MACERATA - Prima visita ufficiale in Questura per il prefetto Giovanni Signer, insediatosi in città a fine luglio. Questa mattina il rappresentante del Governo ha incontrato il questore Luigi Mangino, il vicario del questore, i dirigenti e i funzionari della Polizia di Stato, in un momento di confronto istituzionale all’insegna della collaborazione.
Il questore Mangino, dopo aver presentato i funzionari e i dirigenti dei vari settori della Questura, del Commissariato e delle specialità della Polizia di Stato, ha rimarcato la professionalità e la sinergia che contraddistinguono il lavoro quotidiano, sia nelle attività ordinarie sia nella gestione degli eventi di rilievo concordati nei Comitati Provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Il prefetto Signer ha espresso parole di apprezzamento per l’impegno della Polizia di Stato, sottolineando il clima positivo e costruttivo che ha trovato in Questura. Ha inoltre ribadito quanto sia fondamentale mantenere un rapporto di massima collaborazione tra Prefettura e Forze dell’Ordine, con l’obiettivo comune di rafforzare la percezione di sicurezza da parte dei cittadini.
A conclusione dell’incontro, il questore Mangino ha ringraziato il prefetto per l’attenzione riservata al lavoro svolto quotidianamente dagli uomini e dalle donne della Polizia di Stato. L’appuntamento si è chiuso in un clima di cordialità, con la consapevolezza di un rapporto istituzionale destinato a rafforzarsi nel tempo.
Nell’Ast di Macerata si assiste in questi giorni al diffondersi di una solidarietà esemplare per quanto riguarda la donazione di organi. Stanotte, infatti, è stato effettuato un ulteriore prelievo di fegato e cornee da una donatrice di 76 anni che aveva già espresso in vita il proprio consenso.
Un’equipe multidisciplinare coordinata dal Centro Regionale Trapianti e dal NITp (Circuito Nord Italia Transplant) ha realizzato l’intervento.
“In un mese abbiamo assistito a ben tre donazioni di organi nella nostra Azienda sanitaria e per questo bellissimo risultato desidero ringraziare le famiglie dei donatori per la sensibilità dimostrata – ha dichiarato il direttore generale dell’Ast di Macerata dottor Alessandro Marini - e nel caso specifico tutto il personale dell’ospedale di Macerata, coordinato dalla dottoressa Valeria Zompanti, per la collaborazione nella buona riuscita della procedura”.
Una lite tra coinquilini è degenerata in violenza a Montefano: un uomo è rimasto ferito e un altro è stato denunciato dai carabinieri della Compagnia di Macerata.
L’episodio risale a pochi giorni fa, quando un acceso diverbio tra un 26enne originario del Mali, residente a Macerata e già noto alle forze dell’ordine, e un 48enne marocchino è sfociato in un’aggressione. Secondo quanto ricostruito dai militari, intervenuti nell’immediato, il più giovane ha impugnato un coltello da cucina e ha colpito alla mano destra il coinquilino.
Sul posto è arrivato anche il personale del 118, che ha soccorso il ferito. L’uomo è stato portato al pronto soccorso di Civitanova Marche, ma ha poi rifiutato le cure e si è allontanato dall’ospedale facendo perdere le proprie tracce. Il coltello usato nell’aggressione è stato sequestrato. Per il 26enne maliano è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria con l’accusa di lesioni personali.
MACERATA - Una rete che unisce sport, istituzioni e imprese per costruire inclusione e solidarietà. È questo il cuore di “Un Assist per la Vita”, il progetto presentato al Social@b dell’Università di Macerata e promosso dall’ASD Santo Stefano Sport di Porto Potenza Picena, realtà da cinquant’anni punto di riferimento nello sport paralimpico.
L’iniziativa nasce con un obiettivo ambizioso: sostenere le persone con disabilità attraverso lo sport, percorsi formativi e opportunità di inserimento sociale e lavorativo. Non semplice attività agonistica, dunque, ma uno strumento di crescita collettiva capace di generare cultura, coesione e prospettive concrete.
La forza del progetto risiede nella rete di sostegno costruita attorno ad esso. Accanto al Santo Stefano Sport hanno scelto di collaborare l’Università di Macerata, Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, Confindustria Macerata e la Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano. Un fronte comune che intende coinvolgere scuole, aziende e comunità, dando vita a un modello in cui sport e società procedono insieme.
Durante la presentazione, alla quale erano presenti autorità accademiche, dirigenti sportivi, rappresentanti del mondo imprenditoriale e alcuni atleti, non sono mancati i richiami al valore educativo dello sport. Il rettore John Mc Court ha evidenziato la coerenza del progetto con le politiche dell’Ateneo, sottolineando l’importanza di lavorare in squadra per raggiungere obiettivi significativi. A fargli eco il vicepresidente del Santo Stefano Sport, Antonio Bortone, che ha definito lo sport un “enzima sociale”, capace di ridurre fenomeni come il bullismo nelle scuole e di favorire lo spirito di squadra nelle aziende.
Un ruolo centrale è affidato proprio all’attività agonistica: dal basket in carrozzina, fiore all’occhiello della società con uno scudetto vinto nel 2019 e prestigiose partecipazioni a competizioni internazionali, all’atletica e al golf paralimpico. Attorno a queste discipline ruotano iniziative come “Ruote a Canestro”, che dal 2018 porta nelle scuole la cultura dell’inclusione attraverso incontri teorico-pratici, e la produzione di testimonianze video che raccontano come lo sport abbia cambiato la vita di tanti atleti.
Il presidente della BCC di Recanati e Colmurano, Gerardo Pizzirusso, ha definito l’iniziativa “un progetto di comunità che svolge un’attività meritoria con questi ragazzi e il loro entusiasmo”, mentre il segretario generale di Confartigianato, Giorgio Menichelli, ha posto l’accento sulle possibili ricadute economiche, ricordando come la cosiddetta “basket economy” possa offrire nuove opportunità al tessuto produttivo.
