Il Fondo Emergenza Covid-19 che la Regione ha istituito con una legge in aprile per sostenere la liquidità delle imprese a seguito della pandemia, sarà rifinanziato con fondo di circa 22 milioni al fine di consentire ai Confidi, soggetti gestori, di proseguire nella loro attività di concessione diretta di credito o di abbattimento dei costi per i prestiti bancari. Gli uffici sono al lavoro per perfezionare l'intervento entro poche settimane.
“Fino ad oggi quasi 1900 imprese di tutti settori hanno fatto richiesta, con quasi 107 milioni di Euro di finanziamenti mobilitati” afferma l’Assessora Manuela Bora “e la domanda di liquidità da parte delle imprese rimane ancora molto forte. Con le modifiche apportate, in particolare in relazione all’abbattimento dei costi del finanziamento, si provvede sia a calmierare il tasso di interesse applicato dalle banche, sia alla riduzione sensibile del costo degli interessi e della garanzia”.
Tra le “Disposizioni urgenti in materia di sviluppo economico e attività produttive” inserite nella Legge regionale 25 del 2 luglio, il Consiglio regionale ha infatti previsto alcuni interventi di modifica al funzionamento del Fondo, in considerazione dello scenario che nel frattempo si è modificato e dell’esigenza di dare una maggiore flessibilità operativa allo strumento per la gestione delle nuove risorse".
CNA lancia un appello al Governo: trasferisca immediatamente e interamente le risorse stanziate per il sostegno al reddito dei lavoratori dell’artigianato tramite il Fondo di Solidarietà Fsba.
Dei 765 milioni assegnati con il decreto Rilancio solo un terzo è stato reso disponibile; 248 milioni che a malapena riusciranno a coprire quanto dovuto per il mese di aprile e che ancora devono arrivare ai beneficiari dopo più di 40 giorni: “Una situazione vergognosa che umilia i lavoratori e mette in grande difficoltà i datori di lavoro artigiani”.
CNA ha chiesto fin da subito al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’immediato sblocco dei fondi, rinviando tutti i dovuti e rigorosi controlli sulla loro gestione da parte di Fsba: “Eliminiamo almeno un passaggio burocratico altrimenti, di questo passo, si arriverà a Ferragosto per liquidare a tutti gli 800mila dipendenti gli assegni relativi alle retribuzioni di aprile”.
CNA sollecita, altresì, la disponibilità di risorse aggiuntive per 500 milioni di euro, necessari a soddisfare le richieste di prestazioni pervenute fino al mese di maggio per il COVID-19 e aggiunge: “Per molte imprese, inoltre, le diciotto settimane stanziate dal Governo sono terminate ed è oramai evidente che è necessario prolungare il sostegno al reddito. Questioni ineludibili in attesa di una risposta tanto chiara quanto tempestiva”.
Giuliana Bernardoni, dirigente CNA Macerata e titolare di una impresa artigiana del settore moda lancia l’allarme: “Le conseguenze di questo ritardo sono particolarmente gravose per il tessuto imprenditoriale della nostra provincia, dove oltre 9.000 i lavoratori e più di 2.000 aziende restano in attesa. Come spesso accade, ancora una volta le grandi industrie sono state subito accontentate mentre i lavoratori delle piccole imprese artigiane, che rappresentano la grande maggioranza del sistema produttivo, devono ancora ricevere le indennità per i mesi di aprile, maggio e giugno. I nostri lavoratori, risultando in cassa integrazione, sono esclusi anche da altri benefici (il bonus baby-sitter per esempio) e quindi non percepiscono nulla dei tanti contributi previsti per questa emergenza. Ho cercato all’inizio di anticipare ai miei 10 dipendenti la cassa integrazione ma poi, col passare del tempo e lavorando al 30-40% della capacità, non siamo riusciti più ad aiutarli. Così si mettono le famiglie in forte difficoltà e il clima sta diventando esplosivo. Come Associazione di categoria, abbiamo informato della situazione amministratori locali e parlamentari marchigiani che si stanno prodigando per portare ai tavoli del Governo il nostro allarme per questo increscioso (ennesimo) blocco burocratico”.
Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato emerge dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione Nazionali dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza COVID-19 ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno. Nell’analisi sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.
Nelle Marche la provincia in maggior sofferenza è Fermo (-26,3%). Tra le altre province marchigiane: Pesaro e Urbino (-25%9, Ancona (-22,2%), Macerata (-23%) e Ascoli Piceno (-21,2%).
Tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).
A livello di macroarea la maggior sofferenza si avverte nel Nord-Est (-21,3%), mentre le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale. Nel dettaglio emerge come nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase 1 del lockdown, la perdita di fatturato calcolata sulla base delle simulazioni descritte è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%). Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale. Inoltre, nel corso della fase 1 del lockdown, il fatturato delle società appartenenti ai settori chiusi per decreto è stato pari a 41,2% per l’industria e 43,9% per il commercio, con molti sottosettori con valori anche pari al 100% (ad esempio l’intero comparto automobilistico).
"Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani - è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane”.
“Adesso – aggiunge Miani - è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile”.
Oltre a ciò, secondo Miani “sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero”.
Presidente, tre anni di mandato per guidare la BCC fuori dalle difficoltà; vogliamo fare un bilancio di quanto è stato fatto?
Nel mese di maggio del 2017 questo CDA ha iniziato il proprio mandato e la situazione della Banca era ancora piuttosto difficile. La strada che si prospettava davanti a noi era quella di procedere rapidamente con una aggregazione con una BCC limitrofa. Il primo esercizio e cioè l’esercizio 2017 non è stato particolarmente brillante. Le cose hanno iniziato a migliorare dal mese di settembre del 2018, con l’insediamento del nuovo Direttore Generale Fabio Di Crescenzo.
Particolarmente positivo è stato l’esercizio 2019 che ha consentito alla Banca di chiudere il bilancio con un utile netto di 278.724 euro, nonostante gli importanti accantonamenti effettuati per allineare i parametri del credito deteriorato del nostro Istituto a quelli richiesti dalla Banca Centrale Europea. Questi accantonamenti hanno migliorato sensibilmente tutti gli indicatori consentendo alla nostra BCC di essere promossa recentemente dalla Capogruppo nella categoria delle Banche più virtuose.
Un sistema bancario cambiato profondamente, l’adesione ad ICCREA e la BCC è tornata a ricoprire un ruolo determinante come “Banca del territorio”...
La riforma bancaria attuata dal governo Renzi, che ha portato alla costituzione dei Gruppi Bancari del Credito Cooperativo, ritengo sia stata molto positiva perché da un lato ha lasciato inalterata l’agilità territoriale di ogni singola BCC, dall’altro ha assicurato maggiore solidità patrimoniale, garantita dall’insieme delle BCC attraverso il patto di coesione.
Per sintetizzare possiamo dire che ogni BCC opera singolarmente sul territorio di competenza in modo veloce e snello come in passato, ma a livello patrimoniale non risponde più singolarmente perché, in caso di necessità, per il patto di coesione sottoscritto, le altre BCC sono tenute ad intervenire in forma congiunta.
L’appartenenza al Gruppo, di fatto, conferisce ad ogni singola BCC maggiore solidità e fornisce più garanzie a soci, risparmiatori e clienti.
Gli obiettivi che il nuovo CdA si era dato nel 2017 sono stati raggiunti?
Beh, direi che non solo i risultati che il CDA si era prefissato sono stati ampiamente raggiunti, ma sono stati largamente superati. La Capogruppo Iccrea, una volta ottenuta l’autorizzazione dalla BCE alla costituzione del Gruppo Bancario Cooperativo, ha provveduto, in base ai parametri di ogni singola BCC, alla classificazione delle Banche affiliate.
Le BCC sono state suddivise in tre tipologie di gestione ed in sette classi che vanno dalla lettera A alla lettera G. Si è in gestione ordinaria per le Banche più virtuose (lettera A e B), si è in gestione coordinata per le Banche che presentano delle significative criticità (lettere C e D) e si è in gestione controllata per le Banche che presentano forti criticità (lettere E, F, G). La BCC di Recanati e Colmurano era stata classificata Banca coordinata, lettera D.
Grazie agli ottimi risultati conseguiti nell’ultimo periodo, i principali indici della nostra BCC sono migliorati sensibilmente e la Capogruppo in data 13 maggio 2020 ha promosso la Banca dalla gestione coordinata alla gestione ordinaria. In un solo colpo l’Istituto, con un doppio salto di categoria, è salito dalla lettera D alla lettera B, rientrando così nel gruppo degli Istituti più virtuosi.
Recupero del rapporto con il Personale e gli investimenti sullo stesso, quanto hanno inciso sul risultato finale?
Ho spesso detto che il personale è un asset fondamentale per qualsiasi società. Lo è ancora di più per una Banca perché il business di un Istituto di Credito si basa molto sulla professionalità e sulle capacità relazionali dell’intero organico.
È di fondamentale importanza puntare sulla formazione e crescita del personale, così come è indispensabile creare un clima aziendale sereno e propositivo dove tutti possano sentirsi parte integrante di una squadra vincente. L’orgoglio e lo spirito di appartenenza del personale hanno contribuito molto a ricreare quel rapporto cordiale e di fiducia con la Clientela, elementi questi che sono alla base degli ottimi risultati conseguiti.
I consuntivi degli ultimi tre anni come si spiegano, in particolare l’utile del 2019?
In questi tre anni la Banca è migliorata per quanto concerne l’aspetto organizzativo, ha razionalizzato i costi, si è adoperata per motivare il personale ed è tornata a dialogare con il territorio. Ora la BCC di Recanati e Colmurano è una squadra forte e coesa nella quale si è ottimamente inserito e gioca un ruolo importante il nostro Vice Direttore Generale e Responsabile dell’Area Commerciale Davide Celani, con noi dal 1° giugno 2019. In futuro si farà sempre meno banca aspettando il cliente in sede, mentre si farà sempre più banca all’esterno con innovative modalità di lavoro. Visitare aziende e famiglie e partecipare ad incontri ed eventi è ciò che la nostra BCC si prefigge di fare con maggiore determinazione per promuovere i suoi servizi e per allacciare nuove relazioni.
Cosa prevede per il 2020 alla luce di quanto accaduto con la pandemia?
