La terra ha ricominciato a tremare alle 2,46 di ieri, con un 2,9 che ha avuto per epicentro Pieve Torina. Poi ancora per altre 70 volte nel giro di 24 ore, 22 di magnitudo superiore a 2.0. Sono numeri impressionanti e sono anche i numeri di uno sconforto sempre più profondo per una popolazione che non ne può più. Perché non smette di evocare fantasmi, e sempre sulla stessa zona. Sempre, appunto, con epicentro tra Pieve Torina e Muccia, fino alle 4,56 di questa notte, con una scossa di magnitudo 2,1. Le più forti alle 22,21 di ieri sera e poi ancora alle 23,20, di magnitudo 3,2 e 3,1
Niente a che vedere, per carità, con la forza distruttrice di agosto e ottobre 2016, ma dopo due anni, sentir tremare la terra almeno una volta all'ora, é fiaccante. Anche perché oltre a chi, come il professor Emanuele Tondi e la scienza tradizionale, dice di non preoccuparsi oltre i consueti accorgimenti, c'é chi, come Giampaolo Giuliani, non vede di buon occhio questo nuovo sciame sismico.
"Dopo le scosse di Magnitudo tra 4,0 e 5,0 di inizio aprile nella zona tra Muccia e Pievetorina- spiega il professor Tondi - la sismicità era tornata a diminuire, ma negli ultimi due giorni é nuovamente aumentata, come dimostrano le continue scosse delle scorse ore. Si tratta, tuttavia, della stessa sequenza che fa seguito gli eventi principali di fine ottobre 2016. La zona destabilizzata è molto grande e gli aftershocks possono durare anche anni, come successo nelle precedenti crisi sismiche in Italia. E' importante abitare e frequentare edifici sicuri, come lo é sempre stato nelle nostre zone e a cui ormai dovremmo essere abituati. Quanto alla diceria che sono da preferirsi tante piccole scosse per scaricare l'energia, si tratta, appunto, di una diceria. Ogni grado di magnitudo l’energia liberata é trenta volte superiore, quindi, per eguagliare un terremoto di magnitudo 5,0 ce ne vogliono 30 di magnitudo 4,0 e 900 di magnitudo 3,0.“
Preoccupato, invece, Giampaolo Giuliani, ex tecnico dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario distaccato presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, divenuto noto, in occasione del terremoto dell'aprile 2009 a L'Aquila a causa di alcune sue dichiarazioni in merito all'asserita esistenza di una sua previsione circa il verificarsi dell'evento sismico.
"Penso che una sequenza di oltre 80/90 accadimenti giornalieri, tutti in una stessa zona epicentrale e con grado sismico crescente, non sia proprio una buona cosa. Credo che bisognerebbe fare molta attenzione ed essere preparati per qualsiasi evenienza" dice Giuliani "anche se quelle strutture storicamente non dovrebbero rilasciare eventi oltre M. 4.8-5.0. Ricordiamo sempre però che, tutta l'energia prodatta dalle repliche, anche se di magnitudo contenuta, è pur sempre energia che va a caricare altre faglie limitrofe di strutture che potrebbero innescare eventi di magnitudo superiore a 5.0/5.5. Oggi, per esempio, nelle ultime 24 ore, sulla dorsale dell'Appennino centrale abbiamo registrato ben oltre 115 eventi, tra questi almeno 7 terremoti di M. da 2.7 a 3.2. Anche i dati sulle variazioni del trend del flussi del gas Radon, osservate dalle nostre stazioni, rivelano livelli alti di poco sotto la soglia di pericolo. Queste osservazioni ci permettono di prevedere nelle prossime 6/24 ore, ancora repliche strumentali nel cratere del centro Italia, dal bacino aquilano fino alle strutture di Camerino. Anche la foto del drum del sismografo della stazione di Coppito, torna a mostrare un incremento dell'attività sismica delle ultime 24 ore".
