Fermateli! Subito. Con pene esemplari.In questo momento di emergenza totale, dove migliaia di persone non hanno più casa e cercano una sistemazione che, purtroppo, molto probabilmente si protrarrà per mesi e mesi, ci troviamo di fronte a uno scenario condito da un continuo pericolo di sciacallaggio e proprietari di immobili che vorrebbero affittare o vendere ad un prezzo molto superiore al canone di mercato, approfittando dell’esigenza abitativa di migliaia di persone.L’allarme sciacallaggio arriva anche dal sindaco di Belforte, Roberto Paoloni, che scrive "Considero sciacalli anche chi chiede cifre indecenti per affittare casa a chi ha perso la propria ed è in mezzo la strada".Si vocifera di rincari consistenti, percentuali importanti. In un momento come questo, invece, sarebbe opportuno mantenere un livello normale di prezzo per non mettere in difficoltà chi soffre per un disagio grave come il terremoto. Ci sarebbe addirittura chi, per liberarsi degli inquilini e rimettere sul mercato gli immobili a prezzi più alti, ha “stracciato” contratti di locazione regolari. Fortunatamente, accanto al rialzo dei prezzi, ci sono anche proprietari che si sono messi una mano sul cuore e hanno addirittura abbassato il canone richiesto. Segnalazioni arrivano anche per rialzi improvvisi del prezzo di noleggio di camper e roulottes.Insomma, dopo gli enormi danni all’economia locale causati dal sisma, il mattone è diventato inevitabilmente il bene più pregiato. Per chi ha pensato di speculare sui drammi anche dei suoi stessi concittadini il sindaco di Belforte non trova altra definizione che “sciacalli”.
Ora siamo di fronte a una scelta di campo. Assodato che (con tutto il doveroso rispetto) due morti per una tromba d'aria a Roma occupano più spazio nei media di 30mila persone sfollate, dobbiamo decidere se piangerci addosso e commiserarci con le vite da ricostruire o se capire una volta per tutte che viviamo in un territorio dove il terremoto è di casa e può manifestarsi in qualsiasi momento e imparare a conviverci. Che significa provare anche ad esorcizzare la paura, comprensibile ed umana, ma spesso alimentata da link, articoli, post sui social che non fanno altro che aumentare l'ansia in una popolazione colpita come non mai nella storia da un evento, comunque, naturale.Dall'inizio della sequenza sismica, dal 24 agosto, si sono susseguite qualcosa come 24mila scosse di terremoto. E dal 24 agosto sono tornati in auge "santoni" e "veggenti" che ogni giorno, in piena sequenza, pontificano: "Presto sicuramente ci sarà una scossa...". Ma va? Veramente? Roba da non credere. Così come è roba da non credere che ad ogni scossa superiore allo spostamento di un divano da parte dell'inquilino del piano superiore, parta la corsa all'articoletto acchiappaclick che solitamente finisce con "... torna la paura". No, la paura non torna. La paura c'è ed è il sentimento più naturale e umano che si possa avere in queste situazioni. Però dobbiamo evitare di tornare al medioevo e alla superstizione. Siamo piombati in una situazione dove si crea allarme se si sentono due cani abbaiare o se le temperature sono sopra la media stagionale. Ogni tuono durante un temporale diventa un allarme catastrofe. E' ora di finirla: e qui anche noi media dobbiamo giocare la nostra parte, per quanto ci è possibile. A noi spetta il compito di amplificare la nostra richiesta di aiuto alle istituzioni, di non spegnere i riflettori sul dramma che stiamo passando, di metterci a disposizione tutte le risorse che saranno necessarie per (provare a) ripartire. Non forniamo aiuto a nessuno scrivendo due righe su "nuova scossa 3.5 a Preci". Anzi, continuando a scrivere queste cose, rischiamo di allontanare ancora di più le persone che invece dobbiamo tornare ad attrarre con le nostre bellezze storico-architettoniche (le poche che si sono salvate, dopo i colpevoli ritardi seguiti alla scossa del 24 agosto), con i nostri paesaggi unici e con le specialità eno-gastronomiche che ci hanno resi famosi nel mondo. La scossetta l'abbiamo sentita tutti qui e più o meno tutti abbiamo l'app che ci dice in tempo quasi reale magnitudo ed epicentro. Non amplifichiamola.La crisi sismica che stiamo attraversando è la più importante dal 1703: è evidente che si è trattato di qualcosa di epocale. Ma proprio per questo dobbiamo renderci conto che le scosse che si stanno susseguendo rientrano nella normalità. Non sono ovviamente un tecnico, ma ho acquisito in questi giorni dialogando a lungo con studiosi decisamente ferrati in materia, elementi sufficienti per poter affermare che dopo un evento talmente forte come quello di domenica scorsa, le repliche, i cosiddetti aftershocks, si manifesteranno anche con magnitudo superiore al 4 di questa sera e potranno farlo per diverse settimane, forse mesi. Nel 1997 la crisi sisma durò quasi un anno. Si tratta di eventi che rientrano nella assoluta normalità dopo quanto si è verificato. Nessuna faglia nuova si è attivata, niente cavalieri dell'apocalisse in arrivo. Non possiamo conoscere ovviamente l'imponderabile ma dobbiamo affidarci alla scienza e a chi questi fenomeni li studia per mestiere da anni. Gli stessi che dopo L'Aquila ci avevano avvertito con precisione millimetrica che il terremoto avrebbe colpito poi a Norcia - Preci. Ci sono studi precisi (dei quali disponiamo e sui quali sta lavorando Francesca Testella) che pubblicheremo nelle prossime ore e che indicano come l'allerta era stata data con ampio preavviso. Sono studi scientifici. Non allarmismi probabilistici che chiunque di noi oggi come oggi potrebbe lanciare. Chiunque può scrivere un bel post su facebook "siamo convinti che nell'arco di 24-48 ore ci sarà un evento di magnitudo superiore a 3" e poi dire di averlo previsto. Viviamo in zona sismica e vi ripropongo la mappa completa della classificazione sismica dei Comuni marchigiani.Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 – “Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti Zona 2 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti Zona 3 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari Dei Comuni in provincia di Macerata, sei sono stati inseriti in fascia 1: Castelsantangelo sul Nera, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti e Visso. Tutti gli altri risultano inseriti nella zona 2.E' chiaro e evidente che con questa "bestia" dobbiamo imparare a convivere: viviamo in una zona altamente sismica. Che si "balli" spesso è non solo normale ma anche probabile. La paura è naturale ma per provare a tornare alla normalità dobbiamo esorcizzarla. E soprattutto dobbiamo pretendere che le nostre case siano ricostruite con severi criteri antisismici ed evitare che il sisma possa diventare una scusa per spogliare il territorio di servizi essenziali. Basta col terrorismo mediatico, non continuiamo a farci del male.P.S.: firmato uno sfollato
Il nuovo decreto sulla ricostruzione delle aree terremotate è stato finalmente approvato, salvo intese, questa mattina dal Consiglio dei Ministri, ma la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per lunedì prossimo.
