Economia

Coronavirus, il Gruppo Lube verso la fase 2. Giulianelli: "Quello che ci fa più paura è la ripartenza"

Coronavirus, il Gruppo Lube verso la fase 2. Giulianelli: "Quello che ci fa più paura è la ripartenza"

Dopo quasi due mesi dallo stop della produzione e dalla chiusura degli store su tutto il territorio nazionale, Gruppo LUBE si prepara alla fase 2 programmando la ripartenza dell’azienda in ottemperanza alle linee guida suggerite dal Governo e dal Ministero della Sanità per salvaguardare la salute dei propri dipendenti nei luoghi di lavoro. LUBE pensa alla fase 2, con non poche difficoltà e preoccupazioni sul futuro economico e sociale del nostro Paese, come espresso da Fabio Giulianelli, AD del Gruppo LUBE: “Nel breve periodo sono state prese le decisioni più naturali per fronteggiare il Covid-19, quello che ci fa più paura è la ripartenza. Sarà quello il momento più duro, siamo parte di un’economia globalizzata dove la concorrenza è fortissima”. “Va benissimo l’iniezione di liquidità - continua Giulianelli -, ma i finanziamenti stanziati sono solo dei prestiti che, prima o poi, dovranno essere restituiti; se le aziende non riaprono, se non si torna a produrre reddito e il problema rimane. Vedo tanti elementi di criticità se non si riapre al più presto, ogni settimana in più di chiusura è per noi un macigno; ma insieme alle aziende devono riaprire anche i negozi, garantendo ovviamente la sicurezza dei lavoratori e dei clienti, altrimenti non serve e a nulla riaprire le fabbriche. Se non si vende non si produce e di conseguenza non si possono pagare gli stipendi; è un circolo vizioso”. Nel futuro del Gruppo LUBE, da sempre attenta ai propri dipendenti, c’è la voglia di tornare il prima possibile a fare bene il proprio lavoro e a produrre per risollevare l’Italia anche se nulla sarà mai più come prima. La dirigenza LUBE ha infatti fin da subito integrato la cassa integrazione affinchè gli stipendi dei propri collaboratori rimanessero inalterati, prova tangibile volontà, del rispetto e della gratitudine che il Gruppo ha nei confronti della grande famiglia LUBE. L’azienda è pronta a riaprire le porte ai propri dipendenti, sia in fabbrica che negli uffici, fornendo tutto l’occorrente per garantire gli standard di  sicurezza richiesti: dalle mascherine, i guanti e gli igienizzanti, fino ai termoscanner per la rilevazione della temperatura e ristrettissime misure di sicurezza sia in entrata che in uscita e la doppia turnazione necessaria per garantire il distanziamento sociale: il lavoro infatti sarà organizzato in due turni, metà dipendenti faranno il primo turno dalle ore 6.00 fino alle 13.00 e l’altra metà il secondo turno, che partirà alle ore 13:15 per terminare alle ore 20:15, questo sia negli uffici che nella produzione in modo che non ci sia alcun pericolo per tutta la forza lavoro. “Credo che tutti dovremmo reiventarci il lavoro” spiega Fabio Giulianelli. “I negozi in primis dovranno essere in grado di fornire ai clienti una garanzia di sicurezza e di fiducia che va oltre la salute dei dipendenti e dei clienti. Questi elementi, uniti a professionalità e qualità che dovrà gratificare ogni acquisto, saranno indispensabili per richiamare l’attenzione del consumatore; nel dopo-Covid il prezzo non sarà più l’unica determinate di scelta ma il valore reale di un prodotto che di distingue dalla massa per qualità e durevolezza. Dove possibile l’acquisto diventerà ancora più consapevole”. Per questo motivo, nei mesi scorsi, tutti gli store e i centri cucina LUBE e CREO Kitchens hanno mantenuto attivo il servizio clienti online, per garantire la presenza, la vicinanza e mettendo al servizio dei propri clienti la sicurezza e la professionalità di un Gruppo solido con oltre 50 anni di storia alle spalle, fornendo consulenze e progettazioni online. Sono due le parole chiave indispensabili per la riapertura e che contraddistingueranno tutti gli STORE del Gruppo: Sicurezza e Servizio. Sicurezza, attraverso la sanificazione dei negozi con l’ozono che ha reso gli ambienti completamente puliti e igienizzati. Servizio, una delle caratteristiche che distingue Gruppo LUBE da sempre e che si concretizza nella cura del cliente e dei servizi pre e post-vendita molto efficienti. Verrà prolungato l’orario di apertura fino alle 22:00 con ingressi solo su appuntamento per evitare affollamenti. Ogni cliente avrà a disposizione un intero negozio solo per lui, per un’esperienza d’acquisto sicura e dedicata. "E’ un momento difficile e delicato per tutti ci rialzeremo e ci reinventeremo senza paura perché LUBE è sinonimo di determinazione, sicurezza e fiducia" conclude Giulianelli.  

22/04/2020 10:51
Covid-19, 'Tutela Impresa': "Troppo complesso accedere ai finanziamenti salva-aziende"

Covid-19, 'Tutela Impresa': "Troppo complesso accedere ai finanziamenti salva-aziende"

"Come già preannunciato e ipotizzato in precedenza, si devono purtroppo rilevare gli ostacoli e le complessità riscontrati attualmente dalle aziende per la richiesta e l’accesso ai finanziamenti Covid. Infatti, per ricorrere alla garanzia statale a sostegno dei finanziamenti, bisogna scontrarsi con la “discrezionalità”, concessa dallo Stato agli stessi istituti di credito". Così il Cav. Rag. Giuseppe Tosoni, presidente dell'Associazione Tutela Impresa, denuncia il blocco delle risorse destinate alle imprese per fronteggiare la crisi derivante dall'epidemia del Covid-19.  Ad oggi, rileva l’Associazione Tutela Impresa, nessuna pratica è stata evasa e occorre attendere almeno un paio di mesi per i finanziamenti fino a 25 mila euro ed almeno il doppio per quelli di importo superiore: "Di ostacolo sono i documenti da allegare ai moduli nonché le ulteriori informazioni richieste dalle banche per verificare il possesso dei requisiti dalle stesse ritenuti indispensabili. Inoltre le banche, allo stato attuale, negano i finanziamenti a chi è iscritto alla centrale rischi, anche se aziende sane (che sono in difficoltà in un momento del genere in una situazione che non ha precedenti) e che hanno un immediato ed improcrastinabile bisogno di ripartire". Ciò è illegittimo, sostiene il presidente dell’Ass. Tutela Impresa, che ritiene impensabile che il governo indirizzi un finanziamento un’azienda in difficoltà e la banca lo blocchi. "Ma a tal riguardo - sottolinea Tosoni - possiamo dare una positiva indicazione e cioè che è intervenuta una Commissione di inchiesta statale, sul sistema bancario per ribadire il diritto di accesso al credito e pertanto le aziende possono segnalare alla stessa Commissione eventuali ostacoli riscontrati nel comportamento poco corretto delle banche". Nel maceratese, nel primo trimestre di quest’anno, peraltro con una minima incidenza del coronavirus, si sono registrate maggiori chiusure, rispetto alle nascite, di quasi 400 aziende. "Il persistere delle difficoltà sopracitate e l’andamento molto più penalizzante dopo tale trimestre - prosegue Tosoni -, fa prevedere soltanto maggiori danni per il futuro delle aziende. Consigliamo alle aziende strumenti alternativi di sostegno finanziario, nonché di focalizzare l’attenzione all’accesso ai vari crediti di imposta previsti nel precedente periodo, nonché ai nuovi riguardanti, per esempio, i costi di sanificazione e di pubblicità.Tali crediti possono essere utilizzati per il pagamento di tasse e tributi di vario genere".  

