Continuano a ritmi serratissimi i lavori progettuali verso il nuovo campus scolastico di San Ginesio, opera iniziale della ricostruzione post-sismica che comporterà un investimento di 7,4 milioni di euro per una delle prime scuole antisisimiche all’avanguardia della provincia di Macerata. Si è svolto stamattina, nella sede del comune ginesino, un tavolo di confronto fra i docenti di composizione architettonica e urbanadell’Università politecnica delle Marche, Gianluigi Mondaini e Paolo Bonvini, l’amministrazione locale, l’ufficio tecnico provinciale, i dirigenti scolastici e alcuni docenti degli istituti di istruzione superiore Ipsia “Frau” IIS “A. Gentili” e dell’Istituto comprensivo “Tortoreto”. Un momento di convergenza di entusiasmi e bisogni fra tutti gli attori interessati, in cui ciascuno è stato chiamato a dare il suo contributo di fronte a un progetto preliminare che lunedì prossimo, alle 15, sarà presentato al commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, a Roma.
“È fondamentale che questo progetto sia il risultato di una condivisione di intenti, di visioni, di esigenze, e che esprima la volontà forte della nostra comunità di guardare al futuro – ha commentato il sindaco di San Ginesio, Mario Scagnetti – Oltre le difficoltà, oltre i campanilismi. Questo campus, straordinario, è la nostra scommessa sulle generazioni che verranno e sull’istruzione come leva fondamentale dello sviluppo del territorio. Pensiamo in grande, chiediamo sicurezza al di sopra di ogni cosa, e lavoriamo costantemente verso obiettivi sempre più elevati. Per quanto ci riguarda, siamo già ripartiti”.
Il prossimo 13 febbraio, il Rewind di Tolentino con inizio alle 20.30, ospiterà una cena solidale il cui ricavato andrà interamente devoluto per finanziare il progetto di educazione ambientale dell’agriturismo “La quercia della memoria di San Ginesio” che permetterà a quest’ultimo, con lo stabile inagibile, di continuare la propria attività in una yurta, tenda mobile in legno con una copertura in lana di pecora.
Ad organizzare l’evento sono l’agriturismo Agra Mater di Colmurano, agriturismo Coroncina di Belforte del Chienti, Galliano pizzeria ristorante chalet di Civitanova Marche, agriturismo Ponterosa di Morrovalle.
"I prodotti – dicono gli organizzatori – saranno acquistati in aziende colpite dal sisma perché la filiera che difendiamo e sosteniamo ogni giorno non è solo quella agro alimentare, ma anche quella della solidarietà. La cena si svolgerà al Rewind di Tolentino, una delle città dove il terremoto ha causato molti danni. Vogliamo aiutare senza abbandonare i luoghi del sisma, ma anzi popolandoli e promuovendoli".
Per prenotazioni 366/9238075.
L’azione di solidarietà nazionale di attivismo per aiutare il prossimo di Massimo Pazzaglini e i suoi amici è arrivata anche nel maceratese.
Dopo aver fatto un sopraluogo della situazione in alcune zone terremotate e le loro aziende agricole, Max ha identificato quattro beneficiari a cui ieri ha consegnato fieno e mangime per gli animali nei comuni di Colmurano, San Ginesio e Pievebovigliana.
"I fondi raccolti per comprare i beni donati sono stati raccolti in Romagna" dice Primo Corona di Colmurano, fra i beneficiari della donazione "e consegnati direttamente alle aziende agricole di questi tre comuni. Piccoli gesti che creano grandi emozioni e la speranza di non essere dimenticati soprattutto per questi piccoli agricoltori che, nonostante il sisma, non sono mai finiti sotto i riflettori ma che hanno tantissime difficoltà per portare avanti la loro attività".
Sarà l'Università Politecnica delle Marche ad offrire la propria consulenza progettuale e tecnico scientifica per la costruzione del nuovo plesso scolastico di San Ginesio, una delle prime nuove scuole antisismiche della provincia di Macerata. L'abbinamento è stato ufficializzato ieri, e un'équipe di docenti dell'ateneo ha già effettuato il sopralluogo nell'area dove nascerà la nuova scuola nel 2017. Si tratta dei professori di composizione architettonica e urbana Gianluigi Mondaini e Paolo Bonvini, i professori di scienza delle costruzioni Stefano Lenci e Francesco Clementi e la professoressa di geotecnica Evelina Fratalocchi. Il nuovo plesso ospiterà scuola dell'infanzia, primaria, liceo linguistico e liceo sociopsicopedagogico dell'IIS Gentili, e l'Istituto professionale Frau con i suoi indirizzi meccatronica e arredo-design, che la Regione Marche ha riconosciuto come capofila per il distretto del legno.
Per il sindaco di San Ginesio, Mario Scagnetti, è un primo forte segnale di vita che ricomincia. “L'ordinanza 14 del 16 gennaio del commissario Errani ci ha inserito tra i primi comuni che vedranno sorgere nuove scuole antisismiche e all'avanguardia e che potranno ricominciare in totale sicurezza un percorso formativo che impegna le nuove generazioni negli anni più importanti della loro vita – ha commentato Scagnetti – Adesso il primo passo è compiuto. Ora chiedo alle famiglie, ai ragazzi e al corpo docente di investire e di credere in un futuro serio, di prospettiva, in un paese capace di accogliere e che ha sempre fatto dell'istruzione la sua leva di sviluppo fondamentale. Scommettiamo insieme nel futuro dei nostri figli e dei nostri paesi”.
“Solidarietà” è una delle parole più rappresentative di questo momento storico, in cui le popolazioni dei nostri paesi affrontano le conseguenze del sisma e di una delle più pesanti nevicate degli ultimi decenni. Ai tanti gesti destinati proprio a San Ginesio si è aggiunto, questa settimana, quello dell'ottica Mataloni di Civitanova Marche, che ha un legame profondo con il paese. Laura, la titolare, infatti, è una ginesina di adozione.
