L'allarme è stato lanciato, intorno le 14.15, dai compagni di avventura. Stando a una prima ricostruzione, una donna era alla guida di un quad sul sentiero naturalistico delle Lame Rosse quando, per cause da accertare, è uscita di strada precipitando in un dirupo.
Sempre secondo le prime informazioni raccolte, la donna avrebbe violentemente urtato con il viso procurandosi un serio trauma facciale.
Sul posto sono arrivati immediatamente i vigili del fuoco, grazie anche al nuovo presidio antincendio di Fiastra, e gli uomini del soccorso alpino oltre al 118. Data la posizione impervia, i scoorsi hanno impegnato più di un'ora per recuperare la donna. Successivamente la persona ferita è stata affidata alle cure dei sanitari.
Auto travolge uno scooterista e si allontana. È accaduto, questa mattina, intorno alle ore 10, lungo la strada Regina, in zona Santa Maria in Potenza nel territorio comunale di Potenza Picena.
In base a una ricostruzione, la persona alla guida della vettura, dopo l’impatto con il mezzo, ha proseguito la sua corsa.
Lanciato l’allarme, sono intervenuti sul posto i mezzi di soccorso del 118 che hanno trasportato lo scooterista all’ospedale di Torrette per accertamenti: le sue condizioni non sarebbero tuttavia gravi.
I carabinieri, giunti sul luogo, sono alla ricerca dell’automobilista che si è dato alla fuga dopo lo schianto e stanno ascoltando alcuni testimoni dell’incidente.
++ AGGIORNAMENTO 16 LUGLIO ++
"Dimostrando grande professionalità ed efficienza i carabinieri del Comando Stazione di Porto Potenza Picena, guidati dal maresciallo Alessio Alberigo, in poche ore sono riusciti a rintracciare ed identificare il conducente dell'auto pirata che nella tarda mattinata di sabato aveva investito uno scooterista lungo la Strada Regina, provocandogli lesioni tali da dover essere trasportato d'urgenza all'ospedale regionale di Torrette".
A darne annuncio è il sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini, nel rivolgere un "plauso e un sincero ringraziamento per il loro consueto e prezioso lavoro a beneficio della collettività" alle forze dell'ordine.
Howlader Kamrul, diciottenne bengalese residente a Montefortino, è scomparso da sabato 8 luglio dalla casa dove vive facendo perdere le sue tracce
L'allarme è stato lanciato dal fratello che, non vedendolo rientrare e non riuscendo a raggiungerlo in nessun modo, ha allertato i carabinieri. Da qui la notizia è passata alla Prefettura di Fermo che, dopo i primi controlli, ha attivato il centro di ricerche a Montefortino
Alto 1 metro e 55, occhi e capelli scuri, al momento della scomparsa indossava una maglietta a maniche corte di colore nero, pantaloncini corti di colore nero e scarpe da ginnastica di colore bianco come riferito dalle informazioni diramate dal Comune.
Sul posto squadre di Protezione civile, carabinieri di Montegiorgio, Soccorso Alpino e Vigili del fuoco che stanno battendo incessantemente le aree arrivando anche nei comuni limitrofi. Interessati anche i droni dei vigili del fuoco e un elicottero che ha sorvolato tutta l'area mentre il gruppo sommozzatori ha scandagliato il fondale del vicino Lago di Gerosa.
Domani arriveranno in appoggio i nuclei cinofili per un controllo ancora più approfondito, ma ad ora non è stato trovato nessun riscontro della presenza del ragazzo né è stato possibile ricostruire i movimenti dal momento della scomparsa visto che il cellulare è stato spento proprio in quel periodo.
Le ricerche probabilmente si estenderanno a macchia d'olio nei prossimi giorni sperando anche in qualche segnalazione di qualche cittadino che riuscisse ad avvistarlo avvisando il 112.
Si sporge troppo dal parapetto e fa un volo di circa 5 metri: uomo soccorso in eliambulanza. È quanto avvenuto questa mattina, intorno alle 9, all'altezza del parapetto sovrastante il canale Genica, a Pesaro.
