Sono state più di 100 le idee per Ecapital Emergency. Un vero e proprio successo per gli organizzatori considerato che i giorni di apertura del bando erano soltanto 4. Nei prossimi giorni il comitato valuterà i progetti pervenuti.
L'iniziativa è il frutto di un'intuizione di Fondazione Marche, la fondazione presieduta da Francesco Merloni che raduna da anni alcuni importanti imprenditori marchigiani.
Si è pensato di utilizzare il fortunato format Ecapital dando vita al progetto Ecapital Emergency. Uno strumento veloce per la ricerca di nuove idee che Fondazione Marche intende immediatamente realizzare per essere di supporto alla lotta al coronavirus, in questo momento di grande difficoltà del nostro paese.
Nella logica della formazione di start up che da sempre caratterizza il progetto Ecapital, in questo caso Fondazione Marche ha cercato e finanzierà le idee innovative che possano risolvere tempestivamente alcuni problemi ed emergenze che stiamo vivendo.
La special Call for “Antivirus Idea” è promossa da Fondazione Marche con il pieno sostegno di Regione Marche, Università Politecnica delle Marche, Camera di Commercio delle Marche, Confindustria Marche, Istao e dal Gruppo bancario Credito Valtellinese.
L’iniziativa è rivolta a tutti coloro che abbiamo idee realizzabili o prototipabili in 48 ore senza alcun limite di età e provenienza: studenti, laureati, docenti universitari, ricercatori, ingegneri, medici, biologi ecc. L’idea poteva essere proposta da un singolo o da un gruppo (senza alcun limite minimo e massimo di partecipanti o idee presentate).
Le idee potevano riguardare App, Piattaforme, Prodotti, Device, la raccolta e gestione dei dati utili a operatori sanitari, strutture ospedaliere, 118, forze dell’ordine, protezione civile, persone fisiche, lavoratori ed aziende al fine di risolvere problemi legati al diffondersi del Covid-19.
La Fondazione Marche sponsorizzerà 5 premi da 1.000 euro per i proponenti delle migliori idee selezionate per essere realizzate con una azienda partner. Verrà, inoltre, erogato un ulteriore premio di 4.000 euro al proponente dell’idea, qualora, una volta trovata l’azienda partner disposta a collaborare allo sviluppo e realizzazione della stessa, l’idea venga realizzata nei tempi e nei modi indicati. Il proponente dell’idea potrà a quel punto far parte del team di realizzazione.
“Mettiamo immediatamente a disposizione delle aziende marchigiane più di 5 milioni di euro per la loro liquidità e la loro sopravvivenza, in grado di sviluppare 21,5 milioni di liquidità tra le piccole e medie imprese, con l’obbligo di erogazione entro una settimana”. L’annuncio del Presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, rappresenta il primo degli interventi “per dare alle imprese risorse in modo veloce e senza troppi adempimenti burocratici, nella consapevolezza però che quel serve sono strumenti straordinari per finanziare interventi molto più decisi sul sistema economico marchigiano”.
In Giunta camerale (la prima in epoca emergenza sanitaria e dunque svolta interamente con collegamento da remoto, ndr) tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno concordato di dover agire innanzitutto sul credito nella forma di liquidità e garanzia “di farlo in coordinamento con la Regione Marche, per non disperdere nessuna delle risorse disponibili”.
Dei 5 milioni, 4 milioni sono destinati alla liquidità sotto forma di intervento diretto e 1 milione per il fondo di garanzia, a valere sul bilancio camerale 2020, che di conseguenza verrà modificato rispetto a previsioni di inizio anno, accedendo alla convenzione stipulata con la Regione Marche, che è pronta a destinare 10 milioni in liquidità e garanzia attraverso lo strumento dei Confidi. “Solo il milione per il fondo di garanzia, stimo che possa sviluppare 12,5 milioni di investimenti”, chiarisce il Presidente.
A questa misura si aggiungono le risorse di altri finanziamenti previsti dai bandi che la Camera di Commercio sta mettendo a punto, a cominciare da quello dedicato al Microcredito d’Impresa, che prevede la concessione di contributi a chi, in situazione di difficoltà finanziaria ed è escluso dal tradizionale sistema del credito, si trova ad affrontare spese di emergenza.
La prima disponibilità è in grado di sviluppare investimenti per circa 5 milioni. “Dobbiamo impedire – sottolinea il Presidente camerale – che le realtà più piccole delle Marche scompaiano definitivamente perché oggi, ancor più di ieri, non riescono a ottenere il credito tradizionale non potendo fornire garanzie di solvibilità, e magari stimolare qualche nuova iniziativa imprenditoriale, orientata alle rinnovate necessità dei mercati”.
“Questo è l’impegno immediato della Camera di Commercio delle Marche – conclude Sabatini - sempre in attesa di conoscere nella loro interezza le misure che saranno prese in ambito nazionale e, soprattutto, europeo”.
Anche un colosso a livello mondiale come Nike non può non fare i conti, in questo preciso momento storico, con la contrazione del fatturato. Sul mancato introito pesa, oltre alla chiusura di moltissimi punti vendita, anche il fermo del Campionato NBA e della National Football League. Uno stop che costerà a Nike intorno ai 3,5 miliardi di dollari, almeno secondo le prime stime tracciate dalla Banca d’Investimento Cowen. Numeri che dipendono dalle mancate vendite che pesano per circa il -34% sul fatturato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Però, nonostante le avversità, questo brand sportivo di fama mondiale sta dimostrando di saper reagire alla crisi in maniera energica, mettendo in campo iniziative molto interessanti.
Le iniziative di Nike per far fronte all’emergenza
In questo momento così delicato, Nike prende una chiara posizione con una campagna che invita ad allenarsi dentro casa, trasformando la propria abitazione in una palestra dove fare esercizio. Infatti il divieto di uscire di casa, se da una parte è un ostacolo, dall’altra può diventare un’occasione per allenarsi in tranquillità. Il brand sportivo sta lanciando da giorni il messaggio secondo il quale rimanere a casa non impedisce di fare squadra, anzi ne rafforza il senso. Un messaggio che invita tutti gli italiani a rimanere a casa per sconfiggere la crisi sul terreno di gioco casalingo. Questa campagna si chiama proprio “Play inside, play for the world” ed è destinata a motivare gli atleti di tutto il mondo, professionisti e amatoriali. C’è anche una piattaforma che fornisce consigli e strumenti per allenarsi in casa costruendo una squadra internazionale, che gioca una partita fondamentale per la vita e salute. Una sfida agonistica che ha anche l’obiettivo di mantenersi in salute, sia fisica che mentale, senza dover rinunciare all’attività fisica.