“Circa 20 anni fa - racconta - abbiamo acquistato una casa nel centro storico. Il paese ci ha folgorati, ci siamo innamorati dei paesaggi, della storia, della tranquillità. A San Ginesio viviamo i nostri momenti di grazia, con la famiglia riunita. E' il piacere massimo. Quando ho visto le immagini dei crolli della chiesa di San Francesco mi si è stretto il cuore”. E così ha deciso di pensare a un “Natale con gli occhi al futuro”, iniziando a raccogliere, a dicembre, dei fondi per San Ginesio, con una formula che prevedeva 10 euro di contributo per ogni cliente che avesse acquistato un paio di occhiali nel suo negozio. Ora il “piccolo” tesoro è stato consegnato al Comune, con una cerimonia che si è svolta nel negozio e a cui hanno partecipato il vicesindaco Eraldo Riccucci e Marco Taccari, responsabile del settore Beni Culturali nella gestione del post sisma. “Con questo gesto, piccolo – ha detto la Mataloni emozionata - vogliamo dire che noi ci prendiamo la nostra piccola parte di responsabilità”.
Il Commissario per la Ricostruzione Vasco Errani ha di recente emanato la quindicesima ordinanza del suo mandato per la fase post sisma nel centro Italia.
Ricordiamo anche, ai fini di un discorso unitario e senza buchi, che dopo l’Epifania, come i Re Magi, in data 9 gennaio 2017 erano arrivano tre nuove ordinanze del Commissario per la Ricostruzione: le n. 11 – 12 e 13.
Riguardavano i seguenti argomenti: l’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico, l’ elenco dei professionisti e i contributi per la riparazione degli immobili ad uso produttivo.
La n. 14 del 17/01/2017, già commentata, riguardava l’ “Approvazione del programma straordinario per la riapertura delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018”.
Il nuovo provvedimento datato 27 gennaio 2017, disciplina l’ “Organizzazione della struttura centrale del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”.
L’ordinanza cioè disciplina l’articolazione interna e l’organizzazione della struttura centrale posta alle dipendenze del Commissario e sono uffici di staff: a) la segreteria tecnica del Commissario straordinario; b) l’ufficio del consigliere giuridico; c) l’ufficio stampa; d) l’ufficio monitoraggio e stato di attuazione dei programmi. Il trattamento economico di tali ultimi soggetti è stabilito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze su proposta del Commissario straordinario, nel limite massimo di quarantottomila euro annui, comprese le spese.
Interessante appare la previsione secondo cui Il Commissario straordinario può altresì conferire incarichi di studio e/o consulenza a soggetti dei quali siano previamente valutate le spiccate e preminenti competenze nelle materie tecnico-scientifiche attinenti alle attività e ai compiti da svolgere e che pertanto possano assicurare un rilevante supporto alla struttura commissariale.
Questo ci permette di ricollegarci all’ordinanza n. 11 relativa all’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico della Struttura del Commissario straordinario.
La prima ordinanza (n. 11 - Istituzione e funzionamento del Comitato Tecnico Scientifico della Struttura del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dall’evento sismico del 24 agosto 2016) prevede l’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico di cui all’articolo 50 comma 5 del Decreto189/2016 e di cui il Commissario straordinario si avvale “per la definizione dei criteri di indirizzo, vincolanti per tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel processo di ricostruzione, per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione con adeguamento sismico degli edifici distrutti e di ripristino con miglioramento sismico degli edifici danneggiati, in modo da rendere compatibili gli interventi strutturali con la tutela degli aspetti architettonici, storici e ambientali, anche mediante specifiche indicazioni dirette ad assicurare una architettura ecosostenibile e l'efficientamento energetico”.
I componenti del Comitato Tecnico – Scientifico durano in carica fino al 31 dicembre 2018 in ovvia concomitanza con la scadenza della gestione commissariale.
Per la partecipazione al Comitato tecnico - scientifico non è prevista la corresponsione di gettoni di presenza, compensi o altri emolumenti comunque denominati. Sono previsti invece dei rimborsi delle spese documentate di trasferta entro il limite massimo annuo complessivo di € 30.000,00 riferito all’intero Comitato tecnico – scientifico.
Come già precendentemente da noi evidenziato, stupisce la circostanza che l’Università di Camerino, l’unica terremotata, abbia nel Comitato un solo rappresentante, nella persona del Prof. Massimo Sargolini, Professore Ordinario di Urbanistica. Il Commissario straordinario può però, con apposita ordinanza nominare componenti del Comitato Tecnico – Scientifico ulteriori e diversi da già quelli individuati.
La previsione di cui alla nuova ordinanza secondo cui il Commissario straordinario può altresì “conferire incarichi di studio e/o consulenza a soggetti dei quali siano previamente valutate le spiccate e preminenti competenze nelle materie tecnico-scientifiche attinenti alle attività e ai compiti da svolgere e che pertanto possano assicurare un rilevante supporto alla struttura commissariale” non fa che rafforzare il nostro stupore per l’esclusione dei docenti di Unicam, l’Ateneo maggiormente dotato di competenze scientifiche e tecniche per la ricostruzione, oltre che l’unico direttamente e fortemente colpito dal sisma.
Si auspica pertanto un ripensamento nel senso della valutazione in particolare della nomina del Prof. Emanuele Tondi, il cui ruolo in termini di divulgazione nella fase precedente ai sismi e nel periodo attuale dell’emergenza è di indubbio valore sociale oltre che scientifico.
