"Alessia Morani Pd muori" è la scritta apparsa in un piazzale sul Monte Nerone, in provincia di Pesaro, collegio nel quale la deputata del Partito Democratico è candidata alle prossime elezioni politiche del 25 settembre.
"Denuncerò ovviamente l’accaduto - spiega Morani - alle forze dell’ordine. Non mi faccio intimidire e continuerò a fare la campagna elettorale come ho sempre fatto. C’è, però, un brutto clima e tutti dovremmo abbassare il livello dello scontro politico. Parole d’odio portano azioni violente. Dovremmo esserne tutti consapevoli".
La Lega scende in piazza per difendere il Ministero per le disabilità - scritto al plurale, come è solito evidenziare il 'Carroccio' - istituito durante il governo di unità nazionale presieduto dal premier Mario Draghi. Nella location del Centrale di Macerata è intervenuta come ospite la titolare del dipartimento Erika Stefani, membro del governo già dal Conte I, che precisa: "Il Pnrr prevede sino a 6 miliardi di investimenti in materia".
In tema d'attualità politica, nessuna sponda offerta alla proposta di Carlo Calenda, leader di Azione, di interrompere la campagna elettorale per via degli urgenti problemi legati all'incremento del prezzo del gas: "Mi sembra una richiesta fuori luogo, dobbiamo dare un programma di futuro alla nostra Italia".
La ministra bolla come "polemica sterile" quella esplosa nelle ultime ore sul tema dell'aborto dopo la querelle tra Chiara Ferragni e la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Il mondo delle donne, il mondo della famiglia, ha bisogno di un occhio di riguardo. I temi etici sono personali e ognuno di noi elabora dentro di sé la propria soluzione".
Presenti all'evento anche l’assessore alla sanità delle Marche Filippo Saltamartini, il commissario Lega Marche Riccardo Augusto Marchetti e la presidente del dipartimento disabilità Lega Marche Anna Menghi; moderatore dell’incontro Luca Buldorini, coordinatore provinciale Lega a Macerata. Presenti anche il sindaco e presidente della provincia di Macerata Sandro Parcaroli, l’assessore alla scuola della regione Marche Giorgia Latini, i membri del Parlamento uscenti Tullio Patassini e Giuliano Pazzaglini.
Il primo a prendere parola e ad introdurre la conferenza è il primo cittadino Parcaroli: “È una grande emozione poter partecipare a questo incontro, sono orgoglioso di poter accogliere il ministro Stefani: la 'Carta europea della disabilità' è solo uno dei traguardi raggiunti negli ultimi due anni". "Andando avanti così arriveremo al punto di non avere più bisogno di un ministero delle disabilità - commenta scherzosamente il sindaco -. Nel nostro piccolo non possiamo che ringraziare la ministra per gli ingenti fondi arrivati qui nelle Marche, sono davvero una manna dal cielo".
“La Lega ha voluto fortemente questo ministero - puntualizza il commissario regionale Marchetti -, rendendo una realtà quello che altri avevano solo promesso. Sono in arrivo ben 12 milioni di euro che saranno impiegati a sostegno di tutte le situazioni più delicate, dalle famiglie alle scuole e alle infrastrutture. Un grandissimo 'grazie' va poi ad Anna Menghi che ha dedicato tutta a sua vita per affrontare queste problematiche: Anna per noi è motivo di grande orgoglio, un punto di riferimento e una certezza in termini di esperienza e concretezza”.
"Le Marche, nei due anni del governo di centro-destra, sono cresciute significativamente e il tema delle disabilità non fa eccezione - spiega l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -. I servizi sociali devono garantire, oltre al principio d’uguaglianza presenta anche in costituzione, la felicità dei cittadini. La disabilità e l’invecchiamento della popolazione sono problemi diffusi e annosi da affrontare: mi auguro intanto che gli aiuti e il supporto delle istituzioni riesca a raggiungere tutte le fasce fragili col tempo”.
Ad intervenire poi è Giorgia Latini, assessore regionale e candidata per la Lega nel collegio di Macerata alle prossime elezioni politiche: "È bello vedere oggi riunite le associazioni e le persone che ci sostengono: in ogni settore la Lega ascolta e mette in campo soluzioni coerenti ai problemi esposti direttamente dai cittadini. Il fulcro è sempre l’integrazione e crediamo che il primo campo d’incontro sia quello dello sport: nel fondo inclusione verranno versati presto 1milione e 500mila euro, spesi per mettere a norma gli impianti rendendoli adatti anche ai disabili”.
Latini passa poi al tema degli insegnanti di sostegno: “Il tema del sostegno non va trascurato: è necessaria una continuità nel percorso formativo dei giovani studenti che non vada a ledere il rapporto umano e di fiducia fra insegnate e studente. Non deve più capitare che un ragazzo debba cambiare insegnante di sostegno in corso di studi”.
Anna Menghi, consigliera regionale e responsabile dipartimento disabili della Lega nelle Marche, racconta: “Il ruolo che rivesto mi riempie d’orgoglio. La Lega nel 2014 aveva rimesso al centro il tema delle disabilità e questo mi ha portato ad interessarmi e ad unirmi al partito. Oggi ho la possibilità concreta di fare qualcosa e già qualche piccolo passo in avanti è stato compiuto".
"Il lavoro del ministro Stefani ha dimostrato la concretezza di una donna veneta e una grande sensibilità - prosegue -. Vogliamo migliorare le condizioni di tutti i disabili, abbattere tutte le barriere culturali che separano il nostro paese e i suoi cittadini. Vogliamo un ministero forte, dotato di un portafoglio e in grado di andare avanti con il lavoro iniziato dalla ministra”.
La chiosa è affidata alla ministra Erika Stefani che, prima del suo intervento, ringrazia i traduttori della lingua dei segni presenti in piazza per tradurre le parole dell'incontro ai non udenti presenti fra il pubblico: "Ho fatto centinaia di incontri con persone e associazioni e la mole di problematiche sottoposte è incommensurabile: mail e profili social intasati dimostrano che c’è veramente tanto da fare. C’è bisogno di un ramo unico della pubblica amministrazione che si faccia carico di questa questione, garantendo una comunicazione e un’informazione pervicaci e capillari. L’autorità politica istituita per questo governo non deve essere persa, è una ricchezza e una possibilità che va oltre la politica”.
"C’è però bisogno di denaro, di risorse investite, perché le idee passino dalla fantasia alla realtà. Stiamo aumentando i fondi e i sostegni alle regioni per colmare le lacune del sistema: 400 milioni ottenuti dai sostegni e dalla legge di bilancio, data la mancanza di un portafogli. Nello specifico, 12 milioni destinati alle Marche con obiettivi turismo accessibile, attività ludico-sportive e iniziative riguardanti l’autismo (sotto un profilo socio-assistenziali, non solo clinico, ndr)".
