanitario si riuscirà a garantire un servizio di cui potranno poi beneficiarne tutti i comuni dell’unione montana. Crediamo di poterci ergere a capofila del nostro territorio perché riteniamo che Saranano abbia tutte le capacità, sotto questo aspetto, per fungere da guida in questo momento così delicato - ed ha proseguito - L’emergenza Covid da noi si somma a quella del sisma del 2016 ma per quello che ci riguarda come Amministrazione, siamo convinti che riusciremo a venir fuori anche da questa situazione. Durante la seconda ondata del virus abbiamo avuto fino a 50 casi di positività che oggi sono diventati 9 quindi siamo in metto miglioramento – ha sottolineato il primo cittadino - l’ideale per tutti sarebbe vivere una Natale ‘giallo’ in modo tale da poter ricominciare a pieno tutte le nostre attività e ci tengo a ringraziare il Governatore Acquaroli che spero di ritrovare al più presto magari su qualche pista da sci finalmente riaperta". Ha concluso scherzando Piergentili.
Le Marche sono ancora in zona 'arancione' ma gli obiettivi dei vertici regionali sono ben chiari e mirati a far retrocede tutto il territorio al più presto possibile in 'gialla'. Ecco perchè presidi sanitati mobili come quelli realizzati dalle Terme di Sarnano assumono un ruolo fondamentale nel tracciamento dei soggetti positivi come ha fatto notare il Governatore Francesco Acquaroli: "Un’iniziativa lodevole volta a dare un ruolo multiplo a tutti i territori nella lotta al Coronavirus che non può essere combattuta da una sola istituzione ma deve essere affrontata ad ogni singola persona – ha esordito - posso già dire che per questo fine settimana si avrà un indice Rt buono che certifica quindi il calo dei casi positivi sintomatici. Questo dato però non ci deve far stare tranquilli perché dobbiamo pretendere il massimo da tutti considerando che questa seconda ondata che sta passando ha prodotto fino ad ora un impatto forte sulle nostre strutture sanitare dove ci sono ancora tanti ricoverati –ha puntualizzato il Presidente della Regione Marche - la rete ospedaliera regionale sta ampliando in questi giorni le terapie intensive ma è importante sempre relazionarci con la situazione attuale che è in continua evoluzione. Un grande ringraziamento lo rivolgo agli operatori sanitari che dall’inizio del 2020 hanno profuso un impegno importantissimo dove sono stati capaci di fronteggiare la prima ondata, recuperare poi in estate tutte quelle operazioni he non si sono potute svolgere in quel periodo ed oggi si ritrovano di nuovo faccia a faccia con il virus".
"Sappiamo già che finché non arriverà il vaccino si potranno verificare delle recrudescenze che potrebbero risultare pericolose - ha avvertito Acquaroli - va adottata la massima attenzione nei comportamenti individuali e massimo sforzo nella ricerca dei positivi affinché possano essere individuati per evitare di creare quei famosi focolai. Nessuno di noi poteva immaginare fino ad un anno fa che il mondo intero sarebbe piombato in una situazione del genere – ha chiosato il Governatore- davanti a questa enorme difficoltà credo che le nostre comunità debbano riscoprire dei valori fondamentali come quello della solidarietà reciproca, che tra l’altro è sempre stata una peculiarità che ha contraddistinto la tradizione marchigiana".
L’unità mobile sarà operativa già da domani nel Comune di Fiastra, in Piazza Dario Conti, dove tornerà ogni giovedì dalle 10 alle 15, mentre il 2 dicembre si inizierà anche a Camporotondo presso i Giardini Pubblici di via Campofiera, dove saremo ogni mercoledì dalle 9 alle 15.
A breve la postazione itinerante toccherà anche i Comuni di Gualdo, San Ginesio, Ripe San Ginesio, Colmurano, Caldarola, Belforte, Sant’Angelo in Pontano e Bolognola.
