“Serviranno almeno 50 milioni di euro di nuove risorse per finanziare misure straordinarie a sostegno della economia della regione Marche”. Questa è la proposta che l’assessora regionale alle attività produttive, Manuela Bora metterà sul tavolo della giunta lunedi 9 marzo.
Il piano finanzierà le prime azioni ad impatto immediato con strumenti ancora più specifici e capillari sul tessuto economico marchigiano rispetto alle misure che il Governo metterà in campo nei prossimi giorni.
L’intensità del piano allo studio sarà ritarata in base al perdurare delle condizioni di difficoltà e si articola in: interventi immediati; azioni di rilancio; interventi di consolidamento.
“Preziosi saranno i contributi propositivi che perverranno dalle parti sociali e politiche – ha sottolineato Manuela Bora - al fine di declinare al meglio le linee di intervento che si possono ipotizzare in: sostegno alla liquidità; ammortizzatori sociali straordinari per i lavoratori dipendenti; indennità per imprese e lavoratori autonomi; risorse a favore del rilancio economico; piano straordinario per l’internazionalizzazione; finanziamenti a favore del consolidamento delle imprese attraverso investimenti mirati. Tutti i settori in sofferenza saranno beneficiari delle misure, il fattore tempo per l’efficacia degli interventi è elemento centrale e la Regione Marche anche in questo saprà mostrare maturità politica e capacità tecnica.”
Il Fondo di solidarietà bilaterale, noto ai più con la sigla FSBA, interviene a sostegno delle aziende del comparto artigiano (con esclusione del settore edile) e dei relativi lavoratori che si trovano in situazione di difficoltà a seguito dei contagi da Coronavirus e dalle restrizioni conseguenti che si stanno susseguendo in territorio nazionale.
Lo scorso 26 febbraio è stato sottoscritto un apposito Accordo Interconfederale siglato dalla CNA e dalle altre associazioni di categoria con il quale si prevede uno specifico intervento di ulteriori 20 settimane di copertura per sospensione e/o riduzione d'orario di lavoro di dipendenti di imprese coinvolte in situazioni di difficoltà. Il sistema informativo prevede l’introduzione di una specifica causale “Covid-19 – Coronavirus”.
Per rendere attuativo l'accordo è stato inoltre predisposto da parte del Fondo un apposito modello semplificato di accordo sindacale con possibilità di sottoscrizione telematica. L’intervento di integrazione salariale con causale “Covid-19 – Coronavirus” può essere attivato per i dipendenti in forza al 26 febbraio 2020 e ha una durata massima complessiva, nel biennio mobile, di 100 giorni su una settimana lavorativa di 5 giorni e di 120 giorni su settimana lavorativa di 6 giorni.
L’accordo sindacale è valido fino al 31 marzo; l’intervento di integrazione salariale non può, quindi, oltrepassare questo termine salvo eventuale proroga.
Per l’accesso alla causale “Covid-19 – Coronavirus” è prevista la possibilità di: sottoscrivere accordi sindacali anche successivamente l’inizio della sospensione effettiva dell’attività lavorativa, purché nell’ambito della validità temporale; derogare al requisito dell’anzianità aziendale di 90 giorni, altrimenti necessario per ciascun lavoratore per le prestazioni di assegno ordinario o di solidarietà; sospendere il limite di 6 mesi di regolarità contributiva richiesta per le aziende neocostituite.
Il Direttore CNA Macerata Luciano Ramadori ricorda come “In una recente indagine di CNA, il 72,4% delle imprese dichiara che sta registrando effetti diretti sulla propria attività legati alla vicenda Coronavirus ed in particolare per ciò che concerne l’andamento della domanda, i rapporti con i fornitori, cancellazione di appuntamenti e problemi logistici. I settori più esposti risultano essere quelli del trasporto passeggeri e quello turistico dove rispettivamente il 98,9% e il 89,9% degli intervistati dichiarano di subire effetti diretti. Significativi sono i numeri di quanti hanno subito un danno indiretto anche in altri settori come la Moda (79,9%), i Servizi alla Persona (78,8%), l’Agroalimentare (77,7%), il Trasporto Merci (64,1%), i Servizi alle imprese (61,6%) e la Manifattura meccanica (60,3%)”.
“Per i settori turistici – prosegue Ramadori - la drammatica contrazione della domanda è dovuta alle innumerevoli cancellazioni che stanno giungendo in questi giorni da parte dei tour operator e alla sospensione dei servizi scolastici tra cui vi sono anche le gite. La sospensione degli appuntamenti fieristici, invece, è la motivazione prevalente che sta alla base dei disagi rilevati dalle imprese della moda, oltre ai problemi derivanti dai rapporti con i fornitori e dal mancato ritiro delle merci. Un numero elevato di cancellazioni delle prenotazioni si registra anche tra le imprese di servizi alla persona (in prevalenza centri estetici e acconciatori). Complessivamente, il 53,1% delle imprese stima per il 2020 una contrazione dei ricavi. Una contrazione che, invece, potrebbe interessare oltre il 70% dei settori del trasporto passeggeri e turistico”.
In piena emergenza Coronavirus, arriva una notizia incoraggiante, anche per i professionisti marchigiani: entra in vigore un nuovo provvedimento per garantire l’occupazione negli studi professionali in caso di sospensione o riduzione dell’attività. È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 53 del 2 marzo 2020) il decreto del 27 dicembre 2019 del ministero del Lavoro che istituisce presso l'Inps il Fondo di solidarietà bilaterale per le attività professionali.
Si definiscono, così, una rete di protezione sociale e salvaguardia dei livelli occupazionali, e una misura di sostegno al reddito, tanto più efficaci in una fase delicatissima e incerta come quella attuale: “Questo decreto, fortemente atteso dalla Confederazione italiana libere professioni – afferma il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli –, incrementa in modo significativo le tutele anche dei lavoratori occupati presso i 39 mila professionisti marchigiani, in un momento di particolare preoccupazione per gli effetti negativi sull'economia regionale indotti dall'emergenza Coronavirus”.
Il decreto ministeriale che implementa il nuovo fondo di solidarietà fa seguito all'accordo del 3 ottobre 2017 tra Confprofessioni e le organizzazioni sindacali del settore (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs), come previsto dal decreto legislativo n.148 del 2015, siglato con l’obiettivo di tutelare gli studi e i liberi professionisti che occupano in media più di tre dipendenti, compresi anche gli apprendisti, per assicurare la costanza del rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell'attività lavorativa.
Prosegue senza sosta l’impegno di Confartigianato nel supporto alle imprese sia per le esigenze più immediate in termini di gestione aziendale, sicurezza sul luogo di lavoro, risorse umane, fiscali, tributarie, ambientali, internazionalizzazione e manifestazioni fieristiche, sia nei tavoli istituzionali nazionali.