L’anniversario delle Air Max e il contratto con la tennista Amanda Anisimova
Nello scenario attuale può essere sfuggito ai più che quest’anno le famose sneakers Air Max 90 compiono 30 anni. Queste storiche scarpe sono nate nel 1990 come perfezionamento della scarpa che, tre anni prima, aveva rivoluzionato il mondo delle calzature sportive, ovvero la Nike Air Max. Tutti modelli oggi ancora molto richiesti e acquistabili anche sul web, insieme a tante altre scarpe della Nike che continuano a conquistare gli amanti dello streetwear e dell’abbigliamento sportivo. Oltre a celebrare questa ricorrenza, la Nike, come altre aziende costrette al blocco tecnico, sta sfruttando questo periodo per spingere su altri canali, come quello della promozione. Proprio per questo il colosso dello sport ha appena formalizzato un contratto di sponsorizzazione con Amanda Anisimova, la tennista diciottenne di origini russe naturalizzata Usa, che oggi è vista come un ottimo punto di riferimento per le campagne di marketing, come già successo con Anna Kournikova e Maria Sharapova. L’Anisimova attualmente è ventottesima nella classifica del ranking WTA, ma il suo obiettivo dichiarato è proprio quello di entrare quanto prima tra le prime dieci e vincere un torneo del Grande Slam. Un obiettivo che la tennista sa di poter conquistare solo grazie a un duro allenamento, ma intanto a credere in lei c’è anche la IMG, e cioè l’Agenzia di Marketing che ha lanciato con successo anche la Sharapova.
L'Emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria delle aziende di ogni settore in tutto il territorio nazionale.
Un periodo sicuramente di rinuncie e cambi di strategia ed è proprio sotto quest'ottica che va interpretata la scelta annuncita dal presidente della Tod's Diego Della Valle e dal suo vice Andrea di rinunciare ai propri compensi relativi al 2020.
Stop anche all'assemblea dei soci che sarà rinviata al 3 giugno e ai dividendi.
In questo periodo di crisi e di incertezza sociale ed economica, Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo vuole ringraziare tutte le proprie aziende che si stanno adoperando per fornire un aiuto concreto.
Una parte del distretto produttivo collegato all'Associazione si è infatti organizzata per produrre mascherine (non sanitarie), utili nell'emergenza sanitaria Covid-19. Alcune aziende si sono messe quindi subito a disposizione per seguire il progetto di filiera nazionale che deriva da Confartigianato Imprese, e che è stato proposto dal Commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri.
Come detto, al momento le imprese di Confartigianato non producono mascherine chirurgiche, FFP2 ed FFP3, anche se qualche azienda sta già facendo richiesta per iniziare questo percorso. Queste particolari mascherine infatti, utilizzate dal personale medico nei reparti di terapia intensiva, necessitano di particolari certificazioni.
Le aziende coinvolte in questo momento garantiscono comunque la produzione di dispositivi di protezione filtranti, che sono utili a qualsiasi altro individuo. La produzione viene realizzata nel pieno rispetto dei canoni di qualità e sicurezza, con il massimo livello del filtraggio dei materiali utilizzati, della salubrità e delle tecniche di lavorazione artigiana.
Ecco i nomi delle imprese che attualmente producono mascherine: Sartoria Giusy (San Severino Marche), Joell&Johanna Fernandez (Montegranaro), Dolcevita Designer (Morrovalle), Valentino Orlandi (Corridonia), Ram 90 (Montecassiano), Art Pelle (Corridonia), Elti Srl (Sarnano).
Per quanto riguarda invece la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di dispositivi di protezione individuale (DPI), il decreto “Cura Italia” prevede una misura specifica per tutte quelle aziende che vogliano investire nell’ampliamento o nella riconversione della capacità della propria unità produttiva.
Le agevolazioni, destinate ad investimenti compresi tra un minimo di € 200.000,00 ad un massimo € 2.000.000,00 per spese in opere murarie, macchinari, attrezzature e impianti e programmi informatici, saranno concesse nella forma di finanziamento agevolato a tasso zero sulla base di una percentuale massima del 75% delle spese ammissibili.
Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo è a disposizione per fornire tutte le informazioni utili a chi fosse interessato alla produzione delle protezioni (0733 366 285) o per chi volesse usufruire dell’agevolazione (Ufficio Contributi pubblici alle imprese: Macerata 0733.366421 Ascoli Piceno 0733.366943 Fermo 0733.366932).
La sospensione delle attività di molte piccole imprese genera pesanti dubbi sul futuro dell’economia italiana. Alcune faranno fatica anche solo a riavviare l’attività ma tutte si troveranno a fare i conti con un mercato che nel frattempo si sarà riposizionato, dovendo recuperare spazi che altre imprese, di altri Paesi, avranno occupato. Lo rileva CNA Macerata, preoccupata sia dalla crisi nazionale ed internazionale che dalla doppia ricostruzione necessaria per le zone del terremoto.
“Come Associazione abbiamo fin da subito condiviso la priorità di adottare tutte le avvertenze necessarie per contenere l’epidemia e per questo abbiamo convintamente sottoscritto il Protocollo per la sicurezza nelle aziende, convinti che il primo capitale da salvaguardare sia quello umano. Siamo felici ed orgogliosi che dopo gli enormi sacrifici chiesti agli italiani la curva dei contagi stia rallentando la sua corsa e siamo fiduciosi che molto presto riusciremo ad invertire la sua rotta. È tempo ora di pensare a mantenere vivo il tessuto produttivo, fattore strategico imprescindibile per il benessere del Paese”, spiega il Direttore di CNA Macerata, Luciano Ramadori.
