Secondo Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro e legale della famiglia, fra Luca Traini e la ragazza non c'era alcun legame. "Non conosciamo questa persona, non vedo come potrebbe avere una relazione con Pamela" ha affermato l'avvocato Verni "e stiamo sentendo bugie di ogni tipo. Addirittura c'è dice che il padre di Pamela si trovasse in macchina con Traini, ma lui in questo momento si trova a Roma per lavorare".
Intanto, il gip di Macerata Giovanni Manzoni ha convalidato l'arresto di Innocent Oseghale, accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere in relazione alla morte della 18enne romana, il cui cadavere fatto a pezzi è stato rinvenuto in due trolley nelle campagne di Pollenza. Disposta la custodia cautelare in carcere. Il 29enne nigeriano, assistito dall'avv. Monia Fabiani, si è avvalso della facoltà di non rispondere
"Un'emergenza gestita nel migliore dei modi": così il direttore dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni ha definito la situazione sanitaria, dopo che questa mattina erano stati attivati tutti i protocolli da seguire in situazioni critiche come quella che si era venuta a creare a Macerata a seguito della folle scorribanda di Luca Traini.
Sei complessivamente le persone ferite, di cui quattro in gravi condizioni. Uno dei feriti è stato trasportato a Torrette: nessuno, fortunatamente, dovrebbe essere comunque in pericolo di vita.
Il quadro è il seguente: un ferito si trova in Chirurgia a Macerata in prognosi riservata da rivedere nelle prossime 24/48 ore per ferita emitorace destro, fratture costali e scapola destra più contusione polmonare. Farà visita pneumologica nel pomeriggio.
Un altro ferito si trova in Rianimazione a Macerata con ematoma del fegato già embolizzato e stabile. Farà controllo ecografico nel pomeriggio. Tac solo in caso di modificazioni dell’emodinanica. Rimane in prognosi riservata da rivedere nelle prossime 24/48 ore.
Una donna ferita è stata ricoverata in Ortopedia per la frattura dell’omero: verrà operata probabilmente martedì.
Ad un altro ferito è stato rimosso il proiettile dalla coscia destra anche lui in ortopedia. L'unico trasportato a Torrette ha invece una sospetta lesione vascolare all'arto superiore destro.
Già dimesso infine il sesto ferito.
Tutti i dettagli nel servizio video
Luca Traini conosceva Pamela Mastropietro? Forse, ma non c'era con lei nessun rapporto se non una conoscenza minima. E' quanto emerge dai racconti degli amici del giovane, autore questa mattina di una folle scorribanda a Macerata a bordo della sua Alfa 147 da dove ha esploso numerosi colpi di pistola che hanno portato al ferimento di almeno sei persone di colore.
Luca Traini lavorava come responsabile della sicurezza in diverse attività della zona di Tolentino. Secondo quanto trapelato, avrebbe conosciuto Pamela e una sua amica mentre prestava servizio a una festa, ma non aveva con Pamela alcun legame di tipo sentimentale. Sembra invece frequentasse l'amica di Pamela, anche lei con problemi di tossicodipendenza e ospite di una comunità della zona, e avrebbe manifestato più volte la sua ferma volontà di volerla tirare fuori dal tunnel della droga. Resta tutta da dimostrare, ovviamente, la correlazione fra la tragedia della 18enne romana e quanto accaduto questa mattina, anche perchè Traini non aveva mai nascosto le sue idee estremiste.
Il titolare della palestra Robby's Francesco Clerico lo descrive come un ragazzo con grossi problemi a livello familiare.
"Fin quando è stato insieme alla sua ex ragazza, con la quale si è lasciato diversi anni fa, e frequentava la palestra" racconta Clerico "le cose andavano piuttosto bene. Da quel momento in poi, ha iniziato a frequentare gruppi di estremisti e si è riempito la testa di idee strane. E' ritornato in palestra, ma lo abbiamo dovuto cacciare nell'ottobre del 2017 nonostante fosse un semplice cliente abituale e per me un amico, perchè aveva manifestato atteggiamenti di odio razziale. Era arrivato al punto di vantarsi del fatto che lo psichiatra lo avesse definito 'borderline'. Quando ci parlavo, cercavo di farlo stare tranquillo e in prima battuta magari ci riuscivo, ma poi ritornava sempre sui suoi passi anche perchè è una persona molto fragile. Non so se conoscesse Pamela. So per certo che da quando si era lasciato con la sua ex non aveva più frequentato altre donne. Mi sembra molto strano, ma non so nulla a questo proposito".