A quanto appreso i punti principali riguarderebbero innanzitutto la delimitazione del c.d. cratere del sisma e l’indicazione dei nuovi comuni ivi ricompresi, da aggiungere ai 62 già precedentemente inseriti nell’elenco.
Per quanto riguarda la popolazione dei luoghi terremotati invece, dovrebbero essere introdotte procedure semplificate per edifici con danni lievi per permettere il rapido rientro nelle abitazioni. Per chi non potrà tornare nella propria casa, in vista dell’avvicinarsi dell’inverno, il decreto prevederebbe che il Dipartimento della protezione civile acquisisca ed installi rapidamente i container in accordo con i Comuni circa le aree dove collocarli.
Per il patrimonio storico e culturale, i Comuni potranno procedere direttamente alla messa in sicurezza previa comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Introdotta la possibilità per i Comuni di assumere a tempo determinato personale di tipo tecnico ed amministrativo per il disbrigo dei procedimenti ed anche la Protezione civile e la struttura del Commissario straordinario alla ricostruzione saranno potenziate e rafforzate.
Quanto invece al ripristino della viabilità delle infrastrutture il compito di provvedervi spetta all’Anas. Il provvedimento dovrebbe intervenire anche sulla scuola disponendo misure urgenti per la prosecuzione delle attività didattiche.
Infine, sempre a quanto appreso, sarebbero stati stanziati circa 11 milioni di euro per la ripresa delle attività zootecniche.
Sono passati pochissimi giorni da quando due violente scosse di terremoto hanno cambiato per sempre la provincia di Macerata. Eppure, c'è la sensazione condivisa che i riflettori su quella che è senza ombra di dubbio una tragedia immane, si stiano già spegnendo. Forse si sono già spenti. Eppure, qui niente sarà più come prima.Il giorno dopo il terremoto di agosto, abbiamo mangiato amatriciane solidali anche per colazione, in ogni posto d'Italia. Dopo L'Aquila tutti i grandi artisti italiani hanno inciso anche una canzone. Oggi i fari sono accesi solo su Norcia e Cascia. Abbiamo visto decine e decine di volte le immagini delle suore che vengono accompagnate fuori. Non abbiamo visto un fotogramma su una Muccia devastata, su una Pieve Torina fantasma, su una San Severino a pezzi. Qualcuno vi ha detto che a Cessapalombo ci sono state intere frazioni isolate per giorni? Niente di tutto questo. E non cominciamo col solito buonismo e con le frasi di circostanza per cui "adesso non è il momento di fare polemiche" e "ora bisogna stare tutti uniti". Sì, tutti uniti ci stiamo. Noi cittadini e solo noi. Perchè altre attenzioni non ne vediamo. Certamente, non vogliamo pensare che Acquacanina o Muccia siano un bacino elettorale troppo esiguo, non sia mai. Francamente, delle visite "private" (che poi che senso abbia definire privata una visita di un capo di Stato) ce ne facciamo poco. Molto poco.E non dimentichiamoci che solo poche settimane fa, questi stessi territori avevano subito un altro durissimo colpo con l'apertura della superstrada fino a Foligno per via della quale paesi interi venivano tagliati fuori dal traffico veicolare, con le comprensibili conseguenze ricadute negative su un tessuto economico già fragile. Però, vuoi mettere... arrivare a Foligno e metterci un quarto d'ora di meno... Oggi la stragrande maggioranza di questi paesi non esiste più.Tutti i media aprono con "una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Roma"... quasi che vien voglia di scusarsi coi romani se il terremoto ci ha devastato e si è avvertito anche nella capitale... Sentiamo dire troppo spesso "Meno male, non ci sono stati morti", quasi fosse una sorta di appagamento, una excusatio non petita, di fronte a un dramma che invece coinvolge migliaia di persone. E più calano le luci dei media, più cresce il numero della gente che per colpa di questo sisma ha perso la casa, la cosa più cara e a cui tutti siamo più legati nella vita. No, non ci sono stati morti. Ma c'è una provincia in ginocchio, devastata nel suo cuore più bello, distrutta non solo nelle macerie dei crolli ma anche nell'anima. Chi scrive è sufficientemente vecchio per ricordarne diversi di terremoti forti, ma, anche questa sensazione comune, come quello di mercoledì sera alle 21.18 non si era mai sentito prima. Siamo provati tutti, dagli anziani ai bambini che hanno visto cadersi addosso qualsiasi cosa nelle loro case: sono cicatrici indelebili nell'anima che non si potranno mai cancellare.E poi, inutile girarci intorno, c'è un entroterra che rischia molto concretamente l'estinzione. Il tempo che sarà necessario per ricostruire quanto è stato devastato, potrebbe essere letale per paesi dove l'età media è alta e di lavoro ce n'è sempre meno. Non solo Castelsantangelo, Ussita e Visso, ma Camerino, Muccia, San