Il Parco ha emanato un avviso esplorativo per testare la disponibilità di potenziali gestori per il rifugio di Cupi sito nel territorio comunale di Visso. Si tratta di strutture temporanee, denominate RESP, che verranno poi rimosse all’avvenuto ripristino strutturale del rifugio. I
l RESP di Cupi consiste in quattro unità abitative, di cui una destinata all’accoglienza di persone disabili, dotate di tutti i servizi necessari ed anche di impianto fotovoltaico. Rappresentano un supporto fondamentale per coloro che svolgono attività di trekking, passeggiate o altre attività di tipo naturalistico, anche per il loro essere inserite nel circuito escursionistico del “Grande Anello dei Sibillini”. È stato, inoltre, realizzato un percorso in cemento architettonico, che potrebbe consentire la fruizione in autonomia di una parte dello spazio esterno anche ai diversamente abili.
A questo avviso, consultabile sul sito del Parco al seguente link: http://www.sibillini.net/attivita/avvisiEPubblicazioni/bandi/index.php, farà seguito a breve un nuovo avviso per il RESP Colle Le Cese sito nel comune di Arquata del Tronto. “Portiamo avanti il lavoro di recupero della fruibilità di strutture ricettive attraverso costruzioni temporanee, i RESP appunto, che consentiranno agli amanti della montagna e del nostro Parco di poter pernottare e fermarsi più tempo per godere del territorio” sottolinea il presidente del Parco, Andrea Spaterna. “Sono previste altre strutture, come ad esempio quelle di Montegallo, sempre nell’ottica di potenziare la fruibilità del Parco in modalità compatibili con il suo ecosistema, nonché di proseguire nella valorizzazione delle sue straordinarie bellezze. In questo senso riveste una particolare valenza l’aver progettato alcune unità abitative per l’accoglienza di persone disabili, a significare l’attenzione che l‘Ente ha sempre riservato a chi è meno fortunato. Mi auguro – conclude Spaterna – che questi avvisi esplorativi trovino accoglienza ed interesse e che possano contribuire anche a rilanciare l’economia del territorio”.
"La chiusura dei ristoranti alle ore 18 è un altro provvedimento che ci metterà in ginocchio - così, Sonia Fiorelli, ristoratrice di Visso, uno dei Comuni del cratere sismico marchigiano, commenta l'ultimo dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per contenere la diffusione del Covid 19 - Dopo tutte le precauzioni adottate, penso che se ne poteva fare a meno di questa decisione, senza contare che noi stiamo ancora vivendo le conseguenze del post sisma", aggiunge Fiorelli.
Il nuovo decreto viene preso con maggiore filosofia da Umberto Conversano, altro ristoratore della cittadina marchigiana a ridosso dell'Appennino: "Che crea delle difficoltà non ci sono dubbi, ma almeno speriamo che serva a contenere il virus".
Chi parla con la voce della rassegnazione è Daniele Valentini, giovane albergatore e ristoratore di Castelsantangelo sul Nera: "Ci adegueremo come abbiamo fatto finora, non abbiamo alternative".
(Fonte: ANSA)
Nella seduta svoltasi lo scorso 13 ottobre, la Giunta Comunale di Visso ha approvato le linee di indirizzo per la predisposizione di una proposta di Programma Straordinario di Ricostruzione del Comune ai sensi della recente Ordinanza del Commissario Straordinario alla Ricostruzione (la n°107 del 22 agosto 2020).
La Giunta, di concerto con l’ufficio tecnico comunale ha posto l’attenzione sulle problematiche inerenti:
- la pianificazione urbanistica, con particolare riferimento all’abitato di Villa S. Antonio al fine di rendere sicura la viabilità principale delocalizzando gli immobili posti sul lato sinistro dell’attuale tracciato stradale (lato Fosso delle Rote), nonché in tutti i casi in cui, in relazione a normative attualmente vigenti, siano necessarie variazioni urbanistiche per superare impedimenti al processo di ricostruzione o specifiche e puntuali situazioni non altrimenti risolvibili;
- la risoluzione delle criticità esistenti sulla viabilità locale in località Fiorenzuola, Borgo San Giovanni, e ove necessario;
- la cantierabilità e la cronologia degli interventi pubblici e privati ove necessario;
- il completamento dell'individuazione degli aggregati edilizi;
- le necessarie deroghe allo strumento urbanistico vigente e al regolamento edilizio comunale;
- l’indicazione e la valutazione economica degli interventi di ricostruzione privata e pubblica;
- la stima sommaria del costo del programma straordinario di ricostruzione.
Per quanto riguarda le priorità nel centro storico di Visso, la Giunta, ha deliberato di riproporre, in linea di massima e con eventuali necessarie modifiche, la soluzione in fasi attuative indicata nella delibera di Consiglio Comunale n.3 del 9 febbraio 2019, dando priorità attuativa alle zone di Piazza Martiri Vissani, Piazza S. Francesco e Largo Gregorio XIII.
La Giunta ha inoltre ribadito la necessità dell'estensione della maggiorazione del 10% all’interno degli abitati più complessi anche se non perimetrati (in particolare per il centro storico di Visso e Borgo S. Giovanni) tenuto conto della complessità delle opere di ricostruzione che dovranno essere condotte in futuro.
Con questo atto il Comune di Visso sposa la nuova impostazione data alla ricostruzione dal Commissario Legnini ritenendola più adeguata alle esigenze del comune ed incisiva sulle problematiche ancora aperte a quattro anni dagli eventi sismici.
Il Sindaco e l’Amministrazione sono fiduciosi del fatto che la struttura Commissariale, l’Ufficio Speciale Ricostruzione, la Regione Marche e tutti gli Enti coinvolti, in primis la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, la Provincia di Macerata ed il Parco Nazionale dei Monti Sibillini diano il loro contributo nell’ambito della definizione del Programma Straordinario.
L’Amministrazione confida nel contributo fattivo dei cittadini e dei proprietari delle abitazioni di Visso in particolar modo di quelli che hanno già costituito i consorzi degli aggregati individuati che in alcuni casi potrebbero procedere quanto prima alla progettazione ed esecuzione degli interventi.
Il 2020 è stato segnato dall’emergenza Covid-19, ma i lunghi mesi di lockdown hanno stimolato la voglia di recuperare un contatto diretto con la natura, gli spazi aperti e quelle bellezze naturalistiche che caratterizzano il Bel Paese. Tra esse il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Gli ingenti flussi turistici dell'estate 2020 nel Parco meriterebbero una approfondita analisi, ma si vuole focalizzare l'attenzione sull'utilizzo del web per la scelta della destinazione della vacanza. Il turista, prima di raggiungere fisicamente ogni luogo di vacanza, impiega ore sui motori di ricerca per studiare la meta. E infatti, molto è stato il tempo che gli utenti hanno trascorso on line collegandosi al sito sibillini.net ed impiegandolo come manuale virtuale per scoprire, conoscere ed orientarsi tra le mille opportunità che il Parco offre.