Il nostro territorio, così come tutto il nostro Paese, non può permettersi procedure troppo invasive e non strettamente necessarie che innescherebbero inevitabilmente una psicosi generale a discapito delle imprese e porterebbe alla paralisi totale dell’intera economia. Per rilevare le possibili criticità dei singoli comparti, Confartigianato ha realizzato un’indagine conoscitiva e contattato i propri associati per recepire gli effetti immediati avuti dalle imprese e le ripercussioni sulle attività economiche anche nel breve periodo. In poco più di una settimana sono state raccolte centinaia di risposte provenienti dalle aziende associate delle province di Macerata, Ascoli e Fermo. Ciò che emerge dal confronto diretto con le imprese del territorio è un generale stato di rallentamento delle attività, in primis per quanto riguarda gli approvvigionamenti sia per i clienti in filiera sia per i consumatori finali.
Le aziende che hanno rapporti con l’estero hanno disagi già da qualche settimana, disagi che sono appunto aumentati negli ultimi giorni, in special modo per quelle imprese che hanno collaborazioni con attività della zona lombarda. Un calo fisiologico che rispecchia dunque le tempistiche di diffusione dei contagi da Coronavirus. In generale, sicuramente tra i settori che sono attualmente più in difficoltà, troviamo, oltre all’autotrasporto che rileva numerosi ritardi di consegna per le merci in transito nei comuni lombardi della “zona rossa” che si traducono ovviamente in mancati incassi, quello del pubblico esercizio, come bar, pub, pizzerie, ristoranti. Il calo di presenze e le continue cancellazioni di prenotazioni nei locali stanno sicuramente incidendo molto sulle singole attività ricettive che prospettano sensibili cali di fatturato. La paura e purtroppo la disinformazione hanno innescato dei comportamenti dettai dal panico incidendo sul consueto stile di vita e portando quindi ad abitudini diverse come fare provviste, consumare in casa quello che prima si mangiava al bar o uscire solo se necessario.
Preoccupante il calo del fatturato registrato nel collegato settore dell’Alimentazione, per via della riduzione degli ordinativi che comporteranno il ricorso per talune realtà più strutturate agli ammortizzatori sociali.
Per non parlare delle agenzie di viaggio che devono gestire continue disdette e far fronte alle mancate prenotazioni per la prossima stagione estiva ormai alle porte.
Nel settore Turismo, oltre alle agenzie di viaggio, prospettano un 2020 in forte crisi anche le strutture recettive, come agriturismi e ristoranti: se da una parte si evidenziano i toni allarmistici e il ruolo dei media, giudicato troppo sensazionalistico da indurre paura e scoraggiare viaggi e soggiorni, dall’altro si prevede un’estate difficile con ripercussioni negative in termini di occupazione.
Il settore del Terziario & Servizi segnala cali di ordinativi più contenuti, ma con dirette conseguenze sui dipendenti.
Situazione contrastata negli Impianti, categoria che se da una parte vede il blocco di alcuni cantieri nel Nord Italia con riduzione degli ordinativi, dall’altro lato alcune imprese del settore - grazie al blocco della produzione cinese - ricevono ordinativi superiori alla media per la fornitura di componenti tecnologici. Tuttavia nel breve periodo potrebbero verificarsi difficoltà negli approvvigionamenti di materia prima in quanto i fornitori sono localizzati nella maggior parte nelle zone focolaio del contagio.
L’Autoriparazione non sembra avere subito ripercussioni, allo stato attuale delle segnalazioni pervenute.
Estetiste, parrucchiere e lavanderie riferiscono situazioni diverse: alcuni imprenditori non hanno notato particolari cambiamenti, altri invece stanno incontrando difficoltà nel reperire prodotti di una certa specificità e un rallentamento dell’affluenza dei clienti. Alcuni centri estetici notano invece un ritorno di clientela che vuole affidarsi ad attività in cui è garantita pulizia, disinfezione e sterilizzazione di strumenti e attrezzature. C’è quindi una ritrovata consapevolezza che si tramuta in una richiesta maggiore di prodotti di qualità e un allontanarsi da soggetti che operano abusivamente. Gli operatori del Benessere evidenziano un calo medio del fatturato nell’arco temporale dei prossimi tre mesi, pari al 50% del totale; mentre per il medio periodo, regna una diffusa incertezza improntata maggiormente a un calo progressivamente meno marcato del fatturato, seppur con riflessi direttamente negativi sui dipendenti.
Le aziende del settore moda (calzature e abbigliamento) che operano nelle regioni del nord vedono appuntamenti annullati con i propri agenti, ordinativi sfumati e difficoltà nel raggiungere nuova potenziale clientela. Sono molte le aziende che rilevano una grande preoccupazione per le vendite al dettaglio perché ad esempio, come nel caso di Milano, i negozi sono chiusi o rispettano un’apertura non ordinaria, rallentando così tutto il sistema. Se proseguono le lavorazioni dei vecchi ordini in corso, c’è grande incertezza su come impiegare, e quindi retribuire, i propri dipendenti nell’immediato futuro vista la mancanza di nuovi ordinativi. Molte imprese evidenziano grande preoccupazione per gli eventuali danni economici per mancati incassi, dovuti appunto dalla riduzione degli ordini, dalle difficoltà nelle consegne e dall’impedimento degli agenti ad organizzare appuntamenti di presentazione delle nuove collezioni.
Queste attività produttive risentono inoltre del blocco di produzione in Cina, che ha portato ad avere difficoltà nell’approvvigionamento di materiale di lavorazione come pellame, accessori, componenti elettronici, ecc. Se il blocco della produzione dovesse protrarsi, a cascata si avrebbero ripercussioni sulle produzioni locali di calzature e pelletteria e su diverse attività manifatturiere (elettronica ed elettrotecnica, accessoristica, falegnameria e serramentistica, ecc.).
La limitazione della circolazione di clienti e rappresentanti, così come tutte le attività legate ai processi di export e internazionalizzazione, nonché la limitazione alla partecipazione a fiere sono gli aspetti più sensibili nel settore. Molte aziende dichiarano che, se la situazione non dovesse migliorare, sarebbero costrette a ricorrere ad ammortizzatori sociali per far fronte alla gestione del personale dipendente.