“Abbiamo di fronte un inverno difficile - conclude la ministra Stefani - e i problemi saranno pressanti e urgenti. Il periodo che ci attende deve essere affrontato con serietà e coerenza. Tempi difficili richiedono scelte politiche chiare e definite, non il compromesso come nel governo Draghi. C’è bisogno di una linea unica, di prese di posizione nette e definite. Il lavoro sul PNRR va avanti e non c’è da temere, ora la parola spetta ai cittadini. Esorto al voto, unico vero strumento di potere della popolazione”.
“Affronterò questa campagna elettorale con immutati passione, impegno e senso di responsabilità. Mi batterò affinché il mio Movimento possa incidere il più possibile anche nella prossima legislatura”. Così la deputata Mirella Emiliozzi, candidata nel listino proporzionale delle Marche e nel collegio uninominale di Macerata, dopo il nulla osta della Corte di Appello giunto nella tarda serata di ieri.
“Benché le condizioni siano chiaramente più difficili di quelle del 2018 - spiega l’onorevole Emiliozzi - ho deciso di mettermi a disposizione ancora una volta perché desidero portare avanti il lavoro avviato in questi quattro difficili anni anche per il mio territorio, al quale non ho mai fatto mancare attenzione e impegno, con risultati a volte insperati”.
“Sono stata eletta alla Camera dei Deputali e per la Camera dei Deputati mi sono ripresentata. Non sono andata in cerca di posti al sole, non sono andata in cerca di ruoli e visibilità. Sono andata,invece, in cerca di possibilità per il nostro territorio. Questo sì. Ed è così che l’area di crisi complessa del Fermano-Maceratese è stata finalmente riconosciuta, è così che il patto per l’Export ha potuto supportare le PMI marchigiane nell’internazionalizzazione, è così che alcune nostre aziende hanno avuto la possibilità di partecipare a importanti progetti internazionali, ed è per questo che il Miur ha concesso proprio nelle Marche il primo corso universitario d’Italia nella lingua dei segni, così che sono arrivati milioni di euro per scuole, imprese, territorio".
“Molto altro è in itinere – continua l’onorevole - e vorrei portarlo a casa. Vivrò questa esperienza con un immutato impegno e senso di responsabilità. Ma soprattutto - conclude l’onorevole Emiliozzi - con la ferrea convinzione che il M5S rimane l’unico gruppo dedito all’interesse dei cittadini”.
“Lo dimostra il fatto che siamo continuamente sotto attacco, o nella migliore delle ipotesi, ignorati. Lo dimostrano soprattutto i fatti - conclude - come il Superbonus, il Decreto Dignità, l'abolizione del superticket, l’assegno unico familiare, la stabilizzazione di decine di migliaia di precari, le 80.000 assunzioni nella scuola o le 37.000 assunzioni nella sanità, il reddito e la pensione di cittadinanza per chi non riesce a ricollocarsi a lavoro”.
“I livelli del prezzo di luce e gas sono da settimane abbondantemente superiori 10 volte rispetto gli anni pre-Covid e stanno aumentando in maniera allarmante. L'autunno sarà sempre più drammatico e per scongiurare blackout, salvando il potere di acquisto delle famiglie e i bilanci delle imprese, sarà necessario intervenire il prima possibile”. Lo dichiara il deputato e commissario Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti.
“Noi proponiamo soluzioni concrete e mirate, continua Marchetti : nuove risorse pubbliche (finanziate con l'extra gettito IVA) per il contrasto al caro energia e carburanti, rendere subito operativa la gas release per fornire gas alle imprese a prezzi calmierati, sospendere temporaneamente a livello europeo il mercato ETS e introdurre senza indugio il tetto europeo per il prezzo del gas”.
“Parallelamente si dovrà intervenire anche per ridurre i consumi con campagne informative pubbliche, facendo efficientamento energetico, sviluppando le rinnovabili e valorizzando energeticamente i rifiuti. A medio-lungo termine è necessario investire su più fronti, a partire dalla maggiore produzione nazionale di gas e biometano, arrivando al nucleare pulito e sicuro di ultima generazione. Le imprese e le famiglie delle Marche non possono essere lasciate sole ad affrontare questa crisi senza precedenti”.
"Auspico che le autorità competenti facciano un'indagine molto approfondita sulle cause che hanno scatenato l'incendio perché la frequenza con cui questi eventi accadono lo impone e che altresì obblighino l'azienda ad adottare nuove e più efficaci misure di prevenzione. È nostro dovere fornire la massima tutela sia ambientale ma sia, soprattutto, nei confronti della popolazione residente”. È quanto afferma l’esponente di Europa Verde per la provincia di Macerata, Sandro Bisonni, riguardo al rogo divampato alla Cosmari di Tolentino, nella serata dello scorso lunedì.
“Questa volta il fuoco ha interessato un deposito di Raee e preoccupa il fatto che sia il secondo quest'anno, dopo quello di aprile 2022 che ha devastato il reparto destinato alla lavorazione della carta, plastica e metalli", continua il candidato alla Camera per partito guidato da Angelo Bonelli.“I protocolli di prevenzione incendi devono servire proprio ad evitare che eventi simili non accadano e appellarsi sempre alla fatalità è troppo semplice e riduttivo, piuttosto bisognerebbe domandarsi cosa non ha evidentemente funzionato e migliorare tali protocolli per evitare eventi futuri”.
“E se ancora una volta sembrano non ci siano state emissioni dannose per la popolazione, ne siamo lieti, dall'altra parte sentirci dire sempre la stessa cosa, sia che brucino decine di metri quadri o 4000 metri quadri e soprattutto in tempi strettissimi (quando sappiamo che alcune analisi richiedono lunghe tempistiche), ci desta forte perplessità”.
“Europa Verde vuole vederci chiaro e chiede trasparenza. Sottolineiamo ad ogni modo che il caos nel Cosmari, determinato dall'inconferibilità dell' incarico a Pezzanesi come acclarato dall'Anac, i frequenti incendi, i ritardi strutturali (discarica, tariffa puntuale, ecc) e le annose emissioni odorigene, insopportabili per la popolazione locale, non devono trasformarsi nel voler abbandonarsi all'idea che il servizio pubblico è inefficiente e non c'è alternativa all'esternalizzazione, anzi riteniamo che la gestione pubblica dei rifiuti sia garanzia di una visione libera da speculazioni economiche. Siamo e saremo sempre per una strategia del ciclo dei rifiuti virtuosa, sostenibile e pubblica".
Cinque liste elettorali bocciate per irregolarità, di vario tipo, dai giudici della Corte di Appello di Ancona. Le domande erano state presentate prima della data di scadenza dello scorso 22 agosto e sono passate poi al vaglio della Commissione.
Escluse quindi: Gilet Arancioni, Popolo delle Partite Iva, una lista animalista, Lista Mastella-Noi di Centro, Referendum e Democrazia con Marco Cappato. I depositari delle liste avranno 48 ore di tempo per consegnare i reclami e la Cassazione dovrà decidere entro domenica. Lunedì, invece, ci sarà l'estrazione per le posizioni dei simboli nelle schede elettorali.
