Dopo il duro affondo con cui il sindaco Fabrizio Ciarapica ha replicato alle perplessità espresse dalla minoranza sul progetto di riqualificazione del centro di Civitanova Marche, il consigliere Giulio Silenzi ha scelto di tornare sulla questione rinnovando alcune domande all'attuale amministrazione comunale.
"La replica sgangherata, densa di falsità e rancorosità di Ciarapica, svela il suo vero volto. Un sindaco che non accetta il confronto e risponde con odio a chi contesta lui e il suo operato, spesso e volentieri poco cristallino. Parole, le sue, che mostrano un sindaco in affanno mentre la città rigetta il suo progetto del park interrato al varco con annessa maxi zona blu. Sul piano lavorativo ho già smontato i tentativi dei suoi sodali di screditarmi, perché per quanto mi riguarda non ho scheletri nell’armadio, mentre maldestramente assistito dal suo staff-propaganda, Ciarapica ricorre a quella stanca macchina del fango che però non fa più presa perché il ‘sappiamo come fare’ non funziona se si governa male e resta solo il vuoto di risposte elusive dei temi che interessano i civitanovesi". TUTTE LE PERPLESSITA' DI SILENZI - "Perché Ciarapica sponsorizza un progetto che deturperà il varco sul mare e si tradurrà in più tasse (parcometri)? Perché lo vota in giunta e non lo comunica a nessuno? Perché per mesi tiene il progetto nel cassetto gestendolo con pochi intimi e violando il patto di trasparenza con i cittadini che tutte le informazioni le hanno avute dall’opposizione? Neanche uno di questi temi affronta il sindaco, ossessionato dal passato e dal palas che torna a criticare dimenticando che quella struttura che oggi gli permette di pavoneggiarsi con la Lube (Campione d’Italia e d’Europa) e che in queste settimane ha ospitato la nazionale italiana di volley, ai civitanovesi non è costata un euro mentre per il suo parcheggio-mostro al varco la città i civitanovesi pagheranno per 35 anni milioni di euro (derivanti dagli introiti dei parcometri) a un privato".LA QUESTIONE PALAS - Uno dei nodi del contendere tra Silenzi e Ciarapica è senza dubbio l'iter che ha portato alla costruzione del palazzetto che attualmente ospita i campioni d'Italia della Lube: "Parlare di palas a Ciarapica non conviene visto che quella vicenda lo consegna alla storia come il sindaco che si è avvalso della facoltà di non rispondere contrariamente a quanto avvenuto per il sottoscritto per il quale il pm, dopo averlo ascoltato e aver verificato che non vi era nessun elemento per agire, ha deciso di chiedere l’archiviazione sottoscritta poi dal Gip. E’ grave che un amministratore, sempre che non abbia qualcosa da nascondere, non collabori con la giustizia. Almeno il suo costoso staff dovrebbe evitargli di toccare certi terreni scivolosi e consigliargli di stare invece sul presente benché scomodo viste le proteste che va raccogliendo il progetto sul varco. Non è con gli insulti all’opposizione che si esorcizza lo scontento, tra l’altro attraverso comunicati zeppi di livorose sciocchezze e così ideologici da dimenticare che il palas e il varco (altro che rom!) sono opere che hanno cambiato il volto della città più di quanto il centro destra abbia fatto nel ventennio del suo governo"."E non esiste che la zona più bella della città, il varco sul mare, venga affogata nel cemento e deturpata con un parcheggio interrato dallo scellerato progetto di Ciarapica, che nemmeno la sua maggioranza vuole. E mentre la città si ribella a questo scempio il sindaco arranca e nel patetico tentativo di spostare l’attenzione si aggrappa al solito ‘e allora il Pd?’, che sarebbe un po' come rinfacciare al neoleghista Ciarapica le beghe giudiziarie di qualche ‘sibillino’ senatore salvianiano indagato per l’uso che ha fatto di donazioni destinate ai terremotati. Pessima strategia, sindaco, quella di gettare fango, dimostrazione di debolezza e assenza di argomenti. La città la aspetta…al varco" conclude il consigliere Giulio Silenzi.
Il Comune di Macerata condannato a pagare 3.830.151,07 di euro alla Nuova Via Trento spa: una vera e propria batosta per l’Ente pubblico. Il Collegio Arbitrale infatti, in merito alla vicenda relativa alla riqualificazione di via Trento, ha riconosciuto alla Società, più nello specifico a Domenico Intermesoli, il risarcimento.
La richiesta, presentata oltre un anno fa dalla Società, ammontava a circa 8 milioni di euro. Il Collegio arbitrale ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla Nvt e ha condannato il comune al pagamento di 2,8 milioni di euro per la mancata realizzazione della bretella, a cui si aggiungo gli interessi maturati per una cifra complessiva che sfiora i quattro milioni (i sopracitati 3.830.151,07 di euro, ndr).
Un vicenda che risale agli anni 2000, quando sedeva sulla poltrona di primo cittadino Giorgio Meschini. La Nvt venne costituita per trasformare l’arredo urbano e il primo Presidente del Consiglio di Amministrazione era l’avvocato Renato Perticarari. Facevano parte della Società anche il Comune, alcuni imprenditori, tra cui Intermesoli, e tre istituti di credito.
Gli accordi erano quelli di provvedere alla riqualificazione di via Trento e alla creazione di tre palazzine. Mentre quest’ultimo progetto veniva portato avanti, il primo invece “si è bloccato”. L'allora neoeletto Sindaco Romano Carancini vende allora le quote della Società che erano in mano al comune (il 20%, ndr) ed è nel 2017 che la Nvt chiede un risarcimento per 8 milioni di euro. Il Sindaco dichiara in merito che la bretella non è più necessaria, vista l'apertura della Galleria delle Fonti, e che non spetta al Comune la responsabilità della realizzazione.
È arrivata mercoledì la decisione del Collegio arbitrale che ha condannato il Comune (e i maceratesi) al pagamento di circa 4 milioni di euro. Un bagno di sangue per le casse comunali in vista del bilancio del 2019 e degli anni a venire.
Il Sindaco Romano Carancini si è dichiarato non d'accordo con la decisione del Collegio Arbitrale, manifestando la volontà di impugnare la sentenza.
"I cambiamenti climatici sono una vera emergenza e occorrono misure per salvare il Pianeta: se non riusciremo a fermare il riscaldamento globale ci saranno conseguenze devastanti per tutti". Queste le ragioni per le quali il Partito democratico nazionale ha lanciato una petizione per chiedere al Governo Lega e M5S di dichiarare lo “stato di emergenza climatica e ambientale e di assumere tutte le iniziative necessarie per una riconversione ecologica della nostra economia”.