Attivati posti letto Covid anche a Camerino e Civitanova Marche. Lo ha confermato questa mattina l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, ai margini del Consiglio Regionale (leggi qui).
"Nell'Area vasta 3 c'e' una condizione di particolare attenzione perchè il Covid hospital di Civitanova Marche non e' riuscito interamente ad assorbire i malati del Pronto soccorso dell'ospedale di Macerata e di quello Civitanova Marche - spiega Saltamartini-. Per questa ragione e' stata data piena attuazione al Piano pandemico che prevede, col livello C, l'attivazione dei posti letto per terapia Covid sia a Camerino che a Civitanova Marche".
"Nelle Marche sono 14 le Case di riposo in cui si sono manifestati sintomi di positività con circa 260 ospiti coinvolti - ha aggiunto l'assessore, non nascondendo le sue preoccupazioni per la situazione nelle Rsa marchigiane -. Per tenere sotto controllo questo fenomeno abbiamo deciso di seguire queste persone con personale specialistico delle Asur e applicando i protocolli di cura ospedalieri. Questo ci ha consentito di curare molte persone e di abbassare il tasso di ospedalizzazione".
Nel punto con i giornalisti di questa mattina l'ex parlamentare ha comunicato di aver chiesto al servizio di Sanità "di valutare se i presidi fai da te (autotest) adottati in Veneto possono essere venduti anche nelle nostre farmacie per aumentare il numero di persone che si testano autonomamente", di aver implementato il servizio delle Usca "ad oggi abbiamo 32 equipaggi mentre erano 23 nel giorno del nostro insediamento" e, per quanto riguarda il vaccino contro il Coronavirus, di portare avanti "un'interlocuzione con il commissario Arcuri e con il Governo, in sede di Conferenza Stato-Regioni, anche per capire quante sono le persone che intendono sottoporsi a vaccinazione".
Per quanto riguarda infine le terapie intensive ieri i posti letto occupati erano 90. "I posti letto di terapia intensiva disponibili sono 193- conclude Saltamartini- . Erano 118 il giorno del nostro insediamento ed in un mese circa ne abbiamo ricavati quasi una ottantina in più: si tratta di posti provvisori che abbiamo ottenuto raddoppiando i letti per ogni postazione. Per quanto riguarda invece i 105 posti fissi in piu' di cui ci saremmo dovuti dotare, in base al decreto legge 34, al momento ne sono stati attivati una quarantina circa".
(Luf/ Dire)
"Malgrado il momento particolarmente difficile per tutti, nel pieno di una emergenza sanitaria che non ha precedenti, purtroppo c'è chi ancora trova il tempo e il modo per alimentare polemiche sterili e rancori personali con articoli di stampa nei quali si cercano ipotetici colpevoli e si individuano altrettanto ipotetici salvatori della patria - non si è fatta attendere la replica dall'ex sindaco nonché Vice Presidente del Consiglio Regionale Gianluca Pasqui, in risposta all'annuncio reso noto nella tarda mattinata di oggi dal primo cittadino camerte Sandro Sborgia (leggi qui).
"Mi è sembrato di capire, parlando con tanti sindaci dell'entroterra maceratese, che tutti abbiano condiviso il principio per il quale quella per l'ospedale di Camerino e per la salute dei cittadini non può essere una battaglia partitica o ideologica. Su questo dovremmo lavorare. Insieme". Aggiunge Pasqui
"E allora va detto, per amore di verità e per corretta informazione, che Pasqui non è stato smentito proprio per niente. Fin dal giorno successivo al mio insediamento, ho incontrato più volte personale sanitario e in ogni occasione, anche quando è intervenuto il presidente Acquaroli, ho sempre detto le cose come stavano: tutto sarebbe rimasto com'era, fin quando la pandemia non avesse preso il sopravvento e resa impossibile qualsiasi altra possibilità di evitare che Camerino tornasse ad essere Covid Hospital - sottolinea l'ex Sindaco della città ducale - Come prevede un piano pandemico regionale che oggi in piena emergenza ci troviamo a dover applicare e che nessuna istituzione dallo scorso marzo si è preoccupata di poter far cambiare per evitare che ancora una volta fosse l'entroterra a doversi sacrificare. Pasqui non è stato smentito per niente - tuona - Semmai, Pasqui ha dovuto cercare di mettere le toppe all'allarmismo creato da post pubblicati su pagine social ufficiali e smentiti poco dopo, come successo domenica scorsa quando si era diffusa la voce che l'ospedale fosse già stato convertito in Covid e "stanno arrivando i primi pazienti in queste ore" quando invece, come mi sono dovuto affrettare a precisare, non era assolutamente vero".