19/04/2020 13:55
Macerata, Resparambia: "Torniamo ad aprire i cantieri della ricostruzione post-sisma"

Macerata, Resparambia: "Torniamo ad aprire i cantieri della ricostruzione post-sisma"

"Una situazione economico/sociale drammatica per tutti". Questa la fotografia scattata dal Presidente ANCE Confindustria Macerata Carlo Resparambia, in merito agli effetti della pandemia di Covid-19.  "Oggi più che mai in questa situazione difficile occorrono buon senso, determinazione, coraggio ed un pensare collettivo nell’interesse del territorio - afferma Resparambia, al fine di replicare alle recenti esternazioni relative ai pagamenti dell'Ufficio Speciale della Ricostruzione alle imprese -. E’ indispensabile per cui fare chiarezza su alcuni aspetti per onore della verità". "I pagamenti che l’Ufficio sta iniziando a corrispondere alle aziende - prosegue Resparambia - non sono nè un premio nè tanto meno un sostegno, ma il corrispettivo dovuto alle imprese che nel frattempo hanno anticipato il costo dell’opera eseguita, garantendo i pagamenti all’intera filiera dei sub appaltatori e fornitori oltreché alle maestranze". "L'Ufficio Speciale della Ricostruzione sta invero recuperando un ritardo nei pagamenti tipico dell’amministrazione pubblica - continua il presidente ANCE -, la media che occorre per l’erogazione dovuta si attesta su 58 giorni per i SAL intermedi e 115 per il SAL finale a cui devono sommarsi, penalizzando ulteriormente l’impresa, i tempi istruttori degli Istituti di credito. Senza considerare che molte imprese non operano esclusivamente sui cantieri del sisma ma hanno contratti anche con altre Amministrazioni pubbliche (e con i privati) che ad oggi non hanno ancora erogato alcunché". "Abbiamo scritto al Presidente Ceriscioli per chiedere la riapertura dei cantieri per la prosecuzione della ricostruzione post Sisma 2016 - dice Resparambia -, al fine di garantire tra le altre cose la sopravvivenza del settore ed il lavoro per le maestranze che vi operano. Questo perchè crediamo nel valore profondo del “fare impresa” per il benessere dei nostri collaboratori che è garanzia del bene comune della società. Siamo i primi a sostenere che per la CIG occorrono tempi rapidi e ci “battiamo” affinché ciò avvenga, per rispetto della verità inoltre ci teniamo a dire che la Cassa Edile riconosce al lavoratore delle prestazioni contrattuali i cui importi vengono versati sostanzialmente dalle imprese". "In questo momento chiediamo alla politica sia come ANCE che come Confindustria di sostenere le imprese nella crisi terribile di liquidità che stiamo attraversando - conclude il presidente -, in quanto ad ora il Decreto Liquidità ha innescato una politica di indebitamento, e di ritornare ad aprire i cantieri nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. La salute è un bene primario da salvaguardare per tutti, le difficoltà si superano solo lavorando insieme con spirito di squadra, come è accaduto nel dopoguerra, abbiamo tutti la responsabilità sociale di costruire il futuro per il nostro territorio".  

17/04/2020 17:40
Emergenza Covid-19 - Le proposte di Confartigianato Benessere per la riapertura delle attività

Emergenza Covid-19 - Le proposte di Confartigianato Benessere per la riapertura delle attività

“Le imprese del settore Benessere sono state  le prime a chiedere la chiusura delle loro attività al fine di preservare la salute dei loro operatori e clienti, ma il blocco prolungato dei loro esercizi sta mettendo a dura prova tutto il settore - afferma Rosetta Buldorini, Presidente Interprovinciale Confartigianato Estetiste. Le nostre imprese stanno vivendo una situazione di estrema criticità ed incertezza legata alla riapertura, data la specificità della propria attività, che presuppone, nell’emergenza sanitaria attuale, il rispetto  delle condizioni di igiene e di sicurezza nei trattamenti dibellezza, ed al tempo stesso l’esigenza di tamponare il disagio economico ad essa collegato. Abbiamo affitti, mutui, contributi e dipendenti da pagare, e la chiusura è per noi senza dubbio deleteria, ora la nostra necessità è riaprire quanto prima ovviamente nel rispetto delle condizioni igienico sanitarie che garantiscano la salute nostra, quella dei nostri collaboratori e dei nostri clienti”. “Confartigianato Benessere - spiega in proposito Eleonora D’Angelantonio, Responsabile Benessere Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo - in rappresentanza delle oltre 1.000 partite iva associate nelle tre province, ritiene necessario che le imprese regolari del settore siano in condizioni di sostenere una riorganizzazione delle attività e una parziale rimodulazione delle modalità di erogazione dei servizi stessi, che consenta di operare in sicurezza, tutelando la salute dei clienti, dei dipendenti e degli stessi imprenditori. A questo proposito abbiamo approvato e inoltrato alla Regione Marche un documento di proposte per consentire la riapertura delle imprese di acconciatura e dei centri estetici, che prevede misure comuni per entrambe le attività ed alcuni accorgimenti specifici per ciascuna categoria, sia di carattere igienico-sanitario che vadano ad integrare le stringenti disposizioni in materia, rispettate già dagli operatori in ossequio delle leggi di settore e dei Regolamenti regionali/comunali, sia di carattere organizzativo. Poiché il settore dovrà infatti fare i conti con le restrizioni degli accessi, una delle nostre priorità è che le condizioni per la riapertura siano modulate in base alle tipologie dei saloni e dei centri, tenendo conto delle diversità degli spazi e delle strutture organizzative, così da poter assicurare il rispetto di igiene e sicurezza e organizzare in maniera opportuna il personale dipendente”. La chiusura delle attività di acconciatura ed estetica imposta con il DPCM dell’11 marzo 2020, ha provocato con il passare delle settimane, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini che si sono visti privati, in aggiunta alle altre misure attuate dal Governo per il contenimento dell’epidemia, della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica. “Purtroppo gli effetti si sono stati evidenti già a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore del DPCM - dichiara Rossano Trobbiani, Presidente  Regionale Confartigianato Acconciatori - e si sono ancor più inaspriti con l’aumento del fenomeno, già elevato, dell’abusivismo che affligge il settore. Persone che si recano a casa d’altri per sottoporsi a trattamenti estetici, come anche operatori non in regola che offrono servizi a domicilio, promuovendo addirittura le loro iniziative nei social.È inammissibile che, in una situazione come quella attuale, che può pregiudicare la salute di tutti, siano tollerate queste forme di concorrenza sleale. Non è più prorogabile una ferma azione di controllo e contrasto nei territori di quanti operano clandestinamente, contravvenendo alle disposizioni del Governo, oltre che danneggiando le imprese regolarmente presenti nel mercato.Abbiamo quindi già chiesto e ribadiamo ai Sindaci, alle Prefetture ed a tutte le Forze dell’Ordine che vengano adottate misure più stringenti di vigilanza e di deterrenza nei confronti di abusivi nel settore benessere, molti dei quali vengono ripetutamente segnalati anche per mezzo della nostra organizzazione. È inoltre nostro intento offrire la massima collaborazione al fine di arginare il più possibile questo fenomeno che, specialmente ai giorni nostri, rivela tutta la sua irragionevolezza”. Al fine di illustrare nel dettaglio agli imprenditori del settore i contenuti del documento di proposte elaborato dall’Associazione, ed informarli in merito a tutte le misure di sostegno alle imprese (misure fiscali, informazioni sulle modalità della cassa integrazione, strumenti finanziari previsti dal Decreto liquidità, sospensione mutui, ecc.. ) Confartigianato, proseguendo con l’attività di formazione online, ha programmato due videoconferenze specifiche per le categorie di acconciatura ed estetica, che si terranno il 20 (acconciatori) e 22 aprile (estetiste) e alle quali sarà possibile partecipare iscrivendosi tramite questo link: https://www.macerata.confartigianato.it/2020/04/17/formazione-online-gratuita-nuovo-calendario-di-incontri/  

17/04/2020 11:14
Astea, disposta la cassa integrazione. Accordo col sindacato: "I servizi essenziali sono garantiti"

Astea, disposta la cassa integrazione. Accordo col sindacato: "I servizi essenziali sono garantiti"

Astea sta cercando di proteggere i propri dipendenti, pur garantendo i servizi fondamentali per i cittadini. Per questo motivo è stata disposta la cassa integrazione per poche giornate al mese in accordo con il Sindacato firmato con le rappresentanze sindacali. Nell'accordo viene previsto che la società Astea s'impegna ad anticipare la cassa integrazione guadagni ai propri dipendenti in modo che non sia necessario aspettare i tempi lunghi dell'Inps per la consegna delle somme. L'azienda si è anche impegnata a corrispondere lo stipendio pieno pagando anche la parte che verrebbe ad essere decurtata in caso di cassa integrazione. Quindi nulla viene perso dai lavoratori. "Vogliamo essere vicini ai nostri dipendenti che sono in prima linea ed esposti cercando di proteggerli e assicurando al tempo stesso i servizi essenziali a favore dei cittadini. - ha detto l'amministratore Fabio Marchetti - lo possiamo fare perchè Astea è un'azienda solida e perchè abbiamo a cuore tutte le nostre risorse umane".   

