La tenacia della comunità cristiana non ferma la Settimana Santa a Treia dopo il sisma
L’inagibilità di gran parte delle chiese cittadine non ferma la devozione e la tenacia della tradizione
Nonostante gli eventi sismici che hanno reso inagibile anche la Cattedrale della SS. Annunziata di Treia, sede secolare delle funzioni della Settimana Santa, la Confraternita del Preziosissimo Sangue e i Sacerdoti della Cattedrale hanno voluto, con rinnovata devozione in questo particolare anno, celebrare i riti del Venerdì Santo, ovvero il giorno della passione e della morte di Cristo sulla croce, riproponendo gli episodi cruciali della Passione.
Le scosse sismiche hanno reso inagibili quasi tutte le chiese treiesi, dal complesso monumentale del Santuario del SS. Crocifisso alla chiesa di San Francesco, da San Michele alla chiesa di Santa Chiara e San Girolamo. L’unica chiesa cittadina treiese agibile oggi è San Filippo, un bellissimo monumento che contorna la caratteristica piazza della Repubblica: San Filippo sostituisce a pieno tutte le funzioni della Cattedrale.
Pur essendo di superficie inferiore alla Cattedrale, la Confraternita del Preziosissimo Sangue, fondata nel 1826 ed oggi rinfrancata di moltissimi giovani, ha voluto riproporre tutta la cerimonia del Venerdì Santo come quella che si svolgeva da secoli in cattedrale: sull’altar maggiore è stato riproposto “il calvario” dove è stato inchiodato alla croce il simulacro ligneo del Cristo morto risalente probabilmente al XIX secolo e dove al termine delle solenni “tre ore” è stato schiodato e adagiato sulla lettiga imbandita di drappi viola per l’adorazione dei fedeli.
A partire dalle ore 21:00 si è svolta la rituale processione che si è snodata per le vie del Centro Storico, partendo da Piazza della Repubblica, passando per l’Ospedale di Treia, i Giardini di San Marco e lungo la circonvallazione, estendendosi per oltre 3 km. La suggestiva processione, come in molte altre realtà marchigiane, ha visto il trasporto del feretro, costituito da un ottocentesco carro funebre in legno, rivestito di un drappo di velluto viola arricchito di fregi in fili d’argento, contenente l’immagine del Cristo morto, per le strade della Città.
La tenacia della comunità cristiana non ha voluto rinunciare alla celebrazione di queste secolari funzioni: tutte le cerimonie che gravitano intorno all’antico “fenetre” sono alcune delle tradizioni più sentite dalla comunità treiese che in questo periodo si stringe con particolare sentimento intorno alle attività della Confraternita del Preziosissimo Sangue. Infatti già a partire dal Mercoledì Santo comincia la certosina attività preparatoria per l’allestimento di tutte le manifestazioni con la preparazione della scenografia del calvario e del feretro, i cui segreti di montaggio sono tramandati negli anni da generazione in generazione, ed i cui materiali (statue lignee e di cartapesta, ornamenti, drappi, pizzi, legni, ecc. rigorosamente originali e ottocenteschi) sono gelosamente conservati e manutenuti con cura dai decani della procedura.
Non mancano inoltre i tradizionali simboli della Passione anch’essi legati alla secolare tradizione e meticolosamente posizionati: la Madonna Addolorata, la Maddalena, San Giovanni, le lance dei Soldati del Sinedrio, il gallo simbolo del tradimento, la colonna dove fu legato Gesù e i dadi con cui i soldati si giocarono le sue vesti, il velo con l’immagine della Veronica, nonché le scale, le tenaglie, il martello, e i chiodi della crocifissione.
Negli anni scorsi al rientro della processione in cattedrale, i fedeli trovavano sull’altare una imponente croce illuminata che prefigurava la risurrezione dopo le sofferenze della Passione. In questa nuova situazione post-sisma la croce è stata posizionata sulla facciata della chiesa di San Filippo e la celebrazione conclusiva si è tenuta all’aperto in piazza.
Tra le curiosità treiesi, è uso, prima della processione, mettere una scatola di spilli sotto il capezzale del cristo morto, vicino la corona di spine. Al termine della stessa un confratello li distribuisce ai fedeli quale oggetto taumaturgico da attaccare sui vestiti.
Veder tanti volontari che al di fuori dell’orario di lavoro hanno organizzato il cantiere per la realizzazione del Calvario dove il Venerdì Santo si celebrano le “tre ore” con il culmine nella suggestiva cerimonia della “schiodazione del Cristo” e l’allestimento del feretro per la processione, rendono doverosi i ringraziamenti della comunità cristiana treiese alla Confraternita del Preziosissimo Sangue: è la conferma che il buon volontariato è in grado di risollevare il mondo anche da calamità come il terremoto.
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