L’assemblea dei soci Astea ha approvato entro i termini di legge il bilancio di esercizio 2019 e la presa d’atto del bilancio consolidato del Gruppo. Il risultato economico di Astea Spa dell’anno scorso ha registrato un risultato positivo di 2.868.342 euro, con un margine operativo lordo pari a 7.398.021 euro, in aumento dell’1,35% rispetto al 2018. Dal bilancio 2019 emerge che il numero di dipendenti di Astea è passato da 200 a 204 e gli investimenti dell’esercizio ammontano a 8.442.851 euro, in aumento del 28%.
Il bilancio consolidato invece, che tiene conto di tutto il Gruppo Astea, riporta un risultato positivo di 3.560.327 euro, con margine operativo lordo pari a 11.375.306 euro. Per sostenere i vari piani di investimento, il Gruppo ha contratto nuovi finanziamenti per 12,44 milioni di euro, in particolare 5,94 milioni sono stati contratti dalla capogruppo Astea, 3 milioni dalla controllata Dea e altri 3,5 milioni dalla controllata En Ergon. Grazie a questo, gli investimenti del Gruppo sono saliti a 14,9 milioni mentre i dipendenti complessivi sono pari a 247 unità.
Per quanto riguarda le singole linee, quella idrica registra un aumento dei clienti dello 0,4% dovuto ad un incremento dell’indice demografico della zona servita. Il fatturato è in linea con quello precedente, ma ad aumentare considerevolmente sono gli investimenti, 2 milioni in più rispetto al 2018, per un complessivo di 6.763.827 euro per rinnovo, estensione e potenziamento delle reti e degli impianti idrici. Il settore gas, che si mantiene in linea con il 2018 per fatturato e clienti, registra 635.432 euro di investimenti per miglioramento degli impianti in termini di sicurezza e affidabilità, ma anche piccole estensioni di rete. La linea di produzione calore ed energia elettrica ha realizzato il rinnovo tecnologico degli impianti per 401.694 euro. Sulla linea igiene urbana infine si è in attesa di novità in materia di affidamento a gestore unico d’ambito, ma nel frattempo l’Ato 2 ha prorogato le gestioni attuali fino al 31 dicembre 2020. La novità in questo settore è la delibera di Arera contenente il nuovo metodo tariffario rifiuti da applicare a partire dal 2020. Il fatturato è in linea con il 2018 mentre gli investimenti sono stati 299.522 euro per la manutenzione dei mezzi e la sostituzione e integrazione dei contenitori della raccolta.
“Il Covid -ha spiegato l’amministratore delegato Fabio Marchetti- ha richiesto tutta una serie di interventi per mettere in sicurezza i nostri sportelli, che hanno riaperto ma con misure precauzionali. Da un punto di vista gestionale, la pandemia ha comportato un rallentamento degli investimenti per il fermo dei cantieri e un aumento seppur modesto dei crediti dovuto alle dilazioni di pagamento delle fatture concesse agli utenti e alle sospensioni dei distacchi come previsto da Arera.
L’ad Marchetti ha evidenziato poi la suddivisione dell’utile proposta dal Cda e approvata dall’assemblea dei soci: 143mila euro sono stati destinati a riserva legale, 1.624.925 euro a riserva del Gruppo e infine 1.100.000 euro distribuiti come dividendo ai soci. “Una distribuzione minore rispetto al 2018 ma -spiega Marchetti- per evidenti motivi di cautela visti i tempi e le incertezze, tuttavia il milione di euro diviso tra i soci, essendo enti pubblici e Comuni, saranno riversati sui propri territori e cittadini sotto forma di servizi”.
Termina oggi l'Opas lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi banca. Sì prevede un successo ancora più ampio con oltre l'80% delle adesioni che questa mattina avevano fatto registrare già la quota del 75,6%. Nasce così la settima banca europea con 5 miliardi di utili e 1,1 trilioni di risparmio gestito. Brinda alla nascita del colosso anche Bper che acquisirà, in forza ad un accordo già firmato e dunque imprescindibile anche per l'antitrust, da Carlo Messina 532 filiali da Ubi Banca che ne conta 1.598 in tutt'Italia. Che, come ha dichiarato al Sole 24 Ore Alessandro Vandelli, numero uno della banca emiliana: "Sono state già identificate una per una. La prevalenza, circa il 70% degli impieghi e della raccolta da clientela, è nel nord del Paese, soprattutto in Lombardia. E poi in Piemonte, Liguria e Marche. Meno nelle altre parti della Penisola".
Per l'ex Banca Marche, travolta dal default, poi assorbita da Ubi, é in buona parte l'ennesimo travaso e cambio di ragione sociale. La cessione all'istituto di credito emiliano riguarderebbe circa 60 sportelli. Per i dipendenti ancora un cambio di casacca entro l'anno: la cessione del ramo d'azienda dopo la fusione, a seguito dell'Opas, dovrà infatti avvenire obbligatoriamente per accordi con l'antitrust entro sei mesi. A Bper andrà anche il megacentro jesino di Fontadamo, gia' quartier generale di Bdm?
Da parte Intesa Sanpaolo, che nelle Marche conta un centinaio di filiali, qualche 'vibrazione' e' inevitabilmente attesa in una regione dove la presenza di Ubi, erede di Bdm, e' cospicua nonostante le economie di scala e gli accorpamenti già effettuati nell'ultimo passaggio (vedi Macerata). Vibrazioni che interesseranno anche la struttura logistica e le competenze territoriali della direzione bi-regionale Emilia Romagna-Marche? L'accordo con Bper scombussolerà' qualche carta sul tavolo ormai così ampio della nuova super banca europea? Staremo a vedere.
Se Bper brinda, è preoccupato il dottor Alfredo Cesarini, protagonista della fondazione e primo presidente (Per due mandati) di Banca Marche nata dalle casse di Macerata, Jesi e Pesaro. "Nella nostra regione non si fa più banca, ed è ormai sempre piu' considerata come un bacino di raccolta di risparmi da gestire. Uno dei tanti e non tra i maggiori, anzi ....considerato il declino di una regione che fino a poco fa era considerata a livello industriale tra le più manifatturiere d'Italia".
Pesano gli errori, chiamiamoli così, di BdM..
"Non lo metto in dubbio, certamente. Sono agli atti. Tuttavia l'esperienza che, pure al contributo eccezionale di un diplomatico illustre come il presidente della Fondazione Carima, il compianto Giorgio Pagnanelli (venerdì scorso gli è stato intitolato un viale a Macerata ndr), fu avviata e realizzata 25 anni fa con Carisj e Caripe ha precorso i tempi italiani ed europei di almeno 25 anni".
