Blitz antidroga dei Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Macerata e della stazione di Corridonia, insieme ai colleghi del Nucleo cinofili di Pescara, con l'ausilio dell'elicottero dell'Elinucleo di Pescara effettuato nella mattinata di ieri presso alcuni istituti scolastici di Macerata . Davanti a una di questi sono stati controllati tre pullman a bordo dei quali si trovavano studenti pronti a partire per una gita scolastica.
I militari hanno chiesto ai ragazzi di mettere gli zaini a terra per farli controllare dai cani antidroga e in un bus il detective a quattro zampe ha fiutato della sostanza stupefacente. Si trattava di uno spinello e di 0,35 grammi di marijuana, nascosto nella cappelliera. Non sono però riusciti a risalire a chi appartenesse la sostanza stupefacente, visto che nessuno degli studenti ha saputo fornire una spiegazione in merito.
La droga è stata quindi posta sotto sequestro e i pullman sono potuti partire regolarmente per la gita scolastica.
L'operazione rientra nelle azioni finalizzate al contrasto al contrasto dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi.
Personale e mezzi dei Vigili del Fuoco sono intervenuti nella serata di ieri 29 marzo alle ore 19.40 circa, nel comune di Porto Recanati , per un incendio in un garage di una palazzina dove all’interno oltre a materiale vario vi era anche una vettura e due motoveicoli.
La squadra dei Vigili ha prontamente domato le fiamme.
Non si registrano feriti.
“L’udienza in programma il prossimo 3 aprile, presso la Corte d’Assise di Macerata, sarà decisiva per definire la condanna o meno di Innocent Oseghale”. Lo afferma Luisa Regimenti, docente di Medicina legale all’Università di Tor Vergata a Roma e consulente di parte civile al processo per l’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro e che vede imputato proprio il 30enne nigeriano Oseghale.
“Le nostre perizie tecniche – aggiunge Regimenti – saranno riproposte in quella occasione e messe a confronto con le tesi della difesa. Una giornata cruciale, che offrirà indicazioni risolutive per la sentenza conclusiva del processo, prevista a maggio. E questo indipendentemente da quanto potrà dire in aula proprio Oseghale, che ha deciso, a quanto pare, di rendere dichiarazioni spontanee”.
“La causa della morte di Pamela – conclude il medico legale – è da addebitare a due colpi di fendente da arma bianca inferti al fianco destro della giovane, quando era ancora in vita, con una lama mono-tagliente della lunghezza di circa 10-15 cm. Il decesso è pertanto avvenuto per emorragia, in seguito alle due lesioni epatiche e a quella dell'arteria intercostale”.
Nella mattinata di oggi, i Carabinieri unitamente ai Vigili Urbani con l'ausilio dei cani antidroga hanno effettuato dei controlli dinanzi alle scuole di Recanati. Essi hanno riguardato in particolare un istituto scolastico ed un autobus di studenti. Non sono stati rinvenuti stupefacenti.
L'operazione rientra nei controlli preventivi che insieme alle conferenze per la cultura della legalità si pone l'obiettivo di combattere il fenomeno dell'uso degli stupefacenti tra gli adolescenti.
Il grave incidente domestico si è verificato nel primo pomeriggio di oggi, intorno alle 15:30, a Camerino, in viale Seneca.
Un uomo di 43 anni, mentre stava sistemando l'orto della propria abitazione con una motozappa, accidentalmente, si è maciullato una gamba.
Immediati sono scattati i soccorsi dei sanitari del 118 che, vista la gravità della situazione, hanno deciso di allertare l'eliambulanza dall'Ospedale Torrette di Ancona, dove il 43 enne è stato trasportato in gravi condizioni.
Sul posto anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri di Camerino; a questi ultimi spetterà riscostruire la dinamica di quanto accaduto.
“Nell’ultimo periodo c’è stato un flusso molto ampio di richieste per il rilascio del permesso di soggiorno denominato UE per soggiornanti di lungo periodo, in particolare da parte di soggetti di etnia cinese. I cittadini cinesi venivano da noi per fare la domanda della carta di soggiorno, allegando anche la certificazione del superamento del test di conoscenza della lingua italiana ma, davanti agli uffici immigrazione, non erano in grado di parlare e comprendere gli interlocutori del Commissariato. A quel punto è scattato in noi un campanello d’allarme e abbiamo scoperto che gli attestati di lingua erano stati prodotti falsamente scaricandoli da internet dai siti web di due Istituti, uno a Perugia e uno a Milano, entrambe estranei al fatto. I certificati erano poi redatti con l’utilizzo di prestampanti e consegnati come documenti ufficiali” così il Vice Questore Maurizio Marcucci, nell’illustrare l’operazione denominata “TEST”.