16/04/2020 17:37
Confartigianato Moda, l'appello di Moira Amaranti: "riduzioni fiscali e bonus ai lavoratori"

Confartigianato Moda, l'appello di Moira Amaranti: "riduzioni fiscali e bonus ai lavoratori"

“Lo sappiamo, ce l’hanno ripetuto: niente sarà più come prima. E quando diciamo niente significa che nessun aspetto della nostra vita resterà lo stesso. A parlare è Moira Amaranti, Presidente Nazionale della Calzatura di Confartigianato Imprese, la quale sottolinea lo stato d’animo che accomuna tutti noi in questo difficile momento. “Vedere le nostre città deserte con tutte le saracinesche abbassate è impressionante. Sapere che una mascherina sarà l’unico accessorio indispensabile e che non ci abbandonerà per chissà quanto tempo, è destabilizzante. Ma dobbiamo reagire - prosegue Amaranti - in particolar modo devono reagire le nostre imprese con il sostegno e l’aiuto concreto di tutti. Ora dire che sia necessaria liquidità per ripartire è un eufemismo, considerare e pensare che i soli finanziamenti previsti da soli possano risolvere la questione, appare decisamente improprio.  Abbiamo merci invendute, debiti da onorare, campionari da sviluppare, strategie commerciali da reinventare, questo non è possibile con il progressivo aumento del proprio grado di indebitamento. Ritengo sia oggi indispensabile che le nostre imprese possano fare affidamento, in maniera adeguata e con la specificità per ogni tipologia di settore, sia sulle provvidenze regionali come quelle già messe in campo dalla nostra Regione e dalla Camera di Commercio, ma soprattutto su quelle statali ed europee a fondo perduto. Non significa certo prolungare l’agonia, ma far ripartire in maniera sana e duratura le imprese virtuose e con spiccate progettualità. Sarebbe altresì importante poter recuperare la nostra competitività a livello mondiale con un adeguato abbassamento dei costi fiscali sulle nostre qualificate maestranze, prevedendo al contempo un bonus economico per i nostri lavoratori. Si potrebbe inoltre agire per incentivare i consumi con la riduzione dell’imposta sul valore  aggiunto per i prossimi 12 mesi. Stiamo apprezzando molto l’intervento di Ice che prevede assistenza, incentivi all’export, gratuità alla partecipazione alle fiere fino al primo semestre del 2021, formazione e realizzazione di servizi alle imprese senza alcun costo.  E’ fondamentale poter riaprire subito, nel rispetto ovviamente di tutte le misure di sicurezza, perché rimandare ancora significherebbe perdere ulteriormente e, per alcuni definitivamente, la capacità di ripresa”. “Confartigianato – aggiunge Paolo Capponi, Responsabile Export – per fronteggiare l’emergenza Covid-19, ha messo in essere una task force di esperti per dare assistenza alle imprese in tutti gli ambiti necessari, dalle informazioni tempestive di tutte le disposizioni decretate dal Governo, alle attività di sostegno previste, a tutti gli adempimenti burocratici, come l’assistenza alla presentazione delle varie richieste di contributi, fino alla formazione su specifiche tematiche d’impresa.  Ricordo che la nostra Associazione è stata tra le prime a fornire assistenza alle proprie imprese per la produzione di mascherine, tanto che ad oggi si possono contare 21 aziende del nostro territorio che lavorano alacremente su questi prodotti. Stiamo inoltre accompagnando 6 di queste imprese al riconoscimento della certificazione CE delle mascherine e dei camici necessari  contrastare il virus. Molte aziende inoltre ci stanno richiedendo l’utilizzo del “100% Made in Italy” che, in base alla legge 166/2009 Art.16, permette di attestare che l’intero processo produttivo sia avvenuto interamente in Italia, a garanzia del consumatore. Oggi più che mai - conclude Paolo Capponi - sarà fondamentale farsi riconoscere ed acquistare prodotti italiani per favorire una rinascita che sia decisa e immediata”.    

16/04/2020 13:06
Coronavirus Marche, le imprese potranno presentare domanda ai Confidi per il prestito o contributo

Coronavirus Marche, le imprese potranno presentare domanda ai Confidi per il prestito o contributo

Da oggi le imprese possono presentare la domanda ai Confidi per il prestito o per il contributo previsti dalla legge regionale "Misure urgenti per il sostegno alle attività produttive e ai lavoratori autonomi, a seguito dell’emergenza Covid-19". Tutte le informazioni relative alla presentazione delle domande, compresi i moduli e i recapiti dei Confidi, sono disponibili sul sito della regione Marche, all'indirizzo http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Attivit%C3%A0-Produttive/Credito-e-finanza. Gli schemi di domanda sono distinti tra impresa e lavoratore autonomo. La modulistica specifica necessaria per l’istruttoria verrà poi fornita direttamente dai Confidi stessi e sarà disponibile sui rispettivi siti. La domanda è valida quando viene consegnata congiuntamente a tutta la documentazione richiesta dai Confidi, che possono già procedere nell’istruttoria e concedere il prestito, o il contributo, sia ai lavoratori autonomi che alle imprese.  Per il contributo è ovviamente necessario avere ottenuto un prestito da un istituto creditizio. Per l'erogazione si seguirà l’ordine cronologico di presentazione delle domande e ogni Confidi potrà operare nei limiti delle risorse assegnate a seguito del riparto. I confidi che finora si sono candidati sono: UNICO, ConfidiCoop, Confidi.net, quindi le domande potranno essere inoltrate alle seguenti mail: per UNICO: uni-co.legge13@legalmail.it; per Confidicoop: confidicoopmarche@legalmail.it; per Confidi.net: ufficiofidi@pec.confidi.net. Eventuali ulteriori adesioni di Confidi saranno segnalate sul sito della Regione Marche.

15/04/2020 17:30
Il prof. Gerardo Villanacci: "La pandemia devasterà l'economia. Per ripartire, la chiave è semplificare"

Il prof. Gerardo Villanacci: "La pandemia devasterà l'economia. Per ripartire, la chiave è semplificare"

Le previsioni fatte, nella giornata di ieri, dal Fondo Monetario Internazionale evidenziano come la pandemia di Covid-19 porterà un impatto devastante sull'economia globale. Per quanto riguarda il 2020, la produzione economica globale è prevista in calo del 3%.  Si tratta, ovviamente, di previsioni che, in quanto tali, conservano un certo grado di incertezza ma questi dati offrono un primo riscontro su quanto ci attenderà nei mesi a venire.  Gli unici due Paesi che si salveranno dal segno meno nel 2020 saranno l'India (+1,9%) e la Cina (+1,2%), mentre la contrazione dell'Italia assumerà contorni drammatici: il calo, secondo il Fondo Monetario, arriverà al - 9,1%. Un vero e proprio tracollo, ancor più preoccupante se confrontato con la media dell'Eurozona (-7,5%). Peggio dell'Italia, fa solo la Grecia (-10%).  Abbiamo provato a ragionare delle difficoltà che ci troveremo a fronteggiare a seguito dell'emergenza coronavirus con il professor Gerardo Villanacci, ordinario di diritto privato all'Università Politecnica delle Marche, provando anche a ipotizzare delle possibili soluzioni per il rilancio.  La crisi che stiamo vivendo può essere paragonata a quelle vissute in passato?  "I confronti con il passato non reggono, nemmeno paragonando la situazione attuale con la Grande Depressione del secolo scorso. La crisi interessa tutti i Paesi, c'è poco da comparare. Al momento, tutti siamo presi dalle cause della malattia. Siamo interessati, cioè, a trovare rapidamente le cure e un vaccino efficace. Tuttavia gli effetti sopravvivono alla cause, e noi li stiamo già vivendo. Piaccia o meno, inevitabilmente, tutto cambierà. Quello che possiamo fare è guidare questo cambiamento".  In cosa consisterà il cambiamento?  "Il cambiamento sarà anzittutto valoriale. Il valore salute, che si può declinare sia come diritto alla salute che come tutela dell'ambiente, diverrà prioritario e andrà coniugato con quello della libertà delle iniziative economiche e personali. Bisognerà ripensare il welfare state, ripristinando quello che già abbiamo: una legislazione all'avanguardia. Un esempio su tutti è quello del principio di precauzione, che abbiamo formalmente attuato ma poi non applicato. Per principio di precauzione si intende l'insieme delle iniziative volte a preservare la nostra salute in situazioni emergenziali. Se lo avessimo applicato, certamente non avremmo inciso così pesantemente sulla riduzione per le spese della sanità pubblica e non ci saremmo trovati nella condizione di non avere neppure le mascherine e la disponibilità di posti letto".  Riusciremo a venire fuori da questa situazione e come? "Ne verremo fuori, ma ad alcune condizioni. Anzitutto scongiurando l'insidia del luogo comune, ovvero l'idea astratta che si fonda sulla fiducia. 'Ne usciremo perché ne siamo usciti fuori in passato, e siamo un gran popolo'. Non si va avanti con i luoghi comuni. Per venirne fuori bisogna lottare e combattere, e quindi partire da alcuni elementi centrali". Quali sono gli elementi centrali su cui fondare la ripartenza?  "Anzitutto occorre preservare lo stato sociale, ovvero quell'insieme di attività - prevalentemente pubbliche, ma anche di enti privati - che forniscono sostegno a chi si trova in condizione di bisogno. Bisogna partire dalle cose di cui abbiamo effettivamente bisogno con poche, ma chiare, regole e leggi che siano prontamente applicabili. Tutto ciò, oggi, non sta accadendo. Da fine febbraio abbiamo assistito a una profusione di decreti legislativi, uno dietro l'altro. Documenti da 60 pagine che neanche un giurista esperto riesce a interpretare. Alle persone va detto chiaramente cosa devono fare, senza incertezze o contraddizioni". Il secondo punto è quello di attuare, piccole, ma grandi riforme. In primo luogo, la riforma fiscale. "Questa emergenza va colta come occasione per cercare di uscire dalla crisi istituzionale in cui ci troviamo da anni. Bisogna semplificare, non abbiamo più bisogno del surplus formalistico dello Stato. Da una situazione drammatica, bisogna fare in modo che se ne esca migliorati.  La politica, più che nel passato, è chiamata a svolgere un ruolo importante: quello della semplificazione, non della complicazione. Partiamo, dall'offerta dei servizi essenziali, senza più fronzoli."  Che fine farà, in tutto questo, l'Europa?  "Tutti, a livello economico, si affidano all'azione della Banca Centrale Europea. E da questa, certamente, arriveranno aiuti. Per il resto, anche qui, si ha l'occasione di realizzare quell'Unione che non c'è mai stata, di fatto. Gli Stati non hanno mai avuto un elemento comune per divenire davvero un'Unione. L'elemento comune che avrebbero dovuto avere, una costituzione, non c'è mai stato. Ci si è limitati a costruire un'unione di titpo economico".    