Ed ora?
"Ora qualcosa pur resta da fare....".
E la voce insistente, adesso, è quella di nuovi 'consorti', è cioè una cordata di azionariato popolare, pronta ad acquisire qualche filiale di ciò che resterà nel maceratese e nelle Marche dopo la fusione della banca guidata da Letizia Moratti, partecipando all'asta di 17 sportelli bancari targati Ubi, fuori dal pacchetto dei 532 assegnati a Bper.
Si è svolto ieri mattina presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico di via Veneto a Roma, l’incontro di presentazione e valutazione per l’istituzione delle Zone Economiche Speciali nelle aree del sisma. A presentare il progetto una folta delegazione maceratese composta dai professori Giuseppe Rivetti (Unimc) e Francesco Rizzo (Unicam), dai Sindaci del territorio Sandro Sborgia (Camerino) e Mauro Falcucci (Castelsantangelo sul Nera), da rappresentati delle associazioni datoriali e dal Direttore della CNA di Macerata Luciano Ramadori. A fare gli onori di casa e ad accogliere i conterranei marchigiani la Sottosegretaria on. Alessia Morani. Presente e ovviamente molto interessato alla questione anche il Commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini.
Sul tavolo la Proposta di Legge “ZES Sisma” completa di dati e tabelle statistiche, obiettivi chiari e ben definiti e con diverse forme di regimi economici speciali ipotizzabili per l’area.
“La proposta di istituzione di una Zona Economica Speciale nell’area del Cratere sismico – racconta Ramadori - ha trovato particolarmente coinvolta ed attenta l’on. Morani che si è detta disponibile ad esaminarla con il Ministro per la coesione territoriale Giuseppe Provenzano. A breve, si verificherà l’operatività dello strumento e la sua integrabilità con altri piani di rilancio del territorio”.
Il Direttore CNA si dice quindi soddisfatto per quanto è stato possibile condividere: “Sono convinto che si è finalmente imboccata la strada giusta e che questo approccio possa a breve portare i primi benefici. Come CNA abbiamo chiesto una norma che preveda una fiscalità di vantaggio che possa essere attivata subito. Saremo presenti a questi tavoli tecnici per portare la voce dei piccoli imprenditori in fortissima difficoltà da oramai 4 anni e per fare in modo che si pongano le basi per la rigenerazione delle nostre aree interne nel più breve tempo possibile”.
L’onorevole Morani si è detta convinta sulla necessità di un intervento ad hoc per garantire la ripresa economica delle zone del Centro Italia da tempo alle prese con la crisi determinata dal sisma del 2016 e ulteriormente aggravata dall'emergenza Covid-19.
La sottosegretaria allo sviluppo economico, potendo contare sull’apporto tecnico del disponibilissimo Commissario Legnini, ha preso quindi l'impegno di introdurre misure speciali per alleggerire la fiscalità e favorire la semplificazione amministrativa in modo da riattivare il tessuto economico dei territori del Cratere.
A breve il tavolo si riunirà nuovamente per fare il punto.
Ormai è una costante. Quando la crescita parla italiano, non può mancare il nome di ICA Group. L’azienda marchigiana della famiglia Paniccia, leader mondiale nel mercato di vernici per legno, conferma, anche nel 2019, il trend con il segno più.
Il fatturato sale a 122,8 milioni: merito di una bilancia delle esportazioni che tocca quota 57% e di una posizione nazionale che si consolida sensibilmente. Sono oltre 28 milioni i kg di vernice prodotta, quattro impianti produttivi e più di 15mila i clienti su scala mondiale.
“Le nostre vernici sono presenti in 80 diversi Paesi del mondo - afferma il presidente Sandro Paniccia - e si fanno riconoscere per il carattere innovativo e per la sostenibilità. Tecnologia, conoscenza e ricerca sono le parole che guidano il nostro percorso fin dagli anni Settanta, quando mio padre fondò l’azienda a Civitanova e con essa il primo centro di Ricerca & Sviluppo".
"Se oggi siamo ai vertici mondiali - prosegue Panicca - è perché negli anni abbiamo sempre puntato sullo sviluppo, per garantire alta qualità e massima attenzione all’ambiente e alla salute delle persone. Il risultato ottenuto con la nuova formulazione di vernici bio, che non utilizzano petrolio, è straordinario e apre nuovi scenari mondiali”.
Il lockdown
Il centro di Ricerca & Sviluppo si è rivelato preziosissimo durante il periodo di lockdown per il coronavirus, in cui ICA ha scelto di mettersi a disposizione del territorio. L’impresa marchigiana, la cui sede centrale si trova a Civitanova, ha adottato immediatamente misure di sicurezza straordinarie per tutelare la salute dei dipendenti e dei collaboratori, prima ancora del decreto dell’otto marzo, tra cui lo smart working per oltre 100 persone, l’attivazione di polizze assicurative gratuite e i test sieriologici ad adesione volontaria (tutti negativi).
Nei mesi di marzo ed aprile il laboratorio ha formulato gel e spray igienizzante e, dopo una ricerca da parte dell’ufficio acquisti di materie prime necessarie e del packaging adatto, è partita la produzione.
La famiglia Paniccia ha scelto di donare tutti gli igienizzanti prodotti agli ospedali dell’Asur Marche Area Vasta 3 che, dopo Milano ha realizzato un centro Covid proprio a Civitanova Marche.
Internazionalizzazione
Dal locale al globale: l’azienda, infatti, è presente anche all’estero con sei società. L’accorta e dinamica policy della compagnia, infatti, ha consentito un proficuo percorso di internazionalizzazione, in grado di guadagnare considerevoli successi oltre confine e di conquistare i mercati più floridi.
Infatti, dopo l’apertura dello stabilimento produttivo in India nel Gujarat, nato dalla joint venture con la Pidilite (un investimento di 11 milioni di euro), nel 2019 si è registrato l’avvio della controllata ICA North America, con sede a Toronto in Canada.
È recente la fondazione, nello scorso aprile, di ICA USA, con sede amministrativa in Delaware. Le nuove aperture rafforzano la posizione della società italiana tra le regine del settore e completano un percorso decennale che ha corroborato la leadership internazionale di un marchio oggi presente anche in Cina, Germania, Polonia e Spagna con aziende create sul posto.
Per rispondere tempestivamente alle richieste del mercato, in tempi di Covid-19, ICA ha avviato un servizio di assistenza tecnica super veloce, destinato agli utilizzatori professionali che hanno bisogno del supporto di esperti, anche a distanza.
Con consulenze, consigli, opinioni, l’azienda è così vicina non solo ai clienti, ma a tutto il mondo del B2B.