L'uomo, un anziano, ha riportato diversi traumi visto che in questo periodo dell'anno il canale è in secca. Sul posto è immediatamente intervenuta una squadra dei vigili del fuoco, che è scesa nel canale - congiuntamente al personale del 118 - raggiungendo l’uomo per le prime cure, mentre sopra il personale con l'autoscala organizzava il recupero del malcapitato con la barella speleo. Il ferito è stato poi trasportato in eliambulanza all'ospedale regionale Torrette di Ancona in codice rosso.
Una assurda tragedia ha colpito la località di San Biagio di Osimo nella serata di giovedì. Tutto nasce da una chiamata ai carabinieri di Osimo per segnalare che una coppia di anziani era irreperibile. I nipoti, che abitano in altre città, avevano tentato inutilmente di mettersi in contato con loro, senza, tuttavia, ricevere alcuna risposta.
Sul posto il 118 e i carabinieri che, non riuscendo ad accedere in casa, hanno chiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Una volta dentro hanno trovato i corpi dei due anziani, uno in bagno e l'altro sulle scale interne dell'abitazione.
Con tutta probabilità, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, il marito 80enne avrebbe accusato un grave malore in bagno chiamando aiuto.
La moglie 77enne, con difficoltà deambulatorie, avrebbe tentato di raggiungere il marito al piano inferiore aiutandosi con il bastone, rovinando, però, sulle scale e morendo sul colpo. Una tragica fatalità, quindi, alla base della morte dei due coniugi: accertato il decesso per cause naturali.
Nell’ambito di un servizio antidroga svolto a Macerata, nella giornata di ieri i poliziotti della Squadra Mobile hanno arrestato un cittadino nigeriano (43 anni, residente nelo stesso capoluogo e disoccupato) in flagranza dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché lesioni e resistenza a pubblico ufficiale commesse nei confronti degli agenti intervenuti al momento del controllo.
L’attività investigativa, coordinata dalla locale Procura, trae origine dal monitoraggio di un soggetto nigeriano, in quanto dedito allo spaccio di eroina nelle zone centrali di Macerata. In particolare, l’uomo è stato intercettato ieri mattina dai poliziotti in borghese e pedinato mentre, con fare sospetto, percorreva a piedi viale Don Bosco, provenendo dalla stazione, in direzione del centro storico.
Gli investigatori della Squadra Mobile, senza perderlo mai di vista, hanno infine deciso di fermarlo all’altezza del civico 31 di quella via, avendo motivo di ritenere che potesse trasportare della droga. Al momento del controllo, il 43enne ha cercato di divincolarsi e scappare, opponendo resistenza nei confronti degli agenti e cercando di disfarsi di una dose di eroina che aveva in bocca (poi recuperata).
Ne sono derivati attimi di concitazione, sotto gli occhi di passanti e residenti, al termine dei quali l'uomo è stato contenuto e accompagnato in ospedale, essendo riuscito a deglutire 4 dosi di droga nascoste in bocca (come confermato dalla successiva tac cui è stato sottoposto), poi espulse al termine del trattamento sanitario.
La successiva perquisizione, eseguita a casa del 43enne, ha permesso inoltre di recuperare altre 29 dosi di eroina dello stesso tipo di quelle trasportate, oltre a denaro contante (poco più di 1000 euro), suddiviso in piccoli tagli e materiale per confezionare e pesare la droga.
L'uomo, una volta dimesso dall’ospedale, è stato accompagnato presso il carcere di Monteacuto, a disposizione della autorità giudiziaria.
Dopo le dichiarazioni rilasciate alla trasmissione "Chi l'ha visto" , nel suo primo giorno di uscita per permesso premio dal carcere di Bollate, nel Milanese, il tribunale di Sorveglianza di Milano ha revocato tutti i 15 permessi già concessi fino a ottobre a Salvatore Parolisi, condannato in Cassazione a vent'anni per l'omicidio della moglie Melania Rea.