15/04/2020 14:21
Coronavirus, dalla Regione Marche 800mila euro per il Terzo Settore

Coronavirus, dalla Regione Marche 800mila euro per il Terzo Settore

La Giunta regionale ha stabilito di assegnare importanti risorse finanziarie al Terzo settore per affrontare immediatamente le criticità acuite dall’emergenza Coronavirus e preparare la ripresa sociale e civile per un progressivo ritorno alla normalità. Lo prevede la delibera di adesione all’Accordo di programma 2019 Stato-Regione Marche per il sostegno allo svolgimento di attività di interesse generale da parte delle Organizzazioni di volontariato e delle Associazioni di promozione sociale e l’approvazione delle Linee guida per la definizione del piano operativo, adottata dalla Giunta, riunita questa mattina, su proposta dell’assessore al Bilancio e Volontariato Fabrizio Cesetti.  “Le risorse finanziarie stanziate dalla Regione Marche ammontano a un milione e trecento mila euro complessivamente e al progetto 'Terzo settore in rete per l’emergenza COVID19' sono state assegnate 800.000 euro – spiega Cesetti - e saranno destinate a quelle Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione Sociale che vorranno aggregarsi in una unica compagine, per realizzare su tutto il territorio regionale le azioni progettuali. Un intervento necessario per affrontare immediatamente serie problematiche come il contrasto alla povertà estrema, interventi domiciliari di supporto alle fasce deboli, compresa la consegna di pasti e medicine a domicilio e supporto a distanza per situazioni di disagio causato, o acuito, dall’emergenza epidemiologica”. "Si confida peraltro - aggiunge l’assessore - che queste organizzazioni, con la loro pervasività nel tessuto civile della nostra regione possano intercettare altri soggetti tra imprenditori, imprese sociali, fondazioni, che apportino ulteriore valore aggiunto al progetto, sia in termini finanziari, sia in termini di concrete azioni che possano integrarsi in esso". La Regione Marche ha concertato con il Forum del Terzo settore (art 11 della LR n. 32/2014) l’utilizzo delle risorse assegnate alla Regione con D.M. 166 del 12 /11/2019 per la realizzazione del programma di interventi diretti a sostenere lo svolgimento a livello locale delle attività di interesse generale, di cui all’articolo 5 del codice del terzo settore, da parte delle Organizzazioni di Volontariato (OdV) e delle Associazioni di Promozione Sociale (APS).

14/04/2020 16:10
Confindustria Marche dura sul nuovo decreto: "Chiusi fino al 3 maggio? Una follia"

Confindustria Marche dura sul nuovo decreto: "Chiusi fino al 3 maggio? Una follia"

“Il decreto appena rilasciato dal Governo Conte prevede un lockdown fino a maggio: una follia” è un attacco duro e deciso quello del presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni “Ci saremo aspettati una riapertura graduale delle nostre aziende, e per questo abbiamo lottato con tutte le nostre forze, ma evidentemente chi ci governa non ha capito un concetto essenziale: l’azienda è ad oggi il luogo più sicuro dove stare. In questi giorni ho avuto modo di parlare con decine di colleghi imprenditori in tutta la regione e vi posso assicurare che tutti noi abbiamo messo in atto dei protocolli rigidissimi: utilizzo di dispositivi di protezioni individuali, distanziamento, turni di lavoro, ingressi alternati, sanificazione. Se queste misure garantiscono il contenimento del contagio nelle aziende che hanno un codice ATECO che rientra nella lista delle attività che possono continuare, qualcuno ci deve spiegare perché per le altre aziende questo non debba essere sufficiente. Questa non è una lista di codici Ateco: è una Schindler’s list, che decreta chi deve vivere e chi morire. Lo ripeto - continua Schiavoni -  i nostri collaboratori non sono a rischio, il rischio di contrarre il virus è molto più basso nelle aziende che in tanti altri luoghi.  D’altronde, da un Governo che fin dall’inizio ci ha propinato il miraggio di una decrescita felice che cosa potevamo aspettarci? Se continuiamo così tutte le misure messe in atto, a partire dai 400 miliardi in prestito che secondo loro dovrebbero risolvere tutti i nostri problemi, non serviranno assolutamente a nulla: le aziende chiuderanno o nella migliore delle ipotesi perderanno enormi quote di mercato e posti di lavoro a favore dei concorrenti esteri che hanno Governi più lungimiranti, che non hanno fermato il motore produttivo come sta succedendo nel nostro Paese. Ci sono settori, come quello della Moda, legato alla stagionalità dei prodotti, che perderanno un anno di lavoro: tutto il Made in Italy che si afferma di voler tutelare subirà un contaccolpo durissimo. Forse - conclude il presidente -  è giunto il momento che anche l’opinione pubblica si renda conto che se fermiamo le aziende fermiamo il Paese. Senza lavoro non c’è reddito e senza reddito non ci sono entrate per il pubblico: senza entrate ci saranno dei tagli ai servizi e tra i servizi ci sono anche gli ospedali pubblici e i ticket per i farmaci”.        

11/04/2020 19:22
Firmata legge regionale, 14 milioni per imprese e autonomi, Ceriscioli: "Primi in Italia"

Firmata legge regionale, 14 milioni per imprese e autonomi, Ceriscioli: "Primi in Italia"