Su base annuale (con rilevazione al 14 settembre), è stato registrato un incremento complessivo degli accessi del 66,93%, dei nuovi utenti del 60,01% e degli utenti complessivi del 58,75%. I dati risultano ancor più sorprendenti dal 4 maggio in avanti, quando l’incremento complessivo degli accessi si sposta al 105,4%, quello dei nuovi utenti al 98,05% e quello degli utenti complessivi al 92,70%.
Approfondendo l’analisi, emerge che la maggior parte degli utenti esegue ricerche correlate a informazioni turistiche, poiché gli accessi per motivi istituzionali (bandi, normative tecniche, eccetera) costituiscono una componente stabile nel tempo. Di particolare rilievo risulta la richiesta di informazione sui sentieri del Parco, i cui accessi hanno visto un incremento del 150%.
Questa sempre crescente attenzione degli internauti per il sito del Parco ha portato gli operatori a mettere in atto azioni sistematiche e trasversali, come l’iniziativa di sviluppo di “un sistema esperto” (branca dell’intelligenza artificiale) che ha reso il sito dell’ente in grado di rispondere a numerosi quesiti specie sulla possibilità di fruizione turistica in rapporto allo stato dei luoghi nel post-sisma.
Elaborando poi i dati a partire da un campione statistico di poco meno di 2000 record relativo all'anno corrente, emerge con chiarezza che, tra i cluster natura, outdoor, relax, cultura, enogastronomia, considerati da Oracolo Sibilla, sistema di ricerca e creazione itinerari interno al sito, la domanda di outdoor segna un picco di 1149 immediatamente seguita dal cluster natura 989. Più indietro sono, nell’ordine: relax 442, cultura 441, enogastronomia 333. Dati che delineano con grande chiarezza la voglia di stare e fare attività all’aperto dei visitatori. Emerge infatti che l’attività di maggiore interesse è proprio l’escursione a piedi che segna 1029 (con difficoltà richiesta media e facile) contro, ad esempio, la bicicletta che rimane a 189 (tra ciclismo e MTB). 176 sono i visitatori che portano con sé l’amico fedele dell’uomo, il cane. Il tipo di alloggio più richiesto è indubbiamente l’agriturismo che segna 365, seguito dal bed & breakfast a 273. La durata del soggiorno è a favore del giornaliero con 1011 contro 870 plurigiornalieri. Tali dati costituiscono uno specchio affidabile del profilo del turista potenziale e, non appena saranno disponibili, sarà importante confrontarli con i dati reali di arrivi e presenze.
“Immaginavamo che la riapertura dopo il lockdown portasse tante persone verso la montagna e gli spazi naturali, ed insieme al sistema territorio abbiamo cercato di approntare le migliori misure per gestire tali flussi” sottolinea il presidente del Parco, Andrea Spaterna. “È chiaro che la presenza di molti turisti richiede una attenzione particolare perché, pur caratterizzandoci come luoghi aperti e fruibili, siamo un’area protetta che pretende rispetto e comportamenti adeguati. Quindi ben venga un aumento delle presenze, che significa anche economia per un territorio che ha bisogno di futuro, ma con una consapevolezza ed una responsabilità necessarie per chi decide di venire nel Parco a visitarlo, proprio per la sua specificità e la delicatezza dell’ecosistema. I dati di flusso provenienti dal sito www.sibillini.net - conclude Spaterna - sono certo troveranno conferma in quelli reali, ed in questo senso l’Oracolo della Sibilla rappresenta una felice intuizione del nostro staff poiché ci consente di avere subito un quadro interpretativo dei flussi potenziali all’interno del Parco”.
È terminato lo scorso 31 agosto il mandato del direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Carlo Bifulco. Un'esperienza iniziata nel 2016 quando, arrivando direttamente dal Portogallo dove stava svolgendo la sua attività di ricerca in Ingegneria Forestale e delle Risorse Naturali all'Università di Lisbona, ha assunto la guida del Parco, dovendo subito confrontarsi con le drammatiche conseguenze del sisma, ma riuscendo comunque ad amministrare efficacemente l'ente seppure in una situazione di emergenza.
Ora, a subentrare nel ruolo di direttore in qualità di facente funzione è la dottoressa Maria Laura Talamè, dipendente del Parco dal 1998.
"La scelta del Consiglio Direttivo è ricaduta sulla responsabile dell'ufficio promozione ed educazione ambientale del Parco - dichiara il presidente Andrea Spaterna - una donna di grande esperienza e di acclarate competenze gestionali, che, siamo convinti, saprà traghettare efficacemente la direzione per i prossimi mesi, fino alla nuova nomina da parte del Ministero dell'Ambiente".
A lui fa eco il vicepresidente Alessandro Gentilucci: "Nel ringraziare l'ingegner Bifulco per il lavoro sin qui svolto con competenza e passione, voglio augurare un buon lavoro alla dottoressa Talamè, certo che saprà interpretare questo ruolo nel migliore dei modi".
Anche quest’anno verrà ripetuta l’esperienza del censimento del cervo all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. “Si tratta del 12° censimento – sottolinea Alessandro Rossetti, biologo del Parco – finalizzato a darci una indicazione sul numero di cervi dislocato all’interno dell’area protetta. Ad oggi abbiamo rilevato circa 800 individui concentrati prevalentemente sull’alta valle del Nera, un numero importante considerando che il cervo è stato reintrodotto nel territorio del Parco nel 2005”.
La modalità di conteggio sarà realizzata tramite il bramito, ossia il tipico vocalizzo emesso dai cervi maschi nel periodo degli accoppiamenti per difendere il proprio territorio e il possesso dell’harem. Il censimento rientra tra le attività previste nel progetto Wolfnet 2.0 direttiva biodiversità promosso dal Ministero dell’Ambiente. Quest’anno però non sarà possibile partecipare se non per chi ha già sperimentato in passato questa esperienza ed ha già svolto la formazione prevista per il censimento. “Purtroppo, le misure anticovid – dichiara Andrea Spaterna, presidente dell’ente – ci hanno spinto a valutare più opportuno il limitare la partecipazione. Per cui mi appello a quei volontari che vorranno ripetere questa attività perché si mettano in contatto con noi, se non ancora raggiunti dalle nostre comunicazioni. Partecipare è interessante ed utile perché può consentire al Parco una azione di controllo necessaria per monitorare il trend di crescita della popolazione dei cervi, considerando che parliamo di un mammifero che contribuisce alla ricostruzione degli equilibri naturali e che rappresenta un’importante preda naturale per il lupo”. L’appuntamento è per martedì 6 ottobre alle ore 18 presso la sede del Parco a Visso. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito del Parco all’indirizzo http://www.sibillini.net/primoPiano/index.php
Circa 160 studenti animeranno la tappa di Puliamo il Mondo-speciale Appennino, la grande giornata di volontariato ambientale promossa da Legambiente Marche e Circolo e CEA Legambiente Il Pettirosso Tolentino in stretta collaborazione con i Comuni di Pieve Torina, Valfornace, Visso e Muccia e il patrocinio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
L’appuntamento, in programma nella mattinata di giovedì 1° ottobre, unirà i comuni in un’iniziativa alla scoperta delle bellezze del territorio e per la sua valorizzazione, partendo proprio dal protagonismo dei più giovani e il rispetto per l’ambiente come elementi fondamentali per la ricostruzione post sisma.