Inoltre fa riflettere la circostanza che solo a fine gennaio, a ben 5 mesi dal primo sisma, sia stata istituita la struttura centrale della quale il Commissario deve avvalersi per la ricostruzione.
Troppi ritardi, tanta lentezza e burocrazia. Inoltre il mancato coinvolgimento dei protagonisti locali sia amministratori che studiosi: coloro che soli sono in grado di dare un’impronta pratica e veloce alla ricostruzione perché lo fanno con il cuore e con il sudore di vivere sulla propria pelle un’emergenza senza fine.
E qui non ci si esime infine dall’evidenziare tutte le responsabilità del Presidente della Regione: una parte significativa della terra che rappresenta sta morendo e viene umiliata da una gestione esterna che esclude i suoi esponenti locali. Non si può non chiedersi dove sia finito l’orgoglio marchigiano del nostro Presidente nonchè Vice Commissario per la ricostruzione.
“Dobbiamo rilevare un’altra criticità nella gestione dell’emergenza ed è relativa alla concessione dei contributi: è inammissibile che in una situazione del genere, grave e drammatica, si attivi una procedura a sportello, invece di valutarne la concessione sulla base di una effettiva e seria istruttoria relativa alle caratteristiche dei richiedenti. A questo ci opponiamo con forza”.
Sono le parole del Presidente Provinciale di CNA Macerata Giorgio Ligliani che ricorda: “La CNA, con i funzionari che compongono la task force terremoto e stanno seguendo cittadini e imprese coinvolti negli eventi sismici, è a disposizione per la compilazione delle pratiche relative alla richiesta di contributo per la sospensione e per la delocalizzazione della propria attività”.
“A questo proposito – aggiunge il Direttore Provinciale Luciano Ramadori – ci uniamo alla richiesta del Senatore Morgoni, inserita in un recente emendamento, di allargare il contributo di 5.000 euro anche alle imprese fuori dal cratere”.
Le pratiche di cui è disponibile la modulistica fanno riferimento all’indennità di disoccupazione per i lavoratori dipendenti del settore privato compreso quello agricolo, al contributo pari a 5.000 euro (inserito nella legge 229/2016) da erogare una tantum e destinato a lavoratori autonomi, titolari d’impresa, agenti di commercio, professionisti e co.co.co che abbiamo dovuto sospendere la propria attività per via del terremoto; al contributo per le imprese danneggiate o ricadenti nelle zone rosse che intendano delocalizzare la propria attività o che lo abbiano già fatto.
In attesa di ricevere adeguate istruzioni dalla Regione Marche riguardo la procedura di invio telematico delle pratiche, gli interessati possono comunque rivolgersi a tutti gli uffici provinciali della nostra associazione.
Inoltre, per via delle numerose richieste, CNA Macerata ha attivato un servizio aggiuntivo di sportello ad hoc sul territorio, presso il quale i colleghi saranno operativi secondo il seguente calendario:
SAN SEVERINO MARCHE - Martedì 31 Gennaio, ore 15 – Sede CNA Via Virgilio da San Severino 56/58;
CAMERINO - Mercoledì 1 Febbraio, ore 9 – Sede CNA Loc. Torre del Parco;
MATELICA – Mercoledì 1 Febbraio, ore 15 – Sede CNA Via Bigiaretti 15;
PIEVE TORINA – Mercoledì 1 Febbraio, ore 15 – Comune;
SAN GINESIO - Giovedì 2 Febbraio, ore 9,30 - Lab di Bellesi Luigi, Loc. Pian di Pieca Lotto 11;
TOLENTINO – Giovedì 2 Febbraio, ore 15 – Sede CNA Via del Vallato 1.
Per info: CNA Provinciale Macerata, info@mc.cna.it, 0733/27951
"Adotta la mandria e aiuta gli orfani".
Così si chiama il gruppo nato da soli due giorni su facebook e che vanta già più di 200 iscritti.
“Non sono un genio con i computer. Questa pagina nasce per spiegare un po' meglio quello che vogliamo fare per aiutare gli allevatori e le aziende che hanno subito gravi danni per terremoto e neve e per sostenere le famiglie dei due bambini che hanno perso i genitori per la valanga che ha colpito l'hotel a Rigopiano”.
Ideata e messa in atto dall’altruismo del giornalista piemontese Daniele Piovera, l'iniziativa prende spunto da alcuni articoli su La Stampa, Repubblica, Picchio News e Corriere che descrivevano la disperazione degli allevatori abruzzesi, laziali,molisani e marchigiani, messi in ginocchio da terremoto e neve.
La sua associazione, Kenzio Bellotti, legata alla società Paffoni Fulgor Basket Omegna, che già ha sostenuto gli orfani del terremoto di Amatrice (Alessandro, Gabriele, Chiara e Francesca), donando loro 35mila euro (trovate foto e resoconto sul sito www.kenziobellotti.it e sulla pagina Fb), ha deciso di scendere in campo anche per aiutare queste persone e queste aziende.
Noi di Picchio News, su richiesta di Daniele, gli abbiamo indicato le aziende che nei giorni scorsi ci hanno chiesto aiuto.
E con grande gioia comunichiamo che il gruppo di Daniele sta già provvedendo ad aiutarle concretamente.
In due giorni infatti sono stati raccolti già 3000 euro.
La prima azienda è l'Agrinido della Natura Agrinfanzia Contrada Vallata, di San Ginesio. Una piccola fattoria con animali che funge anche da asilo nido con progetti mirati ed innovativi.La seconda attività è la Società Agricola Lai Ss, di Gualdo, con 1500 pecore e 30 mucche.La terza persona che si aiuterà è un allevatore di Aschio, frazione di Visso, che ha enormi difficoltà con i suoi bovini.Ed infine anche un allevatore di Ussita, su indicazione del sindaco
Ogni centesimo raccolto, come sempre avviene con la Kenzio Bellotti, verrà devoluto senza mediazioni ma DIRETTAMENTE ai beneficiari. Come già accaduto con i bambini malati nel territorio d'origine dell'associazione a cui sono stati donati 25000 euro.