"L'accusa che nelle Marche sia negato il diritto di abortire è falsa e infondata. In due anni di governo regionale di Fratelli d'Italia non è stato promosso alcun atto che vada contro la Legge 194 o che modifichi il diritto di accesso all'Interruzione volontaria di gravidanza e chi oggi nel mondo della politica grida allo scandalo dovrebbe ben sapere che non sono le Regioni bensì lo Stato ad avere la competenza normativa a riguardo".
Questo quanto dichiara Elena Leonardi, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Marche e presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale delle Marche, nonché candidata alle elezioni del 25 settembre nel collegio uninominale Marche Sud per il Senato.
"Chi oggi arriva addirittura ad affermare che nelle Marche sia stato negato l'aborto deve prima provarlo con degli atti, che però non esistono, altrimenti dovrebbe scusarsi e raccontare la verità ai cittadini" conclude Leonardi nel replicare al polverone alzato dalla storia condivisa da Chiara Ferragni su Instagram e ripresa dalla deputata uscente del Pd Laura Morani (leggi qui).
“Sono passati sei anni da quelle prime scosse che, la notte del 24 agosto 2016, hanno riportato le Marche nell’incubo del terremoto. Il nostro territorio, che ancora portava in sé gli strascichi del sisma del 1997, si è trovato nuovamente di fronte a un’emergenza la quale, con le successive scosse del 26 e 30 ottobre, è diventata di proporzioni inimmaginabili”.
“Dopo anni decisamente percorsi a rilento, oggi la ricostruzione, anche grazie all’accelerazione impressa dal commissario Giovanni Legnini che ringrazio per il grande lavoro che sta portando avanti con i tecnici, è entrata nella sua “fase matura” con l’apertura di 10mila cantieri di edilizia privata in tutto il cratere e una spinta molto significativa degli interventi pubblici, con 365 opere terminate ed altre 315 oggi in fase di cantiere”. Lo ha detto il presidente di Provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, nel sesto anniversario dalle terribili scosse di terremoto che hanno sconvolto il centro Italia.
“Tutto questo nonostante due anni di pandemia, l’esplosione dei prezzi delle materie prime, la saturazione del mercato edilizio e, non ultime, le conseguenze della guerra in Ucraina, che hanno impedito si potessero raggiungere risultati ancora più significativi”.
"Il ritorno alla normalità deve rimanere una priorità, i nostri cittadini non devono sentirsi abbandonati, i nostri borghi, ancora transennati, devono poter tornare a rivivere appieno perché rappresentano la forza e la bellezza del nostro territorio. I maceratesi hanno dimostrato di essere resilienti, si sono rimboccati le maniche e hanno affrontato le tante difficoltà che il sisma ha messo loro davanti”.
"In tanti non hanno abbandonato i loro paesi e, anche chi è stato costretto ad andarsene, non appena ha potuto è tornato, ma spesso per molti giovani restare nei borghi dell’entroterra, costruirsi una famiglia, non è facile e il rischio è quello di un progressivo spopolamento”. “Per questo le istituzioni devono fare squadra, lavorare tutte insieme, superando i proprio 'orticelli' per dare il loro contributo alla ricostruzione ed essere al fianco dei cittadini, che non devono più sentirsi abbandonati. La ricostruzione fisica degli edifici e delle infrastrutture deve coniugarsi con misure di sviluppo che vadano a sostenere le prospettive di vita e di lavoro dei giovani”.
“In questa ricorrenza, dopo il doveroso ricordo delle 50 vittime di quella terribile notte nel comune di Arquata, mi unisco all’appello lanciato dal commissario Legnini ai cittadini per presentare le pratiche e ai tecnici per venire a lavorare nel più grande cantiere italiano degli ultimi decenni”.
Si è sciolto nei giorni scorsi il nodo delle candidature ai collegi plurinominali del centrodestra nelle Marche. L'avvocato pesarese Giulia Marchionni sarà la candidata di punta nel listino proporzionale alla Camera del centrodestra marchigiano per la lista "Noi Moderati", che raccoglie le anime moderate centriste di Noi con l'Italia (Lupi), Italia Al Centro (Quagliariello e Toti), Udc (Cesa) e Coraggio Italia (Brugnaro).
Consigliere comunale di Pesaro, attuale vice-segreteria regionale di 'Italia al Centro', ultima creatura politica del senatore Gaetano Quagliariello e del presidente della Liguria Giovanni Toti, la Marchionni ha lavorato sempre con particolare attenzione al mondo del sociale e dell'associazionismo.
La lista "Noi Moderati" punta a superare il 3%: "La mia candidatura - dichiara la Marchionni - vuole essere di supporto ad una lista, 'Noi moderati', che si rivolge soprattutto ai tanti che, sfiduciati dalla politica e oppressi dalle tasse e dalla crisi che incombe, il 25 settembre non sarebbero andati a votare".
"Credo che, avendo l’opportunità di incontrare me e tutto il gruppo di "Italia Al Centro" che lavora nelle Marche, nelle città di Pesaro, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona, chiunque possa convincersi che un voto dato a noi e alla nostra squadra è un voto utile a sostenere la crescita del Paese attraverso proposte fattivamente realizzabili e concrete" conclude Marchionni.
"Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate da Fratelli d'Italia. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’indifferenza dei più". Lo scrive su Twitter Alessia Morani, deputata uscente del Partito Democratico, rilanciando il post della nota influencer che sul proprio profilo Instagram (seguito da 27.7 milioni di followers) ha preso posizione su un tema molto delicato come quello dell'aborto.
Ferragni ha infatti pubblicato una storia con allegato un articolo di The Vision dal titolo "Fratelli d’Italia ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni", con la didascalia "Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano". "Le Marche sono il laboratorio della destra in Italia ed oggi la situazione è questa", conclude Morani, che invita la Ferragni nella regione Marche.
"Nelle Marche contiamo di vincere ovunque, con tutta la scaramanzia e l'umiltà del caso, perché sono solo i marchigiani a decidere con il loro voto il 25 settembre, però l'aria è veramente buona e c'è tanta voglia di cambiamento". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Pesaro, a margine della presentazione dei candidati del Carroccio alle elezioni politiche.
"Se il centrodestra vince - ha aggiunto - ci sono cinque anni di stabilità, di sicurezza, di tranquillità, una maggioranza finalmente omogenea senza Pd e Cinquestelle a fare capricci".
"Sono orgoglioso delle donne e degli uomini della Lega nelle Marche - ha detto ancora -, dei nostri sindaci, dei nostri amministratori regionali. Abbiamo fatto scelte su persone molto valide, tante altre in gamba ce ne sarebbero state, però purtroppo la riduzione dei parlamentari a questo ha portato".
"C'è una bella squadra e, soprattutto, dal 26 settembre altri marchigiani potranno portare a Roma il loro importante contributo. Ma penso che se il centrodestra continuerà a lavorare bene, se la Lega continuerà a lavorare bene vinceremo in tutti i collegi" conclude Salvini.