Ginesio, Ripe San Ginesio, Pieve Torina, Pievebovigliana, Treia, Serravalle, Matelica, Castelraimondo, Gagliole, Colmurano, Caldarola, Serrapetrona, Loro Piceno, Pollenza, Cessapalombo, Camporotondo, Belforte, Cingoli, Sarnano, Gualdo, Fiastra, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Pioraco, Sefro, Fiuminata, Monte Cavallo, Acquacanina, Bolognola, le stesse Tolentino e San Severino dove centinaia e centinaia di persone non hanno più una casa. E poi quella splendida Camerino, profondamente provata e ferita dal terremoto del 1997, capace di rialzarsi e ripartire, di creare un polo universitario di eccellenza in tutta Italia e nel mondo. E' quasi commovente lo sforzo immane del rettore Flavio Corradini nel cercare di diffondere tranquillità agli studenti e alle loro famiglie. Corradini, un rettore dinamico e "mediatico" è stato sempre attentissimo a fornire l'immagine più bella di Camerino e della sua Università, riuscendo sotto il suo rettorato a raggiungere probabilmente i migliori picchi di sempre per l'ateneo camerte, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Il rettore è persona profondamente intelligente e colta e sa che questo colpo sarà durissimo da assorbire per quella che è una fabbrica di cultura, ma anche un volano fondamentale e determinante per l'economia di tutto l'entroterra.L'Università di Camerino deve diventare il simbolo della forza della nostra gente, della capacità di rimboccarsi le maniche e di saper offrire qualcosa che non si trova da nessun'altra parte nel nostro Paese. Anche la cultura e la preparazione che offre Unicam non si trovano in nessun'altra Università: lo dicono dati nazionali, non certo noi giornalisti di provincia. E che nessuno pensi di strappare l'Università a Camerino: lì nasce tanti secoli fa e lì deve rimanere, sotto la guida illuminata di Flavio Corradini. Questa è una battaglia che porteremo avanti senza soluzione di continuità, perchè la provincia di Macerata deve continuare ad avere i suoi due poli di eccellenza universitaria, ognuno con le sue specializzazioni, ognuno con le sue peculiarità. La storia non si cancella: neanche un sisma devastante può cancellarla. E da quella storia oggi si deve ripartire, facendo dell'Università di Camerino il traino di una rinascita difficile, ma non impossibile per gente come noi.Stringe il cuore vedere tanti sindaci che lontani dalle luci della ribalta ma con le mani sporche e i capelli impolverati, si affannano per dare una mano ai loro concittadini, per infondere speranza, per provare a dare un pizzico di tranquillità. Sono veri "eroi", costretti ad affrontare un'emergenza imprevista e imprevedibile, senza più un ufficio, senza più nessuna certezza sul futuro della loro terra. Vicino non hanno avuto e non hanno nessuno. Devono combattere contro una burocrazia soffocante, contro un dramma sociale ed economico senza pari. Se dovessimo essere più realisti del re, non possiamo nasconderci dietro le frasi di circostanza e i meme sui social dove "ce la faremo" "ci riprenderemo" "non molliamo". Stavolta rialzarsi sarà dura: da Tolentino in poi c'è il rischio concreto dello spopolamento definitivo, dell'estinzione di perle rare e dal valore inestimabile. Un patrimonio immenso è stato perso per sempre, è sotto gli occhi di tutti. Già dopo le scosse di agosto, superando la burocrazia si sarebbe potuto salvare tanto. Non è stato fatto nulla e oggi non si può più tornare indietro. Per non parlare di edifici pubblici inaugurati non più di tre-quattro anni fa e oggi inagibili: quando saranno aperte le inchieste dalle procure per trovare i responsabili di certi scempi?Oggi dobbiamo urlarlo tutti insieme: nel cratere sismico siano inserite tutte, tutte le città e i paesi colpiti. Si faccia in fretta, si faccia subito. La nostra gente non chiede soldi. Chiede una parvenza di normalità. Siamo marchigiani, maceratesi, tignosi, ignoranti, ma fiaccati nell'anima e nel corpo. Non ci abbandonate.
In queste ore si susseguono notizie ed ipotesi su quanto sta accadendo nel Centro Italia. Dopo il sisma si ipotizza di tutto. Confusione, notizie falsate, bombardamento mediatico sensazionalistico. Questo è quello che non vogliamo. Alimenta il panico ed il senso di incertezza in una popolazione già stremata.
Doveroso ci appare un contributo scientifico serio sulla attuale situazione. E non possiamo non chiederlo al prof. Emanuele Tondi, che a pochi giorni dal terremoto di Amatrice del 24 Agosto aveva indicato la zona tra Norcia e Preci come la possibile area epicentrale di futuri terremoti distruttivi (http://www.picchionews.it/il-geologo-tondi-intervista-choc-sapevamo-dal-2009-che-il-terremoto-avrebbe-colpito-in-quel-punto/ PUNTO 5: “Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell’area di Preci”).