“Il propagarsi del virus anche in Italia e purtroppo la grande confusione generata, - ha commentato il Segretario Generale, Giorgio Menichelli - ha aumentato il senso di disorientamento alimentando panico e isteria anche nella nostra Regione. Il non sapere cosa aspettarsi genera ancora più incertezza nella pianificazione e il fatto che anche piccole realtà abbiano registrato un calo di attività, sopraggiunto in pochi giorni, inquadra uno scenario economico e sociale difficile. Il fattore determinante sarà quindi il riuscire a contenere l’emergenza in tempi molto brevi. Attraverso la Confederazione nazionale in questi giorni stiamo affrontando con il Ministro dello Sviluppo economico e il Ministro del lavoro, i temi principali relativi a esigenze e ripercussioni sul sistema produttivo, mettendo sul tavolo alcune richieste per noi fondamentali: dalla definizione di un adeguato livello di priorità all’emergenza sanitaria per evitare la diffusione non controllabile e non gestibile dell’infezione e al contrasto degli effetti negativi per l’immagine del Paese e del nostro made in Italy. Confartigianato ha chiesto inoltre un’adeguata valutazione dei danni diretti e indiretti prodotti dall’emergenza, la proroga delle scadenze di ogni tipo, incluse quelle dei bandi pubblici e la garanzia di un’adeguata sorveglianza sui prezzi per evitare manovre speculative”.
Si è tenuta nel primo pomeriggio di oggi la presentazione del neo presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini che dopo esser stato nominato dall’Assemblea Generale circa un mese fa, ricoprirà questa carica per il triennio 2020/2023, prendendo così il testimone lasciato dal past president Gianluca Pesarini.
Guzzini ha iniziato il suo intervento presentando dapprima i componenti della squadra che lo affiancherà in questo percorso, indicando anche quelle che saranno le loro specifiche deleghe. I nuovi componenti del consiglio del direttivo che ricopriranno la carica di vicepresidenti saranno: Michele Paoloni, con delega all’internazionalizzazione; Sandro Parcaroli, avrà la delega alla digitalizzazione; Fausto Pigini riceverà la delega alla ricerca e allo sviluppo e infine a Carlo Resparambia andrà la delega alla ricostruzione.
Il presidente successivamente ha esposto le linee programmatiche del suo mandato che ha riassunto in quattro parole chiave. La prima è "contaminazione", ovvero la volontà di allargare lo sguardo a nuovi universi e importare e adattare le best practice nel proprio ambito per promuove l’innovazione di tutti; mentre la secondo è "condivisione", per mettere in comune asset tangibili e intangibili, umani e professionali e aumentare così la competitività di tutti.
E poi ancora "fare sistema" per interagire con gli altri muovendosi nella stessa direzione sulla base di obiettivi condivisi e rafforzare quindi tutti ed evitare di sprecare le risorse e infine "inclusione" per favorire la partecipazione e sostenere la crescita di tutti sulla base delle idee indipendentemente dalla dimensione e dal fatturato.
"Il modello marchigiano era un caso di eccellenza studiato nelle migliori business school internazionali ma purtroppo oggi la nostra regione è più un problema da risolvere che da studiare" - ha fotografato così la situazione economica regionale il neo presidente Guzzini che ha poi affrontato i temi che hanno più colpito la provincia di Macerata, a cominciare dal terremoto fino alla crisi di Banca Marche che a suo dire: "ha reso la provincia maceratese, ma anche tutta la Regione, più povera".
Sulla centralità della ricostruzione post-sisma è anche intervenuto uno dei neo vicepresidenti Carlo Resparambia che ha così spiegato la fase che stanno attraversando i territori colpiti: "La situazione la conosciamo già tutti - chiosa Resparambia - ora con la nomina del nuovo commissario secondo me non abbiamo fatto passi avanti perchè in questa fase così critica non siamo mai riusciti ad avere un interlocutore di lungo corso in quanto è il quarto in tre anni e mezzo. L'attuale situazione dei lavori di ricostruzione è a dir poco desolante perchè è tutto fermo soprattutto per cause burocratiche. Il nostro primo intervento sarà quello di costituire un tavolo multidisciplinare dove però, oltre che di ricostruzioni, si tratteranno dei tempi molto importati per il territori come il turismo e il lavoro".
Si è parlato anche dell'emergenza Coronavirus che sta tenendo banco in tutta la regione Marche e non solo: "Un fattore imprevedibile - così l'ha definito il presidente Guzzini- al momento le nostre aziende stanno subendo un contraccolpo economico molto forte, basti pensare che per quanto riguarda la mia realtà stanno saltando molti appuntamenti tra i nostri area manager con i diversi buyer, per non parlare poi del crollo di almeno il 30% delle visite alle Fiere, il tutto perchè al momento l'Italia dal resto d'Europa è vista come portatrice del virus. In questo momento bisogna agire con calma, cercando di abbassare i toni a tutti i livelli affinchè non si crei ulteriore allarmismo".
La conferenza poi è continuata con l'esposizione di tutti gli altri punti del programma 2020/2023 di Confidustria Macerata che vanno dalla transizione verso un modello di economia circolare, la digitalizzazione dell’impresa, il credito alle imprese e le nuove forme di finanziamento, l’internazionalizzazione, l’aggregazione associativa fino a toccare le strategie di rilancio del settore calzaturiero e le infrastrutture e la pubblica amministrazione.
Con lo slogan "E-MOTION- Conoscersi, orientarsi e scegliere” si è inteso stimolare i ragazzi a preparare il loro futuro attraverso un metodo interattivo ed esperienziale, riflettere sull’importanza delle emozioni, della velocità, dell’innovazione, del talento e dell’approccio al lavoro e alla vita.
Il Progetto Scuola, giunto alla 26ma edizione, è stato promosso da Confindustria Macerata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico e il contributo della Camera di Commercio delle Marche.
I 3000 studenti prevalentemente delle scuole superiori, ma anche universitari, insieme a molti docenti, sono stati coinvolti nei vari appuntamenti che hanno visto la testimonianza di Imprenditori, esperti di orientamento e formazione ma anche di attori che hanno consentito di potenziare attraverso tecniche teatrali le abilità comunicative e relazionali dei ragazzi. Infatti come ha affermato il regista ed attore coinvolto nel progetto Francesco Facciolli "Il teatro aiuta in un mondo in continuo mutamento a gestire l'imprevisto, reagendo in modo flessibile agli stimoli ed ai terremoti che spesso la vita ci pone di fronte, la vita ci presenta scene per le quali dobbiamo reagire trovando nuove vie e spesso creando nuove opportunità".
“Il progetto- hanno sottolineato il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Macerata Paolo Carlocchia e la delegata al Progetto Scuola Francesca Orlandi – ha contribuito a riattivare il collegamento fra la domanda delle imprese, con le necessità poste dall’evoluzione dei mercati e della tecnologia, e l’offerta formativa: difficoltà che rappresenta ancora una delle cause strutturali della debolezza del capitale umano e della nostra economia”.