Oltre quindici scosse di magnitudo superiore a 2 in pochissime ore. L'ultima alle 23,20, con epicentro a Pieve Torina, ed una magnitudo di 3,1. La più forte di giornata, invece, alle 21,21, che ha toccato i 3,2 gradi, mentre la prima la notte scorsa, alle 2,46 (2,9 ml). Tutte con epicentro tra Pieve Torina e Muccia. È il bilancio di una giornata in cui il terremoto non ha offerto tregua a una popolazione ormai allo stremo delle forze, alle prese con un nuovo sciame sismico cominciato il 10 aprile scorso. Gli esperti rassicurano che si tratta di aftershock, ma la paura torna a farsi sentire. Anche perchè diversi edifici, giá compromessi dopo le scosse dell'ottobre del 2016, hanno fatto assistere a significativi peggioramenti del livello di danno.
Ancora di notte, questa volta alle 3,08. Una violenta scossa - di magnituto 3,6 secondo le prime stime - ha riportato la gente in strada su tutto l'Alto Maceratese. Il boato e poi pochi istanti che sono sembrati infiniti e che hanno risvegliato inevitabilmente una paura mai sopita in una popolazione che ormai da due anni fa i conti con il dramma del sisma. Al momento non si hanno notizie di feriti e nemmeno di danni. Secondo i dati forniti dal sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa di questa notte ha avuto ancora una volta per epicentro la cittadina di Muccia (7 km di profondità).
Da Roberto Paoloni, Responsabile Enti Locali PD Macerata, riceviamo
La recente visita del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nel territorio dell’alto maceratese accompagnato dalla Commissaria Straordinaria Sisma Paola De Micheli, ha suscitato un’ulteriore attenzione alle dinamiche legate alle varie problematiche connesse al territorio del “Cratere”. Alcuni sindaci maggiormente colpiti anche dall’ultima scossa di 4.6, hanno richiesto al Presidente Gentiloni e alla istituzioni presenti a Muccia, una differenziazione all’interno dei Comuni facenti parte del cratere e una riperimetrazione dei confini del cratere stesso.
Come Sindaci e Amministratori del Partito Democratico della provincia di Macerata, recentemente riunitisi, volevamo esprimere una breve considerazione: la nostra posizione sui temi legati al cratere è certamente quella di riconoscere in maniera molto chiara e netta che all’interno di esso vi siano delle divergenze rispetto ai danni subiti ma soprattutto rispetto alle condizioni di vita e di socialità in quei territori che hanno quasi completamente perso la maggioranza degli edifici pubblici e privati con la perdita di numerose attività produttive e commerciali.
Allo stesso modo vogliamo però affermare che i sindaci del PD hanno sempre tenuto una posizione moderata e attenta rispetto al tema dei comuni maggiormente colpiti, infatti anche il secondo piano delle opere pubbliche prevede giustamente maggiori finanziamenti per i comuni più in difficoltà, si è voluto con questo principio rispettare le esigenze specifiche di quei territori dove siamo consapevoli oggi le comunità, se pur assistite, si trovano ad affrontare problematiche complesse.Nel riconoscere sempre le differenze tra i vari comuni abbiamo però voluto affermare con forza un concetto cardine relativo alla ricostruzione e all’emergenza legate alle vicende del terremoto: un cittadino terremotato è uguale in qualsiasi Comune facente parte del cratere e anche fuori se ha subito dei danni ai propri immobili e attività. Comprendiamo le paure dei sindaci maggiormente feriti ma riteniamo che non sia il momento di dividersi poiché questa scelta non ci renderebbe certamente più forti.Tutti i Sindaci senza distinzione politiche hanno lavorato per il bene delle proprie comunità per cercare di ridare dignità, vita e socialità cercando di assistere sempre i propri cittadini.Non è crediamo il momento dei distinguo ma del lavorare insieme per il bene dei nostri territori, non è il momento di escludere ma di affrontare con unità le prossime sfide relative alla ricostruzione.
