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Sanità Marche, Menghi replica a Carancini: "Cerca solo visibilità, rivolga le sue invettive al Governo"

Sanità Marche, Menghi replica a Carancini: "Cerca solo visibilità, rivolga le sue invettive al Governo"

"Credo che il momento difficile che stiamo vivendo richieda un passo avanti da parte di tutti. Se lo chiediamo ai cittadini, lo dobbiamo pretendere prima di ogni altra cosa da noi stessi, in quanto rappresentanti di una politica che, almeno in questi momenti, dovrebbe dare il buon esempio”. Parla così il Consigliere Regionale della Lega Anna Menghi, rispondendo alle accuse dell’ex sindaco di Macerata Romano Carancini, che per mezzo stampa inveisce contro l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, colpevole, a suo dire, di non aver gestito al meglio questa fase della pandemia (leggi qui). Stando alle parole dell’esponente del Pd, l’attuale gestione della sanità marchigiana sarebbe inadeguata e incapace di traghettare la regione oltre la crisi. La mancata nomina del direttore dell’Area Vasta 3 avrebbe, a suo dire, addirittura aggravato la situazione.

“Sono convinta che chi, in situazioni drammatiche come quella che stiamo vivendo, cerca lo scontro e non il confronto sia di per sé non alla ricerca di soluzioni, bensì di visibilità”, spiega Anna Menghi. Capisco che dopo anni di prima linea faccia male stare all’opposizione, ma cercare di farsi spazio urlando nel modo in cui ha fatto Romano Carancini in questi giorni non porta da nessuna parte, solo alla constatazione che il Pd, ancora una volta, si conferma totalmente disancorato dalla realtà.

Parlo del Pd non solo perché Carancini ne fa parte, essendone rappresentante in Consiglio Regionale, ma perché quando si parla di sanità, nelle Marche, dunque di tutto quanto oggi è sotto i nostri occhi, anche dal punto di vista dei protocolli procedurali, non facciamo altro che parlare di ciò che è stato pensato, realizzato, voluto e sostenuto dagli assessori che hanno preceduto Saltamartini in questi anni, tutti del Partito Democratico, compreso l’ex Governatore Ceriscioli, sempre del Pd, che della sanità aveva mantenuto la guida per tutti i cinque anni della sua Giunta. Come tutti sanno”, continua Anna Menghi, “l’attuale Giunta Regionale, capitanata dal neo eletto Governatore Francesco Acquaroli, è in carica dal 15 ottobre 2020, giorno in cui è stata presentata alla stampa. Un mese esatto è passato dal suo insediamento, come pure dalla presa in gestione di quanto già esistente. In un contesto normale ciò avrebbe significato prendersi il giusto tempo per analizzare, capire, ascoltare tutte le parti in causa e dare concretezza al programma presentato agli elettori circa tre mesi fa. L’ondata dei contagi da Covid 19 che ha investito l’Italia nel frattempo, tuttavia, ha cambiato il planning delle cose da fare, catapultando tutti nell’emergenza. Mi chiedo dunque con quale coraggio il collega Carancini si ponga in modo tanto violento nei confronti di chi, suo malgrado, si trova a gestire la sanità che il partito di cui fa parte gli ha consegnato dopo anni di stra-potere e amministrazione incontrollata. Tanto più in un momento che richiede, da parte di tutti, senza distinzione politica alcuna, l’unità e la collaborazione per il bene comune. Unità e collaborazione che lo stesso Carancini pretese dalle opposizioni a Macerata all’indomani dei tragici fatti di Pamela Mastropietro, nel febbraio 2018, quando la città fu presa in ostaggio dai trafficanti della droga e resa meta del suo commercio a livello nazionale.

Il Romano Carancini, che allora chiedeva di andare oltre le appartenenze, evitando strumentalizzazioni, è lo stesso che oggi, in piena emergenza pandemica, divide attaccando tutti.

Fa sorridere dunque quando dichiara che il messaggio dato da Saltamartini è così profondamente negativo da “incidere sull’aspetto umano e psicologico della comunità marchigiana”. Trovo che, in un momento in cui di positivo c’è ben poco, un politico avveduto, che vuole il bene della gente, dovrebbe rassicurare, spronare a rispettare le regole, nutrire di speranza chi lotta ogni giorno per sbarcare il lunario, non solo da un punto di vista sanitario e lasciare ad altri luoghi e tempi la polemica, il risentimento, l’odio. I messaggi sono quelli che prima di tutto diamo con l’esempio, altrimenti facciamo come quel servo che (vangelo di Matteo 25, 14-30), per giustificare sé stesso e l’incapacità di far fruttare i talenti ricevuti, parla male degli altri (del padrone nella parabola in questione), invece che ammettere i propri errori e rimediarvi.

