Matteo Salvini, in tour elettorale a Camerino e Civitanova, alza ancora il tono della sua campagna elettorale e definisce l'Islam "incompatibile con la Costituzione", accusa il Pd di essere responsabile dei fatti di Macerata e dichiara che "il sacrificio di Pamela non sarà invano". Insomma, rilancia con vigore le sue parole d'ordine sempre più radicali.
"Mi accusano di tutto, ma ho le spalle larghe e me ne frego...Non posso dirlo? Allora - prosegue tra gli applausi - diciamo me ne disinteresso". Civitanova dista poco da Macerata, tuttavia Salvini, conferma la scelta di non fare tappa in città: "Andrò a telecamere spente, voglio risolvere problemi, non crearne". Anche le temute contestazioni a Civitanova Marche, non ci sono state. Tuttavia, commenta con toni molto forti la vicenda che da giorni sta scuotendo la politica e l'Italia. Parole dure, molto apprezzate dai suoi sostenitori che rispondono con slogan come "lavoro prima agli italiani", e "basta stranieri, ora la ruspa". E proprio "la ruspa" è stata la soluzione prospettata da Salvini per risolvere la questione Hotel House di Porto Recanati.
“Chiedo ai colleghi di Liberi e Eguali che sono intervenuti contestando la decisione di annullare la manifestazione prevista a Macerata il prossimo 10 febbraio di provare ad ascoltare e rispettare le motivazioni che hanno spinto il Sindaco di Macerata a chiederne pubblicamente il rinvio. Provate a chiamare il Sindaco, a parlare con lui e a sentire le motivazioni che hanno spinto gli stessi organizzatori dell'iniziativa, ANPI, ARCI, CGIL e Libera, a sospendere la manifestazione nazionale, per chiarire perché è stata assunta questa scelta. La manifestazione è stata sospesa per volontà degli stessi promotori e non vietata dal Governo".
Con queste parole la parlamentare maceratese del Pd, Irene Manzi, risponde alle dichiarazioni rese dai parlamentari di Leu, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza e Pippo Civati, che hanno contestato la decisione di annullare la manifestazione nazionale antifascista promossa per il prossimo 10 febbraio e successivamente sospesa da parte degli organizzatori accogliendo la richiesta del Sindaco di Macerata, Romano Carancini.
"La mia città e la comunità maceratese stanno vivendo un clima di profondo smarrimento, paura e dolore di fronte ad un atto violento ed inequivocabilmente razzista che va condannato senza se e senza ma. Voglio ringraziare ANPI, ARCI, CGIL e Libera, promotori della manifestazione a cui come parlamentare del Partito Democratico avrei preso parte, per aver colto il clima di preoccupazione espresso dal Sindaco e per aver rispettato una città in questo momento ferita e militarizzata. Una città che deve riflettere su quanto avvenuto, lontana dai clamori della cronaca nazionale, e riappropriarsi dei valori dell'antifascismo, dell'integrazione e del rispetto di ogni vita che le sono propri.
Chiedo alle forze politiche nazionali ed ai loro esponenti- prosegue la Manzi- come ha fatto in questi giorni il Partito Democratico grazie alla presenza e all'intervento dei Ministri Minniti, Martina ed Orlando, di rispettare questi sentimenti, espressi dallo stesso Sindaco, e di tenerne adeguatamente conto proprio per consentire una reazione adeguata e lucida di fronte alla violenza razzista consumatasi nei giorni scorsi con il gesto di Luca Traini. Non è accettabile, da parte di nessuna forza politica, una strumentalizzazione di questi sentimenti e della decisione assunta ieri, con sofferenza e ponderazione. Ed è per questo che mi auguro che, superati questi giorni, sia promossa quanto prima, dallo stesso Comune, una manifestazione unitaria che, partendo proprio dai promotori dell'iniziativa del 10 febbraio, si allarghi a tutta la comunità civile e democratica per reagire ad ogni forma di violenza e prevaricazione."
"Oggi ho incontrato la madre di Pamela e ho trovato una donna forte, coraggiosa. Mi ha raccontato le difficoltà della figlia, si impegnerà perché fatti come questi non succedano più: pretende giustizia non vendetta. Questo le fa onore. E spera che qualcuno possa collaborare nel dare particolari che aiutino a ricostruire completamente la vicenda" della morte di Pamela Mastropietro.
Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, oggi a Macerata in visita ai migranti feriti nel raid xenofobo del 3 febbraio. "Noi, in maniera paritaria - ha aggiunto -, siamo andati dai familiari della vittima e siamo venuti qua a dare solidarietà e vicinanza anche alle vittime di questa aggressione che ha una caratteristica terroristica, perché rivolta in maniera indiscriminata verso persone, ma con una caratteristica fascista di stampo razzista, riconosciuta anche dall'imputazione".
Vedere la bandiera italiana che avvolge una persona che spara indiscriminatamente contro delle persone inermi, questo fa male" ha detto ancora Grasso. (Ansa)
Dai candidati del Movimento 5 Stelle della Regione Marche riceviamo
Oggi sarà il grande giorno dell’arrivo di Matteo Salvini nelle Marche: dopo quanto accaduto lo scorso sabato a Macerata, è chiaro che la “gita” elettorale dell’onnipresente capo del Carroccio non lascia presagire nulla di buono in una terra ancora in stato di shock e in fermento dopo le vicende tristemente note a tutti.
Nella speranza che Salvini non venga a soffiare sopra al fuoco dell’intolleranza come è suo rivedibile costume, dovrebbe invece spiegare ai marchigiani per quale motivo dovrebbero mettere una croce sul suo partito vista l’orgia di candidature quanto meno discutibili che la Lega propone su scala nazionale e anche a livello marchigiano. Ricordiamo che se oggi il fenomeno dell’immigrazione è fuori controllo, la responsabilità principale è di una legge, la Bossi-Fini, che ha come primo firmatario il fondatore del partito che Salvini guida: il candidato premier della Lega si dimentica sempre di specificarlo.
Fondatore che, nonostante una condanna a due anni per appropriazione indebita nell’inchiesta “The Family”, la Lega ripropone senza troppi imbarazzi anche stavolta. Anche nelle Marche però, la Lega propone dei veri e propri assi del buon senso, come il segretario regionale Luca Paolini, colui che auspicava una sorta di apartheid sugli autobus con l’obbligo per gli extracomunitari di far sedere gli italiani. Ha per sé addirittura un collegio uninominale Tullio Patassini, che fino a poche settimane fa era in Alternativa Popolare, partito che in questi cinque anni ha fatto da stampella a Renzi al governo: nel momento del bisogno, è noto, l’incoerenza cronica della Lega emerge sempre.
E che dire poi di Giorgia Latini, assessore ad Ascoli e nuora di quel Pietro Santarelli che figura tra gli imprenditori debitori di Banca Marche per somme superiori ai 110 milioni di euro complessivi. Sarà buffo vedere il leader leghista elevarsi a portabandiera dei risparmiatori che hanno perso tutto con una presenza così imbarazzante in lista. Però si sa, Salvini ci ha abituato alle carnevalate: stavolta capita a fagiolo”.
In questi ultimi giorni si coglie a Macerata un misto di sgomento, preoccupazione e disorientamento generati dagli efferati episodi di violenza dei giorni scorsi. Questa è una città" scrive in una nota la Cisl Marche "con un importante patrimonio di sensibilità sociale e di politiche d'integrazione che va preservato e custodito, tenendo conto degli elementi di tensione emersi negli ultimi tempi ed evitando di apporre stigmi di ogni genere su di essa.
Vanno perciò condivise tra istituzioni, associazioni e parti sociali tutte quelle azioni volte a rinsaldare il dialogo e la coesione sociale e contrastare ogni forma di violenza, razzismo, fanatismo e ogni rischio di rigurgito neofascista.
Per questo la CISL aderirà convintamente ad ogni iniziativa che le istituzioni locali, a partire dal Comune di Macerata, intenderanno promuovere in tal senso e continuerà ad impegnarsi nel fronte teso a qualificare le politiche dell'accoglienza, per l’integrazione e l’inclusione, combinandole con le basilari regole di convivenza civile.
Parimenti la CISL, per una scelta di responsabilità e rispetto per la città e tutti i suoi abitanti, ritiene che non sia opportuno sostenere iniziative di altro genere che rischiano di accrescere la pressione emotiva sul territorio.
Un pensiero particolare" conclude la nota "lo rivolgiamo alle vittime degli inconsulti atti della settimana scorsa".
"Macerata sta diventando un teatrino macabro in cui burattini locali vengono messi in scena da burattinai di caratura nazionale nel tentativo di creare una nuova strategia del terrore.