“Il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo è un titolo previsto dall’art. 9 del Testo Unico immigrazione rilasciato a chi soggiorna in maniera stabile e continuativa in uno dei Paesi Membri dell’Unione Europea – ha spiegato Marcucci -. Per ottenere la carta di soggiorno bisogna essere in possesso di determinati requisiti: soggiornare regolarmente in Italia da almeno cinque anni; avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale che è pari a 5.800 euro lordi; essere in possesso di un idoneo alloggio; non aver riportato condanne per gravi specifici reati e superato un test di conoscenza della lingua italiana ai sensi dell’art. 2 bis dello stesso Testo unico.”
I certificati attestanti la conoscenza della lingua italiana vengono rilasciati da Istituti riconosciuti e abilitati dal Ministero dell’Interno e, con il nuovo Decreto Salvini, sono necessari anche per l’ottenimento della cittadinanza. I vantaggi del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo sono molteplici: in primis si evita un dispendio di denaro in quanto non si procede più al rinnovo del permesso di soggiorno e, in secondo luogo, è possibile viaggiare nei paesi di area Schengen, trasferendosi in questo modo liberamente nei paesi europei.
"I cinque cittadini cinesi, tutti lavoratori e residenti nella provincia di Macerata, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di cui all’art. 5 comma 8 DLG 286/98 per produzione di documentazione falsa finalizzata all’ottenimento di carte di soggiorno e sono in corso ulteriori indagini volte alla verifica di altre decine di situazioni analoghe" ha concluso Marcucci.
Incidente accaduto poco prima di mezzogiorno, con lo scontro tra tre vetture verificatosi prima dell'uscita per la zona commerciale di Civitanova Marche, nella corsia mare-monti.
Non si conoscono le cause dell'incidente ma le auto, fino all'arrivo dei soccorsi, erano pericolosamente da entrambi i lati della carreggiata con una delle persone coinvolte a cercare di far rallentare quanti stavano arrivando.
Fortunatamente non si sono registrati feriti.
Il fatto si è verificato questa mattina, intorno alle 8:30, a Recanati.
Un uomo, di nazionalità italiana, trentenne, si è buttato da Palazzo Venieri, che si trova lungo la Circonvallazione di Recanati, all'altezza del campo sportivo. L'uomo, cadendo presumibilmente dal terzo piano, ha fatto un volo di circa otto metri.
Immediato l'arrivo sul posto dei sanitari del 118 che, viste le gravi condizioni del trentenne, hanno deciso di allertare l'eliambulanza dall'Ospedale Torrette di Ancona dove il giovane è stato prontamente trasportato e dove si trova ricoverato in prognosi riservata.
Su quanto accaduto indagano i Carabinieri. Non si esclude possa trattasi di un gesto volontario e quindi di un tentativo di suicidio.
Ancora nessun risarcimento per Stefania Leonardi, la vedova del carabiniere Emanuele Lucentini ucciso dal collega Emanuele Armani all'interno della caserma dei carabinieri di Foligno il 16 maggio del 2015 (leggi l'articolo). Non accenna a placarsi lo strazio per l'inspiegabile e improvvisa perdita subita dalla famiglia del militare cinquantenne, originario di Tolentino.
Stefania ha urlato il suo dolore quest'oggi durante la trasmissione "La Vita in Diretta", a pochi giorni di distanza dall'intervista rilasciata a La Nazione che ha rotto un silenzio protrattosi per quattro anni a seguito della tragica scomparsa del marito: "A intervalli regolari siamo stati risucchiati dalla corrente della burocrazia legale con tutto ciò che ne consegue a livello emotivo ed economico, senza ricevere alcun risarcimento" ha dichiarato.
