Tanti orsacchiotti di peluche che si affacciano dai balconi del centralissimo Hotel Enzo, in Corso Matteotti, a Porto Recanati. È questo il curioso scenario che i cittadini si sono trovati di fronte questa mattina.
Si tratta di un'iniziativa di marketing ideata da Gest Group, azienda specializzata nella gestione e nel management ricettivo, per la campagna legata allo scenario di ripartenza del turismo nazionale. Hotel Enzo è proprio uno degli alberghi del gruppo.
"L’inverno è finito e gli orsi si sono svegliati dal letargo": è lo slogan che Gest Group intende promuovere nell’imminente vigilia della ripartenza nazionale del turismo, mai tanto attesa e carica di speranze come in questo momento storico. Da subito, l’installazione ha suscitato incredibile interesse e curiosità da parte dei cittadini.
"La tanta visibilità, legata ad un tema economico attuale, era proprio quello che volevamo, – sottolinea Eugenio Gallo, CEO di Gest Group - stiamo promuovendo sul panorama nazionale tutte le nostre strutture, in attesa di una stagione che possa garantire serenità e sicurezza a tutti gli ospiti che sperano e attendono con ansia di vivere un momento di spensieratezza e rilassatezza chiamato vacanza".
"In agricoltura le donne sono il perno delle aziende a conduzione familiare, che rappresentano il 76% di tutte le aziende agricole europee e hanno il merito di contribuire a mantenere una popolazione attiva e dinamica evitandone lo spopolamento. Sono davvero tantissime in tutta Europa le donne che producono e trasformano gli alimenti della terra e promuovono attività supplementari che, andando oltre la produzione agricola, apportano un importante valore aggiunto alla vita economica e sociale delle aree rurali. Nella regione Marche, in particolare, esiste una filiera produttiva di un tipo di lana, apprezzata in tutto il mondo, la sopravissana''.
Silvia Bonomi che insieme al compagno ha scommesso sulla pecora sopravissana dei Sibillini, antica razza ovina autoctona con un tipo di lana molto pregiata, presenta il progetto 'dalla pecora al gomitolo' che da Ussita arriva, passando per i Sibillini, fino a Montefortino.
''Invertendo coraggiosamente la rotta, nel cuore della doppia zona rossa dell'Italia Centrale (terremoto e pandemia), tanti piccoli allevatori di pecore - spiega Silvia Bonomi - si uniscono tra loro costruendo da zero un'intera filiera 'dalla pecora al gomitolo'. E la nostra filiera, ne siamo orgogliose, e' tutta al femminile''.
Complice l'altissima qualità del lanaggio delle pecore Sopravissane, le sole allevate dalla filiera ("razza Italiana tipicamente Marchigiana a derivazione merinos", tiene a precisare Silvia Bonomi).
''Queste piccole imprenditrici hanno eletto capofila del progetto l'Azienda Agricola La Rocca, che senza alcun aiuto pubblico - ricorda la Bonomi - riesce tenacemente e con le sue sole forze ad avviare un intero laboratorio di lavorazione della lana a Montefortino, nelle Marche''.
Nasce così la pregiata lana a marchio Sibillana: ''Simbolo di un'intera filiera che nasce, resiste, si reinventa con uno sguardo rivolto coraggiosamente al passato, alla lana e ad i suoi antichi utilizzi, mentre il mondo è ormai un divenire di continue emergenze. L'Italia Agricola che resiste, che ha voglia di mettersi in gioco pur con le sole proprie forze, esiste ancora, fortunatamente, e la nostra la sopravissana, orgoglio marchigiano in tutto il mondo per la sua pregiata lana, ne e' l'esempio''.
Un dialogo tra due bambini da sopra a sotto il mare: Leonardo in una nave da crociera e Akanke dal fondo del Mediterraneo.
Questo lo scenario in cui si svolge la storia raccontata da Mauro Riccioni, nel suo primo romanzo da oggi disponibile online e nelle principali librerie delle Marche: "Lettera di una bambina in fondo al mare".
Akanke è un’africana: ha conosciuto la miseria, sopportato lo sfruttamento, sfidato il deserto e affrontato la traversata del Mare Nostrum a bordo di una carretta del mare. Lì ha trovato la morte.
Narra questa storia a Leonardo, giovane occidentale in vacanza, per spingerlo a pensare e, magari, a raccontare al mondo una silenziosa tragedia che ogni giorno si ripete a poche miglia marittime dalla nostra quotidianità.
E Leonardo saprà rispondere ad Akanke.
Mauro Riccioni è un avvocato, appassionato di politica e archeologia, amante della lettura e della scrittura, cultore della bellezza e nemico delle ingiustizie.
Nelle Marche, dove vive e lavora, ha ricoperto cariche politiche di vertice e amministrato diversi enti locali. Tra questi il Comune di Gagliole, dove ha rinunciato all’indennità di Sindaco devolvendola ai servizi sociali del piccolo Comune, in un’esperienza di cui si è parlato molto che ha raccontato nel libro Il Sindaco Gratis (Dissensi, 2016).
"Lettera di una bambina in fondo al mare" è il suo romanzo di esordio nella scrittura narrativa. Il tema della solidarietà verso i più deboli quello che lo anima da una vita.
Il romanzo di Riccioni, Lettera di una bambina in fondo al mare, è disponibile da subito anche su Amazon in versione cartacea e nel formato kindle, inoltre reperibile nelle principali librerie delle Marche, in attesa che si presentino le condizioni per delle presentazioni con l'autore, previste tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate.
"Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto numerose telefonate dai nostri clienti. Tutti volevano sapere quando avremmo riaperto. Siamo contenti perché è una bella dimostrazione d’affetto e siamo lieti di comunicarvi che finalmente Villa Giustozzi Ristorante Parco Hotel riaprirà il 26 aprile, come da disposizioni".
Ad annunciarlo è la famiglia Giustozzi al completo: Giuseppe, Orietta e i due figli Luca e Samuele.
"Dopo 42 anni di piena attività e un anno di stop imposto dalle varie limitazioni si riparte con lo stesso entusiasmo del primo giorno - dicono -. Non vediamo l’ora di poter accogliere nuovamente gli ospiti nei nostri ambienti, che offrono pace e tranquillità. I clienti, come al solito, potranno godere del delizioso giardino che circonda le nostre eleganti sale e terrazze e la panoramica piscina Infinity".
"Tutti i nostri ambienti sono inoltre caratterizzati dalla vista mozzafiato sulle campagne marchigiane, sul Monte Conero e sul mare Adriatico. Vi aspettiamo quindi per trascorrere i vostri momenti indimenticabili sia a pranzo che a cena, in un ambiente familiare, dove potrete gustare le nostre specialità di carne e di pesce preparate dal sapiente Chef Samuele Giustozzi e dal suo competente staff" conclude la famiglia.
Domani, mercoledì 21 aprile, apre a Civitanova Marche, in via Nettuno 27, il nuovo locale Marino: la cucina di pesce formato fast food.
Parte la nuova avventura del panino gourmet di mare, tutto preparato con cura in casa insieme ai condimenti e alle salse e servito nel pane artigianale. Una nuova modalità di mangiare pesce a pranzo o a cena, senza rinunciare al gusto di questa buonissima cucina.
Polipo, tonno, salmone, gamberi, trippa di rospo, pesce spada, seppie, calamari e merluzzo vengono preparati per essere serviti caldi nel pane, per un pasto che si presta ad essere consumato seduti al ristorante, all’aperto, a casa, in ufficio, dove si vuole.
Il panino Marino ha anche la linea senza glutine con pane sfornato da un'azienda locale e una linea vegana, anche questa preparata in casa. Per le piccole amiche e i piccoli amici c'è il menù Girotondo che comprende il panino di pesce con bibita e un golosissimo dolce.
Marino si pone senza dubbio all’avanguardia, oltre che per la proposta culinaria, anche sul fronte tecnologico.
Chi vuole, infatti, può scaricare l’app Panino Marino per avere un’esperienza assolutamente originale fin dall’inizio: in questo modo si può consultare il menù, al locale come da casa o in ufficio, e procedere con la scelta e l’ordinazione in totale autonomia, abbattendo tutti i tempi di attesa.
In pratica si potrà ordinare un panino di mare mentre si sta uscendo dall’ufficio e andare a ritirarlo bello pronto nel giro di pochi minuti, decidendo di pagare dal proprio smartphone.
In menù ci sono 10 differenti panini di mare e tapas ogni giorno diverse che stuzzicano l’appetito o invogliano a fare un gustoso aperitivo a base di pesce.
Panino Marino è anche su Facebook: https://www.facebook.com/ilpaninomarino/. Info: www.ilpaninomarino.it.
Partire dalle “Strade della birra” per sviluppare ulteriormente la produzione artigianale e agricola marchigiana. La Regione ha trasmesso all’Assemblea legislativa i criteri per definire il piano di promozione e valorizzazione 2021 del comparto brassicolo: un movimento ormai consolidato nelle Marche, con circa 40 birrifici, tra agricoli e artigianali che producono oltre 300 tipi di birre e con diverse centinaia di migliaia di appassionati.
Le Marche sono inoltre la quinta regione, in Italia, per la produzione di orzo. Rafforzando l’esperienza maturata, nel 2019, con l’iniziativa le “Strade della birra”, si punta a elevare la conoscenza del settore e a movimentare un turismo legato a un consumo consapevole della birra.
La commissione consiliare dovrà fornire il proprio parere sulle indicazioni individuate dalla Giunta regionale, tramite le quali selezionare il soggetto attuatore che beneficerà dei contributi per realizzare gli interventi previsti, con copertura della spesa ammissibile al 100%.
“Le linee progettuali che si propongono hanno l’obiettivo di valorizzare il turismo della birra per offrire ai visitatori una porta di accesso diffusa sul territorio – evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura – Il prodotto birra diventa un veicolo per conoscere la vasta gamma di offerte turistiche, soprattutto legate all’ambiente. I birrifici e tutte la rete delle attività coinvolte nel territorio, tra ristoranti e locali, diventano degli innovativi hub per l’intero territorio regionale, anche in vista dell’auspicata ripresa economica post Covid-19”.
Il soggetto selezionato dovrà presentare un progetto sulla base degli indirizzi indicati dal bando: attuare il registro regionale dei birrifici artigianali e agricoli (attraverso il sistema Siar della Regione), rivisitare la mappa regionale dei birrifici, valorizzare il “Passaporto per gli aloturisti”, differenziare le attività, creare un portale regionale e una app dedicata, prevedere i collegamenti con le iniziative già consolidate.