La coreografia è chiara. Attentato fascista, rivendicazione dei mandanti, equiparazioni delle loro azioni" scrive in una nota Antifa Macerata "a quelle delle forze antifasciste, costruzione di clima del terrore nella comunita' da parte delle istituzioni locali, e tentativo di creare una trappola ai cortei per alimentare scontri e dare il pretesto per una stretta autoritaria.
Sabato 10 Febbraio, non cadremo in questa trappola e nonostante tutte le defezioni e le provocazioni saremo per le strade di Macerata in tanti uniti e pacifici nel reclamarle e riappropriarcene. Non saremo burattini nelle loro mani, scardineremo questo copione, e manderemo un messaggio chiaro: mai piu' attentati fascisti, le strade sono nostre".
"Gravissime le dichiarazioni del sindaco Pd di Macerata. Questo signore per giorni non è nemmeno andato a trovare i feriti in ospedale. Invece di invitare la cittadinanza a partecipare alla manifestazione antifascista e antirazzista mette sullo stesso piano Anpi e Casa Pound e Forza Nuova e chiede di annullare manifestazioni. Il Pd come M5S pensa solo ai voti non a contrastare xenofobia. Neanche dopo una tentata strage sentono un sussulto di coscienza democratica". Lo afferma in una nota Maurizio Acerbo candidato di "Potere al Popolo". "Ci dispiace apprendere che Anpi, Cgil, Libera e Arci abbiano deciso di non partecipare alla manifestazione del 10/2 a Macerata venendo incontro alle assurde richieste del sindaco. Noi andremo a Macerata e parteciperemo alla manifestazione perché di fronte alla deriva razzista, xenofoba e fascista riteniamo doveroso esserci. Rinunciare significherebbe darla vinta a chi vuole creare un clima di paura".
“Sono un uomo della società, uno di voi, e alla mia comunità mi rivolgo in prima persona. Se sarò eletto lo saremo insieme”. Con queste parole Flavio Corradini, candidato per il Partito Democratico al Collegio Uninominale Marche 3, ha dato il via alla campagna elettorale presso l’Abbadia di Fiastra a Tolentino.
“La fragilità diffusa nel nostro tessuto sociale, generata dalla crisi degli ultimi anni, dal terremoto che ha colpito la nostra terra ed anche da una debolezza della politica oramai divenuta cliché, va curata prendendosi ognuno le proprie responsabilità. Per questo ho deciso di candidarmi. Voglio impegnarmi nella gestione della cosa pubblica dopo aver ampiamente dimostrato di essere capace di gestire, assieme a voi e per voi, una realtà importante come l’università”. Corradini è stato Rettore dell’Università di Camerino dal 2011 al 2017 ed oggi è Professore Ordinario di Informatica presso l’Ateneo. “Non vi chiedo un atto di fiducia, ma una scelta consapevole. Mi conoscete già e sapete che non lascerò indietro nessuno, che parlando con tutti potremo essere noi stessi come comunità un esempio per il paese. Come le molte nostre famiglie che hanno affrontato la crisi economica, come tutti noi che abbiamo saputo tenere testa al terremoto e all’emergenza che ha invaso il nostro territorio; siamo da tempo descritti come una comunità di persone operose, rispettose del prossimo e solidali con chi è più sfortunato di noi, è questo il momento di tracciare una linea e condividere per tutti noi un futuro ancora migliore che parta dalla consapevolezza di ciò che siamo.
L’Università, il faro di tutti i mari, specialmente quando in tempesta, mi ha insegnato a valorizzare i giovani e la loro visione del futuro, la loro forza ed energia di cui tutti noi abbiamo bisogno. Parliamo anche a loro – ha concluso Corradini – sfatiamo questo luogo comune dell’Italia “vecchia” che dimentica le nuove generazioni; questa è un’altra sfida nella sfida. Torniamo alla politica e facciamone un qualcosa di cui andare fieri. Non vergogniamocene più”.
Dal Csa Sisma riceviamo
Apprendiamo dell'annuncio della sospensione della partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato da parte delle Segreterie e delle Presidenze Nazionali ANPI, ARCI, CGIL e LIBERA. Una decisione maturata a seguito del "tardivo invito del Sindaco di Macerata a fermare tutte le manifestazioni". Ancora una presa di posizione irricevibile, quella del Sindaco, che a fronte della gravità dei fatti di sabato, pone sullo stesso piano le iniziative neofasciste lanciate da quanti rivendicano l'attacco terroristico e la grande manifestazione di condanna di quanto accaduto.