La petizione propone un “Green New Deal” per l’Italia in cinque proposte. In sintesi: investimenti pubblici verdi per 50 miliardi che attiveranno 800 mila posti di lavoro; decarbonizzazione della nostra economia; transizione rapida nell’economia circolare; fiscalità verde per abbassare le tasse a chi investe in sostenibilità; investimenti sulle infrastrutture sostenibili e il trasporto pubblico.
Al via la raccolta firme anche nelle Marche. Ad annunciarlo sono i vertici marchigiani di Pd e Verdi, Giovanni Gostoli e Gianluca Carrabs. Un impegno comune delle due forze politiche che sancisce nella tutela dell’ambiente anche uno dei temi cruciali nella costruzione della nuova colazione di centro sinistra, aperta alle migliori forze civiche, per le elezioni regionali del 2020.
“In Italia e nelle Marche l’obiettivo che vogliamo realizzare è costruire un modello di sviluppo che si fondi sulla sostenibilità ambientale - afferma Gostoli - È la visione giusta per un nuovo modello alternativo a quello basato sulla distruzione delle risorse naturali. Occorre garantire alle nuove generazioni un futuro più giusto, e restituire un'economia più competitiva perché a misura d'uomo. Per noi gli obiettivi concreti di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite offrono uno straordinario quadro concettuale solido e utile a migliorare la qualità della vita delle comunità. Pieno sostegno alla proposta dell’ASViS di inserire il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione italiana e l’utilizzo degli indicatori del Benessere equo e sostenibile. Il Bes non supera, ma integra il Pil. Insieme agli indicatori economici, il benessere di una comunità si misura attraverso aspetti sociali, ambientali e di sostenibilità intesa a 360 gradi".
"Negli ultimi anni, grazie ai governi di centrosinistra, erano stati fatti dei passi avanti, nel Paese e nel mondo. Ora con i sovranisti al governo in molte parti del mondo, dall’Italia agli Usa, si sta tornando indietro. Noi, invece, vogliamo fare di più anche dai territori e con il buon governo. Il “Bes” e lo sviluppo sostenibile deve entrare nella prassi amministrativa dei Comuni e delle politiche regionali”, conclude il segretario regionale Pd Gostoli.
“Ci sono dei danni quasi irreversibili al nostro ecosistema - dice Gianluca Carrabs dei Verdi -Abbiamo poco tempo e dobbiamo intervenire subito. Tutti i comuni marchigiani dovranno adottare un piano di adattamento e mitigazione ai Cambiamenti Climatici. Bisogna disegnare il nuovo modello di sviluppo economico delle Marche che interpreti a pieno la transizione ecologica, che porterà la Regione ad una piena decarbonizzazione verso 0 emissioni. L’ecologia oggi non è solo tutela e conservazione dell’ambiente, ma una grande opportunità economica per la comunità. L’Unione Europea mette a disposizione risorse ingenti per sviluppare questi temi, non possiamo perdere questa grande occasione. Questa è la sfida che lanciamo per un nuovo patto di governo della Regione. - conclude Carrabs - L’energia e il clima punti nevralgici del nuovo modello di sviluppo delle Marche”.
“Il Comitato interministeriale per la programmazione economica, nell’aggiornamento dei contratti di programma tra MIT e ANAS, ha confermato nella seduta di ieri la decisione della cabina di regia “Strategia Italia” e il finanziamento di 98,3 milioni di euro per l’intervalliva Tolentino – San Severino Marche. Ai fondi destinati a quest’opera fondamentale per lo sviluppo della zona interna del territorio marchigiano, si aggiungono quasi 250 milioni di euro per l’ampliamento a 4 corsie della SS. 16 Adriatica Falconara – Baraccola relativamente al 1° lotto del tratto Falconara – Torrette, svicoli inclusi”.
A comunicarlo, in una nota, è il Senatore Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche, che dopo aver diffuso la notizia della decisione della cabina di regia Strategia Italia ha seguito attentamente i lavori del CIPE.
“Sempre nella seduta di ieri – continua Arrigoni – è stato deciso il finanziamento per circa 162 milioni di euro dell’ampliamento a quattro corsie del tratto Grosseto – Siena della E78. Un primo passo importante è stato fatto ed ora, anche a seguito dell’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo del 9° lotto dell’infrastruttura, dovranno essere reperiti al più presto ulteriori finanziamenti per sbloccare il tratto fino a Fano e per risolvere i problemi della galleria della Guinza, per la quale i parlamentari della Lega stanno lavorando da tempo in previsione della finanziaria 2020”.
“Stiamo parlando di una delle opere viarie più importanti del centro Italia, che aiuterebbe le Marche, i suoi cittadini e le sue imprese ad uscire dall’isolamento infrastrutturale. Finalmente, dopo decenni di tentennamenti, indecisioni, ripensamenti e inerzia da parte della Regione a guida PD, il Governo sotto la spinta della Lega ha deciso che la Fano-Grosseto è una opera indispensabile non solo per le Marche, ma anche per la Toscana e Umbria”, ricorda il Senatore Arrigoni. “L’impegno e la determinazione della Lega e del Ministro Salvini per sbloccare le piccole e grandi opere del nostro Paese ha dato quindi i suoi frutti, ci aspettiamo ora che il Ministro Toninelli faccia seguito all’impegno assunto e nomini al più presto un commissario straordinario con pieni poteri decisionali sul tratto marchigiano della E78 così da accelerare le autorizzazioni e i lavori”.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica passa al contrattacco. Il primo cittadino di Civitanova Marche ha replicato alle accuse del consigliere di minoranza Giulio Silenzi definito "politico di professione e da sempre professore nell’animo, anche economista in base alle circostanze". L'affondo di Silenzi è relativo al progetto di riqualificazione del centro: "Mentre accusa di poca trasparenza la Giunta per una semplice presa d’atto di una proposta di progetto, dimentica la trattativa privata che fece la sua di Giunta per ottenere la costruzione in tempi record del palazzetto".
"Mentre per l’ennesima volta punta il dito contro questa Amministrazione -prosegue Ciarapica-, rea di non diffondere comunicazioni in tempo reale, il consigliere comunale in carica, paladino della trasparenza, dimentica di comunicare la consulenza che sta svolgendo per conto del più grosso competitor privato della sanità pubblica, una notizia che ci avrebbe fatto piacere ascoltare dalla sua stessa voce".
"Silenzi interviene in modo “superficialotto” affermando una serie di falsità, parole che saranno di certo da attribuire ai postumi della sconfitta elettorale che ancora gli brucia e alla perdita delle primarie contro Corvatta che gli ha impedito di diventare sindaco di questa città che ama tanto".
