Ricerche in tutta Italia del killer Sestito evaso dai domiciliari. Pg Cassazione: "Confermare l'ergastolo"
Sono estese in tutta Italia, affidate ai carabinieri, le ricerche di Massimiliano Sestito, 52 anni, l’uomo è evaso nella notte tra lunedì e martedì dalla propria abitazione nell’hinterland milanese dove si trovava ai domiciliari con il braccialetto elettronico, dopo averlo manomesso.
L’evasione secondo gli investigatori non è stata improvvisata, ma preparata da tempo e probabilmente dopo aver attivato solidi 'agganci'. Proprio per oggi era prevista, e si è celebrata, l’udienza presso la Corte di Cassazione su ricorso presentato dalla difesa di Sestito, avverso sentenza di condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d'appello di Roma nell'ottobre del 2021, per l’omicidio del boss Vincenzo Femia commesso nel 2013.
Il killer, affiliato della 'ndrangheta, era già stato condannato a 30 anni per un altro omicidio: quello avvenuto nel 1991 dell’appuntato scelto dell’Arma dei carabinieri Renato Lio, insignito di medaglia d'oro al valore civile alla memoria.
Il militare, durante un controllo ad un’autovettura, “veniva improvvisamente raggiunto da numerosi colpi d'arma da fuoco”. “Benché gravemente ferito, ingaggiava con il malvivente una violenta colluttazione da cui desisteva quando ormai privo di forze, si accasciava al suolo. Splendido esempio di altissimo senso del dovere spinto sino all' estremo sacrificio” (D.P.R. 27 novembre 1992)
“Chiedo che vengano rigettati tutti i ricorsi”. Così si è espresso il procuratore generale della Corte di Cassazione durante l’udienza di oggi, chiedendo, nell'udienza davanti alla prima sezione penale, la conferma dell'ergastolo per Massimiliano Sestito.
La Corte di Cassazione aveva già esaminato due volte il caso, una prima annullando una sentenza di condanna, poi annullando l'assoluzione e disponendo un nuovo processo. Ora dovrà decidere nuovamente sulla sorte del latitante, cui solo il 12 gennaio scorso era stata concessa, in accoglimento di un’istanza di attenuazione della misura cautelare avanzata dagli avvocati, la misura del braccialetto elettronico dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma.
Perchè era ai domiciliari? “Certo, la vicenda nel suo complesso lascia l’amaro in bocca e resta da capire come mai un soggetto con alle spalle una condanna per omicidio si trovasse agli arresti domiciliari, una condizione che potrebbe aver agevolato la sua fuga”.
“In attesa che venga fatta piena e doverosa luce sull’accaduto, a nome anche della Giunta regionale, esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia di Renato Lio, un valoroso calabrese che ha perso la vita facendo il proprio dovere” ha affermato in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
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