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Politica Macerata

Deborah Pantana (FI): "E' il momento della riflessione e del silenzio e di ritrovare il senso di una comunità smarrita"

Deborah Pantana (FI): "E' il momento della riflessione e del silenzio e di ritrovare il senso di una comunità smarrita"

Riceviamo e pubblichiamo dalla candidata alla Camera dei Deputati FI collegio Marche 1, Deborah Pantana

Sul Corriere della Sera leggo le dichiarazioni del Sindaco di Macerata, Romano Carancini: "Io stesso sono tollerante ma provo fastidio quando vedo questi qui spacciare e anche quando li vedo chiedere l’elemosina ... l’accoglienza deve cambiare: i migranti che escono dalle misure di protezione, perché non hanno titolo o commettono reati, non possono stare liberi nella nostra comunità, vanno mandati in un luogo confinato". Questa dichiarazione del Sindaco sembrerebbe di pura circostanza, dopo i tragici eventi che hanno colpito la mia comunità, la città dove sono nata e dove vivo da sempre con la mia famiglia. Sono più di due anni che, dai banchi del Consiglio Comunale, noi dell’opposizione chiediamo al Sindaco più chiarezza sulla presenza dei migranti a Macerata.

Questa situazione è ormai fuori controllo, palesata più volte anche dalla discordanza dei dati numerici forniti dal Comune e dalla Prefettura sulla presenza dei migranti. Nel 2015 l’amministrazione comunale di Macerata riferiva che nella nostra città vi erano: 65 presenze con il progetto Macerata accoglie (11 appartamenti), 15 per il progetto Mosaico della provincia (3 appartamenti); 36 emergenza sbarchi presenze della Caritas (2 appartamenti e 2 strutture); 43 dell’Acsim (6 appartamenti), 43 della Perigeo (6 appartamenti); 138 del Gus (22 appartamenti), per un totale di 340 presenze; mentre la Prefettura il 5 novembre 2015 rispondeva alla mia richiesta dicendo che a Macerata erano presenti 246 profughi. Da questi dati, che non corrispondono tra il Comune e la Prefettura, siamo arrivati a cifre incontrollate, tanto che il Sindaco ancora oggi non sa quanti migranti siano presenti a Macerata e dove siano sistemati. Quindi, se non vi è tra il Comune e la Prefettura una unitarietà di dati e presenze, come potevano fornire  alle forze dell’ordine un quadro unitario per garantire la sicurezza necessaria ai cittadini Maceratesi?

Entrambe le amministrazioni hanno dato dimostrazione di una grave e forte inadeguatezza e superficialità, tanto che è giunto da Roma direttamente il Ministro degli Interni, che ha, proprio in questi giorni, presieduto il Comitato sulla sicurezza pubblica a Macerata. Ancora, il primo febbraio ho depositato una richiesta al Sindaco e alla Prefettura di controllo di tutti gli appartamenti occupati dai migranti, fornendo chiarezza sulle generalità di chi vi risiede, ma ancora oggi non ho avuto alcuna risposta.

Ieri, alla manifestazione per Pamela, in molti si sono chiesti come mai il Sindaco fosse assente: è proprio l’assenza del Primo Cittadino che dimostra che la situazione a Macerata è grave ed è appunto, ormai, evidente come Carancini non abbia il controllo della città e di quanto sta succedendo, continuando a difendere, oltretutto, la sua parte politica, di lobby e di personaggi che hanno portato Macerata ad essere terreno di scontro quotidiano. Noi non vogliamo la manifestazione dei centri sociali, perché hanno dato prova, da sempre, di essere portatori di un fenomeno che non si può controllare. Sappiamo che questa è la sua gente, ma rifiutiamo in toto di lasciare Macerata in mano a queste persone: stavolta Carancini deve avere il coraggio di dire no, anche se sappiamo che la sua Vice Sindaca pare abbia partecipato alle riunioni degli organizzatori di questa manifestazione.

E’ il momento della riflessione e del silenzio, e di ritrovare il senso smarrito di una comunità che è stata divisa, da chi ci governa a Macerata da oltre vent’anni, non di manifestazioni che rischiano di peggiorare il clima di forte tensione che già attanagli Macerata. Ci chiediamo, oltretutto, chi si assumerà la responsabilità di eventuali ulteriori scontri o danni dovuti alla manifestazione; noi chiederemo il conto al Sindaco e al Prefetto.

Il problema immigrazione è un fatto serio e, guarda caso, quando governa la sinistra la sicurezza e l’immigrazione incontrollata e senza regole diventano due emergenze, come dimostrato dalla situazione degli sbarchi in Italia negli ultimi due anni di Governo di sinistra.

Durante i quattro governi di sinistra, non eletti dal popolo, che si sono succeduti in questi cinque anni, si stima che siano sbarcati 170.000 migranti nel 2014, 153.000 nel 2015, 181.000 nel 2016, 119.000 nel 2017. Oggi in Italia si contano più di 630.000 migranti, di cui solo il 5% , cioè 30.000 di essi, ha il diritto di restare, perché rifugiati, mentre gli altri 600.000 rappresentano una vera “Bomba Sociale” pronta ad esplodere. La colpa è di chi ci ha governato fino ad oggi e non di chi, come noi, dal più piccolo Comune d’Italia fino al Parlamento, ha dovuto in più sedi esprimere invano le perplessità inerenti a questo eccessivo fenomeno che, oltretutto, calpesta la dignità dei migranti stessi.

Al progetto SPRAR, messo in campo dal Ministero degli Interni, in cui si prevede un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, finora ha aderito un Comune su otto, in maggioranza nel centro e nel sud d’Italia. In particolare, nell’aderire a questo sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati il Comune dà la sua disponibilità per ricevere una quota di migranti, diventa “ente capofila del progetto” e riceve finanziamenti standard (35 euro a persona), che possono aumentare sulla base dei servizi per l’integrazione offerti. Un progetto che, però, può considerarsi fallimentare in tutti i sensi, non più sostenibile neanche da un punto di vista economico, tanto che ormai è dimostrato che le finalità di questo progetto non siano state raggiunte, in quanto lo Stato, con tali interventi, non ha saputo creare una vera e propria integrazione.

Infatti, una volta accolti i migranti e trascorsi i mesi di accoglienza previsti, di essi non si sa più nulla. Gli stessi operatori che tentano di lavorare all’interno di queste strutture lamentano le grandi difficoltà nella gestione di tale situazione.

Quello che è successo a Macerata, una piccola cittadina di 40 mila abitanti, dà proprio il senso del fallimento di questo Stato, di quanto non ha saputo fare proprio sul tema dell’immigrazione, fenomeno divenuto ormai incontrollabile. Uno Stato ed un Governo che in questi anni non hanno dato  risposte concrete: non hanno dato lavoro ai giovani, speranze, ma solo alimentato un clima di odio nei confronti di chi si stabilisce in Italia, pur senza permesso di soggiorno, vivendo nell’illegalità e, soprattutto, nell’impunità, ma anche di chi invece vorrebbe integrarsi ed adattarsi al contesto in cui vive.

I fatti parlano: a Macerata, in via Spalato, abitava in affitto un Nigeriano con il permesso di soggiorno scaduto, che pare spacciasse droga e che forse era seguito addirittura dagli assistenti sociali, probabilmente dell’Asur, perché aveva avuto una bambina e nessuno si è accorto mai di nulla. Questa non è l’Italia che vogliamo, è fondamentale riprendere il controllo del territorio, in modo tale da garantire sicurezza e legalità, restituendo a tutti i cittadini “la città della Pace".

 

 

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