LA VERITA' DI CIARAPICA SUL PROGETTO - "Vista la scarsa capacità di apprendimento dimostrata da lui e da tutta l’opposizione, sono costretto a ripetermi. Innanzitutto, l'approvazione del progetto di riqualificazione è un atto del Consiglio comunale e non di Giunta. La Giunta infatti ha semplicemente preso atto di una proposta e gli sviluppi ci saranno solo quando il progetto sarà analizzato nel dettaglio e solo nel caso verrà condiviso". Non è vero che una ditta abruzzese si aggiudicherà l'opera, per il semplice fatto che il progetto non ha ancora superato l'esame del Consiglio comunale e perché, se sarà, tutto sarà fatto tramite una gara pubblica...ben diverso l’iter del palazzetto dello sport, che fu realizzato per milioni di euro con trattativa privata ad un unico soggetto".
IL CONTRATTACCO - "Non stupisce che la sinistra ostacoli un'opera di tale importanza. Il progetto non può andar bene a Silenzi e Corvatta perché loro, ai tempi, ritenevano il varco più adatto allo stanziamento dei rom, mentre per abbellire il lungomare sud prediligevano l’invasione dei commercianti abusivi e per il centro la sporcizia. In cinque anni di mandato non hanno investito un euro sulla sicurezza e sulla riqualificazione del centro, mentre questa Amministrazione in soli due anni ha installato oltre 100 telecamere, assunto nuovi vigili, attuato un sistema di pulizia con i netturbini anche di domenica e vincolato oltre 800 mila euro per rifare marciapiedi e strade del centro".
"Silenzi, tra una lezione e un’altra sulla trasparenza e la comunicazione, ci faccia conoscere la sua posizione sullo scandalo che sta interessando la sanità pubblica regionale a guida Pd, bufera che questi giorni occupa molto spazio sulla stampa, con articoli che lui stesso ogni giorno legge con scrupolosità. Forse ci sarà sfuggito, chiediamo comunque di ribadire la sua posizione" conclude Ciarapica.
E’ in via di definizione la proposta di legge sull’equo compenso per la disciplina dei contratti tra liberi professionisti e Regione Marche. Gli aspetti finali del testo sono stati oggetto di un incontro di interlocuzione fra il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, Confprofessioni Marche, e le rappresentanze sindacali e gli ordini professionali di psicologi, ingegneri, architetti, consulenti del lavoro, assistenti sociali, geometri, geologi, agronomi, medici e avvocati.
“Entro pochi giorni – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo – verrà depositata la proposta, e, dopo le ultime modifiche provenienti dalle istanze professionali, il testo definitivo verrà presentato nelle prossime settimane. L’iter dell’atto inizierà, molto probabilmente, a settembre, e in autunno dovrebbe arrivare in aula”.
Nel suo insieme, la proposta di legge regionale intende rendere più cogenti le norme statali delle stazioni appaltanti in tutte le procedure di affidamento e prevedere che l’equo compenso sia il parametro come base d’asta. Nei contratti di incarico professionale, inoltre, assicura che non vengano inserite clausole vessatorie.
“E’ già dallo scorso anno che si discute di una simile normativa – ha affermato il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli - e, con la presidenza del Consiglio regionale, condividiamo una forte volontà politica in tal senso. Stiamo finalmente superando gli ostacoli procedurali e colmando il relativo ritardo rispetto alle Regioni che hanno già applicato una legge in merito. Ha una valenza importante, specie per le professioni tecniche, ma anche per gli altri comparti, in considerazione del fatto che può riguardare tanti professionisti: in Italia, infatti, sono oltre un milione, il numero più elevato fra gli stati dell’Unione europea, e la sensibilità e attualità del tema dell’equo compenso sono in linea anche con la discussione sul salario minimo europeo”.
“Barriere fino a 8 metri per ridurre l’inquinamento acustico? No grazie, ci sono altri metodi per risolvere il problema e non distruggere un patrimonio ad alto valore aggiunto come i panorami della nostra Italia”.
È questo il succo dell’ audizione dell’Amministratore Delegato di RFI – Rete Ferroviaria Italiana Maurizio Gentile tenutasi oggi su richiesta dai deputati leghisti marchigiani Tullio Patassini e Giorgia Latini. L’intento è quello di aggiornare il piano di contenimento ed abbattimento del rumore di RFI che prevede di realizzare un primo stralcio di 416 barriere antirumore per complessivi 716 km. Approvato dalla Conferenza Unificata Stato Regioni nell’intesa del 1° luglio 2004, è divenuto anacronistico quanto a metodi.
“RFI ha oggettive difficoltà a realizzare il piano e il Paese dispone di un patrimonio dal valore unico costituito da paesaggi tra i più affascinanti al mondo. È dovere del legislatore intervenire per ricomporre anche dal punto di vista normativo le modalità di risoluzione della problematica alla luce di nuove opportunità tecnologiche – spiega Patassini, componente della commissione Attività Produttive della Camera – I risvolti economici e sociali altamente negativi per territori che si caratterizzano per l’alta vocazione turistica sono evidenti sia durante la lunga fase della cantierizzazione delle opere sia a lavori ultimati e per questo da scongiurare”
L’audizione ha avviato il processo per modifiche e integrazioni alla legislazione vigente rese necessarie e opportune dalle innovazioni tecnologiche di cui si dispone attualmente e che non potevano essere prese in considerazione al momento di varo del piano.
“Guardiamo agli effetti più che positivi di soluzioni adottate da alcuni paesi del Nord Europa che si sono concentrati su interventi alle ruote e ai sistemi frenanti dei treni installando le barriere antirumore solo in casi eccezionali e comunque di altezza ridotta – conclude Patassini – Migliorare il materiale rotabile e adottare politiche incentivanti di retrofitting di quello in esercizio sono soluzioni altrettanto efficaci e ad impatto zero”.
Il comune di Mogliano lancia una campagna di sensibilizzazione per il decoro urbano e per l’igiene ambientale, con l'obiettivo di incentivare la raccolta delle deiezioni dei propri animali volta a "far oltrepassare ogni forma di impazienza verso la presenza degli amici a quattro zampe nel proprio paese".L'amministrazione comunale di Mogliano sottolinea come strade e marciapiedi siano solitamente zone di proprietà pubblica: "Impegnarsi a mantenerle decorose e soprattutto transitabili è un diritto ed un dovere di ognuno di noi, sia per il benessere sia per il comfort di tutti i passanti". Negli ultimi anni, numerosissimi Enti pubblici hanno emesso un’ordinanza che dispone di portare sempre con sé un sacchetto o una paletta per raccogliere immediatamente ed obbligatoriamente le deiezioni dei propri amici a quattro zampe. I proprietari dei cani e le persone anche solo momentaneamente incaricate della loro custodia, devono quindi vigilare attentamente su di essi al fine di garantire la sicurezza, l’incolumità ed il benessere di tutti.Cosa dice la legge a riguardo?
