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La Strada delle Vittime - “Voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi”. Lo farà a soli 21 anni.

La Strada delle Vittime - “Voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi”. Lo farà a soli 21 anni.

Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico. 

“Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino, ho pensato che a differenza mia gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo…voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui quando andrò via potrò uccidere Daniele…mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza”.

Il 7 agosto 2020, Antonio De Marco autore reo confesso dell’omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta avvenuto pochi giorni dopo, il 21 settembre , scriveva queste parole nel suo diario segreto.

Accanto al diario nella camera dell’ assassino, gli inquirenti hanno ritrovato anche un dattiloscritto, un “romanzo breve” dello stesso De Marco; il titolo è “Vendetta” e racconta come il protagonista, che sarebbe il suo “avatar”, avesse come obiettivo quello di provocare la sofferenza e la morte degli altri.

A distanza di poco più di tre mesi dall’omicidio, il  gip Michele Toriello ha disposto per De Marco il giudizio immediato, come richiesto dalla Procura.

Ricordiamo che sulla scena del crimine è stato ritrovato durante le indagini un bigliettino in cui,  oltre allo studio delle mosse da compiere la sera dell’omicidio per evitare le telecamere di sicurezza sulla pubblica via, vi è appuntato da parte dell’assassino  il dettaglio delle fasi dell’azione omicidiaria calcolata nei minimi particolari.

Impossibile non scorgere, da tutti questi elementi  la premeditazione del gesto.

Del resto sia la premeditazione che la dinamica omicidiaria emergono dalle parole dell’interrogatorio dello stesso De Marco: “Ero più arrabbiato del solito... Sarà stato dettato tutto dalle crisi che ho avuto quel giorno e mi sono deciso a farlo, alle volte riuscivo a fermare i miei pensieri, sia quelli autolesionistici che quelli magari rivolti ad altri…quel giorno no”... “Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina. Ho incontrato Daniele nel corridoio, il quale si è spaventato perché avevo il passamontagna. Dopo aver avuto una colluttazione con lui li ho uccisi. Quando ho colpito lui ha cercato di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo aver lottato con loro sono andato via senza scappare perché non avevo fiato. Dopo aver compiuto il gesto sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva. Mi sono disfatto dei vestiti gettandoli in un bidone del secco di un condominio poco distante dall’abitazione”.

Nell’ordinanza di convalida del fermo si parla di  "compiacimento sadico", di un "pericolo di recidiva per estrema pericolosità dell’indagato" e di "un’ indole particolarmente violenta, insensibile ad ogni richiamo umanitario: nonostante le ripetute invocazioni a fermarsi urlate dalle vittime l’indagato proseguiva nell’azione meticolosamente programmata inseguendole per casa, raggiungendole all’esterno senza mai fermarsi"

La fredda imperturbabilità con cui l’assassino ha organizzato l’omicidio dei due fidanzati di Lecce emerge anche in un post su Facebook del 3 luglio 2020, accompagnato da due faccine sorridenti. "La vendetta è un piatto da servire freddo... e non risolve il problema ma per pochi istanti ti senti soddisfatto", ha scritto il 21enne.

Si parla sempre più di violenza cieca, questa è la definizione che si da a questa furia , a questa forza impetuosa che acceca una persona. Ci addolora e ci spaventa molto vedere che in questo nostro tempo tanti sono i ragazzi che divengono attori di questi impulsi violenti. Ma di fronte a tutto ciò la condanna non basta, è necessario capire le radici di questo sentimento malsano in modo da impedirne il verificarsi ed evitare che vite innocenti vengano falciate da questa violenza cieca e criminale.

La prima udienza del processo sarà celebrata il 18 febbraio davanti alla Corte d’Assise di Lecce.

 

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