Le idee di Luca Traini sono ben evidenti anche dal tatuaggio che si vede chiaramente nelle foto che lo riprendono. Si tratta della runa Wolfsangel, dove per runa s'intende uno dei caratteri grafici dell'antico alfabeto germanico.
La runa Wolfsangel, che tradotto dal tedesco sta a significare "zanna di lupo", è un antico talismano che preservava dagli attacchi dei lupi e che storicamente, è usato anche come simbolo araldico negli stemmi.
Questo simbolo, che oggi appare in numerosi stemmi cittadini, era però anche stato adottato sin dai primi tempi dal nazismo, prima di essere soppiantato dalla svastica, e in seguito da numerose unità militari della Germania nazista.
Una tenda di fortuna è stata data alle fiamme nel sottopassaggio dei Giardini Diaz a Macerata.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, per circoscrivere le fiamme, e la polizia. Gli agenti della Scientifica hanno raccolto alcuni elementi utili alle indagini: non è escluso che si tratti di un gesto sconsiderato collegato a quanto successo questa mattina a Macerata.
(Foto di Giammario Scodanibbio)
Il ministro dell'Interno Marco Minniti sarà a Macerata nel pomeriggio. I gravissimi fatti accaduti questa mattina hanno indotto il ministro a convocare un Tavolo nazionale sulla sicurezza che si terrà nelle sale della Prefettura di Macerata intorno alle 18.
Minniti è già arrivato a Macerata dove sta incontrando le autorità locali per avere il quadro completo e chiaro di quanto successo questa mattina.
E' stato catturato intorno alle 12.45 davanti al Monumento ai Caduti di Macerata l'uomo che questa mattina ha seminato il panico a Macerata, sparando dalla sua Alfa 147 addosso a sei persone di colore. Notizie ancora non confermate parlano del decesso di uno dei feriti.
Secondo quanto si è appreso, l'uomo, ormai braccato, si è lasciato arrestare non prima di aver fatto con il braccio il saluto romano. Era avvolto dalla bandiera italiana. L'uomo fermato si chiama Luca Traini, originario di Tolentino (nella foto). Traini, classe 1989, era stato candidato alle amministrative del 2017 nella lista della Lega Nord a Corridonia.
Ora è stato portato in caserma per essere interrogato.
E' terrore, panico. Mai nella storia di Macerata era capitato quello che è successo questa mattina.
Un'Alfa 147 nera ha seminato paura in tutta la città: sei le persone ferite dai colpi di pistola calibro 9 sparati dall'auto in corsa, quattro in gravi condizioni. Gli altri due se la caveranno senza conseguenze serie. Allertate tutte le sale operatorie della provincia dalla direzione sanitaria dell'Area Vasta 3.
Il sindaco di Macerata Romano Carancini ha diffuso un messaggio audio nel quale chiede a tutti di rimanere in casa, in posti sicuri "perchè in giro c'è uno squilibrato che spara".
Le sparatorie sono avvenute in via dei Velini, via Piave, corso Cairoli e via Pancalducci. Tutti i feriti sono persone di colore e questo lascia sospettare che possa esserci un legame con la tragedia di Pamela Mastropietro e con l'arresto del giovane nigeriano, principale indiziato dell'efferato delitto.
Le autorità stanno invitando le persone a non uscire di casa, mentre gli studenti sono stati blindati all'interno degli istituti in attesa che la situazione si tranquillizzi.
Posti di blocco sono stati istituiti ovunque, alla caccia di questa Alfa 147 che al momento pare introvabile.
Ancora un inquietante episodio sconvolge Macerata.