L’ultima direttiva nazionale in merito è del 2013, quando è stata emanata dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali l’”Ordinanza concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, all’articolo 2 comma 2 in particolare attesta che è fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano raccattare le deiezioni e avere sempre con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse; il provvedimento non lascia spazio ad alcun dubbio: le deiezioni canine devono essere obbligatoriamente raccolte non solo per educazione e senso civico, ma perché la legge lo impone e specifica che non solo il proprietario è responsabile di tutto ciò che fa il cane, ma anche chi accetta di tenere un cane non di sua proprietà se ne assume totalmente la responsabilità per il relativo periodo di custodia.Come per tutti gli obblighi di legge, il mancato adempimento, quindi la mancata raccolta delle deiezioni del cane, prevede delle sanzioni più o meno pesanti. La decisione sull’ammontare della cifra della multa e le modalità di applicazione dirette vengono delegate alle singole amministrazioni pubbliche locali.
La campagna di sensibilizzazione nel comune di Mogliano A Mogliano è iniziata una campagna di sensibilizzazione di igiene ambientale per i proprietari dei cani affinché acquisiscano un maggiore rispetto dell’ambiente e degli spazi pubblici. L’invito dell’Amministrazione è rivolto ad ogni proprietario di uno o più cani affinché transiti in paese munito di attrezzi e sacchetti idonei.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare i proprietari di cani sul problema del decoro dell’arredo urbano, dai marciapiedi alle aiuole, dalle strade provinciali e comunali a tutti gli spazi pubblici. L’abitudine di abbandonare ovunque le deiezioni canine è davvero incivile e crea disagio e malumore nei cittadini che non possiedono animali, ma anche nella stragrande maggioranza dei padroni che con grande senso civico si premurano di avere completa cura del proprio animale.La raccolta delle deiezioni, oltre ad essere un gesto di buona educazione, di civiltà e di rispetto del decoro urbano è anche un dovere, previsto dal Regolamento Comunale di Polizia Urbana. Il rispetto di alcune semplici norme ci aiuta a vivere in un ambiente più pulito, decoroso e igienico. L'Amministrazione invita, quindi, alla collaborazione per mantenere puliti gli spazi pubblici del paese ed informa la cittadinanza che per assicurare il rispetto del Regolamento saranno intensificati i controlli sul territorio e saranno sanzionati oltre ai proprietari che non raccolgono le deiezioni dei propri cani anche coloro che non verranno trovati in possesso dell'occorrente per rimuoverle.
Dopo l’incontro formale dell’anno scorso a Capodistria tra l’allora Vice Sindaco Scheriani e l’attuale Sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco, con cui è stato suggellato l’avvio di un patto di amicizia tra i due Comuni, è proseguito l’iter con la nuova amministrazione comunale da poco insediatasi nel Comune sloveno, in occasione dei festeggiamenti da parte della Comunità Italiana di Crevatini della ricorrenza di Santa Brigida dal 19 al 21 luglio scorsi.
All’incontro hanno presenziato il Vice Sindaco di Capodistria Mario Steffé delegato dal sindaco Aleš Bržan, il Vice Sindaco di San Ginesio Daris Belli delegato dal Sindaco Giuliano Ciabocco, il deputato al seggio specifico del Parlamento Sloveno Felice Ziza, i presidenti della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana nella Repubblica di Slovenia di Capodistria e di Pirano, rispettivamente Alberto Scheriani e Andrea Bartole.
Al termine della celebrazione religiosa e dopo i saluti della presidente della Comunità Italiana di Crevatini, Maria Pia Casagrande, si sono succedute le esibizioni dei gruppi le “Valmarinke”, il “Castrum veneris” della Comunità Italiana di Castelvenere, ed i figuranti tamburini, danzatrici e sbandieratori “Furia et Gratia” del Comune di San Ginesio, in una vera e propria atmosfera medioevale e a sigillo di una collaborazione culturale tra il borgo marchigiano e Crevatini che dura da oltre vent’anni, anche grazie all’impegno e alla collaborazione della famiglia dell’amato e compianto giardiniere comunale ginesino Nazzareno Casagrande.
La ricorrenza è stata l’occasione per condividere spunti progettuali in ambito socio-culturale e di accoglienza e offerta turistica e per pianificare tempi e modalità della formalizzazione dell’atto di amicizia e di collaborazione istituzionale tra i Comuni di San Ginesio e Capodistria e per la visita a San Ginesio di una rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Capodistria e della Comunità Italiana di Crevatini.
Al tempo stesso la comunità ginesina ha voluto essere presente in uno dei momenti più importanti per la Comunità degli Italiani di Crevatini, a ricordo del pellegrinaggio delle donne sino all’omonima chiesa della loro protettrice avvenuto negli anni precedenti al 1940, ossia della storia comune di due metà oggi appartenenti a paesi diversi.
L’efficacia degli eventi del pregevole “Salotto del libro italiano” in Capodistria, la valorizzazione della sede della Comunità Italiana di Crevatini con il materiale fotografico donato dalle famiglie autoctone e riguardante la popolazione ritratta dalla fine dell'Ottocento alla seconda guerra mondiale, la presenza di molteplici istituzioni scolastiche statali volute e create dalla Comunità Italiana e in cui si insegna la lingua italiana e frequentate in maggioranza da cittadini di altre nazionalità, sono memorie e testimonianza di quel senso di appartenenza e di quel senso di identità che hanno resistito alle persecuzioni anti-italiane del regime dalle forze comuniste jugoslave di Tito che alla fine della seconda guerra mondiale amministrarono la zona B del "Territorio Libero di Trieste", e che costituiscono le fondamenta del vivere odierno e futuro come cittadini europei e cittadini del mondo.
Giorni di preoccupazioni e malumori per i cittadini del quartiere Fontespina da quando due compagnie telefoniche hanno installato lungo la statale Adriatica, all’ interno della zona dell’ ex liceo scientifico Leonardo da Vinci ed all’ opposto lato della strada, due ripetitori. Questi apparecchi servono a potenziare il segnale nei periodi estivi, quando l’afflusso di residenti e turisti si fa più massiccio. Molti cittadini si sono chiesti che effetto hanno tali attrezzature sulla salute degli abitanti del posto.
Il consigliere comunale del M5S Stefano Mei torna al Verde attrezzato IV marine dopo alcuni mesi dal Civitanova tour – giro dei quartieri di Civitanova Marche organizzato dal consigliere e dagli attivisti penta stellati - per chiarire la situazione antenne, per parlare della decadente struttura del vecchio liceo scientifico e di altri problemi sia legati al quartiere Fontespina sia alla città di Civitanova Marche.
