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Un anno dalla morte del piccolo Alex. La Procura: “La mamma ha premeditato l’omicidio”

Un anno dalla morte del piccolo Alex. La Procura: “La mamma ha premeditato l’omicidio”

Si sono concluse le indagini sull’omicidio del piccolo Alex, il bimbo di due anni ucciso dalla mamma con sette coltellate: secondo la ricostruzione della Procura di Perugia la donna lo avrebbe colpito "in rapida sequenza sette volte al collo, al torace e all'addome con un coltello”.

Alla donna è stata altresì contestata l’aggravante della premeditazione, dedotta sia dalle minacce che la stessa aveva fatto nel tempo, di uccidere il figlio, sia dal depistaggio messo in atto subito dopo l’omicidio. Per il collegio dei periti nominati dal Gip la donna avrebbe avuto la consapevolezza della grave azione posta in essere.

Il terribile delitto avvenne un anno e quattro giorni fa. La donna, in evidente stato confusionale, il primo ottobre 2021 entrava nel negozio Lidl di una frazione di Città della Pieve, e, dopo aver vagato tra le corsie in stato confusionale chiedendo aiuto, aveva adagiato sul nastro trasportatore della cassa il corpicino di un bambino, già morto,  raccontando di averlo trovato all’esterno del supermercato.

I sanitari del 118, immediatamente allertati, giunti sul posto hanno constatato la morte del piccolo. Numerose le ferite al collo e all’addome procurate dai fendenti di un coltello, successivamente ritrovato nella borsa della stessa donna, dichiaratasi solo in un momento successivo madre del piccolo. Si trattava della 43enne ungherese Katalina Erzsebet Bradacs.

Sin da subito gli indizi a carico della 43enne erano gravi precisi e concordanti: la donna ha messo in atto depistaggi e raccontato bugie facilmente riconoscibili per gli inquirenti: dal possesso del coltello in borsa, giustificato per "difendersi dagli immigrati, che violentano le donne e uccidono i bambini" all’accusa di un fantomatico “uomo nero” che avrebbe aggredito ed ucciso il piccolo fuori dal supermercato, di cui neppure le telecamere di sorveglianza hanno rilevato la presenza.

Ben presto è emerso che il bimbo di due anni viveva in Ungheria con i genitori. Dopo una lunga battaglia legale tra i coniugi in fase di separazione, era stato affidato dal Tribunale al papà; l’uomo,  solo qualche giorno prima del terribile delitto, aveva denunciato l'ex moglie in Ungheria per essersi allontanata  con il loro figlio: "Lo ha rapito".

Il movente  plausibilmente va rintracciato nelle poche parole che la donna aveva inviato ad un amico, insieme alla foto del corpicino del bimbo insanguinato, poche ore pima di entrare nel supermercato: “Non apparterrà a nessuno di noi ora”.

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