Inoltre il gruppo intende donare 12 letti nuovi con materassi e cassettoni per i vestiti per i quali noi di Picchio News abbiamo indicato come possibili destinatari gli anziani ospitati presso l’oratorio di Don Jacopo alla Stazione di Pollenza che abbiamo visitato due settimane fa.
Bravo Daniele. Un altro grande esempio di concreta ed immediata solidarietà. Senza burocrazia se non quella della trasparenza.
E' stata pubblicata l'ordinanza n.14 del Commissario per la Ricostruzione Vasco Errani che disciplina la "Approvazione del programma straordinario per la riapertura delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018".
Nell'ordinanza vengono elencate le scuole da ricostruire e molte di queste ricadono nel territorio della provincia di Macerata.
Nell'elenco delle scuole da ricostruire ci sono: a San Ginesio le scuole di via Roma, l'istituto magistrale "Gentili" e l'Ipsia "Frau"; a Macerata il comprensivo "Mestica" e le medie "Alighieri"; le elementari "Santini" di Loro Piceno; l'istituto "De Magistris" di Caldarola; l'Itis "Divini" di San Severino; il comprensivo "Betti" di Camerino; la scuola primaria "Giacomo Leopardi" di Sarnano.
L'ordinanza prevede la "costruzione di nuovi edifici scolastici definitivi, in sostituzione delle scuole che non possono essere oggetto di adeguamento sismico secondo la disciplina delle Norme Tecniche per le Costruzione per gli edifici strategici di classe d’uso IV, in ragione dell’esistenza di vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i., ovvero dell’eccessiva onerosità degli interventi a tal fine necessari, da realizzarsi, per l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018, con tecnologia a secco (strutture lignee, acciaio, cassero a perdere, calcestruzzo prefabbricato) nel rispetto della vigente disciplina di settore in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento alla disciplina delle Norme Tecniche per le Costruzioni per gli edifici strategici di classe d’uso IV, alla normativa in materia di risparmio energetico e di sicurezza antincendio;
b) riparazione, con adeguamento sismico, degli edifici scolastici che hanno avuto un esito di agibilità “E” che consenta il riutilizzo delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018;
c) affitto, montaggio e smontaggio di moduli scolastici provvisori per quelle scuole che verranno riparate, con adeguamento sismico, entro il settembre 2018".
"Forse a tutti noi non è ancora chiara l'eccezionalità di questa emergenza con centinaia di Comuni da raggiungere in un contesto mai riscontrato prima. A fronte di tutto ciò, non abbiamo mai mollato il tema della ricostruzione. Abbiamo elaborato un piano per 21 nuovi complessi scolastici" ha detto Errani.
Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli ga firmato anche una circolare che proroga i termini per le domande di pensionamento per i docenti delle aree del terremoto al 13 febbraio.
Intanto, tutti i comitati Scuole Sicure del centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) sorti spontaneamente dopo i terremoti che hanno devastato questi territori dal 24 agosto 2016 ad oggi, raccordandosi, hanno dato vita oggi a una pagina su Facebook, il "Comitato Scuole Sicure Centro Italia". L'obiettivo comune è ottenere la sicurezza di tutte le scuole e ''quello che, per legge, doveva essere fatto già dal 2003, ossia la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici e il loro eventuale adeguamento sismico o eventuale ricostruzione''. C'è apprensione dopo l'allarme lanciato dalla Commissione Grandi Rischi sulla possibilità che ci sia un nuovo sisma di magnitudo fra 6 e 7, e l'invito a monitorare dighe e scuole in quest'area del centro Italia, e il Comitato chiede che vengano installati subito in tutta l'area Moduli ad uso scolastico provvisorio, i Musp.
Dopo l'appello di ieri sul nostro portale ci arrivano ancora brutte notizie dall'azienda agricola Lai di Gualdo. Infatti stamattina ancora non è arrivato nessun aiuto e nel frattempo sono gli stessi gestori a spalare, senza nessun aiuto, per far fronte all'emergenza.
Non sono ancora disponibile nemmeno i mezzi per sollevare le capriate.
Una situazione estremamente difficile in cui i gestori sono lasciati a se stessi con animali vivi e le carcasse di quelli morti.
Non ce l’hanno fatta gli animali intrappolati sotto i capannoni di un'azienda crollati a causa della neve.
L'azienda agricola LAI ss di Gualdo, con punto vendita a San Ginesio, vantava circa 1500 capi, in prevalenza pecore e 30 mucche.
Gli animali sono rimasti per quattro giorni sotto le lamiere della struttura che è crollata con il peso della neve.
I soccorritori ormai stanno estraendo i cadaveri in putrefazione delle povere bestiole, morte per il freddo e le lesioni causate dalle lamiere.
Finora sono stati estratte le carcasse di 25 esemplari, ma se ne contano circa 50 sotto il capannone.
La proprietaria dell'azienda fa sapere che ad oggi hanno bisogno di paglia e fieno in quanto le scorte che avevano si sono bagnate con la neve e sono quindi inutilizzabili.
Le strade sono però impraticabili e quindi è impossibile persino muoversi.
Si confida in un altro intervento salvifico pari a quello degli “angeli” di san Ginesio, ma stavolta con trattori e camion per portare le rotoballe di fieno.
L’azienda si trova in Contrada Morichella n. 19 e il contatto telefonico è 338 355 1139.