Emozionante la testimonianza dell’allenatore Roberto Ceriscioli, che ha parlato della soddisfazione di lavorare con atleti che incarnano valori di rinascita e resilienza, sottolineando quanto sia fondamentale il sostegno di istituzioni e imprese per continuare a coltivare i progetti in cantiere. A chiudere gli interventi è stato il presidente del Santo Stefano Sport, Marco Ferraresi, che ha riassunto così il senso del percorso intrapreso: “Questi ragazzi sono una delle cose più belle che mi porto dietro”.
Con “Un Assist per la Vita” lo sport si conferma strumento di solidarietà e inclusione, ma anche terreno fertile per costruire legami, formare nuove competenze e generare un impatto positivo sull’intera comunità.
"Ricci continua a raccontarci che la sua candidatura è un atto d’amore verso le Marche, ma poi misura tutto in euro, per sua stessa ammissione in diretta Rai. Il prezzo da pagare in questa contesa elettorale? Lo stipendio da europarlamentare. Altro che amore. Così si spiega l’incapacità di chiarire una volta per tutte se resterà in Consiglio regionale in caso di sconfitta". È quanto dichiara Simone Livi, consigliere regionale uscente di Fratelli d’Italia e candidato per le prossime Regioni del 28 e 29 settembre prossimi, circoscrizione Macerata.
"Questo è amore per la poltrona, non per i marchigiani - punge Livi -. Forse non ha così tanta voglia di vincere, visto che si ritroverebbe con uno stipendio dimezzato. Ancora una volta la sinistra si mostra per quello che è: pronta a nascondersi dietro slogan e autocelebrazioni, ma silenziosa quando si tratta di dare risposte vere. Ma i cittadini meritano serietà, non battute da campagna elettorale. Dopo le gite in bici e in barca, adesso Ricci è pronto a riprendere la valigia e tornare a Bruxelles, sempre in nome della sua unità di misura, gli euro".
"Fratelli d’Italia è dalla parte di chi vuole una regione che programmi, che investa su sanità, viabilità e sicurezza, e che rispetti i propri cittadini. L’alternativa è chiara: o torniamo indietro con chi pensa solo a salvare sé stesso, o continuiamo a costruire insieme una stagione di buon governo, trasparente e vicino alle esigenze dei territori", conclude Livi.
"Al via la ricostruzione del nuovo municipio". È il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, a dare notizia della partenza dei lavori che porteranno, entro la primavera del 2027, alla realizzazione della struttura destinata a ospitare gli uffici comunali.
"È un ulteriore passo avanti verso la normalizzazione", commenta Gentilucci. "Avremo una sede municipale all’avanguardia, dotata di spazi adeguati e realizzata con tecnologie di costruzione antisismiche e sostenibili che potranno garantire risparmi energetici, la collocazione in un rinnovato e più efficace assetto viario e l’inserimento in un contesto naturalistico con la sistemazione delle aree verdi limitrofe".
Finanziato con fondi sisma e contributi GSE (conto termico), l’intervento prevede un costo complessivo di 3 milioni e 400.000 euro: "In questi anni, nonostante le difficoltà logistiche e la sistemazione nei container, il personale comunale ha saputo garantire professionalità e qualità dei servizi. Ci attende un ultimo sforzo prima di poter varcare la soglia dei nuovi uffici" conclude Gentilucci, "ma vedere operai e macchine all’opera rappresenta per tutta la comunità un’iniezione di fiducia e di ottimismo".
Dopo una lunga carriera nell’Arma dei carabinieri, il Tenente Paolo Rinaldi, in forza alla Compagnia di Camerino, è giunto al traguardo della pensione. Nella giornata di oggi Rinaldi ha voluto recarsi in Comune, a Matelica, per un saluto istituzionale, accompagnato dal capitano Angelo Faraca, e accolto dal sindaco Denis Cingolani.
Il primo cittadino ha espresso parole di riconoscenza per il lavoro svolto dal Tenente, sottolineandone l’impegno e la dedizione al territorio: "Oggi il Tenente Paolo Rinaldi lascia il servizio attivo, ma ci tengo a ringraziarlo, a nome dell’amministrazione comunale e dei cittadini matelicesi, per l’ottimo operato svolto all’interno del nostro territorio. I suoi valori resteranno impressi in tutti i colleghi che l’hanno incontrato nel corso della sua carriera nell’Arma dei Carabinieri", ha dichiarato Cingolani.
Il saluto in Comune ha rappresentato un momento semplice ma significativo, in cui istituzioni e forze dell’ordine hanno riconosciuto il valore umano e professionale di un ufficiale che ha dedicato la sua vita al servizio della collettività.
Una meravigliosa iniziativa quella composta dalla serie di eventi connessi alla 12esima edizione della commemorazione dei caduti in Afghanistan, che si è tenuta sabato e domenica, al Parco della Rimembranza di Castelraimondo dove sorge un Monumento a loro dedicato, organizzata dal Gruppo Alpini Val Potenza guidato dal presidente Angelo Ciccarelli, in collaborazione con l’amministrazione comunale.
Sabato 20 settembre dopo i saluti istituzionali, visita alla “mostra permanente” di oggetti, indumenti, foto, appartenuti ai ragazzi caduti in Afghanistan. Domenica 21, invece, in seguito al corteo, con la partecipazione della banda musicale Veschi diretta dal Maestro Gabriele Bartoloni, si è svolta la cerimonia pubblica con la deposizione della corona di alloro al monumento, la lettura integrale dei nomi dei caduti, con i tempi scanditi da Tommaso Lucchetti.
Tra le autorità che sono intervenute il presidente del Gruppo Alpini Valpotenza Angelo Ciccarelli, il sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli, il consigliere regionale uscente Renzo Marinelli, i sindaci di Matelica e Esanatoglia, il sindaco degli studenti e i familiari delle vittime. La Santa Messa in suffragio è stata celebrata dal vicario diocesano Mons. Mariano Bianchi.
Il sindaco del Comune di Castelraimondo Patrizio Leonelli ha sottolineato l’importanza di questa commemorazione dei caduti in Afghanistan: “Una giornata importante quella di domenica a Castelraimondo perché è la giornata in cui ricordiamo insieme alle famiglie ragazzi morti in Afghanistan, è stato come sempre un momento toccante quando dal palco venivano chiamati i nomi. Quest’anno c’erano molti bambini delle scuole, siamo stati contenti, ringrazio la preside Nicoletta Paterni per aver coinvolto gli studenti. Presente il sindaco dei ragazzi che ha fatto il suo discorso, due genitori dei ragazzi che non ci sono più hanno fatto interventi commoventi".