La formazione
Dal punto di vista della formazione, ICA Academy, ente formativo della top company nato dalla volontà della terza generazione - Andrea, Claudio e Lorenzo Paniccia - e accreditato presso la Regione Marche, solo nel 2019, ha organizzato e realizzato 10.000 ore di alta formazione specialistica e vanta 40 corsi erogati a 170 aziende.
Tredici è il numero di workshop con crediti formativi offerti a numerosi ingegneri e architetti della penisola e realizzati in sedi prestigiose; 2 sono gli International Career Master che hanno portato in azienda giovani promettenti in sintonia con la mission di questo gruppo capace di crescere ogni anno.
La partnership industriale fra Finproject e Versalis (società chimica di Eni) era stata una delle ultime operazioni annunciate nei giorni immediatamente precedenti al lockdown che ha fermato il Paese.
Il lavoro per portare a termine questo importante accordo però non si è mai fermato e oggi Finproject, gruppo industriale marchigiano leader nella produzione di compounds reticolabili e termoplastici e nello stampaggio di prodotti per il settore calzaturiero e manufatti in materiali ultraleggeri con il brand XL EXTRALIGHT®, annuncia di aver ufficializzato l’ingresso nel suo capitale di per una quota del 40%.
“Credo che oggi il significato di questa operazione sia ancora più forte” – dichiara Maurizio Vecchiola, Presidente e Amministratore delegato di Finproject - In uno scenario complesso, come quello del post Covid, la creazione di un polo completamente italiano dei Materiali plastici innovativi è una notizia che fa bene al sistema industriale del Paese e rimane di buon auspicio per chi come noi immagina il futuro in modo propositivo. Finproject aveva già attuato un primo processo di integrazione nel 2017 con l’acquisizione di Padanaplast, tornata tricolore nazionale dopo la gestione belga di Solvay”.
“Numerosi analisti – continua Maurizio Vecchiola - sostengono che nei prossimi mesi alcuni dei gioielli industriali italiani potrebbero passare in mano straniera a causa della crisi in atto. Noi siamo la dimostrazione che si può pensare in grande e ambire a cambiare dimensione del proprio business mantenendo salde le radici italiane, facendo squadra fra le eccellenti competenze e professionalità che vanta il nostro Paese nei diversi distretti”.
L’operazione Finproject - Versalis crea di fatto un nuovo centro di competenza industriale sui materiali plastici speciali che rivestirà un ruolo da protagonista per lo sviluppo del settore in Italia e nel mondo. Il posizionamento di Finproject sul mercato per le applicazioni ad alto valore aggiunto, si integra con la leadership tecnologica e industriale di Versalis nella chimica creando una catena di indubbio valore. Insieme svilupperanno nuovi materiali con un approccio teso alla sostenibilità e alla circolarità, per dare vita a soluzioni in grado di portare innovazione in innumerevoli settori strategici come il wire and cable, il footwear, l’automotive, il design e molte altre industrie in fase di sviluppo. Il tutto per guardare al futuro in un’ottica di crescita sociale, ambientale ed economica.
La recente crisi ha peraltro dimostrato quanto lo sviluppo di materiali plastici speciali, con particolari caratteristiche antibatteriche, possa rivestire importanza per la salute e la sicurezza delle persone: si è dunque aperto un nuovo filone di ricerca anche in questo ambito.
“Nonostante le preoccupazioni e le proteste di questi giorni, la proroga delle scadenze fiscali del 20 luglio è stata purtroppo disattesa. Secondo i nostri dati ad oggi, solo il 10% delle nostre imprese associate, ha provveduto agli adempimenti previsti. Ciò significa che dell’importo dovuto al 20 luglio, ovvero circa 5 milioni di euro, sono stati versati solo 472 mila euro di imposte". È quanto afferma il presidente di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo Renzo Leonori, il quale aggiunge come sia "indispensabile" la proroga della scadenza "almeno al 30 settembre prossimo".
Leonori, in questo senso, chiede anche l'eliminazione di interessi e sanzioni che ammonterebbero al 3% del tributo, se il pagamento avviene con il ravvedimento breve entro 30 giorni dalla violazione, e al 3,75% dal 31° giorno in poi.
"Rappresentiamo migliaia di imprese e affrontiamo quotidianamente con loro difficoltà sempre maggiori - conclude il presidente di Confartigianato -, facendoci per quanto possibile portavoce delle loro istanze. Questa protesta unanime di imprenditori, professionisti e operatori è frutto di un’estenuante e logorante situazione di crisi che, se non adeguatamente affrontata, non potrà far altro che peggiorare”.
Oggi in occasione della cerimonia di inaugurazione dello stabilimento UNIMER di Arquata del Tronto, il Presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini ha incontrato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli insieme a Regione, altre istituzioni e associazioni di categorie. Il Presidente ha brevemente rappresentato all'On. De Micheli le criticità legate al grande deficit infrastrutturale, che affliggono il sistema imprenditoriale marchigiano.
Le segnalazioni sono state riportate in un report, frutto di un primo confronto della Camera con il sistema imprenditoriale e le sue rappresentanze su ogni territorio, consegnato al Ministro; si tratta di un dossier preliminare cui seguirà una disamina più circostanziata dei nodi infrastrutturali che sarà esaminata con l'On. De Micheli in un successivo incontro.
"Senza un timing preciso, senza una calendarizzazione certa delle opere da realizzare gli imprenditori non possono programmare la gestione degli investimenti" ha commentato il Presidente Sabatini " La storia dei nodi infrastrutturali nelle Marche è storia decennale: l'uscita dal Porto, il completamento della Quadrilatero, della Fano Grosseto, sono vicende di cui si parla da molte legislature e che frenano lo sviluppo di questa regione. Gli imprenditori non ampliano le attività aziendali senza la sicurezza di un collegamento autostradale. Cruciale naturalmente procedere nell'attuazione del piano infrastrutture parallelamente alla realizzazione delle opere legate alle ricostruzione. Confidiamo nell'esperienza e nell'interessamento del Ministro per venire a capo delle principali criticità , Camera Marche, anche in questa partita, si impegna nel suo ruolo di facilitatore istituzionale e porterà avanti le istanze di categorie e operatori economici".
La Municipalizzata Farmacie Comunali - A.S.P.P. ha chiuso il 2019 con un utile di esercizio pari a 4.015 euro. L’Azienda, di cui il dott. Mario Properzi è Amministratore Unico, gestisce le due farmacie pubbliche del territorio le quali hanno fatto registrare ricavi per 2 milioni e 537 mila euro, con un incremento rispetto all’anno precedente di circa 63 mila euro.