Tra i candidati, nel collegio uninominale di Macerata per la Camera, c'è Giorgia Latini. L’assessore della regione Marche, che dal 2020 lavora a diverse deleghe (Cultura, Istruzione, Sport, Politiche giovanili, Pari opportunità, Università e diritto allo studio, Partecipazione e volontariato, Piste ciclabili) era stata eletta alla Camera alle precedenti elezioni, ricoprendo anche l’incarico di vicepresidente della VII Commissione quando, a novembre 2020, il leader della Lega Matteo Salvini le aveva chiesto la disponibilità a ricoprire il ruolo di assessore nella sua regione.
“Il mio partito - spiega Latini - mi ha chiesto di portare l’esperienza maturata nelle Marche a Roma, tra i banchi del Parlamento. Questi ultimi due anni sono stati una straordinaria occasione di crescita politica e amministrativa. Insieme ai marchigiani abbiamo fatto un percorso bellissimo e faticoso, tante questioni che ci hanno richiesto un cambio di passo radicale".
"Soprattutto all’inizio non è stato semplice, ma alla fine siamo riusciti a dare una svolta in positivo in tanti ambiti - aggiunge Latini -. Quel che posso dire è che sono stata sempre combattiva e determinata, anche quando questo ha voluto dire subire pesanti attacchi personali”.
"Ho parlato del "modello Marche", che deve diventare una strategia nazionale e che comprende progetti che fanno già parte del programma Lega. Credere - chiosa - è la premessa necessaria di ogni risultato".
"Ho voluto cominciare la campagna elettorale da qui non a caso, per ricordare che, a differenza di quello che si dice molto spesso sui media, abbiamo già dimostrato in territori come la regione Marche che la classe dirigente di Fratelli d'Italia è perfettamente in grado di dare le risposte che la sinistra non ha trovato per decenni".
Così Giorgia Meloni ha esordito nel suo comizio in piazza Roma, ad Ancona, con il quale ha aperto - proprio dalle Marche - la campagna elettorale di Fratelli d'Italia in vista delle elezioni di domenica 25 settembre.
La leader di FdI è stata introdotta sul palco dal presidente della regione Francesco Acquaroli, definito "uno dei migliori" anche a seguito della scelta, operata dalla sua Giunta, di investire sulla "ventilazione meccanica controllata nelle aule che ha abbattuto il rischio da covid dell’82,5%" mentre "gli altri pensavano a comprare i banchi a rotelle".
Il discorso di Meloni si concentra fin dalle prime battute sul forte senso patriottico che contraddistingue il suo partito, quel paradigma identitario e nazionalista che vuole difendere i cari vecchi valori del Bel Paese.
Tutto in contrapposizione – e opposizione, almeno al momento - di quella sinistra che non riesce a far altro che proporsi come la non-destra: “Non ci facciamo intimorire, ricattare o comprare e per questo facciamo loro paura. Temono di perdere il sistema di potere di che si sono costruiti negli anni e che, ora che non hanno più risposte, è l’unica cosa che gli resta”.
Tanti i punti programmatici e temi toccati dalla presidente nell’ora di comizio, tutti accomunati da un fil rouge linguistico e ideologico chiaro: presa di distanza dai metodi dell’amministrazione giallo-rossa e riappropriazione della sovranità e delle istanze di scelta in materia internazionale.
Confermata la forte contrarietà al reddito di cittadinanza: "Si è detto che io odio i poveri, ma non è così. Non credo che sia la soluzione, proprio perché voglio combattere la povertà. Voglio che la gente sia libera e che non dipenda dallo Stato. Uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell'assistenza chi può lavorare e chi non può farlo. Nei sistemi giusti l'assistenza si fa nei confronti di chi non può lavorare, per gli altri la vera sfida è proprio quella del mondo del lavoro".
"Dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di assumere, di lavorare, di crescere. Penso che aiuterebbe un sistema di tassazione che dica alle imprese: 'più assumi e meno paghi' - precisa la leader romana -. Allo stesso modo bisogna abbattere il costo del lavoro, il salario minimo è solo uno specchietto per le allodole". "Perché i salari sono bassi in Italia? Perché la tassazione media è al 47,7%, se vuoi alzare il salario bisogna abbattere la tassazione", spiega.
In merito al clamore provocato dal recente video sul "diritto allo sport" e le tanto citate "devianze giovanili", la Meloni si difende: "Temo che Letta non conosca il significato della parola - dice -. Ma figuratevi se io, che obesa sono stata, possa considerare l'obeso come un deviato. Voglio, però, cercare di aiutare chi ha disturbi di tipo alimentare. A me cosa ha salvato? Lo sport. Lo stato deve interessarsi ai giovani, loro sono la prima fila. Abbiamo tolto loro tutto durante il covid, in un’età in cui questo impatta male".
"Siamo pronti a gestire dignitosamente il fenomeno dell'immigrazione illegale - afferma ancora -. Il tema dei profughi e il tema degli immigrati sono diversi e vanno affrontati come tali. Il debole in fuga dalla guerra non può essere confuso indistintamente con il migrante che, pur se in pieno diritto, è solamente in cerca di condizioni migliori. Se dall'Africa arrivano solo uomini, forse non stanno scappando dalla guerra. Lo dico da anni. Come abbiamo visto in Ucraina, dalle nazioni in guerra provengono in gran parte donne e bambini perché gli uomini restano a combattere".
La soluzione per Meloni è, quindi, "impedire le partenze, aprire in Africa degli hotspot e valutare chi abbia i diritti a partire e chi no, e poi distribuire i profughi che ne abbiano diritto in tutti i 27 paesi europei dell'Unione". In questo senso c'è una dura critica nei confronti della gestione del ministro Lamorgese, definita come "incarnazione di Caronte". "L’immigrazione è uno strumento nelle mani delle grandi concentrazioni economiche per tenere bassi gli stipendi. Questa non è integrazione, è sfruttamento”, dichiara.
Meloni sostiene anche che l’Italia avrebbe "allungato troppo le catene di approvvigionamento, rinunciando progressivamente al controllo delle proprie risorse" e demandando agli altri: “Al momento della crisi non eravamo padroni (termine usato troppe volte per essere un caso, ndr) di niente e ora ci troviamo in piena crisi energetica. Trovo assurdo - aggiunge - andare a comprare il gas in Algeria quando già ci sarebbe in Italia, nelle piattaforme dell’Adriatico. Quelle piattaforme sono ancora ferme per un mero ecologismo ideologico che sapeva solo dire di no a tutto”.
Dal punto di vista economico, Meloni parla di 'piani d’investimento' mirati a difendere le eccellenze del territorio e punta "sull’economia blu per rientrare nel mercato internazionale". In questo senso propone l'istituzione di un Ministero del Mare.
Si continua con l’elogio della “Qualità e del marchio, elementi distintivi per l’Italia nel mondo. Non dobbiamo assolutamente svendere quei marchi ma difenderli, proteggere queste ricchezze. Ritengo necessario investire nella formazione d’eccellenza per i giovani questo campo, non esiste in Italia una scuola d’alto livello che insegni il valore, l’arte che ci sono dietro”.