Occorre definire anticipatamente la strategia per l’uscita progressiva dalla fase emergenziale, con la pianificazione dei criteri da adottare quando potrà avviarsi l’allentamento delle restrizioni, sia per gli spostamenti individuali, sia per la graduale riapertura di attività produttive.
Il tempo non è una variabile indipendente; deve essere predisposto urgentemente un grande piano di rilancio della nostra economia, insistendo affinché l’Unione Europea si faccia garante di tutte le risorse necessarie. Un piano che abbia al centro il sostegno convinto agli investimenti, pubblici e privati, mettendo in campo tutte le risorse disponibili. Serve, inoltre, un importante progetto di promozione delle imprese italiane all’estero per riconquistare i mercati perduti.
“Dopo aver dato in tempi molto rapidi – sottolinea infine Ramadori – un più incisivo sostegno alla liquidità delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese, è indispensabile che le autorità nazionali e locali mettano mano alla doppia ricostruzione delle zone colpite dal sisma. Vorremmo scongiurare fin da subito che i fondi dedicati al Cratere sismico possano essere messi in discussione e destinati a nuove situazioni”.
Confprofessioni Marche aderisce all’accordo tra Regione e parti sociali sulla Cassa integrazione in deroga relativa alle misure di sostegno al reddito per l’emergenza Coronavirus.
“Abbiamo aderito all’accordo del 20 marzo scorso sugli ammortizzatori sociali in deroga – dichiara il presidente Gianni Giacobelli -, che a nostro avviso risponde complessivamente alle esigenze dei molti soggetti, ivi inclusi gli studi professionali, operanti sul territorio che per vari motivi non possono accedere alle misure ordinarie di intervento. In particolare, guardiamo con favore allo sforzo fatto per semplificare, ove è stato possibile, le procedure di fruizione dell'intervento, auspicando ora da parte di tutti i soggetti coinvolti nelle procedure stesse un'interpretazione coerente con il momento di straordinaria gravità che gli operatori economici, come tutta la popolazione, stanno affrontando”.
I professionisti, infatti, a partire da quelli sanitari, hanno un ruolo cruciale: “Gli studi professionali – sottolinea Giacobelli-, che anche il recente Decreto del 22 marzo ha qualificato quali fonte di servizi essenziali per affrontare l'emergenza, sono anche ora in prima linea nel supportare il sistema economico e sociale marchigiano”.
Questo tragico momento sta mettendo in grave difficoltà anche le imprese, soprattutto per ciò che riguarda gli impegni finanziari.
Infatti chiusure aziendali, riduzione attività produttiva, mancato rispetto impegni assunti per consegne, ecc… non puo non far emergere un grave impatto negativo per ogni settore produttivo-commerciale
Il Governo ha messo in atto le seguenti agevolazioni previste:
Ex art. 56 D.L. 18/20 – Moratoria esposizioni bancarie in essere.
In accordo con l’A.B.I. (Associazione Bancaria Italiana) è stato previsto che il rimborso dei prestiti che scadono fino al 30 settembre 2020, sono prorogati a tale data, ivi compreso ogni elemento accessorio.
Potranno richiedere tale moratoria, tutte le micro, piccole e medie imprese appartenenti a tutti i settori, che hanno subito in via temporanea carenza di liquidità per effetto dell’epidemia.
I richiedenti non dovranno avere esposizioni deteriorate e comunque non avere rate insolute anche parzialmente più di 90 giorni.
Ex art 49 D.L. 10/20 – Richiesta nuova finanza con intervento fondo di garanzia PMI.
In tal caso le aziende possono accedere a nuovi finanziamenti con un intervento gratuito del fondo centrale di garanzia, cioè senza alcuna commissione e con l’innalzamento dell’importo massimo garantito per ogni singola società, ciò al fine di incrementare la capacità di garanzia anche alle imprese che, secondo i limiti fino ad ora vigenti, avevano già esaurito il plafond disponibile.
È stato inoltre stabilito l’aumento di percentuali massime di garanzia dall’80% al 90%.
“Tali importanti provvedimenti, però sicuramente riscontreranno problematiche attuative, sia per la per la discrezionalità di valutazione purtroppo sempre più restrittiva riconosciuta alle banche, sia per la burocrazia. ”, precisa il Cavalier Giuseppe Tosoni presidente dell’Associazione Tutela Impresa, che mette in rilievo anche una alternativa e più concreta una possibilità per le aziende interessate, con il ricorso all’E.N.M. (Ente Nazionale Microcredito), ente pubblico non economico che esercita importanti funzioni in materia di Microcredito e Microfinanza a livello nazionale.
L’Associazione Tutela Impresa (http://www.tutelaimpresa.org/chi-siamo/) ha sottoscritto lo scorso anno un’importante convenzione con tale Ente e può operare e mettere in atto tali importanti operazioni finanziare anche nella nostra zona.
“Certo – prosegue Tosoni – quando le buone intensioni politiche sono lasciate alla discrezionalità operativa di terzi (banche in questo caso) è uguale a dire: potete provarci ma sara difficile”.
Restrizioni del credito bancario si sono sempre più riscontrate, figuriamoci nell’attuale contesto economico per le piccole aziende.
Non è sufficiente la buona intensione politica senza drastiche misure imposte per nuovi finanziamenti. In Italia, negli ultimi 7 anni, sono state salvate le banche con l’erogazione di 60 miliardi di euro, in sole 24 ore senza ostacoli di sorta e ora tali strategie devono essere applicate con lo stesso metodo, anche per il salvataggio delle aziende.
Le stesse, infatti, riprenderanno probabilmente il loro naturale e completo ritmo operativo non prima del mese di giugno e nel frattempo i pagamenti per fornitori, dipendenti e costi fissi aziendali, che fine devono fare? Si puo attendere le resistenze e la burocrazia delle banche?
Stando alle ultime stime si potrebbe determinare un fabbisogno finanziario per le aziende marchigiane di almeno 800 mila euro nei prossimi 3 mesi, cifra che raggiungerà per fine anno 2020, un importo stimato di almeno 2 milioni e 400 mila euro.
