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L'appello della farmacista di Muccia: "Ci sentiamo abbandonati e dimenticati"

L'appello della farmacista di Muccia: "Ci sentiamo abbandonati e dimenticati"

Un appello accorato. La legittima richiesta di non essere dimenticati. A lanciarlo è la dottoressa Nadia Moreni, abitante di Muccia che nella sua qualità di farmacista locale ben interpreta anche lo sgomento di chi vuole continuare ad espletare il suo prezioso servizio alla popolazione pur tra mille difficoltà.

I ritardi nell'arrivo dei moduli, per non parlare dell'oscura tempistica delle pubblicizzate casette di legno, stanno allontanando le speranze di ripresa e soprattutto il ritorno della popolazione da quello che sempre più sembra un esodo forzato e senza prospettive.

"La mia situazione" spiega la dottoressa Moreni "è la stessa di molte altre degli abitanti dei piccoli comuni limitrofi, Pievebovigliana, Pieve Torina, Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita...

Mi sento di lanciare questo appello perché, ad un mese dal sisma, l'attenzione mediatica che ci era stata riservata è decisamente diminuita.

Purtroppo non possiamo dire che siano diminuite anche le nostre necessità... anzi, le situazioni drammatiche sono aumentate con l'aumentare della consapevolezza che "la normalità a cui eravamo abituati" forse non tornerà più... le nostre vite sono radicalmente cambiate in quei pochi secondi e sarà davvero dura ritornare come eravamo.

Ero stata intervistata il 31 ottobre da un referente AGI e tuttora continuo la mia battaglia. Non potrei fare altrimenti...  il mio servizio costante ai clienti, soprattutto in questo momento di maggiore bisogno, è imprescindibile.

L'emergenza non è affatto finita. Sono riuscita ad ottenere dalla Federfarma nazionale un piccolo container da posizionare nell'area allestita a Muccia e in cui trasferirò l'attività di somministrazione dei farmaci. La stessa area diventerà il nuovo centro del paese, ospitando anche la scuola elementare, il municipio, l'ufficio postale, la banca e l'ambulatorio medico...

Nonostante ciò,  ad un mese dal sisma, parlare di normalità è davvero difficile. La gente che è tornata dalla "deportazione" lungo le coste è davvero poca. Questa spiacevole situazione" dice ancora la dottoressa Moreni "ha fatto sì che molti abbiano scelto definitivamente di trasferirsi altrove: chi per aprire la propria attività commerciale (chi aveva la struttura danneggiata ha pensato che visto la scarsità di clienti, sarebbe stato inutile acquistare/noleggiare un container), chi per iscrivere i propri figli alle scuole di Loreto, Recanati, Civitanova Marche, ed evitare che essi frequentino l'anno scolastico in un tendone.

La situazione di incertezza che ci pervade ci fa sentire davvero abbandonati dalle istituzioni. Ancora non sappiamo quando verranno consegnati moduli abitativi, figuriamoci le casette di legno. Chi può, si sta organizzando a proprie spese acquistando o costruendosi una casetta sul proprio terreno. Gli altri, come ho detto prima, si sono già trasferiti in cerca di un "nuovo futuro" - altrove.

Un'altra immensa emergenza è quella degli anziani non autonomi. Molte case di riposo/accoglienza sono state lesionate e hanno lasciato senza tetto i propri ospiti, come mia madre Felicetta: costretta a letto da metà ottobre per una frattura al bacino, è stata inizialmente spostata in una mensa (ormai in disuso - della ditta che stava eseguendo i lavori della superstrada) e poi trasferita in una sala convegni insieme a molti altri sfollati. Purtroppo tale sistemazione non è definitiva, il responsabile della struttura ha già posto un termine al suo soggiorno forzato e Felicetta, che ora inizia a muovere i primi passi con il girello, non riesce ancora a trovare un tetto sicuro dove poter stare tranquilla. Così come lei anche molti altri suoi analoghi, i cui parenti hanno la casa lesionata e non possono permettersi di ospitare i loro cari, non avendo loro stessi un posto dove andare. Aiutateci a fare in modo che su questa nostra situazione possa riaccendersi un faro".

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