All'epoca dei fatti decisiva ai fini della condanna di colpevolezza fu la perizia balistica svolta dal super consulente Marco Piovan nel maggio del 2016 all'interno della caserma dei carabinieri di Foligno dove avvenne l'omicidio (leggi l'articolo): "Il caso era chiaro fin dall’inizio. Ci sono voluti quattro anni e migliaia di euro spesi per arrivare a definire una vicenda che da subito si era chiara: Emanuele Armeni ha ucciso, Emanuele Armeni voleva uccidere".
Secondo la vedova, Armeni poteva essere fermato prima vista l'inclinazione emersa durante il processo a puntare per gioco le armi da fuoco contro i colleghi: "Un delitto di estrema gravità - afferma Stefania Leonardi - perchè commesso da un appartenente all'Arma dei carabinieri in danni di un collega". Nonostante il giudice avesse previsto 500mila euro di provvisionali subito esecutive, ad ora la famiglia non ha ricevuto nulla in quanto l'assassino risulta nullatenente: "Oltre al dolore e alla grande fatica per reimpostare la vita, ho subito anche l’umiliazione di sentirmi usata dai miei legali, non trovando nemmeno il supporto di fiducia, tutela e umanità che in questi casi è fondamentale".
Al momento la famiglia Lucentini si è rivolta agli Giovanni Ranalli e Francesco Leti per provare a ottenere un risarcimento.
Nella tarda mattinata di oggi a Civitanova, una vettura condotta da un 68enne si è ribaltata dopo aver invaso la carreggiata opposta a quella del senso di marcia ed essersi scontrata contro un'auto in sosta.
L'incidente si è verificato nella zona industriale davanti al bar Coffee Dream. L'uomo si stava dirigendo a bordo della sua utilitaria verso l'imbocco della superstrada, quando per cause da accertare ha invaso la corsia opposta andando poi a speronare una vettura parcheggiata, che ha fatto da trampolino facendo ribaltare l'auto condotta dal 68enne.
L'uomo è riuscito ad uscire da solo dall'abitacolo, ed è stato trasferito poi dal personale del 118 giunto sul posto all'ospedale locale per accertamenti.
Dei rilievi se ne sta occupando la Polizia Municipale.
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.1 è stata registrata alle 10.30 di questa mattina dall'Ingv a una profondità di 11 km sulla costa marchigiana picena.
Al momento non si registrano danni a persone o cose.
Questa scossa fa seguito a uno sciame sismico iniziato la scorsa notte nella stessa zona, dove sono state infatti avvertite 4 scosse di magnitudo tra 2.9 e 3.1. Sono state sentite indistintamente nel territorio fermano e piceno, in particolare lungo la costa.
Pochi minuti dopo quella delle 10.30 è stata registrata un'altra scossa questa volta di magnitudo 3.6 della scala Richter, con una profondità di 8 km, a cui ha fatto seguito un'altra di 2.14 alle 11.12.
Avvertita anche a Fermo, in alcuni plessi scolastici della provincia, gli studenti sono stati fatti uscire precauzionalmente.
La Guardia di Finanza di Camerino ha disposto il sequestro di 11.700 euro al sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli per aver indebitamente percepito il Cas (contributo di autonoma sistemazione). La Procura gli contesta il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
L'indagine della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura, nasce anche da alcune foto che Cecoli e la moglie avevano postato sul loro profilo Facebook nelle quali venivano mostrate cene imbandite all'interno della loro abitazione che in realtà doveva essere inagibile a causa del sisma (Leggi qui per saperne di più).
Il sindaco percepiva il Cas da metà 2017, quando dalla costa era rientrato a Monte Cavallo. Cecoli si era difeso asserendo che in realtà era rientrato nell'abitazione inagibile solo per pochi giorni, perché all'interno del container nel quale si era spostato era troppo freddo.
Da qui la Procura ha anche disposto il sequestro dell'abitazione dichiarata inagibile, con la contestazione di inosservanza dei provvedimenti dell'autorità.
"Quella adottata oggi dal teste Awelima e Desmond credo sia stata una strategia processuale lecita e consentita: chiudersi nel silenzio o nel negazionismo. Lecita ma spesse volte è tipicita di chi ha tanto da nascondere e qualche volta è anche colpevole" - così Marco Valerio Verni, legale della famiglia Mastropietro, al termine della quinta udienza per l'omicidio di Pamela.