ìCome riferisce l’Ansa, secondo il magistrato di sorveglianza di Milano Rosanna Calzolari, dicendo di essere stato condannato a vent'anni perché non c'erano prove, criticando la sentenza, parlando di moglie e amante e facendo una serie di osservazioni, ha dimostrato di non aver "compreso il significato e la valenza" dei permessi premio che sono parte di "un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto".
Si tratta di parole da parte di Parolisi che hanno fatto indignare la famiglia Rea, seguita dall'avvocato Mauro Gionni. Lo scorso 12 aprile, dopo 12 anni di carcere, il tribunale di sorveglianza aveva concesso all'ex militare la possibilità di uscire dal carcere una volta a settimana fino a ottobre.
Ma "la gravità delle esternazioni e l'assenza di consapevolezza" ha fatto revocare i permessi per "stimolare una approfondita riflessione".
Il Tribunale di Macerata, con sentenza dello scorso 11 luglio, ha respinto la domanda avanzata dall’Azienda Agricola Roberto Bernardi di Matelica, assistita dal legale Simona Nasso, nei confronti dell’Ambito Territoriale di Caccia Macerata 1, assistito dall’avvocato Michele Ponzelli e finalizzata ad ottenere il risarcimento dei danni provocati dai cinghiali alle proprie coltivazioni.
"Il Tribunale di Macerata - spiega il presidente dell’ATC provinciale Franco Lardelli - rifacendosi ad un principio ribadito dalla Corte di Cassazione, ritenendo meritevole di tutela la protezione della fauna selvatica al pari dei diritti dei proprietari delle aree coltivate, ha sancito che questi ultimi, qualora subiscano danni provocati dalla selvaggina, possano avere diritto ad un "contributo a titolo di indennizzo, non predeterminato e comunque stabilito entro un tetto massimo, nei limiti della disponibilità del relativo fondo regionale, e non al risarcimento del danno“.
Alla luce della suddetta sentenza la pretesa risarcitoria dell’Azienda Agricola pari a oltre 40.000,00 euro è stata rigettata con condanna della stessa al pagamento delle spese legali sostenute dall’Ambito Territoriale di Caccia Macerata 1.
Tutti gli imputati assolti, con l'eccezione di alcune prescrizioni dichiarate, nel processo ad Ancona per le cosiddette spese facili in Consiglio regionale.
Dopo una camera di consiglio durata oltre dieci ore la presidente del Tribunale ha pronunciato il verdetto: le formule di assoluzione sono perché il fatto non sussiste, per un caso perché il fatto non costituisce reato, mentre per alcuni capi d'imputazione è stata dichiarata la prescrizione.
Tra gli imputati assolti con formula piena il sindaco di Ancona Daniele Silvetti, l'attuale presidente del Consiglio regionale Dino Latini, il sindaco di Loreto Moreno Pieroni e il deputato Mirco Carloni, il commissario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli, tutti consiglieri regionali, all'epoca dei fatti tra il 2008 e il 2012.
Stessa formula per Luca Acacia Scarpetti, Fabio Badiali sindaco di Castelplanio, Raffaele Bucciarelli, Gianluca Busilacchi, Giuseppe Canducci, Adriano Camela, Adriano Cardogna, Graziella Ciriaci, Giancarlo D’Anna, Sandro Donati, Massimo Di Furia, Paolo Eusebi, Elisabetta Foschi, Enzo Giancarli, Paola Giorgi, Sara Giannini, Marco Luchetti, Maura Malaspina, Luca Marconi, Enzo Marangoni, Francesco Massi Gentiloni Silveri, Erminio Marinelli, Almerino Mezzolani, Giulio Natali, Rosalba Ortenzi, Fabio Pagnotta, Paolo Perazzoli, Paolo Petrini, Giuseppe Pieroni, Mirco Ricci, Angelo Sciapichetti, Gino Traversini, Umberto Trenta.
Il collegio penale, presieduto dalla giudice Edi Ragaglia, ha deciso il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per alcuni reati per gli imputati Massimo Di Furia, Franceso Massi Gentiloni Silveri, Sandro Dondati e Mirco Ricci.