“Un risultato ancor più rilevante – ha sottolineato l’A.U. Properzi – se consideriamo i circa 116 mila euro versati nelle casse comunali come affitto d’azienda e i 25 mila euro di sponsorizzazioni a supporto di attività territoriali come il Mugellini Festival e le feste patronali. Le nostre priorità sono quelle di essere al servizio del cittadino, di avere un ruolo sociale a supporto della collettività mettendo a disposizione professionalità, competenze e disponibilità. Per questo abbiamo messo in campo una serie di scontistiche a beneficio, soprattutto, delle categorie che necessitano maggior supporto come giovani mamme ed anziani. La somma degli sconti effettuati sui prodotti rispetto al prezzo pieno è stata di 92.400 euro. Denari non introitati dalle farmacie ma rimasti nelle tasche dei nostri concittadini da utilizzare per altre necessità in un momento particolarmente difficile sia sul versante economico che di tenuta sociale”.
L’Assemblea dei Soci del Banco Marchigiano ha approvato e deliberato il bilancio 2019.
L’appuntamento, che si è tenuto al teatro Rossini di Civitanova nel rispetto delle norme anti Covid, ha sancito con una delibera all’unanimità, il primo anno pieno di attività del Banco Marchigiano, dopo la sua nascita nel dicembre del 2018.
Un bilancio che vede il Direttore Generale Marco Moreschi soddisfatto per il lavoro e i risultati finora conseguiti e focalizzato sugli obiettivi: “Il 2019 segnato da un utile netto di 8,2 mln e dalla crescita armonica di tutte le componenti patrimoniali tra cui spiccano la raccolta gestita a + 40% e gli impieghi ad un +2% conferma la positività delle scelte fatte. Prosegue il trend positivo - dice il DG - anche nel primo semestre di quest'anno, nonostante il lock down e tutto ciò che ne è conseguito".
"Stiamo diventando – continua il DG – un punto di riferimento per il sistema Marche e ne abbiamo oggi tutte le caratteristiche; il livello di patrimonializzazione, la capacità di produrre reddito e la fortissima contrazione dei livelli di esposizione. Quello votato dai Soci è per il Banco il miglior bilancio di sempre, con dati da primi della classe".
Il Presidente Sandro Palombini è concentrato sul periodo “molto delicato e difficile per il nostro tessuto economico-produttivo-sociale. Come Banca del territorio ci sentiamo pienamente investiti del ruolo di partner del territorio marchigiano che, in questa difficile fase più che mai, vuol dire supportare piccole e piccolissime imprese, artigiani e famiglie”.
Di seguito i principali dati della semestrale appena deliberata: totale raccolta + 3.5% con il gestito che segna un incremento del 14%; forte sviluppo degli impieghi a sostegno del territorio con una crescita superiore al 4%; estremamente positivo anche il quadro economico con il margine d'interesse in incremento dell’1% e il margine da servizi dell'8%. Spese amministrative ancora in contrazione del 13%. Definite due ulteriori operazioni di derisking, cessione npl's, che proiettano l'npl ratio al 6.6% lordo e sotto il 3 % netto mantentendo un livello di copertura media del credito anomalo superiore al 52%; utile di 2,4 mln euro dopo avere effettuato accantonamenti straordinari relativi al contesto economico per altri 3 mln euro.
Elezione Presidente e componenti il Collegio Sindacale
Nel corso dell’Assemblea sono stati eletti il Presidente e i componenti il Collegio Sindacale. Di seguito i nomi: Stefano Torresi (Presidente), Ciro Pagano (Sindaco), Giampietro Verdini (Sindaco), Enzo Rossini e Valter Ercoli (Sindaci supplenti).
Oggi, 20 luglio, scade il pagamento senza maggiorazioni dei saldi 2019 e degli acconti 2020 delle imposte sui redditi dei titolari di partita iva.
A nulla sono serviti gli appelli del Consiglio Nazionale che in queste settimane ha chiesto ripetutamente agli organi competenti di prorogare le scadenze delle imposte, il governo, però, non è stato disponibile a recepire alcun tipo di rinvio.
“Siamo rammaricati – afferma Rosaria Garbuglia, presidente unione regionale ordini commercialisti delle Marche- che le autorità non abbiano tenuto in considerazione la difficoltà con cui gli studi dei nostri iscritti si sono trovati ad operare sia per le conseguenze operative del lockdown, con tutte le difficoltà operative che questo a comportato nello svolgimento degli ordinari adempimenti, sia per il groviglio di dpcm, decreti e circolari che siamo stati costretti a studiare per aiutare al meglio i nostri clienti a trovare la rotta in questo labirinto di adempimenti (basti citare le oltre 30 circolari Inps per accedere alla cassa integrazione di cui, oggi, molti lavoratori non hanno visto traccia), per non dimenticare tutte le misure di aiuto concesse alle imprese che hanno però avuto dietro iter e procedure a volte estremamente farraginose, per non dimenticare i problemi informatici dei portali: quello dell’Inps per le pratiche dei 600 su tutti”.
“In questi mesi difficili, caratterizzati prima dal lockdown e poi dalla complessa fase di riapertura delle attività economiche, gli studi dei Commercialisti sono stati impegnati più che mai ad assistere imprese, lavoratori e famiglie da un lato nelle valutazioni economiche e finanziarie relative alle scelte necessarie per affrontare le conseguenze del lockdown e dall’altro lato per assicurare loro l’accesso alle diverse misure di sostegno messe in campo dal Governo per l’emergenza, svolgendo in tal modo un ruolo fondamentale per la tenuta del tessuto economico-imprenditoriale del Paese
Tutti questi adempimenti straordinari hanno inevitabilmente sottratto il tempo necessario per la predisposizione delle dichiarazioni e per determinare gli importi dei versamenti.
Inoltre, è anche assolutamente discutibile che gli organi di governo non abbiamo anche tenuto conto della grave crisi di liquidità che ha colpito il tessuto economico non solo del nostro territorio ma di tutta la nazione, e che rischia di generare una grave emergenza sociale. Tutto questo si va ad aggiungere, soprattutto per le aree interne, alla grave crisi legata al sisma 2016 dalla quale il tessuto economico e sociale è ben lontano dal vederne la fine.
La giustificazione legata alle esigenze di bilancio diventa paradossale se confrontata con le manovre di oltre 80 miliardi messe in campo in pochi mesi per fronteggiare l’emergenza: non è credibile che non sia possibile trovare una soluzione ad una esigenza di cassa di poco più di due mesi”.