Saranno, infatti, coinvolte le scuole primarie e secondarie di primo grado dei quattro comuni che si attiveranno per lanciare un grande messaggio di amore per il proprio territorio, contro l’abbandono dei rifiuti e per la loro corretta gestione.
Di seguito orario di appuntamento e luogo delle pulizie:
- Muccia, ritrovo ore 10:00 presso via piazzetta 15;
- Pievetorina, ritrovo ore 10:00 presso la Scuola Via Battistoni; pulizia prevista lungo la pista ciclopedonale;
- Valfornace, ore 10:30 ritrovo laghetto di Boccafornace;
- Visso, ore 10:30 ritrovo presso la scuola Via Goffredo Jaia.
Scadranno il prossimo 6 ottobre due bandi nell'ambito delle azioni a sostegno delle attività agricole che operano all'interno del territorio del Parco dei Monti Sibillini. Si tratta di una seconda opportunità di cofinanziamento per la realizzazione di recinti mobili elettrificati, per la protezione di marroneti, castagneti, tartufaie e di altre colture dai danni causati da fauna, che l’Ente offre a coloro che faticosamente coltivano aree all'interno del territorio del Parco.
I destinatari del bando sono aziende o persone fisiche, che potranno conoscere le modalità di partecipazione consultando la sezione bandi del sito sibillini.net per poter entrare nella graduatoria per l'assegnazione del contributo. "Per la seconda volta in quest'anno, il Parco propone due bandi destinati alle attività agricole - sottolinea il presidente Andrea Spaterna - e lo fa a fronte di 40 mila euro di fondi che non sono stati assegnati in precedenza, anche a motivo di domande inesatte pervenute. Vogliamo sostenere e incoraggiare, ancora una volta, tutti i possibili destinatari del finanziamento, permettendo loro di cogliere questa opportunità. Lo scopo è dimostrare la vicinanza dell'Ente a quanti svolgono pratiche agricole nel territorio del Parco, considerate funzionali alla conservazione e alla tutela degli agroecosistemi, quali parte di un mosaico di habitat fondamentali per la biodiversità".
Il bando scadrà alle ore 12 del 6 ottobre e la graduatoria resterà aperta fino al 31 dicembre.
Il link ai bandi:http://www.sibillini.net/attivita/avvisiEPubblicazioni/bandi/index.php
Una serie di domande per fare il punto su 4 anni di direzione segnati, in modo importante, dall’esperienza del sisma.
Esattamente 4 anni fa cominciava l’esperienza di Carlo Bifulco come direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un curriculum importante alle spalle, con studi in ingegneria naturalistica e gestione dei parchi che l’hanno portato a ricoprire il ruolo di direttore del Parco Nazionale del Vesuvio e ad insegnare in prestigiose università come quella di Coimbra, in Portogallo, di Murcia, in Spagna, e alla Federico II di Napoli.
Poi l’approdo il primo settembre 2016 in quel di Visso, al Parco dei Monti Sibillini, in un momento tutt’altro che facile a causa degli eventi sismici che hanno segnato in modo significativo la “sua” direzione che, ricordiamolo, scade oggi, 31 agosto 2020.
Nonostante ciò, o forse proprio per questo, Bifulco ha saputo qualificare il suo impegno cercando di restituire al Parco, per quanto possibile, un ruolo non di gendarme del territorio bensì di avveduta tutela e valorizzazione in un’ottica collaborativa con gli enti locali non ponendosi mai pregiudizialmente contro, offrendo idee e suggerimenti per condividere, nei progetti proposti, gli obiettivi del parco.
"Rivendico il numero di autorizzazioni e nulla osta concessi in questi anni a chi, ovviamente, aveva il diritto di ottenerli, ma anche che pochissimi sono i casi in cui ci siamo trovati ad esprimere parere negativo: solo quando era evidente che le richieste cozzavano palesemente con la normativa vigente" sottolinea Bifulco.
A lui chiediamo di tracciare una panoramica delle principali attività svolte in questi quattro anni di servizio che lo hanno visto collaborare dapprima con il presidente Oliviero Olivieri, poi con Alessandro Gentilucci ed infine con l’attuale presidente Andrea Spaterna.
"Subito dopo il terremoto abbiamo predisposto, di concerto con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un programma di attività per promuovere la ripresa socio-economica dei territori colpiti dal sisma che vertesse su alcuni punti cardine: in primis la conservazione e gestione della biodiversità, del territorio e del paesaggio; lo sviluppo e la promozione del turismo sostenibile; la continuazione dei progetti di ricerca e di educazione ambientale; l’implementazione di una capacità di dialogo con gli altri enti di gestione del territorio; una revisione del modello organizzativo dell’ente volta ad acquisire una maggior efficienza, trasparenza e sostenibilità".
A proposito di biodiversità, vogliamo dare qualche numero del Parco?
"Cominciamo dai lupi: 16 branchi con una popolazione totale stimata ad oggi tra i 75 e gli 81 esemplari. 129 camosci, numero minimo certo di esemplari censiti nel 2018 che però, secondo i più recenti rilevamenti, potrebbero sfiorare le 230 unità. Una stima di oltre 350 cervi censiti con il metodo del bramito. 743 cinghiali rimossi tra catture ed abbattimenti solo nel 2019. Relativamente agli anfibi 10 specie rilevate nell’ultimo censimento di cui 7 con stato di conservazione favorevole. E poi ancora un trend in crescita sulla presenza delle coturnici, 14 specie di chirotteri censite, il ripopolamento dei corsi d’acqua del Parco con trote mediterranee e, dulcis in fundo, il Chirocefalo del Marchesoni che, nonostante le cattive condizioni climatiche, continua a resistere anche in virtù degli accorgimenti e protezioni che come Parco abbiamo messo in atto: mi riferisco in particolare alla rete di protezione che abbiamo applicato in quota, intorno al lago di Pilato".