Tanti gli appuntamenti e le attività, dall’Orientagiovani, ai concorsi di idee con i progetti Learning By Doing ed Eureka, al Progetto Incoming che ha consentito ad alcuni giovani dell’Università di Macerata di beneficiare di Borse di studio per effettuare stages presso le imprese del territorio, dalle attività di formazione ed orientamento al settore Calzature svolte presso l’Ipsia Corridoni – sede di Civitanova Marche, alle visite di studio all’interno di altre Aziende del territorio, ma anche presso le principali fiere internazionali, come il Micam, dove gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con Imprenditori e Buyers esteri.
Sono stati coinvolti numerosi Istituti Scolastici, dal “Filelfo” di Tolentino, al “L. Da Vinci” e “Corridoni” di Civitanova Marche, dal “Mattei” di Recanati al “Divini” di San Severino, dal “Gentili” di Macerata al “Pocognoni” di Matelica e le due Università di Macerata e di Camerino.
Fondamentali contributi al progetto e agli incontri sono stati portati dal prof. Gabriele Micozzi docente di Comunicazione e Marketing e dal Prof. Cesare Catà, Filosofo.
“Confartigianato - dichiara il Presidente Renzo Leonori - in queste ore è coinvolta in una intensa attività di consultazione delle organizzazioni di rappresentanza in diversi tavoli istituzionali sull’emergenza Coronavirus, in rappresentanza delle esigenze drammatiche che molti imprenditori stanno vivendo e le possibili gravi ripercussioni sull’intero sistema produttivo nazionale.
Per fronteggiare tempestivamente gli effetti di questa allarmante situazione sanitaria, l’Associazione nazionale ha firmato insieme ad altre Confederazioni e Sindacati, un accordo che prevede, per tutte le imprese e i datori di lavoro iscritti al Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, un importante e specifico intervento, ovvero la possibilità di usufruire della cassa integrazione fino a venti settimane nell’arco di due anni del biennio mobile per le sospensioni dell’attività aziendale determinate dal Covid-19.
Vogliamo precisare che l’intervento non è limitato alle zone rosse ma riguarda l’intero territorio nazionale, sempre in relazione a sospensioni determinate dalla causale coronavirus.
Nell’accordo vengono inoltre sollecitati anche gli altri strumenti della bilateralità nazionale come Fondartigianato e Sanarti, affinché, vengano definiti rapidi e mirati interventi a favore di lavoratori e imprese per fronteggiare il coronavirus.
Il servizio paghe di Confartigianato è a completa disposizione per tutte quelle imprese che, avendone i requisiti, necessitino del Fondo di solidarietà per le relative sospensioni dell’attività aziendale.
Non possiamo permettere che il nostro sistema produttivo ed economico venga danneggiato rischiando lunghe e pesanti ripercussioni, ed è quindi fondamentale lavorare insieme in maniera coordinata, trovando soluzioni rapide ed efficaci affinché il nostro Paese superi questa fase di emergenza al più presto possibile”.
“Salutiamo con favore la tempestività mostrata dal Governo per definire gli interventi necessari per salvaguardare imprese, lavoratori e l’intera popolazione e manifestiamo totale disponibilità a collaborare con le istituzioni per condividere un programma di gestione dell’emergenza economica provocata dalla diffusione del virus. Oltre all’emergenza sanitaria, infatti, è in atto uno tsunami economico che rischia di avere conseguenze ben più nefaste della stessa epidemia. Si prevedono ricadute sul PIL italiano con cali di mezzo punto percentuale che annullerebbero la previsione fatta per il 2020 del +0,6%. La progressiva diffusione della malattia, le misure restrittive e la paura, potrebbero costarci in definitiva più di 5 miliardi di PIL, una cifra che l’Italia non si può permettere”. Ad affermarlo in una nota, è la Cna Macerata, che mette in guardia rispetto alle problematiche economiche che l’allarme Coronavirus genererà nel Paese, così come nella regione Marche.
“La chiusura delle scuole in massa, con genitori a loro volta costretti ad assentarsi dal lavoro, aziende obbligate a lasciar a casa i propri dipendenti e che pensano quindi alla cassa integrazione, luoghi di svago chiusi al pubblico e tutte le misure precauzionali attuate nelle regioni che contribuiscono considerevolmente alla ricchezza nazionale (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino Alto Adige, Friuli, Liguria e Marche portano più del 50% del PIL nazionale), se forse riusciranno a rallentare la diffusione del virus, sicuramente stanno bloccando l’economia dell’intero Paese, spiegano i veritci della Cna.
“Aggiungiamo poi che: nei settori manifatturiero e metalmeccanico le navi ferme in Cina fanno scarseggiare materie prime e semilavorati con un calo produttivo stimato del 10%; nel turismo, settore considerato punto di forza di tutto il nostro Paese e delle Marche in particolare, si parla del 40% di disdette, con ristoranti e alberghi vuoti ovunque; difficoltà per gli operatori edili che lavorano in strutture ospedaliere; cessazione delle attività per le aziende trasporti/agenzie rispetto ai viaggi organizzati.
La salute dei cittadini passa giustamente davanti a tutto ma occorre essere consapevoli che ad ogni decisione, soprattutto se drastica, corrispondono delle conseguenze che andrebbero pesate in maniera molto accurata e soprattutto occorre una strategia nazionale unitaria condivisa da tutte le parti in causa”.
Nella mattinata odierna, presso la sede di Confindustria Macerata, si è ragionato sulle prospettive e i progetti del distretto pelli cuoio e calzature al termine della settimana della moda milanese.
Alle fiere Micam, Mipel e Lineapelle hanno, infatti, esposto oltre 100 marchi maceratesi e a tracciare un bilancio sul momento che sta attraversando il comparto sono intervenuti Matteo Piervincenzi, Presidente Sezione Calzaturiere Confindustria Macerata (Calz. Lepi Srl); Alessio Castricini, Presidente Sezione Componenti Calzature Confindustria Macerata (Centro Accessori Spa); Sergio Sciamanna, Presidente Sezione Pellettieri Confindustria Macerata (Laipe Spa) e l'imprenditore Vincenzo Pucci (Galizio Torresi sr).
I NUMERI - In provincia operano attualmente circa 650 aziende delle quali oltre 120 di tipo industriale che occupano quasi 8500 addetti. Il comparto sta attraversando da anni una fase di profonda trasformazione con il rischio di non restare al passo con il repentino cambiamento delle dinamiche produttive e commerciali. Sebbene il territorio maceratese sia celebre per la qualità dei suoi prodotti e per il "saper fare", si rischia l'impoverimento di quel know how commerciale acquisito con molta difficoltà nei decenni passati.
Proprio in questo senso Confindustria Macerata - come sottolineato dal direttore Gianni Niccolò - sta investendo fortemente in progetti finalizzati a promuovere la riorganizzazione delle imprese, l'introduzione di nuove tecnologie e della digitalizzazione, la ricerca di nuovi materiali e in attività di formazione rivolte agli stessi imprenditori, ai loro collaboratori e ai giovani che intendono inserirsi nel mondo del lavoro.