Non doversi procedere perché già processati per gli stessi reati in altri capi d’imputazione per Massimo Di Furia, Francesco Massi Gentiloni Silveri ed Enzo Marangoni. Il processo delle spese pazze stentava a decollare per rinvii, difetti di notifiche ed eccezioni presentate dalle difese degli iniziali 55 imputati.
La vicenda inizia a febbraio del 2015, con la notifica della conclusione delle indagini a firma dei pm Ruggiero Dicuonzo e Giovanna Lebboroni, che all’epoca arrivò a 66 persone, quando a capo della procura dorica c’era ancora Elisabetta Melotti. Il 12 settembre del 2016 l’allora gup Francesca Zagoreo pronunciò sentenza di non doversi procedere per tutti gli imputati.
Per alcuni ex consiglieri scongiurato l’incubo della legge Severino: se condannati, ad esempio, i primi cittadini di Ancona e Loreto sarebbero stati sospesi.
Scontro in contrada Mozzavinci, a Macerata, tra un’auto e un furgone, intorno alle 18 del pomeriggio di oggi. Due le persone ferite: il più grave è un 80enne trasferito a Torrette. Per cause in corso di ricostruzione da parte delle forze dell’ordine, una Volkswagen Polo e un furgone Doblò sono entrati in collisione.
Violento l’impatto, a tal punto che entrambe le vetture sono finite fuoristrada. Il furgone è rimasto in bilico su una fiancata, mentre l’auto è ha concluso la sua corsa in una scarpata.
Lanciato l’allarme, sul posto sono tempestivamente intervenuti i mezzi di soccorso del 118 e dei vigili del fuoco. I sanitari, dopo le prime cure del caso, hanno trasportato l’80enne al volante della Polo all’ospedale di Torrette, mentre il conducente del furgone è stato trasferito in ambulanza al nosocomio di Macerata. Per i rilievi procedono gli agenti della polizia locale.
Incidente stradale, oggi pomeriggio intorno alle ore 14,30, in viale Giacomo Matteotti, nel centro urbano di San Severino Marche, all’altezza dell’ingresso del giardino pubblico “Giuseppe Coletti”.
Per cause in corso di accertamento da parte della polizia locale, una Fiat Sedici di proprietà del Comune di Matelica, che procedeva in direzione della stazione ferroviaria, è entrata in collisione con un fuoristrada Jeep Patriot, che percorreva la stessa strada in direzione opposta.
Lo scontro ha fatto carambolare il primo dei due mezzi, sul quale viaggiava il primo cittadino matelicese Massimo Baldini che ne era alla guida, facendolo finire su di un fianco. Per lui, fortunatamente, solo ferite lievi anche se i soccorritori hanno preferito trasferirlo all’ospedale di Camerino per controlli.
Illeso il conducente dell’altro mezzo, un settempedano. Sul posto, insieme alla Polizia Locale, anche un’ambulanza e i vigili del fuoco.
Viola l'allontanamento dalla casa familiare per minacciare la compagna convivente. Per questo comportamento un cittadino ucraino è stato denunciato dai carabinieri della Stazione di Pedaso. È solo uno dei quattro episodi di maltrattamenti in famiglia, liti e atti persecutori, fermati negli ultimi giorni dai militari del Comando provinciale di Fermo al termine delle indagini preliminari. Interventi che hanno permesso di interrompere violenze e vessazioni e tutelare le vittime, tre donne e un anziano.
I fatti di Pedaso riguardano un pregiudicato di nazionalità ucraina, già denunciato per maltrattamenti in famiglia e allontanato dall'abitazione che condivideva con una connazionale; quest'ultima aveva ricevuto messaggi minatori dall'uomo che ha violato le prescrizioni contenute nel provvedimento. La sua posizione si è aggravata e la Procura di Fermo ha disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte a settimana.
Maltrattamenti in famiglia sono all'origine anche dell'intervento dei militari dell'Arma a Montegranaro (Fermo), dove una madre ha segnalato i comportamenti aggressivi e molesti del figlio che aveva chiesto con insistenza denaro alla donna arrivando ad aggredirla fisicamente.