La Regione Marche istituisce una legge con le misure urgenti per il sostegno alle attività produttive e ai lavoratori autonomi, a seguito dell’emergenza Covid-19. Questa mattina la firma del presidente Luca Ceriscioli, che afferma: È molto importante in un momento come questo l’impegno delle istituzioni per far ripartire l’economia del nostro territorio. Abbiamo dato un segno concreto approvando in pochi giorni e rendendo immediatamente esecutiva una legge che mette in campo 14,2 milioni per dare liquidità alle imprese, un piccolo segno rispetto a tutto quello che servirà mettere in campo, ma essere riusciti a farlo prima di tutti gli altri prima dell’imminente festività di Pasqua assume per noi un valore simbolico straordinario”. Si istituisce così un fondo di emergenza di 14,2 milioni per le imprese e per i lavoratori autonomi, basato sugli incentivi al sistema del credito, che saranno disponibili da martedì 14 aprile presso i Confidi: 11,7 milioni per prestiti a tasso agevolato e 2,5 milioni per contributi a fondo perduto, per abbattere il costo degli interessi e delle garanzie per l’accesso ai finanziamenti.  La legge prevede un allargamento del credito: da 25 mila a 40 mila euro senza vincolo percentuale di fatturato per le imprese, estensibile a 50 mila euro per le imprese che realizzano nuovi acquisti materiali e immateriali per il rilancio e la diversificazione delle attività, e fino a 5 mila euro per i lavoratori autonomi. La durata prevista del prestito è di 72 mesi, con 24 mesi di preammortamento. Destinatari delle misure sono le imprese e i lavoratori autonomi. Al fine dell’accesso ai benefici gli operatori economici sono coloro che hanno subìto una crisi di liquidità a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, hanno sede operativa nel territorio e sono operativi alla data del 23 febbraio 2020. Sulla somma di 14,2 milioni di euro convergono 4 milioni di euro della Regione, 4,3 milioni di Camera di Commercio e Province (da fondi preesistenti in chiusura) e 5,8 milioni di cofinanziamento dei Confidi stessi. Questi saranno destinati per 11,7 milioni all'erogazione di prestiti fino a 40 mila di euro a tasso di interesse agevolato non superiore all’1%, “significativamente più basso – spiega l’assessora alle Attività economiche Manuela Bora - di quello previsto dal Decreto Liquidità per prestiti fino a 25 mila euro (superiore all’1,2%) e di quello di mercato delle banche per prestiti di dimensioni superiori (tra il 2,5 e il 3,5%)”. Gli altri 2,5 milioni serviranno per abbattere il costo degli interessi e delle garanzie per l'accesso ai finanziamenti presso il sistema creditizio per crediti fino a 150 mila euro, un meccanismo che è in grado di attivare, in previsione, ulteriori prestiti per 30,6 milioni. “Questo fondo serve a rendere gestibile un periodo di transizione – aggiunge Manuela Bora - in attesa che i provvedimenti del governo siano applicati dalle banche e queste mettano a disposizione la liquidità necessaria alle imprese. Proprio quegli aiuti, impressionanti per quantità ma soggetti a regole che non consentono di poterne usufruire nell’immediato, rischiano di lasciare senza risorse soprattutto migliaia di micro e piccole imprese e di lavoratori autonomi della nostra regione”. “Gli imprenditori – conclude il presidente - hanno detto all’unanimità: l’accesso al credito, il pronto cassa sono complicati. La Regione Marche ha risposto: zero burocrazia pubblica e 14,2 milioni subito. Mi aspetto dai confidi uno sforzo straordinario per rispondere velocemente a una straordinaria richiesta di intervento che arriverà nei prossimi giorni e ho avuto rassicurazioni che la liquidità sarà erogata nel giro di una settimana”.

10/04/2020 17:55
Civitanova, l'imprenditore Germano Ercoli: "ripartire con il lavoro per dare un segnale forte ai mercati esteri"

Civitanova, l'imprenditore Germano Ercoli: "ripartire con il lavoro per dare un segnale forte ai mercati esteri"

Il Coronavirus sta mettendo a dura prova non solo l'intero sistema sanitario nazionale ma anche tutto il mondo dell'imprenditoria che, nonostante le mille difficoltà derivanti dalla pandemia, non ha mai smesso di mettersi in moto per dare un aiuto concreto ai vari ospedali impegnati in prima linea per fronteggiare l’emergenza. Di questo gruppo fa parte anche il titolare dell’aziende Eurosuole e GoldenPlast Germano Ercoli che in quest'ultimo mese ha donato un ecografo al Reparto di Ginecologia e 500 mascherine per Radiologia dell'Ospedale di Civitanova Marche. Un gesto importante ma anche un segnale forte e di speranza per un futuro, che col passare del tempo si fa sempre più nebuloso anche per tutte le aziende maceratesi che oramai da quasi un mese sono ferme senza ancora una data certa che stabilisca la loro ripartenza. L'imprenditore civitanovese ha commentato a parole sue questo momento storico che sta passando l'Italia e ha inoltre illustrato la sua 'ricetta' per ripartire: "Il periodo che stiamo attraversando in Italia e nel Mondo credo che non sia era mai visto da 100 anni a questa parte" - esordisce Ercoli - " se interpretiamo in maniera grossolana i numeri di questa pandemia facendo il rapporto tra i contagiati attuali e il numero della popolazione mondiale, il dato che esce fuori è rappresentato da una percentuale irrisoria; ma se andiamo a vedere nelle specifico l'incidenza nelle singole popolazioni e prendiamo coscienza di quello che sta accadendo in Italia, i numeri si fanno pesanti e non nascondo che ti fa venire i brividi" Queste è la fotografia dell'emergenza sanitaria scattata dall'imprenditore civitanovese: "Questa è una situazione dove nessuno ha esperienza per affrontarla in quanto è totalmente nuova - aggiunge -  sinceramente pensavo che le misure restrittive imposte dal Governo avrebbero portato ad una diminuzione maggiore del numero dei contagiati però la speranza che le cose possano migliorare è sempre viva ; capisco che lo stare sempre chiusi in casa porti disagio a tutta la popolazione ma al contempo sono convito che sia la medicina giusta per far terminare l'emergenza". Una fase di completa stasi a cui devono sottostare anche tutte le aziende italiane: "Ora il grande dilemma che ci poniamo tutto riguarderà gli effetti di questa cura - e  mette in evidenza - se la cura è stata pesante e l'ammalato muore allora vuol dire che c'è stato qualche problema e mi riferisco soprattutto al fatto che non è stata ancora stabilita una data precisa e certa su quando si potranno riaprire le aziende" "Questo sta iniziando a diventare un terreno realmente scivoloso soprattutto se  questo stato di incertezza lo proiettiamo sui nostri clienti stranieri ai quali siamo ogni volta costretti a comunicargli una nuova data sulla nostra riapertura - dichiara -. E' ovvio che non possiamo sapere la data certa di quando terminerà l'emergenza ma c'è bisogno che qualcuno si prenda la responsabilità di decidere quando far ripartire l'economia, altrimenti saremo costretti ad affrontare un dramma sociale ed imprenditoriale, in quanto ci sono delle realtà che hanno finito letteralmente l'ossigeno" Il lavoro, soprattutto in Italia, ha sempre recitato il ruolo di vero motore sul quale fare affidamento per affermarsi a livello internazionale: "Se oltre a venire a mancare il capitale, le aziende iniziano a perdere pure l'afflusso dei clienti allora non ci sarà più la forza per rimettersi in moto e a farne le spese sarà tutto il tessuto produttivo e sociale - spiega Ercoli che si immagina così l'immediato futuro -.Questo virus stravolgerà la vita di tutti sia a livello professionale che quotidiano e questo porterà tutti noi a ragionare in maniera differente; nessuno sa come sarà il futuro anche se è immaginabile che per la nostra economia non sarà affatto roseo, ecco allora che c'è ancora più bisogno che qualcuno si alzi in piedi e si assuma la responsabilità di prendere decisioni forti tipo stabilire una data certa di ripartenza" Uno snodo cruciale per Ercoli che rafforza in questo modo: "Dico questo al di là di quella che può essere la produzione e la distribuzione dei nostri prodotti perché stabilire una data significa dare un segnale di vita verso il mercato internazionale e dire a tutti 'noi ci siamo e il nostro cuore pulso ancora', poi la percentuale sulle nostre produzione la vedremo strada facendo" Idee per ripartire ma anche per programmare un futuro: "Per farsi un cliente ci vogliono anni e per perderlo basta un minuto" - sentenzia Ercoli -."Lo Stato ha imposto alle aziende di  adottare un protocollo di sicurezza che ritengo giusto e doveroso, infatti per le mie due realtà Eurosuole e GoldenPlast abbiamo speso più di 20 mila euro per telecamere termiche e per tutti i vari dispositivi di protezione invidiale, senza dimenticare il rispetto delle distanze di sicurezza tra chi lavora - e inoltre - abbiamo scelto gli uomini che comporranno il Comitato di Sicurezza così quando ci saranno dei controlli da parte delle autorità sapranno con chi parlare". Tutte misure che oltre ad essere adottate per obblighi governativi e per la salute di chi lavora, hanno anche un fine più lungimirante: "Abbiamo fatto tutto il necessario pur di rimetterci in moto in quanto sappiamo fin troppo bene che le perdite derivanti da un lungo periodo di stop non si riusciranno mai effettivamente a quantificare - dichiara- noi ad esempio tra GoldenPlast ed Eurosuole abbiamo perso oltre 4 milioni di euro di fatturato nelle 2 settimane che siamo stati fermi, il tutto considerando che le spese aziendali che sosteniamo rimangono le medesime e le tasse governative dovranno essere comunque onorate, anche se sono state procrastinate di qualche mese". Un quadro della situazione ben chiaro nella mente di Ercoli come lo sono anche le sue idee per tentare di risollevare gli umori di una popolazione sempre più impaurita e sfiduciata: "In questi giorni stiamo assistendo ad un grande gara di solidarietà alla quale stanno partecipando veramente in tanti con donazioni rivolte agli ospedali per alleviare le fatiche dei nostri operatori sanitari che ogni giorno affrontano in prima linea questa emergenza - e propone - sarebbe buona cosa che per chi ha la possibilità di donare attrezzature mediche, lo Stato facesse pagare solo l'importo del bene togliendo il costo dell'IVA; Ecco questa iniziativa penso che sia uno dei primi provvedimenti che chi ci guida debba prendere in modo che si renda molto più semplice il gesto del donare" Non è solo il mondo della solidarietà ad essere bisognoso di interventi statali adeguati e così Ercoli aggiunge una sua idea riguardo i disoccupati che stanno vivendo un momento di difficoltà reso ancora più duro dall'emergenza Covid-19: "Ora rimaniamo in attesa di questa manovra finanziaria che il nostro Premier Conte ha definito 'poderosa' ma di fatto ancora non sappiamo di fatto quando potremo beneficiarne - chiosa - In questo momento storico in Italia ci sono milioni di disoccupati e tanti altri ne verranno dopo questa emergenza in quanto molte aziende si troveranno in grosse difficoltà - da qui parte l'idea di Ercoli - credo che il Governo debba prendere in seria considerazione la possibilità di garantire fino a fine anno almeno 1200/1300 euro al mese ad ogni disoccupato perché secondo me questo è un modo semplice e fattibile per far tirare fuori un sorriso a tante persone che ora stanno attraversando un brutto periodo, il minimo che si possa fare è garantirgli un pò di serenità, anche alle loro famiglie, in modo che possano sentirsi tutelati e spronati a ripartire con uno spirito rinnovato". L'imprenditore civitanovese ha concluso poi affermando: "Il popolo è come una fiamma che deve essere alimentata e costudita, ora sta vivendo una fase dove c'è poco entusiasmo e tanta paura e proprio per questo che sono convinto che vanno adottate tutte le misure possibili per ridargli una meritata boccata di ossigeno quanto prima".        