"Una giornata nel ricordo di questi ragazzi che pensavano di essere accolti come persone che portavano la pace, ed invece sono stati visti come dei nemici in quei territori hanno lasciato la loro vita. Un grazie agli alpini del Val Potenza che mantengono quell'area sempre in ordine. Il museo che abbiamo visitato ricordo che dall’anno scorso è aperto a tutti, composto dalle cose più care donate dalle famiglie, quindi un altro dolore doversi allontanare da altri ricordi dei loro figli, ma sanno che i nostri alpini li conserveranno con la massima cura. Vorrei ringraziare tutti i dipendenti comunali, i vigili e agli operai che si sono adoperati per la buona riuscita di questa ricorrenza", ha concluso Leonelli.
Due fratellini di 8 e 13 anni e la loro mamma sono rimasti feriti questa mattina in un incidente stradale a Recanati, in contrada Addolorata. L’impatto, avvenuto intorno alle 8, ha visto due auto scontrarsi frontalmente lungo la carreggiata.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con due squadre di Macerata e di Osimo e i sanitari del 118, che hanno ritenuto necessario l’intervento dell’eliambulanza per trasportare uno dei bambini al Salesi di Ancona. La mamma e l’altro figlio sono stati invece trasferiti in ambulanza a Torrette.
Ferito, ma cosciente, anche il conducente dell’altra vettura, ricoverato per accertamenti. Nonostante la gravità dello scontro, tutti gli occupanti sono rimasti coscienti. La strada è stata chiusa per alcune ore per consentire i soccorsi e il completamento dei rilievi dei carabinieri.
PORTO RECANATI - Mercoledì 24 settembre, alle ore 19.30, il Bar Guido ospiterà l'appuntamento elettorale dal "Oltre il gioco: come lo sport cambia il futuro". Protagonista della serata sarà Stefano Tacconi, ex portiere di successo della Juventus e della Nazionale italiana, che porterà la sua testimonianza di atleta e uomo, raccontando momenti significativi della sua carriera e della sua vita.
L’iniziativa è stata promossa dall'ex senatore Salvatore Piscitelli, candidato alle prossime elezioni regionali con la lista “I Marchigiani per Acquaroli”. Nel corso del dibattito non si parlerà soltanto di sport agonistico, ma si approfondiranno i valori che lo sport trasmette: dalla coesione sociale alla formazione dei giovani, fino al suo ruolo come strumento di miglioramento degli stili di vita, sia individuali che collettivi.
Si è tenuto ieri, 22 settembre, presso il suggestivo Santuario dell’Annunziata di Montecosaro, l’incontro promosso dalla candidata alle elezioni regionali Maika Gabellieri insieme alla senatrice Maria Stella Gelmini di Noi Moderati. All’appuntamento hanno preso parte anche il coordinatore provinciale Paolo Perini e il coordinatore regionale Tablino Campanelli, a testimonianza della vicinanza del partito ai territori.
L’evento si è aperto con l’intervento della Gabellieri, che ha voluto ricordare il recente emendamento, fortemente sostenuto dalla senatrice Gelmini, finalizzato a destinare nuove risorse economiche agli oratori: «Gli oratori sono luoghi fondamentali per la crescita dei nostri ragazzi – ha sottolineato Gabellieri – e meritano un sostegno concreto per continuare a rappresentare un punto di riferimento educativo e sociale nelle nostre comunità».
La senatrice Gelmini, nel suo intervento, ha tracciato una fotografia della situazione sociale attuale, evidenziando come il futuro del Paese passi anche dalla capacità di rafforzare i centri aggregativi, come appunto gli oratori: «Sono spazi nei quali si cresce e ci si educa in un ambiente sano, che contribuisce a formare cittadini responsabili e consapevoli».
Un passaggio importante del suo discorso è stato dedicato al disagio giovanile, che oggi si manifesta in forme diverse: ansia, violenza, autolesionismo, disturbi alimentari, fino alle dipendenze da stupefacenti. «È un fenomeno che va prevenuto – ha dichiarato la senatrice – e per farlo bisogna restituire centralità alla famiglia e a centri come gli oratori, che devono tornare ad essere punti di riferimento e di guida per i nostri giovani».
Gelmini ha inoltre posto l’accento sulle difficoltà crescenti delle famiglie italiane: «Oggi crescere dei figli richiede sempre più risorse economiche. Questa condizione è una delle principali cause della riduzione delle nascite, un fenomeno che Noi Moderati intende contrastare con misure di sostegno alle famiglie, restituendo dignità e opportunità ai giovani».
La candidata Gabellieri ha ribadito la sua posizione in chiusura: «Sostenere le famiglie significa investire nel futuro della nostra regione. Dobbiamo ridare fiducia ai giovani, creando condizioni favorevoli per restare, lavorare e costruire qui il proprio futuro. Questi sono gli incontri in cui credo: momenti di confronto reale, di vicinanza tra politica e cittadini. Noi Moderati è un partito a “filiera corta”: offre la possibilità al rappresentante locale di tenere un contatto diretto tra governo centrale e territori, ascoltando i bisogni della comunità e trasformandoli in azioni concrete».
L’incontro si è concluso con un aperitivo conviviale, durante il quale la senatrice Gelmini si è intrattenuta cordialmente con i presenti, salutando e dialogando con cittadini e simpatizzanti. A chiudere la giornata è stato l’intervento del coordinatore regionale Tablino Campanelli, che ha portato il suo saluto e ribadito l’impegno del partito nella campagna elettorale a sostegno di Maika Gabellieri.
Il XXVII Congresso Provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (ANCR), tenutosi domenica 21 settembre nel Comune di Valfornace, ha confermato la fiducia ad Albino Mataloni, rieletto presidente della Federazione di Macerata.