Dopo ore ed ore di cammino tra due metri di neve, dopo due giorni di telefonate agli uffici del comune, al sindaco, ai funzionari, alla protezione civile, ai vigili del fuoco, all'Enel, il grande aiuto è partito proprio dalla redazione di Picchio News che ha subito attivato la macchina del volontariato.
E ieri sera finalmente, due ragazzi soli con la loro Jeep, Diego Giulietti e Leonardo Matteucci, ce l'hanno fatta ed hanno raggiunto una coppia di anziani isolata a San Ginesio.
Da soli hanno camminato per ore al buio, al freddo, con i sentieri ormai scomparsi ricoperti da neve ed alberi caduti, incontrando anche animali selvatici in cerca di cibo, e verso le 21.30 di ieri sera sono riusciti nell'impresa.
I due anziani, che non vogliono lasciare la loro casa per non abbandonare al loro destino i loro animai, stanno bene: la casa non ha subito lesioni.
Tanta paura però per la coppia rimasta isolata.
"Ci hanno abbandonati".."possibile che non viene nessuno ".."come facciamo non possiamo nemmeno uscire..ci sono due metri di neve.." questo il loro sfogo con i familiari al telefono prima dell'incredibile soccorso.
Diego e Leonardo hanno portato delle torce,hanno consegnato tanta legna per scaldarli e del cibo per i loro animali.
Eh sì. Gli angeli esistono. Per fortuna.
Dopo essere stata rinviata a causa della neve e del gelo, sarà inaugurata sabato 14 gennaio 2017 alle ore 11.30, presso il Salone delle carrozze “Giovanni Cardarelli” del Palazzo Onofri, in piazza A. Gentili, la mostra fotografica “SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE” a cura di Officine Brugiano (foto di Roberto dell'Orso, allestimento di Matteo Sampaolesi).
“SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE – spiega Valentina Polci, presidente di Officine Brugiano - è un contributo alla memoria storica del terremoto che nel 2016 ha segnato un limen nella secolare esistenza del territorio dell'Appennino centrale e delle comunità dei suoi abitanti.
C'e stato un prima, un tempo a lungo sereno, e c'è un dopo, connotato da vuoti, da distruzioni, che condurranno a qualcosa di nuovo, di ri-costruito. Alla ridefinizione degli spazi urbani si affiancherà quella degli spazi sociali e culturali. Le scuole, i teatri, le chiese, le piazze, i mercati, i quartieri: i luoghi determinanti della Storia dell’uomo. Sarà fondamentale perpetrare la bellezza, l'attenzione ai dettagli, la ricercatezza, l'unicità di certe atmosfere, perché così ci è stato insegnato, perché il nostro senso e la nostra peculiarità ci sono stati tramandati attraverso quel patrimonio. E sarà importante lasciare impronte del contemporaneo non frettolose, non banali, bensì fondate su quegli stessi valori”.
L’allestimento sarà sulle impalcature (concesse dall'Edilizia Azzacconi) che hanno fatto parte del cantiere della Chiesa Collegiata; l’uso dei ponteggi evoca l’invasione della quotidianità e il rapporto “interrotto” tra i cittadini e i loro beni culturali, e, al tempo stesso, rappresentano concretamente la fase della ricostruzione.
Uno spazio al centro dell’esposizione sarà dedicato ad alcuni documenti dell'archivio della famiglia Onofri Olivieri. Tra questi, una lettera in cui “Giovambattista Vassalli Architetto, Sangiusto 19 agosto 1799, ha saputo dei danni del terremoto, si offre nel caso abbia bisogno di lui per dei restauri (personali, alla collegiata, presso edifici sacri e di privati)” e unaltra lettera del 9 settembre 1799 in merito a difficoltà nel reperire muratori, e ancora,
5 lettere indirizzate a Domenico Onofri da Michelangelo Relucente e sorella Vittoria (Ascoli, 2 febbraio 1797-6 agosto 1799) per affari e questioni familiari: nelle lettere del 30 luglio e 6 agosto si fa riferimento allo spavento per il terremoto sentito anche ad Ascoli.
La mostra sarà aperta tutti i sabati e le domeniche fino al 29 gennaio 2017, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.
All’inaugurazione, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni locali, provinciali e regionali, sarà presente l’on. Irene Manzi.
Dall'architetto Giuseppe Bocci, titolare della "Bocci and Partners srl" di San Ginesio riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione sul post sisma.
"In questi giorni lo Stato Italiano sta creando un nuovo modello di ricostruzione post-sisma. Un processo normativo che andrà avanti per settimane, mesi, anni. Si tratterà di un modello in parte uguale ed in parte diverso da quelli precedenti e caratterizzato da una sola certezza: quella di mettere in difficoltà i terremotati e gli operatori burocratizzando la ricostruzione.
La società di ingegneria che rappresento, la Bocci and Partners srl, avendo avuto l'opportunità di lavorare sulle ricostruzioni dei terremoti che hanno colpito l'Italia negli ultimi venti anni (Marche-Umbria 1996; Abruzzo 2009; Emilia-Lombardia 2012), ha provato a mettere a confronto i vari modelli adottati per quelle ricostruzioni. La conclusione che ne abbiamo tratto è desolante. Non c'è modello che si somigli neanche un po'. Ogni volta ogni Regione si è inventata il proprio sistema che, per essere perfezionato, ha allungato di anni la ricostruzione, pur disponendo di adeguate risorse finanziarie. Infatti il problema non è, come comunemente si pensa, “non ci sono i soldi”, bensì “i soldi ci sono, ma non si riesce a spenderli”.