Il turismo della birra è divenuto parte integrante del turismo gastronomico. La scoperta delle produzioni locali costituisce, sempre più, motivo di viaggio. Il mercato registra continue crescite di produzione e consumi, pari a 3,4% di incremento e 33,6 litri pro capite (dati 2018). La birra è apprezzata dal 77% degli italiani.
Nelle Marche operano due realtà importanti: l’Associazione nazionale “Città della birra”, con sede ad Apecchio e presieduta dal suo sindaco, che ha come soci fondatori otto Comuni marchigiani (Apecchio, Fermignano, Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Monte Porzio, Arcevia, Servigliano, Comunanza), un Comune umbro (Montone) e uno dell’Abruzzo (Fossa). È il movimento nazionale dei Comuni che ospitano, nel loro territorio, birrifici e brew pub e che mirano a creare una filiera turistica legata alla birra.
L’altra associazione “Marche di birra”, nasce dal basso, per volontà di giovani produttori (età di poco superiore a 38 anni) di 21 birrifici marchigiani.
Dopo la Toscana e il Lazio, le Marche sono la regione dell’Italia centrale con la più alta concentrazione di micro birrifici, a testimonianza della vitalità del comparto sul quale la Regione sta investendo le proprie risorse.
Si è tenuta domenica 18 aprile la prima Giornata Ecologica organizzata dal Comune di Fiastra, dall’Associazione Ricostruiamo Fiastra, dal CEA Valle del Fiastrone e dal gruppo informale Amici di Fiastra.
Una giornata dedicata alla pulizia del territorio che, in questa prima data, ha coinvolto la comunità locale e che, dalle prossime, sarà aperta anche ai volontari che vorranno contribuire.
L’iniziativa è nata da un’idea di Nicola Paolucci, un ragazzo di Loro Piceno che da qualche mese vive nella sua casa di Fiastra e che, già nel suo paese di origine aveva organizzato azioni di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti.
Nicola ha poi proposto ai ragazzi di Fiastra l'iniziativa che ha infine preso corpo grazie alle realtà associative e sociali locali. Il Comune ha sposato l'idea e ha materialmente contribuito con la fornitura dell'attrezzatura necessaria alla pulizia, che verrà data in dotazione a tutti i volontari.
Alla giornata di ieri, con le Marche inserite in fascia arancione, hanno potuto partecipare solo i residenti a Fiastra ma si spera che già da domenica 16 maggio, data del prossimo appuntamento con l'iniziativa, potranno prendervi parte anche volontari provenienti da fuori comune.
Le attività di pulizia si svolgono sempre in ottemperanza alle regole sul distanziamento e sono organizzate in piccoli gruppi cui vengono assegnate zone diverse. L'area interessata è quella del lago e del sentiero natura che lo costeggia.
L'ultimo appuntamento con Puliamo Fiastra è fissato per venerdì 11 giugno e si terrà all'interno del Festival Itacà, il Festival del Turismo Responsabile che, dal 10 al 13 giugno, farà tappa a Fiastra e in altri comuni del Parco dei Sibillini.
Successo cinematografico per l’attrice maceratese Sonia Barbadoro. Al fianco di Massimo Popolizio e Vinicio Marchioni è infatti nel cast del film Governance – Il prezzo del potere, diretto da Michael Zampino e disponibile dal 12 aprile su Amazon Prime Video.
Inoltre, sarà nuovamente protagonista nei sequel del cortometraggio Ms. Rossi, per la regia dell’americano Pat Battistini. Un’opera fortunata che ha riscosso notevole successo in vari festival statunitensi ed europei, per la quale Barbadoro ha ricevuto i seguenti premi: “Miglior attrice” al XWORLDFILMFESTIVAL di Roma; “Best Lead Actress in a foreign language short film” al Fusion International Film Festival di Varsavia; “Best Lead Actress” al Redwood Film Festival.
Previste invece per l’autunno le riprese del lungometraggio" Le ombre degli angeli" di Igor Maltagliati.
Formatasi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” a Roma, è stata diretta dai maggiori registi italiani – Massimo Castri, Lorenzo Salveti, Massimiliano Farau, Giancarlo Sepe, Giuseppe Marini, Giancarlo Cobelli e Massimo Popolizio, tra gli altri – calcando i più importanti palcoscenici italiani e spaziando con versatilità dai ruoli comici ai drammatici, per cui ha vinto diversi premi.
Tra i suoi ultimi impegni teatrali la trasposizione scenica di "Ragazzi di vita" con la regia di Massimo Popolizio e accanto a Lino Guanciale, oltre allo spettacolo "Rose selvatiche" diretto dal giovane regista Alessandro Ienzi di Raizes Teatro, nei panni dell’avvocata e attivista iraniana per i diritti umani Nasrin Sotoudeh.
Di Andrea Parrucchieri taglia il traguardo dei 50 anni di attività. Per un esercizio commerciale sopravvivere alle insidie economiche e sociali non è mai semplice: soprattutto ora, in tempi di pandemia, si assiste giorno dopo giorno al triste scenario di serrande che si abbassano su attività un tempo fiorenti.
Per fortuna, però, ce ne sono altre che non solo resistono, ma trovano il modo e l'energia per crescere e rinnovarsi anno dopo anno. Una di queste è Di Andrea Parrucchieri che lo scorso 5 aprile scorso ha festeggiato 50 anni di attività.