Il passaggio finale viene dedicato ai motivi che l'hanno portata a condividere sui suoi social il video dello stupro nei confronti di una donna ucraina avvenuto in pieno centro a Piacenza: "L'ho fatto per chiedere giustizia - afferma -, l'ho pubblicato perché non si vedeva nulla e poteva aiutare ad accendere i riflettori. Ora è partita un'indagine nei miei confronti, come se fossi stata io la fonte della notizia. Mi dispiace se la cosa può aver leso ulteriormente la vittima, ma perché la domanda la fate a me e non alla stampa che ha pubblicato il video?".
Poi l'attacco: "Il video dell'omicidio di Alika fu reiteratamente pubblicato senza essere oscurato, ma faceva comodo alla sinistra. Perché in quel caso non sono partite indagini? È un po' spaventoso quando ti rendi conto che in questo Paese non tutti hanno lo stesso trattamento, la mia personale battaglia in questa Nazione è rivendicare che tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti, a prescindere dalla tessera di partito che hanno in tasca". L'evento si chiude con la salita sul palco di tutti i candidati marchigiani in corsa alle prossime elezioni del 25 settembre e l'inno di Mameli che risuona in filodiffusione nella piazza anconetana.
Sono una ventina i partiti e movimenti che hanno presentato liste per le elezioni politiche del 25 settembre alla Corte di Appello di Ancona alla scadenza delle ore 20:00 di ieri. Numerose le new entry tra i candidati, diversi i catapultati da fuori regione e alcune conferme.
Non molti i maceratesi in lizza per un posto in Parlamento, la maggior parte dei quali rischia di rimanere fuori. Se nel 2018 erano stati cinque i candidati del territorio a fare il loro ingresso alla Camera e al Senato, alle prossime elezioni del 25 settembre rischiano di essere molti meno.
Hanno chance di farcela Irene Manzi, capolista del Partito Democratico alla Camera ed Elena Leonardi, candidata di Fratelli d’Italia nel collegio uninominale Marche sud (che comprende le province di Macerata, Ascoli e Fermo) del Senato. Buone possibilità anche per l’assessore regionale delle Lega, l'ascolana Giorgia Latini, candidata al collegio uninominale della provincia di Macerata.
Per tutti gli altri candidati, almeno stando ai sondaggi delle ultime settimane, la strada è decisamente in salita. Rischia di non essere eletto il vicesindaco di Civitanova Claudio Morresi che è stato inserito da Forza Italia al quarto e ultimo posto del listino per il proporzionale.
Sorte analoga per l’altra candidata civitanovese Mirella Emiliozzi. La deputata uscente sarà al quarto posto del listino del proporzionale per il Movimento 5 Stelle, ma in più è stata scelta anche per correre al collegio uninominale di Macerata come rappresentante pentastellata.
Anche in questo caso molto difficile l’elezione, dovendo sopravanzare i candidati del centrodestra come Giorgia Latini appunto, del centrosinistra (l’ex rettore di Unicam Fulvio Esposito), e del terzo polo Azione-Italia Viva che schiera Mariano Calamita, sindaco di Appignano.
Per quanto riguarda il collegio uninominale Marche Sud (Macerata, Fermo e Ascoli) al Senato la sinistra candida la maceratese Mirella Gattari, ex presidente regionale della Confederazione italiana dell'agricoltura (Cia). Il centrodestra risponde con la consigliera regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi (FdI - Lega - Noi Moderati - Forza Italia).
Seguono Roberto Cataldi (Movimento 5 Stelle), Fabio Urbinati (Azione-Italia Viva), il maceratese Andrea Spalletti (Italexit), la maceratese Elena Compagnucci (Unione popolare con De Magistris), Filippo Pannelli (Italia sovrana e popolare).
Per i tre posti da assegnare nel collegio proporzionale Marche del Senato il Partito Democratico schiera Alberto Losacco (catapultato dalla Puglia), Rosetta Fulvi e Daniele Vimini; Verdi e Sinistra italiana va con Caterina Di Bitonto, il maceratese Michele Verolo, e Maria Rosa Conti.
'Impegno Civico Di Maio' candida Primo Di Nicola, Antonella Giordano e Piermario Bagoncelli Ottaviani; +Europa presenta Pierpaolo Loffreda, Stefania Onorato e Paolo Luzietti; il Terzo Polo Fabio Urbinati, la morrovallese Rosita Platinetti e Alessandro Bagoni.
Movimento 5 Stelle va con Roberto Cataldi, Veruschka D’Ascenzio e Sergio Romagnoli; Fratelli d’Italia con Guido Castelli, Romina Gualtieri e Pasquale Ricchiuti; Lega con Mauro Lucentini, la maceratese Laura Laviano e Alessandro Amadio.
Forza Italia schiera Jessica Marcozzi, Gianluigi Tombolini e Alessandra Di Emidio; Noi Moderati con Tablino Campanelli, Tiziana Riservati e Girolamo Martino; Italexit con Enzo Palladino, Emanuela Merli e Andrea Spalletti; Italia sovrana e popolare con Fabio Pasquinelli, la tolentinate Paola Raponi (candidata anche all'uninominale) e Luciano Meconi.
Partito Comunista con Patrizia Serafini e Gianfranco Mancini; Alternativa per l’Italia con la maceratese Cristiana Di Stefano, Gabriele Cinti e Rita Boccia; Unione popolare con De Magistris a schierare Davide Fiordelmondo, Alejandra Patricia Arena e Raffaelino Tumino.
Al proporzionale della Camera il Pd presenta la maceratese Irene Manzi, Augusto Curti, Alessia Morani e Antonio Gritto; Verdi Sinistra Luisa Serroni, il tolentinate Sandro Bisonni, Gioia Santarelli e Pier Francesco Corvino; Impegno Civico Di Mario Patrizia Terzoni, Roberto Biagiotti, Anita Likmeta e Stefano Catini; il Terzo Polo è al via con Tommaso Fagioli, Maria Rita Morganti, Fabio D’Erasmo e Maria Ambrogini; il Movimento 5 Stelle con Giorgio Fede, Rossella Accoto, Gabriele Santarelli e Mirella Emiliozzi.
Fratelli d’Italia schiera Lucia Albano, Antonio Baldelli, Rachele Silvestri e Andrea Balestrieri; la Lega va con Riccardo Marchetti (dall'Umbria), Elena Campagnolo, l'ex sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini e Silvana Ghiretti; Forza Italia con Valentina Vezzali, l'assessore regionale Stefano Aguzzi, Donatella Forlini e Claudio Morresi.
Noi Moderati con Giulia Marchionni, Franco Rosini, Anna Virginia Vincenzoni e Paolo Piccinelli; Italexit con Massimo Gianangeli, Michele Carota, Valerio Medici e Daniela Rastrelli; Italia sovrana e Popolare con Marco Rizzo, la civitanovese Marianella Fioravanti, Stefano Rosati e Catia Jachetti; Partito Comunista con Roberta Coletta, Ruggero Giacomini (originario di Sarnano), Michela Procaccini (residente a Esanatoglia), Daniele Cardinali (candidato nell'uninominale per il collegio di Macerata) e Marco Pucci.