“Non possiamo pertanto non manifestare – conclude il presidente Rosaria Garbuglia - il totale disappunto dell’intera categoria di fronte a questa miope scelta di non prorogare le scadenze fiscali e, come ordini territoriali, ci troviamo costretti ad annunciare che aderiremo a tutte le azioni di protesta che il Consiglio Nazionale vorrà decidere a tutela degli interessi della categoria e dell’economia tutta”.
È il ministero dell’Economia a stoppare l’ipotesi del rinvio del pagamento delle tasse al 16 ottobre richiesto dalle associazioni di categoria. L’imbuto dei pagamenti fiscali si restringerà domani dopo che l’emergenza Covid aveva fatto slittare le scadenze dei mesi scorsi. Interviene nel merito della questione, Cna Macerata.
“Se la situazione è migliorata dal punto di vista sanitario, altrettanto non si può certo dire per l’economia dove molte imprese stanno ancora combattendo contro una crisi mai vista prima”.
“Il mese di luglio è già di per sé un mese carico di adempimenti che, sommati ai pregressi, fa sì che negli ultimi 15 giorni di questo mese saranno ben 246 le scadenze a cui adempiere. Decisamente troppe in così pochi giorni per così tante imprese (4,5 milioni in tutta Italia, poco meno di 30.000 nella nostra provincia)”, spiegano da Cna.
“Domani, 20 luglio, sarà il giorno clou con una particolare concentrazione di adempimenti per gli imprenditori: ci sono le imposte e i contributi previdenziali e assistenziali per titolari di partita iva e per i soci di società, il diritto annuale alla Camera di Commercio, l’imposta di bollo sulle fatture elettroniche. Altre scadenze, originariamente previste il 30 giugno, ci aspettano invece tra appena una settimana, il 27 e il 30 luglio. L’incubo, per chi riesce a sopravvivere, finirà il 31 con i fuochi finali: Iva e imposte su operazioni estere. Un flusso di tributi di circa 8,4 miliardi di euro tolti alle imprese in un periodo di massima difficoltà che si poteva, doveva evitare.
Il fitto calendario fiscale prevede poi una breve tregua per il mese di agosto ma a settembre è già tempo di versare i contributi precedentemente sospesi per il Covid-19: le imposte ed i contributi dovuti per la dichiarazione fiscale, le imposte ed i contributi mensili, l’iva mensile. Il mese della vendemmia si concluderà quindi con il pagamento delle somme iscritte a ruolo, sospese fino ad agosto 2020, e con la presentazione dei modelli 730.
CNA chiede maggiore coerenza nelle decisioni politiche e un progetto industriale serio senza queste incongruenze che potrebbero risultare fatali per molti, troppi, imprenditori.
La soluzione di accettare la maggiorazione dello 0,4% e di differire il pagamento sembra sia la sola possibile per gran parte delle imprese in difficoltà”.
Eurosuole Spa, azienda specializzata nella produzione di suole per calzature, ha definito con UniCredit un'operazione di finanziamento da 3,5 milioni di euro, assistita dalla garanzia rilasciata dal Fondo Centrale di Garanzia.
Fondata nel 1976 a Civitanova Marche dall'intuizione del Commendatore Germano Ercoli e di altri tre soci che rappresentano ancora oggi l’attuale compagine azionaria, Eurosuole è leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di suole Made in Italy in gomma e poliuretano per calzature che vanno dal lusso allo sportivo, dal tecnico all’antinfortunistico e dal casual al militare. La società opera inoltre in stretta collaborazione con i propri clienti, anche i più esigenti, progettando, sviluppando ed industrializzando le soluzioni più complesse.
Le risorse finanziarie rinvenienti dall'operazione di finanziamento - strutturata con una durata di 36 mesi - saranno utilizzate a sostegno del capitale circolante.
Il Comm. Germano Ercoli, Amministratore Unico di Eurosuole, ha così commentato: “Anche se ho l’onore di amministrare una società da sempre capitalizzata e con un patrimonio ragguardevole, si è preferito, d’accordo con il nostro responsabile finanziario, di definire l’operazione con UniCredit per affrontare l’attuale momento grande incertezza, stante l’impossibilità ad oggi di programmare o prevedere il lavoro dei prossimi 18 mesi. Per la celerità dell’operazione un doveroso ringraziamento ad UniCredit.”
“Con quest’operazione - ha sottolineato Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit – proseguiamo nel nostro percorso di affiancamento delle imprese sul territorio marchigiano, in un periodo ancora molto delicato del processo di ripartenza dopo l’emergenza Covid-19. Ancora una volta confermiamo la nostra piena operatività su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto Liquidità, supportando nello specifico una realtà prestigiosa del tessuto produttivo italiano che ha saputo conquistare una posizione di leadership nel proprio segmento di mercato”.
“A pochissimi giorni dalla maxi-scadenza fiscale del 20 luglio il governo non ha ancora fornito la risposta tanto attesa: lo slittamento dei versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, dell’Iva e dell’Irap, come già chiesto nei giorni scorsi dalla CNA. Gli artigiani e i piccoli imprenditori non ne possono più”. Ad affermarlo, in una nota, è Cna Macerata.
“La stragrande maggioranza dei soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli Indici sintetici di sostenibilità o che sono in regime forfetario o in regime di vantaggio denuncia difficoltà molto serie nell’adempiere alla corretta liquidazione delle imposte dovute. A creare queste difficoltà – spiegano - non sono solo i, comprensibili, problemi di liquidità ma anche i ritardi nella determinazione degli importi da versare accumulati nel periodo in cui la gestione dei provvedimenti legati all’emergenza è stata in cima ai pensieri degli imprenditori”.
Le partite iva interessate alla scadenza sono 4,5 milioni in tutta Italia, mentre nella nostra provincia sfiorano le 30.000 unità – prosegue Cna - . Un patrimonio imprenditoriale messo a dura prova dalla crisi causata dalla pandemia che, secondo le indagini di CNA, potrebbe ridurle nel giro di poco tempo di un buon 20%.
Allora, il Governo non perda nemmeno un minuto a emanare questo provvedimento di buon senso rimandando i versamenti perlomeno al 16 ottobre, evitando così l’affollamento di adempimenti fiscali già previsti a settembre”.
La marchigiana Mondial Due S.p.A., società del Gruppo Mondial, specializzata nella produzione di fondi per calzature in materiale plastico utilizzati da marchi dell’alta moda, ha emesso un Minibond da 2 milioni di euro, interamente sottoscritto da Zenit Sgr. Il fine è quello di sostenere il Piano Industriale 2020-2024 che mira a perseguire il potenziamento della capacità produttiva e il rafforzamento del posizionamento della società tra i best supplier delle filiere del settore calzaturiero di lusso.