I rappresentanti della Federazione Provinciale ANCR di Macerata si sono ritrovati in piazza, dinanzi al monumento ai Caduti, per rendere omaggio con la deposizione di una corona d’alloro a tutti gli Italiani che hanno donato la vita per la Patria. Un momento intenso, segnato dal silenzio, dalla commozione e seguito dai saluti di benvenuto del sindaco Massimo Citracca e del parroco Don Roberto Rafaiani, che hanno ricordato come la scelta di Valfornace – comunità duramente segnata dal sisma – non sia casuale. Proprio da qui, dove le ferite sono ancora aperte ma la gente non ha mai smesso di resistere, l’ANCR vuole riaffermare il valore della comunità che si rialza, che custodisce e trasmette la memoria condivisa.
In questa cornice, nella Giornata mondiale della Pace, le parole hanno assunto un significato più profondo: ogni bandiera schierata, ogni volto presente, ogni ricordo condiviso è divenuto un grido di solidarietà contro l’assurdità della guerra, contro il dolore che essa infligge alle famiglie e ai popoli.
I delegati delle 14 sezioni ANCR della provincia (Civitanova Marche - S.Maria Apparente, Gagliole, Macerata, Matelica, Mogliano Montecosaro, Monte San Martino, Muccia, Petriolo, San Severino Marche, Serravalle di Chienti, Urbisaglia, Valfornace, Villa Potenza) hanno quindi composto un corteo che ha raggiunto il Palazzetto dello Sport, per aprire i lavori congressuali con un minuto di silenzio.
Il Presidente uscente Albino Mataloni, aprendo il Congresso, ha sottolineato la vitalità della Federazione e l’imminente costituzione di nuove sezioni, segno di un’associazione che non si arrende al tempo ma continua a rinnovarsi. Il Vice Presidente Mauro Radici ha richiamato con forza l’esempio degli Internati Militari Italiani (IMI), giovani soldati che seppero dire “no” alla guerra e al nazifascismo, pagando con la prigionia, la fame e la sofferenza nei campi.
A loro il 20 settembre, lo Stato italiano ha finalmente dedicato la Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi, riconoscendo dopo ottant’anni il sacrificio di oltre 650.000 soldati italiani. Un esempio che – ha ribadito Radici – deve parlare ai giovani, alle scuole, a chi oggi ha il dovere di scegliere la pace come orizzonte comune. Roberto Cruciani, presidente della sezione di Urbisaglia, ha ribadito l’importanza di una rinnovata attenzione ai sacrari e ai monumenti che costellano la nostra provincia: non solo pietre custodi della memoria dei caduti, ma segnali di speranza, che ci ricordano ogni giorno il prezzo della libertà.
Dopo gli interventi e il confronto, l’assemblea ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali. È stato eletto all’unanimità il nuovo Consiglio Direttivo provinciale per il quadriennio 2025-2029, così composto: Albino Mataloni Presidente insieme ai Vice Presidenti Enzo Miliozzi e Mauro Radici, al Segretario Mario Mucci, ai Consiglieri Giorgio Morichetti, Maria Gilda Murani Mattozzi, Roberto Cruciani e Fabrizio Cruciani. Accanto a loro i Consiglieri supplenti Marino Cecchi, Angelo De Angelis e Urbano Pallotta, il Collegio dei Sindaci con Angelo Angelici, Fabrizio Quattrini e Silvano Seccacini (supplente Claudio Ciucciè), e il Collegio dei Garanti con Giacomo Natali, Enzo Marziali e Mariano Bartolini.
Il Congresso si è concluso con un collegamento video al Presidente Nazionale dell’ANCR, Prof. Antonio Landi, che ha espresso la vicinanza istituzionale e l’incoraggiamento della Presidenza Nazionale ai delegati maceratesi a rinnovare il proprio impegno coinvolgendo i giovani. Solo così si potranno custodire e trasmettere i valori dei Combattenti e Reduci e mantenere vivo il ricordo delle loro esperienze, dalle battaglie ai campi di prigionia, come esempio di dignità, coraggio e amore per la Patria.
Nella piazza di Valfornace, tra le mura che hanno tremato, questo Congresso della Federazione di Macerata ha voluto lasciare un segno: sottrarre alla violenza ciò che i conflitti distruggono e non possono restituire – la dignità, la famiglia, la vita. Un’urgenza che risuona ancora più forte di fronte alle immani brutalità che insanguinano oggi tanti teatri di guerra e di fronte al clima di polarizzazione e scontro che attraversa la società. Dal dolore può nascere un nuovo cemento civile: una comunità viva, resistente e solidale, capace di opporre alla logica della divisione la forza della memoria e il valore della pace.
Recanati si accende di colori grazie alla mostra “Alberto Cecchini. Ieri e Oggi”, un’occasione imperdibile per scoprire l’evoluzione artistica di uno dei più noti pittori e ceramisti locali. Le sue opere rappresentano un autentico dialogo tra passato e presente, dimostrando come l’arte possa essere un ponte tra tradizione e innovazione.
Sabato pomeriggio, all’inaugurazione, tutta l’amministrazione comunale ha partecipato con entusiasmo, rendendo omaggio a un Maestro che ha elevato Recanati nel panorama internazionale dell’arte e della ceramica. Con passione e gratitudine, il sindaco Emanuele Pepa e l’assessore alla Cultura Ettore Pelati, nel loro intervento dopo il taglio del nastro, hanno dimostrato grande riconoscenza e ammirazione per l’opera di Cecchini, sottolineando l’importanza di valorizzare e tramandare il patrimonio artistico locale, riconoscendo in Cecchini un esempio di eccellenza e di dedizione.
L’attuale esibizione ha un significato ancora più profondo considerando le recenti difficoltà di Cecchini. Qualche anno fa, infatti, il pittore ha affrontato un dramma personale: una degenerazione maculare che gli ha tolto parte della vista. “Non posso dimenticare quella drammatica telefonata dove Alberto mi disse di non vedere più! - ha ricordato Nikla Cingolani, curatrice della mostra - Ma con coraggio e la determinazione di un casternocese doc, ha trasformato la sua fragilità in forza”.