In mancanza di un modello unico ogni Regione ha potuto “inventarsi” la propria ricostruzione senza avvalersi delle esperienze di chi ci era passato precedentemente. Mi domando: “perché l'Abruzzo non ha adottato il modello marchigiano (Marche-Umbria 1996), magari perfezionandolo?”. Bene o male la Regione Marche in dieci anni ha sostanzialmente concluso la propria ricostruzione. L'Abruzzo invece dopo otto anni dall’evento sismico è ancora all’inizio. Quante giravolte burocratiche!! Dapprima la cosiddetta “filiera” di società pubbliche, FINTECNA- RELUIS – CINEAS, incaricate di validare i progetti. Poi, dopo tre anni e mezzo, mandata a casa la “filiera” è stato bandito il famoso “concorsone”, per l’assunzione di circa 400 tecnici e sono stati istituiti gli uffici USRC (Ufficio Speciale Ricostruzione Comuni Cratere9 – USRA (Ufficio Speciale Ricostruzione L’Aquila). Ma fatene uno solo!!! – UTR (Uffici Territoriali Ricostruzione). Poi l’istituzione della piattaforma informatica M.I.C. (Modello Integrato del Cratere) che in quattro anni ha subito ben nove aggiornamenti. Inoltre il “limite di convenienza”, l’”istruttoria semplificata”, l’”istruttoria analitica” ed altre diavolerie burocratiche che solo gli addetti ai lavori riescono a stento a comprendere. Poi, cosa assurda, nello stesso territorio sono riusciti a creare normative ed uffici che le gestiscono diversi fra di loro. Con il risultato che il Comune dell'Aquila tratta la ricostruzione in un una certa maniera e tutto il resto del territorio ( Comuni del Cratere) in un’altra.
Ma l'Emilia e la Lombardia non stanno messe meglio. Ognuna delle due Regioni ha le proprie normative ed il proprio modo di gestirle. Ma la cosa più... non saprei come definirla: assurda? ridicola? paradossale? è che l'approvazione delle pratiche di contributo sono state delegate in parte (per le attività produttive) agli uffici regionali attraverso delle piattaforme informatiche dai suggestivi nomi, SFINGE per l'Emilia e GEFO per la Lombardia. Ed in parte ai Comuni (piattaforme MUDE e MUTA). Con il risultato, in quest'ultimo caso, che, con una gestione così frammentata, si stanno generando tante interpretazioni e giurisprudenze quante sono i Comuni. Noi stessi, a fronte di medesimi quesiti, abbiamo ottenuto FAQ discordanti. Cosa accadrà nei TAR in caso di ricorsi a fronte di così diversificati trattamenti? Allora, di fronte di tutto questo ambaradan burocratico e normativo vengono spontanee le seguenti considerazioni: “Perché lo Stato centrale non ha mai istituito un modello unico e definitivo di ricostruzione (come bene o male esiste per la fase d’emergenza) al quale le Regioni avrebbero dovuto adeguarsi senza lasciare i terremotati, i tecnici ed altri operatori, in balia di fantasiose interpretazioni burocratiche nella gestione di normative e modelli sempre nuovi e mutevoli? Perché permettere di trattare la ricostruzione come se gli effetti del terremoto siano stati differenti fra il Comune dell'Aquila ed i 50 comuni del cratere, fra l'Emilia e la Lombardia?”
Queste disfunzioni e i loro effetti, purtroppo, stanno già facendo capolino anche sulla attuale ricostruzione. Sono di dominio pubblico i disagi che stanno subendo i terremotati a causa del repentino abbassamento delle temperature e delle drammatiche condizioni del bestiame. Per non parlare poi del caos che si è creato nella gestione delle schede di rilevamento danni: schede AEDES, schede FAST, perizie giurate, perizie asseverate, ecc.ecc.
Detto questo voglio però essere ottimista per il futuro. Mi auguro con tutto il cuore che questa ricostruzione possa fungere da laboratorio e rappresentare l’occasione per istituzionalizzare un modello definitivo sia per le procedure che per le modalità di interventi. Un modello istituzionale esteso anche ad altri generi di calamità che, purtroppo, in Italia ricorrono frequentemente".
Anche il volontariato nell’ambito del Servizio Civile Nazionale riguarderà le zone colpite dal terremoto 2016. Il Bando “Avviso agli Enti: Presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale per 1599 volontari da impiegare nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria” pubblicato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale prevede l’impiego di 1.599 volontari nelle aree terremotate delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
I progetti dovranno essere trasmessi dagli enti esclusivamente alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria entro le ore 14,00 del 10 marzo 2017.
Il bando si riferisce alla presentazione dei progetti di Servizio civile nazionale finalizzati alla ripresa della vita civile delle comunità colpite dagli eventi sismici ed a favorire il ritorno delle popolazioni alla normalità.
I destinatari del bando sono:
gli enti iscritti all’Albo nazionale ed agli Albi delle Regioni e delle Province autonome, aventi sedi
di attuazione progetto nei comuni colpiti dal sisma 2016, di cui all’Allegato 1 del Bando
e nei Comuni costieri che ospitano temporaneamente i terremotati.
I volontari saranno così ripartiti:
Abruzzo 207 volontari;
Lazio 453 volontari;
Marche 617 volontari;
Umbria 322 volontari.
Le Regioni interessate, una volta sentite le strutture del Commissario straordinario per le zone terremotate, coordinano i progetti per ciascun settore/ambito di intervento individuati dal bando, promuovendo la cooprogettazione degli stessi tra i diversi enti presenti sul territorio.
Ciò può avvenire anche attraverso appositi incontri con i Sindaci dei comuni colpiti e con i responsabili degli enti, in modo da redigere uno, al massimo due progetti per ogni settore/ambito di intervento individuato.
Per ogni raggruppamento di enti, che darà luogo alla cooprogettazione, dovrà essere individuato un ente capofila avente una capacità organizzativa sufficiente a supportare la complessità degli interventi proposti.