Alternativa per l'Italia candida Fabio Sebastianelli, la docente Unimc Clara Ferranti, Oscar Piergallini e Lorena Narcisi; 'Unione popolare con De Magistris', infine, schiera Arianna Buda, Gianmarco Mereu, Barbara Michieluzzi e Giovanni Fraticelli.
Il segretario federale della Lega Matteo Salvini presenterà domani pomeriggio a Pesaro i candidati delle Lega Marche alle prossime elezioni politiche nelle liste uninominali e proporzionali di Camera e Senato. L'appuntamento è presso l'Hotel Excelsior di Pesaro, Lungomare Nazario Sauro 34, alle ore 16:00. All'incontro saranno presenti i rappresentanti del partito e i candidati.
Nel frattempo il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti, denuncia nuovi atti di vandalismo questa volta alla sede del partito ad Ancona. "La scorsa settimana qualche vandalo ha apposto adesivi sulla vetrata e forzato l’interruttore della saracinesca della sede della Lega di Fermo - ricorda il Commissario della Lega Marche - oggi hanno imbrattato la targa della nostra sede regionale di Ancona”.
“Si tratta di atti di violenza che non colpiscono soltanto il nostro movimento, ma rappresentano un oltraggio alla libertà di pensiero - sottolinea Marchetti - noi non ci lasceremo di certo intimorire e continueremo a difendere le nostre idee con ancor più determinazione”.
“Le elezioni si avvicinano e è evidente che qualche democratico non riesca ad accettare che gli italiani sono al nostro fianco” - conclude -. “Abbiamo valori che non siamo disposti a rinnegare, ma a differenza di chi tenta di metterci il bavaglio, ci batteremo sempre affinché anche coloro che hanno opinioni diverse dalle nostre siano liberi di sostenerle”.
Mario Adinolfi, co-fondatore con Simone Di Stefano di Alternativa per l’Italia, ha comunicato il deposito delle liste che concorreranno alle elezioni del 25 settembre. "Stiamo completando in queste ore in tutte le Corti d’Appello delle varie regioni la consegna delle liste di Alternativa per l’Italia per le prossime elezioni politiche", ha annunciato.
"Simone ed io abbiamo scelto di presidiare Roma, io come capolista e candidato al Senato, Di Stefano come capolista e candidato alla Camera. Ma siamo entrambi orgogliosi della squadra di seicento cittadini liberi che si sono candidati con Alternativa per l’Italia in tutto il Paese, pagando anche prezzi per questa loro scelta politica difforme dai diktat del mainstream" aggiunge Adinolfi.
Nelle Marche, al Senato, capolista è Cristiana Di Stefano, "disabile che rifiuta la campagna per la mattanza di Stato dei disabili chiamata suicidio assistito o eutanasia, chiedendo piuttosto un’attenzione sociale tutta diversa per i portatori di handicap gravi - conclude Adinolfi -. Per la Camera nelle Marche in testa alla lista c’è il dirigente del Popolo della Famiglia, Fabio Sebastianelli".
"Abbiamo consegnato ieri mattina le liste - aggiunge lo stesso Sebastianelli -. Raccogliere più di 800 firme in soli 20 giorni è stato un lavoro faticoso ma ci siamo riusciti rinunciando a ferie e sonno, solo per dare ai cittadini, che ancora credono nella libertà e nella democrazia, una valida Alternativa ai soliti (partiti) noti".
Questa è la lista dei candidati marchigiani. Plurinominale Camera: Fabio Sebastianelli, Clara Ferranti, Oscar Piergallini, Lorena Narcisi. Uninominale Camera per le province di Ascoli /Fermo, Oscar Piergallini; Macerata, Clara Ferranti; Ancona, Fabio Sebastianelli; Pesaro, Lorena Narcisi. Plurinominale Senato: Cristiana Di Stefano, Gabriele Cinti, Rita Boccia, Domenico Gallo. Uninominale Senato: per la provincia di Macerata/Ascoli/Fermo, Cristiana Di Stefano; Ancona/Pesaro, Gabriele Cinti.
Depositate oggi in Corte d'Appello le candidature ufficiali di Fratelli d'Italia per le imminenti elezioni politiche, che si terranno il 25 settembre prossimo. Il partito di Giorgia Meloni si è aggiudicato la candidatura in due dei sei collegi uninominali previsti per entrambe le camere nella Regione Marche: alla Camera sarà Stefano Maria Benvenuti Gostoli a competere nel collegio uninominale di Ancona, mentre al Senato Elena Leonardi sarà la candidata per il Collegio di Ascoli Piceno, comprendente anche le province di Macerata e Fermo.
In quota proporzionale, il listino alla Camera vede come capolista Lucia Albano, onorevole uscente, seguita da Antonio Baldelli, Rachele Silvestri (anche lei onorevole uscente) e Andrea Balestrieri; al Senato invece la lista vede come primo nome quello di Guido Castelli, poi Romina Gualtieri e Pasquale Ricchiuti.
"Una squadra che dimostra come le Marche siano un effettivo modello per tutta l'Italia, con amministratori locali che hanno svolto incarichi determinanti con serietà e passione uniti a personalità politiche e pubbliche fedeli agli ideali e al programma di Fratelli d'Italia. Siamo pronti a risollevare l'Italia partendo dalla Regione Marche", ha dichiarato il coordinatore regionale di FdI Elena Leonardi.
Il coordinatore regionale Giorgio Fede ha depositato domenica le liste del Movimento 5 Stelle delle Marche contenente i nomi che correranno per l’uninominale e per il plurinominale.
Confermati i nomi del collegio plurinominale di Camera e Senato. Nel primo caso, capolista è Giorgio Fede, a seguire figurano il sottosegretario uscente Rossella Accoto, l’ex sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli e la deputata uscente Mirella Emiliozzi.
Al Senato correrà come capolista il deputato uscente Roberto Cataldi, con l'attivista Veruschka D'Ascenzo e il senatore uscente Sergio Romagnoli. I nomi dell’uninominale alla Camera corrispondono a quelli della lista plurinominale: per le province di Ascoli Piceno e Fermo, Giorgio Fede, per Macerata, Mirella Emiliozzi, per Ancona, Gabriele Santarelli e per Pesaro e Urbino, Rossella Accoto.
Per i collegi uninominali del Senato invece figurano il capolista al plurinominale Roberto Cataldi per Marche sud e l'avvocato e attivista M5S, con precedenti esperienze amministrative a livello locale, Samuela Melini per Marche nord.
“In questi ultimi giorni - afferma il coordinatore regionale, Giorgio Fede - il lavoro per depositare le liste è stato intensissimo, anche perché avendo fatto partecipare i nostri iscritti all'individuazione dei candidati attraverso le parlamentarie - unica forza politica ad aver coinvolto veramente i propri iscritti - i tempi di preparazione delle liste sono stati poi ridottissimi".