Iniziative volte ad arrestare la flessione generalizzata del comparto, accertata anche dai dati relativi allo scorso anno. Le ore autorizzate di Cassa Integrazione nella filiera della pelle nel corso del 2019 hanno sfiorato gli 8,3 milioni (+28% rispetto ai 6,5 milioni del 2018), dopo un biennio di significative contrazioni. Le Marche con un +48%, sono la prima regione per numero di ore autorizzate (2,7 milioni, 1/3 del totale nazionale). Quasi l'80% della produzione viene esportata prevalentemente in Germania, Francia, Regno Unito, Russia, Usa, Paesi Bassi e Giappone.
Nelle dinamiche del settore si evidenziano due "velocità" distinte: quella dei grandi brand mondiali del lusso e quella delle piccole medie imprese che hanno raccolto risultati non altrettanto favorevoli, spesso negativi. La diminuzione dell'export nella nostra Regione è anche in valore (stimata intorno al -3,5%) per via della fortissima esposizione verso la Russia che ha contratto di quasi l'11% gli acquisti di calzature dall'Italia. A ciò si aggiungono le inevitabili conseguenze dell'emergenza sanitaria legata al diffondersi in Cina ed ora anche nel nostro Paese, del Coronavirus.
Sebbene sia arduo quantificare, in questa fase, le ripercussioni economiche dell'epidemia (legate a fattori variabili come diffusione e durata), inevitabili saranno le conseguenze anche per le aziende del settore Calzaturiero e Moda. Gli imprenditori auspicano che le misure di sostegno, già annunciate dal Governo, alle imprese per i danni provocati dall'effetto Coronavirus siano effettive.
Lo scorso 25 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è stato siglato dall'Associazione Bancaria Italiana e da diverse sigle sindacali un protocollo d’intesa per favorire il rimborso dei crediti da parte delle donne vittime di violenza di genere.
UniCredit ha deciso di aderire al protocollo, prevedendo la possibilità di sospendere il pagamento delle rate dei mutui, dei prestiti e dei finanziamenti per il periodo di durata del “percorso di protezione”, e comunque non oltre i 18 mesi dalla presentazione della richiesta.
La domanda di sospensione potrà essere presentata entro il 25 novembre 2021 e dovrà essere assistita da certificazione dell'inizio del "percorso di protezione" rilasciata dai servizi sociali del comune di residenza o dai centri antiviolenza o dalle case rifugio.
Negli ultimi undici anni la città di Macerata ha sostanzialmente confermato la sua offerta commerciale.
E’ il dato che emerge dall’Analisi ‘Demografia d’impresa nelle città italiane realizzata dall’Ufficio Studi Confcommercio (prendendo in considerazione 120 Comuni italiani) e presentata a Roma nella sede Confederale. Nel confronto infatti tra il numero di imprese presenti nel 2008 e quelle presenti nel 2019 si nota un calo delle imprese operanti in centro storico nel Commercio al dettaglio che sono passate da 246 (nel 2008) a 228 (nel 2019 mentre nel 2016 erano 230). Una diminuzione che in gran parte è dovuta alla chiusura degli esercizi non specializzati che sono passati, sempre nel centro storico, da 29 del 2008 a 15 del 2019 con una perdita di quasi la metà di queste attività. Nelle altre zone invece c’è stata una diminuzione non troppo significativa con il passaggio da 306 imprese nel 2008 a 296 imprese nel 2019 (nel 2016 erano 302).
Il dato dunque è quasi in equilibrio come spiega il Direttore Generale Confcommercio Marche Centrali: “A Macerata l’offerta commerciale è rimasta sostanzialmente inalterata in questi ultimi undici anni – le parole del prof.Massimiliano Polacco –, nonostante una riduzione delle attività nel dopo terremoto. Nel centro storico della città gran parte del deficit è dovuto al calo drastico degli esercizi non specializzati mentre nelle altre zone della città c’è stato un calo fisiologico rispetto al Commercio al dettaglio. In grande aumento l’apertura di attività nel commercio ambulante dove la crescita è stata esponenziale”. Un discorso a sé va fatto per le attività di somministrazione come bar e ristoranti: “Nel centro storico c’è stata una crescita importante dal 2008 al 2016 (da 91 a 97) – ancora Polacco –, mentre nel 2019 siamo tornati ai livelli del 2008 (90 attività). Nelle altre zone invece la crescita è stata costante: 104 nel 2008, 117 nel 2016 e 119 nel 2019”. Un altro dato positivo arriva dagli Alberghi: “Nel centro storico siamo passati da 0 nel 2008 a 9 nel 2019 con una crescita costante mentre nelle altre zone le attività sono rimaste praticamente costanti (da 9 del 2008 a 10 nel 2019). C’è un forte aumento dell’offerta nell’accoglienza e questo è un dato molto importante perché Macerata si sta trasformando in un’area a vocazione turistica e questo è anche merito del lavoro che noi stiamo facendo da anni per declinare il territorio con i temi della cultura, dei luoghi naturali e dell’enogastronomia. Alla luce di questi dati risulta ancora più evidente quando sia importante spingere sullo sviluppo del turismo e della ricettività di questi luoghi in un’ottica di nuove strategie di sviluppo”
Innovazione a portata di piccole imprese con strumenti concreti. E’ la sfida di Confartigianato Imprese Marche che ha presentato il suo Digital Innovation Hub regionale, frutto di un progetto sostenuto dalla Regione Marche.
“Abbiamo la straordinaria opportunità di coniugare - ha detto il segretario di Confartigianato Marche, Giorgio Cippitelli - la tradizione con le tecnologie digitali. Questo è il nostro modello di impresa 4.0. Il digitale sta diventando una dimensione fondamentale dell’economia e del sistema produttivo. L’innovazione interessa tutte le imprese a prescindere dal settore, dalla tipologia di lavoro, dalle caratteristiche dimensionali”.
Il DIH sarà una grande opportunità per le piccole imprese che potranno trovare attività di supporto e tutoraggio per aumentare conoscenza e consapevolezza delle nuove tecnologie, strumenti per individuare i fabbisogni tecnologici, consulenza strategica per realizzare investimenti per la propria trasformazione digitale, ma anche per una corretta valutazione dei progetti di investimento e supporto all’avvio di nuovi progetti. Ci sarà anche la possibilità di utilizzare direttamente alcune di queste tecnologie sia “in proprio” che attraverso reti laboratoristiche con Università, centri di ricerca e di eccellenza immateriale.
Il dirigente della Regione Marche, Silvano Bertini, ha ribadito che: “la trasformazione digitale è una grande sfida per le imprese sia come dotazione di nuovi strumenti ma anche come necessità di portare all’interno delle aziende competenze idonee e anche di permettere alle imprese di fare rete”.