"Sulla biodiversità nel Parco abbiamo fatto il punto nel marzo del 2019 presentando i risultati dei progetti scientifici in atto in un convegno tenutosi a Preci che ha previsto la presentazione di relazioni e libri, ma anche dibattiti e tavole rotonde cui ha partecipato il vicepresidente di EuroParc, Paulo Castro. Un momento di confronto interessante mai realizzato sinora, a 25 anni dalla istituzione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini".
Di solito gli allevatori e gli agricoltori si lamentano, giustamente, dei danni al patrimonio zootecnico e agricolo causato da lupi e cinghiali.
"Sì, però segnalo come si sia riscontrata una progressiva diminuzione dei danni registrati e della richiesta dei relativi indennizzi, a significare una buona gestione combinata delle popolazioni di lupo e cinghiale. Siamo passati da circa 232.000 euro di indennizzi pagati nel 2016, ai circa 86.000 euro del 2019. E come Parco abbiamo messo in atto una serie di iniziative come, ad esempio, i contributi per l’elettrificazione dei recinti, prima per la difesa delle greggi e ora per la difesa delle colture, o il recentissimo bando per selettore di cinghiali".
Torniamo un attimo sulla questione delle autorizzazioni e dei nullaosta e concentriamoci sul 2019 per capire come il Parco interagisce con il mondo esterno.
"Come già sottolineato, ho cercato di dare un’impronta di chiara efficienza ed approccio collaborativo al nostro operato. Solo nell’anno passato, ad esempio, abbiamo istruito 217 pratiche di nullaosta rilasciandone 115 positive, 100 positive in conferenza dei servizi e soltanto due negative. Abbiamo stilato 56 pareri di Valutazione di Incidenza Ambientale positivi e un parere di VIncA negativo. Abbiamo istruito 113 autorizzazioni paesaggistiche, e potrei continuare con le autorizzazioni delle attività sportive e per i voli dei droni. Mi sembrano numeri che parlano da soli".
Il sisma ha comportato anche l’abbandono della storica sede di Visso per inagibilità della stessa e, dunque, l’esigenza di una delocalizzazione forzata che ha visto gli uffici distribuirsi tra Visso, Tolentino e Foligno.
"La scossa del 26 ottobre 2016 ha reso gli uffici inagibili, le repliche del 30 ottobre li ha resi inaccessibili. Tuttavia, sin da subito, abbiamo cercato di riorganizzarci e dopo pochi giorni, il 4 novembre 2016, l’operatività è ripresa quasi al 100% grazie alle delocalizzazioni attivate presso l’istituto Zooprofilattico di Marche e Umbria con sede a Tolentino e presso gli uffici di Foligno della Protezione Civile dell’Umbria. A Visso, nei container che ospitavano il Comune, avevamo a disposizione uno spazio per gestire le prime urgenze e far fronte alle prime richieste: tra queste, ad esempio, quella di aiutare gli allevatori, viste le difficoltà di sistemazione del bestiame a causa del crollo di numerose stalle, con una raccolta fondi da destinare all’acquisto di recinzioni elettrificate a protezione degli animali".
Quali sono le progettualità che, nonostante l’emergenza, hanno caratterizzato il lavoro del Parco nel primo periodo post sisma?
"Di sicuro il rinnovo della Carta Europea del Turismo Sostenibile, un processo condiviso e partecipato tra enti e soggetti pubblici e privati del territorio che ha consentito di individuare strategie di rilancio per l’economia turistica e liberare risorse per oltre 20 milioni di euro nel quinquennio 2018/22. Parliamo di 99 progetti imperniati sulla sostenibilità ambientale come impronta qualificante. Il Parco ha ricevuto il certificato di rinnovo della CETS a fine 2019, presso gli uffici della Commissione Europea a Bruxelles. Voglio ricordare che quello dei Monti Sibillini è stato il primo parco nazionale italiano ad aver ricevuto questa attestazione e ad aver ottenuto il rinnovo già tre volte. Altro intervento importante la possibilità di recuperare risorse per il ripristino dei sentieri rimasti danneggiati dal terremoto che sebbene rappresentassero soltanto il 20% del totale hanno comunque limitato la fruibilità complessiva del Parco trattandosi di percorsi qualificanti come la zona di Monte Bove, l’Infernaccio, le cascate dell’Acquasanta, il sentiero dei mietitori. E comunque l’assoluta continuità dei lavori in corso, dalle pratiche di nullaosta alle valutazioni di incidenza ambientale ai tanti progetti scientifici da seguire e monitorare".
Finalmente, a dicembre 2018, la riunificazione del personale in un unico spazio, una sorta di ritorno a casa
"Si, dopo due anni siamo riusciti a far tornare tutto il personale in una sede provvisoria, ma unica, nel Comune di Visso. Non solo, abbiamo avuto la possibilità di implementare la pianta organica con l’inserimento di nuove figure a tempo determinato. Tutto questo ci ha ridato la determinazione necessaria per affrontare i mesi a venire, nella consapevolezza che entro un tempo ragionevole sarebbero iniziati i lavori per la costruzione della sede temporanea del Parco, e così è avvenuto perché a settembre 2019 è stata posta la prima pietra e ad ottobre 2020 è previsto il trasferimento degli uffici nella nuova sede".
Nel frattempo, il Parco è divenuto collettore di fondi straordinari messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente per un programma di interventi incentrati sull’adattamento e sulla mitigazione del cambiamento climatico. Una opportunità che si ripeterà anche nel 2020
"Lo stanziamento previsto per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nel 2019 è stato di oltre tre milioni di euro e sono stati approvati dal Consiglio Direttivo ventiquattro nuovi progetti che hanno una disponibilità di fondi già incamerati dall’ente con una apposita variazione di bilancio. Per il 2020 è in corso la definizione di un nuovo programma di interventi per un totale di circa 4.5000.000 euro. Si tratta di risorse importanti che contribuiranno senz’altro al rilancio dell’intero territorio montano".
Risorse ma anche nuove idee per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Mi riferisco in particolare al forest bathing, uno dei suoi cavalli di battaglia. Cosa c’è dietro questa formula che sta prendendo sempre più piede come nuova frontiera della salute a contatto con la natura? Cosa può diventare una foresta per il Parco oltre a risorsa ambientale?