È molto difficile fare delle previsioni per l’anno in corso perché i fattori che incideranno sull’andamento dell’economia sono molteplici. Ci sarà da capire come si comporteranno i consumatori nei prossimi mesi. In genere si tende a fare acquisti quando si è tranquilli e sereni.
Oggi purtroppo questa serenità manca e se la gente è preoccupata per il proprio futuro e per quello dei propri familiari tende a ridurre la propensione al consumo. Comunque, se con l’arrivo della stagione estiva la pandemia tenderà a dissolversi e non comparirà di nuovo in autunno, come purtroppo molti scienziati temono, progressivamente si tornerà ad uno stile di vita più equilibrato, anche se per dimenticare completamente ciò che è avvenuto ci vorrà del tempo.
La Banca ha risposto al meglio al bisogno delle attività del territorio?
A seguito del decreto “Cura Italia“ e del decreto “Liquidità”, la Banca si è subito attivata ed ha attivato una task force per seguire al meglio e quanto più velocemente possibile le necessità della clientela. Le moratorie, e cioè la sospensione fino al 30 settembre del 2020 delle rate dei vecchi.
L’assemblea ordinaria dei Soci della Banca di Credito Cooperativo di Recanati si è tenuta nei giorni scorsi, nel rispetto delle normative stabilite a seguito dell’emergenza Covid-19 per discutere e deliberare su diversi punti posti all’ordine del giorno.
In primis il bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2019 con la destinazione del risultato di esercizio, la determinazione, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto sociale, dell’ammontare massimo delle posizioni di rischio che possono essere assunte nei confronti dei soci, dei clienti e degli esponenti aziendali, quindi l’informativa sull’attuazione delle politiche di remunerazione durante il decorso esercizio.
A seguire l’approvazione delle “Politiche in materia di remunerazione e incentivazione”, la determinazione del compenso e del rimborso spese a favore di amministratori e sindaci, la polizza assicurativa per responsabilità civile e infortuni professionali (ed extra-professionali) degli esponenti aziendali con le relative deliberazioni. La seconda parte dell’Assemblea prevedeva la nomina dei Componenti del Consiglio di Amministrazione; del Presidente e dei Componenti del Collegio Sindacale; del Presidente e dei Componenti del Collegio dei Probiviri.
Una sola la lista dei Candidati al Consiglio di Amministrazione proposta dallo stesso organismo, con la quasi totale riconferma dei componenti uscenti visto che al posto di Raimondo Capacchietti è stata inserita Silvia Burini, imprenditrice di Recanati.
Nel nuovo Collegio Sindacale Giuseppe Rivetti (Presidente) candidato alla presidenza e Alessandro Benigni e Luca Mira Sindaci effettivi. I Sindaci supplenti sono stati individuati in Pasquale Morbidoni e Sonia Rossi. Candidati al Collegio dei Probiviri Rosaria Garbuglia (Presidente), Emiliozzi Enrico Antonio e Sergio Lamberti Probiviri effettivi, supplenti Massimo Biondi e Raffaella Santinelli. Il nuovo Consiglio di Amministrazione, nella prima seduta post assembleare del 15 giugno ha provveduto poi a nominare, come previsto dalle normative statutarie, il Presidente Sandrino Bertini riconfermato per il prossimo triennio dopo i positivi risultati raggiunti nel mandato precedente e, con lui, i vicepresidenti Paolo Maggini (Vicario) e Gerardo Pizzirusso.
È stato inoltre nominato il Comitato Esecutivo con la riconferma dei precedenti componenti quali Roberto Toninel (Presidente), Giacomo Camilletti (Vice Presidente), Mirella Ascani, Alfredo Giampaoli e Capacchietti sostituito da Silvia Burini. Sempre da Statuto, si è provveduto alla nomina dell’Amministratore designato, individuato in Mirella Ascani.
La drammatica emergenza epidemiologica, ancora in atto, ha messo in luce tutte le potenzialità e al contempo i principali limiti dello smart working oggi, ai tempi del Covid-19, chiamato a rivestire il ruolo di principale strumento di tutela della salute pubblica in ambito professionale.
"Nelle maglie dei numerosi provvedimenti adottati per fare fronte all’epidemia, è invero oggi necessaria una bilanciata combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione per renderlo –non solo- in questa circostanza straordinaria, uno strumento operativo funzionale a garantire l’erogazione di servizi svolgendo, necessariamente da casa, le stesse attività precedentemente svolte in presenza. Si tratta di una esperienza della quale fare tesoro e che deve costituire la base di partenza dalla quale rilanciare un lavoro agile realmente rispondente agli obiettivi di “incremento della competitività e agevolazione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” scolpiti nella legge 81/2017. Occorre ripensarne globalmente le modalità applicative agendo su due leve: il miglioramento delle condizioni normo-economiche applicabili ai lavoratori in modalità agile e la promozione di un nuovo paradigma organizzativo che consenta al lavoratore maggiore autonomia e flessibilità, a fronte di una diversa responsabilizzazione sui risultati.
L’introduzione di stabili e più ampie percentuali di accesso al lavoro agile richiede un coinvolgimento partecipativo nelle scelte organizzative che ne conseguiranno, a partire dall’esigenza che i criteri di accesso al lavoro agile siano oggetto di partecipazione sindacale ed esercitabile e alla luce dei bisogni di conciliazione vita – lavoro dei singoli lavoratori.
L’obiettivo comune di superare la sperimentalità dello smart working implica una modifica della disciplina attuale affinché la legge riconosca il contratto collettivo quale esclusiva fonte di disciplina dello smart working evitando il rischio di una polarizzazione delle tutele normo-economiche in capo datoriale come ad esempio “l’assenza di precisi vincoli di orario o di luogo” e la conseguente facoltà di cadenzare autonomamente l’esecuzione della propria prestazione lavorativa, conciliando il tempo di vita e il tempo di lavoro.
Inoltre, al fine di evitare il passaggio da una cultura della presenza fisica a una cultura della disponibilità permanente, è altresì opportuno affrontare più compiutamente, sottraendolo alla discrezionalità delle parti, l’esercizio del diritto alla disconnessione.
Non da ultimo, alla luce delle carenze delle dotazioni informatiche delle amministrazioni pubbliche, emerse in questa fase emergenziale, rilancia l’esigenza di promuovere l’utilizzo delle tecnologie digitali a supporto della prestazione lavorativa per il consolidamento di una struttura amministrativa basata sulle reti informatiche tecnologicamente avanzate, anche attraverso una più ampia diffusione di applicazioni gestionali accessibili da remoto".
Quanto sopra è la sintesi della missiva che la Cisl Fp Macerata ha recapitata ieri agli Enti del comparto Funzioni Locali del Territorio maceratese al fine di mobilitare ulteriormente il confronto con gli Amministratori Locali.
Articolo a firma dell'Avv. Paolo Maggini, Vice Presidente Vicario BCC di Recanati e Colmurano
Credo che al di là delle problematiche che oggi vedono la Nostra Banca impegnata in prima linea in un periodo estremamente delicato, quale indubbiamente è quello che stiamo vivendo sulla nostra pelle, meriti una riflessione questa fase conclusiva del mandato conferito dai soci al nostro Consiglio d’Amministrazione.
Dico subito che le cose da fare e le sfide che ci attendono sono, dal punto di vista delle qualità, ancor più impegnative di quelle già fatte ed affrontate. È bene allora fornire ai soci, alla clientela ed alla nostra forza lavoro, adeguata rappresentazione dei principi su cui dovrà continuare a fondersi l’azione di governo di noi amministratori. Proprio perchè le dinamiche economiche e normative sono in continua evoluzione, ogni nostro prodotto, ogni nostra iniziativa, dovrà essere concepita e partorita all’insegna del miglioramento del rapporto con i nostri soci e la nostra clientela.
La Nostra Banca non può, e mai dovrà, venir meno alla sua vicinanza al territorio, alla media e piccola impresa, alle famiglie. Non riesco, e non voglio, concepire banca diversa da questa. In una lettera inviata a Federcasse nel 2008 dall’allora Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, si legge: “Le potenzialità del Credito Cooperativo risiedono nell’attitudine a sostenere l’economia dei territori non solo offrendo risorse finanziarie, ma anche favorendo l’instaurazione di quella fitta rete di conoscenze e relazioni che consente anche alle imprese minori di beneficiare di un sostegno continuativo e calibrato alle proprie esigenze”.
Essere sensibili alle esigenze del territorio costituisce infatti il punto di partenza al fine di intraprendere percorsi innovativi in cui la BCC è e sarà chiamata a fornire un contributo fondamentale in primari settori strategici, quale, fra gli altri, quello ambientale. Sotto quest’ultimo aspetto sarebbe interessante promuovere un’iniziativa che si fondi su una precisa intesa da articolare con il Comune di Recanati e con gli altri Comuni ove operano le Nostre Filiali: un accordo a sostegno di cittadini ed imprese che effettueranno lavori di ristrutturazione di immobili situati nel centro storico, di ammodernamento della rete energetica, di ammodernamento della rete idrica e di bonifica dell’amianto. L’intesa potrà basarsi su nuove opportunità finanziarie e sgravi tributari in grado di supportare le iniziative in tre settori specifici:
a) Miglioramento del patrimonio immobiliare del centro storico;
b) Risparmio e valorizzazione delle risorse energetiche;
c) Risparmio e valorizzazione delle risorse idriche;
d) Bonifica dell’amianto
Si tratterebbe di un’operazione innovativa di finanza di comunità in cui il Comune andrebbe a fissare le priorità d’intervento mentre la BCC di Recanati e Colmurano sarebbe chiamata a fornire gli strumenti finanziari che potranno essere utilizzati da cittadini ed imprese per interventi di miglioramento dei beni privati che, nel loro complesso, contribuiscono a perseguire obiettivi di pubblica utilità.
In buona sostanza il Comune sarà chiamato a verificare la fattibilità di sgravi fiscali nell’ambito di previsione 2021/2023, mentre la BCC di Recanati e Colmurano garantirà ai soggetti privati i finanziamenti necessari per gli interventi.