“L’innovazione - ha affermato Andrea Dini Presidente ICT Confartigianato Marche - è un percorso fondamentale per le piccole imprese e non deve essere considerata come una imposizione ma una importante opportunità”.
Il progetto di Confartigianato Marche che raccoglie le buone prassi e l’esperienza delle Associazioni territoriali, si basa su tre pilastri: informazione, formazione e affiancamento. Verranno realizzati oltre 20 eventi in 15 mesi, tra workshop, seminari, corsi, ma anche la possibilità di sperimentare le nuove tecnologie nei laboratori messi a disposizione dal DIH. Altro aspetto fondamentale sarà l’affiancamento dell’imprenditore attraverso uno “Sportello nuove idee” dove si verrà fornita consulenza per tutte le tematiche legate a Impresa 4.0, ma anche lo “Sportello credito” per favorire l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati delle imprese.
“La capacità di diffondere innovazione sul territorio - ha sottolineato Giorgio Menichelli Segretario Generale di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo - è uno dei punti qualificanti di questo progetto. E’ necessario intercettare le esigenze del manifatturiero, il settore cardine della nostra economia, per aiutarlo nella sfida della digitalizzazione anche aprendo nuovi canali di vendita. Un altro elemento centrale è che questo progetto si rivolge ai giovani, ai makers, perché vedano il proprio futuro nel nostro territorio e non siano costretti ad andare a cercare opportunità all’estero”.
Renzo Leonori Presidente territoriale di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo ha ribadito come questo progetto sia una opportunità in più a disposizione delle imprese nel percorso per la digitalizzazione: “Aiutare i piccoli imprenditori a capire come si muovono il mercato e le nuove tecnologie - ha aggiunto Luca Antonelli, Responsabile Innovazione di Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino - esplorando le novità e cercando di metterle in pratica giorno dopo giorno. Si sta aprendo un ventaglio di nuove opportunità che il sistema produttivo deve cogliere per aumentare business e fatturato e per conquistare nuovi mercati. Per farlo però, gli imprenditori hanno bisogno di formazione continua, di sperimentare queste nuove tecnologie. Innovare sempre, per rafforzare il saper fare”.
L'azienda IGuzzini Illuminazione spa, appartenente al gruppo Fagerhult e leader internazionale nel settore illuminazione architetturale, annuncia che "il Ceo (Amministratore Delegato) Andrea Sasso ha deciso di intraprendere nuovi percorsi professionali". Il cda di iGuzzini ha nominato come suo successore Cristiano Venturini, attualmente Cfo (direttore finanziario) dell'azienda.
"Siamo certi - dichiara ad Ansa Bodil Sonesson, presidente di iGuzzini e presidente e Ceo di Fagerhult - che Cristiano Venturini guiderà con successo iGuzzini nel futuro. Continueremo anche con lui a portare avanti la strategia che punta a creare uno dei più grandi gruppi europei nel settore dell'illuminazione e incrementare le vendite su scala globale".
"È un onore succedere ad Andrea Sasso, che ha fatto un ottimo lavoro in iGuzzini - commenta Venturini - Sono orgoglioso e onorato di mettermi al servizio di iGuzzini come prossimo Chief Executive Officer".
(Credit: Ansa)
Si è svolta oggi, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico a Roma, la riunione conclusiva del Gruppo di Coordinamento e Controllo dell’area di crisi complessa del distretto fermano-maceratese, che ha validato il Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale.
Il PRRI scaturisce da una fase di serrato confronto istituzionale e di intensa attività di animazione iniziati nel 2019 per far emergere i fabbisogni di investimento delle imprese dell’area e individuare le aree su cui localizzare gli interventi, anche tramite l’apposita Call scaduta a set-tembre 2019.
“Si sta avviando al termine - commentano l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, la Presidente della Provincia di Fermo Moira Canigola e il Presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari - un percorso lungo ma efficace, costruito con il Mise e con il territorio, con il supporto di Invitalia, per promuovere lo sviluppo delle attività di impresa, per il rilancio delle opportunità occupazionali e per valorizzare tutte le potenzialità di quest’area. Il PRRI - continuano Cesetti, Canigola e Pettinari - mette a disposizione dell’area strumenti per l’ampliamento e la diversificazione produttiva delle imprese esistenti, per la tutela ambientale, per l’innovazione di prodotto, organizzativa e commerciale, per la digitalizzazione dei processi aziendali. Ma anche misure di politica attiva del lavoro per incoraggiare l’autoimprenditorialità dei disoccupati, per fa-vorire il loro inserimento occupazionale nelle imprese, per contrastare il precariato e favorire il lavoro stabile e per la formazione continua. Per realizzare questo ambizioso progetto la Regione Marche mette a disposizione circa 15 milioni di euro”.
Nell’incontro odierno, grazie al cospicuo plafond di fondi di cofinanziamento regionale, pari a 15 milioni di euro, è stato ottenuto dal MISE un ammontare di risorse corrispondenti di altri 15 milioni che stanzierà a valere sulla legge 181 per i progetti di impresa di dimensione finanziaria superiore a 1 milione di euro. Si tratta di un plafond consistente, di complessivi euro 30 milioni, con l’impegno di Ministero e Regione Marche di incrementare le risorse se all’esito dell’istruttoria dovesse emergere la necessità di finanziare progetti per un importo superiore.
Ad integrazione delle risorse per le imprese e per i lavoratori ci saranno anche i fondi per il sostegno al reddito dei lavoratori, dopo che la legge di bilancio 2020 ha incluso l’area di crisi fermano-maceratese tra quelle che possono usufruire dei benefici dell’art. 44 comma 11, bis del d.lgs. 148/2015. “Siamo ottimisti sul fatto che venga accolta una nostra specifica richiesta di integrazione all’utilizzo di questi fondi anche per la proroga della Naspi”.
Per quanto riguarda le infrastrutture individuate nell’istanza e recepite nel PRRI con l’aggiunta degli interventi per la difesa della costa, non essendosi ancora concluso il confronto tecnico politico con i Ministeri competenti sulle priorità da realizzare nell’area e sulle modalità di esecuzione, il PRRI rinvia alla costituzione di un tavolo istituzionale e ad un addendum all’Accordo di programma. “E questo perché – ribadiscono – la progettualità per le imprese sottesa alla strategia dell’area di crisi non può essere ulteriormente ritardata dagli atteggiamenti del MIT e del MATTM che fanno fatica ad assumere impegni precisi e a produrre fatti nei confronti del territorio. Fatti assolutamente necessari ed urgenti in quanto - come più volte ribadito - senza un accordo sulle misure infrastrutturali da realizzare, con la precisa indicazione degli impegni finanziari anche dei Ministeri competenti, qualsiasi strategia perderà di credibilità ed efficacia, in quanto carente di una delle leve necessarie su cui puntare per attrarre investimenti e rilanciare l’area di crisi.