L'unica risposta possibile a quanto accaduto sabato scorso è quella di rifiutare il clima creato ad arte per ostacolare la libera espressione del diritto di tutti i cittadini a manifestare la loro solidarietà alle vittime dell'attentato, e la loro ferma condanna di ogni manifestazione di fascismo e razzismo.
Nessuno può sospendere una manifestazione che in pochissimi giorni ha ricevuto appelli, adesioni ed inviti alla partecipazione da tante realtà sociali e singoli cittadini, a livello locale, come a livello nazionale. Per questa ragione confermiamo la manifestazione nazionale contro il fascismo e il razzismo di sabato 10 febbraio.
Vi aspettiamo.
Movimenti contro il fascismo e il razzismo
Ecco la dichiarazione del sindaco Romano Carancini appresa la notizia della sospensione della manifestazione nazionale annunciata per sabato 10 febbraio: “Ero fiducioso che le forze democratiche e antifasciste avrebbero saputo ascoltare la voce della Città.
La decisione di sospendere la manifestazione nazionale del 10 febbraio a Macerata dimostra la sensibilità verso una comunità che intende rialzarsi e tornare a essere se stessa dopo le ferite subite.
Fermarsi a respirare non vuol dire rinunciare a combattere per i valori in cui crediamo quali l’antifascismo, l’integrazione e il rispetto per ogni vita.
Per questo, sono pronto a fare la mia parte in una grande manifestazione unitaria nazionale a sostegno della nostra Costituzione.
Infine, ho ancora speranza che tutte le altre annunciate manifestazioni in città possano essere spontaneamente annullate”.
Simone Di Stefano, segretario nazionale di Casa Pound, è arrivato come previsto a Macerata intorno alle 16.30.
In una città blindata da polizia, carabinieri e polizia locale, Di Stefano ha incontrato i giornalisti sotto la Galleria del Commercio e non ha lesinato critiche durissime allo Stato, ribadendo con forza che "chi non ha titolo non deve stare in Italia e deve essere cacciato".
Di Stefano ha anche sottolineato che "nessuno deve farsi giustizia da solo, ma se lo Stato non risolve il problema alla fine può generare elementi di follia che vanno in giro a sparare. Sarà il caso che lo Stato inizi a risolvere il problema se non vogliamo vedere altri gesti di follia in giro per l'Italia".
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei gruppi di maggioranza che sostengono il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica
Non accettiamo e non comprendiamo come si possano sollevare critiche e attaccare il Sindaco Ciarapica per aver responsabilmente richiamato tutti ad abbassare i toni e a non strumentalizzare i gravi fatti di cronaca recentemente avvenuti in provincia.
E' grave che qualcuno ancora non abbia la consapevolezza di ciò che realmente sia accaduto, ed è ancor più grave che ci si concentri principalmente su chi attribuire le colpe piuttosto che riflettere sulle cause.
Un invito alla responsabilità e al silenzio sulla vicenda era quanto di meglio il Sindaco potesse esprimere oltre a condannare chiaramente, senza distinzioni, tutti gli efferati atti criminosi avvenuti in questi ultimi giorni.
La politica fino ad oggi non è stata in grado di capire quali siano le reali esigenze dei cittadini. Quando non si riesce a dare delle risposte bisognerebbe farsi qualche domanda piuttosto che richiamare un'ideologia morta e sepolta da settant’anni.
Alcuni personaggi, esponenti di una certa classe politica, dovrebbero capire quando è il momento di tacere, quando l’onda non dovrebbe essere cavalcata.
Abbassare i toni è un atto dovuto, di responsabilità, che oggi più che mai dovrebbe mettere tutti d'accordo.
Esprimiamo infine il nostro rammarico verso certa stampa che non sa più discernere quella che è la notizia da quella che è la campagna elettorale, proponendo articoli faziosi su temi per i quali dovrebbe limitarsi a riportare, e non a commentare appassionatamente, esasperando ancor di più gli animi dei cittadini già provati da tutto ciò che quotidianamente accade.
Unitamente al Sindaco, condanniamo ogni forma di violenza, ogni forma di razzismo e di autoritarismo.
Siamo al fianco dei cittadini che da troppo tempo sono costretti ad affrontare da soli situazioni di emergenza.
Auspichiamo che la politica nazionale si assuma la responsabilità etica, civile e giuridica e fornisca gli strumenti e le risorse necessarie di cui tutto il paese non può piu' fare a meno.