Ulteriore iniziativa andrebbe rivolta allo studio ed agli stu- denti mettendo a disposizione dei GIOVANI almeno due tipi di finanziamento:
1) un prestito rivolto ai giovani tra 20 e 26 anni che intendano proseguire la laurea triennale per entrare con maggiori competenze nel mondo del lavoro (dai 3 ai 5 mila euro);
2) un prestito a tasso agevolato e senza spese per giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni (eventualmente esteso ai giovani soci fino all’età di 35 anni), finalizzato a finanziare corsi di formazione, tasse universitarie, acquisto di testi scolastici, pc e altri device, attrezzature sportive: dai 500 ai 1500,00 euro.
Parimenti non dovremmo dimenticare le esigenze di innovazione e di competività delle nostre imprese. La Nuova Sabbatini è la misura con cui la BCC sostiene gli investimenti delle imprese per l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
Ma chi amministra ha anche altro genere di obblighi, e non solo di natura giuridica. Prestare la massima attenzione, ad esempio, alle istanze della propria forza lavoro. È di dirimente importanza la sana e costruttiva interlocuzione con le Filiali, con i preposti, con il personale impegnato nella relazione con la clientela.
Questo confronto deve reggersi al di fuori delle logiche di singoli interessi, all’insegna della massima obiettività d’analisi e della individuazione pragmatica delle soluzioni da prediligere. È in quest’ottica che siamo pervenuti ai risultati odierni (la Nostra BCC è entrata in regime ordinario, Classe B!!!) avendo superato e composto quelle criticità ereditate da un modo di “praticare Banca” ormai edsueto. La BCC è un centro di interesse a servizio della comunità, che si avvale di personale disponibile ma, soprattutto, formato e preparato.
Molto abbiamo puntato e molto dovremmo investire sulla formazione del personale, consapevoli delle esigenze che l’evoluzione del mercato finanziario ci detta, e, in pari tempo, altrettanto attenti a recepire sia le politiche e gli indirizzi della nostra Capogruppo ICCREA, sia gli obblighi derivanti dalla prolifica produzione legislativa nazionale e internazionale.
Abbiamo affrontato mesi difficili, per molti versi drammatici, cercando, da un lato di soddisfare le molteplici necessità della clientela, dell’altro, di salvaguardare la sicurezza delle persone sui luoghi di lavoro. Mi permetto a tal propositivo di rinnovare, anche a nome di dell’interno Consigli d’Amministrazione, un sentimento di sincera gratitudine a tutto il personale ed a tutti coloro che, pur di garantire la continuità del servizio, hanno dato il loro contributo fondamentale benchè consapevoli della loro quotidiana esposizione al rischio del contagio.
Oggi siamo di fronte ad un’alba nuova, ad una realtà economica e sociale che richiederà ancora più impegno, determinazione, coesione (non distaccamento!!!) sociale nell’affrontare le sfide che questo nuovo scenario ci sta sbattendo in faccia. Questo sarà il genere di consapevolezza che ognuno di noi dovrà avere. Oggi più che mai gli anelli della catena dovranno essere ben saldi e coordinati.
La pandemia ancora in corso ha fatto crollare molte certezze in tutti i settori della nostra società e del vivere civile. In questa drammatica fase le maggiori incertezze sono in chiave prospettica e riguardano soprattutto il futuro economico delle imprese e delle famiglie. Gli scenari economici non appaiono incoraggianti e le discussioni politiche a volte sembrano prevalere sulle esigenze concrete e reali del Paese. Il lungo periodo di lockdown ha inferto un duro colpo al sistema produttivo italiano, coinvolgendo la stabilità finanziaria dell’intero Paese, con una ripresa delle attività economiche che si preannuncia lenta ed assai difficoltosa.
In questa fase è esercizio sterile formulare previsioni sul calo del PIL, sull’aumento del debito pubblico e sul fabbisogno finanziario dei prossimi mesi. Troppe variabili sono sul tavolo e sono tutte legate da fattori connessi ad un contesto macro-economico generale, ovvero ad un rilancio del sistema industriale e produttivo globale poiché è difficile ipotizzare che la ripresa economica dell’Italia non sia in gran parte collegata a quel che accade a livello internazionale.
Ricordando la definizione del fenomeno della globalizzazione data da un autorevole economista statunitense, secondo cui esso è da intendere come totale interrelazione tra ambienti competitivi in cui la localizzazione dei mercati diviene aspetto secondario ed irrilevante (così M.E. Porter, Competition in global industries, Boston, 1986), le connessioni ormai indissolubili tra i mercati nazionali e quelli internazionali consentono di comprendere come le situazioni di crisi economica e finanziaria abbiano sempre più un terreno comune in cui propagarsi.
Nel panorama italiano un ruolo importante per il rilancio economico del Paese passa senza dubbio attraverso il sistema bancario, anche tenendo conto delle funzioni attribuite alle banche di immettere liquidità a favore di imprese e famiglie, in forza di garanzie statali per i finanziamenti concessi, come stabilito dai recenti provvedimenti normativi.
L’aver attribuito alle banche il delicato ruolo di “polmone finanziario” del Paese, al di là delle sottostanti valutazioni politiche, costituisce un riconoscimento di quanto sia essenziale avere un sistema bancario al servizio del tessuto produttivo. Non a caso le più autorevoli teorie economiche hanno sempre messo in risalto il forte legame intercorrente tra un efficiente e dinamico sistema finanziario e la crescita economica e in- dustriale di ogni Paese (cfr., ad esempio, R.G. King, R. Le- vine, Finance, Enterpreneurship and Growth: Theory and Growth, in J. Monet. Econ., 1993, 32).
Però occorre prestare attenzione al fatto che il ruolo delle banche, in questa difficile fase di pandemia che stiamo vivendo, è una condizione necessaria, ma non sufficiente perchè la ripresa economica sia assicurata o anche solo sia più agevole. È infatti indispensabile che sia l’intero sistema Paese a fare un passo in avanti, con una visione del futuro ed una corretta individuazione degli strumenti da utilizzare che le forze industriali richiedono a gran voce. È ad esempio necessario snellire le procedure che creano troppi vincoli alle imprese, nonchè ridurre la burocrazia che ne limita l’operatività ordinaria ed appesantisce i rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Si deve altresì pensare a realizzare le infrastrutture necessarie al Paese, con progetti purtroppo fermi da tanti anni e ad ammodernare quelle esistenti. La crescita del Paese passa necessariamente attraverso la visione del futuro e le scelte vanno fatte ora poichè anche in una grave situazioni di crisi nascono delle opportunità che devono essere colte e perseguite. Ma occorre guardare (e pensare) al futuro.
Come dicevo poc’anzi, le banche sono state chiamate in queste settimane a fare di più, a compiere atti di amore verso il Paese e a fornire senza indugio liquidità ad imprese e famiglie. Le banche sono consapevoli del loro ruolo, di ciò debbono e possono fare per svolgere la loro primaria attività di erogazione del credito e di raccolta del risparmio, come sancisce l’art. 10 tub, ma non va trascurato che esse sono costrette ad operare secondo procedure e regole di vigilanza di cui non possono non tener conto. Il rispetto dei coefficienti patrimoniali, nonchè delle procedure di gestione del credito, tanto per citare due aspetti su tutti, rappresentano per le banche un must imprescindibile per adempiere agli stringenti obblighi di vigilanza e per una sana e prudente gestione degli istituti di credito.
Ciò per dire che le banche stanno facendo e faranno il possibile per dare il supporto alle imprese ed alle famiglie in questa difficile fase che il Paese sta vivendo, ma non possono costituire l’unico strumento per superare tale fase e quelle successive. La consapevolezza è di essere in una situazione mai vissuta prima, nè in Italia, nè nel resto del mondo.
Nel 2003 e nel 2008 la crisi era finanziaria e poi si è trasformata in una crisi economica, mentre ora stiamo vivendo un’emergenza sanitaria che ha innescato a sua volta una crisi sociale ed economica che, fortunatamente, solo in parte si è poi trasferita sui mercati se si guarda agli indici di borsa o, per quel che riguarda l’Italia, allo spread tutto sommato rimasto su valori stabili.
Ma il mondo finanziario è diverso da quello dell’economia reale ed è a quest’ultima che occorre prestare attenzione e dedicare ogni risorsa del Paese. Lo strumento indispensabile finora utilizzato è quello riconducibile alla teoria del c.d. helicopter money, ossia consistente nell’immettere liquidità nel sistema; perché tale strumento sia efficace occorre però che i soldi arrivino concretamente nelle tasche degli italiani e soprattutto in quelle delle fasce più colpite, della famiglie a basso reddito, delle piccole e medie imprese e delle partite iva che, nelle scorse settimane, sono state costrette ad interrompere la loro l’attività o subito una consistente diminuzione dei fatturati.
Le imprese italiane necessitano di liquidità per affrontare una crisi drammatica con un mercato interno compromesso e con quello internazionale ridotto in media di oltre il 50%, il tutto con costi a carico consistenti e con ricavi drasticamente diminuiti. Va in primo luogo evitato che le imprese si trovino senza credito per pagare i costi durante i mesi di inattività o di attività limitata. In secondo luogo deve evitarsi che le imprese dubitino della capacità di clienti e fornitori di rispettare i termini di pagamento o l’adempimento delle prestazioni dovute, generando una serie di effetti a catena. Alcuni Paesi hanno subito stanziato rilevanti fondi per sostenere il sistema produttivo e per evitare rischi di tal genere.
Vediamo ad esempio cosa è successo in Germania e negli Stati Uniti, poiché sono i casi in cui l’intervento dello Stato sull’economia è stato poderoso ed immediato. Tra i principali interventi effettuati dallo Stato tedesco meritano di essere ricordate due leggi del CoronaKrisenpaket le quali hanno da subito previsto un intervento complessivo di circa 1.100 miliardi di euro, disponendo le seguenti misure:
- circa 58,5 miliardi di euro sono destinati al settore sanitario per l’acquisto di attrezzature sanitarie, l’incremento dei servizi ospedalieri e la ricerca e lo sviluppo del vaccino contro il coronavirus, oltre a 3,5 miliardi di euro per l’acquisto di dispositivi di protezione ed ulteriori 50 miliardi di euro da utilizzare in caso di necessità;
- l’ampliamento dell’accesso al sussidio per il lavoro a breve termine per il mantenimento dei posti di lavoro e del reddito dei lavoratori;
- circa 50 miliardi di euro in sovvenzioni ai titolari di imprese di piccole dimensioni (sino a 10 dipendenti) e ai lavoratori autonomi gravemente colpiti dagli effetti della pandemia, oltre al differimento sino a tutto il 2020 degli adempimenti fiscali, senza appli- cazione degli interessi.