Sulla deposizione della criminologa Bruzzone, Verni ha commentato che la "Dottoressa ha messo in evidenza aspetti importanti della psiche di Pamela, che noi dicevamo da tempo, e che oggi abbiamo potuto rappresentare davanti alla Corte. Pamela era una ragazzina che, purtroppo, non era nella piena capacità di scegliere i suoi comportamenti, spesso dettati da cambi d'umore repentini, da stati di bisogno e di necessità. In tale senso è stato importante il passaggio della Bruzzone sull'uso della siringa, che Pamela non aveva mai utilizzato e che simboleggia il suo totale abbandano rispetto a ciò che accadeva al suo esterno. Questi passaggi - ha proseguito Verni -, uniti a quelli della scorsa volta, contribuiscono a porre una pietra tombale sullo sviluppo di questp processo e sul ripristino della verità per quanto riguarda Pamela che, soprattutto all'inizio, è stata fatta passare per ciò che non era; i suoi comportamenti promiscui non erano frutto di una scelta libera e consapevole, ma da questa sua patologia grave. Credo che quella di oggi sia stata un'altra udienza molto positiva, ma per obiettività aspettiamo la prossima in cui ascolteremo i consulenti della difesa."
"Abbiamo apprezzato anche la richiesta del Presidente (scorsa udienza, ndr.) di far tornare i consulenti dell'accusa per un eventuale confronto che ci dovrà essere tra le parti - ha commentato Verni -. Diciamo che siamo amaramente soddisfatti; preferivamo non essere qui a discutere di questo ma ci siamo e, per come è andata oggi, siamo contenti."
Sulle deposizioni dei tre teste Verni ha osservato che "si tratta di tre persone che sono in Italia da anni e che sono finiti in Associazioni di accoglienza. Dopo cinque anno ancora non parlano italiano: sarebbe interessante quindi capire come i soldi pubblici elargiti alle associazioni vengono poi effettvamente spesi, perché assistire oggi alla deposizione di tre persone che avrebbero dovuto conoscere almeno basicamente la lingua italiana, e vederli invece parlare quasi a gesti, ci fa porre alcune domande."
"Penso poi che oggi la Procura, che ringrazio, abbia recepito la nostra richiesta di contestare la calunnia a Oseghale nei confronti di Awelima e Desmond perché delle due l'una: o i due (Awelim e Desmond, ndr.) sono colpevoli e quindi la Procura ne avrebbe dovuto chiedere il rinvio a giudizio o, avendone richiesto l'archiviazione sulla scorta del fatto che non si trovano tracce che li collegano a casa di Oseghale al momento dell'efferato delitto, qualcuno li ha tirati dentro questo processo falsamente, ossia Oseghale. Il nostro ordinamento prevede delle misure e delle contromisure e speriamo che finalmente oggi, come ha dichiarato Desmond, si proceda per calunnia nei confrtonti di colui che, a questo punto, l'ha portato in questo processo in maniera infondata."
"Oggi è stato anche confermato un dato ormai assodato da tempo: la presenza di oppiacei nel capello e nella bile e quindi assunzione di sostanza nei due mesi precedenti - ha osservato il legale -. Come è possibile questo se Pamela era in comunità? Vorrei ricordare che in una struttura limitrofa di quella comunità morì una persona di overdose. Ci auguriamo quindi che a livello politico, dato che sono state fatte anche delle interrogazioni regionali, l'autorità che avrebbe dovuto fare delle ispezioni in quella struttura, finalmente sia chiamata a rispondere: se effettivamente dei controlli sono stati fatti vogliamo sapere quali sono gli esiti. Ciò che è accaduto a Pamela deve portare alla luce tutto ciò che c'è di marcio e che ruota intorno a questa storia."
"Infine, lasciatemi concludere con una questione che alcuni non vogliono sentire: la mafia nigeriana. Dalle carte processuali emerge in più parti la parola 'minaccia', la parola 'associazione organizzata criminale', 'spaccio', 'prostituzione'. Così come i dati extraprocessuali portano tutti a individuare la possibilità che ci sia questa presenza a Macerata e nelle Marche. Determinate carte quindi dovrebbero andare al vaglio degli organi competenti, in questo caso la Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, per le opportune valutazioni del caso - ha osservato Verni -. Ripeto, non è una sfiducia nella Procura di Macerata, ma è semplicemente l'ovvia conseguenza del fatto che il nostro ordinamento prevede uffici specializzati per andare ad analizzare questo tipo di fenomeni: questo si dovrebbe fare per rendere onore a Pamela, al martirio di questa ragazzina. Penso che, andando oltre Pamela e partendo da essa, si deve far venire alla luce, o tentare di far venire alla luce, tutto ciò che questo martirio può consentire che questo venga fuori. Lo dobbiamo per Pamela e per tutta la brava gente, che non è contraddistinta dal colore della pelle, ma semplicenete dall'essere bravo o cattivo."