Riceviamo e pubblichiamo dalla candidata alla Camera dei Deputati FI collegio Marche 1, Deborah Pantana
Sul Corriere della Sera leggo le dichiarazioni del Sindaco di Macerata, Romano Carancini: "Io stesso sono tollerante ma provo fastidio quando vedo questi qui spacciare e anche quando li vedo chiedere l’elemosina ... l’accoglienza deve cambiare: i migranti che escono dalle misure di protezione, perché non hanno titolo o commettono reati, non possono stare liberi nella nostra comunità, vanno mandati in un luogo confinato". Questa dichiarazione del Sindaco sembrerebbe di pura circostanza, dopo i tragici eventi che hanno colpito la mia comunità, la città dove sono nata e dove vivo da sempre con la mia famiglia. Sono più di due anni che, dai banchi del Consiglio Comunale, noi dell’opposizione chiediamo al Sindaco più chiarezza sulla presenza dei migranti a Macerata.
Questa situazione è ormai fuori controllo, palesata più volte anche dalla discordanza dei dati numerici forniti dal Comune e dalla Prefettura sulla presenza dei migranti. Nel 2015 l’amministrazione comunale di Macerata riferiva che nella nostra città vi erano: 65 presenze con il progetto Macerata accoglie (11 appartamenti), 15 per il progetto Mosaico della provincia (3 appartamenti); 36 emergenza sbarchi presenze della Caritas (2 appartamenti e 2 strutture); 43 dell’Acsim (6 appartamenti), 43 della Perigeo (6 appartamenti); 138 del Gus (22 appartamenti), per un totale di 340 presenze; mentre la Prefettura il 5 novembre 2015 rispondeva alla mia richiesta dicendo che a Macerata erano presenti 246 profughi. Da questi dati, che non corrispondono tra il Comune e la Prefettura, siamo arrivati a cifre incontrollate, tanto che il Sindaco ancora oggi non sa quanti migranti siano presenti a Macerata e dove siano sistemati. Quindi, se non vi è tra il Comune e la Prefettura una unitarietà di dati e presenze, come potevano fornire alle forze dell’ordine un quadro unitario per garantire la sicurezza necessaria ai cittadini Maceratesi?
Entrambe le amministrazioni hanno dato dimostrazione di una grave e forte inadeguatezza e superficialità, tanto che è giunto da Roma direttamente il Ministro degli Interni, che ha, proprio in questi giorni, presieduto il Comitato sulla sicurezza pubblica a Macerata. Ancora, il primo febbraio ho depositato una richiesta al Sindaco e alla Prefettura di controllo di tutti gli appartamenti occupati dai migranti, fornendo chiarezza sulle generalità di chi vi risiede, ma ancora oggi non ho avuto alcuna risposta.
Ieri, alla manifestazione per Pamela, in molti si sono chiesti come mai il Sindaco fosse assente: è proprio l’assenza del Primo Cittadino che dimostra che la situazione a Macerata è grave ed è appunto, ormai, evidente come Carancini non abbia il controllo della città e di quanto sta succedendo, continuando a difendere, oltretutto, la sua parte politica, di lobby e di personaggi che hanno portato Macerata ad essere terreno di scontro quotidiano. Noi non vogliamo la manifestazione dei centri sociali, perché hanno dato prova, da sempre, di essere portatori di un fenomeno che non si può controllare. Sappiamo che questa è la sua gente, ma rifiutiamo in toto di lasciare Macerata in mano a queste persone: stavolta Carancini deve avere il coraggio di dire no, anche se sappiamo che la sua Vice Sindaca pare abbia partecipato alle riunioni degli organizzatori di questa manifestazione.
E’ il momento della riflessione e del silenzio, e di ritrovare il senso smarrito di una comunità che è stata divisa, da chi ci governa a Macerata da oltre vent’anni, non di manifestazioni che rischiano di peggiorare il clima di forte tensione che già attanagli Macerata. Ci chiediamo, oltretutto, chi si assumerà la responsabilità di eventuali ulteriori scontri o danni dovuti alla manifestazione; noi chiederemo il conto al Sindaco e al Prefetto.
Il problema immigrazione è un fatto serio e, guarda caso, quando governa la sinistra la sicurezza e l’immigrazione incontrollata e senza regole diventano due emergenze, come dimostrato dalla situazione degli sbarchi in Italia negli ultimi due anni di Governo di sinistra.