La cooprogettazione è possibile tra enti appartenenti allo stesso Albo, ovvero tra enti iscritti all’Albo nazionale e ad uno degli Albi regionale e delle Province autonome.
I progetti dovranno realizzarsi esclusivamente in una singola Regione e nei seguenti settori/aree di intervento:
a) Assistenza, con particolare riguardo alle fasce deboli
b) Protezione Civile
c) Patrimonio Artistico e Culturale
d) Educazione e Promozione culturale, con particolare riferimento al supporto alle Amministrazioni Locali impegnate nei processi di ricostruzione e di ritorno alla normalità.
I progetti devono essere redatti secondo il modello di cui all’allegato 1 del Prontuario (parag. 3.3 e 4.6 del “Prontuario contenente le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare in Italia e all’estero, nonché i criteri per la selezione e la valutazione degli stessi” approvato con D.M. 5 maggio 2016) , concernente i progetti da realizzarsi in Italia, essere firmati digitalmente dal legale rappresentante dell’ente capofila o dal responsabile del servizio civile nazionale del predetto ente indicati in sede di accreditamento e devono essere presentati esclusivamente in modalità online.
Ogni progetto deve indicare un capofila, essere redatto per uno solo dei settori/aree intervento innanzi indicati e per una singola Regione.
Tutti i progetti presentati saranno esaminati dalle Regioni competenti e sottoposti ad una valutazione di idoneità riguardante la conformità degli stessi alle finalità stabilite dall’art. 1 della Legge 6 marzo 2001, n. 64, nonché alle modalità di redazione degli stessi previste dal Prontuario.
I progetti risultati idonei sono pubblicati in appositi bandi regionali per la selezione dei volontari.
Questo il link a cui trovare il bando: http://www.serviziocivile.gov.it/menusx/bandi/progetti-scn/2016_bandoprogsisma/
Il maltempo costringe al rinvio anche l'ianugurazione della mostra SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE.
Il vernissage previsto per venerdì 6 gennaio 2017, alle ore 11.30 presso il Salone delle carrozze “Giovanni Cardarelli” del Palazzo Onofri, in piazza A. Gentili è stato rinviato al 14 e 15 gennaio 2017, sempre alla presenza dell'on. Irene Manzi: "La natura ci fa adattare ma non ci ferma".
"Ricostruire, ricominciare, ricominciare da capo, ma anche ricominciare senza perdere la capacità di sognare, sognare, avere il coraggio di sognare una volta di più". Lo ha detto il Papa a migliaia di terremotati del centro Italia - dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia, Macerata e Ascoli Piceno, accompagnati dai loro vescovi - ricevuti in aula Paolo VI, dopo aver ascoltato le testimonianze di due di loro.
Bergoglio si è quindi detto orgoglioso dei suoi parroci "che non hanno lasciato la terra, è buono avere pastori che se vedono il lupo non corrono". Ricordando di aver già ringraziato sia autorità che vigili del fuoco che volontari, il Pontefice ha, infine, rivolto un grazie anche a "tutti quelli che si sono immischiati in questo dolore vostro perché quando uno fa la lista sempre si vede chi non ha detto, no, a tutti". (Ansa)
Nota del Comune di Castelraimondo
Il sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, accompagnato dall’assessore Elisabetta Torregiani e da una delegazione di cittadini ha partecipato oggi all’udienza speciale per i terremotati di Papa Francesco, che si è svolta questa mattina in Vaticano. Il sindaco ha portato in dono al Pontefice una copia del libro che narra la storia dei 700 anni dalla fondazione di Castelraimondo, consegnato nelle sue mani al momento del saluto. Con grande sorpresa, il Santo Padre ha subito ricordato di aver conosciuto, quando si trovava in Argentina, un padre cappuccino originario proprio di Castelraimondo. Si tratta di Padre Giuseppe Gaggiotti, uomo di chiesa nonché storico della cittadina, autore del primo libro su Castelraimondo la cui prima edizione fu scritta a metà degli anni Settanta. “Una forte emozione – ha affermato il sindaco Marinelli – e una inaspettata sorpresa la lucidità con cui il Santo Padre ha immediatamente ricordato il nostro concittadino, conosciuto quando entrambi si trovavano in Argentina, un incontro che secondo alcune memorie deve essere avvenuto verso la fine degli anni Ottanta”.
Non ci sarà una ''spoliazione'' dei beni culturali dai centri terremotati delle Marche a favore di un unico deposito temporaneo in attesa della ricostruzione, ma le opere ''resteranno nei territori, in tre-quattro o forse più depositi, adeguatamente sicuri, in modo che possano essere conservate, restaurate e possibilmente fruite dai residenti e dai turisti''.
E' il punto di mediazione raggiunto oggi in un incontro a Macerata fra i sindaci, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il dirigente generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia, Fabrizio Curcio e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. La sintesi di quanto emerso da un confronto definito ''schietto, ma anche molto costruttivo'' la fa il sindaco di Macerata Romano Carancini, primo firmatario del 'manifesto' dei primi cittadini contro l'ipotesi che dipinti, sculture, arredi salvati dal sisma nelle chiese e nei palazzi storici delle province più colpite venissero trasferiti tutti ad Ancona.
(Fonte Ansa)
Verrà inaugurata venerdì 6 gennaio 2017, alle ore 11.30 presso il Salone delle carrozze “Giovanni Cardarelli” del Palazzo Onofri, in piazza A. Gentili, la mostra fotografica “SANGINESIO SEIPUNTOCINQUE” a cura di Officine Brugiano (foto di Roberto dell'Orso, allestimento di Matteo Sampaolesi).