"Ora possiamo partire con la campagna elettorale, sicuri di avere una squadra completamente marchigiana, senza paracadutati che di certo non avrebbero alcun interesse ad occuparsi del nostro territorio. Da domani ci concentreremo sul nostro programma, sui nostri temi che si pongono come obiettivo unicamente l’interesse dei cittadini" conclude Fede.
A presentare la propria lista è stata anche "Italia Sovrana e Popolare". "Una coalizione composta dalle forze dell’antagonismo sociale e politico nazionale" la definisce Fabio Pasquinelli, avvocato osimano candidato come capolista per il Collegio plurinominale al Senato. Dietro di lui la tolentinate Paola Raponi e Luciano Meconi.
Al Collegio plurinominale della Camera la lista "Italia Sovrana e Popolare" propone, invece, come capolista Marco Rizzo, leader del Partito Comunista. Al secondo posto la civitanovese Marianella Fioravanti, poi Stefano Rosati e Catia Jachetti. Sempre alla Camera, candidati all'uninominale sono Catia Jachetti, Alessandra Perugini, Andrea Grilli e Cvejic Dalibor. Per l'uninominale del Senato correranno Filippo Pannella e Paola Raponi.
“Italexit è stata la prima a presentare le proprie liste per le elezioni politiche del 25 settembre oggi alla Corte d'Appello di Ancona". Lo si apprende da una nota dello stesso movimento guidato da Gianluigi Paragone.
A seguire sono state presentate le liste di Italia Sovrana e Popolare, Alternativa per l'Italia, Vita e Unione Popolare. Le operazioni di presentazione di simbolo e candidati stanno procedendo regolarmente.
“I partiti di sistema hanno cercato di metterci fuori gioco con lo scioglimento delle Camere e la conseguente raccolta firme in piena estate"- il commento del coordinatore regionale di Italexit Massimo Gianangeli all’uscita dalla Corte d’Appello - .
"I cittadini hanno capito bene questa manovra e ci hanno sostenuto con ancora maggiore motivazione. Per Italexit Marche è stata una grande prova di organizzazione. Abbiamo dimostrato di essere forti nella nostra regione, ben strutturati ed all’altezza della sfida".
“Siamo stati letteralmente ‘sommersi’ di firme dei marchigiani, corsi ai nostri banchetti in tutte le province marchigiane, malgrado il periodo estivo e i tempi ristrettissimi che avevamo, continua il coordinatore provinciale di Ancona del movimento Valerio Medici.
“Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuto, tutti gli autenticatori che si sono resi disponibili per le onerose procedure burocratiche e i militanti del partito per il grande lavoro svolto”. Nei prossimi giorni verrà presentata la squadra dei candidati che Italexit ha scelto per le Marche.
Possibile minaccia di ingerenze russe sul voto italiano del 25 settembre, l'allarme evidenziato anche dagli apparati di intelligence. Maurizio Petrocchi, ricercatore in storia contemporanea all’Università di Macerata ed esperto in violenza politica, conflitti e terrorismo cerca di fare un po’ di chiarezza.
Di seguito l'analisi integrale redatta dal professor Petrocchi:
In un messaggio su Telegram l’ex presidente russo Medvevdev ha esortato i cittadini europei che si approcciano al voto a «chiamare i governi a rendere conto» e poi ha continuato dicendo che alle urne «vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio, che li chiamino a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità».
Il messaggio è chiaramente rivolto all’unico paese europeo in campagna elettorale ovvero l’Italia. L’ex presidente che ha esultato per la caduta del governo Draghi in passato aveva insultato i leader di Francia, Germania ed Italia definendoli «mangiatori di rane, salsicce e spaghetti».
Nonostante le colorite espressioni dell’ex delfino di Putin non va affatto sottovalutata la minaccia derivante dalle misure attive che la Russia è solita mettere in pratica per destabilizzare o cercare di influenzare le intenzioni di voto dei paesi occidentali con l’obiettivo di espandere la sua sfera di influenza. Ci sono stati negli ultimi anni diversi tentativi da parte di regimi autoritari come quello russo di condizionare le democrazie liberali e i suoi processi elettorali con strumenti di guerra ibrida.
La Russia, e non solo, da diversi anni ha scatenato nei confronti dell’occidente una vera e propria guerra permanente, ricordiamo quando nell’aprile del 2007 Tallinn fu colpita da un’ondata di violenze, successivamente verso la fine di maggio tutto il paese fu paralizzato da un attacco informatico. Il blocco e le sommosse erano state sostenute del Cremlino, anche se questo a causa della complessità della rete non fu possibile accertare con esattezza.
Nel 2008 toccò alla Georgia essere attaccata. In quell’occasione la Russia non utilizzò solamente attacchi hacker, ma anche mezzi corazzati; mentre nel 2014 il bersaglio dei russi fu l’Ucraina. Nel 2016 cyber attacchi sovietici furono utilizzati per condizionare le primarie e il voto americano.
Il personaggio politico americano maggiormente danneggiato nella sua credibilità dalla campagna cyber russa – come sostenuto dal procuratore speciale Robert Mueller - fu senza dubbio Hillary Clinton la quale perse la corsa alla presidenza degli USA contro il candidato repubblicano Donald Trump.
Nel rapporto del 2019 del procuratore Mueller è emerso che gli hacker nel marzo-aprile del 2016 avevano penetrato la rete informatica elettorale di circa 500.000 elettori della Georgia, dell’Iowa e dell’Arizona.
Inoltre erano riusciti attraverso dei malware ad esfiltrare dati sensibili e documenti di messaggi di posta elettronica della candidata democratica per la presidenza degli Stati Uniti. La campagna di disinformazione Russa ha come obiettivo la penetrazione e il controllo interno in altri paesi tra cui l’Italia che è un paese target.
Già nel mezzo dell’emergenza pandemica le agenzie di intelligence italiane - come riferisce un report del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica - hanno rilevato che la «Dezinformacija» Russa era intervenuta in Italia per far credere che il vaccino Sputnik fosse efficace e i sistemi totalitari fossero maggiormente adeguati per contrastare la pandemia.
Subito dopo, con lo scoppio del conflitto russo-ucraino la propaganda e la disinformazione del Cremlino ha mutato repentinamente l’oggetto delle sue misure attive riposizionando la propria attività, da quella No-Vax a quella di sostegno all'invasione russa e di discredito verso le reazioni del mondo occidentale e verso la Nato, a cui i russi addossano la responsabilità di aver provocato ad esempio l'escalation militare in Ucraina o di aver imposto sanzioni che hanno indebolito l'economia o causato l'insicurezza alimentare globale.
Analisti di intelligence ritengono con una giustificata preoccupazione che l’Italia sia piuttosto vulnerabile e permeabile dall’influenza russa, e questa preoccupazione è legata soprattutto anche alle imminenti elezioni politiche.