“Innanzitutto l’unica certezza che c’è sempre stata e che resta ferma nel marasma di informazioni è che non può essere previsto quando un terremoto colpirà. Il nostro territorio, come ormai tristemente di conoscenza comune, è ampiamente e fortemente sismico e ciò che sta accadendo si è verificato già nel passato. Purtroppo abbiamo avuto secoli per prepararci ma non l'abbiamo fatto. Stiamo accusando il colpo di anni di ritardo nella messa in sicurezza delle strutture e del territorio.
In secondo luogo, la geologia, giovane scienza in evoluzione, ci ha fornito una base di dati da utilizzare, dati che però devono essere progressivamente aggiornati studiando i fenomeni naturali quali appunto i movimenti delle faglie. I terremoti di Amatrice e Preci non sono stati previsti in termini temporali; sulla base dei concetti scientifici che riguardano la meccanica delle faglie, erano state individuate le faglie candidate a riattivarsi prima di altre, ovviamente sempre in termini probabilistici, perché le variabili, come sappiamo, sono molte. Questo tipo di analisi, permetterebbe di ottimizzare ed indirizzare con criteri tecnico-scientifici (e magari non politico-clientelari) le opere di prevenzione (miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici), che ovviamente non possono essere svolte in tutta Italia contemporaneamente.
Il concetto a cui mi riferisco è più o meno quello sviluppato dal laboratorio sismologico dell’Università di Berkeley in California: http://seismo.berkeley.edu/blog/2008/10/10/earthquake-probabilities-in-the-bay-area.html. Chiaramente stiamo sempre parlando di probabilità, che non è una certezza, come dimostrato dall’evento del 30 mattino di magnitudo 6,5, considerato improbabile ma che si è invece verificato. Per concludere, quando si afferma che c’è il rischio dell’attivazione di altre faglie (e questo lo dicono tutti), visto che si sa dove sono, si può dire anche quali sono. Bisognerebbe avere un po’ più di coraggio ad utilizzare i risultati delle ricerche scientifiche in questo campo. Valutare la pericolosità sismica con gli stessi criteri per un area in cui il terremoto è avvenuto l'altro ieri o 400 anni fa, ai giorni nostri, è un concetto superato. “
Doveroso appare da parte nostra ringraziare il prof. Tondi per la pazienza con cui ci fa partecipi di concetti scientifici ignoti ai più, facendo crescere in tutti noi la consapevolezza del rischio sismico e quindi la richiesta prioritaria di prevenzione. Questa è l’informazione che dobbiamo richiedere agli studiosi, non miracoli o risposte salvifiche, ma la verità ricavabile dal dato oggettivo. Abbiamo conosciuto il presupposto da cui la geologia muove: non ci sono certezze quanto ai terremoti in termini di previsioni temporali. Le faglie si sanno dove sono, quanta energia massima possono rilasciare, ma non si può stabilire con certezza né quando né con quale frequenza si attiveranno.
In molti si chiedono ora cosa ci si può aspettare. Due sono le risposte che si possono dare. La prima viene dalla scienza e su questo risponde Tondi: “Si sono avuti eventi multipli “mainshocks” sempre lungo la stessa zona di faglia, quella che si estende da Pescara del Tronto fino a nord di Castel Sant’Angelo, nota come il Sistema di Faglie del Monte Vettore-Monte Bove. Con l’evento del 24 Agosto si è attivata la porzione meridionale, poi il 26 Ottobre si è attivata la parte centro-settentrionale e il 30, purtroppo, si è riattivata in tutta la sua lunghezza, con il terremoto di magnitudo 6,5, il più forte degli ultimi 300 anni in questa zona dell’Appennino centrale. Ora occorre studiare al più presto e nella forma più approfondita possibile le caratteristiche della faglia così come si è realmente mostrata ed estendere i risultati di questi studi, laddove possibile, ad altre faglie dormienti che potrebbero riattivarsi. Rendere il dato che la scienza naturale ci offre il più certo e sicuro possibile ai fini della sua utilizzazione in chiave di prevenzione e non, come erroneamente si vuol credere o ci si vuole illudere, in termini di previsione”.
La seconda risposta ve la forniamo noi e deve venire dalle istituzioni e da noi collettività: cominciare a costruire una differenza per il futuro, PRIORITA' NAZIONALE sicurezza in termini di risposta ai sismi ma anche al dissesto idrogeologico. Oggi è un terremoto. Domani sarà un alluvione. E noi stessi rendiamoci protagonisti: investiamo in prevenzione, formiamoci e pretendiamo che l'informazione in funzione di prevenzione continui e diventi un "modello stabile". Tutti: amministrazioni, aziende e cittadini. La prevenzione pretendiamola e facciamola.
Sequenza sismica iniziata il 24 Agosto 2016 ed epicentro dell’ultimo evento di magnitudo 6,5 del 30 Ottobre 2016 (da www.ingv.it)
Nastro scuro alla base della faglia a Nord del Monte Vettore che indica la sua riattivazione di oltre mezzo metro in superficie (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater).
Dettaglio del movimento lungo la faglia (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
"Spostamento sulla faglia di oltre un metro" (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
Dopo l’evento di ieri mattina, 30 ottobre, alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati complessivamente circa 560 eventi sismici in tutta l’area interessata dalla sequenza di questi mesi. Alle ore 11:00 sono 207 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4 e 18 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dopo il forte terremoto di ieri mattina. L’area interessata dalle scosse successive al terremoto di ieri alle ore 07:40 di magnitudo 6.5 (l’epicentro è la stella rossa). Le scosse più forti (magnitudo uguale o maggiore di 4.0) dalle 07.40 di ieri mattina sono riportate in tabella: In mappa la situazione complessiva di tutta la sequenza iniziata il 24 agosto 2016.