- l’ampliamento delle prestazioni di assistenza all’in- fanzia per i nuclei familiari con un basso reddito e la semplificazione dell’accesso al reddito di base per i lavoratori autonomi;
Da ricordare anche che la Germania ha utilizzato il Fondo per la stabilizzazione economica (WSF) e il KfW (istituto di credito con finalità simili alla Cassa Depositi e Prestiti ita- liana) i quali hanno regolamentato l’accesso alle garanzie sui prestiti pubblici per imprese di diverse dimensioni, con una dotazione di circa 822 miliardi di euro (pari al 24% del PIL tedesco).
Attraverso il Fondo è stato stabilito il finanziamento di ulteriori 100 miliardi di euro per la fornitura di liquidità a breve termine alle imprese attraverso il KfW, in collaborazione con banche commerciali (con un innalzamento della capacità di garanzia del KfW da 356 a 450 miliardi di euro). Inoltre, è stata prevista l’assegnazione, all’interno del WSF, di 100 miliardi di euro per l’acquisizione diretta di azioni di società di grandi dimensioni interessate a rafforzare la propria posizione patrimoniale.
In definitiva, il Fondo per la stabilizzazione economica ha predisposto un intervento di circa 600 miliardi di euro per il sostegno delle grandi aziende, di cui 400 miliardi di euro di garanzie per i debiti di imprese colpite dalla crisi, 100 miliardi di euro per prestiti o investimenti azionari nelle imprese e altri 100 miliardi di euro per sostenere il KfW.
Un dato per far capire l’efficacia e l’immediatezza degli interventi tedeschi: al 1 maggio scorso, la città-stato di Berlino ha distribuito circa 1,7 miliardi di euro ai lavoratori autonomi e alle piccole imprese della città per aiutarle ad affrontare la grave crisi economica causata dal Covid-19.
Anche negli USA gli interventi posti in essere sono stati di notevoli dimensioni e da subito attuati per consentire ad imprese e famiglie di fronteggiare la crisi economica derivante dalla pandemia in atto. I finanziamenti decisi dal Tesoro americano con il Cares Act sono in buona parte a fondo perduto.
All’interno del Cares Act, provvedimento da 2.200 di dollari varato il 27 marzo scorso e che fornisce 349 miliardi di dollari alle imprese, c’è il pacchetto di sostegno a famiglie e lavoratori il c.d. Paycheck Protection Program and Health Care Enhancement Act (detto anche Enhancement Act) con l’assegno medio mensile fino a 1.200 dollari a favore di persona adulta e fino a 500 dollari per minori fino a 17 anni di età o fino a 3.400 dollari totali per famiglia.
L’Enhancement Act contiene anche un pacchetto federale di aiuti da circa 484 miliardi di dollari destinato a sostenere le piccole imprese e le strutture ospedaliere.
I finanziamenti, con importo massimo per impresa pari a 10 milioni di dollari, sono garantiti integralmente dall’agenzia governativa e devono coprire costi come il pagamento di stipendi, interessi di mutui accesi in precedenza, canoni di affitto o di locazione ed utenze.I finanziamenti hanno una durata biennale ed un tasso di interesse dell’1% ma, se nelle otto settimane successive all’erogazione sono impiegati almeno al 75% per sostenere costi del personale, possono essere convertiti in sussidi a fondo perduto nei limiti ed a patto che si mantengano occupazione e livelli salariali o si riassumano rapidamente i dipendenti frattanto licenziati.
Secondo i dati forniti dal Tesoro americano, i 349 miliardi di dollari previsti dall’Enhancement Act sono stati esauriti in meno di due settimane a causa del gran numero di domande, ma anche alla partecipazione al programma di molte grandi imprese che hanno dunque ricevuto da subito il necessario supporto finanziario per la prosecuzione della loro attività.
Di rilievo quanto previsto dal Cares Act, tramite la Federal Reserve, per il sostegno alle imprese che accedono al mercato finanziario e, in particolare, a quelle che emettono le cc.dd. obbligazioni corporate.
L’intervento della Fed è assai più articolato da quello messo in piedi dalla BCE tramite il Pandemic Emergency Purchase Programme da 750 miliardi di euro, per l’acquisto, sul mercato primario e secondario, di titoli di stato, asset backed securities, covered bond e corporate bond.
Il 9 aprile scorso la banca centrale USA ha stanziato fino a 1.350 miliardi di dollari ovvero, oltre la metà dei fondi previsti dal Cares Act, a sostegno delle imprese mediante un ampliamento delle linee di credito per l’acquisto di titoli corporate, adottando altresì il Main Street Lending Program (MSLP).
Attraverso due strutture create ad hoc, la Fed utilizzerà la Primary Market Corporate Credit Facility (PMCCF) e la Secondary Market Corporate Credit Facility (SMCCF) per acquisti complessivi di 750 miliardi di dollari USA, con intervento per 85 miliardi di dollari da parte del Tesoro americano. La Fed tramite l’MSLP prevedrà prestiti a fondo perduto alle piccole e medie imprese per 600 miliardi di dollari USA, utilizzando sino a 75 miliardi di dollari messi a disposizione sempre dal Tesoro americano.
La Fed ha inserito nel programma di acquisto anche le obbligazioni societarie di alcuni cc.dd. “fallen angel” ovvero, di obbligazioni corporate declassate dalla categoria di investment grade a non investment grade. Sempre di rilievo e di assoluta novità è quanto avvenuto lo scorso 12 maggio, data in cui la Fed ha per la prima volta iniziato ad acquistare, tramite la Secondary Market Corporate Credit Facility, i fondi negoziati in borsa (Etf) su obbligazioni societarie.
Se dall’inizio sono state acquistate obbligazioni societarie a livello di investment grade, la Fed non ha escluso l’acquisto di qualche titolo “spazzatura” (c.d. junk bond) proprio per evitare difficoltà all’accesso al credito alle imprese che più hanno subito l’attuale situazione di crisi economica. Questi interventi della Fed rappresenta- no una chiara dimostrazione dell’obiettivo di fare quanto necessario per garantire il funzionamento del sistema finanziario, in un sistema market oriented come quello americano, in modo che le imprese possano avere la necessaria liquidità per proseguire l’attività e contribuire al rilancio dell’economia in questa fase di pandemia ed in
quella successiva. Al di là della differente natura degli interventi predisposti da alcuni Paesi, e dalle banche centrali, ciò che merita di essere evidenziata è la tempestività di tali interventi predisposti a livello di sistema e la liquidità che è stata subito immessa a favore dei destinatari.
Ciò deve far capire che, ritornando all’Italia, le banche da sole non possono essere decisive per fronteggiare la crisi economica in atto per gli effetti creati dal covid-19, in quanto occorre il necessario concorso dello Stato, ed a livello superiore dell’UE, per far sì che ogni cluster del sistema faccia la sua parte in funzione di un obiettivo ben determinato da raggiungere. In questo contesto emerge tutta la rilevanza, nel panorama bancario italiano, delle banche locali che operano in delimitati contesti territoriali.
Queste ultime sono state da subito assai recettive nel recepire le richieste di supporto finanziario provenienti dalle imprese e dalle famiglie, nel rispetto di una vocazione territoriale che costituisce il loro punto di forza e la caratteristica operativa predominante.
E tra le banche locali le BCC hanno dimostrato di saper meglio interpretare le esigenze della clientela locale costituita, per la maggior parte, da piccole e medie imprese, artigiani, pensionati, commercianti e dai lavoratori autonomi, senza trascurare le altre tipologie di clientela.
La territorialità delle BCC e lo spirito solidaristico cooperativo che ne caratterizza i principi ispiratori sin dalla loro costituzione costituiscono infatti gli elementi fondanti di una banca di credito cooperativo che supporta il territorio in cui essa opera. La pandemia ovvero una situazione di oggettiva e diffusa difficolta economica, ha evidenziato ancor di più l’insostituibile ruolo delle BCC che, nonostante la burocrazia e le tortuose procedure emerse dai recenti provvedimenti normativi, hanno svolto e continuano a svolgere in questa fase una funzione importante per l’economia del territorio e per il sostegno delle imprese e delle famiglie.
Per quanto riguarda la BCC Recanati e Colmurano, a dimostrazione di quanto precede, va detto che essa ha da subito prontamente predisposto ogni intervento per cercare di essere vicino alla propria clientela, adottando misure organizzative finalizzate a ve- locizzare le istruttorie di credito e l’erogazione dei finanziamenti. Ciò nella consapevolezza che, specie in un momento come quello che stiamo vivendo, una banca locale ha il dover di costituire un soggetto economico di riferimento nel territorio in cui opera, dando il proprio contributo e supporto a chi in tale territorio vive e lavora, per perseguire il comune obiettivo di limitare il diffondersi della crisi economica.
Si è chiuso un anno particolarmente positivo per la BCC in termini di ambiziosi ed impegnativi obiettivi raggiunti. Quali sono i fattori che lo hanno determinato?
Si, un anno estremamente positivo. In primo luogo un ritrovato feeling con il Territorio che ci ha consentito di conseguire una invidiabile espansione degli impieghi commerciali: la BCC di Recanati e Colmurano, nel 2019, ha concesso nuovi finanziamenti ad imprese e famiglie per oltre 60/mln di euro, facendo segnare un incremento superiore al 5% rispetto all’anno precedente, una percentuale alla quale deve essere sommata quella che misura il naturale decalage dei mutui in essere e che risulta pari a circa il 15%: sommando le 2 percentuali si supera il 20%, una performance largamente al di sopra della media e con pochi eguali nel panorama del sistema bancario.
E poi un utile di esercizio assolutamente rilevante che ci ha consentito di allineare le coperture sul credito deteriorato a quelle dei migliori Istituti. Ciò a dimostrazione del fatto che la Banca ed il Territorio sono strettamente legati fra loro e che possono e debbono avere obiettivi comuni e coincidenti: sviluppo della Banca e crescita delle attività, degli investimenti e della ricchezza delle comunità locali vanno sempre di pari passo e nella stessa direzione.