La Russia ed altre potenze straniere da decenni investono ingenti risorse nell’infowar, questo ha permesso loro di stringere intense relazioni sia con la Rai che con l’Ansa. Ciò ha portato ad una disinformazione televisiva e della rete prodotta ed ideata da attori statuali stranieri che come obiettivo hanno quello di disseminare volontariamente informazioni o notizie non vere o fuorvianti per ingannare il cittadino italiano.
L’opera di misinformation e disseminazione di fake-news riconducibili alla Russia fa direttamente capo al presidente Putin e si rivolge al nostro Paese, anche soprattutto nell'ambito dei canali di informazione pubblica e privata attraverso soggetti che vengono ospitati e partecipano ad alcune trasmissioni con l'intento di veicolare la disinformazione con il tentativo di condizionare o comunque inquinare il processo di formazione delle libere opinioni che è un caposaldo delle società democratiche.
La «Dezinformacija» di Mosca fa uso anche di agenzie di stampa online da essa controllate che pubblicano i propri contenuti in diverse lingue - compreso l'italiano - con decine di milioni di visualizzazioni, dove nella maggior parte dei casi i destinatari sono i giovani.
Sostenitori e finanziatori di questi siti di propaganda sono ignoti ed inoltre non forniscono le evidenze dei fatti narrati, ma riescono a rendere virali le fake da essi riportate inquinando l’informazione e l’opinione pubblica.
Gli attori che prendono parte a questo tipo di guerra ibrida possono appartenere a tre differenti livelli: possono essere autorità con un'evidente responsabilità di tipo politico; soggetti russi, non solo appartenenti al mondo giornalistico, aventi forme di collaborazione con le autorità russe; soggetti italiani che si adoperano come agenti di influenza e di disinformazione e che vantano rapporti con canali anche culturali della Federazione Russa.
In questo delicato momento storico dove si stanno ridefinendo gli assetti delle relazioni internazionali di molti Stati è in gioco anche la reputazione e la credibilità dell'Italia che ha espresso con forza la propria collocazione euroatlantica e che in questo frangente così drammatico si è dimostrato un alleato responsabile ed affidabile il cui ruolo è stato riconosciuto, anche in occasione della grave crisi apertasi con il conflitto in Ucraina.
L'Italia, per la sua storia e collocazione geografica, può quindi rappresentare il grimaldello con cui forzare l'atlantismo europeo, indebolendo anche la sua proiezione mediterranea al fine di favorire la crescente presenza strategica russa nel quadrante nordafricano, del Sahel e dei Balcani. Infatti focolai di instabilità politica hanno ripreso vigore in Bosnia, Serbia e Kosovo mettendo a rischio i fragili accordi di Dayton.
I timori di possibili riflessi sulla sicurezza nazionale dell’Italia sembrano essere avvalorati alla luce delle indicazioni acquisite: risulta ad esempio emblematica la coincidenza tra l'intensità delle campagne di disinformazione pianificata o l'eco di specifici interventi di soggetti all'interno di trasmissioni di approfondimento informativo con momenti rilevanti di discussione politica e parlamentare che vertono sulla posizione e le strategie che il nostro Paese è chiamato ad assumere di fronte al conflitto in corso.
Accanto alla guerra di tipo convenzionale che si combatte sul terreno e le linee di confine esiste una guerra parallela, a bassa intensità, che si consuma da anni su un campo conosciuto, ma altrettanto strategico per gli interessi nazionali. Si tratta, come in precedenza illustrato, di una guerra ibrida che si muove all'interno del dominio cibernetico e che giustifica l'adozione di ogni misura volta alla protezione del nostro apparato digitale su cui l'Italia si è adoperata con ritardo e, per molto tempo, senza un approccio strategico.
La disinformazione è un veleno inodore e insapore, sfuggirle è impossibile, poiché si diffonde con l’aria che respiriamo, ed è parte di noi. Le sue caratteristiche sono l’essere impalpabilità, subdola, volta a creare la maggior confusione possibile e non avere mai un momento di tregua.
Potenze come la Russia e la Cina sono impegnate un’opera di disinformazione e manipolazione su più fronti, e ciò risponde ad una precisa strategia militare, per questi Stati attaccanti l’obiettivo da colpire è l’Occidente. Mentre durante la Guerra Fredda l’URSS sosteneva in larga parte gruppi marxisti-lenisti, oggi invece il Cremlino può tranquillamente sostenere contemporaneamente gruppi di destra, di sinistra, ambientalisti, no global ed élite finanziarie.
Naturalmente l’obiettivo è quello di esacerbare le divisioni e creare una cassa di risonanza a supporto di Mosca. È proprio in questo contesto che vanno collocati i contatti con partiti italiani di centro destra ed anche con quelli di sinistra in Grecia.
Le Agenzia di intelligence italiane ravvisano la necessità di mantenere alto il livello di allerta da parte di tutte le istituzioni su possibili ingerenze da parte di potenze straniere onde evitare eventuali condizionamenti elettorali sul voto del 25 settembre, tramite operazioni ibride, disinformazione e attacchi cyber. Queste forme di ingerenza con molta probabilità si intensificheranno a ridosso del voto.
“Uomo precipita dal balcone e viene soccorso dall’eliambulanza: l’estate 2022 segnata dall’ennesimo dramma. Un dramma che poteva accadere nel palazzo di ognuno di noi. L’anziano della porta accanto, quello che molti di noi annoverano nel proprio condominio”.
Questa la riflessione della consigliera comunale della lista Macerata Rinnova, Elisabetta Garbati, riguardo l’ennesimo fatto di cronaca che ha funestato questa torrida estate: l'anziano che ha cercato di togliersi la vita, ieri, nel quartiere Santa Croce del capoluogo.
“Sul posto sono intervenuti i soccorsi, tempestivamente, ricorda Garbati. Grande la nostra rete di soccorso, hanno sempre dimostrato professionalità e preparazione nei momenti difficili. Ma come molti cittadini di questa città mi chiedo: perché è successo? Un anziano non si può svegliare una mattina e decidere di buttarsi dal balcone improvvisamente”.
"Chi deve sorvegliare in questo casi? A chi compete? – domanda la consigliera - . Nel gergo medico noi diciamo: meglio prevenire che curare. E questo dovrebbe essere il credo della nostra comunità. Siamo contenti che la nostra sanità funzioni e che i Vigili del fuoco di questa cittadina sono grandi, ma non basta”.
“Per stabilire l’esatta dinamica di quanto avvenuto sono intervenuti gli agenti della polizia di stato, presente anche la polizia scientifica. Non fa una piega. Tutto impeccabile. Ma prima? C’è stato un antecedente? Si poteva prevenire? Posso capire che sfugga l’imprevedibilità di un gesto di un giovane, ma di un ottantenne no, l’anziano dovrebbe avere un’attenzione sociosanitaria maggiore”.
“Diamo una risposta ai nostri cittadini che in questa giornata d’estate hanno letto l’articolo, magari in vacanza, in altri lidi, ma sempre con un occhio a ciò che succede nel nostro territorio” Con queste poche righe di commento Macerata Rinnova vuole sottolineare la necessità della prevenzione, l’esigenza di intercettare situazioni di disagio prima che sia troppo tardi”