Anche il centro di San Ginesio è stato dichiarato zona rossa. Numerosi i danni registrati. La popolazione dovrà passare la notte fuori.Il sindaco Mauro Scagnetti: "Siamo fuori da stamattina, i negozi sono chiusi e la popolazione è raccolta presso l'ostello comunale, all'interno del quale sono stati allestiti circa 200 posti letto. Un altro punto di accoglienza con circa trenta brandine è quello di Pian di Pieca presso il teatrino antisismico della parrocchia, mentre stiamo attendendo altre brandine dalla protezione civile da mettere nel centro di aggregazione di Passo San Ginesio. La popolazione stanotte non rientrerà a casa: è una situazione inimmaginabile per San Ginesio".Sono stati registrati crolli diffusi sia di abitazioni privati che di edifici religiosi, nella chiesa di San Francesco e nell'ex chiesa della scopa. Crollati edifici in Piazza Holland e in Via Martiri di Nassiria. Anche gli uffici comunali sono inagibili. È venuta giù la smerlatura a sinistra del torrione e si sono registrati danni anche sulla porta Ascarana.Tutte le foto e le informazioni ci giungono dai nostri inviati sul posto.
Incontro a Caldarola, nel tardo pomeriggio di oggi, tra Errani, Curcio, Ceriscioli, Sciapichetti, Spuri e Pettinari con i sindaci dei comuni di Caldarola, Camporotondo, Serrapetrona, Cessapalombo, Belforte e ancora San Ginesio e Castelraimondo.Un incontro cordiale e diretto nel corso del quale si è parlato dei problemi dei vari comuni e delle rispettive situazioni. Sindaci e autorità hanno parlato innanzitutto delle azioni prioritarie da mettere in atto in questo momento di emergenza. Tra queste, priorità assoluta è la messa in sicurezza delle situazioni più pericolose come campanili e cornicioni.Contemporaneamente è di prioritaria importanza la sistemazione in alloggi sicuri della popolazione evacuata. Nel corso dell'incontro si è ricordato che per gli sfollati non c'è altra soluzione in questo momento autonoma sistemazione o alberghi.Un incontro cordiale, ma chiarificatore di quelle che sono le priorità di tecnici e amministratori.
A San Ginesio la situazione è molto grave. Le due scosse di ieri 26 ottobre, soprattutto la seconda, hanno provocato crolli di parti di chiese ed edifici privati, particolarmente nel centro storico. Alcune strade di accesso al centro sono interrotte e la situazione viabilità è critica, tenuto anche conto che in precedenza erano state già chiuse strade di accesso al paese. Da Porta Ascarana è inibito l'accesso al centro poiché è crollata parte della facciata della Chiesa di San Francesco, fortunatamente in un momento in cui non vi erano nè auto nè pedoni. Le scuole sono state precauzionalmente chiuse, anche se dalle prime verifiche tecniche non hanno subito alcun danno. Le criticità aumentano di ora in ora, soprattutto per via delle continue segnalazioni di aggravamento delle lesioni ad abitazioni già danneggiate dal primo terremoto del 24 agosto, parecchie delle quali rese del tutto inagibili. San Ginesio, il "paese delle 100 chiese" , non ne ha più aperta neanche una. Perfino la ex chiesa ora Auditorium S.Agostino ha subito lesioni letali al suo interno. L'Auditorium aveva ben retto al sisma di agosto e fino a ieri era l'unica struttura per funzioni religiose, per concerti e per tutte le varie iniziative del paese.In pratica, a parte le scuole e le palestre, l'unica struttura pubblica ora agibile è l'ostello, ove per questa prima emergenza sono alloggiati gran parte degli sfollati, il cui numero è di ora in ora crescente. Tutti gli appuntamenti prossimamente in programma sono stati rimandati a data da destinarsi. Tra questi l'attesissimo #primachefacciafreddo - Concerto di solidarietà per San Ginesio che il prossimo week end doveva portare nel borgo la musica solidale di ben 25 band del calibro di Ginevra DI Marco, Dente, Gang, Paolo Benvegnù, Serena Abrami, ed altri musicisti perlopiù marchigiani con anche la musica celtica di Montelago Celtic Festical, con migliaia di persone pronte ad accogliere l'invito di solidarietà dell'amministrazione e delle associazioni sanginesine. Ma il terremoto, arrivato prima, non può spazzar via anche gli ultimi sogni! Il concerto di solidarietà per San Ginesio si terrà, è solo rimandato a data da destinarsi.
Il 29 e il 30 ottobre a San Ginesio risuona la solidarietà. Dal primo pomeriggio fino a notte fonda, nel centro della città, andrà in scena un evento speciale, con alcuni fra i tanti artisti che al Teatro Leopardi si sono esibiti di recente per ricordare i tanti danni riportati dopo il sisma del 24 agosto, ma anche la fortuna di non aver avuto vittime.Nasce così #Primachefacciafreddo, concerto in aiuto di San Ginesio: prima del freddo meteorologico, ma anche di quello dell'oblio. Un evento gratuito, che trova il suo senso profondo non tanto nella beneficenza quanto nella presenza. L'organizzazione è a cura delle principali associazioni ginesine, con allestimento di stand enogastronomici, street food e mercatini. Nonostante i disagi e i danni del terremoto, si è voluto ugualmente prevedere visite guidate, alla scoperta del patrimonio artistico culturale del centro storico. Il doppio evento musicale sarà ad ingresso libero con contributo volontario devoluto a sostegno delle attività culturali di San Ginesio. La conduzione è affidata al giornalista Massimo Del Papa, che presenterà i musicisti e le band che si alterneranno sul palco, all'aperto, nella centrale Piazza Alberico Gentili.