La BCC sta guadagnando posizioni tra le Banche a dimostrazione del lavoro svolto in questi ultimi anni...
Al momento dell’avvio del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea (marzo 2019) a tutte le Banche aderenti al Gruppo (circa 150) è stato attribuito un “rating”, risultato di un’approfondita analisi che ha toccato tutti i profili tecnici di ogni Istituto, un rating articolato su una scala di 7 classi di merito (migliore la A, peggiore la G): nelle prime 2 (“A” e “B”) sono state collocate le banche virtuose, in regime ordinario e con piena autonomia, semaforo verde, nella terza e nella quarta (“C” e “D”) le banche con qualche criticità, in regime di coordinamento da parte della Capogruppo e con autonomia limitata, semaforo giallo, per finire con le ultime 3 (“E”, “F” e “G”) dove sono state collo- cate le banche con forti problematicità, in regime di controllo da parte della Capogruppo e con una pressochè nulla autono- mia, semaforo rosso. La Bcc di Recanati e Colmurano è stata collocata nella 4° classe (Banca in regime di coordinamento da parte della Capogruppo e con autonomia limitata, “D”, semaforo giallo).
Nei giorni scorsi, sulla base dei dati al 31/12/2019, la Capogruppo ci ha promosso nella 2° classe di merito (“B”), cioè nella catego- ria delle migliori del Gruppo Iccrea, unica Banca del Gruppo capace di migliorare il proprio posizionamento di 2 classi in un solo anno! Un risultato eccezionale, reso possibile da un bril- lante esercizio che ha prodotto “numeri” che rimarranno negli annali della Banca:
- NPL dal 24 al 16% (indicatore che era attestato al 33% nel settembre 2018),
- Copertura del credito deteriorato elevata ai livelli richiesti dalla Banca Centrale Europea (Sofferenze al 60% e Inadempienze Probabili al 30%), operazione che ha comportato un im- patto in c/economico di circa 5/mln,
- Chiusura in utile di circa 300 mila euro!
Rispetto ai programmi di inizio anno, cosa è cambiato con la pandemia?
Con la pandemia è cambiato il mondo: ogni programma, ogni obiettivo dovrà essere rivisto alla luce del nuovo scenario che abbiamo di fronte; non sarà un anno facile, sarà un anno di transizione da gestire con l’obiettivo di riprendere quanto prima un cammino di crescita, che ci auguriamo sia stato solo temporaneamente interrotto. Ed a dimostrazione che noi non stiamo con le mani in mano, Le posso annunciare ufficialmente che stiamo programmando l’apertura di una nuova Filiale a Civitanova Marche, la nostra zona di naturale espansione, che ci consentirà di presidiare meglio un’area in forte sviluppo anche per l’impetuoso incremento delle presenze di residenti nel circondario umbro di Spoleto, Foligno, Perugia ed al tempo stesso di connetterci direttamente con le 2 Filiali che già operano nella vallata del Chienti, Piediripa di Macerata e Tolentino.
Quanto inciderà la stessa in questo 2020 e negli anni a seguire?
La Banca, che permea la vita di ciascuno di noi nel fornire assistenza, consigli, suggerimenti, stimolo a scelte e progetti di imprese e famiglie, sarà un attore fondamentale nella ricostruzione della fase post lockdown, determinante per il futuro di molte persone. La pandemia ci ha messo di fronte una strada in salita, un percorso accidentato che probabilmente non tutti saranno in grado di affrontare: la Banca dovrà essere elemento di tenuta e sostegno del tessuto economico e motore di un nuovo processo virtuoso di produzione e di diffusione della ricchezza, dove le imprese dovranno mostrare di essere in grado di recuperare velocemente il tempo perduto e di ritrovare la capacità di realizzare fatturati e redditi e le famiglie di riprendere la normale propensione ad alimentare il tasso di crescita dei consumi.
LA BCC ha subito fornito risposte importanti alla clientela e ai soci non appena si è manifestato il Covid-19...
La BCC di Recanati e Colmurano, che ha a cuore le comunità locali in cui opera, ha subito offerto l’assistenza necessaria agli operatori economici dei propri territori assumendo l’iniziativa di concedere finanziamenti di 30 mila euro per fronteggiare le prime difficoltà che si andavano manifestando con l’insorgere della pandemia, anticipando provvidenzialmente i provvedimenti che sono stati poi assunti dal Governo, in primis con la possibilità di ottenere finanziamenti fino ad un massimo di 25 mila euro garantiti al 100% dal Fondo Centrale di Garanzia (importo che nei prossimi giorni verrà elevato a 30 mila euro): una coincidenza che conferisce grande valore all’iniziativa posta tempesti- vamente in atto dalla nostra Banca!
Quali difficoltà ha creato la riorganizzazione dell’attività nelle varie sedi?
La necessità di coniugare la sicurezza dei dipendenti con l’obbligo di continuare a fornire un servizio alla clientela ha creato difficoltà enormi che solo l’abnegazione dei colleghi ha consentito di af- frontare e gestire nel migliore dei modi: abbiamo adottate tutte le misure di protezione possibili per i dipendenti chiamati a presidiare le varie unità operative, facendo largo ricorso, al tempo stesso, a tutte le moderne forme di lavoro (smart working) e di comunicazione (video conferenze) a distanza, al fine di limitare al massimo la presenza nelle sedi della Banca. Abbiamo incentivato l’utilizzo dei sistemi di autonoma gestione dell’operatività da parte dei clienti, almeno per le operazioni bancarie più semplici.
Gestire i prestiti garantiti dallo Stato cosa significa per la Banca?
In queste ultime settimane sono pervenute cen- tinaia di richieste, accompagnate dalla dichiarata necessità di ottenere i finanziamenti garantiti dallo Stato nel più breve termine possibile: abbiamo costituito una task force proprio per far fronte nel migliore dei modi a questa situazione imprevista e straordinaria e posso dire che la nostra Banca è riuscita a non far mancare alle imprese del nostro territorio un adeguato sostegno.
La clientela tradizionale nutre forti aspettative e grande fiducia verso un Istituto di Credito tornato ad essere un preciso punto di riferimento sul territorio...
È vero. La Bcc di Recanti e Colmurano ha recuperato in pieno il suo ruolo di “Banca del Territorio”, cosa che è dimostrata in concreto dal notevole incremento degli impieghi commerciali che si sono registrati nel 2019: imprese e famiglie sanno di poter contare su una Banca sensibile ed attenta alle loro esigenze, a loro vicina.
Rispetto alle aspettative iniziali dopo lo scoppio dell’emergenza, è cambiato qualcosa in termini di richieste non solo delle aziende ma anche delle famiglie?
È cambiato tutto. Si sono sostanzialmente fermate le richieste tradizionali delle famiglie (mutui per acquisto di beni immobili, di auto, mobilio e di sostegno al consumo). Quanto alle imprese, tutto si è concentrato nell’attività connessa con l’erogazione dei finanziamenti previsti dai decreti governativi. Le moratorie, poi, hanno interessato gran parte della clientela, trasversalmente, sia privati che imprese.
Le Banche sono viste come un’ancora di salvezza in questo difficile momento anche per il rilancio dell’economia: sapranno essere all’altezza?
Mai come in questo momento il sistema bancario è visto come l’unico soggetto in grado di fornire un supporto di natura finanziaria a tutti coloro che vivono la difficoltà di dover gestire una situazione nella quale, con la chiusura delle attività, sono venuti meno introiti e ricavi di qualunque genere.
Lo Stato ha fatto la sua parte nel prevedere la sospensione di tutta una serie di pagamenti, nel fornire aiuti alla parte più esposta della popolazione e nell’offrire ampie garanzie su nuovi finanziamenti richiesti per fronteggiare l’emergenza economica originata e connessa con la pandemia. Ma il sistema bancario resta il vero ed unico fornitore di nuova liquidità, un partner fondamentale ed irri- nunciabile per tutte le imprese.
Quanto l’emergenza sarà determinante nei risultati della BCC nella seconda parte dell’anno?
Ho già detto che i programmi del 2020 subiranno un vero e proprio stravolgimento con il rinvio all’anno successivo della loro attuazione. Questo non significa di certo che nel secondo semestre, potendo beneficiare di un generale clima di maggiore serenità, anche in termini di sanità pubblica e sicurezza, non si facciano tutti gli sforzi possibili affinchè anche il 2020 si chiuda con risultati positivi.
Dopo quasi due anni dall’arrivo alla BCC di Recanati e Colmurano, si ritiene soddisfatto del lavoro svolto? Quali obiettivi per un futuro a breve e medio termine?
Sono estremamente soddisfatto del lavoro svolto soprattutto per il fatto di essere riuscito a creare un gioco di squadra che è stato il vero motore ed il vero protagonista di questi 2 anni: i profili tecnici della Banca sono migliorati al di là di ogni più rosea previsione e la promozione della BCC di Recanati e Colmurano fra le Banche virtuose del gruppo Iccrea è un risultato che mi riempie di gioia, orgoglio e soddisfazione.
Sono convinto che, tutti insieme, Dipendenti e CDA, abbiamo compiuto una operazione straordinaria, forse irripetibile, risalendo fino alla parte alta della classifica, in gergo calcistico potremmo dire di essere arrivati in zona “Champions”, ma sono altrettanto convinto che sarà ancora più difficile rimanere sul livello che molto faticosa- mente abbiamo raggiunto: non dobbiamo fare l’errore di guardare indietro e di cullarci sugli allori perché nel nuovo mondo che lascerà in eredità la pandemia non ci sarà spazio per chi non saprà guardare avanti e di anticipare il futuro con umiltà, impegno, determinazione e professionalità.