Costituita nel 1985, Mondial Due appartiene allo storico Gruppo Mondial, leader sul panorama italiano nella produzione di fondi per calzature in tutti i possibili materiali plastici, con sede a Porto Recanati (MC).
La società negli ultimi anni ha avviato un percorso di revisione della composizione del proprio portafoglio commerciale, orientando progressivamente la produzione verso la realizzazione di suole per il segmento «lusso» della calzatura in particolare cogliendo le opportunità offerte dal consolidamento in atto del mercato delle sneakers. Tra i principali clienti serviti dalla società si trovano prestigiose maison tra cui Gucci, Yves Saint Laurent, Bally, Bottega Veneta, Prada, Moncler, Brunello Cucinelli.
Il Gruppo Mondial grazie al know how acquisito in oltre 40 anni di presenza sul mercato collabora in stretta connessione con i clienti garantendo ad essi la gestione dell’intero processo produttivo a partire da un fondamentale contributo in termini di selezione dei materiali, studio del design e prototipazione del prodotto, ed anche in relazione alle complessità legate alla produzione degli stampi.
Afferma Gianfranco Doria, che insieme a Sandro Mandolesi guidano il Gruppo Mondial, “Il percorso di crescita deve passare attraverso un processo di forte managerializzazione, in modo da garantire il presidio di tutti i processi operativi con un elevato standard qualitativo. La nostra recente scelta è stata di affidare ad Attilio Mucelli la direzione generale del Gruppo perché siamo certi che ci aiuterà a definire il migliore percorso strategico da perseguire e a raggiungere gli obiettivi prefissati”. Il Gruppo si è avvalso della collaborazione dell’advisor finanziario Sirecapital, il cui team guidato da Giacomo Franguelli ha lavorato attivamente sia a sostegno dell’emissione del Minibond sia alla predisposizione del Piano Industriale 2020-2024.
Secondo il Direttore Generale “La predisposizione di un Piano Industriale pluriennale ha permesso di muovere i primi passi per la costruzione di un “nuovo” rapporto con gli investitori istituzionali. Il percorso di managerializzazione è in atto e ciò permetterà di rafforzare l’efficacia del Gruppo, con un miglioramento dell’immagine aziendale. L’obiettivo che ci poniamo è di accedere al mercato dei capitali in una nuova “veste” e valutare, anche possibili operazioni di aggregazione con i principali player del settore, favorite dall’appartenenza al distretto marchigiano della calzatura”
Il Minibond, è stato strutturato beneficiando delle misure di sostegno alla liquidità delle imprese italiane introdotte par far fronte all’interruzione delle attività produttive a seguito del lockdown imposto dall’emergenza sanitaria COVID-19. Il prestito è di tipo senior secured con garanzia rilasciata dal Fondo Centrale nella misura del 90%, con scadenza al 31 dicembre 2024 e cedola semestrale a tasso fisso del 5,75%.
Si è svolta Giovedì 9 luglio, presso il salone del ristorante Le Case (Macerata), l’Assemblea dei Soci del “Confidi Macerata”. Nella prima parte dell’incontro, riservata esclusivamente ai soci, il Presidente Claudio Cristalli ha illustrato il Bilancio d’esercizio relativo al 2019 che si è chiuso con un utile di 200.000 euro.
Il Confidi Macerata ha oltre 500 soci iscritti, nel corso dell’anno sono stati deliberati Fidi per 9 milioni di Euro, trend in aumento rispetto agli anni precedenti, l’operatività del 2020 risulta essere in crescita del 60%.È inoltre di 4.250.000 euro il patrimonio mobiliare del confidi, in incremento di 400.000 euro rispetto agli anni passati.
Nella seduta di giovedì sono state rinnovate anche le Cariche Sociali, Claudio Cristalli, al termine del suo mandato da Presidente, ha salutato con emozione i colleghi ringraziandoli e ripercorrendo questi anni di certo non semplici.
I Soci , il Dott. Ruffini, responsabile del Confidi Macerata, hanno espresso un sincero ringraziamento al Presidente Cristalli per l’impegno e la competenza elargiti in questi anni, durante i 6 anni della presidenza il patrimonio mobiliare del Confidi è cresciuto del 35%. Al ringraziamento si è unito anche il Presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini invitato all’Assemblea, che ha espresso la sua gratitudine per come Cristalli, che è stato consigliere del Confidi Macerata per 21 anni, ha sempre seguito con grande disponibilità e dedizione la Società Cooperativa.
Successivamente alla fase pubblica dell’Assemblea hanno preso parte ai lavori le Banche convenzionate che con i soci presenti in sala hanno dato vita ad un confronto propositivo e partecipato sulla tematica del credito.
E’ online da oggi il nuovo sito di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo raggiungibile all’indirizzo www.confartigianatoimprese.org
“Possiamo dire che il nostro nuovo sito - dichiarano il Presidente Renzo Leonori e il Segretario generale Giorgio Menichelli - è la conclusione naturale del processo di fusione territoriale che ha interessato le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, da oggi definitivamente consolidato.
L’obiettivo della nostra Associazione è guardare con sempre maggior attenzione al mondo digitale, ormai imprescindibile, e cercare quanto più possibile di aiutare tutti i nostri associati in questo percorso. Mai come nel corso di questa emergenza infatti, le piccole e medie imprese si sono avvicinate ai canali digitali, iniziando realmente a coglierne l’importanza e l’utilità. Il nostro compito è quello di affiancarle, formarle e fornire tutti gli strumenti necessari per la loro digitalizzazione.
Questo sito è stato pensato e progettato con lo scopo di realizzare un canale, il più possibile diretto, tra noi ed i nostri soci, e soprattutto di rendere il nostro lavoro ed i nostri servizi ancora più visibili e fruibili anche online. Uno strumento che sarà quindi punto di riferimento per le tre province, sia per le imprese che per i cittadini, con un’immediata distinzione tra i servizi appunto per le imprese e quelli per le persone, perché Confartigianato riesce ad offrire assistenza e consulenza ormai a 360° gradi. In questi ultimi mesi Confartigianato ha affiancato costantemente imprenditori e famiglie mettendosi a disposizione nella gestione di ogni tipo di esigenza dovuta dalla crisi sanitaria, dai tempestivi aggiornamenti, alla consulenza personalizzata, dall’assistenza del patronato a tutti i vari servizi. E proprio anche attraverso il nuovo sito vogliamo poter mettere a disposizione delle imprese uno strumento utile alla ripresa post Covid. Uno spazio in cui guidare l’utente, attraverso una navigazione semplice e intuitiva, nella ricerca di risposte e soluzioni per le sue necessità.