Le imprese sono già a grave rischio sopravvivenza con il conseguente blocco dell’intero sistema economico alla porta, pertanto è necessaria un’immediata azione straordinaria che destini risorse direttamente e velocemente alle imprese.
Occorre pertanto abbandonare il solito comportamento politico di comunque bell’apparenza di fronte ad un dramma che si realizza all’atto pratico".
Nella mission della CNA compaiono a chiare lettere parole come valori, solidarietà e mutuo aiuto. Sono in genere concetti astratti che si scrivono in capo ad ogni statuto ma capita a volte che si abbia la possibilità di provarlo concretamente e metterlo in pratica. Il brutto momento che tutti stiamo attraversando è l’occasione giusta.
Il Presidente CNA Giorgio Ligliani racconta come << molti artigiani in questi giorni ci hanno scritto e chiamato per mettersi a disposizione e fare qualcosa di utile. “Bisogna metterci i sentimenti, che sono quelli dell’empatia e del mutuo aiuto, necessari per sostenersi nei momenti di maggiore difficoltà” le loro parole. Abbiamo ragionato in fretta sul “cosa possiamo fare” e subito è stata presa in considerazione nella piramide delle priorità la necessità maggiore: le mascherine per tutti. Ci siamo dati da fare quindi per coordinare la riconversione dei laboratori artigianali che hanno subito dato la loro disponibilità per produrre le introvabili mascherine>>.
Questi i risultati dopo appena una settimana: <<Siamo riusciti ad oggi, ma è un dato provvisorio in quanto molti altri si stanno adoperando in tal senso, ad attivare ben 6 linee produttive nella nostra provincia, 26 in tutta la regione, coordinate tutte dalla nostra Associazione – commenta orgoglioso il Presidente CNA. Le vogliamo citare una per una per ringraziarle >>.
Sono 6 le aziende associate alla CNA di Macerata che hanno risposto “presente” all'appello lanciato da Federmoda: Francesca Spose e la Sartoria Manu 77 di Montecosaro, Tappezzerie di Gobbi Fabiano e i Mastri Pellettieri - Niva di Giuliana Bernardoni a Tolentino, Art Pelle di Corridonia, Valentini Orlandi borse di Corridonia.
<<Artigiani – prosegue Ligliani - non certo mossi dal calcolo economico, si spera che finita l’emergenza tutto torni alla normalità, ma solo perché nel nostro Paese c'era bisogno di questi dispositivi di protezione individuale>>.
La produzione di mascherine è, in realtà, solo l'ultimo step di un percorso piuttosto complesso che la CNA si è impegnata da subito a sbrogliare, grazie al lavoro delle competenze della task force attivata e collegata direttamente con gli uffici del Mise.
Il Presidente CNA però avverte: <<Il nostro auspicio ora è che la burocrazia non osi fermare questa solidarietà e che l'Istituto Superiore di Sanità trovi in fretta un laboratorio per testare materiali e prodotto in modo da rendere certificate e disponibili al più presto le mascherine. Per ora non possiamo che ringraziare di cuore i nostri artigiani che ci hanno fatto riscoprire appieno l’elemento passionale di questo lavoro>>.
Dopo il Coronavirus l'agricoltura fa i conti anche con il maltempo. Il brusco calo delle temperature, con gelate e nevicate fuori stagione, sta provocando ingenti danni agli impianti di frutta e alle produzioni orticole. È il monito lanciato dalla CIA Agricoltori di Ascoli, Fermo e Macerata. "Gli agricoltori - affermano - con il senso di responsabilità che li caratterizza, stanno continuando a lavorare per assicurare cibo fresco e sano a tutte le famiglie, anche in questa fase di crisi. Ora, però, si trovano a dover affrontare anche l'emergenza maltempo, che aggiunge danni e problemi a una situazione già difficile.
Chiediamo alla politica e alle istituzioni, che finalmente stanno comprendendo il ruolo strategico del settore primario, di sostenere l'agricoltura italiana con interventi e risorse adeguate".
"Nella fase delicata di fioritura e gemmazione - spiega la Cia - il brusco calo delle temperature di questi ultimi giorni sta mettendo a rischio primizie di stagione e alberi in fiore". In particolare a rischio ciliegi e susini in fiore, mentre per pere, mele e kiwi, ci sono le gemme pronte bruciate da ghiaccio e freddo.
Nei campi gravi danni si contano anche per le primizie di stagione, dai carciofi agli asparagi, dalle bietole alle cicorie ai piselli. Preoccupazione per i frutteti e vigneti soprattutto di uva bianca precoce e per le colture orticole, mandorli, agrumi e varietà precoci di uva da tavola. Sono in pericolo anche gli ulivi e il grano, se dovessero abbassarsi ulteriormente le temperature.
(fonte: ANSA)
Il Consiglio di Amministrazione del Banco Marchigiano, guidato dal Presidente Sandro Palombini, ha deliberato un plafond di 5 milioni di euro a sostegno del sistema produttivo marchigiano.
L'iniziativa riguarderà la concessione alle imprese ed alle ditte individuali di nuove linee di credito a condizioni economiche di favore.
“Come banca del territorio intendiamo continuare a sostenere le imprese e indirettamente le famiglie marchigiane anche in questo contesto di difficoltà causato dalla diffusione del Covid-19”, dice il Presidente, Sandro Palombini. “Per supportare concretamente il sistema produttivo marchigiano – continua - abbiamo quindi messo a disposizione delle Imprese un sostegno alla gestione del circolante attraverso un plafond di 5 milioni di euro”.
Le nuove linee di credito dell’iniziativa del Banco (che saranno subordinate alla valutazione del merito creditizio) saranno della durata di 18 mesi, di cui 6 mesi di pre-ammortamento, con condizioni economiche favorevoli che saranno ulteriormente accentuate per le imprese e le aziende socie del Banco che avranno i vantaggi dell’azzeramento delle spese di istruttoria e del tasso ridotto rispetto ai clienti "non soci".
“Nelle Marche per le Imprese” non è per noi solo uno slogan – dice il DG Marco Moreschi - e questo plafond a condizioni davvero vantaggiose lo dimostra. La salute va certo al primissimo posto, ma fin da subito dobbiamo concentrarci sui meccanismi di ripartenza e riteniamo che oggi si debba pensare al sostegno alla liquidità con la più bassa incidenza degli oneri finanziari possibile”.