Durante i quattro governi di sinistra, non eletti dal popolo, che si sono succeduti in questi cinque anni, si stima che siano sbarcati 170.000 migranti nel 2014, 153.000 nel 2015, 181.000 nel 2016, 119.000 nel 2017. Oggi in Italia si contano più di 630.000 migranti, di cui solo il 5% , cioè 30.000 di essi, ha il diritto di restare, perché rifugiati, mentre gli altri 600.000 rappresentano una vera “Bomba Sociale” pronta ad esplodere. La colpa è di chi ci ha governato fino ad oggi e non di chi, come noi, dal più piccolo Comune d’Italia fino al Parlamento, ha dovuto in più sedi esprimere invano le perplessità inerenti a questo eccessivo fenomeno che, oltretutto, calpesta la dignità dei migranti stessi.
Al progetto SPRAR, messo in campo dal Ministero degli Interni, in cui si prevede un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, finora ha aderito un Comune su otto, in maggioranza nel centro e nel sud d’Italia. In particolare, nell’aderire a questo sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati il Comune dà la sua disponibilità per ricevere una quota di migranti, diventa “ente capofila del progetto” e riceve finanziamenti standard (35 euro a persona), che possono aumentare sulla base dei servizi per l’integrazione offerti. Un progetto che, però, può considerarsi fallimentare in tutti i sensi, non più sostenibile neanche da un punto di vista economico, tanto che ormai è dimostrato che le finalità di questo progetto non siano state raggiunte, in quanto lo Stato, con tali interventi, non ha saputo creare una vera e propria integrazione.
Infatti, una volta accolti i migranti e trascorsi i mesi di accoglienza previsti, di essi non si sa più nulla. Gli stessi operatori che tentano di lavorare all’interno di queste strutture lamentano le grandi difficoltà nella gestione di tale situazione.
Quello che è successo a Macerata, una piccola cittadina di 40 mila abitanti, dà proprio il senso del fallimento di questo Stato, di quanto non ha saputo fare proprio sul tema dell’immigrazione, fenomeno divenuto ormai incontrollabile. Uno Stato ed un Governo che in questi anni non hanno dato risposte concrete: non hanno dato lavoro ai giovani, speranze, ma solo alimentato un clima di odio nei confronti di chi si stabilisce in Italia, pur senza permesso di soggiorno, vivendo nell’illegalità e, soprattutto, nell’impunità, ma anche di chi invece vorrebbe integrarsi ed adattarsi al contesto in cui vive.
I fatti parlano: a Macerata, in via Spalato, abitava in affitto un Nigeriano con il permesso di soggiorno scaduto, che pare spacciasse droga e che forse era seguito addirittura dagli assistenti sociali, probabilmente dell’Asur, perché aveva avuto una bambina e nessuno si è accorto mai di nulla. Questa non è l’Italia che vogliamo, è fondamentale riprendere il controllo del territorio, in modo tale da garantire sicurezza e legalità, restituendo a tutti i cittadini “la città della Pace".
La prima tappa del Segretario della Lega e candidato Premier sarà a Fabriano, dove alle 12:10 visiterà la Tecnowind e i lavoratori dell’azienda in crisi. Si sposterà poi in centro città per incontrare i commercianti fabrianesi e per un aperitivo/pranzo elettorale al ristorante “Mercato Coperto” di Piazza Garibaldi.
Alle 14:00 Matteo Salvini sarà a Camerino per un incontro al City Park con i comitati dei terremotati e i sindaci dei comuni del cratere. In programma poi una visita alla zona rossa del terremoto.
Si sposterà in seguito a Civitanova Marche per incontrare, verso le 16:00, alcuni commercianti al mercato ittico e raggiungere il Porto dove nei locali del Cantiere Navale Anconetani è previsto un appuntamento sulle problematiche derivanti dalla Direttiva Bolkestein insieme ai pescatori, ai proprietari di chalet e ai piccoli armatori.
Il giro si concluderà ad Ascoli Piceno dove inaugurerà, alle 17:30, il nuovo punto elettorale della Lega in via Cino del Duca 1/3 e in seguito terrà un comizio in Piazza Arringo.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma del coordinamento provinciale di Macerata, "Potere al Popolo".
Il coordinamento provinciale di Macerata di 'Potere al Popolo' esprime soddisfazione per la riuscita del presidio spontaneo che ha avuto luogo domenica a Macerata e che ha visto la partecipazione sentita di buona parte della comunità maceratese sensibile ai violenti accadimenti dei giorni passati.