10/04/2020 15:15
Decreto liquidità, Confartigianato: "le nostre imprese non possono aspettare a lungo, servono azioni immediate"

Decreto liquidità, Confartigianato: "le nostre imprese non possono aspettare a lungo, servono azioni immediate"

Far ripartire il motore economico del Paese con una forte l’iniezione di liquidità. Un intervento da 750 miliardi in totale per le imprese: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export si sommano ai 350 già previsti con il decreto Cura Italia, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per prestiti fino a 800mila euro. Le garanzie saranno al 90% per le grandi imprese, al 100% per gli autonomi e le piccole imprese che chiedano fino a 25mila euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5 milioni. In seguito alla riunione della Giunta interprovinciale di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, il Presidente Renzo Leonori e i Vice Presidenti Enzo Mengoni, Natascia Troli (Ascoli) e Lorenzo Totò (Fermo), si sono espressi in merito ai provvedimenti previsti dal nuovo Decreto Liquidità. “La garanzia dello Stato al 100% sui prestiti alle piccole imprese fino a 800mila euro è sicuramente una misura straordinaria che l’Unione Europea ha concesso ma non è concepibile che le imprese che avranno necessità di accedere a importi superiori a 25 mila euro, debbano fare in banca la trafila degli ordinari esami di verifica e di sostenibilità economico finanziaria. Mi domando però se sia rimasto per caso qualcosa di ordinario e normale in queste settimane? Siamo sicuri che questo sia “fare tutto ciò che serve” come ha detto l’ex Presidente della BCE Draghi? Dobbiamo sempre ricordarci e far ricordare a chi forse non vuole o non riesce a vedere la realtà del nostro Paese, che a fronte della garanzia statale c’è l’impegno diretto, personale e patrimoniale, di ogni donna e uomo che fa impresa, a rischio e senza tutela, di contrarre un debito con una banca per tenere in vita, sul mercato, un’attività che dà lavoro e reddito a tantissime famiglie.  Abbiamo forti dubbi in merito al fatto che le banche italiane siano in grado di fare l’analisi del merito di credito per tutte le richieste di prestiti per liquidità per importi sopra i 25 mila euro. Sappiamo che hanno ridotto il personale, sono aperte al minimo con dipendenti a casa in smart working, sono sommerse dalle richieste di sospensione dei mutui e dovrebbero trattare gli anticipi di cassa integrazione e sospensione dal lavoro. E’ forse azzardato parlare di immediata liquidità alle imprese dato che le regole bancarie non sono cambiate con tempistiche inevitabilmente lunghe. Quando le banche saranno in grado di dare risposta forse per le piccole aziende sarà troppo tardi, perché con ogni probabilità i tempi saranno lunghi per rendere operativo il provvedimento e non si riuscirà nei fatti ad accedere al credito. Confartigianato garantirà il massimo impegno per far sì che ogni impresa possa disporre in breve tempo della liquidità necessaria alla propria sopravvivenza, mettendo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione compresa la preziosa collaborazione del confidi Uni.Co capace di assicurare ossigeno alle piccole e medie imprese del nostro territorio”.  

09/04/2020 13:43
Confindustria Macerata, incontri online dedicati agli imprenditori: il 9 aprile il primo appuntamento

Confindustria Macerata, incontri online dedicati agli imprenditori: il 9 aprile il primo appuntamento

Confindustria Marche in questo periodo di grandi difficoltà nel comprendere, prevedere, prendere decisioni, ha deciso di programmare alcuni incontri online promossi da Confindustria Macerata e riservati agli imprenditori. Si è ritenuto di organizzare questi appuntamenti online consci della necessità di creare momenti di confronto per iniziare un nuovo percorso di condivisione per “governare” e non subire l’inevitabile cambiamento che stiamo vivendo. Le tematiche, gli spunti, i contributi portati e poi discussi, hanno l’obiettivo di fornire punti di vista, orientamenti teorici e pratici per affrontare e gestire questa grave emergenza nel modo più costruttivo possibile. Ogni incontro è condotto da un ospite speciale, esperti con esperienze internazionali in campo imprenditoriale e manageriale, che credendo nel progetto, si sono messi con generosità a disposizione gratuitamente per dare indicazioni e modalità per affrontare la crisi e facilitare la rinascita del lavoro, la trasformazione degli strumenti per fare impresa e contribuire in modo attivo al rilancio dell’economia del territorio. Il primo appuntamento è per giovedì 9 aprile alle ore 17.00 sul tema “Navigare nella tempesta: verso un’economia meno globale” a cura di Marco Magnani economista, docente di Internatinal Economics in LUISS e Harvard Kennedy School, editorialista IlSole24Ore. Seguiranno altri incontri in cui interverranno illustri relatori (in allegato il programma) che affronteranno  temi di grande interesse per dare stimoli nell’affrontare e superare la complessa contingenza  che stiamo vivendo. (Foto di Repertorio)  

07/04/2020 14:14
Civitanova, ICA, l'a.d. Paniccia detta la "ricetta" per ripartire: "soldi subito alle aziende e gestiti da persone competenti"

Civitanova, ICA, l'a.d. Paniccia detta la "ricetta" per ripartire: "soldi subito alle aziende e gestiti da persone competenti"