Presidente e DG, inoltre, proporranno al CdA che sarà convocato per le vie brevi di aderire ad un’ulteriore
richiesta di contribuzione inviata ieri dalla Regione Marche per l’urgente realizzazione in Ancona di una struttura di 100 posti letto per la terapia intensiva contro il Coronavirus.
Il plafond mirato al supporto alle aziende del territorio e questo intervento per la struttura in Ancona seguono l’intervento deliberato pochi giorni fa di 30 mila euro da destinare alla sanità pubblica regionale per far fronte all’emergenza Covid-19 al quale si è anche aggiunta una donazione personale degli stessi componenti del CDA e dei Sindaci della Banca attraverso la rinuncia di un loro “gettone di presenza”.
E’ il direttore CNA Macerata Luciano Ramadori a lanciare l’allarme: “Siamo estremamente preoccupati, moltissime imprese si rivolgono alla nostra Associazione per denunciare una crescente mancanza di liquidità, la situazione è diventata insostenibile. A poco sono servite finora le misure a sostegno della liquidità attraverso il sistema del credito contenute nel decreto Cura Italia. Sembra che il sistema finanziario e le banche non vogliano porre in essere gli interventi previsti”.
“In tutta Italia – prosegue il Direttore - artigiani e piccoli imprenditori continuano inspiegabilmente a trovarsi sbarrata la strada dei prestiti. Alle legittime richieste delle imprese le banche rispondono spesso in controtendenza rispetto alla direzione auspicata anche dal Governo di sostenere il più, e meglio, possibile il sistema produttivo. Le banche cercano di prendere tempo adducendo a loro difesa la mancanza di operatività delle disposizioni del Decreto Cura Italia, in attesa di presunti decreti attuativi. Così non se ne esce”.
“Da artigiani e piccole imprese – sottolinea Ramadori – arriva l’appello accorato alle banche di non contribuire ad aggravare la gigantesca crisi, negando al sistema produttivo l’accesso al credito indispensabile anche per far fronte ai pagamenti in scadenza. Non servirebbe nemmeno troppo coraggio vista l’ampia copertura statale”.
Il Direttore CNA prospetta la ricerca di nuove strategie: “Vista la situazione di stallo, chiediamo al Governo di impegnarsi ad individuare modalità alternativa e straordinarie per facilitare l’accesso al credito di artigiani e piccole imprese; e che siano a costo zero e in tempi rapidissimi, per dare una flebile speranza di futuro al sistema produttivo italiano”.
“Da parte nostra – conclude Ramadori - il servizio del credito della CNA si è già organizzato per assistere i nostri associati nella possibilità di sospensione delle rateizzazioni e nella richiesta di slittamento della scadenza delle operazioni di smobilizzo crediti, previste nel Cura Italia. Abbiamo avviato una campagna informativa per comunicare ai nostri imprenditori che gli istituti di credito non possono revocare aperture di credito e smobilizzi già esistenti alla data del 29 febbraio. Siamo a completa disposizione per fare quanto in nostro potere per aiutare gli artigiani in difficoltà”.
La Laipe Spa di Tolentino, tra le più importanti aziende di pelletteria del territorio maceratese, ha scelto di richiedere gli ammortizzatori sociali previsti dal decreto "Cura Italia" come forma di tutela per tutti i propri lavoratori, a seguito dell'emergenza sanitaria legata al coronavirus.
I dipendenti avranno diritto alla cassa integrazione, grazie all'intervento della C.I.G.O, e saranno retribuiti nelle modalità previste dalla legge (DL n.18 del 17 marzo), a fronte della sospensione dell'attività lavorativa e della relativa chiusura degli stabilimenti, decisa lo scorso 16 marzo, e prorogata sino al 17 maggio.
La comunicazione ufficiale è stata firmata e inviata a ciascun dipendente dal titolare della Laipe Spa Sergio Sciamanna nella giornata di ieri, 24 marzo.
L'azienda si riserva la possibilità di richiamare al lavoro il proprio personale, nel caso in cui l'emergenza sanitaria sia debellata in data precedente al 17 maggio.
La Capitale danese è, ormai da diversi anni, ufficialmente proiettata verso un futuro sostenibile. Molti sono i fattori che hanno contribuito a renderla un esempio virtuoso a livello mondiale e, tra questi, vale la pena citare il sistema di mobilità pubblica, attualmente il più evoluto in Europa. Già European Green Capital nel 2014 e vincitrice dell’European Prize for Urban Public Space nel 2016, la città di Copenaghen è da qualche anno oggetto di un piano di lungo periodo – il CPH 2025 Climate Plan – che la guiderà verso il raggiungimento dell’obiettivo 0-emissioni di CO2 entro il 2025.
In questo quadro rientra anche la scelta della Municipalità di Copenaghen di provvedere alla conversione a LED di tutta l’illuminazione pubblica; il progetto, lanciato nel 2013, si proponeva di sostituire 18.800 punti luce in tutta la città, passando da sorgenti tradizionali ad apparecchi a LED.
L’obiettivo iniziale, fissato in accordo con Citelum - società del gruppo EDF incaricata della gestione del sistema di illuminazione pubblica - era di favorire un risparmio di energia elettrica pari al 90% ma, grazie alle sostituzioni finora realizzate, è già stato raggiunto il 95%.
Il piano ha avuto avvio con i luoghi simbolo della Capitale, per poi essere esteso alla totalità degli apparecchi cittadini, e iGuzzini ha fornito apparecchi per illuminare diverse aree di interesse della città - tra queste, il nuovo impianto di termovalorizzazione Copenhill, sull’isola di Amager.
Proiettori su palo Maxiwoody illuminano la Borsa e il Parlamento, entrambi situati nel centro storico della città. Altri Maxiwoody sono stati poi utilizzati in altre aree della città, come il distretto di Nordhavn, un tempo area portuale e industriale ora al centro di un intervento di riqualificazione firmato da Cobe, Sleth, Polyform e Rambøll, che la trasformerà in un quartiere vivace e perfettamente connesso con il resto della città; un “maquillage” che ne cambierà la destinazione d’uso - in abitazioni, uffici, scuole, centri culturali e attività commerciali - senza però modificare gli elementi riconoscibili dell’ex porto, come i due silos della Aalborg Portland, ora sede di uffici.