Il 2019 si è chiuso con risultati lusinghieri, sia in termini di contribuzione al conto economico da parte dell’area Retail ma soprattutto per la numerosità delle iniziative riservate a questo particolare segmento di clientela. Tra le attività di maggiore interesse vanno ricordate:
- Campagna pac, dal 13 maggio al 31 dicembre 2019, realizzata grazie all’ampliamento della gamma prodotti da parte della Capogruppo e conseguita con minori costi riservati alla clientela per tutta la durata del piano di investimento;
- Campagna fondi pensione, sviluppata mediante una specifica attività sul territorio, svoltasi nel mese di dicembre al fine di favorire la promozione di una interessante forma di previdenza “trasversale” indicata alle diverse fasce di età;
- Convegno Raiffeisen, sul tema della Finanza sostenibile. La BCC, con il supporto di Raiffeisen Capital Management, ha messo a disposizione della clientela linee di investimento con particolare attenzione ai valori etici e sostenibili. Fondi orientati a tali criteri che operano attraverso un’attenta selezione delle aziende sulle quali investire;
- Campagna “Risparmio Protetto”, realizzata nell’ultimo trimestre dell’anno, ha mirato ad assicurare alla clientela una garanzia sul piano di accumulo intrapreso, al fine di proteggere la realizzazione degli obiettivi prefissati, attraverso una formula assicurativa di tutela caso morte parallela al pac;
- Mutuo day, nel mese di ottobre, attraverso una campagna nazionale coordinata dal Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea e sviluppata per favorire l’accesso e la consulenza sull’acquisto della prima casa;
- Campagne Crediper, realizzate con il supporto della società di Credito al Consumo del Gruppo (BCC CreCo) per sostenere la clientela con prestiti finalizzati a condizioni di particolare favore, anche mediante l’accesso on line alle richieste;
- Campagne rivolte a favorire la diffusione e l’uso di carte di credito, la “monetica”, quale elemento imprescindibile nelle transazioni on line.
Non meno significativa la vicinanza al territorio ed alle istituzioni locali che ha permesso alla BCC di Recanati e Colmurano di rinnovare la stima ed il riconoscimento locale mediante la sottoscrizione di accordi per la gestione delle tesorerie di enti e scuole oltre ad un percorso formativo per la clientela rivolto all’utilizzo degli strumenti di banca elettronica e digitalizzazione. In considerazione delle attività realizzate ed in forza dei risultati conseguiti, l’anno in corso non poteva che aprirsi con i migliori intenti.
Propositi che nonostante le difficoltà connesse con la gestione della situazione pandemica, hanno trovato concreta realizzazione nella individuazione della Bcc di Recanati e Colmurano, da parte della Capogruppo, quale banca “Pilota” per un progetto sfidante a valenza nazionale. L’idea nasce dalla costituzione di un Gruppo di Lavoro per l’identificazione e il trasferimento delle “Best Practice” all’interno del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea al fine di individuare percorsi virtuosi e permettere alle BCC «under performing» di crescere.
A tal fine, nello specifico perimetro dell’attività Retail, sono state identificate tre banche a livello nazionale, tra cui la BCC di Recanati e Colmurano per realizzare concretamente questa progettualità. Partendo dall’idea di mettere al centro i bisogni dei soci e dei clienti con la responsabilità della BCC di essere banca di comunità, l’attività riguarderà la prassi commerciale e coinvolgerà la pianificazione a 360°.
L’intento del progetto in concreto è rivolto all’individuazione di idonee soluzioni in grado di soddisfare i fabbisogni della clientela retail. Il progetto vede l’attivazione all’interno delle filiali di Referenti di mercato a supporto dei Responsabili, focalizzati sulle esigenze della clientela retail. Un percorso virtuoso, che partendo dal forte commitment della Direzione vedrà il coinvolgimento di risorse con competenze tecnico-specialistiche interne alla BCC, a loro volta affiancate periodicamente dalle Divisioni della società del Gruppo e con il supporto di specialisti delle stesse Divisioni o delle relative Società Prodotto.
Una modalità operativa basata sulla centralità del Responsabile di filiale, con ruolo di protagonista e team manager, coordinatore di risorse a loro volta supportate da un Piano formativo dedicato, finalizzato all’incremento delle conoscenze ed alla gestione della relazione. Una formazione pertanto non solo normativa ma centrata anche sul rapporto e con focus specifico sulle esigenze del cliente. Un percorso fondamentale per la realizzazione del passaggio da banca di transazione a banca di relazione, da banca interessata a “vendere” a banca focalizzata ad individuare le soluzioni ottimali per soddisfare le aspettative e le esigenze della clientela. In questo modo ci potremo prendere maggiormente cura dei nostri clienti, supportandoli con momenti di consulenza dedicati nell’intento di riuscire ad individuare le più adeguate e complete risposte ai loro bisogni.
La centralità del cliente contribuirà inoltre ad integrare e perfezionare un catalogo servizi e prodotti coerente con l’evoluzione del modello di servizio e concorde con le situazioni contingenti di ogni singolo territorio. Modalità consolidate e sperimentate, come programmazione commerciale, campagne, formazione sui prodotti e sulla gestione della relazione con il cliente, supporto e affiancamento nella vendita, tradizionali acceleratori di business, ma che trovano applicazione invertendo il tipico processo, ponendo al centro il cliente, con i propri bisogni con le proprie aspettative. Si apre pertanto la via al cambiamento, che permetterà, nel disegno della Capogruppo, l’identificazione delle best practice con l’ambizioso obiettivo che queste possano diventare l’esempio per il resto delle BCC del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.
La BCC darà vita al progetto inizialmente con il coinvolgimento di 4 Filiali per un periodo di circa due mesi, per poi replicare sulle altre strutture di rete, al fine di poter costruire un modello da rappresentare e divenire da esempio per altre BCC. Siamo consapevoli che la sfida è grande, ma confidiamo sulla nostra struttura di rete, sempre attenta e reattiva ai cambiamenti e vicina alla clientela, come dimostrato anche nel difficile periodo che stiamo vivendo in conseguenza della crisi epidemiologica legata al Covid-19, oltre a contare nella comprensione della nostra clientela caratteristica che come sempre saprà riconoscerci il ruolo di banca locale e ci sosterrà per la perfetta riuscita dell’iniziativa. La sfida è raccolta, consapevoli che il ruolo sociale ricoperto dalle BCC, impone alle stesse responsabilità maggiori rispetto al resto del sistema creditizio, forti del fatto che il successo della banca si traduce in un successo per il territorio e per l’intera collettività locale.
“In merito alla questione A14, Confartigianato ha avuto rassicurazioni da parte della Società Autostrade per l’Italia, nella persona del Direttore del VII tronco A14 Ing. Perna, che ha garantito tempi molto brevi per i lavori nei tratti interessati dal dissequestro dei due viadotti". A dirlo è il Segretario generale di Confartigianato, Giorgio Menichelli.
"Si riuscirebbe a sostituire le barriere new jersey velocemente e consegnare le due corsie dei due viadotti già entro la fine della prossima settimana - sottolinea Menichelli -, così come i lavori su alcune gallerie, fonte di grande disagio, che saranno conclusi entro il 21 luglio. Se i tempi previsti saranno rispettati potremmo, nel breve periodo, consegnare alla comunità una viabilità pressoché normale e garantire finalmente regolari flussi di traffico".
"Non c’è più tempo da perdere - evidenzia Menichelli -, il danno alle imprese del settore dei Trasporti, a tutte le attività commerciali, ai turisti e i cittadini stessi, è decisamente ingente e sta aggravando ancora di più una situazione di per sé critica dovuta al lockdown. La nostra Associazione ha messo in agenda tutti gli impegni presi dalle varie parti e presidierà le effettive previsioni di fine lavori affinché si possa mettere un punto a questo calvario. Certo è che, se da parte di Società Autostrade c’è il massimo impegno a procedere come stabilito, occorrerà comunque capire i tempi tecnici del Tribunale per il dissequestro e quelli del Ministero dei Trasporti, al quale abbiamo più volte sollecitato massima celerità per risolvere questa situazione logorante”.
“Il territorio del centro Italia – dichiara il Presidente Renzo Leonori - in particolare delle provincie di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, ha subito tre eventi calamitosi gravi in poco più di 20 anni ovvero il terremoto del 1997 quello più recente del 2016 ed il Covid 19 che ha colpito tutto il modo.
La frase ‘non vi lasceremo soli’, è stata più volte pronunciata dal Presidente del Consiglio, dai politici locali di maggioranza ed opposizione.
Abbiamo appreso con molta preoccupazione quanto successo venerdì scorso, quando in commissione Bilancio della Camera dei Deputati, gli emendamenti presentati per snellire e velocizzare la ricostruzione sembrerebbero stati tutti bocciati.
Non vogliamo credere che non ci sia la volontà, forse mancano degli accordi di maggioranza. Certo è che se questi accordi non dovessero arrivare, difficilmente il Governo potrà cambiare idea ed esprimere parere favorevole in fase di conversione in legge del Decreto Rilancio.
Certamente sono rassicuranti le parole del Commissario alla ricostruzione Legnini dopo il colloquio con il Premier Conte, che ha comunicato la piena disponibilità del Governo ad accogliere il pacchetto sisma.
Ma i problemi sono comunque tanti, a partire dal fatto che è indispensabile una regia che abbia e garantisca una certa continuità, visto che in meno di 4 anni dall’ultimo sisma, si sono succeduti 4 Commissari, seppur tutti molto attenti.
Il tema della semplificazione è ad un livello emergenziale, servono immediatamente delle linee guida che possano semplificare la vita a tutti e districarsi tra le oltre 100 Ordinanze e altrettante Circolari o norme per la gestione della ricostruzione.
Altrettanto importante, a beneficio della collettività, è poter creare una proficua sinergia strutturale e duratura tra tutti i soggetti coinvolti, come privati cittadini, Pubbliche Amministrazioni, Comuni, Provincie, Regioni, Asur, Curie, GAL e Associazioni di categoria che rappresentano gran parte degli interessi economici locali.
Snellire e semplificare le procedure passa anche attraverso la responsabilizzazione dei professionisti ormai legittimamente preoccupati in seguito alle ultime Ordinanze. Si potrebbe ad esempio inserire un “di cui” sugli “accolli”, con il super bonus del 110% allargato e magari con un tetto di 300/400 mila euro, in modo che la pratica presentata all’USR sia coperta completamente.
In altre parole, per la quota eventualmente non coperta dal contributo pubblico sulla ricostruzione, perché non dare la possibilità al privato di recuperare il 110% come credito d’imposta o cedendolo alla banca? In questo modo si agevolerebbero i progettisti, si velocizzerebbero molto le procedure e si risparmierebbero molte risorse dai costi CAS.