La malattia ha tolto parte della sua vista, ma non ha spento il suo spirito. Spinto dal piacere intrinseco dell’atto creativo, Cecchini ha trovato una nuova libertà, un modo diverso di esprimersi usando tecniche particolari come il dripping, un metodo di applicazione spontanea del colore, inventato da Max Ernst e perfezionato da Pollock, adattandolo alla ceramica. Le sue opere diventano così espressione di un gesto libero, di un impulso che invita lo spettatore a lasciarsi andare oltre le apparenze.
La sua arte si trasforma in un mezzo per far emergere l’inconscio, un modo per comunicare emozioni profonde attraverso movimenti impulsivi e gesti spontanei. La gestualità diventa un racconto che va oltre la percezione visiva, rivolgendosi a una dimensione più profonda e intima dell’esperienza umana.
L’attuale produzione è animata da atmosfere vivaci e carnevalesche, dove figure dinamiche e colorate si sollevano verso il cielo, simboli di aspirazione e di connessione con l’assoluto. Lo stile “istoriato” di un tempo si è evoluto in una fase più liberatoria e audace. La bellezza si trova anche nell’imperfezione e nell’incertezza, elementi che rendono ogni opera unica e autentica.
Le opere di “ieri” di Cecchini avevano uno stile “istoriato” ricco di dettagli che rappresentavano scene rurali, riti e giochi di una volta. Col tempo, il suo linguaggio è diventato più personale e onirico, con scene che rappresentano città come giocattoli, case che si aprono come scatole di carta, sfondi fiammeggianti costellati di stelle. Inserisce elementi come origami dipinti, che aggiungono eleganza e leggerezza alle composizioni, spesso accompagnate da figure che, nella maggior parte delle opere, sembrano librarsi o volare.
Entrando nello spazio espositivo dell’Atrio del Palazzo Comunale, i visitatori sono immediatamente colpiti dalla ricchezza di forme e cromie che caratterizzano le sue creazioni. L’allestimento stimola la curiosità e invita lo spettatore a ricostruire un percorso personale tra le diverse fasi della vita artistica di Cecchini, trasformando la visita in un’esperienza di scoperta e riflessione.
Una mostra che celebra non solo l’abilità tecnica e artistica di Cecchini, ma anche il suo spirito indomito e la capacità di reinventarsi di fronte alle avversità, lasciando un segno indelebile nel cuore di Recanati e oltre. A completare l’esposizione due piccoli piatti dipinti dalla nipote Elena Cecchini, sua allieva, che rappresenta il futuro. Allora nulla sarà perduto e vedremo crescere il “domani” della ceramica recanatese.
Con questa mostra Recanati rende omaggio a un artista che ha saputo reinventarsi, superare le avversità e continuare a dipingere con passione e coraggio. Un’occasione imperdibile per apprezzare il suo talento e per conoscere da vicino il percorso artistico di un artista che ha saputo interpretare con sensibilità e amore il patrimonio culturale della sua città.
La mostra resterà aperta fino al 5 ottobre tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19:30
La Maceratese e tutto il calcio cittadino piangono la scomparsa di Augusto Sabbatini, storica bandiera biancorossa e simbolo di fedeltà calcistica. Classe 1954, si è spento nelle ultime ore a causa di una malattia, lasciando un grande vuoto non solo nello sport ma anche nella comunità maceratese.
Dal 1973 al 1988 Sabbatini ha vestito ininterrottamente la maglia della Rata, collezionando 377 presenze ufficiali e 4 reti, numeri che lo collocano al secondo posto di sempre per presenze nella storia del club, alle spalle soltanto di Peppe Rega. Per tutti era conosciuto come il “Faro”, punto di riferimento per compagni e tifosi dentro e fuori dal campo.
La società biancorossa lo ha ricordato con un comunicato ufficiale: “La Maceratese piange la scomparsa di Augusto Sabbatini, storica bandiera biancorossa. Dal 1973 al 1988 ha vestito la nostra maglia per 377 volte, con orgoglio, passione e fedeltà assoluta, diventando il secondo giocatore di sempre per presenze nella storia della Rata. Per tutti era il nostro ‘Faro’, un simbolo che resterà per sempre nella memoria biancorossa. I compagni lo ricordano come un grande uomo, prima ancora che calciatore. Il presidente e tutta la società si stringono con affetto alla famiglia in questo momento di dolore. Ciao Augusto.”
In 15 stagioni consecutive con la maglia biancorossa, Sabbatini è stato protagonista in ogni fase della storia della Maceratese, affrontando momenti difficili e vivendo trionfi, sempre con la stessa dedizione. Memorabili i suoi 21 derby giocati contro la Civitanovese tra campionato e Coppa Italia, record che ne sottolinea ancora di più il legame con le sfide più sentite dai tifosi.
CIVITANOVA MARCHE – "Il popolo dell'alternativa c'è già" . È con queste parole che Pierluigi Bersani ha infiammato la platea accorsa oggi pomeriggio all’incontro elettorale a Civitanova Marche, accanto al candidato alla presidenza della Regione Marche, Matteo Ricci, e alla candidata consigliera del Partito Democratico, Lidia Iezzi. Un appuntamento partecipato, sentito, ricco di temi forti, tra cui spiccano la pace, la giustizia sociale, la sanità e il rilancio delle Marche.
Ad aprire l’incontro è stata Lidia Iezzi, che ha voluto ricordare il dramma del popolo palestinese nella Striscia di Gaza, chiedendo un minuto di silenzio in segno di solidarietà. “Noi siamo gente del popolo”, ha dichiarato, richiamando il valore dell’impegno sociale e umano che deve accompagnare l’azione politica.
Sullo stesso tema è intervenuto con forza Bersani, sottolineando l’importanza della giornata di sciopero generale per la Palestina: “Il governo Meloni sottolineerà solo gli scontri di Milano, frutto dell’irresponsabilità di pochi – ha affermato – ma lo sciopero serve a scuotere le coscienze, a far sentire la nostra vicinanza a chi soffre. Di certo non allevia le pene dei palestinesi reggere il moccolo a Netanyahu, come fa il nostro governo”.