In tal senso ho trovato esemplare il comportamento dell’assessore Saltamartini, che mai una volta, per rispondere agli attacchi, ha raccontato, come sarebbe stato giusto, cosa si è trovato a gestire una volta insediatosi a Palazzo Raffaello. Una situazione non certo pronta ad affrontare quella seconda ondata che tutti i virologi avevano annunciato ci sarebbe stata dopo l’estate. Se non fai investimenti a lungo termine, procurandoti, per fare un esempio, le scorte necessarie a far fronte a crisi come quella in atto, non puoi poi urlare a chi ci sta da solo un mese e sta cercando di rimediare ad errori non suoi, di farle in poche settimane. Mi pare la classica dittatura della cicala sulla formica, che proprio non si può tollerare in momenti come quello che stiamo vivendo.

Concludo dicendo a Carancini che non si risolve tutto con la politica delle poltrone. La nomina del direttore dell’Area Vasta 3 è tra le priorità dell’attuale Giunta, ma non l’unica. Il centro-destra ha sempre ponderato gli incarichi da dare, valutando attentamente le competenze dei candidati, tanto più quando in ballo ci sono settori e beni strategici come la sanità. La fretta con cui richiama certe pratiche mi pare del tutto inadeguata rispetto all’importanza che hanno nella buona gestione della cosa pubblica. Comprendo che nel suo partito le logiche siano diverse, ma bisogna prendere atto che se il centro-destra sta governando è perché gli elettori hanno compreso che quelle logiche hanno distrutto ciò che di buono questo nostro Paese esprimeva e che era tempo di cambiarle.

Ho fiducia che da questa crisi ne usciremo più forti di prima e che per questo dobbiamo impegnarci tutti. Forse il collega Carancini dovrebbe rivolgere le sue invettive al Governo, unico attuatore delle regole che stiamo, nostro malgrado, applicando. Del resto ad aver chiarito sulla base di quali parametri le Marche sono state declassate da zona gialla ad arancione è stata la sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani, del Pd, la quale, invocando la comprensione dei suoi concittadini marchigiani, definiva gli attuali parametri decisi e voluti dal Ministero della Salute ad aprile scorso. Parametri di cui, peraltro, l’attuale Giunta ha preso atto e che, se pur da diversi punti di vista (ci si sorprende del parametro, non del dato), accetta, nel rispetto dei ruoli istituzionali.

Forse Carancini dovrebbe rivolgere le sue preoccupazioni al Governo, cioè ai membri del suo stesso partito che ne sono parte, prima di scagliarsi contro chi non ha avuto neppure il tempo di avere responsabilità in questa triste storia. Al resto penseranno gli elettori, che hanno già dimostrato di saper scegliere con maturità il loro futuro”.

Dello stesso parere di Anna Menghi è il Consigliere Regionale della Lega Renzo Marinelli, la cui esperienza politica è maturata in un’altra grave emergenza che ha colpito la nostra regione, il terremoto del 2016. “Da sindaco di Castelraimondo mi trovai ad affrontare una condizione che definire drammatica è poco. Gente sfollata e senza una casa, macerie ovunque, confusione e sconforto. Essere lucido punto di riferimento in una situazione che ne aveva pochi era ciò che i cittadini chiedevano, era la cosa giusta da fare. Per questo e forse perché tra i motivi che mi hanno spinto a candidarmi in Regione c’è proprio il desiderio di riparare le ferite di un territorio che attende di essere ricostruito, le parole di Romano Carancini mi suonano inaccettabili e irresponsabili. Certamente non opportune e neppure troppo fondate, perché altrimenti, le avrebbe pronunciate tenendo conto che in un solo mese, in piena pandemia, non c’è stato il tempo e il modo di smantellare il vecchio regime sanitario che il Pd ha impiantato in oltre 20 anni di governo della Regione e che quando la gente sta male, conta solo ciò che puoi fare per averne cura. In tal senso ho visto molto positivamente, per esempio, il modo con cui, da neo assessore, Saltamartini ha affrontato l’emergenza in alcune case di riposo della provincia di Macerata, prendendo immediata visione di ciò che stava accadendo a causa del Covid e capendo di cosa realmente ci fosse bisogno.

Le chiacchiere in politica le sanno fare tutti, i fatti pochi. Forse qualcuno dovrebbe ricordare a Carancini che la campagna elettorale è finita e che il suo partito l’ha persa. Per cui ora, se vuole sentirsi utile, faccia la sua parte, contribuendo con un’opposizione costruttiva al bene della comunità marchigiana", conclude .

 

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