Tempi lunghi per la ricostruzione e 15 Comuni del Maceratese inseriti nel cosiddetto “cratere”. Sono due degli elementi emersi durante la conferenza stampa terminata poco fa a Palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti, del commissario per la ricostruzione Vasco Errani, del capo nazionale della protezione civile Curcio e del presidente della Regione Marche Ceriscioli.I Comuni della provincia di Macerata compresi nel decreto sono Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso. In questa zona, compresa anche nel programma delle “aree interne”, saranno finanziati al 100% gli interventi di ricostruzione sia per le prime che per le seconde case. Fuori dal cratere, invece, come già emerso nei giorni scorsi, il contributo sarà del 100% per le prime case e del 50% per le seconde. I danni dovranno ovviamente essere certificati dalle schede Aedes. In tutto il Governo stanzia nell’immediato 200 milioni di euro per far partire il processo di ricostruzione, oltre ad altri 100 di credito d’imposta.Confermate le misure già emerse, come il prestito d’onore per le imprese danneggiate, la centrale unica di committenza, mentre le stazioni appaltanti saranno i 4 uffici della ricostruzione, il ministero dei Beni culturali e quello delle infrastrutture. Verrà poi istituito un elenco speciale per i professionisti che lavoreranno nella ricostruzione. “Questo – ha spiegato Errani – consentirà un sistema di controllo, con a capo l’Anac, che controllerà le gare a monte per assicurare al massimo trasparenza e legalità”. In totale il Governo stanzierà 35 milioni di euro per il 2016 per le Regioni Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche per agevolazioni alle imprese danneggiate dal sisma. Sono previsti contributi in conto capitale per chi decide di aprire nuove imprese in queste zone, oltre ad un contributo dell’Inail per imprese e lavoratori di 30 milioni. Inoltre altre misure saranno attivate attraverso i fondi del Piano di sviluppo rurale e del Fesr. Per i Comuni è prevista una deroga al pareggio di bilancio.Il commissario straordinario ha poi fatto capire che i tempi per la ricostruzione saranno lunghi. “Partiremo dai danni cosiddetti B, quelli più lievi, al più presto. Per il resto bisogna ricordare che per ricostruire un centro storico bisogna fare una pianificazione urbanistica. Qui – ha aggiunto – si sperimenta una cosa nuova: non si fanno qui i moduli. Qui si costruiscono delle case, temporanee, ma case, di alta qualità. E’ una scelta che va a merito della protezione civile, che non sull’onda delle spinte di oggi e dell’emergenza, ma con una programmazione, ha cercato di dare una risposta strategica. Stiamo costruendo il provvisorio perché dia qualità subito”.Qui sotto le slide del decretoslide_terremoto_20161011
Ha destato comprensibile apprensione la diramazione, a questo punto ufficiale, dei Comuni inseriti dal Governo nel cosiddetto "cratere sismico" all'interno del decreto sulla ricostruzione post-terremoto approvato questa mattina. I Comuni della provincia di Macerata compresi nel decreto sono Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso.Un elenco con esclusioni "eccellenti" come, ad esempio, Camerino e Tolentino o la stessa Macerata. A gettare acqua sul fuoco della polemica che si è già aperta è l'assessore regionale Angelo Sciapichetti che sottolinea come tutti i danni saranno risarciti: "La provincia di Macerata con i suoi 14 Comuni inseriti nell'elenco del cosiddetto cratere è quella tra tutte, che ha visto riconosciuto il maggior numero di Comuni e quindi di danni. Va sottolineato comunque che tutti coloro, residenti nei comuni non compresi nell'elenco, saranno comunque risarciti totalmente dei danni avuti dal sisma, purché certificati delle apposite schede Aedes compilate dai rilevatori autorizzati"."In pratica la differenza tra chi sta nel cratere e tra chi risiede nei comuni fuori dall'elenco è questa: chi sta nel cratere avrà il risarcimento dei danni al 100% della prima e della seconda casa. Chi sta fuori avrà il risarcimento della prima casa al 100% della seconda casa al 50% se non ubicata nel centro storico, altrimenti del 100% come gli altri. Voglio ricordare che nel terremoto di Marche e Umbria di 20 anni fa, le seconde case non furono finanziate".Sul piede di guerra, però, il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui: "Le anticipazioni sul decreto per la ricostruzione emanato dal Governo ci lasciano profondamente amareggiati. Da quanto apprendiamo, infatti, Camerino ed altri comuni dell’entroterra Maceratese sono stati esclusi dal così detto “cratere”. Si tratta di una esclusione che, se confermata, farebbe gridare allo scandalo, non solo perché i danni riportati nella nostra cittadina sono evidenti e sotto gli occhi di tutti, ma anche perché la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità, non molti giorni fa, una mozione per destinare i risparmi della Camera ai comuni terremotati tra i quali, appunto, compariva anche la città di Camerino.Siamo convinti che si sia trattato di un errore o di una disattenzione che potrà essere sanata nei prossimi giorni. In ogni caso invitiamo il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, e gli altri rappresentanti del Governo a venire a trovarci a Camerino (cosa mai avvenuta fino ad oggi), così da darci modo di mostrare loro di persona quanti e quali danni il sisma dello scorso 24 agosto ha provocato nella nostra città".