Aggredito anche un pensionato di Falerone (Fermo) al culmine di una lite condominiale per futili motivi: l'anziano è stato colpito con un bastone da un uomo di Amandola, che gli ha causato lesioni guaribili in circa 10 giorni. L'aggressore è stato denunciato.
A Petritoli (Fermo), i carabinieri hanno interrotto gli atti persecutori che una donna subiva da un collega di lavoro. La situazione era già da tempo conosciuta alle forze dell'ordine: il questore di Fermo aveva già ammonito l'autore di tali atti di porvi fine: quest'ultimo ha però seguito la donna fino al domicilio in diverse occasioni.
Dopo la denuncia della vittima sono stati avviati accertamenti che hanno permesso di attivare il codice rosso, denunciare il collega di lavoro per atti persecutori e richiedere un aggravamento della sua posizione giudiziaria.
i carabinieri della stazione di Matelica e Castelraimondo hanno denunciato un uomo, 40enne pregiudicato napoletano, che ha tentato di vendere delle motoseghe evidentemente contraffatte riproducenti prodotti di note marche.
Gli utensili, sprovvisti dei talloncini di qualità e dei simboli “Ce” attestanti la genuinità del prodotto, erano stati proposti a Esanatoglia insospettendo i possibili avventori e le pattuglie presenti sul territorio.
I successivi controlli hanno portato al sequestro della merce e alla denuncia alla Procura della Repubblica di Macerata dell’uomo per tentata truffa, introduzione nello stato e commercio di prodotti falsi e ricettazione.
inoltre, in collaborazione con la polizia di stato, è scattato il foglio di via obbligatorio per il quarantenne che non potrà far ritorno per tre anni nei comuni del cratere.
Un giovane è caduto dal tetto di uno stabilimento nella zona industriale di Porto Sant'Elpidio ed è deceduto. La vittima è il 18enne Franco Mazelli.
Il fatto si è verificato nella mattinata di oggi e le circostanze per le quali è avvenuto questo drammatico incidente sono ancora al vaglio dei carabinieri che stanno ricostruendo i motivi per i quali il ragazzo si trovasse lì sopra, se stesse o meno lavorando, e se si sia verificato un cedimento della porzione di solaio che abbia causato la caduta.
Secondo le prime informazioni, il giovane è precipitato da un'altezza di circa dieci metri dal tetto di un'azienda. Sul posto sono arrivati i sanitari della Croce Verde di Porto Sant'Elpidio, ma il 18enne è deceduto a causa delle gravi ferite riportate. Era stata anche allertata l'eliambulanza del 118 che è atterrata in zona, ma per il giovane è stato vano ogni tentativo di rianimazione.
"Tutta la Confael si stringe alla famiglia del ragazzo di 18 anni che questa mattina è precipitato dal tetto di un capannone e ha perso la vita". Lo dice Domenico Marrella, segretario generale della Confael commentando l'ennesima morte bianca.
"Palazzo Chigi deve convocare immediatamente un tavolo di lavoro per prendere le misure necessarie - prosegue Marrella -. E deve confrontarsi con le sigle sindacali e con le associazioni datoriali, per elaborare delle strategie concrete. Perché siamo stanchi di promesse".
"Per noi la soluzione è una sola – spiega il Segretario Generale della Confael. - È necessario punire con il carcere i datori di lavoro che mettono a repentaglio la vita dei propri dipendenti, perché solo in questo modo si creerà un deterrente vero. La Confael ha già avanzato questa proposta con il manifesto politico che ha approvato nel corso del Direttivo Nazionale dello scorso maggio. Adesso è il momento di agire veramente. Altrimenti - conclude Marrella - resteremo qui a vedere i nostri figli morire".
Tragico ritrovamento nel primo pomeriggio di oggi a Civitanova Alta. Il corpo senza vita del 65enne Venanzo Nottolini è stato rinvenuto, intorno alle 16, in un canale di scolo situato in prossimità dell'ospedale cittadino.
A lanciare l'allarme sono stati degli operai che si erano recati sul posto per effettuare il taglio dell'erba. Il corpo è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione. Sebbene nessuna pista sia esclusa, nulla farebbe pensare ad una morte violenta.