Mei chiarisce – “Quella è una zona a competenza provinciale. I responsabili assicurano che non sono antenne 5G, che sono provvisorie ed a bassa potenza. Proprio perché a bassa potenza non hanno bisogno di autorizzazione, basta un’autocertificazione. Dopo aver chiamato in provincia, chiamo l’ARPAM. Loro ribadiscono la bassa potenza degli apparecchi e che data questa caratteristica loro non hanno l’obbligo di fare rilevamenti.- continua – l’ ultimo passaggio è la chiamata alla compagnia telefonica, che conferma tutte le informazioni prese fino a quel momento e mi dice un’ altra cosa importante, ossia che dal distretto di IV Marine sono partite negli ultimi tempi 483 chiamate di segnalazione per disservizio – Questo, spiega Mei, è indicativo del fatto che purtroppo per ricevere un servizio di connettività migliore è necessario fare potenziamenti di questo genere” .
A questo punto le persone presenti alla riunione fanno alcune domande ed alcune osservazioni – “Noi volevamo essere messi al corrente prima di tutte queste informazioni, volevamo essere resi partecipi di certe decisioni, perché si parla ultimamente di 5G e poco dopo vediamo apparecchi del genere nella nostra zona, la nostra preoccupazione è legittima. A volte sembra che questo quartiere non esista”.- conclude una residente.
Approvata oggi in Consiglio Regionale la mozione di Elena Leonardi (Fratelli d’Italia) sulla richiesta di una sezione della Direzione Distrettuale Antimafia nelle Marche.
"Da sempre sensibile a queste gravi problematiche che purtroppo sono in crescente aumento – esordisce Leonardi – ho inteso presentare un atto che impegni la Regione concretamente contro il fenomeno delle infiltrazioni mafiose."
Nel suo intervento in Aula la Leonardi ha evidenziato come "negli ultimi anni anche le Marche vedono uscire sulla cronaca notizie legate alla presenza di infiltrazioni mafiose nell'economia e nel tessuto sociale regionale: droga, terremoto e riciclaggio di denaro sporco, con urbanistica e insediamenti turistici sono i settori che stanno interessando alla ndrangheta, alla camorra e alle mafie come quella nigeriana e albanese. Soggetti legati a queste associazioni mafiose o con attività riconducibili al loro “modus operandi” sono spesso stati arrestati ed è proprio la Direzione Investigativa Antimafia che con un periodico dossier parla chiaro."
"È difficile stimare – ha proseguito Leonardi – le dimensioni economiche ma anche di più i danni sociali, culturali, economici e ambientali di questo vero e proprio flagello. È opportuno pertanto evitare che si instauri un regime di complicità e omertà che favorisce proprio le infiltrazioni mafiose nella nostra Regione, un tempo immune da queste situazioni. Uno dei punti cardine di Fratelli d’Italia è proprio il contrasto alla criminalità, quella organizzata ancora più subdola e pericolosa. Tanto che la capogruppo di Fratelli d’Italia ha annunciato la presentazione di una proposta di legge che integri la legge regionale sulla promozione della cultura della legalità, introducendo più efficaci strumenti, per quanto di competenza regionale, in tema di contrasto al fenomeno delle infiltrazioni mafiose."
La Leonardi porta a casa anche un altro importante risultato, quello di chiedere al Governo Nazionale il potenziamento delle Forze della Guardia di Finanza e delle altre forze dell’ordine per potenziare le attività di indagine e contrasto efficace sul territorio marchigiano dalle infiltrazioni mafiose.
“Fratelli d’Italia può stare tranquilla, i cittadini sapranno distinguere la demagogia dai fatti concreti per il territorio. Ancora una volta non possiamo fare a meno di notare come qualsiasi argomento diventi terreno di inutili polemiche e attacchi infondati. È evidente come Fratelli d’Italia non abbia considerato l’importanza in termini economici e infrastrutturali che i lavori in questione porteranno al territorio. Ci duole constatare, ancora una volta come gli abitanti delle zone terremotate siano strumentalizzati per fini politici ed elettorali”. Ad affermarlo in una nota è l’assessore regionale del Partito Democratico Angelo Sciapichetti, che risponde alle dichiarazioni degli esponenti di Fratelli d’Italia in merito ai lavori sulla linea ferroviaria Civitanova-Albacina , e dell’autobus sostitutivo che avrebbe creato molti disagi agli utenti. (Leggi qui)
“La verità purtroppo fa male a Fratelli d’Italia ma è una sola: questo governo regionale, nel tratto ferroviario (Civitanova - Albacina) che fino a pochi anni fa veniva considerato ramo secco e quindi sulla via dello smantellamento, è riuscito ad ottenere un finanziamento di 40 milioni di euro,(propedeutico all’elettrificazione dell’intero tratto) –continua Sciapichetti -. Costo 110 milioni complessivi: i restanti 70 milioni sono previsti nel fabbisogno finanziario 2018-2021, a realizzare due nuove stazioni ferroviarie (Macerata-Università i cui lavori sono in corso e Tolentino –Campus) e a rinnovare tutti i treni viaggianti lungo l’intera tratta. Questi sono i fatti, tutto il resto fa parte delle polemiche appartenenti al teatrino della politica”.
“È chiaro che la realizzazione di lavori importanti come quelli programmati comportano la chiusura del tratto in questione anche per ragioni di sicurezza e creano purtroppo disagi per gli utenti. Di questo ce ne scusiamo.
Ora delle due l’una – incalza l’assessore - : o si iniziavano i lavori avendo ottenuto, grazie ai governi precedenti finalmente i primi 40 milioni di euro scegliendo per l’avvio dei lavori stessi i due mesi di luglio e agosto in cui il disagio per gli utenti è minore ( in quanto il pendolarismo studentesco non c’è per la chiusura delle scuole), o si restava fermi rinunciando al finanziamento”.
“In concreto i lavori consistono in: ampliamento della sagoma delle gallerie per creare gli spazi necessari (oggi insufficienti) al transito dei treni elettrici, smontaggio di binario, traverse e massicciata in alcuni tratti, abbassamento piano di rotolamento, realizzazione del nuovo binario con traverse tipo “galleria” e massicciata ad altezza ridotta, i sottopassi e i marciapiedi di Corridonia e Morrovalle ecc .
La programmazione dei servizi sostitutivi è esclusiva competenza del gestore ferroviario che ha comunque condiviso con la Regione Marche un modello di gestione valida, pur nella particolarità della situazione. Le scelte hanno tenuto conto di tre fattori: i tempi di percorrenza dei bus maggiori rispetto a quello dei treni; la necessità di assicurare gli interscambi verso o da direttrice adriatica su Civitanova e direttrice romana su Fabriano; i servizi di Trasporto pubblico su gomma già presenti e già oggetto di potenziamento dopo il sisma”.
“Considerato tutto ciò e tenuto conto delle motivazioni di viaggiatori della linea, è stata sviluppata una struttura di servizi che considera il nodo di scambio di Macerata come baricentro – continua Sciapichetti - e che assicura la mobilità nelle direzioni Civitanova e Fabriano e relative prosecuzioni. In aggiunta, in relazione ai flussi pendolari e balneari sono stati comunque assicurati dei collegamenti tra Fabriano e Civitanova con degli agevoli interscambi a Macerata”.