Riteniamo che sia il tempo di confrontarsi con il nuovo Parlamento e speriamo a breve con il nuovo Governo per risolvere le problematiche che stanno rallentando un processo articolato, viste anche le dimensioni ed il numero dei danni del fenomeno, riconoscendo con molta franchezza che rispetto alla ricostruzione vi sono dei problemi che vanno affrontati e risolti quanto prima.Siamo pronti a discutere con la Regione Marche, l’attuale Governo, il Commissario Straordinario e con tutti quei soggetti che possono con il loro contributo dare un aiuto ad affrontare le varie questioni relative al terremoto a partire dalle lungaggini che stanno impedendo, nonostante le risorse messe a disposizione, di vedere una reale ripartenza, pertanto siamo pronti a discutere seriamente per come snellire le procedure legate alla ricostruzione.Chiediamo quindi che il Sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, utilizzi il ruolo che l’ANCI gli ha affidato ovvero Responsabile Sisma ANCI e convochi con urgenza una riunione tra tutti i Sindaci del Cratere almeno della nostra provincia in modo da discutere assieme quali siano realmente le difficoltà e le eventuali soluzioni per i Comuni maggiormente colpiti. Siamo infatti disponibili a discutere se servano norme speciali per i territori con maggiori danni, ovviamente valutando secondo un metodo valido per l’individuazione di quei paesi senza che qualcuno possa a secondo simpatie o amicizie escludere nessuno. La nostra visione è una visione di unità per evitare guerre tra poveri che non ci darebbero alcun risultato tangibile se non una ulteriore divisione e frammentazione tra i territori.
Ancora una scossa di terremoto nella zona di Muccia. L'evento si è registrato intorno alle 22.17. I primi dati parlano di una scossa di 3.1. Non si registrano danni o particolari problematiche, ma il terremoto è stato distinto chiaramente dalla popolazione in tutta la provincia. E' l'ennesimo episodio negli ultimi giorni.
Arrivati al 21° mese dall'inizio della sequenza sisma che interessa l'Italia centrale, il sismologo di Ingv Alessandro Amato fa il punto della situazione, anche in relazione ai recenti eventi che sono tornati ad allarmare la popolazione.
"La mappa dei terremoti di magnitudo uguale o superiore a 3 (grafico in alto, in totale 14 eventi) mostra l'addensamento di epicentri degli ultimi giorni a Muccia, compreso l'evento di Mw4.6 del 10 aprile. Ci sono stati 11 eventi in questa zona e 1 verso Serravalle, più a est. A sud, un paio di eventi nell'aquilano. Evidente la concentrazione di questi aftershock tardivi ai bordi del sistema di faglie attivo nei mesi precedenti che, come osservato già negli ultimi mesi, è tipico di molte sequenze sismiche. Questo non significa che la sequenza sia finita, e questo si vede negli altri due grafici (al centro gli eventi di M≥2, 156; in basso quelli di M≥1, 1801).
Questi numeri" spiega il dottor Amato "sono consistenti con la nota legge di Gutenberg-Richter, che prevede un numero circa 10 volte maggiore di eventi per ogni punto inferiore di magnitudo".
Amato torna poi a parlare di previsioni o presunte tali.
"Sulla ripresa di Muccia dell'ultimo periodo e sul suo significato avevo parlato qualche giorno fa. Non mi sento di fare nessuna previsione sull'evoluzione futura e in particolare sull'eventualità (possibile ma poco probabile) di altri forti eventi. Invito a diffidare di tentativi, velleitari e un po' truffaldini, di dire cosa potrà succedere, come ho letto sui soliti siti di previsori o post-visori ben noti, perché nessuno ha la palla di vetro. Anzi, se un giorno dovessi farlo, diffidate di me!
Le presunte "anomalie" di gas vari, di pianeti più o meno lontani, di "tempo da terremoto", le correlazioni con altri fenomeni esotici, non sono per ora in grado di dirci nulla al riguardo, purtroppo. Facciamocene una ragione.Qualche giorno fa qualcuno mi scrisse, con tono tra l'ironico e il polemico: "allora può succedere tutto in qualunque momento, in pratica". Mi ero ripromesso di riprendere questo punto per una riflessione su cosa sappiamo e cosa possiamo escludere o considerare. Cercherò di farlo presto".
Il president della Camera dei Deputati, Roberto Fico, sarà presto nelle Marche per visitare le cittadine più colpite dal sisma. Lo ha annunciato sul suo profilo Facebook, sottolinenando che la risposta dello Stato in questi due anni non é stata abbastanza efficace.
“Nelle scorse settimane – scrive il president nel suo post - fra i tanti messaggi di auguri ricevuti per la mia nomina c’è stato quello del Presidente della Regione Marche. Ho tenuto a rispondergli e a ringraziarlo anche per dare un messaggio ai nostri concittadini delle Marche e delle regioni del Centro Italia così duramente colpite dal sisma.