"Il forest bathing in realtà è una disciplina antica, perché il valore e la conoscenza delle piante come strumenti per il benessere sono antichi quanto l’uomo. Si tratta quindi di osservare la foresta come uno spazio di rigenerazione fisica e spirituale per chi vuole immergervisi. Ma niente new age, vi sono elementi scientifici che provano come questa disciplina possa davvero attivare forme di cura integrative grazie a sostanze come i monoterpeni che interagiscono con la pelle e le mucose ed hanno ricadute positive sulle funzioni immunitarie e più in generale sul benessere complessivo di ognuno di noi. L’impegno, mio e del consiglio direttivo, in questi ultimi mesi, è stato quello di implementare questa idea e partecipare alle attività di Europarc nell’ambito del progetto Healthy People Healthy Parks individuando nel parco Nazionale dei Monti Sibillini degli itinerari appropriati dove svolgere attività di forest bathing".
"Ci candidiamo ad essere il primo parco in Europa dove il forest bathing può sperimentarsi in modo totale, un’esperienza immersiva che porti a considerare il Parco come serbatoio di salute per tutta la popolazione ed in particolare per il recupero delle sindromi dovute allo stress. Nell’aprile 2020 avremmo dovuto tenere un convegno di lancio del forest bathing nei Sibillini con la partecipazione del Ministro dell’Ambiente ma purtroppo l’emergenza covid 19 ha bloccato tutto. Rimane tuttavia la definizione di un percorso che porterà inevitabilmente a considerare le foreste come una risorsa legata ad un turismo salutare, sempre più diffuso tra chi ama sperimentare forme consapevoli e responsabili di viaggio, cammino e sosta".
Quali questioni aperte ancora permangono per il futuro del Parco?
"Purtroppo ancora tante. Penso ad esempio alla necessità di assicurare una convivenza possibile tra antropizzazione e natura, come del resto è nella storia millenaria di questi luoghi, abitati da sempre, e dove si è saputo costruire un equilibrio tra uomo ed ambiente. Il terremoto purtroppo ha distrutto questo delicato equilibrio ed il rischio desertificazione è divenuto reale nel senso che in molti hanno deciso di lasciare la montagna".
"Accelerare sul piano della ricostruzione, nel rispetto dello straordinario patrimonio naturale del territorio, potrebbe significare ridare un futuro a chi ha scelto di rimanere qui, nonostante le difficoltà. Altro aspetto delicato è senz’altro quello legato alle risorse idriche ed ai cambiamenti climatici. Inutile nascondersi dietro ad un dito, il problema è evidente e c’è, con tutte le sue ricadute anche sulla vita di ognuno di noi. Dovremo saper sfruttare al meglio le riserve di acqua di cui disponiamo individuando strategie condivise senza fughe in avanti frutto di speculazioni o campanili".
Anche sul piano della comunicazione il Parco ha cercato di interagire con i tanti appassionati di queste terre che, soprattutto nel periodo post sisma, hanno conosciuto una solidarietà davvero straordinaria.
"Cominciamo dal sito. L’idea di creare l’oracolo della Sibilla ossia organizzare un motore di ricerca che potesse aiutare il visitatore del sito a costruirsi la propria vacanza in base ai propri gusti ed alle proprie esigenze si è rivelata vincente. E poi la pagina facebook del Parco, con aggiornamenti costanti sia sulle iniziative che sulla fruibilità dei sentieri e delle strade, con post che hanno segnato numeri impressionanti in termini di like, soprattutto quelli dove protagonisti sono gli animali. Importante anche la capacità di relazione con gli organi di informazione grazie al nostro ufficio stampa... insomma, anche qui un lavoro di qualità affidato ad un piano informativo che evitasse scivolate o fronti polemici, con l’intenzione di favorire la conoscenza del Parco, delle sue peculiarità, di diffondere una modalità intelligente di approccio all’esperienza della visita".
Insomma, tutto rose e fiori?
"No, chiaramente no. Ma se dovessi dare un giudizio per questa esperienza direi che è sicuramente positivo. Certo, l'Ente in questi anni si è adeguato con fatica alle innovazioni normative legate al suo funzionamento. Non solo: il Parco si trova in difficoltà a causa di un organico estremamente ridotto. Nonostante ciò, sono felice di poter dire che nel mio ruolo di direttore sono riuscito anche a migliorare il piano delle relazioni interne tra alcuni funzionari, a fungere cioè da fluidificatore per garantire a tutti uno spazio di buon lavoro e di crescita. È una eredità importante che spero, chi verrà dopo di me, saprà valorizzare. Certo, l’aver saputo creare anche un buon piano di relazioni con il consiglio direttivo, penso in particolare ad Alessandro Gentilucci, mi ha aiutato nello svolgere quest’incarico, e mi piace salutarvi con le parole che mi ha scritto il presidente Andrea Spaterna qualche tempo fa, in occasione degli auguri di Pasqua:
'Carissimo Carlo, nel farTi gli auguri, non posso non rivolgere anche a Te un ringraziamento particolare. Dal primo momento in cui sono arrivato al Parco mi hai supportato (e sopportato) in una maniera che non avrei mai osato sperare. Sei stato e continui ad essere uno straordinario compagno di viaggio che, come nessuno, sa infondere sicurezza e tranquillità; la Tua assoluta competenza rappresenta la migliore garanzia per affrontare ogni problematica con la consapevolezza di non sbagliare. Andrea Spaterna'"
Ieri mattina, nella faggeta dell’area demaniale di Monte Castel Manardo, è stato consegnato al Parco Nazionale dei Monti Sibillini e all’Unione Montana dei Sibillini il “Martelloscopio”, un progetto realizzato da ForRestMed, spin off dell’Università di Bari “Aldo Moro”, in collaborazione con Parco e Unione Montana nell’ambito dell’iniziativa AnkON per i Sibillini organizzata e finanziata dal Rotary Club Ancona.
Che cosa è il martelloscopio? Un termine che deriva da “martellata”, operazione con cui lo studioso o il tecnico di foreste individua e segna con il martello forestale gli alberi che in un bosco devono essere tagliati per migliorare le condizioni di vita dell’intera comunità del bosco. “La finalità del progetto è quella di coadiuvare i tecnici nella gestione selvicolturale di una giovane faggeta a prevalenti funzioni naturalistiche” sottolineano Patrizia Tartarino, docente di Dendrometria e Assestamento forestale del Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università di Bari e Roberto Greco vicepresidente di ForRestMed. “Abbiamo realizzato un’aula all’aperto dove si può imparare il valore del bosco e, soprattutto, il valore di una gestione ottimale di una foresta che punti a trasformarsi da ceduo in fustaia, ossia in un complesso boschivo di grande qualità sia dal punto di vista naturalistico che, eventualmente, economico considerando che il faggio da fustaia è un legno di pregio. Un’esperienza pilota che sta dando e potrà dare importanti risultati anche sul piano scientifico e formativo”.