Matteo Ricci non ha lasciato dubbi: “Al primo consiglio regionale, se sarò eletto, porterò il riconoscimento dello Stato palestinese”. Bersani ha poi rilanciato: “I volontari della Freedom Flotilla fanno ciò che i governi non hanno il coraggio di fare. Noi stiamo dalla parte della pace e contro ogni ingiustizia”.
Non sono mancate le frecciate a Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi aveva evocato il rischio di violenza politica dopo l’omicidio del fondatore di Turning Point USA, Charlie Kirk. “Dichiarazioni fuori luogo – ha detto Bersani – Nessuno se l’è presa con Simone Pillon quando mesi fa è stata uccisa una deputata democratica in Minnesota, insieme al marito. Il loro è un vittimismo aggressivo: piangono e intanto passano all’incasso”.
Tema centrale dell’incontro (e dell'intera campagna elettorale) è stato quello della sanità. Ricci ha criticato duramente la gestione dell’attuale giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli: “Liste d’attesa infinite: un cittadino su 10 rinuncia alle cure. Il presidente Acquaroli scarica le responsabilità su chi c’era prima, ma dimentica che al suo fianco oggi c’è anche Gian Mario Spacca, ex presidente regionale di centrosinistra passato ora con la destra. Noi vogliamo invertire la rotta: più personale sanitario, più medicina territoriale, per una sanità davvero pubblica e accessibile a tutti".
Durissimo anche sul fronte della salute mentale: “Le Marche sono ultime in Italia per investimenti nel settore. Cambieremo tutto: psicologi nelle scuole e sostegno vero alle famiglie”.
E sulla polemica innescata da Acquaroli, secondo cui l’aumento delle liste d’attesa sarebbe dovuto alla “troppa domanda”, Ricci è netto: “Dichiarazioni irresponsabili. Serve serietà, serve un progetto basato sulla realtà”.
Ricci ha rilanciato la proposta di un salario minimo regionale, accompagnato da detrazioni fiscali e incentivi per trattenere i giovani nelle Marche: “Ne formiamo pochi, e quei pochi non li paghiamo”, ha commentato con sarcasmo Bersani. Nell'agenda Ricci anche più sicurezza: “Più forze dell’ordine, più presidio del territorio, ma sempre nel rispetto dei diritti”.
Sferzante l’attacco alla Zona Economica Speciale annunciata dal governo regionale: “Una promessa elettorale senza coperture – ha detto Ricci – che testimonia il fallimento delle politiche industriali di questa destra. Le Marche sono considerate dall’UE una regione in transizione. Serve una visione, non spot”.
Tanto Ricci quanto Bersani hanno ribadito la necessità di mantenere un “campo largo” vero, solido, basato su programmi e obiettivi concreti: “Il popolo dell’alternativa esiste già – ha detto Bersani – le Marche sono una regione democratica, culturalmente viva. Non possiamo permetterci di tornare indietro”.
Ricci ha chiuso con una citazione cinematografica dal film Ogni maledetta domenica, evocando la forza della squadra: “Dobbiamo lottare per ogni centimetro che ci avvicina al traguardo. Siamo un’onda che cresce, un’onda mai vista prima”.
(E.L.)
Incidente mortale nel tardo pomeriggio di oggi, poco dopo le 18, in contrada Rotacupa, a Villa Potenza, nel territorio comunale di Macerata. A perdere la vita è stato Mario Ramadori, 78 anni, residente nella zona.
Secondo una prima ricostruzione, Ramadori era arrivato sul posto insieme alla moglie a bordo di un mezzo agricolo. Stava lavorando per raccogliere della legna e, per il lavoro più gravoso, avrebbe chiesto aiuto a un operaio di una vicina azienda agricola. Quest’ultimo, alla guida di un trattore, stava trascinando un albero quando improvvisamente, per cause in corso di accertamento, la pianta ha colpito violentemente alla testa il 78enne, che si trovava a terra vicino al mezzo.
I sanitari del 118, giunti sul posto insieme ai vigili del fuoco e all’eliambulanza, hanno tentato a lungo di rianimare l’uomo, ma ogni sforzo è stato vano.
La dinamica dell’accaduto è ora al vaglio dei carabinieri della locale Compagnia, che stanno effettuando tutti gli accertamenti per chiarire con precisione le circostanze della tragedia.
A trent’anni dal diploma, tutti i quinti dell'Itc di Macerata si sono ritrovati per una giornata speciale all’insegna dei ricordi, delle emozioni e dell’amicizia. Un evento sentito e molto partecipato, che ha riunito circa centotrenta ex studenti, provenienti dalle undici classi diplomate nel 1995, e alcuni dei loro professori, a Villa Colleverde di Montecassiano.
L’idea, nata nel 2020 per celebrare il venticinquesimo anniversario del diploma, era stata rimandata a causa della pandemia. “Poi abbiamo pensato che il ventisettesimo o il ventottesimo anno avrebbero avuto poco senso – racconta Emanuele Lombi, promotore dell’iniziativa – così abbiamo temporeggiato e oggi finalmente festeggiamo il trentesimo. È stato un lavoro impegnativo, ma bellissimo: ho contattato referenti di ogni classe, ci siamo dati da fare tutti insieme e siamo riusciti a coinvolgere moltissimi compagni. Oggi è una grande festa, ci siamo anche divertiti nei preparativi: ci siamo trovati la sera per organizzare gadget, centrotavola, o anche solo per stare insieme. Una storia scritta da Alessandra per l’occasione è stata regalata a ciascuno, ed è stato un bel viaggio. Speriamo che non si concluda qui”.
Tra brindisi, sorrisi e strette di mano, si respira un’atmosfera familiare e gioiosa. "È sempre un’emozione – commenta Tatiana Stacchio, che ha collaborato all’organizzazione – rivedersi è come tornare indietro nel tempo. Quando ci ritroviamo sembra che non siano passati trent’anni. Emanuele ha avuto un grande merito nel coinvolgere tutti. Spero che questa sia solo la prima di tante occasioni per rivederci ancora".