Questa mattina intorno alle 11 in via dei Velini, praticamente di fronte alla filiale di Unipol Banca, un uomo è stato ferito gravemente con un colpo di arma da fuoco. Secondo la testimonianza di alcune persone che hanno assistito all'episodio, un'auto, un'Alfa scura con a bordo due persone, ha rallentato e l'uomo vicino al conducente ha estratto una pistola con cui ha fatto fuoco verso la persona che stava camminando sul marciapiede.
Poi, i due si sono allontanati velocemente facendo perdere le proprie tracce. Il ferito, un giovane di colore, è stato subito soccorso e trasportato in codice rosso all'ospedale di Macerata. Via dei Velini è chiusa attualmente al traffico per consentire alle forze di polizia tutti i rilievi del caso.
Un'altra sparatoria si è verificata in corso Cairoli di fronte alla pasticceria Monachesi, dove altre due persone, sempre di colore sono rimaste ferite. Un quarto ferito è stato soccorso in via Piave. Un altro ferito, presumibilmente a questo punto il quinto, è stato soccorso in via Pancalducci.
Non potendosi levare in volo le eliambulanze, la direzione sanitaria dell'Area Vasta 3 ha allertato tutte le ambulanze disponibili.
Secondo alcune testimonianze, a seminare il terrore a Macerata sarebbe stata un'Alfa 147 nera. La persona al volante sarebbe un uomo di carnagione chiara. A sparare è stata una pistola calibro 9. Macerata è completamente blindata: posti di blocco ovunque, in quella che è diventata una vera e propria caccia all'uomo.
IN AGGIORNAMENTO
L’associazione Penelope, composta dalle famiglie delle persone scomparse, opera sul territorio nazionale ed internazionale, al fine di assistere e sostenere le famiglie nell’affannosa e disperata ricerca dei propri cari, dei quali si sono perse le tracce, in collaborazione con le Istituzioni nazionali e locali.
A seguito del gravissimo episodio di violenza che ha visto vittima la giovane Pamela Mastropietro di 18 anni, scomparsa il 29 gennaio dalla Comunità di recupero PARS di Corridonia, dove era ospite, e ritrovata a pezzi in una valigia nella frazione di Casette Verdini – Pollenza il 31 gennaio l’Associazione evidenzia quanto segue.
"La scomparsa e l’omicidio perpetrato nei riguardi della giovane romana che era ospite della Comunità per curare la sua dipendenza da stupefacenti richiama alla luce i diversi casi di scomparsa che avvengono nel nostro Paese dalle strutture di recupero che hanno lo scopo di sostenere ed aiutare i soggetti malati attraverso un programma di disintossicazione e riabilitazione.
La struttura che ha in carico il malato, sia maggiorenne che minorenne, deve espressamente prevedere un’assistenza e una vigilanza, diurna e notturna, più incisive al fine di un maggior controllo degli ospiti così da evitare fughe improvvise. Le Comunità cui vengono affidati i soggetti malati dovrebbero, inoltre, predisporre sistemi e cancelli di sicurezza.
Il macabro epilogo che ha coinvolto la povera Pamela uccisa per mano del nigeriano Innocent Oseghale, di 29 anni, già noto alle Forze dell’Ordine perché con precedenti penali, e senza permesso di soggiorno, accentua ancor più la situazione di degrado e la mancanza di sicurezza nella città.
L’Associazione critica aspramente e con fermezza il ruolo delle Istituzioni locali, Prefettura, in quanto l’extracomunitario secondo quanto previsto dalla legge, doveva abbandonare il nostro Paese. Compito del Prefetto era l’adozione del Decreto di espulsione dello straniero dal territorio italiano.
L’Associazione lancia, altresì, critiche nei riguardi degli organi inquirenti per aver diffuso la notizia del ritrovamento di Pamela alla stampa ancor prima di dare la comunicazione ufficiale alla famiglia.
L’Associazione esprime piena vicinanza alla famiglia di Pamela Mastropietro in questa gravissima circostanza che l’ha colpita auspicando nella Giustizia una pena esemplare per il crimine commesso sollecitando che vengano accertate le responsabilità di eventuali complici nel delitto".
Un uomo di 82 anni è rimasto ferito a seguito di un incidente stradale che si è verificato questa sera intorno alle 19.20 a Corridonia in contrada Crocifisso.