Quella del salone Di Andrea è una storia di famiglia, fatta di tradizioni solide che si tramandano di generazione in generazione. La storia – “La parrucchieria Di Andrea ha aperto i battenti il 5 aprile del 1971 in via Pace a Macerata" – racconta il titolare - .
"Come tutte le nuove attività, inizialmente abbiamo dovuto far fronte a delle difficoltà, poi piano piano piano siamo partiti fino a diventare una vera e propria istituzione per Macerata. È per me un orgoglio aver raggiunto tali risultati”.
Una famiglia – quella Di Andrea – che conta quattro generazioni di parrucchieri. Un vera e propria tradizione che si tramanda fin dagli anni ’40 , quando la famiglia aprì un salone a Filottrano, dove i titolari esercitavano con maestria la loro professione che verrà trasmessa anche ai loro figli, e ai figli dei loro figli fino ad arrivare ai giorni nostri.
Causa restrizioni dovute alla pandemia, la famiglia Di Andrea non ha potuto festeggiare con i propri affezionati clienti l’ambito traguardo raggiunto, ma conterà di farlo quando sarà possibile.
"Questo difficile momento ha messo a dura prova soprattutto il settore della ristorazione, ma non mi sono demoralizzato, anzi, ogni mente originale trova le giuste corde proprio nei momenti più difficili così da accendere le proprie passioni e nel mio caso, l’estro nella cucina".
A raccontare la sua storia è il tolentinate Pierluigi Uriani, 27 anni e cuoco di professione.
Pierluigi è cultore di un bagaglio culinario che unisce, per nascita, i colori della Campania e l’essenza delle Marche: "Ho avuto la fortuna e la voglia già nella mia giovane età di fare moltissime esperienze in cucina dalla Spagna alle vette più alte del Trentino - dice -. Dai primi di marzo a causa della crisi socio-sanitaria, la struttura in cui lavoravo è stata costretta a chiudere e, di conseguenza, a mettere in cassa integrazione i propri dipendenti, me compreso".
"Data la situazione, dopo un primo momento di smarrimento e confusione mentale, ho deciso di non piangermi addosso. Ho iniziato a studiare un settore della cucina che sempre mi ha affascinato ma che per motivi lavorativi non ho mai potuto approfondire: i lievitati ed in particolare, il pane e la pizza - aggiunge Pierluigi -. Entrato in questo magnifico mondo che racconta di mani sporche di farina, lievito madre e inconfondibili profumi, ho sentito la necessità di condividere la mia sempre crescente passione attraverso il social".
Nasce così il profilo Instagram “Boutique_de_le_Pierre”.
"Ho iniziato a postare, con continuità e caparbietà, foto e video delle mie creazioni con le relative spiegazioni dei procedimenti, riscontrando un sorprendente successo - spiega Pierluigi -. In particolar modo, un video “reels”, dove preparo un impasto per una pizza in teglia ad alta idratazione, ha raggiunto circa 840.000 visualizzazioni!"
"Nelle mie creazioni credo che ci sia sempre un po’ di magia e so che, aldilà della passione, nasce direttamente dall’ambiente familiare e dalla qualità dei prodotti della mia terra, le mie amate Marche, prodotti con cui sono cresciuto e con cui ho ormai grande familiarità. Lo scorso marzo ognuno di noi ha dovuto fare i conti con le chiusure e la cassa integrazione, ma resto fiducioso, noi cuochi - auspica Pierluigi - torneremo a deliziarvi e voi, cari clienti, a illuminarci la sala".
Grazie all'intuizione di Peppe Giustozzi, che ha creduto in due giovani "squattrinati" che lavoravano come camerieri nel suo ristorante, e alla determinazione, alla voglia, allo spirito di sacrificio e, perché no, grazie anche alle capacità di Peppino Marinangeli e di Tonino Crocetti, la Cgm festeggia il traguardo dei 35 anni di attività.
L'azienda con sede a Pollenza, che produce surgelati di qualità sia da friggere che da cuocere in forno, oggi conta 23 dipendenti, un fatturato importante e una prospettiva di un ampliamento e allargamento dell'attività, "che solo qualche anno fa sarebbe stato considerato una pazzia" dicono i titolari, aggiungendo come quello della Cgm "si potrebbe chiamare, crediamo senza timori di smentita, un altro piccolo miracolo italiano".
"Un grande e sincero grazie va a tutti coloro che ci hanno aiutato e permesso di arrivare fino a qui - sottolineano -: innanzi tutto grazie alle nostre mogli ed alle nostre famiglie che ci hanno supportato e...sopportato. Grazie a tutti i nostri dipendenti e collaboratori che hanno lavorato, spesso duramente insieme a noi. Grazie a tutti i nostri agenti che hanno creduto in noi, in Cgm, e soprattutto nella qualità dei nostri prodotti. Grazie ai nostri fornitori, sempre puntuali, seri e costanti".
"Ed infine, ultimi ma non ultimi, grazie ai nostri clienti, che per la stragrande maggioranza di loro, sono nostri fedelissimi da tanti anni. Senza di tutti voi e loro, tutto ciò non sarebbe stato possibile, e con la speranza di tornare quanto prima alla normalità, auspichiamo di festeggiare ancora tutti insieme altri importanti traguardi" concludono i titolari.
La storia di chi lotta per ogni respiro. La storia di chi nelle sfide riesce a sentirsi vivo. Alessandro Gattafoni è un ragazzo trentaquattrenne di Civitanova che convive dalla nascita con la Fibrosi Cistica.