"Oggi il nostro impegno reale e concreto deve essere quello di garantire la salute dei cittadini marchigiani. Poi, come da programma, la Regione metterà mano al nuovo piano sanitario. Ma fino a quel momento non avremo altra priorità che quella di salvare quante più vite possibili. A chi ancora oggi vuol giocare a chi è più bravo, dico che non è questo il momento e non è questo che voglio io e che vuole la gente: per le schermaglie politiche ci sarà tempo quando tutto questo sarà finalmente finito - conlude Pasqui - Oggi è tempo di essere uniti per l'obiettivo comune della salute dei cittadini".
Tiene ancora banco la questione legata all'Ospedale di Camerino che negli ultimi giorni è stato oggetto di una polemica legata all'ipotetica riconversione a Covid Hospital.
Un'ipotesi che oltre ad essere confermata dagli organi istituzionali, sia locali che regionali, sta prendendo sempre più forma come dimostra la riorganizzazione attuata nel reparto di Ortopedia che da domani sarà riservato ai pazienti Covid con media e bassa intensità di cura.
Il reparto in questione è situato al primo piano del nosocomio camerte, ed è dotato in totale di 21 posti, di cui 18 ordinari e 3 per interventi giornalieri, e per l'occasione ai soggetti che hanno contratto il virus saranno destinati 17 letti.
Ilaria Guccini, biologa e giovane ricercatrice recanatese presso l’università di Zurigo, ha da poco pubblicato assieme ad un team internazionale di ricerca guidato da Andrea Alimenti (ordinario del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova) uno studio sulla cura del tumore alla prostata.
L'articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Cancer Cell”, svela il ruolo delle cellule senescenti nella formazione delle metastasi e individua un composto senolitico in grado di bloccarle.
Le cellule senescenti non sono solo responsabili dell’invecchiamento, ma possono in alcune condizioni avere un ruolo determinante nella progressione tumorale e nella formazione di metastasi.
Lo studio ha individuato uno specifico gene, TIMP1, che spinge le cellule senescenti tumorali ad avere un ruolo attivo nella formazione delle metastasi. Se questo gene è infatti perso o inattivato, avviene la riprogrammazione dei fattori rilasciati dalle cellule senescenti verso una composizione che rende il tumore più aggressivo ed invasivo e quindi metastatico.
È infatti dimostrato che l’assenza o inattivazione di TIMP1 e di PTEN, un altro gene che ha un ruolo chiave in questo processo, si verificano frequentemente nel tumore alla prostata, correlandosi alla resistenza al trattamento del tumore e all'esito clinico più grave.
Alla luce di queste informazioni e rilevazioni si è ricercato di individuare una strada percorribile per l’utilizzo di nuovi farmaci che uccidano le cellule senescenti, i cosiddetti farmaci senolitici, partendo dall’ipotesi che potessero avere un ruolo chiave nell’arrestare il processo.
Il Professor Alimonti e il suo team hanno dimostrato come questo sia vero nei loro studi preclinici, effettuando una sperimentazione in vivo nella quale è stata soppressa l’espressione dei geni TIMP1 e PTEN: una volta sviluppate le metastasi causate dall’assenza dei due geni inibitori, si è potuta verificare l’efficacia di un potente composto senolitico nel bloccare le metastasi stesse.