Ora - concludono Cesetti, Canigola e Pettinari - resta l’ultimo step, cioè la firma dell’Accordo di programma - il cui schema il MISE si è impegnato a trasmettere entro il 14 febbraio 2020 - e all’esito verranno emanati i relativi bandi nazionali e regionali con l’individuazione delle misure per le imprese ed i lavoratori”.
La massima attenzione all’ambiente e la ricerca della sostenibilità ambientale nel campo delle vernici sono i temi del workshop organizzato dal centro tecnologico Cosmob e dalla scuola di formazione ICA Academy.
Giovedì 6 febbraio, dalle 14, presso Villa Revedin (Via Palazzi, 4) a Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, le due realtà, una punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per il settore manifatturiero e nello specifico del sistema arredo, e l’altra vero vanto del Made in Italy per produzione e capacità di innovazione, approfondiscono il tema della verniciatura del legno e della caratterizzazione delle prestazioni dei prodotti vernicianti attraverso un processo controllato e certificato.
L’obiettivo del corso, ad ingresso gratuito, è presentare le best practices relative al processo di verniciatura con un approfondimento sulle nuove tendenze delle vernici per il legno di origine biologica.
Si inizia alle 14, mentre l’intervento Cosmob è previsto alle 14.45 e tratterà il tema del controllo e della gestione del processo, quindi individuazione e verifica (test) delle variabili critiche di processo, verifica del prodotto finito (test prestazionali) e presentazione del marchio Cosmob Qualitas Praemium Controllo di processo - Verniciatura.
A seguire la relazione dell’azienda marchigiana che affronterà il tema dell’innovazione nelle vernici. Forte del suo Centro di Ricerca e Sviluppo che si trova nelle Marche, l’azienda presenterà le prestazioni ecologiche e qualitative dei prodotti vernicianti di origine biologica che hanno e stanno caratterizzando la propria produzione, ormai da anni.
Poco meno di 6 milioni di euro disponibili per le imprese dei principali settori del Made in Italy, moda e legno, che intendono consolidare le loro esportazioni all’estero o sviluppare processi di internazionalizzazione.
Il bando a fondo perduto, nell’ambito del Por Fesr Marche 2014-2020, finanzierà al 50% interventi di innovazione del prodotto o della linea di produzione per la realizzazione di nuove collezioni di prodotti che valorizzino in particolare il design, l’eco design, l’ideazione estetica, la progettazione, la prototipazione e la produzione personalizzata. Ammissibili anche interventi diretti a potenziare e consolidare la presenza delle imprese marchigiane sui mercati internazionali attraverso azioni più strutturate e interventi per favorire l’ingresso di nuove imprese sui mercati esteri.
Il nuovo bando verrà presentato, in anteprima per le province di Macerata e Fermo, giovedì 6 febbraio alle ore 17:30 presso la sede CNA di Civitanova, dalla stessa referente del procedimento per la Regione Marche, dottoressa Manuela Pagliarecci.
Nel corso dell’incontro pubblico, introdotto dal direttore CNA Macerata Luciano Ramadori e coordinato dal responsabile CNA Federmoda Macerata-Fermo Alessandro Migliore, saranno presentati anche alcuni interessanti casi pratici di internazionalizzazione e innovazione da Katia Badaloni (CNA Tecnoquality) e Marco Capellini (Matrec srl). In sala, per prospettare partenariati ed eventuali collaborazioni, anche gli esperti del confidi regionale Uni.Co. ed il Presidente di Marche Innovation Hub Marzio Sorrentino.
L’incontro è aperto a tutte le micro, piccole e medie imprese appartenenti ai settori del sistema moda (tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e calzature, accessori per l'abbigliamento, fabbricazione di cappelli e berretti, maglieria) e del sistema abitare (industria del legno e dei prodotti in legno, fabbricazione di mobili, fabbricazione del vetro e di prodotti in vetro, lavorazione produzione oggetti in marmo, fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio).
Per la presentazione della domanda di contributo c’è tempo fino al 10 marzo. Gli uffici CNA di Macerata e Fermo sono fin da ora disponibili per fornire informazioni dettagliate sul bando e per una valutazione di massima della partecipazione dell’impresa.
Il Consiglio di Amministrazione del Banco Marchigiano ha approvato e deliberato martedì scorso il Bilancio 2019.
Un bilancio che vede il Direttore Generale Marco Moreschi entusiasta per il lavoro e i risultati finora conseguiti ma altrettanto concentrato sugli obiettivi fissati, ambiziosi e di alto livello: “Abbiamo oggi – dice il DG - tutte le caratteristiche per conquistare definitivamente il ruolo di assoluto protagonista regionale; il livello di patrimonializzazione, la capacità di produrre reddito e la fortissima contrazione dei livelli di esposizione al rischio lo pongono ai massimi livelli di efficienza di sistema”.
“Ci presentiamo con risultati davvero straordinari – gli fa eco il Presidente Sandro Palombini - e raccogliamo il frutto di un lavoro che negli ultimi due anni e mezzo ha visto una vera e propria rivoluzione positiva tra turn around aziendale, revisione organizzativa e rilancio industriale anche attraverso operazioni straordinarie”.
Ecco i principali risultati patrimoniali “fotografati” dal bilancio appena deliberato.
Il totale dei mezzi amministrati, ormai prossimi alla soglia del miliardo, segna un incremento del 3,7%, con la raccolta indiretta che cresce del 18,5% grazie al contributo della forte dinamica positiva del comparto gestito e assicurativo in crescita di oltre il 30%.
Gli impieghi netti, pari a € 480 milioni sono in crescita del 2%, in controtendenza rispetto alle dinamiche di mercato, e sono caratterizzati da una crescita della parte a breve del 9%; gli impieghi a scadenza hanno visto l’erogazione di € 70 milioni di nuovi mutui.
Armonica e decisa, pertanto, la crescita di tutte le componenti legate all’attività caratteristica.
Prosegue la politica estremamente rigorosa nella valutazione dei crediti deteriorati: la percentuale di copertura di tutto il credito deteriorato è del 60%, con le sofferenze coperte al 70% e le inadempienze probabili al 51%.
Su tale fronte si sottolinea il forte lavoro finalizzato all’alleggerimento delle posizioni ad andamento anomalo attraverso ben tre operazioni di cessione pro-soluto per 30 mln euro che hanno portato ad un sensibile miglioramento dell’indice NPL ratio che nel solo esercizio 2019 passa dal 15,6% al 9,4% lordo e al 4% netto.