È stato tragicamente rinvenuto lungo le sponde del fiume Potenza il cadavere dell'uomo di 47 anni scomparso da più di 24 ore dalla sua abitazione in contrada Marolino a Potenza Picena. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco con assetto SCUBA, ne hanno rinvenuto il corpo senza vita rimasto incastrato in una roccia.
L'uomo, S.P., geologo, si sarebbe suicidato. È stato trovato infatti con addosso due batterie dell'auto utilizzate come zavorra per togliersi la vita. L'allarme era già scattato ieri sera, quando il fratello dell'uomo aveva allertato i Carabinieri per denunciarne la scomparsa, visto che non rispondeva al telefono e non tornava a casa da 24 ore. Sono immediatamente scattate le ricerche da parte dei militari della Compagnia di Civitanova, coordinati dal Maggiore Marinelli, unitamente poi ai cinofili, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Forestali e Polizia Municipale che hanno setacciato la zona intorno agli argini del fiume. Fino al tragico ritrovamento del cadavere dell'uomo, intorno alle 13.30, da parte dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco sulle sponde del fiume Potenza, incastrato su una roccia in un punto dove l'acqua era alta 70cm circa.
La salma è stata recuperata dal personale dei Vigili del Fuoco e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Leggi qui la notizia della scomparsa
(SERVIZIO AGGIORNATO ALLE 18.20)
Marouane Farah è stato condannato ieri dal Tribunale di Macerata, con rito abbreviato, a quattro anni e otto mesi di reclusione per spaccio. Il marocchino, accusato anche di omicidio plurimo stradale per la morte di Gianluca Carotti ed Elisa Del Vicario, è comporso in aula insieme ad altri due imputati: il fratello Zakaria e Hassan Sougrate, per i quali la pena è di quattro anni e quattro mesi di reclusione.
Il fatto risale all'aprile del 2018 quando i tre vennero arrestati dai Carabinieri dopo che i militari avevano rinvenuto, a Montegranato, un deposito con 223 chili di marijuana.
"Quella di Pamela Mastropietro era una condizione cognitiva e relazionale totalmente compromessa" - così la criminologa Roberta Bruzzone, teste della parte civile rappresentata dal legale Marco Valerio Verni.
"C'è una corposissima letteratura in merito al disturbo borderline, che può essere come una schizofrenia attenuata che compromette l'intero spettro cognitivo, delle scelte: i suoi processi di relazione con la realtà diventano psicotici" - la relazione della criminologa che ha potuto studiare la condizione della vittima nei sei mesi precedenti al decesso.
"Pamela, all'interno della comunità, ha subito un peggioramento. - ha spiegato la Bruzzone - Nei suoi confronti era necessario un trattamento precedente che Pamela non ha seguito. Si sono verificate rabbia, instabilità, sessualità promiscua. Ha agito come un detonatore avendo un rifiuto di quel contesto perché non era in grado di gestirlo. Parliamo di un soggetto profondamente degradato e con una personalità profondamente deficitaria".
"In questo senso la tossicodipendenza diventa una sorta di cura - ha proseguito la criminologa -. C'era una totale ingestibilità all'interno della comunità e quindi per lei l'unica soluzione era quella di scappare, nella sua totale incapacità di giudizio critico."
"Una perizia psichiatrica ordinata dal sostituto procuratore di Roma nell'ottobre del 2017 conferma il soggetto come una persona circonvenibile e incapace di intendere e di volere - ha spiegato la Bruzzone -. Ne sono una testimonianza anche gli atti di autolesionismo, la promiscua sessualità e i tratti paranoici".
"Il test MMPI, che Pamela fece il 25 gennaio, è una fotografia del funzionamento della mente - ha proseguito la criminologa -. Il test, arrivato post mortem, ha mostrato la genuinità delle risposte e ha evidenziato comportamenti ostili, quote ansiose, metodo acritico, disturbi formali del pensiero, incapacità di distinguere tra realtà interna ed esterna. Una persona quindi totalmente destabilizzata e assuefatta dalla sostanza: la fuga era l'unico modo per uscire da un contenitore persecutorio".