Per cause in corso di accertamento, l'uomo, G.T., ha perso il controllo della sua Peugeot che si è ribaltata ed è rimasto incastrato all'interno dell'abitacolo.
L'anziano è stato estratto dall'auto dai vigili del fuoco e trasportato in ospedale a Macerata.
Parla a Radio 24 Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, e sfoga la sua rabbia per l'atroce fine della ragazza, usando parole di fuoco verso i carnefici.
"Spero di vederli soffrire lentamente fino a morire - dice la donna, che incalzata dal conduttore prosegue - e da madre, se permette, lo penso. Non dico che ci vorrebbe la pena di morte, ma se lo lasciassero a me, con tutto quello che fatto a mia figlia, gli farei esattamente la stessa identica cosa".
Dal punto di vista investigativo, la signora riferisce che dai media, che lei al momento non sta seguendo, le vengono riportate notizie travisate, quando non addirittura inventate, prendendo frasi vecchie, di un altro periodo e riportate, legandole in qualche modo alla vicenda attuale.
Alla domanda sul fatto di credere alla giustizia, la signora Alessandra risponde in maniera convinta e affermativa, accusando la politica di non legiferare adeguatamente affinché ci siano pene certe e adeguate verso i venditori di morte. "Le forze dell'ordine sanno benissimo chi sono gli spacciatori - dice la donna - però non possono fare nulla perché magari hanno le mani legate [...] Dovrebbero dare più potere alle forze dell'ordine per prendere questi spacciatori".
Nel finale dell'intervento, la donna annuncia a breve importanti rivelazioni su quello che è stato il percorso di recupero di Pamela e sulle eventuali colpe che ci sono state. "Mia figlia non è stata solo in comunità - conclude la signora Alessandra - ma c'è stato un percorso prima, di cui verrete a sapere e ci sono molte strutture che hanno sgravato su molte cose".
Stop di una settimana per il Donoma. Ad annunciarlo è la direzione del locale di Civitanova in una nota in cui "La direzione del Donoma prende atto in data odierna, del provvedimento cautelare di sospensione dell’esercizio, a causa di isolati episodi verificatosi nel corso degli ultimi anni. Provvede quindi ad effettuare una settimana di pausa.
Nell'occasione ribadisce la ferma convinzione che sia essenziale la collaborazione fattiva con gli organi competenti dell'ordine pubblico, con il Comune di Civitanova Marche e con i cittadini stessi. Ci siamo da sempre adoperati al rispetto delle leggi vigenti con l'ausilio di tutti i mezzi a nostra disposizione, ci spiace per gli incontrollabili incidenti avvenuti e da non ripetere.
Da parte nostra abbiamo cercato di dimostrare la massima disponibilità ed abbiamo messo sempre in campo la professionalità di tutti i nostri addetti ai lavori che utilizziamo nella nostra attività. Oltre 130 persone, nostri dipendenti e collaboratori, si impegnano con estrema serietà.Nell'occasione avvertiamo inoltre la nostra clientela che saremo di nuovo funzionanti a partire dal prossimo week-end".
In un comunicato della Questura si spiegano i motivi della chiusura: "L’esercizio pubblico situato nel centro di Civitanova, è stato teatro di numerosi episodi che hanno creato pericolo per la sicurezza pubblica.
In particolare vi sono state liti sfociate in aggressioni fisiche o vere e proprie risse tra gli avventori del locale, talvolta con il coinvolgimento di quelli che erano incaricati di assicurare i servizi interni. Gli avvenimenti presi in considerazione nel provvedimento di sospensione si sono verificati nell’ultimo mese ma anche nel passato vi sono state aggressioni con gravi conseguenze, fino ad una prognosi riservata per la vita del novembre 2016.
In tutti i casi la violenza degli scontri ha avuto particolare intensità, sovente con frattura del setto nasale e lunghi periodi di degenza. Vi sono stati poi recenti controlli della Squadra Amministrativa della Questura che hanno accertati irregolarità e la presenza di persone segnalate all’Autorità Giudiziaria per vari reati.
