Morte di Denis Bergamini, centrocampista del Cosenza: giustizia ancora non è stata fatta
Era la notte del 18 novembre 1989 quando Denis Bergamini, 27 anni, centrocampista del Cosenza, alla vigilia della sfida contro il Messina venne ritrovato senza vita lungo la strada 106 Jonica. Il caso venne archiviato frettolosamente come suicidio: venne dato credito alla testimonianza dell’ex fidanzata Isabella Internò che sostenne sin dall’inizio questa tesi. Per le ricostruzioni dell’epoca quindi il calciatore si sarebbe buttato sotto un camion e sarebbe stato trascinato per 60 metri.
Il caso venne riaperto nel 2011 dalla Procura di Castrovillari grazie alla famiglia, alla tenacia della sorella gemella di Denis in particolare, che non aveva mai creduto alla tesi del suicidio: Denis stava bene, la sua brillante carriera lo stava portando a fare il grande salto in serie A, con probabile destinazione Fiorentina di Roberto Baggio. Secondo la nuova ricostruzione sul caso riaperto vent’anni dopo, attraverso la riesumazione del corpo, l’autopsia e le indagini scientifiche disposte nel 2017, è emerso che Denis sarebbe stato narcotizzato o asfissiato; il suo corpo successivamente spostato sulla strada per inscenare un incidente stradale.
Ad oggi proprio l’ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, 19 anni all’epoca dei fatti, resta l’unica indagata con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi: avrebbe ucciso Bergamini attirandolo con una trappola, per poi inscenare il suicidio con l’aiuto di altre persone. Il movente sarebbe stato l’incapacità della Internò di accettare la volontà del ragazzo di interrompere la relazione con lei. Ad aprile di quest’anno la Procura di Castrovillari ha chiesto il rinvio a giudizio per la Internò. La prima udienza si è tenuta il 25 ottobre. La seconda si terrà il 25 novembre prossimo, quando verranno ascoltati oltre 220 testimoni.
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