Durante il pranzo, allestito dopo un iniziale buffet all’aperto, non sono mancati balli, scherzi e momenti di autentica nostalgia. Un cruciverba collettivo ha messo alla prova la memoria degli ex studenti, con indizi che solo chi ha vissuto quegli anni sui banchi dell’ITC poteva decifrare e un video con le foto di quegli anni è stato proiettato, per ricordare quei giorni tra i banchi. Su ogni tavolo, ad accogliere i partecipanti, la storia scritta da Alessandra Paolini, pensata per raccogliere lo spirito della giornata: “Un grazie va a tutti noi – si legge nel finale – perché senza le nostre storie individuali questa grande memoria collettiva non avrebbe lo stesso valore. Oggi brindiamo a noi, diplomati della ragioneria del maceratese del ’95, undici classi, centinaia di studenti, un solo grande cuore. Perché la giovinezza passa, ma certi ricordi restano per sempre e soprattutto… il tempo passa, ma l’amicizia resta!”
Presente anche Pierfrancesco Castiglioni, ex professore di Ragioneria, accolto con grande affetto: “È stato emozionante – ha detto – rivedere i miei studenti dopo così tanto tempo. Mi ha fatto piacere sentire che tanti conservano bei ricordi di quegli anni. Quando si è a scuola, si vivono momenti belli e altri più faticosi, ma a distanza di anni credo che rimangano soprattutto quelli positivi. E sentire il loro affetto oggi, per un insegnante, è il massimo”.
Con ironia si è parlato anche della “soggezione” nei confronti dei docenti, presente allora come oggi. “Chi era brava a scuola, come Tatiana – scherza Emanuele – magari non la sentiva… Io, come altri, un po’ sì, e forse anche adesso”. Un ritrovo che ha il sapore di una promessa: quella di non aspettare altri trent’anni per rivedersi.
Dalle Marche all’Azerbaijan, è questa la storia che vede protagonista il preparatore atletico maceratese Giulio Marzi, pronto a vivere una nuova e stimolante avventura. Marzi ha maturato una grande esperienza nel mondo del volley sia maschile che femminile. Nel suo curriculum vanta collaborazioni con la Pallavolo Macerata e CBF Balducci Helvia Recina.
La sua formazione inizia nel settore giovanile della Lube Volley. Dopo gli studi universitari in scienze motorie, dà il via a una lunga serie di collaborazioni con Sacrata Volley Civitanova, San Severino Volley, FEA Telusiana e Azzurra Casette d’Ete. Nel marzo 2025 è arrivata una chiamata inaspettata: dall’altro capo del telefono c’è coach Giovanni Torchio, che lo invita a partire per Baku per un nuovo capitolo della sua carriera sportiva.
Dopo alcuni giorni di riflessione, Marzi ha accettato: da settimane lavora alla programmazione della nuova stagione per il club di volley femminile UNEC. Tra preparazioni, impegni e ambizioni per il futuro, è nata una bella conversazione.
Giulio Marzi, quale è stata la tua reazione appena hai ricevuto la proposta di andare in Azerbaijan e soprattutto cosa ti ha spinto a voler iniziare questo nuovo percorso?
"La mia prima reazione è stata un mix tra entusiasmo, disorientamento e paura delle grandi novità. Non è facile ambientarsi subito in un paese lontano geograficamente e culturalmente dal nostro. Allo stesso tempo, è difficile separarsi dai nostri affetti più cari. La prima cosa che ho fatto è stata cercare Baku sulla cartina geografica. Conoscevo la città solo grazie alla Formula Uno che vi disputa il Gran Premio da anni. Dopo aver parlato con Coach Torchio, che mi ha illustrato il progetto, ho accettato di buon grado.
Ho deciso di accettare perché queste sono occasioni rare nella vita di uno sportivo e vanno colte al volo. Questa esperienza mi aiuterà molto nella crescita personale e professionale. Sentivo una gran voglia di cambiare e questa esperienza mi fornirà tanti stimoli".
Che club è l’UNEC, in quale categoria milita e come state impostando il lavoro in questi primi giorni di preparazione?
“L’UNEC è un club universitario che partecipa alla massima serie femminile di volley dell’Azerbaijan. La preparazione è iniziata il 4 settembre e ci stiamo concentrando sulla parte fisica e atletica. Lavoriamo molto sul condizionamento in sala pesi e sul campo per portare le atlete nelle migliori condizioni in vista della prima di campionato e delle amichevoli”.
Come è composto il vostro roster? Ci sono solo atlete locali o provenienti da altre nazioni?
“Il gruppo è molto eterogeneo, con atlete che hanno avuto esperienze nei campionati europei. Ci sono giocatrici provenienti da Stati Uniti, Bulgaria, Ucraina e Bielorussia, insieme alle locali. È bellissimo poter gestire un gruppo così vario: lo sport aiuta a conoscere e apprezzare culture differenti. Si sta creando un’ottima alchimia tra le giocatrici, che sarà fondamentale per il successo del team”.
Vi siete già posti un obiettivo minimo da raggiungere per questa stagione?
“Il nostro obiettivo è qualificarci per i playoff e da lì vedremo fin dove riusciremo ad arrivare”.
Il livello del volley azero può essere paragonato a quello italiano?
“C’è un buon livello qui in Azerbaijan e molte giocatrici arrivano dall’estero. Il dislivello tra la principale lega azera e quella italiana non è così ampio. C’è una connotazione positiva sul campionato che affronteremo”.
Come ti stai trovando a lavorare insieme al Coach Giovanni Torchio? C’è sintonia tra voi in questi primi giorni di preparazione?
“Ho trovato subito la giusta sintonia con Coach Torchio e tra noi c’è molta fiducia reciproca. Sono felice di poter lavorare con lui e che abbia scelto di riporre la sua fiducia in me. Lo ringrazio per la sua apertura e disponibilità al confronto: non è sempre facile trovare un allenatore così.
Siamo molto d’accordo su come preparare gli allenamenti, impostare la preparazione e gestire determinate situazioni all’interno del gruppo. L’alchimia tra tutte le componenti dello staff è fondamentale”.
Questa estate è stata ricca di successi per il volley italiano sia femminile che maschile. Sei soddisfatto della crescita che il movimento pallavolistico sta avendo e pensi che le recenti vittorie possano aiutare a dare ulteriore visibilità a questo sport e alle atlete che lo praticano?
