Rifondazione Comunista: "Vogliamo le dimissioni di Costamagna"
Riceviamo e trasmettiamo un comunicato stampa di Rifondazione Comunista Macerata
C’è un nesso logico-politico tra la crisi della maggioranza a Civitanova Marche e il prossimo appuntamento per il rinnovo del Consiglio provinciale. Uno “gnommero” direbbe il commissario Ingravallo ( disincantato protagonista di uno dei capolavori della letteratura italiana del ‘900, il “Pasticciaccio “ gaddiano) tutto in mano alla sinistra che nell’intero territorio maceratese sembra scomparsa, ancillare, incapace di produrre un progetto autonomo e un profilo alternativo, nonostante abbia, in molte situazioni responsabilità di governo, una diffusa, per quanto poliforme presenza istituzionale, una storia e insediamenti sociali, in alcuni casi, vitali e generosi.
Questa assenza, questi limiti hanno lasciato spazio e continuano a farlo ad un'azione politica e amministrativa insufficiente, prigioniera delle mediazioni, del trasformismo, quindi incapace di rinnovarsi nei metodi e negli uomini.
La scelta di aprire una riflessione su tutto questo, attraverso anche la richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio comunale di Civitanova, vuol segnare una cesura e proporre una riflessione, e anche un metodo, a quanti pensano che solo consentendo partecipazione, costruendo progetti da sostenere con il conflitto, riorganizzando le priorità amministrative che oggi si chiamano lotta alla precarietà, difesa dei diritti sociali, una nuova economia basata sulla difesa del territorio e la spinta verso forme autocentrate di lavoro e di prodotti, si possa dare senso alle parole della politica, in primis, per quello che ci riguarda, sinistra.
Per questo crediamo sia urgente riprendere un dialogo con quanti sentono forte questa esigenza, e a partire dalle prossime scadenze amministrative, costruire un confronto serrato che non sia fatto di nomi ma di idee. Un invito che rivolgiamo anche a chi, come il sindaco Corvatta, si è assunto responsabilità importanti ed ha assolto con equilibrio e coraggio il suo mandato e che proprio per questo oggi ha il dovere della chiarezza e della proposta. Come pure alla scelta invitiamo oggi quegli amministratori di sinistra e civici che agiscono nelle città della provincia a tessere subito i fili di una rete che permetta di dare alla scadenza del rinnovo del consiglio provinciale l’anima di una proposta che coinvolga le popolazioni, evitando di renderla un atto burocratico lontano dai bisogni utile solo a redistribuire tra i soliti noti, cominciando dal sempiterno Pettinari, piccoli poteri di sottogoverno.
Nelle prossime settimane Rifondazione proverà ad aprire la strada per questo confronto, consapevole dei sui limiti, certa che solo con un atto di autonomia la sinistra possa ritrovare un senso.
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