Essersi ritrovati è un messaggio forte contro chi vuole generalizzare e giustificare rappresaglie di stampo politico, a fronte di un intreccio di vicende umane che devono solo sollevare un importante questione: il fallimento dello Stato di diritto che abbandona gli ultimi. Le storie di Pamela, Innocent e Luca sono solo alcuni esempi del degrado sociale e della latitanza dello Stato nella tutela delle fasce più disagiate della popolazione. Una tossicodipendente, uno spacciatore ed una persona con un profondo disagio sociale. Volevano metterci paura, insomma: dirci di restare a casa. Noi siamo usciti per dire la nostra. No alla violenza in ogni sua forma. Senza bandiere. Uniti per una società diversa: inclusiva, solidale, coesa. Perché questo deve fare la comunità, farsi carico degli ultimi.
Quanto accaduto negli scorsi giorni è responsabilità di tutti e se la società civile se ne è fatta carico portando in piazza la sua voce domenica, da domani tocca obbligatoriamente alla politica.
"Spero che una volta al governo riusciremo a mettere in condizioni queste terre di ricominciare a guardare al futuro con un po' più di speranza''. Così il candidato al Senato della Lega Nord, Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso, risponde ad una domanda via chat del Centro Studi Politici Criticalia, riguardo le parole di Gentiloni pronunciate il 31 gennaio scorso secondo cui l'emergenza per i terremotati è terminata.
''Forse - ha commentato sarcastico Pazzaglini - il presidente del Consiglio si riferiva al terremoto dell' Emilia Romagna del 2012''. ''Ci sono ancora da consegnare quasi il 40% delle Sae - ha spiegato Pazzaglini alla Sbs - e migliaia di persone sono in attesa. Le macerie da togliere, la viablità in alcune zone di montagna da ripristinare, i distretti artigianali e industriali da rimettere in piedi. Di quale emergenza parla Gentiloni? Qui, nelle Marche - ha concluso Pazzaglini - il tessuto sociale ed economico è lacerato''.
Forza Nuova mette a disposizione un pool di avvocati per chiedere, tra l'altro, spiegazioni sulle accuse a Luca Traini. Critiche dal Pd.
La presa di posizione di Forza Nuova - "Rendo noto che il mio Movimento ha deciso di chiedere ad un pool di avvocati (i quali hanno immediatamente offerto la propria disponibilità) di incalzare magistrati e autorità preposte all'ordine civile per le criticità emerse gli ultimi giorni nel maceratese". Lo afferma segretario nazionale di Forza Nuova e leader della coalizione Italia agli italiani Roberto Fiore, che chiede "spiegazioni urgenti: 1) sul trattamento riservato al pusher nigeriano Innocent Oseghale, responsabile dell'omicidio di Pamela Mastropietro, che in questi momenti potrebbe essere scarcerato in quanto non accusato di omicidio, 2) sulle accuse rivolte a Luca Traini (strage e aggravante razziale), totalmente avventate nel contesto dei fatti". "Il pool di legali - afferma Fiore - si occuperà anche di denunciare alla Procura di Macerata l'esistenza di una violentissima ed efferata mafia, quella nigeriana, già evidenziata dal presidente della Commissione antimafia Franco Roberti". Per questo, conclude Fiore, "terremo gli occhi ben aperti sugli eventi di Macerata e non tollereremo altre distrazioni o ingiustizie".
Renzi, perplesso da Forza Nuova che paga l'avvocato di Traini - "Chi ha cercato di strumentalizzare questa vicenda si deve vergognare: offrire di pagare le spese legali come ha fatto Forza Nuova mi lascia perplesso". (Ansa)
Nella corsa al titolo di Capitale della Cultura 2020, Macerata ha affrontato oggi, lunedì 5 febbraio, a Roma la prova decisiva. Alle 14.15 era fissata al ministero per i Beni e le attività culturali l'audizione davanti alla commissione presieduta da Stefano Baia Curioni.
Fino alle 15.30 Macerata ha esposto le ragioni della sua candidatura e risposto alle domande della commissione, già illustrate nel dossier, oggi giudicato da alcuni commissari interessante, che le ha permesso di entrare nella short list delle finaliste insieme ad Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso che hanno superato le altre 21 città concorrenti.
La delegazione maceratese era composta dal sindaco Romano Carancini, dall’assessore alla Cultura Stefania Monteverde, dagli esperti progettisti della società Nomisma Marco Marcatili e Massimilano Colombi, Francesco Micheli, regista ed ex direttore artistico del Macerata Opera Festival, Gianluca Puliti, responsabile unico del progetto, Francesca Spigarelli dell’Università degli Studi di Macerata - Direttrice China Center, Paola Taddei, direttrice dell'Accademia di Belle Arti di Macerata e Rebecca Marconi, rappresentante degli studenti.