"C'è quindi una sospensione della capacità critica e se il soggetto entra in angoscia acuta, chiunque incontra viene investito da qualità sovranaturali e il soggetto entra in totale dipendenza dalla persona che incontra - ha spiegato la Bruzzone -. Non si è quindi in grado di valutare le condizioni di chi ci sta davanti e ogni richiesta che ci viene fatta cerchiamo di assecondarla perché abbiamo paura di perdere quel supporto."
Lo stesso tassista Alonso che incontrò Pamela la mattina del 30 gennaio per soli dieci minuti circa dichiarò che "a seguito della conversazione ho capito che la ragazza non fosse totalmente lucida né nel pieno delle capacità perché parlava a rilento".
"Questo sta a significare che, anche chi non ha particolari strumenti, è in grado di notare in modo evidente l'instabilità del soggetto - ha concluso la criminologa -. Pamela non era in condizioni di prestare consenso in merito all'uso di sostanze stupefacenti o richieste sessuali: era in stand by sotto il profilo cognitivo e decisionale, prova di raziocinio e di capacità critica. Anche il fatto che si sia iniettata eroina, cosa che prima di quel momento non aveva mai fatti, lo testimonia. Era quindi facile manipolare la sua persona e la sua era una condizione riconoscibile e immediata da chiunque ha un paio di occhi e un paio di orecchie, senza specifiche capacità di psicologia o psichiatria".
Sono attualmente in carcere per spaccio di droga con una condanna rispettivamente di sei e otto anni. Parliamo di Desmond Lucky e Awelima Lucky, comparsi questa mattina davanti alla Corte d'Assise come teste del processo dell'omicidio di Pamela Mastropietro.
"Conosco Oseghale ma non sono mai andato a casa sua - la testimonianza di Awelima -. Lui mi ha chiamato la mattina del 30 gennaio ma io stavo dormendo, perché stavo poco bene, e non ho proseguito la conversazione". Anche Desmond ha confermato di conoscere Oseghale ma di "non essere mai stato a casa sua".
"L'ho conosciuto in un'agenzia di scommesse e l'ho chiamato il 30 mattina una volta soltanto per una questione di gioco (scommesse, ndr)" la testimonianza di Desmond.
I colloqui tra Awelima e Desmond in cella presso il carcere di Montacuto ad Ancona, sono stati posti sotto intercettazioni ambientali e sono agli atti. Colloqui che sono stati tradotti dal dialetto nigeriano, lingua utilizzata dai due per comunicare: "Parliamo in modo tale che nessuno ci comprenda".
Intercettazioni che sono state completamente smentite dai teste che hanno più volte negato quanto è stato rilevato dalle stesse o hanno risposto di non ricordare quanto agli atti.
"Lui mi disse che una ragazza dormiva da lui e quando ci siamo sentiti sentivo che la ragazza piangeva. Mi ha chiamato, io sentivo che qualcuno russava, e mi ha detto se volevo fare sesso con una bianca e io risposto che non mi piaceva" intercettazioni che sono state negate dal Awelima che ha detto, davanti alla Corte, di non ricordare.
Durante l'interrogatorio Awelima ha anche detto (in inglese), visibilmente agitato, "Non sono mai andato a casa di Oseghale, non sapevo nemmeno dove abitava, non ho mai visto casa sua con i miei occhi ma solo in tv quando ho appreso la triste notizia. Io non ho fatto niente, non ho commesso niente".
Dichiarazioni che però vengono smentite dalle intercettazioni ambientali in carcere con il compagno di cella Desmond. "Dove abitava lui non si poteva sospettare che ci abitasse uno di colore [...] io avevo già visto la vasca da bagno - dice Awelima in base alle intercettazioni telefoniche e poi - "era meglio se lui la buttava fuori città, anche al mare" così Awelima parlando con Desmond, dichiarazioni che il teste, oggi, ha detto di non aver mai detto.
E ancora "se qualcuno fosse morto a casa tua, tu cosa avresti fatto? Per questo l'ha tagliata, come facevano loro in epoca loro" parole sempre smentite da Awelima.