E’ fondamentale poi prorogare lo stato di emergenza, stabilizzare il personale, sostenere le attività produttive e accelerare i pagamenti, che sono sempre molto, troppo, lunghi.
Il rischio è che le piccole imprese abbandonino la ricostruzione causando un dannoso blocco della ricostruzione stessa o la consegna dei lavori ad aziende esterne”.
"Sono autorizzate 1346 domande di cassa integrazione in deroga, pervenute al sistema alla data del 4 giugno 2020, ancora in fase istruttoria, perché prive di copertura finanziaria". Lo ha stabilito la Regione Marche, concordando la decisione con il direttore regionale Inps Fabio Vitale, a seguito della telefonata avuta dall’assessore al Lavoro Loretta Bravi con il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo che ha rassicurato il rifinanziamento della Cig in deroga regionale.
La scelta velocizzerà i pagamenti delle domande che coinvolgono 3805 lavoratori per oltre 683 mila ore richieste e 5,7 milioni di stanziamenti necessari. Consentirà, inoltre, alle aziende che hanno necessità, di chiedere le ulteriori cinque settimane di CIG in deroga a gestione Inps. “Tra Regione e Inps c’è sempre stato una totale collaborazione che ci ha consentito di essere tra le prime Regioni nell’erogazione dei pagamenti della Cassa in deroga. Un ringraziamento, per quanto fatto, lo rivolgo al direttore Vitale”, ha riferito l’assessore Bravi che ha condiviso con il presidente Luca Ceriscioli la decisione di autorizzare tutte le richieste in istruttoria. Complessivamente sono 16.346 le domande marchigiane presentate, pari a 9,7 milioni di ore richieste per 43.206 lavoratori e un importo di 78,8 milioni di euro.
Forti preoccupazioni sulla fragilità del mercato del lavoro nel territorio dell’area di crisi complessa fermano-maceratese sono state espresse al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, dagli assessori Fabrizio Cesetti e Loretta Bravi e dai presidenti delle province di Fermo e Macerata. “E’ necessario e urgente che il Governo intervenga con apposita norma, anche in sede di conversione del DL Rilancio, per accogliere le nostre richieste di proroga di 12 mesi della NASPI e di aumento del plafond dedicato”.
“Scriviamo a margine dell’incontro in cui la Regione Marche e il Tavolo dello Sviluppo e Competitività del fermano hanno ‘suggellato’ l’avvio del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi complessa del distretto pelli-calzature e delle sue procedure di attuazione”. Incontro, sottolineano “finalizzato a concertare i contenuti dei bandi che usciranno prima della pausa estiva, ma anche a fare il punto sulle criticità che tuttora caratterizzano il tessuto produttivo e il mercato del lavoro dell’area e che l’emergenza Covid ha contribuito ad accentuare”.
In questa occasione è nuovamente emerso “come la strategia di rilancio e riqualificazione del tessuto produttivo potrebbe essere seriamente compromessa dalla mancata previsione di misure straordinarie per i lavoratori delle aziende ubicate in queste aree. Le nostre sollecitazioni al Ministero del Lavoro, formulate a partire dal luglio 2019, non hanno trovato risposta, se non parziale e comunque inadeguata, sia nell’ammontare delle risorse, sia nella tipologia di ammortizzatori eleggibili per il territorio, mentre nel frattempo sono aumentati i tavoli di crisi, le cessazioni attività, il numero dei disoccupati, il ricorso alle misure di sostegno al reddito, tutto ciò con seri riflessi sulla tenuta sociale dell’area”.
La legge di Bilancio 2020, aggiungono assessori e presidenti di Provincia, ha incluso anche questa area di crisi tra quelle potenzialmente beneficiarie del trattamento di mobilità ordinaria e in deroga “ma questa novella legislativa rischia di rimanere inefficace, sia perché le risorse assegnate all’area del distretto fermano-maceratese sono fortemente sottodimensionate (1,4 milioni rispetto ai 6 milioni richiesti), sia perché permane un vulnus importante: il mancato accoglimento delle richieste della Regione di utilizzare il plafond dedicato per la proroga di 12 mesi dei lavoratori in NASpI che, in questa area di crisi, rappresentano il target dominante, essendo l’istituto della mobilità non più applicabile dal 1° gennaio 2017. Pertanto – concludono - in un’area in cui l’emergenza occupazionale si è innestata in un contesto di forte sofferenza preesistente e la proroga di due mesi, introdotta dal DL Rilancio per i percettori NASPI in scadenza tra il 1° marzo e il 30 aprile 2020, rappresenta una risposta inadeguata”
Alla vigilia della possibilità di poter usufruire degli incentivi per l’efficientamento energetico, adeguamento sismico, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, norma meglio conosciuta come detrazione del 110 %, ancora non si conoscono i decreti attuativi.
Infatti la norma prevista dall’art. 119 del D.L. 19 maggio 2020 n. 34, che ha lo scopo di rilanciare le attività del settore casa, del risparmio energetico e della messa in sicurezza degli edifici attraverso nuovi impianti termici, serramenti ecc., ad oggi attende ancora i decreti attuativi necessari per conoscere modalità e procedure su come avviare la pratica ed usufruire dei benefici previsti dalla legge.
La norma dà la possibilità di detrarre fino a 60.000 euro per l’isolamento termico, fino a 30.000 per la sostituzione degli impianti di climatizzazione, fotovoltaico, adeguamento sismico, istallazione impianti per la ricarica di veicoli elettrici, ecc. nella misura del 110% per le spese sostenute, documentate e rimaste a carico del contribuente, dal 1 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, che verranno ripartite in cinque quote annuali di pari importo.
“La norma contenuta nel “Decreto Rilancio” - afferma Giuliano Fratoni, Presidente settore Edilizia Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo - ha provocato una situazione di stallo per l’attesa del 1° luglio, creando seri danni al settore. E’ inaccettabile che dopo il lockdown provocato dalla pandemia, i cantieri siano costretti a fermarsi di nuovo poiché non si conoscono ancora le procedure. Basti pensare che manca innanzitutto la conversione in legge del decreto, poi i decreti attuativi e a seguire le direttive dell’Agenzia delle Entrate per rendere certi gli interventi previsti. Riteniamo inoltre fondamentale che nella norma agevolativa possano rientrare anche tutti i lavori, aventi i requisiti richiesti dal decreto, iniziati dal 1° gennaio 2020. Abbiamo per quanto possibile cercato di informare prontamente le nostre imprese attraverso un webinar dedicato a questo argomento, ma purtroppo senza poter dare certezze. Nel frattempo ci stiamo occupando della cessione del credito, coinvolgendo banche e compagnie assicurative, affinché sostengano le operazioni delle piccole imprese, per evitare che questa opportunità pesi e rechi danni sulla liquidità”.
Confartigianato sta programmando per in prossimi giorni un nuovo incontro online sulle novità relative alla norma in questione.
Un nuovo accordo per la reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del gruppo Antonio Merloni. “Una strategia di sostegno più efficace alla filiera dell’elettrodomestico” commenta l’assessore alle Aree di crisi Fabrizio Cesetti annunciando il nuovo Atto integrativo tra la Regione Marche, la Regione Umbria e il Ministero dello Sviluppo economico (MISE) approvato lunedì 22 giugno, che disciplina gli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi del gruppo A.Merloni.
“Grazie a questo nuovo accordo – dichiara l’assessore - abbiamo la possibilità di sostenere per la seconda volta un consistente piano di rilancio del territorio che interessa ben 56 comuni marchigiani ricompresi in tre province: Ancona, Macerata e Pesaro. La rimodulazione dell’Accordo, infatti, poggia su una mole significativa di risorse residue statali, pari a 12,6 milioni euro, che andranno a sostenere, con un nuovo Avviso della legge 181/89, nuovi investimenti, ampliamenti e diversificazione della produzione. La Regione Marche cofinanzierà l’Accordo con un’ulteriore iniezione di risorse del proprio bilancio, pari a circa 1,8 milioni di euro, per politiche attive del lavoro come il sostegno all’autoimprenditorialità e all’occupazione, la formazione e la riqualificazione del personale”.
Stante il perdurare delle difficoltà della filiera “del bianco”, l’accordo non solo viene prorogato fino al 18 marzo 2022 ma accoglie le istanze emerse nella fase di concertazione con le parti sociali e veicolate dalla Regione al Comitato di coordinamento presso il MiSE sin da marzo 2020, per un progetto di riqualificazione complessiva dell’area.
La finalità è duplice: focalizzare meglio gli obiettivi di rilancio dell’area e avere più tempo per realizzarli attraverso nuovi bandi nazionali e regionali.
“Nel corso dell’attuazione dell’Accordo di Programma, siglato per la prima volta nel 2010 ma in veste definitiva nel 2015 – chiarisce Cesetti - le misure di cofinanziamento regionale hanno conseguito risultati positivi in termini di investimenti nuovi e su imprese esistenti e di occupazione creata, mentre lo strumento nazionale ha manifestato i propri limiti. Oggi, anche grazie al lavoro svolto dalla Regione Marche, che è sempre stata tra le Amministrazioni capofila nell’interlocuzione con il MISE, si è approdati ad una rivisitazione dell’intero impianto per renderlo fruibile anche ad imprese di dimensioni più circoscritte: come noto, l’abbassamento della soglia minima di investimento a 1 milione di euro, l’accesso anche alle aggregazioni di imprese, l’ampliamento delle spese ammissibili, la previsione, in sede di valutazione, di criteri premiali per progetti che contemplano un alto livello di digitalizzazione; la flessibilità nella scelta del mix di agevolazione contributo in conto capitale - mutuo agevolato, la possibilità di cumulo con altre agevolazioni, sono solo alcune delle novità della normativa approvata a fine agosto dello scorso anno dal Ministero dello Sviluppo economico, e dettagliata con circolare del gennaio di quest’anno”.
Confartigianato è pronta per la presentazione delle domande di contributi a fondo perduto messi a disposizione dalla Regione Marche con un’importante manovra da 210 milioni di euro e 50 misure ad hoc per imprese e cittadini.