Sebbene realizzata con gli stessi proiettori Maxiwoody, l’illuminazione varia al variare dei luoghi. Sulle facciate del Palazzo della Borsa e del Parlamento si è ricercata una perfetta omogeneità che annullasse le zone d’ombra e permettesse di cogliere tutti i particolari architettonici. Il primo edificio, ad esempio, risalente al 1625, è caratterizzato da un tetto di rame verde e dalla cosiddetta “Guglia del Drago”, alta 56 metri e formata da 4 code di drago attorcigliate, ora perfettamente leggibili nella notte. Nell’area di Nordhavn, invece, i Maxiwoody assicurano un livello di illuminamento orizzontale adeguato e omogeneo, fondamentale per garantire la sicurezza pubblica e, in alcuni casi, contribuiscono con tocchi d’accento a sottolineare la piacevolezza di una passeggiata lungomare.
Il CNA ha messo sotto la lente di ingrandimento le oltre 120 disposizioni del provvedimento approvato dal Governo per contrastare gli effetti dell’emergenza epidemiologica sull’economia. Se da un lato si plaude per i tempi rapidi di approvazione e per le consistenti risorse stanziate, si apprezzano le disposizioni in materia fiscale e le misure a sostegno dei dipendenti, il decreto legge può rappresentare solo un primo passo, perché di molto altro ancora c’è bisogno.
Troppo poco per autonomi e partite iva
Le risorse messe in campo, seppure importanti, non saranno infatti sufficienti a proteggere lavoro autonomo e piccole imprese, particolarmente esposti alla gravità della situazione e all’enormità dei danni, che sono destinati a moltiplicarsi se l’emergenza dovesse protrarsi per mesi, con effetti drammatici per i livelli produttivi e l’occupazione del Paese.
Per questo motivo, CNA ritiene che gli interventi a favore delle imprese, che spaziano dalla sospensione dei versamenti, al sostegno al credito, agli ammortizzatori sociali vanno indirizzati con maggiore incisività a favore del lavoro autonomo, delle attività di minore dimensione e delle filiere (turismo, trasporti, ristorazione, cinema e cultura) che più di altre stanno già subendo i colpi di questo blocco totale delle attività e degli incassi. Ci sarà, quindi, presto bisogno di una manovra di ulteriore stimolo e sostegno all’economia di proporzioni mai sperimentate in precedenza.
Sospensione più a lungo per i pagamenti
Nota dolente sono anche le disposizioni in materia fiscale che, limitandosi a sospendere i soli versamenti in scadenza nel mese di marzo, risultano del tutto insufficienti. Riteniamo, infatti, che le sospensioni avrebbero dovuto interessare almeno i versamenti in scadenza dal mese di marzo al mese di maggio, con la possibilità di far decorrere l’inizio della restituzione dei pagamenti sospesi non prima del mese di settembre 2020, potendo altresì avvalersi di un piano di restituzione non inferiore a 10 rate.
Agevolazioni per tutti gli affitti
Per quanto concerne, invece, il credito d’imposta del 60% dei canoni di affitto pagati nel mese di marzo, che il decreto prevede soltanto a beneficio degli immobili accatastati nella categoria C1, evidenziamo che tale misura vada estesa anche gli affitti degli edifici accatastati nelle categorie D8 e C3, sempre ad usa commerciale, ovvero ai laboratori artigiani.
Più risorse per il “bonus di sopravvivenza”
Una particolare criticità riguarda, poi, il bonus di 600 euro riconosciuto nel mese di marzo a lavoratori autonomi, partite IVA e professionisti, tenuto conto che le somme stanziate risultano ampiamente insufficienti rispetto alla numerosità della platea degli aventi diritto. Occorre, pertanto, rafforzare la copertura finanziaria dell’intervento.
Riattivare i Confidi
La preoccupazione, dunque, è che non vi siano strumenti sufficienti a sostenere l’imprenditoria diffusa e, pertanto, molte piccole imprese potrebbero ritrovarsi nella condizione di cessare l’attivata per mancanza di liquidità. Per questo, CNA sottolinea l’esigenza di riattualizzare l’esperienza dei Confidi, sempre più al margine nel mondo della garanzia, vista la pervasività dello strumento pubblico. Occorre, soprattutto in questa fase, ripartire dai Confidi che, per competenze e per prossimità, sono uno dei pochissimi soggetti in grado di assicurare il flusso necessario di credito a micro e piccole imprese.
“Un primo decreto necessario e importante, ma che delude profondamente le nostre imprese, ci saremmo aspettati più coraggio e risorse decisamente maggiori per le aziende, che in questo momento rischiano l’estinzione. Dell’economia ci si deve occupare ora ed in modo adeguato, altrimenti non avremo alcun futuro” questo il primo commento a caldo del presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni.
Gli fa eco Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata “È necessario che il provvedimento sia davvero solo il primo passo e che, al di là delle promesse, vengano messe in atto in tempi brevissimi ulteriori azioni per affrontare le gravi conseguenze che questa emergenza determinerà sulle imprese e sull’economia del Paese. Altrimenti dovremmo constatare che i tempi della politica non sono quelli delle imprese, che hanno bisogno di misure adesso e non tra una settimana o un mese.”
Rincara la dose Mauro Papalini, Presidente della territoriale di Pesaro Urbino: “Le imprese si sentono abbandonate a se stesse e ancora una volta constatiamo con grande amarezza che lo stato non vede l’impresa come un bene comune e sociale che porta benessere diffuso per tutti. Il decreto è insufficiente anche per gestire una minima difensiva. La flebo che è stata messa alle imprese con questo decreto non solo non salva la vita, ma non dà neanche la forza di reagire: occorre da parte del governo più coraggio e fiducia alle imprese se non si vuol trasformare un lavoratore in un disoccupato, un’impresa contribuente in una da sostenere. In questo periodo di pandemia, non abbiamo solo perso giornate di lavoro e calo di produttività ma anche clienti, ordini per il lavoro futuro, liquidità e competitività”.