"I risultati di questa ricerca ci indirizzano ancora una volta verso la terapia personalizzata – dice il Professor Andrea Alimonti -. I fattori genetici possono infatti determinare se la senescenza avrà nel paziente un effetto positivo di opposizione alla crescita del tumore o negativo di stimolazione della formazione di metastasi. In questo secondo caso risulta importante somministrare con cautela i farmaci chemioterapici che inducono senescenza, oltre ad utilizzare i farmaci senolitici per uccidere le cellule senescenti".
A conclusione di un lungo e faticoso iter processuale iniziato nel 2014, il Tribunale di Macerata per 94 infermieri ha riconosciuto il tempo di vestizione e svestizione come tempo di lavoro e pertanto da retribuirsi.
"Ancor prima di ogni valutazione legale, mi piace chiarire che la soddisfazione più grande consiste nell'aver visto riconoscere un diritto ad una categoria che mai come oggi è sollecitata per via dell'emergenza sanitaria dovuta al Covid -19 è in prima linea nel garantire l'assistenza sanitaria ai malati con i rischi di contagio che tutti conosciamo. Infatti, le operazioni di vestizione e svestizione sono quanto mai indispensabili per garantire la sicurezza verso i pazienti e i lavoratori stessi. Correttamente il Giudice ha riconosciuto che il tempo impiegato per espletare queste operazioni fosse tempo di lavoro e quindi da retribuirsi - afferma l'Avv. Daniele Stacchietti del foro di Fermo che cosi aggiunge - Nello specifico la sentenza riconosce un tempo di vestizione e passaggio di consegne per 15 minuti complessivi a turno per i turnisti e di 10 minuti complessivi per i diurnisti, che non è sicuramente poca cosa se lo si moltiplica per il numero di turni che ogni singolo infermiere ha svolto in passato e oggi svolge alle dipendenze dell'Asur Marche e ciò sino ai limiti della prescrizione retroagendo dall'anno 2008".
"Mi preme ringraziare gli iscritti del Sindacato Nursind della Provincia di Macerata per la fiducia concessami spero ripagata ed in particolar modo la segretaria provinciale, Elisabetta Guglielmi, e tutto il direttivo per il prezioso ed incessante lavoro svolto a sostegno di questo diritto finalmente riconosciuto - Continua la Segretaria Provinciale Nursind Macerata.E’ davvero significativo il riconoscimento soprattutto in questo momento in cui indossare le ormai 'conosciute' tute, gli occhiali protettivi, le mascherine e le visiere che sono divenuti strumenti inseparabili ed indispensabili per combattere questa battaglia. La pandemia ha palesato in maniera incontrovertibile il valore degli infermieri, un valore più volte espresso dal Nursind, legato in maniera imprescindibile al concetto di salute che può sussistere solo in relazione al numero congruo di infermieri, alla loro formazione e professionalità. Abbiamo chiesto anche il riconoscimento agli operatori sanitari assegnati ai reparti Covid del tempo necessario per le operazioni de vestizione e vestizione, tempo che si è ovviamente allungato a causa della necessità di dover indossare tutti i DPI utili alla protezione e a fine turno per la corretta e delicata operazione di svestizione".
E’ quanto accaduto il 19 Novembre durante una riunione in video conferenza tra l’Azienda AV3 e i sindacati, richiesta dagli Rsu Nursind sull’emergenza Covid e dalle altre sigle sindacali.
Ricostruiamo i fatti: Il Nursind, sindacato delle Professioni Sanitarie, ha richiesto tempo fa una riunione dedicata per discutere dell’emergenza Covid ma l’Azienda ha risposto che non essendo firmatari del CCNL la richiesta poteva avvenire solo tramite Rsu dell’Area Vasta 3. Quindi è stata inoltrata la richiesta di riunione alla RSU senza mai ricevere riscontro.