Una tragedia che non dimentico e rispetto alla quale serve uno sforzo maggiore rispetto a quello compiuto fino ad ora. Chi ha vissuto quel dolore, ha perso i propri cari e subito il distacco forzato dalla propria terra merita una risposta efficace da parte dello Stato, perché non c’è tempo da perdere.
Sono vicino a questi nostri concittadini ancor di più in questi giorni, nei quali la paura e il dolore si sono rinnovati a causa di nuovi episodi sismici. Per questo mi impegno a visitare quanto prima i luoghi colpiti dal terremoto del 2016”.
I sindaci di Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Bolognola, Valfornace, Monte Cavallo, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Fiastra, Muccia e il commissario prefettizio di Ussita "contro" il collega di Tolentino.
"Nessuno ha mai parlato di Serie A, Serie B o Serie C. Da oggi, però, possiamo parlare di “inqualificabile”. Perché inqualificabile è quanto afferma il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, quando - forse “infantilmente risentito” per non aver preso parte a un paio di riunioni – sostiene che l’intento di quei sindaci che chiedono una suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno sia creare “terremotati di Serie A” e “terremotati di Serie B”. Il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, dovrebbe fare un giro a Bolognola, Castelsantangelo sul Nera (colpito già il 24/08/2016 e epicentro della devastante scossa di magnitudo 6.5), Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle, Ussita, Valfornace, Visso o a Camerino prima di lasciarsi andare a dichiarazioni o a commenti che dimostrano una totale e colpevole distanza dalla consapevolezza di quanto accaduto. Prima di fare certe affermazioni inqualificabili e irriguardose, venga a fare un viaggio nella “vera” montagna colpita. Nessuno ha mai detto che Tolentino debba essere escluso da nulla, e nessuno ha mai parlato di esclusioni. Quella che da mesi portiamo avanti è, invece, una sacrosanta battaglia affinché si prenda atto che equiparare la situazione di 138 comuni con danni diversi, problematiche diverse e contingenze diverse, è pura cecità politica".
"In Serie B - proseguono - il collega Pezzanesi ci si mette da solo quando fa certe affermazioni. Abbiamo chiesto, e continueremo a farlo con ogni mezzo e in ogni dove, che si riconoscano i livelli oggettivi di danno e le necessità delle comunità. Se Tolentino rientrerà o meno in una ipotetica “prima fascia” non lo stabiliremo certo noi. Infine, sia chiaro che la riunione a cui Pezzanesi dice di non essere stato invitato non ha seguito i canoni istituzionali. Quel giorno, alle 5,10 del mattino, c’è stata una scossa di magnitudo 4,6 con epicentro a Muccia. Molti sindaci, che quella scossa l’hanno sentita e che da quella scossa sono stati tirati giù dal letto, hanno raggiunto Pieve Torina dove, nel frattempo, stavano arrivando i vertici regionali e della Protezione Civile, oltre alla commissaria De Micheli. Inviti formali non ne sono stati fatti. Gli inviti, quella mattina, li ha fatti il terremoto….chi l’ha sentito…c’era!".
"E' vergognoso che ci siano sindaci, soprattutto dell'entroterra, che continuano a chiedere che ci sia una suddivisione tra terremotati di Serie A e terremotati di Serie B" - Lo ha dichiarato in una recente intervista a Canale14 (qui il video integrale) il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi. Dichiarazioni, le sue, destinate a far discutere, soprattutto tra quei colleghi sindaci che con le scosse ci fanno i conti tutti i giorni e che con le conseguenze delle scosse ci si devono confrontare ormai da quasi due anni.
"Abbiamo centinaia di sfollati anche noi e non va bene che per il solo fatto di non avere edifici rasi al suolo si pensi che possiamo aspettare o che altri debbano avere la precedenza": questa l'estrema sintesi dell'intervista a Pezzanesi, che sembra un chiaro attacco a quei sindaci, Pasqui e Falcucci in primis, che ormai da tempo chiedono la suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno riportati nei vari comuni. Il primo cittadino di Tolentino fa poi riferimento alla riunione che si é tenuta poche ore dopo la scossa dello scorso 10 aprile, a cui hanno partecipato i vertici della Regione Marche, la commissaria Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Nazionale, Angelo Borrelli: "Nessuno ci ha invitati. Non é tollerabile che si facciano riunioni in cui non siamo invitati".