Di futuro parlano anche Simone Mariani e Giampietro Melchiorri, rispettivamente presidenti di Confindustria Centro Adriatico e della Territoriale di Fermo: “Pensando al futuro, è necessario che si ragioni in maniera diversa a livello di credito, in particolare quando si parla di manifattura. Ci sono altri paesi europei, a cominciare dalla Germania, che hanno già adottato politiche economiche mirate a sostenere realmente la filiera. Siamo tutti d’accordo che vada aperto il credito alle imprese, ma bisogna garantire i soldi all’ultimo anello della catena. Che per il mondo della moda, ma vale anche per il mobile e altri settori chiave della regione, è il negoziante. Garantirgli risorse con l’obbligo di pagare i suoi debiti, o meglio gli ordini e la merce che una volta prodotta gli è stata consegnata nei primi mesi del 2020. Questo garantirebbe all’azienda un incasso certo e le permetterebbe poi attraverso la cassa integrazione in deroga e il credito diretto di salvare i posti di lavoro e di continuare a comprare materie prime per far ripartire la produzione. Lo ribadiamo con forza, la prima necessità è fermare la valanga di insolvenze che le imprese si ritroveranno sul tavolo all’uscita dall’emergenza”.“Oggi dobbiamo pensare prima di tutto a non far morire le nostre imprese e allo stesso tempo pensare anche al futuro, quando si troveranno davanti a delle macerie, come in guerra – fa sintesi Schiavoni - Decisivo in questo contesto, sarà anche il ruolo dell’Europa, chiamata a compiere azioni straordinarie per preservare i cittadini europei da una crisi le cui conseguenze rischiano di incidere irreversibilmente sul nostro modello economico e sociale
Qualche considerazione in merito agli interventi previsti dal decreto.
“Sul tema lavoro ben vengano le misure sugli ammortizzatori sociali, ma la cifra stanziata è assolutamente insufficiente a coprire tutte le richieste che arriveranno e non è chiaro che cosa succederà quando queste risorse saranno terminate. – ha spiegato il numero uno degli industriali marchigiani a nome di tutti -La liquidità delle imprese è messa fortemente a rischio e bisogna fare il massimo, su più fronti ed in modo molto incisivo.”
Schiavoni cita in particolare la moratoria fino a settembre sul pagamento delle rate dei vecchi prestiti dalle imprese alle banche (capitale e interessi), sulle scadenze dei finanziamenti non rateali e sulle linee di credito a breve.
“Sebbene apprezziamo le misure di integrazione dei fondi di garanzia da rendere immediatamente operative, servono anche quelle per il finanziamento agevolato, importanti per le esigenze di liquidità delle PMI in difficoltà. Non troviamo nulla di immediatamente operativo che vada a favore delle aziende più strutturate che dovranno affrontare parimenti alle PMI problemi di incassi, di finanza e di crediti, insomma si ha un po’ come l’impressione che la media-grande azienda sia stata dimenticata da questo governo, senza dimenticare che se le PMI riescono ad andare avanti grande merito è delle Medie-Grandi imprese che con i loro progetti di internazionalizzazione e di continua ricerca di nuovi mercati riescono a tirare la filiera per buona parte delle PMI”.
Anche sulla sospensione e il differimento di una serie di versamenti e adempimenti fiscali e contributivi, per scongiurare il tracollo delle attività produttive Schiavoni è scettico: “Il rinvio delle scadenze è troppo ravvicinato e sarà necessario prorogarle – chiosa – perché siamo certi che le ricadute economiche negative derivanti dall’emergenza sanitaria si protrarranno nel tempo. Per le aziende che rappresentiamo il minimo slittamento concesso è assolutamente insufficiente. Infatti per le imprese, che non appartengono a determinati settori o alle prime zone rosse e che hanno registrato nel periodo di imposta precedente ricavi superiori a 2 milioni di euro, la proroga dei versamenti è stata solo dal 16 al 20 marzo: un termine ridicolo”.
Il maxi decreto anti-coronavirus, varato il 16 marzo dal Consiglio dei Ministri e chiamato “Cura Italia”, è in pratica un nuova Finanziaria e neanche tra le più piccole. Il Governo ha messo in campo i 25 miliardi di euro promessi sia per potenziare la sanità pubblica, sia per tamponare le ripercussioni della crisi economica scaturita dal diffondersi del virus.
Il Direttore CNA Macerata Luciano Ramadori giudica positivamente le misure previste per sanità e lavoratori: “Quanto mai necessari i 3 miliardi e mezzo per la sanità pubblica e le altre misure previste per l’assunzione di nuovo personale medico e paramedico, nonché le nuove risorse per la protezione civile. Il nostro giudizio è assai positivo anche per l’estensione della cassa integrazione in deroga e gli ammortizzatori sociali per tutti”.
Le perplessità riguardano invece le risorse destinate alle imprese: “Sembrano insufficienti – prosegue il Direttore - gli aiuti previsti per le piccole e medie imprese. Se per le partite iva l’assegno di sopravvivenza di 600 euro una tantum è senz’altro utile ma non certo decisivo, per le imprese il Decreto prevede pressoché differimenti delle scadenze di pagamento. Ora, o si replica la scelta di scontarle in un secondo momento, come è stato fatto per le imprese del sisma, oppure sono necessari ulteriori aiuti diretti per le nostre imprese”.
La proposta di CNA è quindi quella di prevedere fin da subito incentivi per gli investimenti produttivi: “occorre anticipare quello che auspichiamo dovrà essere il periodo di crescita post-covid e stanziare importanti incentivi per chi investe nella propria impresa. Dovrà essere anche l’occasione per sburocratizzare il sistema produttivo italiano, l’attuale enorme burocrazia nasconde spesso tasse occulte per le imprese; una cospicua semplificazione per chi vuol investire in questo nostro Paese non è più rinviabile”.