Complessivamente l’area interessata dal progetto si estende su una superficie di 6.120 mq e coinvolge 284 alberi. È suddivisa in due livelli, il primo che riguarda una superficie di 1.080 mq con un utilizzo di tipo educativo, rivolto prevalentemente alle scuole e alle persone interessate alla comprensione delle dinamiche legate ad una corretta gestione del bosco, il secondo invece comprende il totale della superficie ed è destinato ad una utenza tecnica.Come funziona il martelloscopio? Dopo un primo step informativo con un esperto, i partecipanti vengono condotti nella faggeta ed invitati a valutare le caratteristiche di ogni albero, numerato progressivamente, e a decidere quali alberi siano da tagliare e quali da salvare in base a dei fattori come la valenza ecologica, la logistica, la sicurezza, aspetti fitosanitari, etc… Ad ogni partecipante viene fornito un quaderno di campo con tutte le informazioni necessarie. Alla fine dell’esperienza i dati vengono rielaborati ed il risultato verrà discusso con l’esperto per capire i possibili effetti dell’operazione selvicolturale proposta.
“Il martelloscopio è un progetto di avanguardia nella gestione forestale, e sono felice di averlo potuto accompagnare sin dalla sua origine. Il patrimonio boschivo, spesso poco considerato, rappresenta una risorsa fondamentale quanto quello faunistico, e poter approntare strumenti innovativi per la sua tutela e valorizzazione è un obiettivo strategico per il Parco”. A parlare è Carlo Bifulco, direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con un’importante formazione in ingegneria naturalistica. “Quando il progetto sarà messo a sistema, oltre alla sperimentazione virtuale del taglio rivolta ai tecnici, sarà interessante aprirsi al mondo della scuola, agli studenti non solo universitari, per infondere una cultura del rispetto e della valorizzazione delle foreste. Che sono anche salute e benessere, e su questo apriremo a breve un altro fronte con i percorsi di forest bathing. Ma, intanto, il “martelloscopio” è una realtà, e siamo i primi nelle Marche ad averlo realizzato grazie al Rotary, all’Università di Bari e all’Unione Montana dei Sibillini. Potranno sperimentarlo tutti, anche ragazzi dai 10 anni in su, e sarà uno strumento didattico interessante a disposizione dei Centri di Educazione Ambientale del Parco”.
Prossimo fine settimana all’insegna della solidarietà, vicinanza e amicizia da parte dell’O.d.V. Biellese Orsi nel mondo di Portula. Il team biellese promotore di questa iniziativa sarà impegnato questo fine mese di agosto presso il comune marchigiano di Visso in Provincia di Macerata per un duplice evento. Dopo mesi di collaborazione con quella Amministrazione, con la locale Proloco e la sede del Comitato della C.R.I., gli Orsi sabato 29 saranno presenti nella citata località situata all’interno del cratere sisma e vicinissima ad uno degli epicentri del terremoto che ha causato vittime, feriti e ingenti danni. Visso stessa ha oltre il 92% delle case crollate o inagibili ma fortunatamente non conta vittime.
Ed è in questo luogo che il team biellese ha deciso di concentrare maggiormente le loro risorse. Dopo la richiesta di collaborazione per il carnevale vissano che mancava dal 2016 proprio a causa del terremoto, il direttivo partecipe nell’allestimento e presente a tale manifestazione, ha consolidato il rapporto di amicizia con i locali. Purtroppo con l’arrivo della pandemia che ci ha costretti a vivere in isolamento e che per tutti è stato pesante, ma terribile per queste persone che abitano nelle S.A.E. (Soluzioni Abitative Emergenziali), con pochi metri quadrati a disposizione per potersi muovere. Parlando con loro, tutti hanno detto che il Covid-19 è stato peggio del terremoto, in quanto, se con le scosse scappavi in strada e ci si faceva forza l’un l’altro, ci si poteva abbracciare e consolare a vicenda, purtroppo con il virus tutto ciò non è stato possibile ne fattibile, ma si è stati costretti a rimanere maggiormente isolati da tutti e tutto.
Nel mese di aprile nasce l’idea di rafforzare il legame con la popolazione di Visso e a stretto contatto con Fabrizio Calcia Ros, persona squisita e sensibile verso il sociale, Sindaco del Comune di Portula ove i volontari hanno sede associativa, si pensa così di proporre all’Amministrazione di Visso nella persona del sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi il “Patto di Amicizia” primo passo verso il gemellaggio.
Fin dalla nascita dell’O.d.V. il primo cittadino Valsesserino si è interessato al lavoro di volontariato degli Orsi elogiandone l’operato ed il fatto che si porti lustro al nome di Portula in Italia e all’estero.
Nonostante il lockdown, i contatti telefonici e via web sono proseguiti tra i biellesi e vissani e tra tutti coloro che hanno a cuore la popolazione colpita dal sisma 2016. A metà giugno l’inaspettato contatto con Matteo Florita di Varese, portavoce di un gruppo musicale facente parte di “Vareseinmusica” che si prende sensibilmente a cuore il problema del centro Italia e, con il contributo di diversi musicisti crea un videoclip inedito, pubblicato il 21 luglio sul web, dal titolo “Senza Pensare per gli Orsi…”
La voglia di donare da parte dei lombardi si concretizza con la volontà di offrire un concerto per le persone della zona ove i biellesi operano. Così il 29 agosto arriveranno da Portula gli Orsi con il primo cittadino e da Varese i componenti dei Never Too Late e Valium, questi ultimi a bordo di un minibus per una giornata indimenticabile. In tale giorno, alle 9,30 presso il comune di Visso ci sarà l’incontro tra i due Sindaci e si formulerà il “Patto di Amicizia” tra i due Comuni. Alla sera alle 21, presso il piazzale antistante la sede del Comitato C.R.I. con titolo “Note di fine estate”, i due gruppi musicali si esibiranno in concerto gratuito suonando musica Rock anni ’60, ’70 ’80 e cover di interpreti internazionali. Purtroppo le restrizioni per il covid non hanno consentito di realizzare anche l’evento per il giorno successivo, che prevedeva una grossa risottata a favore degli abitanti di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, ma che è solo prorogata a data da definirsi non appena l’emergenza sanitaria lo consentirà.
Prende forma la ricostruzione pubblica post sisma nel Comune di Visso. Nei giorni scorsi l'amministrazione comunale ha terminato le procedure di affidamento per diverse opere, tra cui le progettazioni dei lavori per l'ex piscina comunale con la realizzazione di una struttura polivalente per attività di Protezione civile e attività sociali e il rifacimento della scuola Capuzi che ospiterà la nuova sede municipale.