Da evidenziare due indicatori su tutti: il livello di patrimonializzazione è caratterizzato da un total capital ratio del 19% e l’indicatore principe dello stato di salute del Banco sui crediti deteriorati, il Texas ratio, si attesta al 52% tra le banche “best in class” del panorama nazionale.
Di seguito, invece, i principali risultati economici.
Il margine d’interesse, pari a 14,3 mln € è in linea con il 2018 mentre la parte dei ricavi da servizi si caratterizza per un incremento dell’11% e rafforza la redditività caratteristica del Banco. Il margine di intermediazione presenta un andamento fortemente positivo con un delta del 19% rispetto al valore del 2018.
I costi operativi, già in forte contrazione nell’esercizio precedente, presentano un’ulteriore contrazione del 14%: le spese del personale sono diminuite del 7%, e le altre spese amministrative, grazie al lavoro effettuato per la totale revisione dei centri di costo della Banca, hanno fatto registrare una flessione del 15%.
“Dico grazie a imprenditori e lavoratori delle Marche, donne e uomini che contribuiscono ogni giorno in modo determinante alla crescita economica e, di conseguenza, sociale della nostra regione”. Nel giorno in cui la Regione Marche presenta alla Confindustria regionale gli ultimi tre bandi della programmazione 2014-2020, l’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora, torna sulla stima Istat relativa al Pil 2018 delle Marche. “Crescere del 3% è un risultato straordinario e superiore alle nostre migliori previsioni – sottolinea -. Siamo assolutamente consapevoli che si tratta di una stima e che le Marche partivano da una frenata senza precedenti dal 2008 fino a tutto il 2017, per via del terremoto, ma il dato di crescita del 2018 segue quello del 2017, che invece è definitivo e indica il Pil a +1,8%. Siamo sulla strada giusta”. Nelle stime dell’Istat sul 2018, ci sono segnali di una ripresa in molti settori: in particolare crescono il valore aggiunto dell’industria (+5,5%) e dei servizi (+3,6%, con una punta del +9% per il commercio).
Tra le considerazioni sulla crescita, l’assessora evidenzia che sono aumentati “il Pil pro capite, passato da 26.895 a 28.076 euro per ciascun marchigiano (+4%, anche se al di sotto della media italiana), le spese per consumi delle famiglie (+2%) e il reddito disponibile all’interno della famiglie (+2%), generando un clima virtuoso di rilancio dell’economia regionale”.
“La Regione non genera direttamente Pil – sottolinea ancora Bora -, ma sta creando tutti i presupposti per sostenere il sistema delle imprese, in particolare con interventi a sostegno della ricerca, sviluppo e innovazione, filone sul quale sono state stanziate risorse per oltre 180 milioni di euro”. Non a caso, la spesa delle aziende marchigiane su questo asset è “finalmente più vicina alla media italiana”. “Abbiamo iniziato un percorso virtuoso con una strategia ben precisa in settori chiave dell’economia regionale come manifattura sostenibile, salute e benessere, domotica e meccatronica – conclude l’assessora -, mentre piattaforme collaborative e progetti di ampliamento e sviluppo nelle aree colpite dal sisma andranno presto a regime e porteranno ulteriori benefici. Ne sono convinti anche decine di imprenditori che, da tutte le Marche, rispondono ai nostri bandi rifiutando l’idea di una regione in declino come la sta raccontando il centrodestra”.
Il tessuto imprenditoriale delle Marche, a fine 2019, risulta costituito da 168.396 imprese registrate delle quali 146.923 attive. È quanto emerge dalla rilevazione Movimprese, i cui dati sono stati elaborati dall’Ufficio Statistica della Camera di Commercio delle Marche.
Lo scorso anno la differenza tra cessazioni e iscrizioni è stata negativa per 909 unità e, di conseguenza, il tasso di crescita annuale del tessuto imprenditoriale è stato pari a -0,53%.
“Il risultato in valore assoluto segnala un trend che non dev’essere sottovalutato ma va guardato nella sua complessità – ha commentato il Presidente dell’Ente camerale, Gino Sabatini – E’ di oggi la notizia della crescita del PIL marchigiano nel 2018 che va colta con estrema soddisfazione. Un dato che, insieme a quello della crescita del numero di società di capitali e dell’aumento delle imprese del terziario (nella maggior parte dei casi, società ad alto valore di innovazione), ci dice che il tessuto economico della nostra regione prova a diventare più forte, a scapito soprattutto delle imprese individuali, e più evoluto”. Sabatini, però, non nasconde la sua preoccupazione per “l’evidente calo delle imprese agricole (il saldo a fine anno è di -666) e quelle del commercio, sia al dettaglio (-492) che all’ingrosso (-162)”, che nel 2019 ha fatto da contraltare all’aumento di quelle legate alle attività immobiliari (+152) e alle consulenze (+104).
A livello provinciale, il tasso di crescita più sfavorevole risulta essere quello della provincia di Ancona, il territorio con il maggior numero di imprese, che fa rilevare un valore pari a –1,19%; sono negativi anche i risultati annuali delle province di Pesaro-Urbino (-0,82%) e di Ascoli Piceno (-0,43%), mentre Macerata ha chiuso il 2019 in perfetta stabilità e Fermo in crescita (+0,33%).
Quanto alle forme giuridiche, le società di capitale hanno concluso l’anno ancora una volta con un numero di iscrizioni superiore a quello delle cessazioni nette (2.271 nuove iscrizioni a fronte di 1.306 cessazioni nette, con un saldo di +965 imprese e un tasso di crescita annuale pari a +2,35%).
Complessivamente sono 42.094 unità, in aumento dallo scorso anno, e che oggi rappresentano un quarto del tessuto imprenditoriale marchigiano (25,0%). Il saldo delle società di persone, invece, è risultato negativo per 502 unità (652 iscrizioni e 1.154 cessazioni a netto delle cancellazioni d’ufficio), con un tasso di crescita annuale pari a -1,61%. In termini assoluti il saldo più sfavorevole è relativo alle imprese individuali: se le iscrizioni per tale tipologia di forma giuridica sono infatti 5.810, le cessazioni nette sono ben più consistenti, pari a 7.158 (-1.348 unità pari a -1,44%).
"A livello regionale sono le Marche a registrare la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all'anno precedente. Un deciso recupero dell'attività produttiva si rileva anche per l'Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017". Lo rileva l'Istat, diffondendo i dati del 2018: numeri che sembrano evidenziare una ripresa economica in alcune delle aree colpite dai terremoti del 2016 e del 2017.
La notizia è stata commentata su Facebook dal presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: "Insieme ai dati positivi di crescita occupazionale e diminuzione della disoccupazione, sono il segnale che stiamo lavorando bene - scrive -. E sono lo stimolo a fare sempre di più nel 2020 per sostenere lo sviluppo e l'occupazione della nostra bellissima terra".