"L’azienda, contattata per vie brevi, ci aveva assicurato un incontro dedicato e cosi è arrivata la convocazione - fanno sapere dal Nursind - Le sigle sindacali presenti nella RSU dell’AV3 nel frattempo, hanno però fatto richiesta di riunione non a nome della RSU ma come singole OO.SS. Iniziata la riunione, appena dopo l’introduzione del Direttore di Area Vasta e dopo alcuni interventi, ho chiesto la parola per segnalare le varie criticità che gli iscritti Nursind mi avevano posto all’attenzione ma immediatamente il responsabile della O.S. Cigl ha fatto presente alla Direzione che la riunione era stata richiesta non dalla RSU ma dalle sole Organizzazioni Sindacali, pertanto la RSU non aveva diritto di parola. L’Azienda ha controbattuto difendendo il ruolo fondamentale della partecipazione all’incontro da parte dei componenti RSU, ma dopo il ma dopo che le sigle sindacali hanno dichiarato che avrebbero abbandonato la riunione se si fosse proceduto dando parola al Nursind, l’Azienda nel rispetto formale del regolamento non ha concesso il diritto di parola.
"Una situazione paradossale, assurda e incomprensibile - tuonano - Per quale motivo le altre sigle sindacali non vogliono che il Nursind parli? Di cosa hanno paura? Il Nursind è orgogliosamente non firmatario di un contratto collettivo ha tolto la sicurezza di una indennità giornaliera con perdite di 150 euro al mese, che impone il concorso ogni 5 anni ai Coordinatori e che non tiene conto del riconoscimento professionale. Un contratto che impone lo straordinario obbligatorio. Questo non abbiamo firmato, e siamo soddisfatti di non aver svenduto la professionalità dei colleghi per 40 euro al mese. O forse hanno paura del cospicuo numero degli infermieri, in Area Vasta 3 oltre 520 che hanno capito l’importanza di essere iscritti e rappresentati da un sindacato di categoria che ha la sola bandiera del Nursind?".
"La nostra voce serviva per evidenziare che gli ospedali si stanno svuotando per aprire nuovi moduli al Covid di Civitanova, i P.S. della Provincia lavorano con estrema fatica per la grave difficoltà a ricoverare i pazienti, con personale costretto a turni stressanti. In alcuni reparti ospedalieri non sono stati ridotti i letti ma solo il personale - sottolinena il Nursid - Volevamo segnalare tante questioni sollevate dai colleghi come ad esempio chiedere la modalità di rotazione del personale, la garanzia della riapertura dei reparti momentaneamente chiusi, chiedere percorsi per non far perdere ai lavoratori l’indennità giornaliera, il riconoscimento di indennità di malattie infettive negli ambiti Covid, chiedere di far processare i tamponi anche nei giorni festivi, o di estendere le Prestazioni Aggiuntive e tante altre situazioni".
"Nulla di tutto ciò abbiamo avuto l’opportunità di chiedere ed argomentare - dichiarano - L’atteggiamento ostile delle OO.SS. Cgil, Cisl, Uil è a dir poco vergognoso e inspiegabile perché tralasciando ogni argomentazione poco lusinghiera che non appartiene allo stile di questo Sindacato non si sono fatti gli interessi dei lavoratori":
"Non ci faremo spaventare da questi atteggiamenti ma è chiaro che restiamo profondamente delusi e tristi - precisa il Nursind - È un momento molto delicato per tutti, dispiace assistere alla solita strumentalizzazione da parte dei pochi che ovviamente parlano senza toccare con mano la nostra realtà lavorativa e qualche volta senza informarsi con i diretti interessati. Siamo in un momento dove le critiche sterili non servono, noi siamo a pronti a tutelare e a proporre ribadendo con forza e legittimità che la RSU è la massima espressione della volontà dei lavoratori".
