Civitanova e il piazzale della discordia. Anpi: "Intitolazione a Toro Seduto? Una scelta ideologica"
“Le decisioni prese all’unanimità dai presenti della commissione consiliare Toponomastica e dalla Giunta ci spinge ad alcune considerazioni di metodo e di merito. La prima considerazione è che le decisioni della apposita Commissione da anni e anni stanno avvenendo sulla base di un regolamento più che datato che, oltre a non tenere conto dell’evoluzione storica, culturale e sociale del Paese, condiziona le proposte di intestazione che, come spesso avviene, rispondono a scelte di parte il più delle volte ideologiche”. Sono le parole di Francesco Peroni, presidente dell’Anpi Civitanova, che interviene in merito alla decisione dell’amministrazione comunale di dedicare un piazzale a Toro Seduto, leggendario capo della tribù dei Sioux.
Nel merito l’Anpi non obietta sul nome di Tatanka Yotanka, “vittima come tutti i Nativi americani del razzismo dell’allora governo Usa” – afferma Peroni - “ma appare chiaro e assolutamente non condivisibile che la genesi di questa intitolazione è avvenuta in Consiglio Comunale da parte dell’allora assessore Fausto Troiani, che di fatto ha voluto equiparare la figura di Anna Frank a quella di Toro Seduto come per sminuire la portata del genocidio nazista nato dalle leggi razziste volute da Hitler, a loro volta ispirate dalle leggi razziali del regime fascista italiano”.
“Purtroppo in queste scelte notiamo una sorta di filo nero che da tempo è presente nella toponomastica cittadina – prosegue il presidente dell'Anpi - per esempio con l’intestazione avvenuta qualche anno addietro al quadriumviro Italo Balbo fondatore con Mussolini del partito fascista”.
“Su Sergio Ramelli ucciso dalla violenza estremista nel 1975, l'Anpi nazionale ha a suo tempo espresso un giudizio di condanna verso tutto l'odio politico che c'è stato in quegli anni bui del terrorismo di destra e di sinistra, facendo notare che quel periodo storico di violenze e stragi di Stato andava meglio interpretato e studiato in modo che si sarebbe potuti arrivare a una decisione che avrebbe dovuto esprimere un giudizio storico più complessivo con al centro la difesa della Costituzione Repubblicana e Democratica”.
“Ecco perchè avremmo preferito che ci fosse stata un'intitolazione a ricordo di tutte le vittime del terrorismo e non solo di alcune. Altra nota critica è il non equilibrio di genere delle personalità alle quali si sono intestate vie e luoghi pubblici, per la maggior parte maschili”.
“Vogliamo sperare – conclude Peroni- che questo metodo di nomine sia lasciato da parte e che vi sia al più presto una revisione del regolamento sulla toponomastica ispirato ai principi fondamentali della nostra Costituzione antifascista” .
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