Giallo Montecassiano, e se a Rosina fosse mancato altro? Parlano Enrico e Arianna Orazi
Cosa sta raccontando Rosina? Quali dettagli sta aggiungendo alla sua storia, che potrebbero aiutare a raggiungere la verità di quanto accadde quel 24 dicembre?
Nello scorso articolo Rosi ci ha “parlato” “da un punto di vista “medico legale”: l’autopsia ci ha detto che Rosina “ha ricevuto violente percosse : a raccontarlo i molteplici traumi e le lesioni riscontrate sul corpo della 78enne: una clavicola e 14 costole rotte ( che la famiglia ritiene possano essere imputabili alle operazioni di rianimazione del 118....)”
Rosina ci parla anche attraverso i racconti che amici e parenti ci fanno di lei.
Oggi sappiamo che sono ben 20 le persone vicine a Rosina sentite dagli inquirenti, e sono state tutte concordi ( eccezione fatta per il secondo figlio della vittima, Enea, che porta lo stesso nome del nipote di Rosina) nel raccontare di una donna vessata non tanto da un punto di vista fisico, quanto psicologico e morale.
I famigliari, intervistati a Quarto Grado, “la ricordano” così.
La figlia di Rosina, alla domanda di un’ inviata della trasmissione, è stata certamente convincente nel sostenere che nè lei nè nessun altro famigliare ha mai usato violenza contro la madre. Probabilmente la stessa giornalista ha posto la domanda in modo fuorviante, chiedendole “lei non le ha mai alzato un dito?” ; ma le violenze testimoniate dalle amiche della vittima racconterebbero di altro tipo di violenze, non per questo meno gravi.
Marito e figlia sono concordi nell’ affermare che “Rosi si lamentava sempre con tutti, lo ha sempre fatto”.
Cos’ altro dicono gli attori sopravvissuti di questa vicenda? Non ci soffermiamo sul loro racconto della sera dell’omicidio: di fronte alle loro contraddizioni o illogicità si potrebbe obiettare che potrebbero essere il naturale effetto dei momenti di tensione e di angoscia vissuti mentre erano in balia del rapitore .
Soffermiamoci però sulle poche parole che spendono per ricordare la loro cara. Oltre ad essere una “lamentosa” per il marito, era affettuosa con lui? Silenzio. Poi “si coi figli, ma anche si faceva rispettare, se doveva fare urli li faceva”.
Prosegue il ritratto di una donna “autoritaria”, con la quale pare che il marito non abbia mai avuto litigi esclusivamente grazie al suo assecondarla in tutto, al suo “stare zitto” e “darle tutto quello che chiedeva , gonne scarpe, pelliccia, aveva tutto”.
“Aveva anche la macchina per potersi spostare”, “dormiva sempre sul divano”, e “ecco, questo si, chiedeva sempre soldi soldi soldi”.
Pare il caso ricordare, in aggiunta, per ricostruire il più oggettivamente possibile il contesto familiare in cui viveva Rosina, che a fine Novembre aveva chiamato il 112 per una discussione, poi degenerata in lite, con il nipote. Proprio quel nipote che dice “a mia nonna non mancava niente”. Lei invece voleva che i Carabinieri rimproverassero Enea per i toni irriguardosi usati contro di lei...
Potrebbe essere vero che a Rosina non mancavano beni materiali. Forse non aveva la liquidità desiderata in questo periodo difficile per molti. Ma...se per caso le fosse mancato “altro”? E se avesse lamentato “altro”?...
Certamente le parole, tutte le parole, necessitano di riscontri oggettivi, ma ad oggi, al di la della ricostruzione del marito, della figlia e del nipote di Rosina, quali riscontri oggettivi abbiamo della presenza di un uomo incappucciato nella villetta di Montecassiano?
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