Ma sono stati aggiudicati anche i lavori di urbanizzazione per costruire un centro sociale a Villa Sant'Antonio e quelli per il secondo stralcio della realizzazione di una "galleria" commerciale e produttiva in località Santa Barbara. Tra le altre opere deliberate anche il recupero dei cimiteri e la riqualificazione dei giardini del lago. Infine, via libera pure alla realizzazione dell'area camper e della pista per elisoccorso.
(Fonte Ansa)
Saranno due quest’anno i concerti di RisorgiMarche patrocinati dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che si terranno all’interno dell’area protetta in orari particolari, ossia all’alba e al tramonto.
“Abbiamo accolto la richiesta di RisorgiMarche sposando l’idea di concerti che, oltre alle ovvie disposizioni anti covid e quindi anche con una limitazione significativa di partecipanti, continuino a osservare quelle modalità organizzative che l’hanno contraddistinto già negli anni passati in termini di attenzione alle necessarie peculiarità di salvaguardia ambientale”.
Andrea Spaterna, presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, rimarca l’interesse dell’Ente da lui presieduto verso una manifestazione che “ha dato e sta dando un contributo importante al recupero di una dimensione di narrazione e riscoperta dei luoghi meravigliosi dell’entroterra marchigiano devastato dal sisma, anche nell'ottica di una valorizzazione turistica. Pertanto, dopo il concerto all’alba di Marco Santini String Quartet a Bolognola, avremo nei primi giorni di settembre un altro concerto, stavolta al tramonto, sempre accompagnati da artisti d’eccezione”.
Raccontare l'Italia post quarantena in bicicletta: parte oggi l'avventura di Luca Quattrocchi. Il giovane, classe '91 e piemontese di nascita, pedalerà in solitaria lungo tutto lo stivale, da Nord a Sud per una lodevole iniziativa benefica.
"Raccoglierò 1€ a km pedalato, quindi 2000 € in totale, da donare alla Croce Rossa del comune di Visso, già fortemente colpito dai terremoti del 2016, per l’acquisto di un defibrillatore per la nuova ambulanza" annuncia Luca nel lancio della raccolta fondi pubblicata sulla piattaforma GoFoundMe, il cui obiettivo totale è fissato a 4000 mila euro, in quanto comprensivo del contributo per le spese di viaggio e per l'attrezzatura che utilizzerà nell'impresa.
La volontà, infatti, è quella di realizzare una docu-serie di 10 puntate che racconterà il suo viaggio, e nella quale saranno inserite le interviste con le persone che il giovane incontrerà lungo la strada. Tutti parleranno della loro esperienza diretta nella fase di crisi acuta causata dal Covid-19 e di cosa è cambiato dopo il lock-down.
"I soldi che probabilmente avanzeranno verranno donati alla Protezione Civile" aggiunge.
La partenza è avvenuta oggi da Ivrea, la sua città, mentre l'arrivo è previsto a Catania il prossimo 29 agosto, per un totale di 21 giorni in sella.
Luca non è nuovo a imprese di questo genere, in quanto già nell'agosto del 2019, aveva affrontato lo stesso percorso insieme al padre e in soli 15 giorni.
Prima della quarantena, causata dal Covid-19, Luca lavorava come meccanico e venditore di biciclette vintage e, contemporaneamente, allenava una squadra di calcio del settore giovanile. "Allo stato attuale è tutto fermo" dice.
Sono in fase di ultimazione i lavori di risanamento di un tratto della pavimentazione della provinciale 51 “Forcella”, collegamento al confine con l’Umbria tra Colfiorito e Visso.
Su questa strada l’Amministrazione provinciale è intervenuta più volte negli ultimi quattro anni con importanti lavori di manutenzione straordinaria, i cui progetti ammontano complessivamente a circa novecentomila euro.
Oltre ai vari interventi già eseguiti, in questi giorni si sta provvedendo, con la ditta Ferrini Paolo, alla polverizzazione del tratto a Riofreddo, frazione di Visso, non precedentemente interessato dalla manutenzione e, inoltre, dato il cambiamento di esigenze della viabilità locale, la Provincia ha fatto pavimentare anche una parte che fino ad oggi era stata volutamente lasciata “bianca”, quindi imbrecciata su specifica richiesta degli agricoltori della zona.
“Con questo intervento si completa la sistemazione di tutta la provinciale - dichiara il presidente della Provincia, Antonio Pettinari - affrontata in più periodi, a mano a mano che c’erano disponibilità di risorse. La sua ultimazione conferma la precisa volontà dell’Amministrazione di porre forte attenzione a tutto il territorio, in particolare quelli martoriati dal terremoto”.
Lutto a Visso per la scomparsa di Giuseppina Paternesi. La donna 65enne, moglie del presidente del Visso Calcio Quinto Mattioli, è spirata ieri all'ospedale di San Severino Marche.
Il cordoglio arriva anche da parte della comunità di Ussita. "La signora Giuseppina Paternesi lascerà un grande vuoto a Visso e non solo. Sempre accanto a Quinto anche nei momenti più difficili oltre al terremoto". Così, in una nota congiunta, Gianni Marronaro, Maria Teresa Nori, Giulio Bischi, Guido Rossi ed Enrico Tamburi ricordano la moglie del Presidente del Visso Calcio, Quinto Mattioli, scomparsa ieri. "Siamo accanto a Quinto in questo doloroso momento - scrivono gli amici di Ussita - e lo abbracciamo fraternamente".
Motociclista perde il controllo del proprio mezzo e finisce contro un camion: interviene l'eliambulanza. È quanto avvenuto a Visso attorno alle 15:30 del pomeriggio odierno, in prossimità della locale sede della Croce Rossa.
Fortunatamente, al momento dell'impatto, la moto procedeva a velocità moderata. Ancora da chiarire l'esatta dinamica dell'incidente.
Sul posto sono immediatamente accorsi proprio i sanitari della Croce Rossa di Visso che, constatate le condizioni del paziente, hanno richiesto l'ausilio dell'elisoccorso.
Il motociclista è stato trasferito in codice rosso all'ospedale Torrette di Ancona.
Sono iniziati questa settimana i lavori sulla provinciale 66 “Macereto”, strada che collega Ussita con il Santuario di Macereto, nel Comune di Visso, e riguarda la parte nei pressi del centro abitato di Ussita, chiusa al traffico dal terremoto.
“Sono lavori che consentiranno la riapertura del tratto interrotto per via del sisma. È quindi l’avvio di un cantiere importante - afferma il Presidente Antonio Pettinari - che rientra nel quarto stralcio del Programma degli interventi per il ripristino della viabilità nei territori più colpiti dagli eventi sismici del 2016”.