Oltre quattro milioni di euro per tutelare il lavoro negli studi professionali nell’emergenza Coronavirus: Confprofessioni, d'intesa con le parti sociali del settore, ha coinvolto tutti gli enti bilaterali del contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) degli studi professionali (Ebipro, Cadiprof e Fondoprofessioni) per garantire un sostegno tempestivo e concreto ai liberi professionisti che stanno subendo gravissime ricadute economiche e occupazionali a causa della diffusione del Covid 19. L'Ente bilaterale per gli studi professionali (Ebipro) ha predisposto una serie di misure straordinarie con l’obiettivo di erogare un contributo a sostegno del reddito (a ulteriore integrazione degli ammortizzatori sociali in deroga stanziati dal Governo e dalle Regioni) e un rimborso spese per agevolare lo smart working. Ha siglato, inoltre, un protocollo d'intesa con Fidiprof, il confidi degli studi professionali (soggetto garante autorizzato dal Mediocredito Centrale) che riconosce un contributo per rilasciare garanzie su finanziamenti per investimenti o liquidità per 7,5 milioni di euro, con l'obiettivo di favorire l'accesso al credito dei liberi professionisti. “Grazie agli enti bilaterali del sistema Confederazione italiana libere professioni – dichiara il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli -, garantiamo risorse molto importanti, anche per i 39mila professionisti marchigiani, per fronteggiare questo periodo difficile, in un momento di particolare preoccupazione per gli effetti negativi sull'economia regionale indotti dall'emergenza Coronavirus”.
Cambiano assai drasticamente, infatti, anche le modalità di lavoro. Con notevoli conseguenze, specie sull’occupazione femminile: “Moltissimi lavoratori sono costretti a rimanere a casa e organizzare la propria attività in maniera differente - afferma il presidente di Ebipro Leonardo Pascazio -, la chiusura forzata delle scuole sta creando enormi disagi negli studi professionali, dove il 90% della forza lavoro è composta da donne che devono conciliare gli impegni di lavoro con quelli della famiglia. In questa direzione stiamo lavorando per individuare ulteriori forme di sostegno che consentano una più efficace conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
Le misure nel dettaglio:
- Le risorse messe a disposizione da Ebipro ammontano a oltre quattro milioni di euro che verranno distribuiti su tre linee specifiche di intervento (a breve saranno disponibili sul sito http://www.ebipro.it/ i regolamenti per accedere ai benefici previsti dalla bilateralità di settore):
- Sostegno al reddito: Gli studi professionali possono accedere alle misure sul sostegno al reddito già previste dal Ccnl degli studi professionali. In questi casi, il beneficio consiste in un contributo a sostegno della retribuzione oraria lorda persa in seguito a riduzione/sospensione dell’orario di lavoro. Allo studio interventi per integrare gli ammortizzatori sociali in deroga.
- Smart working: Il decreto emanato dal Governo prevede la possibilità di attivare lo smart working per tutta la durata dell’emergenza. In questo ambito Ebipro per agevolare il lavoro a distanza interviene con un rimborso a favore del datore di lavoro per le spese sostenute nell’acquisto degli strumenti necessari (personal computer, monitor, stampanti...). L'importo viene riconosciuto per ciascun lavoratore interessato.
- Accesso al credito: Ebipro, attraverso Gestione Professionisti, ha stanziato un contributo a Fidiprof che potrà consentire l'accesso a finanziamenti per investimenti e liquidità per 7,5 milioni di euro a favore dei liberi professionisti che avranno così l'opportunità di accedere alle garanzie dello Stato, rilasciate dal Mediocredito Centrale, per far fronte alle richieste di credito per tutta la durata dell'emergenza, ma anche per stimolare la ripresa delle attività degli studi post-emergenza.
Il Presidente interprovinciale (Macerata-Ascoli Piceno-Fermo) di Confartigianato Trasporti, Emanuele Pepa, denuncia e lancia un grido d’allarme per la situazione che si è venuta a creare a seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblicato lo scorso 9 marzo, che ha esteso misure restrittive, volte al contenimento dell’emergenza coronavirus, in tutto il territorio nazionale.
“E’ arrivato il momento di fermarsi come autotrasportatori - dichiara Pepa - meglio ancora se il fermo riguardasse tutta l’Italia, ovviamente relativamente alle attività che non determinerebbero caos distributivi nella catena alimentare e nella farmaceutica. Non ci sono più le condizioni minime per lavorare con serenità ed in sicurezza, alcune aziende addirittura non fanno né caricare, né scaricare autotrasportatori provenienti da particolari zone. Purtroppo nei luoghi di transito veniamo trattati come ‘contagiati’ e quindi pericolosi, i clienti, a ragione o meno, hanno troppa paura e sono sempre più diffidenti. Inoltre, con la chiusura alle 18:00 delle attività di ristorazione come trattorie, ristoranti o autogrill, non abbiamo più la possibilità di utilizzare servizi igienici, di farci una doccia o di consumare un pasto caldo durante le nostre percorrenze".
"Quello che è più importante ora – aggiunge il Presidente Pepa - in considerazione del numero elevato di decessi già registrati, è il rispetto e la salvaguardia della nostra salute, dei nostri dipendenti e delle rispettive famiglie. E’ una decisione difficile e se vogliamo coraggiosa che sappiamo avere grandi ripercussioni in particolar modo sotto l’aspetto economico, ma in questo momento dobbiamo tutelare la salute e la vita. Ne va della nostra coscienza”.
L'emergenza coron virus sta mettendo in ginocchio l'economia italiana: le attività chiudono, le aziende arrestano la produzione, la giustizia è in stand by e si fermano i servizi pubblici.
"In questo contesto semi apocalittico servono misure economiche drastiche per fronteggiare la crisi e permettere alle imprese italiane ed ai professionisti di superare e sopravvivere alla recessione - ha dichiarato Giustino D'Uva, dirigente nazionale del SINLAI - Per questo siamo convinti che l'unica soluzione sia un condono tombale di tutti i tributi e contributi da qui a settembre prossimo, per tutti gli autonomi e le partite Iva. Diversamente, l'economia nazionale subirà un contraccolpo tale che la classe media non riuscirà più a riprendersi, essendo destinata a soccombere sotto i colpi di un tracollo devastante".