L’emergenza Coronavirus, come prevedibile, sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria delle tante realtà economiche presenti sul territorio nazionale. Il virus non risparmia nessuno e per affrontarlo è necessario recitare la parte di un pugile sul ring, cioè capace di incassare e parare i colpi ma al contempo ha l’obbligo di reagire, cambiare strategia e soprattutto impostare delle offensive efficaci. La ICA di Civitanova, colosso multinazionale delle vernici green, sta affrontando la pandemia in diverse parti del mondo, con il 57% della produzione aperta in Italia e il restante dislocato tra nord Europa, nord America, India e Cina. Un cambio di rotta per una parte della produzione ma anche una gestione interna oculata dell’emergenza come ci ha raccontato l’AD Sandro Paniccia: “Ci siamo subito resi conto della gravità della situazione e per prima cosa già ai primi di febbraio abbiamo fermato i nostri uomini che operavano in giro per il mondo – spiega – successivamente è toccato ai tecnici e commerciali italiani perché non volevamo minimamente che ci fosse un rischio di contagio” Una mossa quella di Ica che ha anticipato le restrizioni governative annunciate a marzo: “Ancora prima che i decreti governativi fossero emanati abbiamo provveduto a adottare tutte le misure di sicurezza necessarie per tutelare la salute dei dipendenti di tutte le nostre società– dichiara Paniccia -. Chiaramente con l’aggravarsi della pandemia anche le nostre limitazioni si sono fatte più stringenti, abbiamo applicato lo smart-working per chi poteva lavorare da casa, triplicando le pulizie dei locali e istallando dei distributori di igienizzanti in tutti gli ambianti dell’azienda – e aggiunge - per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro abbiamo deciso di fare più turni in modo da garantire le debite distanze di sicurezza e impedito a tutti i clienti di venire da fuori” Un’opera di riorganizzazione e controllo del rischio a 360° gradi: “Le attività aziendali sono state strettamente monitorate in modo da ridurre al minimo le possibilità di contagio tant’è che chiunque tra i nostri collaboratori avesse avuto il minimo sintomo aveva l’obbligo di rimanere a casa”. La multinazionale civitanovese ha dovuto confrontarsi con il Covid-19 già prima che in Italia fosse dichiarato il famoso “lockdown”: “In Cina l’azienda è stata chiusa per tutto il mese di febbraio, infatti il nostro fatturato è stato zero; poi con la ripresa del lavoro a marzo siamo riusciti a recuperare il terreno perso – ha dichiarato-. Nel nord Europa le nostre società lavorano anche più di prima, poi ovviamente il rischio che possono chiudere è reale come successo ad alcuni nostri distributori in Russia dove Putin ha imposto lo stop totale fino a fine aprile; stesso discorso vale per Canada e Stati Uniti, anche se li abbiamo fermato comunque tutti i nostri ragazzi”. Quello che traspare è che gli interventi degli Stati non sono stati uniformi e quasi tutti hanno utilizzato  una filosofia diversa: “Ovviamente la Cina, a differenza dell’Italia, ha la forza di fermarsi per un periodo più o meno lungo, quindi la situazione è stata gestita in maniera ponderata a quella che è la loro realtà – sottolinea Paniccia -  l’Italia ha affrontato per prima il problema nel continente Europeo ma secondo me non si è intervenuti in modo adeguato in quanto si è valutata con troppa leggerezza la gravità del virus – e come esempio ha portato -. Basti pensare lo stato in cui hanno dovuto lavorare i nostri operatori sanitati impegnati in prima linea negli ospedali a fronteggiare l’emergenza Covid. La ICA in questo momento ha riconvertito parte della produzione per la realizzazione di  gel e spray per il contrasto del Covid-19. L’azienda civitanovese, che  a più riprese ha dimostrato il suo legame con il territorio, si è fatta portavoce di un importante progetto di solidarietà. “Fino ad ora abbiamo donato prodotti a chi in questo momento ne aveva bisogno e dopo quelli già distribuiti a marzo agli ospedali dell’Area Vasta 3, li abbiamo donati anche all’ospedale di Fermo e  San Benedetto del Tronto, Villa Pini, Santo Stefano, Croce Rossa, Croce Verde e al Comune che ha provveduto a distribuirli alle Forze dell’Ordine e continueremo a farlo finché ce ne sarà bisogno.” Non solo strategie ma anche culture diverse di affrontare l’emergenza Coronavirus: “Evidentemente per alcuni popoli vale più il lavoro che la vita delle persone quindi in determinate parti del mondo si continua a lavorare nonostante l’emergenza – chiosa - non mi metto a giudicare se è giusto o sbagliato, però quello che posso dire è che bisogna essere in grado di valutare bene quando sarà il momento di ripartire perché non credo che l’Italia abbia la forza economica di rimanere chiusa ancora per troppo tempo”. Nell’ultima conferenza stampa il Premier Giuseppe Conte ha introdotto quella che sarà la fase 2 dell’emergenza ovvero quando si potrà gradualmente ripartire sotto ogni aspetto: “C’è bisogno di sostenere subito le aziende e per farlo bisogna fornirgli delle risorse tante quante ne hanno perse nel periodo di chiusura”. Poi illustra la “sua” ricetta per ripartire: “Siamo in Europa con una moneta unica e visto che non possiamo stamparla l’unica strada ad oggi percorribile è quella del debito – spiega - lo Stato deve mettersi subito alla ricerca di fondi per sostenere tutte le aziende in modo che ritornino a lavorare come prima ma per fare questo deve creare un debito, debito che potrà essere ripagato negli anni futuri quando l’economia sarà di nuovo in moto. È la stessa filosofia di un’azienda in difficoltà che chiede un prestito in banca, se lo ottiene sopravvive in caso contrario chiude”. Risorse da subito disponibili ma che devono altresì essere gestite con la dovuta dovizia: “Tutta l’Italia si è dimostrata molto solidale in questa fase così complessa – dice con un pizzico di commozione -  l’idea che ho sviluppato è che se lo Stato chiedesse dei soldi in prestito agli italiani anche solo con un  minimo interesse, sono sicuro che tutti si metterebbero a disposizione, io per primo; però queste risorse dovranno essere gestite da gente altamente competente, capace di prendere in mano la situazione e non dalla classe politica attuale – poi precisa -. Non ne faccio una questione di colore politico e non discuto l’impegno che stanno mettendo in questo momento  ma ritengo che non ci siano le competenze, nell’annunciata fase 2, di gestire una situazione molto complessa come quella che si presenterà.” Un esempio di solidarietà degli Italiani: “Un nostro fornitore dell’alcool etilico, la Ditta Chimen Srl di San Donà di Piave, materia prima principale per la produzione di gel e spray e che in questo momento è difficilmente reperibile, saputo quello che stiamo facendo ci ha donato la metà della prossima fornitura.” Sandro Paniccia ha poi concluso con un messaggio rivolto a tutti gli italiani: “Io giro il mondo per lavoro e posso dire con certezza che le capacità che abbiamo noi italiani non le possiede nessuno; quindi se saremo guidati bene ne verremo sicuramente fuori – e per finire -. È il momento di essere uniti e soprattutto umili non servono né polemiche né tantomeno presunzione perché sarebbe deleterio per tutti noi”.  

06/04/2020 15:27
Ricostruzione post-sisma, Confartigianato: "Liquidità in arrivo per imprese e professionisti"

Ricostruzione post-sisma, Confartigianato: "Liquidità in arrivo per imprese e professionisti"

Soddisfazione da parte di Confartigianato che, con l’approvazione dell’Ordinanza n.97 del Commissario Straordinario alla Ricostruzione, vede riconosciute le istanze portate avanti in merito ai pagamenti per le imprese dell'area del sisma. Ci sarà infatti una forte iniezione di liquidità in arrivo per le imprese ed i professionisti impegnati nella ricostruzione del Centro Italia dopo il sisma del 2016, ora costrette a chiudere i cantieri in seguito all’emergenza Coronavirus. La misura, che resterà in vigore fino al 30 giugno, permetterà alle imprese edili bloccate in questo momento di grave emergenza, di ottenere liquidità anche per pagare i loro dipendenti ed i fornitori. Le nuove disposizioni del Commissario prevedono quindi il pagamento dei lavori effettuati nei cantieri fino al momento della sospensione, che riguardano anche le spese tecniche e quelle per i beni strumentali, senza attendere il completamento degli stati di avanzamento. L’Ordinanza, consentirà di avviare subito il pagamento degli stati di avanzamento parziali, purché abbiamo un importo minimo di 5 mila euro e, con lo stesso obiettivo di fornire liquidità immediata, sarà possibile pagare un anticipo del 50% sulle parcelle dei professionisti per i progetti presentati e procedere al pagamento di tutti gli arretrati nel più breve tempo possibile. Per rafforzare in modo deciso la capacità operativa nelle attività legate alla ricostruzione verranno inoltre sbloccate le assunzioni di 200 nuove unità di personale negli Uffici Speciali regionali e nei Comuni del cratere. All’Ufficio Speciale delle Marche, che oggi ha in organico 210 dipendenti e circa 4 mila pratiche da esaminare, sono in particolare destinate 116 nuove unità di personale. Altre 30 sono destinate all’Abruzzo, 27 all’Umbria e altrettante al Lazio. “L’emergenza sanitaria ora è il problema prioritario da gestire e risolvere – afferma Giuliano Fratoni, Presidente Edili di Confartigianato - ma non dobbiamo abbassare la guardia sulla ricostruzione. Apprezziamo molto la decisione del Commissario Legnini di liquidare le opere eseguite, ma occorre riprendere a breve anche la validazione dei progetti presentati ed emettere subito dopo decreti di ammissione a contributo per la ricostruzione. Il nostro auspicio è che non appena sarà possibile rientrare nei cantieri, siano pronte tutte le autorizzazioni per poter lavorare regolarmente”.