Si tratta di una malattia davvero poco nota eppure è la forma genetica-degenerativa più diffusa. Ogni anno in Italia 1 bambino su 2.500 è affetto dalla malattia. Solo il 20% supera i 36 anni nonostante vi siano stati recenti progressi terapeutici ed assistenziali. ll gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator) nei malati risulta alterato e determina la produzione di muco eccessivamente denso. Questo muco chiude i bronchi portando a infezioni respiratorie ripetute, ostruisce il pancreas e impedisce che gli enzimi pancreatici raggiungano l’intestino, bloccando l'assimilazione e la digestione dei cibi.
Oggi tutti noi facciamo i conti con la medicalizzazione delle nostre vite e gli ultimi due anni hanno provato duramente tutto il tessuto sociale.
Coinvolti più o meno direttamente, risentiamo del contatto costante con la sofferenza, viviamo con angoscia le difficoltà continue e le varie limintazioni sociali, anche se consapevoli della loro necessità. Eppure continuiamo a dimenticare che molte persone combattono da sempre una battaglia quotidiana e silenziosa di cui non si sa abbastanza.
È il caso di Alessandro che combatte per avere una vita serena anche con uno stile di vita molto propositivo: “Lavoro come tecnico di impianti fotovoltaici, sono appena diventato papà e pratico sport da sempre. Giocavo a calcio (anche se lo sconsigliavano per le possibili complicazioni di salute) poi ho fatto pugilato e molte gare di resistenza fisica e da qualche anno vado in canoa - sin dalle prime parole è chiara e forte la sua determinazione – già da ragazzino sognavo di arrivare in Croazia via mare ma non ci ho mai pensato sul serio, poi a febbraio di quest’anno un altro ricovero. Ne sono uscito ancora ma a 34 anni comincio a subire seriamente i problemi della malattia e mi son detto è arrivato il momento, ora o mai più.
La motivazione definitiva è arrivata quando ha capito di poter portare un messaggio:” ho sempre affrontato la malattia a testa alta, l’idea di vivere sotto una campana di vetro non è mai stata una soluzione, per questo lo sport quando mi veniva sconsigliato, per questo le gare quando mi veniva richiesta cautela, ma non tutti i malati di Fibrosi hanno questa fortuna. Solo recentemente l’attività sportiva è entrata a far parte del protocollo di cura ma finalmente è arrivata la novità che può cambiare la vita delle persone: è stato approvato l’utilizzo del Trikafta, un farmaco potenziatore di vitamina che elimina il difetto genetico all’origine di tutto. È un’arma potentissima, molti potrebbero curarsi. Così ho deciso di lottare ancora, di pagaiare perché tra la possibilità di guarigione e la guarigione effettiva non permanga ancora un mare invalicabile”.
Ma il farmaco sembra avere un costo proibitivo. Sfiora i 300.000 dollari annui per paziente: “Per questo attraverserò l’Adriatico in Kayak. Voglio che questa vicenda sia conosciuta, vorrei che il farmaco diventasse accessibile a tutti. Non dovremmo ridurre la qualità della vita di molte persone ad una questione economica”.
“Sarà una grande sfida e avrò bisogno di molti consigli – riconosce Alessandro – infatti parlo ancora spesso di tentativo perché non ho la più pallida idea di come poter fare ma ho appena ricevuto una bellissima notizia: Antonio Rossi e Daniele Scarpa (canoisti vincitori della finale olimpica K2 1000 di Altanta 1996 nella gara indimenticabile anche per la telecronaca di Galeazzi) mi aiuteranno a preparare la traversata. Mi stanno già dando consigli per migliorare la tecnica e potrebbero essere i miei illustri accompagnatori, supportandomi anche i giorni della traversata. Poter condividere con loro questa sfida è un’emozione indescrivibile, sono dei campioni eccezionali”.
La LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica) e la LIFC Marche sono già entusiasticamente al fianco di Alessandro come molte altre rappresentanze territoriali. Anche il Sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, si è dimostrato attento ed interessato a supportare la sfida.
Alessandro ha anche un altro buon motivo per mettersi in gioco ancora una volta: “Dopo aver abbandonato lo sport sono stato molto male e l’unica cosa bella di quel periodo è stata la nascita di mio figlio, vorrei dargli un esempio, vorrei raccontargli questa storia per dire che nella vita i problemi vanno affrontati con coraggio e che è giusto battersi con tutte le proprie energie e possibilità per ciò che ci sta a cuore – e prosegue scherzando – agli inizi pensavo ad una partenza in stile armata Brancaleone con una canoa giocattolo e pochissime possibilità di arrivare in Croazia ma ora la vicenda sta interessando molti e ne sono davvero felice, sarebbe stupendo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia e sulle nuove possibilità di cura”.
A fine giugno o inizio luglio il Kayak di Alessandro staccherà la costa Civitanovese: “mi sto allenando, dovrò programmare giorno, notte, cibo, riposo e prepararmi a tutte le eventualità”.
Non resta che tifare per Alessandro Gattafoni e seguire la preparazione con l’hashtag #roadtocroazia, da costa a costa con lui perché la “malattia invisibile” smetta di essere tale per chi può davvero aiutare a curarla.