Il Direttore dell’Area Vasta 3, dottore Alessandro Maccioni, comunica che dalla data del 12 Ottobre 2016 sarà aperto presso il Distretto Sanitario di San Ginesio un ambulatorio di sostegno psicologico alle popolazioni terremotate dell’alto Maceratese.L’azione di sostegno psicologico sarà diretta verso le famiglie, i bambini, gli adolescenti che risiedono nell’Ambito Territoriale Sociale 16 nei 15 Comuni coinvolti nel terremoto e rientra nel più ampio progetto di Coordinamento Regionale Emergenza Terremoto diretto per il sostegno psicologico dal dottore Massimo Mari.L’ambulatorio sarà aperto tutti i mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e vedrà il coinvolgimento di professionisti psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi e infermieri dell’Area Vasta 3.L’attività dell’Ambulatorio sarà coordinata dal dottore Gianni Giuli.Per informazioni e appuntamenti si prega di chiamare il numero della segreteria 0733/2573737, aperta con il seguente orario: dal lunedì al venerdì ore 8-14, il lunedì ed il mercoledì sino alle ore 18.
"Siamo ovviamente felici che il vicepresidente della Camera si occupi dei Comuni del Maceratese pesantemente colpiti dal terremoto, ma l'on. Baldelli probabilmente ha una scarsa conoscenza del territorio, perchè non si possono non inserire in quella lista tutti i Comuni della fascia dell'Unione Montana dei Monti Azzurri, a partire da Tolentino fino ad arrivare a Sarnano": così il sindaco di Belforte del Chienti, Roberto Paoloni, dopo che l'on. Simone Baldelli di Forza Italia, lunedì aveva dichiarato nel suo intervento in aula che esistono "territori e province dove si reclama soccorso, dove si reclama un sostegno, perché non sono rientrate nella prima perimetrazione, diciamo così, del primo intervento di emergenza"."Invito personalmente l'on. Baldelli a venire nelle nostre zone e a parlare con i sindaci, al di là dello schieramento politico, per rendersi conto di persona che esiste una ampia fascia di Comuni dove il terremoto ha provocato danni molto ingenti e parlo di tutti i Comuni che fanno parte dell'Unione Montana dei Monti Azzurri. Non ci si può dimenticare, ad esempio, di realtà importanti come Tolentino, come San Ginesio, dove i danni sono stati enormi, Caldarola, Sarnano, Gualdo, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Serrapetrona, Camporotondo, Cessapalombo, Colmurano, Ripe San Ginesio, la mia Belforte, Loro Piceno Sant'Angelo in Pontano. Non voglio pensare che si sia trattato di una dimenticanza per meri motivi elettorali: non devono esistere territori di serie A e territori di serie B. Tutti abbiamo diritto al sostegno da parte dello Stato".
Si è svolta con successo al canile dei Monti Azzurri in contrada Rotondo a Tolentino la Festa del Randagio, alla presenza dei sindaci proprietari, del prorettore Unicam Andrea Spaterna, del veterinario Asur Otello Battellini e del rappresentante regionale del servizio Veterinario Alberto Tibaldi con ospite e testimonial di eccezione Licia Colò.Tutti hanno messo in evidenza la buona gestione ed il lavoro dei volontari secondo criteri ben definiti grazie alla lungimiranza della Unione Montana.Il gran numero di adozioni ha fatto sì che i cani di ben sette Comuni fuori dal territorio dell’Unione Montana Monti Azzurri abbiano trovato spazio in questa struttura che può godere della collaborazione di Unicam e della sua clinica veterinaria di Matelica di cui in modo ufficiale il Presidente Giampiero Feliciotti ha sottoscritto con il prorettore il rinnovo della convenzione esponendo i risultati raggiunti negli anni precedenti e facendo ben presente ai sindaci che trattasi di un accordo senza costi.Entusiasmo e belle parole verso i sindaci sono state espresse da Licia Colò che si è detta felice di ritornare in questa struttura della quale “Giampiero ci ha fatto innamorare", un luogo vivo, immerso nella natura con prato e ombra dove gli animali possono vivere ben accuditi insieme all’uomo, "non un lager ma un luogo di incontro" come ha detto il rappresentante della Regione.Complimenti al direttore veterinario della Skilos per le tante attività comportamentali e alle tante cure e siete fortunati ad avere questa bella collaborazione con l’università alle associazioni ed ai mecenati che hanno permesso con le loro donazioni un bel decoro per il benessere degli animali: era presente anche il presidente di Poltrona Frau Franco Moschini che Feliciotti ha ampiamente ringraziato.La festa è proseguita con il mercatino e le sfilate di cagnolini di ogni genere: simpaticamente ogni sindaco è stato fotografato con un cane del suo Comune.Licia Colò poi è ripartita passando per Camporotondo dove ha potuto salutare i ragazzi del Centro Montiazzurri, dove sono stati trasferiti a seguito dell'inagibilità della struttura originaria per via del sisma del 24 agosto.
Grave lutto per il sindaco di San Ginesio Mario Scagnetti, ieri si è spento suo padre Nazzareno, di 82 anni, dopo qualche ora di coma dovuto a un tumore allo stomaco che combatteva da tempo.La redazione di Picchio News si unisce al dolore della famiglia Scagnetti per la tragica perdita.
Come primo atto, dopo il suo insediamento, il 20 settembre scorso il Presidente della Provincia Antonio Pettinari ha approvato tre progetti esecutivi e riguardano il risanamento di movimenti franosi su alcune strade provinciali: l'Apirese, la Tolentino-San Ginesio e la Marina nel Comune di Penna San Giovanni. I lavori ammontano complessivamente a 430 mila euro.Gli interventi di risanamento erano previsti nel piano provinciale delle opere pubbliche 2016 ed erano già stati inseriti nel Bilancio di previsione di quest'anno approvato nel luglio scorso dallo stesso Presidente.Le opere di ripristino dei dissesti verranno realizzate con i finanziamenti messi a disposizione dalla Protezione Civile per le eccezionali avversità atmosferiche che nel marzo del 2015 hanno provocato non pochi danni in tutta la Regione Marche. Per i lavori sulla str. Marina nel Comune di Penna San Giovanni è prevista una spesa di 160 mila euro, sulla Tolentino – San Ginesio 120 mila e sull'Apirese 150 mila.