“Il servizio, fatti salvi alcuni aggiustamenti nei primi giorni, si sta dimostrando comunque efficace, regolare e sufficientemente integrato con le altre forme di mobilità individuale e collettiva.
Infine – conclude l’assessore- per il Comune di San Severino Marche è stata garantita la prosecuzione, già effettiva, del bus AN101 delle 12,35 da Civitanova fino al Comune stesso per le esigenze di mobilità segnalate.
Portata a termine l’elettrificazione della tratta Civitanova-Albacina (termine dei lavori 2024) le Marche saranno tra le Regioni italiane con la più alta quota di rete elettrificata pari al 92%”.
Quello dell’equità fiscale è uno degli argomenti di pressante attualità, al quale l’Ente Locale e in particolare il Comune di Potenza Picena, essendo esso l’apparato istituzionale più a diretto contatto con i cittadini, deve far fronte. È questo, infatti, uno dei punti programmatici prioritari del neo Assessore al Bilancio e Finanze del Comune Marco Mazzoni. "È volontà forte di questa Giunta procedere nel percorso di avvicinamento tra Pubblica Amministrazione e cittadino, in continuità con il lavoro già avviato nel precedente mandato. A nostro avviso – aggiunge Mazzoni – si tratta di una problematica strettamente legata a fattori sociali, i cui contorni non possono essere rigidamente circoscritti da lineari disposizioni tecnico - burocratiche senza tener conto della vita reale. Il percorso che intendiamo attuare sin da subito è finalizzato ad andare incontro alle esigenze del contribuente in difficoltà, consentendo loro forme di pagamento su misura parametrate alle possibilità di ciascun cittadino."
"Innanzitutto informeremo il cittadino stesso in merito alla propria situazione tributaria con l’Ente, tenendo conto della sua reale situazione ISEE al fine di tarare l’aiuto o il sostegno da parte del Comune anche con un costante confronto con i Servizi Sociali. Questo – conclude l’Assessore Mazzoni – è il primo passo verso una politica locale di equità non solo fiscale, ma anche sociale, che pone al centro del nostro operato il cittadino”.
Il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli replica alla mozione di sfiducia, che verrà presentata da nove consiglieri regionali d'opposizione e che prende spunto dall'inchiesta della Procura di Ancona su presunte turbative in appalti Asur, in cui è indagato anche il direttore generale dell'Azienda Sanitaria Unica regionale Marche Alessandro Marini.
"Ci vorrebbe un po' di coerenza, qui si tratta di un avviso di garanzia che avrà il suo percorso giudiziario - afferma Ceriscioli in una nota - . Noi l'abbiamo fatto rispettando il lavoro dei magistrati perché hanno elementi che noi non possiamo conoscere quindi sicuramente agiscono in scienza e coscienza".
"A me - sottolinea Ceriscioli in merito alla mozione di sfiducia da parte di alcuni consiglieri d'opposizione - sembra una scelta politica quella di voler ingigantire questo fatto a tutti i costi e come dicevo di scarsissima coerenza: applicassero questi principi dove governano".
Il governatore si e' soffermato anche su altre due 'situazioni' finite nel mirino della Procura dorica. "Una gara al massimo ribasso diventata gara ad offerta economicamente piu' vantaggiosa- dice Ceriscioli-. Le motivazioni che hanno indotto a optare per questa scelta sono ineccepibili. Si e' scelta questa strada a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, prima di una singola sezione e poi a sezioni unificate, che sottolineava come per quel tipo di attivita' andavano fatte gare ad offerta economicamente piu' vantaggiosa per l'altissima incidenza di personale. Non modificando la gara avremmo aperto strade a tanti ricorsi. Poi la gara delle pulizie che e' ancora in corso. È arrivata, tra una notizia e l'altra, la sentenza del Tar che ha respinto i ricorsi contro quella gara difendendo dunque l'atto amministrativo regionale". Il numero uno di palazzo Raffaello dunque non ha riscontrato irregolarita', dal punto di vista amministrativo, nelle gare finite al centro dell'inchiesta giudiziaria. "Andando a guardare i quattro atti citati, sommariamente ma con soggetti competenti, nel contenuto degli atti, nella forma e nella scelta dello strumento non c'e' la risposta alle domande che ci facciamo- continua-. Evidentemente gli elementi stanno dentro altre sedi e non nelle carte che abbiamo finora visionato.
Gli atti amministrativi sono sostanzialmente a posto. Manteniamo un atteggiamento garantista. Io sono convinto del significato vero di un avviso di garanzia che non assomiglia ne' a un rinvio a giudizio ne' a una condanna di primo grado o definitiva. Ho sempre tenuto una certa distanza dai bandi pubblici perche' il ruolo politico va tenuto ben distinto da quello amministrativo".
Il gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle ha formalizzato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, a seguito dell'inchiesta sui presunti appalti truccati nella sanità che ha coinvolto anche il direttore generale ASUR Marche, Alessandro Marini (la sua difesa: "Sono estraneo ai fatti"). A firmare l'atto, come riportato dall'agenzia Dire, oltre ai i consiglieri del Movimento 5 stelle Gianni Maggi, Peppino Giorgini, Romina Pergolesi e Piergiorgio Fabbri, quelli della Lega Sandro Zaffiri, Marzia Malaigia e Luigi Zura Puntaroni, Elena Leonardi (Fdi) e Jessica Marcozzi (Fi).
"Il governatore Ceriscioli finge di cascar dalle nuvole - afferma in un comunicato stampa a sua firma il consigliere M5S Peppino Giorgini - e cerca di tranquillizzare e sminuire la situazione facendo sapere a mezzo stampa: «Non è l’Umbria, non mi dimetto». Noi siamo di tutt'altro parere e, a tale proposito, abbiamo già formalizzato una mozione di sfiducia nei suoi confronti da discutere e mettere al voto in Assemblea Legislativa".
"Noi del Movimento 5 Stelle infatti, che del principio di legalità abbiamo fatto la nostra bandiera, evidenziamo che un Governatore, come un buon padre di famiglia, avrebbe dovuto fare molta più attenzione alle persone di cui circondarsi e alle quali assegnare il ruolo di collaboratori di fiducia, soprattutto in un ambito così importante e strategico - prosegue Giorgini - come la gestione della salute pubblica di 1,5 milioni di persone e che coinvolge quasi 3 miliardi di euro del bilancio regionale".