Il Questore ha adottato la misura della sospensione per prevenire ulteriori pericoli all’ordine ed alla sicurezza pubblica, dissuadendo soggetti malavitosi dal frequentare il locale pubblico".
Altri agghiaccianti particolari emergono sulla bestiale violenza consumata sul corpo di Pamela Mastropietro. Infatti, con il passare delle ore emerge un nuovo inquietante scenario su ciò che potrebbe essere accaduto alla ragazza. Il sospetto concreto, infatti, è che a casa di Innocent Oseghale in via Spalato a Macerata si sia consumato un rito tribale.
Nella casa del nigeriano sono stati ritrovati indumenti insanguinati di Pamela, ma dall'esame del corpo smembrato della ragazza spuntano particolari spaventosi. Infatti, dall'analisi del corpo mancano le viscere della vittima che nel trolley non c'erano. E non si trova neppure il cuore, riferisce Il Tempo.
Per gli inquirenti non si tratterebbe di una coincidenza: l'ombra del rito voodoo, dunque, si allunga sul caso. Ora si attendono gli esiti dell'autopsia, che aiuterà a comprendere se Pamela è stata fatta a pezzi quando era ancora viva o già da morta. I vicini del nigeriano, però, hanno riferito di non aver sentito urla provenire dall'appartamento di Innocent.
Vari coltelli di grosse dimensioni sono stati sequestrati dai carabinieri del Ris nell'appartamento a Macerata di Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano in stato di fermo per la morte di Pamela Mastropietro, il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato in due trolley nel Maceratese. I militari hanno lavorato fino a tarda notte nell'abitazione via Spalato, dove hanno anche individuato macchie di sangue in vari punti dell'appartamento.
A carico dell'uomo è ipotizzato anche il vilipendio di cadavere, oltre a omicidio e occultamento di cadavere. Il nigeriano si trova ora nel carcere di Montacuto ad Ancona, dato che quello di Camerino, il più vicino a Macerata è inagibile a causa del terremoto. Nei prossimi giorni l'udienza di convalida del fermo. Il pm maceratese Stefania Ciccioli deposita oggi la relativa istanza. (Ansa)
I vestiti insanguinati di Pamela Mastropietro nell'abitazione di via Spalato a Macerata dove abitava da solo, le tracce ematiche sul balcone, due testimoni che lo hanno visto in compagnia della ragazza e mentre abbandonava i due trolley contenenti il corpo fatto a pezzi a Pollenza.
Sono gli indizi che inchiodano Innocent Oseghale, 29 anni, nigeriano con precedenti per spaccio di droga, e lo collegano alla morte e allo smembramento del corpo della 18enne romana che si era allontanata dalla comunità di recupero Pars di Corridonia. L'uomo è anche accusato di vilipendio di cadavere.
Dopo una notte di accertamenti e un lungo interrogatorio notturno è stato fermato per omicidio e occultamento di cadavere, anche se l'autopsia non ha sciolto ancora il giallo sulle cause della morte, e cioè se la ragazza è stata uccisa o è rimasta vittima di una overdose. Domani la convalida dell'arresto, mentre nel Paese divampa la polemica politica, con Matteo Salvini che attacca: "è morte di Stato, la sinistra ha le mani sporche di sangue" Gli inquirenti sono al lavoro per rispondere a una serie di interrogativi rimasti appesi. Come è arrivata Pamela da Corridonia a Macerata? Come ha incontrato Oseghale? Ha comperato droga da lui? Ci sono dei complici? E soprattutto: come è morta? Le cause del decesso non sono state chiarite dall'autopsia, bisogna attendere i risultati degli esami tossicologici. Non ci sono segni di violenza sessuale. Ma la giovane aveva acquistato una siringa e lo scontrino è stato trovato in casa di Oseghale.