Il sisma ha distrutto vite, case, luoghi di lavoro. E per molti, tutto quello che resta del “prima”, purtroppo, è il mutuo. Si può sospendere, non si può sospendere, conviene o meno sospenderlo, ci sono o non ci sono le condizioni per sospenderlo? Insomma: la fumosità, in una logica tutta italiana, la fa da padrona. E per tanti, troppi, l’ipoteca su un cumulo di macerie pesa come una spada di Damocle nel futuro di chi si trova, già di suo, costretto a riscrivere la sua vita.
E, come spesso accade, gli istituti di credito si trovano nella posizione privilegiata di distinguere cliente da cliente, interpretando secondo convenienza, anche a seconda degli istituti di riferimento, una norma che sembra scritta in funzione di tutti, tranne che dei terremotati.
E così, molti clienti, si sono trovati a fare i conti con le situazioni più assurde. Di seguito, si riportano alcune delle più eclatanti “interpretazioni” di Istituti Bancari del Territorio.
- Sospensione concessa solo se il proprietario di “Prima Casa” è anche il mutuatario; quindi, chi non rientra in questa “condizione” continua a pagare il mutuo pur avendo l’abitazione inagibile e in zona rossa;
- diversi titolari di mutui sono stati segnalati al CRIF come cattivi pagatori a causa della tardiva regolamentazione della sospensione da parte delle Banche;
- alcune Banche hanno intimorito i propri clienti comunicandogli che – se avessero sospeso il mutuo – molto difficilmente avrebbero potuto richiedere altri finanziamenti / mutui in futuro;
- per i mutui sospesi delle attività produttive, la Banca già ha comunicato che dal 2019 il mutuo riprenderà con il pagamento di una doppia rata mensile;
- una Banca di Amatrice - ad ogni sospensione - ha fatto firmare un nuovo piano di ammortamento calcolando, nello stesso, gli interessi per il periodo di sospensione.
A raccogliere le testimonianze di quei clienti che si trovano a fare i conti con queste situazioni è stato il Comitato Mutui Sulle Macerie, nato proprio per fare fronte comune e combattere la “disinformazione”.
“La Legge che prevede la Sospensione dei mutui sino al 31 Dicembre 2020 – scrivono in una nota diffusa nei giorni scorsi - sembra essere stata oggetto delle più ‘attente’ e ‘singolari’ interpretazioni da parte degli Istituti Bancari. Premesso che, all’Art. 21 dell’allegato alla Legge n. 172/2017 così si legge: ‘[…] Con riguardo alle attività economiche nonché per i soggetti privati per i mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta, localizzate in una 'zona rossa' [...] il termine di sospensione dei pagamenti […] è fissato al 31 dicembre 2020’.
Pertanto, la Legge sembrerebbe prevedere la sospensione fino al 2020 delle rate dei mutui qualora ci siano i seguenti requisiti: immobili “prima casa” e attività produttive, inagibili o distrutte, inserite nelle zone rosse dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016. Ne consegue che, nulla da interpretare per le Banche, anzi, i mutuatari non dovevano far altro che presentare l’attestazione che l’immobile era sito in Zona Rossa. Nel caso di specie, molte persone, invece, si sono trovate a iniziare una vera e propria battaglia (persa) contro le Banche, pur avendo tutti i requisiti per rientrare nella sospensione delle rate dei mutui”.
Quanto alle “interpretazioni” degli Istituti di credito, il Comitato Mutui Sulle Macerie aggiunge: “I casi riportati sono tutti stati vissuti e raccontati da persone che non hanno alcun motivo di inventarsi ‘storie’, anzi, purtroppo, non hanno alcuna voce in capitolo. Ti trovi una ‘Banca’ che vuole toglierti anche quello che non hai più! E noi abbiamo diritto ad una soluzione, una possibilità per andare avanti, per continuare a lavorare… non per le Banche ma per la nostra vita! Una vita che ha il consenso di essere ‘devastata’ dalla Natura, ma non da uomini a cui non interessa cercare una soluzione per chi ha perso tutto. SE LA CARA IPOTECA ORA È UN CUMULO DI MACERIE ALLE BANCHE, ALLO STATO, NON INTERESSA”.