Dato lo stato del corpo e la zona dove è stato ritrovato, il timore potesse trattarsi di Venanzo Nottolini (leggi qui), il sessantacinquenne che aveva fatto perdere le proprie tracce il 31 maggio allontanandosi dal Pronto Soccorso dell'ospedale civitanovese, si era avuto sin dai primi accertamenti. In serata è arrivata la conferma dell'identità della vittima.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche, che procedono alle indagini, i sanitari del 118 e i vigili del fuoco.
Beccata alla guida ubriaca, rivolge insulti ai carabinieri insieme a un'amica: denunciate una 24enne di Montecosaro e una 26enne di Tolentino. Il fatto è avvenuto nelle prime ore del mattino di lunedì 10 luglio in via dei Velini, a Macerata. L'auto è stata fermata per un controllo da un equipaggio del nucleo radiomobile dei carabinieri.
A bordo c'erano quattro giovani. Per i militari è apparso sin da subito chiaro come la conducente (24 anni di Montecosaro) palesasse l'inequivocabile sintomatologia di una pregressa assunzione di alcol e, pertanto, è stata sottoposta al test etilometrico. L'esito ha riportato un tasso superiore di oltre due volte il limite consentito per legge (1,03 g/l).
Durante la compilazione degli atti relativi alla contestazione dell'infrazione, gli animi si sono accesi tanto che l'equipaggio del nucleo radiomobile ha chiesto l'intervento di supporto di una pattuglia della stazione di Macerata.
Tra i passeggeri, una ragazza - la 26enne di Tolentino - che si è rivolta con atteggiamento aggressivo nei confronti di un carabiniere, pronunciando a voce alta frasi oltraggiose nei suoi confronti.
Vista la situazione, il capo equipaggio della pattuglia radiomobile ha cercato di calmare la ragazza e i suoi accompagnatori, ma nel mentre è intervenuta anche la conducente 24enne che, a sua volta, ha rivolto epiteti ingiuriosi all'indirizzo di un sottufficiale.
Per la giovane montecosarese - oltre alla denuncia per guida in stato di ebbrezza - è scattato il ritiro della patente. L'auto è stata invece affidata a un conoscente appositamente fatto giungere sul posto. Entrambe le ragazze sono poi state deferite per oltraggio a pubblico ufficiale.
I carabinieri della Stazione di Treia, al termine di attività d’indagine svolta in collaborazione con quelli della Stazione di Appignano, hanno denunciato in stato di libertà per porto abusivo di armi, esplosioni pericolose e minacce aggravate, un uomo 33enne di origini albanesi e residente ad Appignano.
La sera del due luglio scorso, infatti, la persona denunciata era alla guida della propria autovettura e si aggirava nella frazione Chiesanuova del comune di Treia, dove improvvisamente ha estratto la pistola, e l’ha puntata contro un passante. Non pago, l'uomo ha poi proseguito la marcia lungo le vie della frazione e dal finestrino ha esploso in aria alcuni colpi d'arma da fuoco.
Il gesto sconsiderato ha suscitato spavento e preoccupazione tra i passanti e i residenti. Numerosi cittadini hanno allertato, tramite l’utenza d’emergenza 112, la Centrale Operativa della Compagnia di Macerata che nell’immediatezza ha dirottato sul posto la pattuglia della Stazione di Treia i cui militari hanno acquisito i primi elementi per le ricerche dell’auto e hanno inviato gli accertamenti necessari a ricostruire la vicenda e a identificare il responsabile.
Nel corso del sopralluogo sui luoghi degli eventi, i carabinieri hanno rinvenuto tre bossoli di colpi a salve e il giorno successivo sono riusciti a identificare il presunto autore dei fatti. Nel prosieguo delle indagini, i militari hanno eseguito una perquisizione domiciliare e sul mezzo hanno trovato una custodia in plastica di una pistola scacciacani, automatica e calibro 8mm, unitamente a due bossoli di colpi a salve, uguali a quelli rinvenuti sul luogo dei fatti.
Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro. La pistola scacciacani in questione, invece, non è stata rinvenuta dai militari. L’uomo ha dichiarato di averla gettata in un campo subito dopo il fatto.
I carabinieri, successivamente, hanno convinto il 33enne a consegnare la pistola, portandola al Comando Stazione di Appignano dove è stata sequestrata.
Soccorso un uomo colto da malore, si sospetta a causa dell’assunzione di droga. Il fatto è avvenuto in un appartamento sito in via Roma, a Macerata.
L'allarme è stato lanciato dai familiari dell'uomo, attorno alle 13 della mattinata di oggi, quando lo hanno trovato in stato di incoscienza sulla sua camera da letto.
Sul posto sono prontamente intervenuti gli i sanitari del 118, che hanno provveduto a prestare le prime cure del caso all’uomo, un 40enne, che nel frattempo all'arrivo degli operatori aveva ripreso conoscenza.
L'uomo, successivamente, è stato trasferito all’ospedale di Macerata per ulteriori accertamenti. Sul posto la polizia per cercare tracce di eventuali sostanze stupefacenti e ricostruire quanto accaduto.
Un 40 enne settempedano è stato denunciato dalla polizia Locale della città di San Severino Marche alla Procura della Repubblica per il reato di danneggiamento dopo essersi reso protagonista, durante le feste padronali di giugno, di diversi atti vandalici in danno di 4 autovetture lasciate parcheggiate in alcune vie del centro urbano tra il piazzale della stazione, viale Bigioli e via San Michele.
L’individuo avrebbe rigato la carrozzeria delle autovetture in sosta. Ad essere presa di mira, di qui l’aggravante che è stata contestata al presunto responsabile del gesto per aver colpito un mezzo del patrimonio pubblico, anche un mezzo fuoristrada con le insegne della polizia locale.
Le altre autovetture prese di mira risulterebbero, invece, di proprietà di ignari cittadini, tutti settempedani, ai quali è rimasta la medesima amara sorpresa di vedersi le fiancate delle quattro ruote sfregiate senza motivo alcuno.
Peraltro il vandalo in alcuni casi non si sarebbe limitato a danneggiare una sola fiancata, ma si sarebbe accanito sulle carrotterzie tornando più volte sullo stesso obiettivo e colpendo, a più riprese, dal cofano anteriore a quello posteriore.
I filmati delle telecamere di videosorveglianza, unitamente ad alcuni servizi predisposti con agenti in borghese dalla polizia pocale, hanno permesso di fermare ed identificare il responsabile del gesto in poco tempo.
Il quarantenne deve rispondere del reato di danneggiamento, previsto dall'art. 635 del Codice Penale, per ogni singolo episodio per il quale si procederà avendo già raccolto al Comando della polizia locale diverse denunce querele in merito.
Di particolare utilità si sono rivelate le nuove telecamere ad alta definizione installate di recente che vanno a superare le 110 unità complessive (di cui 20 OCR), oltre alla particolare conoscenza del tessuto sociale da parte degli agenti della polizia locale di San Severino Marche.
Condannato per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della moglie. Il 3 luglio i militari della Stazione carabinieri di San Severino Marche hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione nei confronti di un uomo di 57 anni, originario del Marocco, già denunciato dagli stessi militari per evasione e condannato nel gennaio 2022 dal Tribunale di Macerata. Il 58enne si trovava in regime di detenzione domiciliare.
Con sentenza del 20 dicembre 2022, la Corte di Appello di Ancona lo ha condannato per il reato di maltrattamenti e lesioni aggravati nei confronti della coniuge, reato per il quale era stato denunciato dai carabinieri della locale stazione nel 2018. L'uomo, trasferito nel carcere di Fermo, dovrà scontare la pena residua di due anni e 6 mesi di reclusione.
Inoltre nell’ambito servizi coordinati finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti, due giovani sono stati segnalati alla Prefettura di Macerata come assuntore di stupefacenti. Controllati dai militari della Stazione di San Ginesio sono stati trovati in possesso di una dose di hashish e marijuana per uso personale.