SEIPUNTOCINQUE nasce con l'intento di fissare nel tempo la memoria storica di un evento che, di fatto, è entrato a far parte della millenaria esistenza del nostro territorio e delle nostre montagne. In particolare, San Ginesio si fa simbolo del dolore, dello smarrimento, del bisogno di cura di tutti i piccoli paesi feriti così gravemente dal terremoto del 30 ottobre 2016.
E' una mostra sulle ore del sisma, a partire dagli istanti in cui, con la terra ancora in movimento, la polvere intasava l'aria del centro storico e degli agglomerati nelle campagne circostanti, ma anche dei giorni immediatamente successivi, degli aiuti, della presenza dello Stato, della voglia di riprendere ciascuno la propria quotidianità. Le foto raccontano il paese, le pietre, i crolli insieme con gli sguardi, i passi impauriti, la forza degli abitanti. E parlano degli abbandoni: delle proprie case, delle proprie cose, dei luoghi familiari. Inoltre, saranno esposte lettere e stralci dell'archivio della famiglia Olivieri in cui si leggono le cronache sanginesine dei terremoti dei secoli scorsi.
L'allestimento sarà sulle impalcature (concesse dall'Edilizia Azzacconi) che hanno fatto parte del cantiere della Chiesa Collegiata, per rendere la concretezza della ricostruzione e, al tempo stesso, il rapporto “interrotto” tra i cittadini e i loro beni culturali. Sarà una galleria dinamica, perché si potranno acquistare le foto in mostra, che verranno immediatamente sostituite con altre foto diverse.
“Il progetto dell’allestimento - spiega Matteo Sampaolesi - nasce dall’idea di rappresentare l’attuale situazione dell’uomo nei confronti della sua terra natia: costretto al distacco e alla lontananza a causa del sisma. L’uso dei ponteggi evoca i cantieri che invadono la quotidianità, e rappresentano concretamente la fase della ricostruzione, come reazione positiva all’evento traumatico del sisma.
L’uso di questi materiali estremamente economici e smontabili, strappati al loro originale utilizzo per assolvere un compito più alto quello del Mostrare, evidenziano particolarmente la verstiltà e la temporaneità dell’exibit.
Il posizionamento delle foto sospese nel ponteggio danno l’idea di una prigione Reale (rappresentata dall’impalcato) per un bene Ideale (l’Arte ) che in questo modo viene tenuta lontana dal fruitore che può solo affacciarsi e ammirare da lontano.
Il contenitore della Mostra, il salone G. Cardarelli di Palazzo Onofri, è quasi totalmente negato sia dalla geometria, totalmente asimmetrica rispetto alla sala che dalla discontinuità materica, e visibile solamente nella parte del soffitto.
La fruizione da parte del visitatore è molto libera in quanto è lasciato vagare al centro della sala e non è vincolato a seguire l’ordine cronologico con cui sono state posizionate le opere (a partire dalla data del sisma per arrivare alla data della mostra)”.
Officine Brugiano è un'associazione culturale che ha le sue radici a San Ginesio e si occupa di comunicazione e territorio (dalla promozione di eventi culturali al materiale informativo e di promozione turistica, fino all'editoria locale e alla comunicazione in senso più stretto).
La mostra sarà aperta dal 6 all'8 gennaio, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
All'inaugurazione, oltre all'amministrazione comunale, sarà presente l'on. Irene Manzi.
Per info: Valentina Polci, presidente Officine Brugiano, 3292274412, valepolci@yahoo.it
Non bastano le enormi problematiche e le ingenti spese dovute a traslochi improvvisati per chi ha dovuto lasciare la propria abitazione a causa del terremoto. Per chi si è trovato una autonoma sistemazione (e chi ha l'inagibilità da novembre ancora deve vedere arrivare un centesimo del contributo previsto), c'è anche il (costoso) rebus delle utenze. Un mare magnum dove la chiarezza appare una chimera e dove le uniche certezze sembrano gli oneri a carico di chi, non certo per scelta, ha dovuto cambiare casa.Partiamo da un dato di fatto oggettivo. Nelle ordinanze di inagibilità viene chiaramente indicato di procedere "alla chiusura della erogazione delle forniture di acqua e gas". Difficile interpretare l'ordinanza in maniera diversa da quella di provvedere presso i distributori a staccare le utenze. Sarebbe stato sufficiente, invece, chiudere in autonomia i rubinetti? Forse. Di certo, chi ha provveduto presso i singoli gestori a staccare le utenze, nel momento in cui potrà fare rientro nella sua abitazione dovrà pagare nuovamente l'allaccio, per un importo stimato intorno ai 200 euro. La domanda è lecita: era obbligatorio staccare le utenze? Se sì, è normale che poi l'utente debba pagare nuovamente l'allaccio?Non basta. A chi ha staccato l'utenza del gas è arrivata anche un'altra beffa: 30 euro di spese per la chiusura del contatore. Oltre a tutto questo, chi è riuscito a trovare una nuova sistemazione, di certo non poteva pensare di andare ad abitare in una casa senza corrente elettrica. Così, ben prima che sui conti correnti dei terremotati venga accreditato un solo centesimo di contributo autonoma sistemazione, nelle nuove cassette della posta sono arrivate le bollette. Sì. Bollette con una 50ina di euro da pagare per l'allaccio della corrente elettrica (anche se questa è una semplice ipotesi, visto che la voce viene indicata sotto un generico "altri importi"). Curioso anche come venga indicato come periodo di fatturazione il mese di ottobre, quando in realtà i terremotati sono andati ad abitare nei nuovi domicili solo a novembre. Insomma, non bastano le traversie e i disagi per chi ha la casa inagibile. Ci sono anche tutte queste altre peripezie burocratiche da attraversare, con l'unica certezza che a rimetterci è sempre e comunque il cittadino.