Il costo complessivo dell’intervento è di 450 mila euro e viene finanziato con i soldi della ricostruzione del soggetto attuatore, la Protezione Civile. Il progetto fa parte di quelli che l’Amministrazione provinciale ha deciso di curare internamente: quindi la progettazione, la procedura d’appalto e la direzione dei lavori sono realizzati direttamente dal personale dell’ufficio tecnico dell’Ente.
La strada in questione viene interessata da più interventi: infatti, sulle parti soggette al pericolo di caduta massi occorrerà realizzare opere di protezione attiva, quali i rafforzamenti corticali; mentre su quelle che presentano fessurazioni e abbassamenti a valle, verranno eseguite per un tratto di 70 metri due opere di sostegno contigue, un muro e delle palificazioni in cemento armato.
Infine, nei tratti in cui i danni sono meno rilevanti, verrà effettuato un ripristino mediante interventi di consolidamento del piano stradale.
I lavori sono stati affidati alla CO. MIN. e vede coinvolta anche la ditta Ticani di Visso.
Erannis ankeraria, Rosalia alpina e Osmoderma eremita sono tre specie di insetti di interesse comunitario il cui monitoraggio, all’interno del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è iniziato lo scorso mese di marzo. Il progetto, della durata totale di due anni, è stato attivato grazie ai fondi della "Direttiva Biodiversità del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare" e si inserisce nel novero delle attività di ricerca applicata del Parco. Tra i risultati attesi c'è l'accertamento della definitiva scomparsa dall’area dei Sibillini dell'Erannis ankeraria, avvenuta con tutta probabilità a causa di attività di taglio boschivo eseguite in passato con eccessiva intensità e poco rispettose della biodiversità forestale. Per le altre due specie, Rosalia alpina ed Eremita odorosa, due coleotteri saproxilici, si tratta invece della prima indagine sistematica condotta direttamente dal Parco, che fa seguito ad un monitoraggio eseguito nel 2014 su alcune aree sperimentali.
Le foreste sono ecosistemi molto complessi, habitat della cosiddetta fauna saproxilica alla quale le tre specie di insetti, oggetto dello studio promosso dal Parco, appartengono. La fauna saproxilica, che vive grazie al legno morto o marcescente, è parte attiva del suo processo di decomposizione, restituendone così i componenti all’ambiente e rendendoli disponibili per la crescita di una nuova generazione di alberi. La presenza di tali specie assicura la corretta funzionalità dell’ecosistema forestale e fornisce informazioni di rilevante interesse per la tutela della biodiversità. In particolare, la Rosalia alpina riveste il ruolo di indicatore per i boschi cosiddetti vetusti, ossia boschi in cui non si eseguono più interventi di taglio da molte decine di anni, ed in cui sono presenti alberi monumentali, ricchi di cavità, in parte deperienti e a volte "morti in piedi". Tali alberi sono definiti proprio “alberi habitat”, poiché rappresentano nicchie ecologiche per specie di insetti, uccelli e pipistrelli. Acquisire tali dati sarà fondamentale per avere indicazioni circa la gestione dei boschi, per un corretto aggiornamento dei formulari dei Siti Natura 2000 e per il monitoraggio delle specie di interesse comunitario previsto dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE).
A tal proposito, lo scorso 30 giugno è stato organizzato, presso la sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un incontro formativo dedicato al Reparto Carabinieri Parco e tenuto da professionisti incaricati per l’attuazione del progetto. Con loro anche il dottor Giovanni Carotti, referente tecnico-scientifico del Parco, che collabora anche al progetto comunitario "Life eremita", dedicato specificatamente agli insetti saproxilici tutelati dalla Direttiva habitat. "Grande è il ruolo ecologico di queste specie - sottolinea il direttore Carlo Bifulco - e per questo, oltre al coinvolgimento degli operatori, abbiamo optato per aprire la ricerca anche all'utenza. Quello che oggi ci preme comunicare agli appassionati della natura e ai visitatori del Parco è un'attenzione maggiore per tutte le forme di vita che popolano i Monti Sibillini. Se di solito questa attenzione è sinonimo di rispetto, oggi vogliamo si trasformi anche in scoperta. In particolare, occhio agli avvistamenti di Rosalia alpina, un insetto inconfondibile per la colorazione azzurra e nera del corpo, delle zampe ed antenne. La specie si può trovare principalmente in faggeta, su tronchi di vecchie piante con presenza di legno morto, grossi rami spezzati a terra e cataste di legna, preferibilmente ben esposti al sole. Ogni avvistamento potrà essere comunicato all'indirizzo e-mail salvi@sibillini.net specificando la data e il sito esatto di ritrovamento ed allegando la relativa foto".
Nella giornata di ieri, 1 luglio, i tecnici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in collaborazione con i Carabinieri Forestali e l’Associazione delle Guide del Parco, si sono recati al lago di Pilato per realizzare una delimitazione fisica con lo scopo di rendere ben visibile il limite che non può essere superato dagli escursionisti che si rechino sul posto.
La delimitazione è temporanea ed è costituita da paletti e filo normalmente utilizzati dai pastori per realizzare gli stazzi delle greggi. Questa misura, disposta dal direttore del Parco Carlo Bifulco, si è resa necessaria per la tutela del chirocefalo del Marchesoni, il piccolo crostaceo che in tutto il mondo vive solo nel lago di Pilato.
Si tratta di un animaletto arcaico che si è adattato ad un ambiente molto mutevole, com’è quello del piccolo specchio d’acqua, che resta ghiacciato per mesi ma che in estate è soggetto anche a periodi di siccità; il chirocefalo del Marchesoni riesce a sopravvivere a queste condizioni estreme grazie alle sue uova molto resistenti, che possono sopravvivere in uno stato di quiescenza anche all’asciutto per più di un anno. Le condizioni del lago però sono critiche a causa di due fenomeni che si sovrappongono: i forti eventi sismici del 2016 che, come rilevato dai geologi dell’ISPRA, avrebbero provocato un aumento della permeabilità del fondo del lago, e la prolungata siccità, che segue una tendenza alla riduzione delle precipitazioni legata ai cambiamenti climatici.
Il Parco dal 2018 ha messo sotto osservazione l’andamento dell’habitat del lago di Pilato e il ciclo riproduttivo del chirocefalo del Marchesoni, mediante monitoraggio effettuato dall’Università di Perugia che ha fornito anche alcune indicazioni gestionali. In questa situazione ambientale così fragile, la sopravvivenza del piccolo crostaceo dipende anche dal nostro comportamento: è infatti fondamentale da parte degli escursionisti evitare di transitare nelle aree del lago ora all’asciutto, in quanto il calpestio può danneggiare le uova del chirocefalo. È anche necessario non introdurre oggetti nell’acqua per evitare possibili contaminazioni con inquinanti o organismi estranei a questo fragile habitat.