Porto Recanati, 86mila euro di patrimonio frutto dell’attività di spaccio: confiscati beni a un 47enne marocchino
Due case, un bar, un posto auto e tre conti correnti da 32mila euro complessivi. Il tutto provento dell’attività illecita di spaccio. Doppia misura cautelare per un 47enne marocchino, già in carcere a Montacuto per spaccio. Il tribunale di Ancona ha accolto l'emissione delle misure cautelari richieste dal questore Antonio Pignataro.
L’operazione è stata messa in atto dalla Polizia di Macerata insieme alla Compagnia dei carabinieri di Civitanova Marche, guidata dal Comando provinciale, e dalle Fiamme Gialle. Presenti questa mattina il Dirigente della Divisione Anticrimine della questura Andrea Innocenzi, il Dirigente della Squadra Mobile, il commissario capo Raffaella Abbate, il Comandante della Compagnia dei carabinieri di Civitanova Massimo Amicucci e il tenente colonnello della Guardia di Finanza di Ancona Pierfrancesco Bertini.
All'uomo, Safhi Abdel Monumain, sono stati confiscati beni per un valore patrimoniale di 86mila euro che, come valore di mercato, superano i 100mila euro.
Il 47enne residente a Porto Recanati, in cella dallo scorso aprile per l’indagine scaturita dopo la morte di Tamara Giorgetti, è stato colpito da una misura di sorveglianza speciale e una patrimoniale, relativa al sequestro dei beni frutto delle attività illecite. La prima misura verrà applicata una volta che l’uomo uscirà dal carcere.
Ad aprile, nell'abitazione dell'uomo, le forze dell'ordine avevano rinvenuto, occultati nel water, la sostanza stupefacente e un bilancino di precisione, oltre a 9.750 euro provento dell'attività di spaccio. Le serrate indagini hanno appurato un'evidente discrasia tra i redditi dichiarati dell'uomo, pressochè pari a zero, e le somme di cui effettivamente disponeva.
L'uomo era infatti proprietario di immobili presso il River Village di Porto Recanati: due appartamenti, un posto auto e un'attività commerciale nel palazzo di residenza, la Shaker srl. Le Fiamme Gialle di Ancona hanno infatti proceduto, su richiesta del questore Pignataro, ad accertamenti bancari e ad analisi patrimoniali disponendo il sequestro delle proprietà immobiliari e dei tre conti correnti, due da 14mila euro e uno da 9mila euro, presso l'Unicredit, l'Ubi Banca e le Poste Italiane, oltre al sequestro, presso la Camera di Commercio, delle azioni della società che gestiva l'attività commerciale. Quest'ultima (del valore stimato di 9mila euro) sarà ora affidata a un amministratore giudiziario in attesa della confisca.
La misura di sorveglianza speciale decorrerà quando il 47enne uscirà dal carcere e sarà applicata per i prossimi tre anni. Il 47enne sarà soggetto a restrizioni della libertà personale come l'uscita dal proprio domicilio in determinati orari e il divieto di allontanamento dal comune di Porto Recanati.
Il 47enne, sposato e residente regolarmente in Italia da dieci anni, era stato un lavoratore dipendente fino al 2010 e nel 2018 aveva intrapreso l'attività commerciale illecita insieme alla coniuge.
Le forze dell'ordine hanno già avviato una indagine per cercare di comprendere se dietro al singolo episodio possa celarsi un giro di spaccio ancora più ampio.
Commenti