Dell'ipotesi di convertire l'ospedale di Camerino in Covid Hospital se ne discuteva da giorni, sono state tante infatti le polemiche che hanno infuriato attorno a questa controversa decisione, l'ultima delle quali ha visto protagonisti l'ex sindaco della città ducale Gianluca Pasqui e l'ex assessore regionale Angelo Sciapichetti (leggi qui l'articolo).
"Questa mattina è partita la conversione a Covid del reparto di Medicina dell'ospedale di Camerino. Stanno arrivando i primi pazienti in queste ore". È quanto reso noto dall'attuale primo cittadino Sandro Sborgia, il quale ha anche annunciato un'imminente riunione con tutti i sindaci dell'entroterra maceratese.
++ AGGIORNAMENTO ++
Il post è stato successivamente corretto dallo staff del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, apportando la seguente dicitura: "Questa mattina abbiamo avuto notizia che si vorrebbe riconvertire il reparto di Medicina dell'ospedale di Camerino a Covid".
LA REPLICA DI PASQUI: "NULLA È CAMBIATO"
"A seguito dell’incremento dei contagi tra gli operatori sanitari e dei pazienti ricoverati in ambiti lavorativi dell'Area Vasta 3, definiti puliti, che in questi giorni hanno portato alla chiusura e alla sanificazione di alcuni reparti, siamo a chiedere per tutto il personale dipendente dell’AV3, la fornitura di mascherine ffp2 in sostituzione delle mascherine chirurgiche". È questa la richiesta formale che la segretaria provinciale del Nursind (Sindacato delle Professioni Infermieristiche ndr) Macerata Elisabetta Gugliemi ha fatto pervenire al direttore generale Asur Marche Nadia Storti e alla dirigente dell'Area Vasta 3 Lucia Isolani, nella giornata di ieri.
"Tale richiesta deriva dalla constatazione che il dispositivo di protezione individuale sopra citato sia considerato dagli esperti come uno strumento idoneo ed efficace per effettuare l’assistenza al paziente positivo e per contrastare la diffusione del virus - si specifica nella richiesta -. Ribadiamo la tutela alla sicurezza del lavoratore esposto ma evidenziamo anche l’importanza che tale protezione serva a contribuire ad una sicurezza psicologica, situazione altrettanto importante in questo momento di forte stress lavorativo a cui i dipendenti sono sottoposti".
"Il forte impatto che ha avuto l’entrata in funzione della struttura di Civitanova sugli ospedali dell’Area Vasta 3 è sotto gli occhi di tutti, operatori e cittadini. Il suo funzionamento, infatti, è garantito esclusivamente grazie ai forti tagli effettuati negli ospedali dell’Area Vasta 3". È quanto denuncia Paola Ticani, Segretaria Regionale Cisl Fp Marche.
Tutte le figure professionali in servizio al Covid Hospital, ad eccezione di pochissimi professionisti dell’INRCA, provengono dagli ospedali di Camerino, San Severino; Macerata e Civitanova. "Ordini di servizio 'improvvisi', come se questa ondata non fosse stata prevista, hanno, per l’ennesima volta stravolto la vita di molti dipendenti che si sono visti catapultati a chilometri di distanza dalla normale sede di servizio con un preavviso di poche ore dall’inizio del turno – prosegue Ticani -. Purtroppo tutto ciò, oltre a mettere in crisi le vite dei professionisti, sta mettendo in grossa difficoltà la normale funzionalità dei presidi ospedalieri esistenti".
Nei pronto soccorso di Camerino, Macerata e Civitanova il personale "è allo stremo - denuncia Paola Ticani -. Pazienti positivi vi stazionano anche per diversi giorni mettendo a rischio la garanzia dei percorsi pulito/sporco. Che tipo di assistenza si può garantire quando il personale è ridotto al minimo?".