La sfida con il mare
È solo un mezzo
Per arrivare ad una destinazione
Un obiettivo
Sconfiggere ed abbattere
Tutte le barriere
Della nostra vita
[Sandra Truccolo - Campionessa paralimpica e moglie del canoista Daniele Scarpa]
Roberto Acquaroli, parrucchiere e tricologo, continua a mettere le sue mani sui capelli di attori, artisti e personaggi del mondo dello spettacolo, cinema, teatro e lirica. Anche in questo periodo dove tutto sembra sospeso dal Covid, la sua fama di acconciatore lo porta in giro per set cinematografici.
L’ultimo lavoro, terminato da poco, lo ha condotto dietro le quinte del nuovo lavoro dei Mannetti Bross “Io e Spotty”, la nuova produzione Mompracem, con la regia di Cosimo Gomez.
Il film è stato girato in un mega attico di Bologna con un cast molto selezionato.
"Ho dovuto lavorare da solo a causa della pandemia - ci racconta Roberto Acquaroli -. Sul set poteva starci solo chi lavorava. Quando si è girato in notturna, sono arrivati i controlli per assembramento e coprifuoco, ma era tutto in regola e c’erano tutti i permessi".
L’Hair Stylist e formatore coiffeur marchigiano ha curato l’acconciatura della mitica Paola Minaccioni.
"Lungi da essere banale, questa ragazza romanesca emana una semplicità dietro la quale si nasconde una qualità comica palpabile – continua Acquaroli -. Volto televisivo, ancor prima che cinematografico è nota al grande pubblico per la sua comicità. Ho avuto il piacere di pettinare l’attrice Michela De Rossi, già apprezzata interprete in The Many Saints of Newark (2020), La terra dell’abbastanza (2018) e I topi (2018) e il giovane Filippo Scotti, che ha al suo attivo tanto teatro, cortometraggi, film e televisione".
Durante il Festival del Cinema di Venezia è stato in laguna per stringere nuove collaborazioni nel mondo dello spettacolo. L’hair stylist che vuole essere al passo con i tempi non si occupa solo di passerelle e servizi fotografici.
La figura del parrucchiere è molto importante anche nelle produzioni cinematografiche e teatrali. Acquaroli, che ha iniziato da piccolo in un salone di Trodica di Morrovalle da tempo è responsabile del trucco di molti eventi nazionali e internazionali di lirica, di produzioni cinematografiche e spettacoli in generale. Inoltre ha curato l’apertura di prestigiosi saloni di bellezza all’estero.
"Fare l’hairstylist per cinema e teatro richiede una grande conoscenza storica e costumistica - spiega Roberto Acquaroli - Inoltre, alla propria abilità, va unita una grande empatia per poter rendere reale ciò che registi e costumisti immaginano. Ciò non significa tradurlo necessariamente con un’acconciatura storica, quanto piuttosto trasmettere attraverso l’immagine del capello una specifica sensazione allo spettatore, significa entrare in un mondo parallelo a quello della moda, dove non conta la tendenza, bensì ricostruire la realtà del quotidiano. È necessario fare ricerca per ricostruire uno storico: sia nel cinema sia nel teatro è utile studiare l’opera e imparare a caratterizzare i vari personaggi anche attraverso i capelli".
Elio Brusamento, il camminatore solitario che gira l'Italia a piedi e in totale percorrerà 13mila chilometri, lascia l'Abruzzo e arriva nelle Marche.
Questo personaggio unico, un alpino padovano 69enne, sta tornando a piedi a Udine, dopo essere partito il 25 aprile del 2019, dalla zona di confine di Trieste. Ad accompagnarlo uno zaino rosso in spalla, da 25 chili, che - in caso nessuno dovesse generosamente ospitarlo per la notte - costituisce il suo riparo per la notte.
Nel percorso marchigiano toccherà Monteprandone, Montefiore dell'Aso, Fermo, Montecosaro, Loreto e Ancona.
Elio arriva dalla Sicilia, quindi ha percorso la Calabria ionica, la Basilicata, poi la Puglia, mettendosi alle spalle più di 7000 chilometri.
Dopo la partenza aveva lasciato il nord d'Italia, scendendo per il litorale tirrenico. Una puntata in Sardegna e poi ancora più a sud fino a raggiungere, procedendo la costa occidentale, il Mezzogiorno.
Brusamento è anche diventato testimonial volontario dell'Associamone Sclerosi Tuberosa (Ast). E' stato accolto generosamente da parrocchie, conventi, sindaci, associazioni di pubblica assistenza e senza dubbio da club di alpini che sono presenti ovunque.
"Una grande esperienza - dice il podista veneto - sono certo che crescerà la mia accoglienza anche nelle Marche. Le gambe reggono e ringrazio tutti coloro che mi aiutano”.
Graditissima sorpresa questa mattina a San Ginesio. Malika Ayane, la cantautrice recentemente protagonista all'ultimo Festival di Sanremo con la canzone "Ti piaci così", ha visitato il borgo accompagnata dal Sindaco Giuliano Ciabocco e dall'assessore Giordano Saltari.
Malika è stata ospite - intorno all'orario di pranzo - del Centro "Wabisabiculture" gestito da Serenella Giorgetti e Ricky e reso celebre dalla partecipazione all programma "Quattro Hotel" condotto dallo chef Bruno Barbieri.
Primo cittadino e assessore ginesini, al termine del giro turistisco del paese, hanno dato nuovamente appuntamento alla cantante per il prossimo mese di agosto, quando si spera di averla come ospite alla "Festa della Pace".