"Quando con deliberazione di Giunta n. 620 del 27/7/2015 il nostro Presidente delle Marche procedeva a nominare Marini quale direttore generale ASUR sapeva chi era costui e i suoi trascorsi giudiziari? Sapeva il buon Ceriscioli dell’altra inchiesta, quella sulle consulenze d’oro all’ASL di Fano al tempo della gestione proprio di Marini, quale Commissario Straordinario (giugno 2002-luglio 2003)? Detta inchiesta diede luogo ad un caso non solo giudiziario, ma anche politico, nella quale fu coinvolta la società di Ancona “Business Intelligence s.a.s.”, alla quale Marini aveva affidato le attività di formazione del personale senza, secondo le accuse, una specifica esperienza in materia. Una domanda sorge spontanea: Il governatore Ceriscioli, nel nominare nel 2015 Marini quale manager dell’Asur Marche, con chi si è confrontato? Non con i propri servizi amministrativi, poiché altrimenti l’avrebbero messo in guardia visti i precedenti del nostro soggetto".
"La sua scelta è stata forse orientata dal suo partito? Può essere stata influenzata in qualche modo? A noi risulta che Marini, all'epoca, fosse nientemeno che Maestro Venerabile della Loggia n.1164 “Giordano Bruno” di Jesi, come facilmente verificabile sul sito stesso dell’organizzazione in occasione dell’Evento Bruniano, il 16 marzo 2013, organizzato dai Fratelli marchigiani del Grande Oriente d’Italia con tanto di resoconto visionabile online. È mai possibile che il PD, per mano del suo governatore /assessore, abbia messo la sanità marchigiana, e l'Asur Marche in particolare, nelle mani di un venerabile maestro?" conclude Giorgini.
Foodora, Deliveroo, Glovo, Just Eat, solo per citarne alcune. Sono le “App” digitali accomunate dal fatto di offrire ai clienti servizi a domicilio, utilizzando la prestazione lavorativa di fattorini (una volta pony express, oggi meglio conosciuti come riders) che, però, non risultano e, peggio ancora, non vengono riconosciuti come dipendenti delle Società che detengono la proprietà della piattaforma digitale.
Questa situazione è da tempo e sempre più frequentemente sotto la lente d'ingrandimento dei media, di esperti nel campo del diritto del lavoro, dei sindacati e della politica che, però, continua a faticare nell'individuare risposte univoche e significative.
Nel frattempo a rimetterci sono quei prestatori autonomi (nessuno è ad oggi inquadrato come dipendente, poiché la prestazione lavorativa non è organizzata dal committente, in quanto a tempo e orario di lavoro), ai quali non viene riconosciuta una benché minima forma di tutela.
Da oggi, anche le Marche entrano a far parte del gruppo di testa delle Regioni che si sono attivate alla ricerca di una disciplina base per questa tipologia di lavoratori. L’iniziativa di legge è del consigliere regionale di Art.1, Gianluca Busilacchi, che cerca, seppur in pochi articoli, di fissare alcuni punti fermi e non derogabili della contrattazione.
“Il mio intento – spiega Busilacchi – era proprio questo, cioè individuare dei principi cardine e delle regole chiare ed univoche, in un contesto che necessita di un urgente aggiornamento delle istituzioni giuridiche del lavoro. Ritengo che l’articolo di apertura di questa proposta di legge racchiuda tutto il senso dell’iniziativa, cioè tutelare quei lavoratori, anzitutto attraverso forme di conoscenza del loro rapporto di lavoro. Pertanto – aggiunge Busilacchi – occorre che tale rapporto di lavoro sia sancito in un contratto scritto che contenga regole trasparenti”.
Altro punto centrale è quello dell’informazione. “Le lavoratrici e i lavoratori delle piattaforme digitali – prosegue l’esponente di Art.1 – hanno il diritto di ricevere tutte le informazioni utili da parte del committente per la tutela dei loro interessi, dei loro diritti e della loro sicurezza, in modo tale da poter esercitare scelte consapevoli e consequenziali a ciò che viene loro proposto”.
La proposta di legge ha, già, ottenuto un riscontro positivo da parte di altri consiglieri regionali (Fabio Urbinati, Boris Rapa e Luca Marconi) che hanno provveduto a sottoscriverla.
Una mozione per attenzionare sulle numerose problematiche da tempo denunciate dai tecnici professionisti impegnati nella ricostruzione post-sisma, attori fondamentali nel lungo processo di ricostruzione del territorio terremotato. La annuncia il capogruppo al consiglio regionale di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, che ha voluto racchiudere nell’atto le differenti e gravi criticità che oggi attanagliano i tecnici impegnati nella ricostruzione, e delle quali si parlerà oggi nel corso dell’incontro organizzato dall’Inarsind Marche a Cardarola, dal titolo “Ricostruzione al palo. Tecnici esasperati pronti alla serrata”.
“I tecnici si dicono ormai esasperati, stanchi di essere presi in giro e di attendere risposte concrete che possano sbloccare definitivamente la situazione – ha affermato il capogruppo Elena Leonardi – la lentezza ormai cronica del sistema di gestione delle pratiche della ricostruzione, appesantita dalla burocrazia, si va ad aggiungere ai mancati pagamenti delle parcelle dei tecnici che al momento si aggirerebbero intorno ai 100 milioni di euro per le sole Marche, alle disparità di trattamento economico tra i tecnici impegnati nella ricostruzione pubblica e in quella privata, alle disposizioni scadute e mai rinnovate dal Commissario e alle tante richieste di modifica della normativa giunta in questi anni dagli attori del sisma e mai prese in considerazione. Un’escalation critica che rischia di dare il colpo di grazia alla ricostruzione e a tutto il territorio colpito dal sisma. Per questo è necessario intervenire prima possibile e concretizzare le richieste che vengono direttamente dai tecnici, circa mille quelli impegnati nella ricostruzione, uomini e donne del territorio, spesso anche loro stessi terremotati, che oggi si vedono costretti a lanciare un ennesimo allarme alle istituzioni”.
Per questo il capogruppo Elena Leonardi ha ritenuto impellente la necessità di impegnare il governatore, Luca Ceriscioli, vicecommissario alla ricostruzione, e l’intera Giunta regionale, innanzitutto a sollecitare formalmente l'emanazione dell’Ordinanza commissariale in attuazione di quanto disposto dal Decreto Genova, in merito all'anticipazione del 50% dei compensi per la progettazione alla presentazione della domanda di contributo all'Ufficio Speciale della Ricostruzione. Non meno importante la disparità di trattamento in essere tale per cui le parcelle dei tecnici incaricati di ricostruzione pubblica vengono calcolate seguendo il Decreto ministeriale 17 giugno 2016, cosiddetto “Decreto Parametri”, mentre quelle dei tecnici incaricati di interventi di ricostruzione privata dipendono dall’ articolo 34 del dl 189/2016 e dall’Ordinanza 12, il cui allegato, il Protocollo d’intesa tra Commissario e Rete nazionale delle professioni dell’area tecnica e scientifica, che disciplina le spese per le prestazioni tecniche e le percentuali di contributo erogato, è per altro scaduto al 31 dicembre 2018.