Durante le intercettazioni, Desmond avrebbe anche detto al suo compagno di cella "le ha anche tolto il cuore" e il teste avrebbe risposto "perché non l'ha mangiato? Poteva mangiarlo. La testa avrebbe dovuto buttarla ma il cuore lo poteva mettete in frigo e lo mangiava piano piano" parole sempre smentite da Awelima.
In merito a una conversazione tra i due, sempre in cella, Awelima, sulla disarticolazione e sul depezzamento del corpo di Pamela dice "Mi vengono i brividi. Oseghale conosce bene il corpo di una donna, lo faceva prima, sapeva bene dove andare, lui lo sa fare" anche queste parole smentite dal teste. Lo stesso Desmond, intercettato in carcare ha detto "è una cosa che ha già fatto più volte" anche questo smentito in udienza.
Durante le intercettazioni in carcere, Desmond ha dichiarato, che "quella mattina (30 gennaio, ndr.) gli ho dato la droga (Oseghale, ndr.) e lui ha subito spento il telefono e l'ha lasciato spento per due ore": dichiarazione, anche questa, smentita in aula.
Desmond, in cercare chiese a Oseghale perché lo aveva accusato ingiustamente e oggi, il teste, ha dichiarato che l'imputato gli rispose che era falso quanto gli era stato riferito. In aula oggi Desmond, davanti alla Corte, ha confermato di voler agire nei confronti di Oseghale per il reato di calunnia.
Il teste, sempre intercettato, ha dichiarato, in merito al corpo di Pamela, "che questo è un gioco da bambini, noi abbiamo fatto cose terribili", parole sempre smentite. Anche in merito al fatto che la compagna di Oseghale, Michela Pettinari, abbia dichiarato di conoscere i due, entrambi hanno smentito ciò dicendo di non averla mai incontrata.
Nella mattinata odierna (maercoledì 27 marzo, ndr) il responsabile del Distaccamento Polizia Stradale di Civitanova Marche, unitamente ad una pattuglia dipendente, ha proceduto al controllo di un pullman destinato al trasporto di 70 alunni di un Istituto Comprensivo di Civitanova Marche, che avrebbe dovuto recarsi a Bologna per un viaggio di istruzione.
Al momento del controllo, avvenuto prima della partenza del pullman, si è accertato che il parabrezza del piano rialzato del pullman era infranto, tanto da compromettere l’idoneità tecnica del veicolo a compiere il viaggio.
Si è proceduto, quindi, all’elevazione di una multa in favore del conducente e si è atteso che gli alunni avessero altri due pullman – in questo caso idonei allo scopo e regolarmente sottoposti a controlli - a disposizione per poter regolarmente effettuare l’uscita didattica a Bologna.
Nel tardo pomeriggio di ieri (martedì 26 marzo, ndr), gli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche, diretto al Commissario Capo Lorenzo Sabatucci, hanno proceduto alla cattura di un uomo di 65 anni il quale dovrà scontare in carcere la pena di 9 anni di reclusione.
L’uomo, pluripregiudicato, è stato rintracciato presso la propria abitazione. In passato si era reso responsabile del reato di violenza sessuale su una minore e del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini condotte dal Commissariato di Polizia di Civitanova Marche, avevano portato all’individuazione dell’uomo, la cui cattura è stata ordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata.
Qui è stata emessa l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, in forza della quale l’uomo è stato ristretto presso la casa di reclusione di Fermo dove dovrà scontare la pena.
Da ieri sera sono in corso le ricerche di un uomo 47enne, scomparso dalla propria abitazione in contrada Marcolino a Potenza Picena: di lui non si hanno notizie da 24 ore.
La sua auto e il telefono sono state trovati in casa, dove vive da solo. Si presuppone che prima della scomparsa stesse lavorando in campagna, ma da lì è scomparso.
Da questa mattina i carabinieri - coordinati dal Maggiore Enzo Marinelli e supportati dall'ausilio dell'elicottero - i Vigili del Fuoco - con cani da ricerca persone e personale speleofluviale - i Vigili Urbani di Potenza Picena e Recanati - con i rispettivi volontari di Protezione Civile - stanno battendo il fiume Potenza e le campagne contigue. Al momento di lui ancora non si ha alcuna traccia.
AGGIORNAMENTO ORE 14:00 - RINVENUTO IL CORPO SENZA VITA DELL'UOMO: LEGGI QUI