Dante Ferretti firma la direzione artistica di Scenaria il primo Festival internazionale dedicato alla scenografia che nasce a Macerata, sua terra natale.
Un viaggio dedicato alla creazione degli spazi diretto dal più grande Maestro italiano nell’Olimpo dalla scenografia mondiale con tre Premi Oscar vinti per la scenografiadi The Aviator di Martin Scorsese (2005) Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street di Tim Burton (2008) Hugo Cabret, regia di Martin Scorsese (2012).
“La scenografia è arte abitata, è la rappresentazione di un mondo – ha dichiarato Dante Ferretti – mi fa piacere aver ispirato e partecipare al progetto Scenaria, il primo Festival che si occupa di scenografia nei vari settori. Sono felice inoltre che prenda il via proprio dalla mia città natale, Macerata. Spero che la scenografia possa essere il mezzo per una rinnovata stagione delle arti."
Un Festival che si propone di far conoscere l’arte magica della scenografia in tutte le sue forme artistiche, da quelle storiche artigianali a quelle tecniche, fino ad arrivare alle ultime innovazioni tecnologiche e spettacolari dei grandi allestimenti cinematografici, teatrali e televisivi.
Scenaria nel 2022 assegnerà un premio per la migliore scenografia nei settori cinema, teatro e televisione e un riconoscimento dedicato ai giovani studenti.
“È con un profondo senso di orgoglio che il Comune di Macerata ha accolto Scenaria - ha affermato il Sindaco di Macerata Sandro Parcaroli – un grande progetto che coinvolge il territorio nel nome dell'arte della scenografia. Macerata saprà essere punto di riferimento per questa nobile arte, le cui radici sono ben piantate, oggi come ieri, nella storia della nostra città.”
Negli anni la scenografia ha ricoperto sempre di più un ruolo sostanziale in tutto il mondo artistico, dal teatro all’opera, dal cinema alla televisione, nata da un’idea dall’artista Mauro Mazziero, Scenaria si pone l’obiettivo di mettere a confronto i grandi scenografi e promuovere i giovani talenti.
“Scenaria è il racconto dello spazio che si fa arte, il luogo che da sfondo diviene elemento importante nella vita dell’uomo - ha spiegato Mauro Mazziero, Presidente di Scenaria - Lo spazio e i suoi autori diventano così protagonisti di storie e processi creativi che acquistano un valore autonomo rispetto ai contenuti di film e spettacoli.”
Scenaria apre la sua attività con la presentazione del corto documentario "Marche una terra di scenografi", visibile sul sito www.scenariafestival.it, un viaggio ispirato da Dante Ferretti e dedicato ai grandi protagonisti della scenografia di ieri e di oggi della terra cento teatri, diretto dal regista Tommaso Malaisi, a cura di Cristina Tilio, accompagnato dalla voce di Luca Violini, realizzato con la consulenz dell’Assessore alla Cultura del Comune di Macerata Katiuscia Cassetta, David Miliozzi, Federico Lelli Ferretti e Renata Lelli Ferretti.
Una Regione che ha dato i natali a tanti scenografi ch e dal 1600 ad oggi hanno fatto la storia del teatro, del cinema e della televisione italiana, tragli ultimi più noti ricordiamo Carlo Cesarini da Senigallia, autore delle più famose scenografie televisive degli anni 50 come Studio Uno o Canzonissima, Mario Garbuglia, vincitore di numerosi David di Donatello e Nastri d'Argento per le scenografie di grandi film tra cui Il Gattopardo, Rocco e i suoi Fratelli, La grande Guerra, e Ferdinando Scarfiotti, premio Oscar nel 1988 per la scenografia de L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci.
Alla scoperta di questa antica arte i racconti e le visioni dei personaggi che lavorano oggi nel mondo del teatro, del cinema e della scenografia moderna, legati dall’amore per la regione Marche, dove sono nati o dove hanno lavorato con grande successo e scelto di vivere tra cui Giancarlo Basili, Franco Malgrande, Raffaele Curi, Giancarlo Colis, Henning Brockhaus, Benito Leonori, Pierfrancesco Giannangeli, Anton Giulio Mancino, Enrico Pulsoni e Emanuele Scorcelletti.
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“Art Director” o in alternativa “Decor Designer”, traslitterabile come “artista dalle numerose competenze in grado di coordinare più figure in più campi d’azione”: così si presenta Elisa, in arte Lizzie. In dirittura d’arrivo per la tanto sospirata laurea di specializzazione, porta con sé un bagaglio decennale di esperienze che spaziano dal fashion design alla decorazione artistica. Conosciamola meglio.
Parliamo un po’ delle tue creazioni: da dove trai maggiormente ispirazione?
Inizialmente la mia ispirazione era il mondo musicale, in particolare quello cosiddetto “underground” in cui sono cresciuta e che mi porterò sempre dietro. In seguito, poco alla volta, è subentrata la mia passione per la moda: credo infatti che quest’ultima sia lo specchio della società, una società in cui tutto diventa moda, persino l’andare controcorrente è considerabile come moda. Perché colui che indossa un abito che verrà fotografato e visto da milioni di persone è definito “modello”? Perchè diventerà un modello che rispecchierà un’intera società.