Offrendo un nuovissimo moderno strumento di informazione, insieme a tutti i canali social dell’Associazione, rafforziamo ancora di più la tutela e la rappresentanza delle oltre 8.000 imprese associate, 9.000 soci pensionati aderenti all’Anap e ben 15.000 famiglie e 40.000 persone”.
Con una nuovissima veste grafica totalmente rinnovata, il sito è stato pensato per essere uno spazio in cui ogni socio, e non, può trovare una sorta di “prima accoglienza” per avere le informazioni più importanti fino ad entrare in contatto diretto con il singolo ufficio competente o il responsabile di riferimento.
Ampio spazio è stato dedicato alle news che riguardano tutti i settori e le categorie interessate per essere sempre aggiornati sulle tematiche più importanti che riguardano il mondo dell’imprenditoria artigiana. Il periodo di lockdown ha messo infatti in luce la necessità per le piccole e medie imprese di avere accesso immediato a notizie, approfondimenti e di poter contare su indicazioni specifiche. A tal proposito è stata dedicata un’apposita sezione proprio all’Emergenza Covid-19 con documenti, aggiornamenti e informazioni utili.
I contenuti sono stati riorganizzati per rendere la navigazione più veloce e di immediata comprensione, ricercare contenuti d’interesse con facilità ed avere sempre in ogni sezione un riferimento dell’Associazione da poter contattare.
Ben visibili anche i progetti e le opportunità collegati all’Associazione: partenariati attivi, convenzioni per privati ed aziende, progetti finanziati ed in via di sviluppo, opportunità per alcuni settori di mercato.
Inoltre l’utente avrà la possibilità, attraverso la selezione delle categorie di interesse e la provincia di riferimento, di ricevere notifiche push profilate in base alle scelte effettuate ed avere quindi la possibilità di ricevere informazioni ed aggiornamenti in tempo reale.
Il Fondo Emergenza Covid-19 che la Regione ha istituito con una legge in aprile per sostenere la liquidità delle imprese a seguito della pandemia, sarà rifinanziato con fondo di circa 22 milioni al fine di consentire ai Confidi, soggetti gestori, di proseguire nella loro attività di concessione diretta di credito o di abbattimento dei costi per i prestiti bancari. Gli uffici sono al lavoro per perfezionare l'intervento entro poche settimane.
“Fino ad oggi quasi 1900 imprese di tutti settori hanno fatto richiesta, con quasi 107 milioni di Euro di finanziamenti mobilitati” afferma l’Assessora Manuela Bora “e la domanda di liquidità da parte delle imprese rimane ancora molto forte. Con le modifiche apportate, in particolare in relazione all’abbattimento dei costi del finanziamento, si provvede sia a calmierare il tasso di interesse applicato dalle banche, sia alla riduzione sensibile del costo degli interessi e della garanzia”.
Tra le “Disposizioni urgenti in materia di sviluppo economico e attività produttive” inserite nella Legge regionale 25 del 2 luglio, il Consiglio regionale ha infatti previsto alcuni interventi di modifica al funzionamento del Fondo, in considerazione dello scenario che nel frattempo si è modificato e dell’esigenza di dare una maggiore flessibilità operativa allo strumento per la gestione delle nuove risorse".
CNA lancia un appello al Governo: trasferisca immediatamente e interamente le risorse stanziate per il sostegno al reddito dei lavoratori dell’artigianato tramite il Fondo di Solidarietà Fsba.
Dei 765 milioni assegnati con il decreto Rilancio solo un terzo è stato reso disponibile; 248 milioni che a malapena riusciranno a coprire quanto dovuto per il mese di aprile e che ancora devono arrivare ai beneficiari dopo più di 40 giorni: “Una situazione vergognosa che umilia i lavoratori e mette in grande difficoltà i datori di lavoro artigiani”.
CNA ha chiesto fin da subito al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’immediato sblocco dei fondi, rinviando tutti i dovuti e rigorosi controlli sulla loro gestione da parte di Fsba: “Eliminiamo almeno un passaggio burocratico altrimenti, di questo passo, si arriverà a Ferragosto per liquidare a tutti gli 800mila dipendenti gli assegni relativi alle retribuzioni di aprile”.
CNA sollecita, altresì, la disponibilità di risorse aggiuntive per 500 milioni di euro, necessari a soddisfare le richieste di prestazioni pervenute fino al mese di maggio per il COVID-19 e aggiunge: “Per molte imprese, inoltre, le diciotto settimane stanziate dal Governo sono terminate ed è oramai evidente che è necessario prolungare il sostegno al reddito. Questioni ineludibili in attesa di una risposta tanto chiara quanto tempestiva”.
Giuliana Bernardoni, dirigente CNA Macerata e titolare di una impresa artigiana del settore moda lancia l’allarme: “Le conseguenze di questo ritardo sono particolarmente gravose per il tessuto imprenditoriale della nostra provincia, dove oltre 9.000 i lavoratori e più di 2.000 aziende restano in attesa. Come spesso accade, ancora una volta le grandi industrie sono state subito accontentate mentre i lavoratori delle piccole imprese artigiane, che rappresentano la grande maggioranza del sistema produttivo, devono ancora ricevere le indennità per i mesi di aprile, maggio e giugno. I nostri lavoratori, risultando in cassa integrazione, sono esclusi anche da altri benefici (il bonus baby-sitter per esempio) e quindi non percepiscono nulla dei tanti contributi previsti per questa emergenza. Ho cercato all’inizio di anticipare ai miei 10 dipendenti la cassa integrazione ma poi, col passare del tempo e lavorando al 30-40% della capacità, non siamo riusciti più ad aiutarli. Così si mettono le famiglie in forte difficoltà e il clima sta diventando esplosivo. Come Associazione di categoria, abbiamo informato della situazione amministratori locali e parlamentari marchigiani che si stanno prodigando per portare ai tavoli del Governo il nostro allarme per questo increscioso (ennesimo) blocco burocratico”.
Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato emerge dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione Nazionali dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza COVID-19 ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno. Nell’analisi sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.
Nelle Marche la provincia in maggior sofferenza è Fermo (-26,3%). Tra le altre province marchigiane: Pesaro e Urbino (-25%9, Ancona (-22,2%), Macerata (-23%) e Ascoli Piceno (-21,2%).
Tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).
A livello di macroarea la maggior sofferenza si avverte nel Nord-Est (-21,3%), mentre le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale. Nel dettaglio emerge come nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase 1 del lockdown, la perdita di fatturato calcolata sulla base delle simulazioni descritte è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%). Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale. Inoltre, nel corso della fase 1 del lockdown, il fatturato delle società appartenenti ai settori chiusi per decreto è stato pari a 41,2% per l’industria e 43,9% per il commercio, con molti sottosettori con valori anche pari al 100% (ad esempio l’intero comparto automobilistico).
"Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani - è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane”.
“Adesso – aggiunge Miani - è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile”.
Oltre a ciò, secondo Miani “sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero”.
Presidente, tre anni di mandato per guidare la BCC fuori dalle difficoltà; vogliamo fare un bilancio di quanto è stato fatto?
Nel mese di maggio del 2017 questo CDA ha iniziato il proprio mandato e la situazione della Banca era ancora piuttosto difficile. La strada che si prospettava davanti a noi era quella di procedere rapidamente con una aggregazione con una BCC limitrofa. Il primo esercizio e cioè l’esercizio 2017 non è stato particolarmente brillante. Le cose hanno iniziato a migliorare dal mese di settembre del 2018, con l’insediamento del nuovo Direttore Generale Fabio Di Crescenzo.
Particolarmente positivo è stato l’esercizio 2019 che ha consentito alla Banca di chiudere il bilancio con un utile netto di 278.724 euro, nonostante gli importanti accantonamenti effettuati per allineare i parametri del credito deteriorato del nostro Istituto a quelli richiesti dalla Banca Centrale Europea. Questi accantonamenti hanno migliorato sensibilmente tutti gli indicatori consentendo alla nostra BCC di essere promossa recentemente dalla Capogruppo nella categoria delle Banche più virtuose.
Un sistema bancario cambiato profondamente, l’adesione ad ICCREA e la BCC è tornata a ricoprire un ruolo determinante come “Banca del territorio”...
La riforma bancaria attuata dal governo Renzi, che ha portato alla costituzione dei Gruppi Bancari del Credito Cooperativo, ritengo sia stata molto positiva perché da un lato ha lasciato inalterata l’agilità territoriale di ogni singola BCC, dall’altro ha assicurato maggiore solidità patrimoniale, garantita dall’insieme delle BCC attraverso il patto di coesione.
Per sintetizzare possiamo dire che ogni BCC opera singolarmente sul territorio di competenza in modo veloce e snello come in passato, ma a livello patrimoniale non risponde più singolarmente perché, in caso di necessità, per il patto di coesione sottoscritto, le altre BCC sono tenute ad intervenire in forma congiunta.
L’appartenenza al Gruppo, di fatto, conferisce ad ogni singola BCC maggiore solidità e fornisce più garanzie a soci, risparmiatori e clienti.
Gli obiettivi che il nuovo CdA si era dato nel 2017 sono stati raggiunti?
Beh, direi che non solo i risultati che il CDA si era prefissato sono stati ampiamente raggiunti, ma sono stati largamente superati. La Capogruppo Iccrea, una volta ottenuta l’autorizzazione dalla BCE alla costituzione del Gruppo Bancario Cooperativo, ha provveduto, in base ai parametri di ogni singola BCC, alla classificazione delle Banche affiliate.
Le BCC sono state suddivise in tre tipologie di gestione ed in sette classi che vanno dalla lettera A alla lettera G. Si è in gestione ordinaria per le Banche più virtuose (lettera A e B), si è in gestione coordinata per le Banche che presentano delle significative criticità (lettere C e D) e si è in gestione controllata per le Banche che presentano forti criticità (lettere E, F, G). La BCC di Recanati e Colmurano era stata classificata Banca coordinata, lettera D.
Grazie agli ottimi risultati conseguiti nell’ultimo periodo, i principali indici della nostra BCC sono migliorati sensibilmente e la Capogruppo in data 13 maggio 2020 ha promosso la Banca dalla gestione coordinata alla gestione ordinaria. In un solo colpo l’Istituto, con un doppio salto di categoria, è salito dalla lettera D alla lettera B, rientrando così nel gruppo degli Istituti più virtuosi.
Recupero del rapporto con il Personale e gli investimenti sullo stesso, quanto hanno inciso sul risultato finale?
Ho spesso detto che il personale è un asset fondamentale per qualsiasi società. Lo è ancora di più per una Banca perché il business di un Istituto di Credito si basa molto sulla professionalità e sulle capacità relazionali dell’intero organico.
È di fondamentale importanza puntare sulla formazione e crescita del personale, così come è indispensabile creare un clima aziendale sereno e propositivo dove tutti possano sentirsi parte integrante di una squadra vincente. L’orgoglio e lo spirito di appartenenza del personale hanno contribuito molto a ricreare quel rapporto cordiale e di fiducia con la Clientela, elementi questi che sono alla base degli ottimi risultati conseguiti.
I consuntivi degli ultimi tre anni come si spiegano, in particolare l’utile del 2019?
In questi tre anni la Banca è migliorata per quanto concerne l’aspetto organizzativo, ha razionalizzato i costi, si è adoperata per motivare il personale ed è tornata a dialogare con il territorio. Ora la BCC di Recanati e Colmurano è una squadra forte e coesa nella quale si è ottimamente inserito e gioca un ruolo importante il nostro Vice Direttore Generale e Responsabile dell’Area Commerciale Davide Celani, con noi dal 1° giugno 2019. In futuro si farà sempre meno banca aspettando il cliente in sede, mentre si farà sempre più banca all’esterno con innovative modalità di lavoro. Visitare aziende e famiglie e partecipare ad incontri ed eventi è ciò che la nostra BCC si prefigge di fare con maggiore determinazione per promuovere i suoi servizi e per allacciare nuove relazioni.
Cosa prevede per il 2020 alla luce di quanto accaduto con la pandemia?
È molto difficile fare delle previsioni per l’anno in corso perché i fattori che incideranno sull’andamento dell’economia sono molteplici. Ci sarà da capire come si comporteranno i consumatori nei prossimi mesi. In genere si tende a fare acquisti quando si è tranquilli e sereni.
Oggi purtroppo questa serenità manca e se la gente è preoccupata per il proprio futuro e per quello dei propri familiari tende a ridurre la propensione al consumo. Comunque, se con l’arrivo della stagione estiva la pandemia tenderà a dissolversi e non comparirà di nuovo in autunno, come purtroppo molti scienziati temono, progressivamente si tornerà ad uno stile di vita più equilibrato, anche se per dimenticare completamente ciò che è avvenuto ci vorrà del tempo.
La Banca ha risposto al meglio al bisogno delle attività del territorio?
A seguito del decreto “Cura Italia“ e del decreto “Liquidità”, la Banca si è subito attivata ed ha attivato una task force per seguire al meglio e quanto più velocemente possibile le necessità della clientela. Le moratorie, e cioè la sospensione fino al 30 settembre del 2020 delle rate dei vecchi.