La critica di Sel: "La nuova provincia? Una riduzione degli spazi di democrazia e partecipazione"
Quello dell’abolizione delle province è un tema sul quale Matteo Renzi ha insistito molto negli ultimi tempi, in particolare dopo l’approvazione del disegno di legge Delrio, che modifica l’organizzazione e la struttura degli enti locali, comprese le province.
È comprensibile, allora, lo smarrimento che si può provare leggendo le cronache locali di questi giorni. Ornella Formica ed Antonio Pettinari sono candidati alla presidenza della Provincia di Macerata.
Cosa sta succedendo? La risposta è dietro il velo degli slogan di Renzi e del suo governo.
Le province, evidentemente, non sono state abolite. Il ddl Delrio continua a prevedere l’elezione di un consiglio e di un presidente provinciale. Con una lieve, ma sostanziale, differenza: l’elettorato attivo passa dai cittadini ai sindaci ed ai consiglieri dei comuni della provincia.
Si tratta di un’evidente riduzione degli spazi di democrazia e di partecipazione, che non fa bene alla salute della nostra democrazia. E non si venga a dire che, così facendo, si riducono i costi: non si salvano le finanze pubbliche eliminando i compensi di consiglio e presidente provinciale. Inoltre, l’idea che la politica si faccia gratuitamente rischia di farci tornare indietro agli anni in cui, non essendo retribuita, la gestione della cosa pubblica finiva per essere riservata a quante e quanti avessero un lavoro ed un reddito tale da potersi permettere l’hobby della politica.
Il tema dei costi della politica stuzzica la pancia dell’elettorato; tornerà nel referendum confermativo che si terrà nei prossimi mesi, ma va maneggiato con cura: non si stravolge una Costituzione per risparmiare una manciata di euro.
Il dibattito sulla provincia che sarà si è concentrato sulla candidatura di questo o quel Sindaco; i problemi della vita quotidiana sono rimasti, come sempre, fuori dalla porta. Eppure, gli spunti di riflessione non mancherebbero: qual è il futuro della sanità maceratese, sempre più penalizzata dai tagli che arrivano da Ancona? Ancora: è possibile immaginare una gestione dell’acqua pubblica, efficiente ed efficace, che dia – finalmente – seguito al referendum del 2011?
La politica deve affrontare e confrontarsi con questi argomenti. Altrimenti, ciò che resta è una spartizione di poltrone di cui – francamente – si sente sempre meno il bisogno.
(nella foto Michele Verolo)
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