“Le tariffe professionali risultano al contempo comunque insufficienti a garantire il decoro del lavoro del professionista – ha aggiunto Elena Leonardi – in quanto non coerenti con la legge dell’equo compenso (legge n. 247 del 31 dicembre 2012, articolo 13-bis, come modificata dalla legge n.172 del 4 dicembre 2017 articolo 19-quaterdecies) e che a conti fatti il professionista medesimo si troverebbe a lavorare a 4-5 euro all'ora per importi di lavori bassi. Ho chiesto al governatore di impegnarsi affinché il Protocollo sia rinnovato sulla base del Decreto Parametri, e contestualmente di lavorare per sciogliere il nodo legato alla cosiddetta Ordinanza Chiese, di imminente approvazione, la quale prevede un sistema di affidamento dei servizi tecnici analogo a quello pubblico ma con compensi presi dalla ricostruzione privata”.
Nello stesso atto, il capogruppo di Fratelli d’Italia, chiede alla Giunta regionale "di adoperarsi in modo che le istituzioni competenti approvino la possibilità di anticipo economico delle prestazioni tecniche da parte dei committenti beneficiari del contributo di ricostruzione, che si solleciti il Commissario Straordinario per la Ricostruzione per la nomina immediata del CTS - Comitato Tecnico Scientifico - fondamentale per risolvere innumerevoli “casi particolari” che i professionisti e i tecnici degli Uffici Ricostruzione si trovano ad affrontare quotidianamente e per l’istituzionalizzazione, nei Tavoli Tecnici, della presenza dei rappresentanti degli Ordini professionali ricadenti sul cratere e anche delle rappresentanti delle Organizzazioni sindacali di categoria."
"Tagli di corse e disagi che hanno superato l’umana tolleranza". Questa la forte denuncia che arriva da un comunicato congiunto del partito "Fratelli d'Italia" di Tolentino e San Severino Marche circa l'attuale offerta di bus sostituvi sulla tratta che porta alla costa: "Abbiamo già iniziato a denunciare le varie criticità della tratta Civitanova/Fabriano ad iniziare da un’incomprensibile lungaggine dei lavori e dall’istituzione di autobus sostitutivi con conseguente penalizzazione dell’entroterra e delle zone più colpite dal terremoto".
"Autobus da e per Civitanova con obbligo di cambio di vettore a Macerata con il rischio che i ritardi dovuti al traffico rischino di far perdere le coincidenze" si precisa nel comunicato.
"Fra le tante perle segnaliamo questa - prsoegue il comunicato-: se qualcuno ha la disavventura di lavorare in un comune lungo la costa o abbia l’inaudita idea di passare una giornata al mare sappia che l’ultimo autobus, da lunedì 22 luglio, per Tolentino, San Severino, Castelraimondo e Matelica parte da Civitanova alle ore 17:41 con arrivo a Macerata alle 18:29 e ripartenza per l’entroterra alle 20:35 (avete capito bene due ore di sosta a Macerata) mentre per Macerata vi sono altre due partenze alle 20:21 e alle 21:57. Chissà perché il capoluogo ha questo privilegio. I cittadini dell’entroterra sapranno ringraziare la sinistra al governo della regione con il voto di maggio mandandola finalmente a casa".
"Mi chiedo come sia possibile che il sindaco possa parcheggiare dove vuole, mentre qualsiasi altro cittadino debba girare per la città alla ricerca di un posteggio". È questa la considerazione che perviene alla nostra redazione da parte di un lettore, che si trovava nella serata di sabato sera a passeggiare per le vie del centro.
A catturare la sua attenzione nello spensierato giro serale è stata la presenza dell'automobile del primo cittadino di Macerata Romano Carancini all'interno di Palazzo Buonaccorsi. Il segnalatore non nasconde le perplessità: "Mi chiedo se sia lecito tutto ciò".
Va sottolineato come il primo cittadino goda già di un parcheggio riservato in via Santa Maria della Porta - in prossimità del centro cittadino - per favorirne l'arrivo agli uffici di Palazzo Conventati.
"Torniamo, nostro mal grado, sulla questione della sentenza del TAR Lazio sulla zona ex volpini, per sottolineare ancora una volta come l’amministrazione, tanto brava a fare proclami e a gettare accuse infondate sull’opposizione, ancora non abbia presso una posizione chiara e definita sulla vicenda. Il dato politico della questione è chiaro ed incontrovertibile: la sentenza certifica in modo inconfutabile l’inerzia e la mancanza di idee e di progettazione dell’amministrazione su tale problematica. Si legge infatti: “il Collegio dispone, pertanto, che gli adempimenti (restitutori ovvero ex art. 42 bis TU Espropri) siano posti in essere dall’Amministrazione Comunale nel termine di giorni 90 (novanta) dalla comunicazione della presente sentenza o, se anteriore, dalla notificazione della stessa. In considerazione del mancato rispetto da parte del Comune del termine già assegnato con l’ordinanza n. 6880/2018, il Collegio ritiene, altresì, di fare applicazione dell’art. 34, comma 1 lett. e), c.p.a., disponendo, già in sede di cognizione, la nomina di un Commissario ad acta, con effetto dalla scadenza del termine assegnato all’Amministrazione per l’ottemperanza.” I gruppi consiliari di Potenza Picena Progetto Civico e Partito Democratico tornano sulla questione dell'area ex Volpini e attaccano l'Amministrazione guidata dal sindaco Noemi Tartabini, dopo la replica di qualche giorno fa.
"L’Amministrazione Acquaroli-Tartabini non è stata in grado di prendere posizione chiara e netta su una vicenda importante per il nostro territorio, ha disatteso un ordine del Giudice Amministrativo, gettando un’ombra sull’affidabilità dell’azione del comune di Potenza Picena - continuano i consiglieri di minoranza -. Adempiere l’ordinanza del TAR Lazio era onere dell’amministrazione Acquaroli-Tartabini. Tale onere non è stato rispettato, questa è la realtà dei fatti, che l’Amministrazione attuale omette di riferire. Quel che è più grave è che ancora ad oggi la giunta non ha una posizione chiara su tutta la vicenda; questo è inaccettabile e un’opposizione seria non può che sottolinearlo con forza e determinazione, il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano e non aiutano a risolvere problema."
"Esiste un modo di fare politica che prevede l’attacco sempre e comunque dell’avversario, il dare la colpa a chi c’era prima, il dichiararsi immune da qualsivoglia responsabilità, appellandosi ad una realtà parziale comunicata omettendo sapientemente ogni elemento che potrebbe mettere in cattiva luce il proprio operato - conclude l'opposizione -. Ecco è questo modo di fare politica che sta ponendo in essere l’amministrazione Tartabini: di fronte a una sentenza che certifica in modo inconfutabile l’inerzia, la mancanza di idee e di progettazione, la maggioranza attacca il passato e l’opposizione e non dichiara quale soluzione vuol porre in essere per affrontare e risolvere il problema."