Mentre la madre e i nonni di Pamela ne riconoscevano il corpo e i vestiti all'obitorio di Macerata, il nigeriano ha continuato a negare davanti ai carabinieri e al pm Stefania Ciccioli: "Non l'ho uccisa io", ha ripetuto in modo sconnesso. Ha tirato in ballo altre persone, sentite dai militari del Comando Provinciale guidati da Michele Roberti, risultate poi estranee. Il nigeriano è richiedente asilo con carta di soggiorno scaduta nel 2017, ha una compagna e una figlia che non abitano con lui. Nell'appartamento mansardato in affitto, non a suo nome, i carabinieri hanno trovato anche 70 grammi di hashish, ma non eroina. Nell'inchiesta però ci sono anche dei punti fermi: Pamela si è allontanata senza cellulare il 29 gennaio dalla comunità, il giorno seguente è stata ripresa da varie telecamere di sorveglianza a Macerata, ha fatto acquisti nella farmacia di via Spalato, dove è stata vista con il nigeriano.
La sera stessa Oseghale ha chiesto a un conoscente di accompagnarlo in auto ad abbandonare due trolley in campagna: solo il giorno successivo, con la scoperta del cadavere, il 'tassista' si sarebbe reso conto di quello che era successo. I carabinieri del Ris stanno ancora setacciando con il luminol l'appartamento. Anche per cercare gli attrezzi con i quali il corpo sarebbe stato fatto a pezzi. Nulla di elettrico o rumoroso: i vicini non hanno sentito nulla. Sul fronte politico il centrodestra attacca, con Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che dice "Ora basta! Fuori dall'Italia tutti i clandestini", Gasparri di Forza Italia che chiede una "pena esemplare" e soprattutto il leader della Lega Matteo Salvini che spara ad alzo zero, parlando di "un'altra morte di Stato" e della sinistra con "le mani sporche di sangue. Espulsioni, espulsioni, controlli e ancora espulsioni! La Boldrini mi accuserà di razzismo? La razzista (con gli italiani) è lei", dice. Salvini "coglie l'occasione per diffondere odio e pensa a lucrare voti con un cinico sciacallaggio", replica la presidente della Camera, che esprime vicinanza alla famiglia di Pamela: "lo spacciatore nigeriano dovrà pagare caro". (Ansa)
"Abbiamo fatto di tutto per non farla allontanare, ma non potevamo certo trattenerla con la forza". La Pars torna a parlare della vicenda di Pamela e lo fa in una nota stampa.
"Comprendiamo e condividiamo appieno i sentimenti di dolore della mamma e la sua ricerca di chiarezza e giustizia.
Abbiamo dato a lei ed agli inquirenti" scrive la Pars "ampia disponibilità a chiarire tutti i fatti accaduti. Poiché però è stato sollevato sulla stampa il sospetto di una scarsa vigilanza, siamo costretti a rompere il riserbo che ci eravamo proposti per rispetto di Pamela e dei suoi familiari ed a descrivere nel dettaglio il succedersi dei fatti accaduti, anche a tutela del buon nome della Pars e dei suoi operatori.
Precisiamo innanzitutto che la nostra struttura non ha carattere di contenimento coatto e non può impedire con la forza la permanenza dell'ospite che vuole abbandonarla. L'allontanamento volontario della ragazza è stato prontamente rilevato dai nostri operatori, uno dei quali ha seguito a piedi la ragazza ed ha cercato in tutti i modi di dissuaderla dal suo intento di allontanarsi, offrendole anche di parlare con la famiglia e, in extremis, di accompagnarla alla stazione. Visto che la ragazza continuava ad allontanarsi, ferma nell'idea di non tornare indietro, l'operatrice si è recata rapidamente a recuperare un'auto per cercare di farla salire con sé, ritornata sul posto la ragazza era scomparsa, probabilmente avendo recuperato un passaggio da qualche autista.
Immediatamente sono stati informati tutti i familiari a noi noti (mamma e nonna), i servizi competenti e i carabinieri di quanto accaduto.
Confidiamo pienamente negli organi inquirenti perché facciano rapidamente piena luce sui fatti accaduti".