06/04/2020 12:48
Idee e start up contro il coronavirus: Fondazione Marche riceve oltre 100 progetti

Idee e start up contro il coronavirus: Fondazione Marche riceve oltre 100 progetti

Sono state più di 100 le idee per Ecapital Emergency. Un vero e proprio successo per gli organizzatori considerato che i giorni di apertura del bando erano soltanto 4. Nei prossimi giorni il comitato valuterà i progetti pervenuti. L'iniziativa è il frutto di un'intuizione di Fondazione Marche, la fondazione presieduta da Francesco Merloni che raduna da anni alcuni importanti imprenditori marchigiani. Si è pensato di utilizzare il fortunato format Ecapital dando vita al progetto Ecapital Emergency. Uno strumento veloce per la ricerca di nuove idee che Fondazione Marche intende immediatamente realizzare per essere di supporto alla lotta al coronavirus, in questo momento di grande difficoltà del nostro paese. Nella logica della formazione di start up che da sempre caratterizza il progetto Ecapital, in questo caso Fondazione Marche ha cercato e finanzierà le idee innovative che possano risolvere tempestivamente alcuni problemi ed emergenze che stiamo vivendo. La special Call for “Antivirus Idea” è promossa da Fondazione Marche con il pieno sostegno di Regione Marche, Università Politecnica delle Marche, Camera di Commercio delle Marche, Confindustria Marche, Istao e dal Gruppo bancario Credito Valtellinese. L’iniziativa è rivolta a tutti coloro che abbiamo idee realizzabili o prototipabili in 48 ore senza alcun limite di età e provenienza: studenti, laureati, docenti universitari, ricercatori, ingegneri, medici, biologi ecc. L’idea poteva essere proposta da un singolo o da un gruppo (senza alcun limite minimo e massimo di partecipanti o idee presentate). Le idee potevano riguardare App, Piattaforme, Prodotti, Device, la raccolta e gestione dei dati utili a operatori sanitari, strutture ospedaliere, 118, forze dell’ordine, protezione civile, persone fisiche, lavoratori ed aziende al fine di risolvere problemi legati al diffondersi del Covid-19.  La Fondazione Marche sponsorizzerà 5 premi da 1.000 euro per i proponenti delle migliori idee selezionate per essere realizzate con una azienda partner. Verrà, inoltre, erogato un ulteriore premio di 4.000 euro al proponente dell’idea, qualora, una volta trovata l’azienda partner disposta a collaborare allo sviluppo e realizzazione della stessa, l’idea venga realizzata nei tempi e nei modi indicati. Il proponente dell’idea potrà a quel punto far parte del team di realizzazione.

06/04/2020 11:45
Marche, Camera di Commercio: "Pronti oltre 5 milioni a disposizione delle aziende"

Marche, Camera di Commercio: "Pronti oltre 5 milioni a disposizione delle aziende"

“Mettiamo immediatamente a disposizione delle aziende marchigiane più di 5 milioni di euro per la loro liquidità e la loro sopravvivenza, in grado di sviluppare 21,5 milioni di liquidità tra le piccole e medie imprese, con l’obbligo di erogazione entro una settimana”. L’annuncio del Presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, rappresenta il primo degli interventi “per dare alle imprese risorse in modo veloce e senza troppi adempimenti burocratici, nella consapevolezza però che quel serve sono strumenti straordinari per finanziare interventi molto più decisi sul sistema economico marchigiano”. In Giunta camerale (la prima in epoca emergenza sanitaria e dunque svolta interamente con collegamento da remoto, ndr) tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno concordato di dover agire innanzitutto sul credito nella forma di liquidità e garanzia “di farlo in coordinamento con la Regione Marche, per non disperdere nessuna delle risorse disponibili”. Dei 5 milioni, 4 milioni sono destinati alla liquidità sotto forma di intervento diretto e 1 milione per il fondo di garanzia, a valere sul bilancio camerale 2020, che di conseguenza verrà modificato rispetto a previsioni di inizio anno, accedendo alla convenzione stipulata con la Regione Marche, che è pronta a destinare 10 milioni in liquidità e garanzia attraverso lo strumento dei Confidi. “Solo il milione per il fondo di garanzia, stimo che possa sviluppare 12,5 milioni di investimenti”, chiarisce il Presidente. A questa misura si aggiungono le risorse di altri finanziamenti previsti dai bandi che la Camera di Commercio sta mettendo a punto, a cominciare da quello dedicato al Microcredito d’Impresa, che prevede la concessione di contributi a chi, in situazione di difficoltà finanziaria ed è escluso dal tradizionale sistema del credito, si trova ad affrontare spese di emergenza.  La prima disponibilità è in grado di sviluppare investimenti per circa 5 milioni. “Dobbiamo impedire – sottolinea il Presidente camerale – che le realtà più piccole delle Marche scompaiano definitivamente perché oggi, ancor più di ieri, non riescono a ottenere il credito tradizionale non potendo fornire garanzie di solvibilità, e magari stimolare qualche nuova iniziativa imprenditoriale, orientata alle rinnovate necessità dei mercati”. “Questo è l’impegno immediato della Camera di Commercio delle Marche – conclude Sabatini - sempre in attesa di conoscere nella loro interezza le misure che saranno prese in ambito nazionale e, soprattutto, europeo”.  

04/04/2020 17:24
Nike: gli effetti del coronavirus sul marchio sportivo n.1 al mondo

Nike: gli effetti del coronavirus sul marchio sportivo n.1 al mondo

Anche un colosso a livello mondiale come Nike non può non fare i conti, in questo preciso momento storico, con la contrazione del fatturato. Sul mancato introito pesa, oltre alla chiusura di moltissimi punti vendita, anche il fermo del Campionato NBA e della National Football League. Uno stop che costerà a Nike intorno ai 3,5 miliardi di dollari, almeno secondo le prime stime tracciate dalla Banca d’Investimento Cowen. Numeri che dipendono dalle mancate vendite che pesano per circa il -34% sul fatturato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Però, nonostante le avversità, questo brand sportivo di fama mondiale sta dimostrando di saper reagire alla crisi in maniera energica, mettendo in campo iniziative molto interessanti. Le iniziative di Nike per far fronte all’emergenza In questo momento così delicato, Nike prende una chiara posizione con una campagna che invita ad allenarsi dentro casa, trasformando la propria abitazione in una palestra dove fare esercizio. Infatti il divieto di uscire di casa, se da una parte è un ostacolo, dall’altra può diventare un’occasione per allenarsi in tranquillità. Il brand sportivo sta lanciando da giorni il messaggio secondo il quale rimanere a casa non impedisce di fare squadra, anzi ne rafforza il senso. Un messaggio che invita tutti gli italiani a rimanere a casa per sconfiggere la crisi sul terreno di gioco casalingo. Questa campagna si chiama proprio “Play inside, play for the world” ed è destinata a motivare gli atleti di tutto il mondo, professionisti e amatoriali. C’è anche una piattaforma che fornisce consigli e strumenti per allenarsi in casa costruendo una squadra internazionale, che gioca una partita fondamentale per la vita e salute. Una sfida agonistica che ha anche l’obiettivo di mantenersi in salute, sia fisica che mentale, senza dover rinunciare all’attività fisica.  L’anniversario delle Air Max e il contratto con la tennista Amanda Anisimova Nello scenario attuale può essere sfuggito ai più che quest’anno le famose sneakers Air Max 90 compiono 30 anni. Queste storiche scarpe sono nate nel 1990 come perfezionamento della scarpa che, tre anni prima, aveva rivoluzionato il mondo delle calzature sportive, ovvero la Nike Air Max. Tutti modelli oggi ancora molto richiesti e acquistabili anche sul web, insieme a tante altre scarpe della Nike che continuano a conquistare gli amanti dello streetwear e dell’abbigliamento sportivo. Oltre a celebrare questa ricorrenza, la Nike, come altre aziende costrette al blocco tecnico, sta sfruttando questo periodo per spingere su altri canali, come quello della promozione. Proprio per questo il colosso dello sport ha appena formalizzato un contratto di sponsorizzazione con Amanda Anisimova, la tennista diciottenne di origini russe naturalizzata Usa, che oggi è vista come un ottimo punto di riferimento per le campagne di marketing, come già successo con Anna Kournikova e Maria Sharapova. L’Anisimova attualmente è ventottesima nella classifica del ranking WTA, ma il suo obiettivo dichiarato è proprio quello di entrare quanto prima tra le prime dieci e vincere un torneo del Grande Slam. Un obiettivo che la tennista sa di poter conquistare solo grazie a un duro allenamento, ma intanto a credere in lei c’è anche la IMG, e cioè l’Agenzia di Marketing che ha lanciato con successo anche la Sharapova.  

01/04/2020 15:46
Emergenza Covid-19, Diego e Andrea Della Valle rinunciano ai propri stipendi per il 2020

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L'Emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria delle aziende di ogni settore in tutto il territorio nazionale. Un periodo sicuramente di rinuncie e cambi di strategia ed è proprio sotto quest'ottica che va interpretata la scelta annuncita dal presidente della Tod's Diego Della Valle e dal suo vice Andrea di rinunciare ai propri compensi relativi al 2020. Stop anche all'assemblea dei soci che sarà rinviata al 3 giugno e ai dividendi.

30/03/2020 21:45
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