Il 16 e 17 settembre 2016 torna a San Ginesio la consueta Giornata Gentiliana che ogni due anni rappresenta un momento di alta riflessione interdisciplinare a partire dal pensiero e dall’opera di Alberico Gentili (1552-1608), richiamando studiosi e intellettuali da ogni parte del mondo.Il Centro Internazionale Studi Gentiliani (Cisg), con l’amministrazione ginesina e l’Università di Macerata, ha mantenuto salda la volontà di continuare nella sua attività culturale, nonostante il periodo di estrema complessità che il comune di San Ginesio sta attraversando a causa del terremoto del 24 agosto scorso, che ha severamente colpito l’intera comunità. In particolare quest’anno il convegno è intitolato a Scipione Gentili (1563-1616), fratello di Alberico, di cui ricorre il IV centenario della morte e tratterà di “Reti di relazione e cultura politica: Alberico e Scipione Gentili nell’Europa di ieri e di oggi/ Networks of relations and political culture: Alberico and Scipione Gentili in past and present Europe).Le tre sessioni, in cui si alterneranno giuristi internazionalisti, storici del diritto, studiosi del pensiero politico e storici dell’età moderna provenienti dalle Università di Macerata, Roma, Salento, Milano, Rhur-Bochum e sir Michael Wood, della UN International Law Commission, avranno anche lo scopo di far luce sulla complessa figura di Scipione. Emigrato giovanissimo, professore ad Altford (Norimberga), traduttore e commentatore dei Salmi e della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, in contatto con il mondo protestante, corrispondente di molti intellettuali della “République des Lettres” del suo tempo, Scipione si interessò di relazioni internazionali, diritto e letteratura laciando molte opere che avrebbero conosciuto nuova fortuna nel Settecento“Anche quest’anno, nonostante le evidenti e note difficoltà, abbiamo voluto mantenere il tradizionale appuntamento con le giornate gentiliane, che oltretutto hanno una valenza molto particolare per il nostro centro, perché cadono nel IV centenario della morte di Scipione – spiega la presidente del Cisg, Leide Polci - La nostra volontà è quella di riportare una rinnovata attenzione a questa grandissima figura di umanista, non meno importante ma sicuramente meno nota del giurista ginesino, che fu molto apprezzata nel mondo germanico del XVI e XVII secolo. Per arricchire la platea delle giornate 2016, si è pensato di affrontare contestualmente la cultura politica del secondo Cinquecento e un tema attuale come quello delle relazioni diplomatiche”.
Promosso ieri pomeriggio a San Ginesio dal PD Marche e dal suo gruppo consiliare il primo di una serie itinerante di incontri pubblici con gli amministratori locali sui problemi causati dal terremoto.All'incontro, convocato dal segretario regionale Francesco Comi e dal capogruppo Gianluca Busilacchi, alla presenza della vicepresidente Anna Casini, dell'assessore alla ricostruzione Angelo Sciapichetti, del consigliere Francesco Micucci, erano presenti l’on. Irene Manzi, numerosi sindaci, amministratori locali (Civitanova, Macerata, Tolentino, Camerino, Corridonia, Ussita, Urbisaglia, San Ginesio, Colmurano, Belforte, Caldarola, Loro Piceno, Morrovalle, Monte San Giusto, Montecassiano, Castelraimondo, Matelica, Pollenza, Sarnano) e i consiglieri provinciali del centro sinistra.Tutti i dirigenti e amministratori del PD hanno chiesto un impegno totale del partito sul tema della ricostruzione post sisma e la fine di ogni polemica e bega interna.I presenti hanno espresso agli amministratori regionali quesiti, dubbi, chiarimenti, proposte. L’incontro è stato molto utile e concreto. Il prossimo si svolgerà nella provincia di Ascoli Piceno. Tutti gli appuntamenti organizzati dal PD saranno aperti al pubblico e si svolgeranno mensilmente ed in modo itinerante.
A seguito del sisma del 24 agosto scorso, diverse scuole della Provincia sono state dichiarate parzialmente inagibili. In tali edifici scolastici sono iniziati fin da subito i lavori ritenuti di somma urgenza per il loro ripristino e la loro messa in sicurezza in modo da consentirne l'utilizzo in vista dell'imminente inizio dell'anno scolastico. Data la consistenza degli interventi che superano abbondantemente i 400mila euro sono necessari diversi giorni per il loro completamento. Ai Presidi ed ai Sindaci territorialmente interessati è stato comunicato il presumibile termine di ultimazione di detti lavori per la conseguente organizzazione dell'attività scolastica. Entro il 19 Settembre i lavori nelle scuole: ITA “Garibaldi”di Macerata, ITIS di S: Severino Marche, ITC “Filelfo” di Tolentino, Liceo Classico e Liceo Scientifico di Camerino; Mentre entro il 26 Settembre i lavori nelle scuole: Istituto Alberghiero di Via Mazzini Cingoli, Liceo Socio Pedagogico di Cingoli, Liceo Scientifico e Liceo Classico di Tolentino.Per l'Istituto Professionale di San Ginesio si è reso necessario il trasferimento presso i locali dell'ex Pretura di San Ginesio di proprietà comunale.