Un primo intervento, previsto dal bando già operativo, è dedicato al settore del turismo e della ricettività e quindi a: Alberghi e strutture simili, Villaggi turistici, Ostelli della gioventù, Rifugi di montagna, Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence, Attività di alloggio connesse alle aziende agricole, Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte, Gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali, Parchi di divertimento e parchi tematici, Alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero, Attività delle agenzie di viaggio, Attività dei tour operator, Attività delle guide e degli accompagnatori turistici, Discoteche, sale da ballo night-club e simili, Attività di intrattenimento. Per tali attività i contributi varieranno da un minimo di €. 500,00 (per le attività turistiche esercitate da persone fisiche) ad un massimo di €. 8000,00.
Mentre di imminente pubblicazione è il bando che riguarderà le imprese della ristorazione, bar e gelaterie, parrucchieri, estetisti, benessere, piercing, piccolo commercio e artigianato. In questo caso il contributo a fondo perduto partirà da un minimo di €. 1000,00 a un massimo di €. 3.000.
L’Associazione ha messo a disposizione delle imprese due moduli online per la raccolta della documentazione necessaria all’invio della domanda per la richiesta del contributo:
- Turismo e ricettività: https://forms.gle/BzkacyjCaWCbJGe77
- Altre attività produttive ed economiche: https://forms.gle/rVbansJkM5V3Y4Ae7
Appuntamento da non perdere per approfondire tutti gli aspetti delle misure regionali è per lunedì 22 giugno alle ore 16.30 con la videoconferenza organizzata da Confartigianato alla quale parteciperanno il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli insieme all'Assessore Moreno Pieroni e al Dirigente Pietro Talarico e alla Funzionaria Paola Marchegiani.
La giunta regionale ha approvato 50 misure comprese all’interno della manovra da 210 milioni per il sostegno ai cittadini, alle imprese, ai professionisti colpiti dall’emergenza Covid-19. La piattaforma sarà raggiungibile dall’indirizzo web www.regione.marche.it/piattaforma210 e sarà possibile caricare le proprie domande H24.
I richiedenti, seguendo una procedura semplificata, potranno presentare domanda con pochi click in moduli informatici in parte precompilati presenti nella piattaforma e dedicati alle singole misure.
Le richieste potranno essere presentate per tutto il tempo di apertura della piattaforma. Solo due le misure a sportello: i contributi ai turisti marchigiani che sceglieranno di trascorrere le vacanze nelle Marche e un bonus bici elettriche per i Comuni sotto i 50 mila abitanti esclusi dal contributo nazionale.
La finestra relativa alla misura riservata ai turisti marchigiani sarà, a differenza delle altre, aperta a partire dal primo luglio, quando sarà possibile caricare sul sito la documentazione attestante la spesa di pernottamento sostenuta (leggi di più).
Per garantire la sicurezza informatica dei dati (occorrerà, ad esempio, inserire l'Iban per ricevere il contributo) sarà necessario accedere con autenticazione forte, quindi è necessario avere le credenziali Spid (o alternative): leggi come ottenere Spid sul sito della Regione Marche.
Ecco i beneficiari della manovra:
per il turismo e la cultura: le imprese turistiche, le strutture alberghiere e ricettive, i turisti marchigiani nelle Marche, i lavoratori intermittenti dello spettacolo le imprese del comparto di supporto all’organizzazione di eventi di spettacolo, i soggetti culturali che non beneficiano dei fondi FUS, le imprese di produzione cinematografica e audiovisivo, le sale cinematografiche, le case editrici operative nelle Marche, le Proloco; per il sostegno alle locazioni: le famiglie che risiedono in abitazioni condotte in locazione e che hanno subito una diminuzione del reddito disponibile a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-1; per il Tpl: gli studenti residenti nelle Marche iscritti ad ateneo marchigiano con contratto di locazione appartenenti a famiglie che hanno subito una diminuzione del reddito disponibile a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, le aziende del Tpl extraurbano, le imprese che svolgono il servizio di trasporto passeggeri non di linea (taxi, noleggio con conducente, gestione impianti a fune montani), i cittadini marchigiani maggiorenni che risiedono nei comuni con meno di 50 mila abitanti o non capoluogo di provincia, esclusi dal contributo statale per le bici elettriche; per i servizi sociali ed educativi: le cooperative sociali di tipo A e B iscritte all'Albo Regionale, le organizzazioni di volontariato iscritte al Registro Regionale, le associazioni di Promozione Sociale, le persone in condizione di disabilità gravissima, i servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni) non convenzionati e convenzionati, le scuole dell’infanzia paritarie (3-6 anni), le scuole primarie parificate, le scuole paritarie di I e II grado, le organizzazioni sportive, gli oratori; per l’agricoltura: gli operatori agrituristici, le imprese florovivaistiche, le imprese vitivinicole, le imprese lattiero casearie, gli allevatori di bovini da carne con linea vacca-vitello, le imprese agricole che hanno effettuato promozione con la misura 3.2 del PSR; per le attività produttive, lavoro e istruzione: le imprese della ristorazione fino a 9 addetti, i bar e gelaterie fino a 9 addetti, i parrucchieri, estetisti, benessere, piercing fino a 9 addetti, il commercio fino a 5 addetti, altre attività artigianali e di servizi con 0 addetti, imprese del settore della pesca fino a 9 addetti, tirocinanti extracurriculari sospesi; per il settore dell’informazione locale: agenzie stampa, quotidiani cartacei, periodici, televisioni, radio, testate on line, giornalisti.
Dalle 14 di oggi si potranno caricare online le domande per ricevere i contributi a fondo perduto stanziati dalla Regione Marche nella Misura 1, riservata alle imprese e agli operatori del turismo.
“Siamo dunque operativi - afferma il presidente della Regione, Luca Ceriscioli - per dare rapidamente un contributo a chi è ripartito dopo la difficile fase legata alla pandemia e via via nelle prossime ore e nei prossimi giorni sarà possibile caricare le domande per tutte le misure previste. L’obiettivo è rendere agevole l’accesso alle risorse con strumenti rapidi e di aiuto per il rilancio dell’economia della nostra regione”.
La piattaforma, attiva dalle 14 di oggi, è disponibile all’indirizzo https://www.regione.marche.it/Entra-in-Regione/Piattaforma-210/Turismo
“Il ritardo nei pagamenti della ‘cassa integrazione artigiana’ è inaccettabile. Se non dovessero arrivare le risorse necessarie a breve, saremo pronti ad azioni più incisive insieme a tutti le parti sociali che costituiscono il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato”. Ha commentato così Renzo Leonori, Presidente territoriale di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, il prolungarsi dei ritardi nei pagamenti FSBA.
"Grazie all’E.B.A.M. (Ente Bilaterale Artigianato Marche), si è svolto in questi mesi un grandissimo lavoro di gestione e smaltimento delle richieste arrivate, relativamente alle prime 9 settimane di copertura di assegno ordinario Covid-19. Una mole imponente di domande pari a oltre 10mila per un numero di lavoratori beneficiari che sfiora i 44mila" sottolinea Leonori.
L’Ebam ha da poco completato i pagamenti ai dipendenti relativi al mese di marzo attraverso un trasferimento di risorse da FSBA Nazionale, dopo il Decreto Cura Italia.
Confartigianato ritiene positivo lo stanziamento dei fondi nel successivo DL Rilancio e nel successivo Decreto interministeriale, pari a oltre 750mln per Fsba, ma ad oggi l’Ebam è impossibilitato ad effettuare i versamenti in quanto queste risorse non sono state ancora liberate e assegnate agli Enti bilaterali territoriali.
“Capiamo perfettamente la situazione di disagio che le imprese ed i loro dipendenti stanno vivendo - osserva Leonori -. In questo momento economico, tra i più difficili della storia di questo Paese, il contributo è assolutamente legittimo e fondamentale per la loro sopravvivenza. A causa del ritardo con cui non sono state ancora trasferite le risorse pubbliche previste dalla legge, l’Ebam delle Marche rischia di perdere ciò che da sempre lo contraddistingue come modello di efficienza e di bilateralità positiva sul piano nazionale, anche sui tempi di erogazione delle prestazioni".
Confartigianato sta quindi lavorando costantemente affinché il Governo si adoperi per sbloccare immediatamente le risorse per fronteggiare una situazione gravissima che sta colpendo centinaia di famiglie marchigiane.
In tempo crisi, i governi di turno annunciano sempre l’imminente arrivo di una mirabolante riforma del sistema fiscale. Peccato che tale riforma sia come l’araba fenice: che vi sia ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa.
Eppure dovrebbe essere la priorità, tenuto conto che il total tax rate (carico fiscale complessivo) per le imprese sfiora il 60%. Il sistema fiscale italiano si colloca al terzo posto per complessità a livello globale, preceduto solo da Turchia e Brasile.
L’Italia è agli ultimi posti per attrattività fiscale. La legislazione in materia di tassazione delle imprese è cambiata 32 volte negli ultimi 30 anni. Per pagare le tasse occorrono 238 ore l’anno, 79 in più rispetto alla media Ocse. Il cuneo fiscale, raggiunge in Italia il 47,7% del costo del lavoro, collocandoci ai primi posti tra i paesi Ocse dove il peso delle tasse e dei contributi sulla retribuzione lorda dei lavoratori dipendenti è più elevato.
Non c’è altro da aggiungere, se non che i dati dimostrano il livello eccessivo di imposizione (e non solo). E indicano la strada che l’esecutivo deve intraprendere al più presto: abbassare le tasse.
Lo ricordava già Ezio Vanoni agli inizi degli anni cinquanta, in linea con Luigi Einaudi, quando affermavano che l’imposta deve essere sopportabile, non deve scoraggiare la produzione del reddito e non deve diventare essa stessa causa di evasione. Solo un’imposta ridotta nella sua aliquota può attenuare lo stimolo all’evasione che il singolo considera quasi una forma di legittima difesa.
Non si può, quindi, risolvere il problema solo con le sanzioni. Il segreto sta nel creare un contesto di giustizia fiscale nel quale il cittadino non oppresso, senta il sistema fiscale come equo e affidabile, perché un peso imposto ai cittadini, che non serva per fini di utilità collettiva, sarà «taglia», «spoglio», mai «tributo».