Ora invece sono io la mia ispirazione, prendere me stessa è come prendere uno scheletro di un qualsiasi corpo umano e utilizzarlo come specchio del mondo: in mancanza di stimoli esterni ti trovi da solo con te stesso, e se in precedenza mi rinchiudevo per rappresentare il mondo ora è il contrario, mi apro per essere da stimolo anche per altri, in modo che chiunque si possa rispecchiare.
Come stai vivendo questo periodo di chiusura forzata?
È molto difficile, impossibile negarlo; soprattutto per chi come me fonda il proprio lavoro sulla praticità, che si tratti di decorazione o makeup e acconciature. Tuttavia non impossibile.
Parliamo quindi della necessità di reinventare sé stessi e il proprio lavoro cercando di destreggiarsi tra le restrizioni.
Per quanto riguarda il mio percorso artistico, da diversi anni ho iniziato ad approfondire le mie competenze grafiche con programmi che permettono di disegnare direttamente al computer, e questo mi ha dato il grande vantaggio di sapermi relazionare con un’interfaccia digitale. Mi sono dovuta reinventare per rendere fruibili le mie creazioni attraverso i social network: se prima si trattava di produzioni materiali, che si trattasse di dipinti o stampe, ora che non è possibile esporre “dal vivo” costituiscono una vetrina che permette di raggiungere chiunque, anche individui che normalmente non frequenterebbero mostre o fiere d’arte, con immagini digitali. Certo, non ho abbandonato la produzione a livello pratico, ma ho trovato altri sbocchi: ad esempio alcuni miei lavori sono stati selezionati per essere stampati su articoli di vestiario.
Prima e dopo il Covid: che ne pensi della tendenza di dividere la propria storia in due come se fosse un trauma?
Effettivamente si tratta di un evento traumatico a tutti gli effetti, ma c’è da specificare che viviamo tutti nel ricordo da sempre, solo che se prima si trattava di chiacchiere da bar e semplici pretesti per commentare eventi passati, ora questa tendenza sta diventando più palese e sentita, come se al momento non stessimo vivendo una vita vera.
Lo scopo dell’arte è cercare di scardinare questa idea. È necessario quindi sensibilizzare la popolazione ad una cultura artistica in modo che la possa riconoscere nel proprio quotidiano.
L’uomo non è fatto per stare in gabbia, e ciò che ci fa sentire ingabbiati ora non sono le quattro mura di casa, ma il fatto di non avere possibilità di scelta. Per noi giovani questo è ancora più difficile da sopportare: se noi siamo il futuro abbiamo bisogno di voci, e l’arte in tutte le sue forme è la nostra voce.
Questa mattina è stato inaugurato lo 'Spazio dell'Abbraccio' alla Casa di Riposo di Mogliano.
"Uno spazio tutto dedicato agli incontri fra gli ospiti e i loro familiari, completamente accessibile ai disabili in carrozzina, un grande divisorio con specchiature vetrate e tamponature in legno, arredato con tavoli e sedie, tutto gentilmente donato dalla proprietà dell’immobile “ la Maestà “ a cui va il più sentito ringraziamento da parte dell’Amministrazione - illustra in una nota il Comune di Mogliano - Lo Spazio dell'Abbraccio è stato allestito al fine di realizzare un luogo in cui gli ospiti della Casa di Riposo potessero tornare ad incontrare i propri familiari in tutta sicurezza. I familiari che intendono usufruire del servizio possono prenotarsi chiamando alla struttura".
Una Pasqua all'insegna della solidarietà per i volontari dell'Associazione Volontaria Onlus Macerata Soccorso, che oggi si sono presentati al centro vaccini di Macerata, in via , con uova pasquali e dolci a destinare, come ringraziamento a tutto il personale sanitario che in questo periodo si sta impegnano alla buona riuscita del servizio vaccini.
Questa mattina, a sorpresa, anche l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini ha fatto visita al centro vaccinale di Macerata, esprimendo la propria vicinanza e riconoscenza verso quegli operatori che - con abnegazione e professionalità - stanno portando avanti il loro lavoro anche nel giorno di Pasqua, affinché la vaccinazione viaggi in maniera più spedita possibile.
Camerino è una città le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in epoche più recenti ci sono tracce in letteratura di accordi stipulati tra Camerino e Roma, ciò testimoniava una grande forza politica di Camerino tale da poter giungere a simili patti con Roma.
La città ducale è per lungo tempo stata anche legata ai da Varano che hanno governato per molto in questa città, dominio interrotto da Cesare Borgia, detto il Valentino.
In questo momento storico chi visita la città di Camerino, può fare sia del turismo naturalistico, che culturale che gastronomico; per avere informazioni dettagliate di questo si può consultare il seguente sito: cliccate qui
Fu poi capoluogo dell’antica marca di Camerino, ed entrò infine a far parte dei possedimenti della Chiesa.
Nel mio tour fotografico sono partito da San Venanzio, mi sono inerpicato per le vie fino a piazza del Duomo ove a tenermi compagnia c’era la statua di Sisto V. Da lì mi sono spinto verso via Camillo Lilli, ove la strada è interrotta.
Recatomi poi in Santa Maria in Via ho trovato l'atmosfera di una città ferita a causa della zona rossa conseguente al sisma 2016. I numerosi danni provocati dalle scosse si possono vedere, peraltro, in tutta la città.
Mi sono poi spostato alla rocca del Borgia dove ho trovato panorami di profonda e maestosa bellezza.