Omicidio Pamela, Verni: "Siamo amaramente soddisfatti: ciò che è accaduto a Pamela porti alla luce tutto ciò che c'è di marcio"
"Quella adottata oggi dal teste Awelima e Desmond credo sia stata una strategia processuale lecita e consentita: chiudersi nel silenzio o nel negazionismo. Lecita ma spesse volte è tipicita di chi ha tanto da nascondere e qualche volta è anche colpevole" - così Marco Valerio Verni, legale della famiglia Mastropietro, al termine della quinta udienza per l'omicidio di Pamela.
Sulla deposizione della criminologa Bruzzone, Verni ha commentato che la "Dottoressa ha messo in evidenza aspetti importanti della psiche di Pamela, che noi dicevamo da tempo, e che oggi abbiamo potuto rappresentare davanti alla Corte. Pamela era una ragazzina che, purtroppo, non era nella piena capacità di scegliere i suoi comportamenti, spesso dettati da cambi d'umore repentini, da stati di bisogno e di necessità. In tale senso è stato importante il passaggio della Bruzzone sull'uso della siringa, che Pamela non aveva mai utilizzato e che simboleggia il suo totale abbandano rispetto a ciò che accadeva al suo esterno. Questi passaggi - ha proseguito Verni -, uniti a quelli della scorsa volta, contribuiscono a porre una pietra tombale sullo sviluppo di questp processo e sul ripristino della verità per quanto riguarda Pamela che, soprattutto all'inizio, è stata fatta passare per ciò che non era; i suoi comportamenti promiscui non erano frutto di una scelta libera e consapevole, ma da questa sua patologia grave. Credo che quella di oggi sia stata un'altra udienza molto positiva, ma per obiettività aspettiamo la prossima in cui ascolteremo i consulenti della difesa."
"Abbiamo apprezzato anche la richiesta del Presidente (scorsa udienza, ndr.) di far tornare i consulenti dell'accusa per un eventuale confronto che ci dovrà essere tra le parti - ha commentato Verni -. Diciamo che siamo amaramente soddisfatti; preferivamo non essere qui a discutere di questo ma ci siamo e, per come è andata oggi, siamo contenti."
Sulle deposizioni dei tre teste Verni ha osservato che "si tratta di tre persone che sono in Italia da anni e che sono finiti in Associazioni di accoglienza. Dopo cinque anno ancora non parlano italiano: sarebbe interessante quindi capire come i soldi pubblici elargiti alle associazioni vengono poi effettvamente spesi, perché assistire oggi alla deposizione di tre persone che avrebbero dovuto conoscere almeno basicamente la lingua italiana, e vederli invece parlare quasi a gesti, ci fa porre alcune domande."
"Penso poi che oggi la Procura, che ringrazio, abbia recepito la nostra richiesta di contestare la calunnia a Oseghale nei confronti di Awelima e Desmond perché delle due l'una: o i due (Awelim e Desmond, ndr.) sono colpevoli e quindi la Procura ne avrebbe dovuto chiedere il rinvio a giudizio o, avendone richiesto l'archiviazione sulla scorta del fatto che non si trovano tracce che li collegano a casa di Oseghale al momento dell'efferato delitto, qualcuno li ha tirati dentro questo processo falsamente, ossia Oseghale. Il nostro ordinamento prevede delle misure e delle contromisure e speriamo che finalmente oggi, come ha dichiarato Desmond, si proceda per calunnia nei confrtonti di colui che, a questo punto, l'ha portato in questo processo in maniera infondata."
"Oggi è stato anche confermato un dato ormai assodato da tempo: la presenza di oppiacei nel capello e nella bile e quindi assunzione di sostanza nei due mesi precedenti - ha osservato il legale -. Come è possibile questo se Pamela era in comunità? Vorrei ricordare che in una struttura limitrofa di quella comunità morì una persona di overdose. Ci auguriamo quindi che a livello politico, dato che sono state fatte anche delle interrogazioni regionali, l'autorità che avrebbe dovuto fare delle ispezioni in quella struttura, finalmente sia chiamata a rispondere: se effettivamente dei controlli sono stati fatti vogliamo sapere quali sono gli esiti. Ciò che è accaduto a Pamela deve portare alla luce tutto ciò che c'è di marcio e che ruota intorno a questa storia."
"Infine, lasciatemi concludere con una questione che alcuni non vogliono sentire: la mafia nigeriana. Dalle carte processuali emerge in più parti la parola 'minaccia', la parola 'associazione organizzata criminale', 'spaccio', 'prostituzione'. Così come i dati extraprocessuali portano tutti a individuare la possibilità che ci sia questa presenza a Macerata e nelle Marche. Determinate carte quindi dovrebbero andare al vaglio degli organi competenti, in questo caso la Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, per le opportune valutazioni del caso - ha osservato Verni -. Ripeto, non è una sfiducia nella Procura di Macerata, ma è semplicemente l'ovvia conseguenza del fatto che il nostro ordinamento prevede uffici specializzati per andare ad analizzare questo tipo di fenomeni: questo si dovrebbe fare per rendere onore a Pamela, al martirio di questa ragazzina. Penso che, andando oltre Pamela e partendo da essa, si deve far venire alla luce, o tentare di far venire alla luce, tutto ciò che questo martirio può consentire che questo venga fuori. Lo dobbiamo per Pamela e per tutta la brava gente, che non è contraddistinta dal colore della pelle, ma semplicenete dall'essere bravo o cattivo."
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