"Al di là dello squallido teatrino a cui si assiste in questi giorni, basato su propaganda ed annunci a sensazione, chi doveva farlo, non è riuscito a mantenere neanche un ospedale “pulito” sul territorio per garantire le cure delle malattie non Covid, non procrastinabili – dichiara la Segretaria Regionale -. Ancora una volta, la pressione dei numeri e l’impreparazione stanno prevalendo sul buon senso di garantire una pari dignità di accesso alle cure. Si torna a parlare della possibilità della riconversione dell’ospedale di Camerino: questo dovrebbe porre l’attenzione sul ruolo che tale presidio riveste per l’assistenza sanitaria a tutta la popolazione dell’alto maceratese ancora in piena emergenza terremoto e con l’inverno alle porte. I tempi di percorrenza già lunghi, per raggiungere un altro ospedale, potrebbero notevolmente aumentare in caso di neve".
"La prevenzione, che dovrebbe essere il fulcro della gestione di questa pandemia, sempre per carenza di personale, si trova a “rincorrere “il virus - aggiunge TIcani - .La necessità di un tempestivo tracciamento dei casi positivi è stata da subito evidenziata come la base per il contenimento dei contagi, ma la carenza di tecnici di laboratorio e di assistenti sanitari rende difficile un approccio rapido e mirato, facendo saltare il contact tracing".
"Ci viene detto che si sta facendo un grande sforzo per l’assunzione di personale, ma non era forse il caso di avere i “soldati” già schierati in questa guerra annunciata? Non era forse il caso, vista l’esperienza di marzo, prevedere un ospedale completamente pulito in ogni territorio? Non era forse il caso che gli abitanti della zona montana avessero garantita la stessa possibilità di accesso alle cure del resto degli abitanti dell’Area Vasta 3? Non era forse il caso che il Covid Hospital di Civitanova avesse una sua connotazione regionale con personale magari militare o della Protezione Civile?". Tutti quesiti che la Segretaria Regionale della Cisl Fp Marche gira ai tecnici ASUR e all’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.
"Ora siamo in guerra – conclude Ticani - i soldati sono pochi e stanchi a causa dell’ondata precedente, costretti oltre che a turni massacranti anche a tempi di percorrenza notevoli per raggiungere il posto di lavoro. Rifletta la politica sia quella locale che quella regionale, salita su un treno in corsa, su come sta affrontando questo “ritorno del Covid”, perché se sulla carta tutto sembra perfetto, cosi non è nella realtà. Il Covid Hospital poteva e doveva essere la soluzione ma attualmente rappresenta un problema".
Al via servizio di test rapidi anche a Fiastra
La Giunta comunale ha deliberato l'attivazione di un servizio di test antigenici rapidi per la rilevazione di casi di positività al Covid 19 che sarà attivo ogni giovedì dalle ore 10.00 alle 15.00 in Piazza Dario Conti. Ieri sono stati effettuati i primi venti test, risultati tutti negativi.
Il servizio, erogato tramite l'unità mobile allestita dalle Terme di Sarnano, è rivolto ai cittadini residenti a Fiastra con dubbi di positività al virus - per presenza di sintomi o per aver accertato contatti con altri positivi – ed è coperto finanziariamente dal Comune. Il servizio va prenotato direttamente alle Terme di Sarnano, chiamando il numero della struttura.
Il Comune ha acquistato anche 200 test sierologici per il rilevamento di IGg e IgM, anticorpi che l'organismo sviluppa in seguito a contagio da Covid 19. I test saranno utilizzati per il personale interno e verranno messi a disposizione della cittadinanza ma solo dietro espressa richiesta effettuata dal medico curante.
Secondo l'ultimo aggiornamento ufficiale, attualmente nel comune di Fiastra ci sono 6 persone in isolamento domiciliare di cui 3 positivi al Covid 19. Il dato viene aggiornato sul sito del comune ad ogni variazione rilevata dal report quotidiano della Regione Marche.