“La nazionale sta vivendo un momento d’oro, con campioni mondiali sia a livello maschile che femminile. La selezione di Coach Velasco ha conquistato Oro olimpico, due Nations League e un Campionato del Mondo, mentre la nazionale maschile di De Giorgi si è qualificata ai quarti del mondiale. È raro avere due selezioni ai massimi livelli dello stesso sport contemporaneamente.
Vediamo grandi successi anche nelle categorie Under 21: la nazionale femminile ha vinto il titolo in Indonesia, mentre quella maschile si è arresa solo in finale all’Iran. Il movimento cresce continuamente e questo può stimolare la partecipazione dei giovani nelle palestre. Il campionato italiano è il più importante al mondo e dieci tecnici italiani guidano le principali nazionali al mondiale. L’Italia dimostra a tutto il mondo la sua esperienza, qualità e dedizione al lavoro”.
Nell’ambito dei festeggiamenti in onore alla Santa Patrona della Parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù di Sambucheto, nel weekend del 20 e 21 settembre, è stata messa in scena la Commedia originale dialettale brillante dal titolo "Facemo squadra" interpretata dal gruppo teatrale dell’Oratorio parrocchiale “Attori per caso...o per Sbaglio!”, giunto al ventesimo anno di attività di teatro sociale, con un testo in dialetto locale, ideato scritto e diretto dal vicecomandante della polizia locale di Montecassiano Ispettore Capo Mery Evangelista, con la collaborazione del comandante della stazione Carabinieri di Montecassiano, Maresciallo Stefano Mastrantoni.
Questo originale metodo di informazione e formazione del pubblico presente, in particolare degli anziani, ha suscitato un grande interesse che ha portato a conoscere la tecnica della truffa del "Finto maresciallo dei carabinieri", evidenziando quanto sia pericoloso l’eccesso di confidenza con sconosciuti che si presentano in atteggiamenti confidenziali ed amichevoli.
E ancora: falsi addetti alla riparazione delle caldaie, finte suore, spiegazione della truffa “dell’abbraccio”, l’errore di lasciare le chiavi infilate nella serratura esterna del portone d’ingresso, errori che si evitano “facendo squadra”, da cui il titolo della commedia “Facemo squadra”, ossia con la collaborazione di familiari, vicini di casa, Carabinieri, Polizia locale, Amministrazione comunale, parrocchia. “Facemo squadra” è una commedia che ha coinvolto 17 attori di età compresa tra i 9 e gli 80 anni, impegnati nell’interpretazione di ben 30 personaggi diversi.
A dare un carattere ufficiale all’evento è stato il maresciallo Stefano Mastrantoni, intervenuto al termine della rappresentazione, il quale ha ricordato che proprio nel giorno precedente alla prima rappresentazione ha avuto notizia dell’ennesima segnalazione della truffa del “finto maresciallo dei Carabinieri”, e alle parole “fate attenzione” ha ricevuto reale riscontro da parte del pubblico. «Le persone che rimangono vittime di queste truffe restano segnate per sempre, non solo per il danno materiale ma anche per il danno psicologico che ne deriva. Ricordo a tutti di chiamare il 112 in caso di difficoltà. Noi siamo a vostra disposizione».
Il Parroco don Patrizio Santinelli, l’Amministrazione comunale di Montecassiano presente con i suoi rappresentati e tutto il Comitato festeggiamenti della Parrocchia Santa Teresa di Sambucheto, applaude con profondo orgoglio questa meravigliosa realtà, un teatro aperto a tutti, a costo zero, che da venti anni porta in scena commedie originali sempre rivolte alla conoscenza e alla riflessione su temi sociali.
C’è chi ha costruito la propria leggenda dietro un obiettivo fotografico, e chi invece l’ha realizzata con ago e filo, trasformando la leggerezza in un’arte. Qualche giorno fa, questi due mondi si sono incontrati a Tolentino, all’Area T. Tombolini, dove è arrivato Rino Barillari, il fotografo che le cronache internazionali hanno battezzato “King dei Paparazzi”. Con la sua macchina fotografica ha attraversato oltre mezzo secolo di storia italiana, dai fasti della Dolce Vita di Via Veneto fino agli intrighi politici e ai volti del potere: Liz Taylor e Richard Burton, Mastroianni e Fellini, ma anche presidenti, ministri e personaggi che hanno scritto pagine, leggere o drammatiche, della vita pubblica.
Con lui, la moglie Antonella, Don Felice Riva e l’amico fraterno di sempre, Guido Picchio: una piccola delegazione romana accolta dal calore marchigiano. Ad attenderli c’era l’intero team dello store, guidato da Cinzia Leonori, referente e responsabile dello store, che da ventotto anni ne custodisce lo spirito con eleganza e dedizione. Un dettaglio non da poco, perché racconta meglio di ogni discorso quanto l’azienda -oggi sotto la regia di Silvio Calvigioni Tombolini- non sia soltanto un marchio, ma una famiglia fatta di persone, legami e continuità.
Il momento clou della visita? Quando Barillari ha indossato la giacca simbolo della collezione Zero Gravity, una linea che ha conquistato le passerelle di Pitti Uomo con il suo apparente paradosso: capi formali che sembrano fluttuare addosso, leggeri come una camicia, ma con la struttura e l’eleganza di un abito sartoriale.
Il fotografo ha provato anche il classico capospalla, uno dei pilastri del guardaroba maschile firmato Tombolini: linee nette, versatilità assoluta, la capacità di essere elegante senza mai risultare rigido. È lo stesso equilibrio che da decenni ha reso il marchio tolentinate riconoscibile nel mondo: un’eleganza discreta, capace di trasformarsi con naturalezza a seconda delle occasioni.
E alla fine, la scena ha parlato da sola: Barillari, abituato a cogliere le espressioni degli altri, ha mostrato la propria: uno sguardo sinceramente compiaciuto, soddisfatto e un sorriso grato, di chi sa riconoscere la ricerca, l'innovazione e la sapienza artigianale: coordinate imprescindibili che guidano da sempre il marchio Tombolini.