Si chiama Innocent Oseghale il nigeriano dichiarato in stato di fermo per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato ieri mattina in due valigie nelle campagne di Pollenza. A casa dell'uomo, in un appartamento in via Spalato 124, i carabinieri del Ris hanno trovato i vestiti della vittima sporchi di sangue e altre tracce ematiche. Trovato anche uno scontrino di una farmacia poco distante dove la vittima aveva acquistato una siringa.L'autopsia sul corpo di Pamela, già effettuata dal medico legale Antonio Tombolini a Macerata, non ha chiarito le cause della morte: se ne saprà di più con i risultati degli esami tossicologici. L'esame autoptico non avrebbe rilevato segni evidenti di violenza sessuale.Oshegale è stato interrogato durante la notte in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Ad inchiodarlo, c'è anche la testimonianza resa volontariamente da un cittadino straniero, estraneo ai fatti, prima alla polizia e poi ai carabinieri del comando provinciale di Macerata, che ha detto di avere visto il nigeriano nella tarda serata del 30 gennaio in possesso delle valigie contenenti i resti di Pamela e nei pressi del luogo dove i bagagli sono stati gettati, in un fossato nelle campagne di Pollenza.
Davanti agli investigatori, Oseghale apparso "confuso, poco lucido". L'uomo, un richiedente asilo con carta di soggiorno scaduta, continua a negare e avrebbe cercato di tirare in ballo altre due persone, risultate estranee.
Le indagini sulla morte di Pamela Mastropietro "non sono finite". Lo ha detto all'ANSA il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata Michele Roberti. "Al momento ci sono elementi per il fermo di una sola persona (il nigeriano Innocent Oseghale, ndr) - ha aggiunto -, ma non escludiamo che possano emergere spunti di indagine sull'eventuale coinvolgimento di altre persone".Oseghale individuato grazie a telecamere - Le telecamere dei sistemi di sicurezza sono state determinanti per ricostruire gli spostamenti di Pamela Mastropietro, la 18enne romana scomparsa il 29 gennaio, il cui cadavere smembrato è stato rinvenuto ieri in due trolley in un fossato nei pressi di Pollenza. Le indagini avviate dai carabinieri del comando provinciale di Macerata e del Ros hanno imboccato subito la pista che i resti appartenessero alla ragazza scomparsa: la visione di tutte le telecamere che in qualche modo avrebbero potuto riprenderla dal 29 gennaio al primo febbraio, ha permesso di appurare che era ancora in vita nelle giornate del 29 e del 30 mattina. Le sue tracce si sono sono perse nella tarda mattinata del 30 gennaio in via Spalato a Macerata. Poi anche grazie a prove testimoniali e ancora immagini video, è stato individuato Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano dichiarato in stato di fermo, come l'ultima persona che aveva avuto contatti con lei in vita.
(Fonte Ansa)
Si oppone ai controlli dei carabinieri e viene arrestato.
È accaduto oggi pomeriggio a Polverina durante un controllo finalizzato al contrasto di reati predatori e spaccio. Un uomo, R. L. del '71, pregiudicato e residente a Valfornace, ha rifiutato di sottoporsi al controllo su strada, senza un motivo. Inoltre l'uomo, che ora si trova agli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo che avverrà domani mattina, avrebbe anche minacciato i militari. Per questo motivo è stato arrestato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.
Un frontale tra due auto è avvenuto oggi pomeriggio in contrada Cavallino, a Civitanova.
Ad essere coinvolte nello scontro due auto appunto e le due persone a bordo sono state entrambe codotte al pronto soccorso di Civitanova per accertamenti. Non ci sono comunque feriti gravi.
Sul posto vigili del fuoco e 118.
La direzione della "Pars", la comunità dalla quale Pamela Mastropietro uccisa e fatta a pezzi, era scappata lo scorso 29 gennaio non si esprime sull'accaduto ma esprime il suo cordoglio
"In riferimento al tragico evento - si legge nel comunicato ufficiale firmato dalla direzione della comunità - della morte di Pamela riteniamo doveroso per il momento non rilasciare nessuna dichiarazione sui fatti accaduti. Un riserbo necessario per rispetto della famiglia, del lavoro degli inquirenti e dei nostri ospiti. Alla famiglia esprimiamo la nostra condivisione del dolore, le più vive condoglianze e la nostra piena disponibilità; agli inquirenti abbiamo dato e daremo piena e totale collaborazione; ai nostri ospiti dobbiamo riservatezza e tutela della privacy".