L’iniziativa, come noto, istituita con la Legge Art Bonus per il periodo 2015 – 2018 per valorizzare la progettualità delle candidate italiane a Capitale Europea della Cultura 2019 e divenuta stabile con la Legge di Bilancio 2018, è volta a sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo.
Il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 sarà assegnato, come di consueto, nell’ambito di una cerimonia pubblica nella sede del Ministero, a Roma, il prossimo 16 febbraio alle ore 11 alla presenza del Ministro Dario Franceschini.
La città vincitrice potrà rappresentare per un anno la nuova offerta culturale e turistica nazionale, attuando il proprio progetto grazie al contributo statale di 1 milione di euro.
"Viviamo in una società dove ci sono bianchi, neri, gialli" quindi "credo che chi specula su queste paure e incita alla violenza è un mascalzone, irresponsabile. La classe dirigente del paese non dovrebbe litigare ma trovare soluzioni condivise per rasserenare i cittadini e difenderli". Lo afferma l'ex-premier ed esponente di LeU, Massimo D'Alema, su TgCom 24.
"Se chiudiamo le frontiere per difendere la razza bianca - sottolinea - ci ritroviamo presto un paese di vecchi senza pensione, già oggi gli immigrati pagano le pensioni. Bisogna stabilire delle quote annuali di migranti cercando di selezionare i migliori. A Macerata - aggiunge - è avvenuto un delitto orribile, ma in un paese civile a un delitto orribile non si reagisce con atti orribili, sparando a casaccio, si reagisce con la fermezza della legge".
(Fonte Ansa)
"Non condivido niente, non è la mia Italia quella che spara agli innocenti, così si fa l'esatto contrario di quello che si vuole, penso che sia legittimo dire che l'immigrazione incontrollata va regolata e c'è un problema tra l'immigrazione incontrollata e il problema sicurezza. Ma le Istituzioni non possono fare le omertose sui reati degli immigrati".
Lo dice Giorgia Meloni, leader Fdi, su la 7 a Tagadà.
(Fonte Ansa)
Il Consiglio dell’Unione Montana Potenza, Esino, Musone di San Severino Marche ha approvato il Rendiconto della gestione relativo all’anno 2016 che ha visto movimentare una somma pari a circa 3,9 milioni di euro, di cui 1,4 milioni di euro destinati ai servizi sociali.
“La gestione si è chiusa molto positivamente – sottolinea il presidente, Matteo Cicconi – tanto che abbiamo registrato un avanzo. Nonostante ciò, però, non abbiamo assolutamente tagliato servizi, come il sociale e i trasporti, che riteniamo di vitale importanza per una comunità che si è trovata a dover fare i conti anche con il terremoto. Siamo vicini alle nostre popolazioni, soprattutto alle persone anziane e sole, e cerchiamo di alleviare in ogni modo le loro difficoltà”.
Dalla seduta del Consiglio, cui hanno preso parte i sindaci di San Severino Marche, Rosa Piermattei, di Treia, Franco Capponi, di Castelraimondo, Renzo Marinelli, di Esanatoglia, Luigi Bartocci, e di Sefro, Giancarlo Temperilli, è poi arrivato il semaforo verde per la sottoscrizione di una convenzione tra l’Unione Montana e i Comuni del Territorio per la gestione associata dello Sportello unico per le attività produttive, il Suap. Si tratta di un’intesa che prevede, fin da subito, l’ingresso anche di altre realtà oltre a quelle che ne saranno le prime firmatarie. Chi sottoscriverà la convenzione, com’è scritto nella premessa della stessa, si impegnerà a delegare le funzioni, i procedimenti e le attività collegate al Suap all’Unione.
“Il servizio in forma associata – ha tenuto a sottolineare il presidente Cicconi - assicurerà l’attuazione e la semplificazione di tutte le procedure urbanistiche ed edilizie per l’apertura, la modifica e lo sviluppo di impianti produttivi, nonché il necessario impulso per lo sviluppo economico, dell’intero territorio”.
L’Unione Montana Potenza, Esino e Musone, infine, ha votato all’unanimità dei presenti un atto di indirizzo relativo all’appalto di gestione dei servizi alla persona. La gara, europea, verrà bandita entro l’anno.