Violenza sessuale di gruppo a Milano, il gip: "Incapacità di comprendere il disvalore delle proprie condotte"
Un grave episodio di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa americana, si è consumato in centro a Milano lo scorso marzo. Particolare riflessione merita ciò che è stato scritto dal gip nell' ordinanza di custodia cautelare con cui, due giorni fa, sono stati posti agli arresti domiciliari i due ragazzi “gravemente indiziati del reato”: "Emerge invero nitidamente dai video che riprendono la violenza e dagli ulteriori atti di indagine, in particolare le intercettazioni ambientali, l'incapacità degli indagati di comprendere appieno il disvalore delle proprie condotte, e la conseguente possibilità che gli stessi reiterino nei propri comportamenti delittuosi, convinti della propria innocenza".
“L' incapacità di comprendere appieno il disvalore delle proprie condotte” di cui scrive il gip è l’elemento su cui soffermarsi, al di là dei nomi dei soggetti raggiunti dal povvedimento che, essendo due calciatori del Livorno, hanno forse distratto l'attenzione dalla gravità dei dettagli posti in luce nell'ordinanza. Si tratta di due ragazzi di soli 22 e 23 anni che, in concorso con altri tre giovani indagati, secondo la ricostruzione della Procura, si sarebbero offerti di riaccompagnare a casa la giovane americana, al termine di una serata in discoteca; ma una volta in macchina, invece di riaccompagnarla, l' avrebbero condotta in un appartamento in centro città e la avrebbero costretta a subire violenza, uno dopo l'altro.
L' abuso sarebbe avvenuto approfittando dello stato di inferiorità psichica della vittima, che quella sera aveva bevuto "dei drink" e che aveva "vuoti di memoria, intervallati da flash", come lei stessa ha raccontato agli investigatori. I fatti sono stati ricostruiti dagli inquirenti anche sulla base del racconto di alcuni testimoni, e di quanto recuperato dai telefoni cellulari della vittima e dei presunti autori: la violenza sessuale di gruppo è stata infatti in parte registrata, conservata e ritrovata nei telefoni cellulari degli arrestati.
Come descritto nell' ordinanza di custodia cautelare disposta per “l’assai probabile reiterazione di analoghi comportamenti”, i giovani che hanno partecipato alla violenza erano ben consci dello stato di menomazione psicofisica della ragazza, provocata dall'assunzione di una quantità eccessiva di alcol nel corso della serata, ed hanno anzi utilizzato proprio quello stato nella consapevolezza di poter vincere qualsiasi tipo di resistenza per "concretizzare la violenza sessuale collettiva" .
L’avvocato di uno dei due giovani posti ai domiciliari ha già annunciato che presenterà ricorso al Riesame per chiedre la revoca dei domiciliari; scrive che il suo assistito è “devastato e incredulo e dice che non c’è stata alcuna violenza”.
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