Questa volta hanno trovato uno che non si é fatto intimidire. E sono dovuti scappare a mani vuote i truffatori che questa mattina hanno tentato la "truffa dello specchietto" ai danni di un anziano che stava transitando con la sua auto lungo l'arteria viaria che collega Camerino e Muccia. Hanno seguito l'automobilista per un po', facendogli cenno di fermarsi e, come nel più classico di un copione già noto, gli hanno detto di aver rotto lo specchietto della loro auto. Hanno provato a farsi consegnare denaro, minacciando una ben più costosa denuncia all'assicurazione. Ma l'anziano non c'é cascato e, dopo una breve discussione, é risalito in macchina dicendo che avrebbe chiamato i carabinieri. I truffatori, a quel punto, si sono dileguati. L'episodio é stato segnalato alle forze dell'ordine e sembrerebbe che in mattinata, nella stessa zona, ne siano accaduti di simili.
"Bisogna cercare di capire se per i Comuni particolarmente colpiti, più colpiti degli altri, ci possono essere impegni anche normativi particolari". Lo ha detto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni al termine di un incontro con alcuni sindaci di comuni terremotati del Maceratese a Muccia dove il 10 aprile si era registrata una scossa di magnitudo 4.6, la più potente dal novembre 2016 che ha prodotto altri danni e sfollati. Alcuni sindaci avevano chiesto una riperimetrazione del cratere. "La cosa più importante però - ha detto Gentiloni - è dare un messaggio di fiducia a un territorio meraviglioso, pieno di risorse culturali, naturali e gastronomiche. Non può essere abbandonato e non sarà abbandonato. La presenza qui del Governo sta a significare questo: accanto ai sindaci e ai loro concittadini".
"I miei incontri con tutti i gruppi parlamentari stanno andando molto bene: stanno dimostrando sensibilità sulle tematiche che abbiamo posto" in relazione alla ricostruzione post-terremoto. Lo ha detto oggi la commissaria straordinaria per la ricostruzione Paola De Micheli, partecipando a un incontro in un container a Muccia con il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il presidente della Regione Luca Ceriscioli e alcuni sindaci della zona. "Mi sembra - ha aggiunto con riferimento anche alla richiesta di 'riperimetrazione' del cratere sismico in base ai Comuni più colpiti per snellire la ricostruzione - che si possa generare sulle modifiche legislative di cui stiamo parlando in questi giorni, in particolare nelle Marche, un ampio consenso. Questo non appena ci saranno le condizioni per legiferare".
Gentiloni è arrivato in mattinata a Belforte del Chienti dove ha incontrato il presidente di Simonelli Group Nando Ottavi, i dirigenti e le maestranze. La Nuova Simonelli, commercialmente operativa all'estero, ma radicata sul territorio, è tra quelle più impegnate nel modello di "Industria 4.0" e ha avviato un International Hub for Coffee Research and Innovation insieme all'Università di Camerino."Questa azienda di successo, di cui mi avevano spesso parlato come della 'Ferrari delle macchine da caffè', è un'eccellenza dell'industria manifatturiera italiana che può essere portata da esempio per almeno tre principali fattori: l'abilità a innovare continuamente, la capacità di coniugare la valorizzazione delle proprie risorse umane con l'utilizzo di elevata tecnologia e l'attenzione alla sostenibilità ambientale in grado di associare il mercato globale con il territorio".
Il commissario alla ricostruzione Paola De Micheli ha affermato che i sindaci, durante la riunione, sono tornati a discutere degli stessi temi oggetto dello scorso martedi con degli approfondimenti aggiuntivi rispetto all'emotività che c'era dopo la scossa del mattino di magnitudo 4.7.
"Il presidente Gentiloni è molto sul pezzo - ha detto la De Micheli alla stampa - tanto che in passato veniva in vacanza a Muccia. Il premier è molto consapevole della situazione che questi territori vivono, con tutti i limiti umani che possiamo avere lo Stato c'è e noi ce la stiamo mettendo tutta impegnandoci tutti insieme. Non c'è una sospensione delle attività solo perchè non c'è un Governo formato ma è anche un dovere del Commissario alla Ricostruzione garantire la continuità dal punto di vista amministrativo oltre ad essere un dovere politico - istituzionale del Governo".
"C'è grande consapevolezza su quelli che sono i problemi" - ha sostenuto l'onorevole De Micheli - consonanza con i sindaci sugli obiettivi e sul come raggiungerli. Ho annunciato rispetto ai temi come gli abusi, le fasce, le casette temporanee che i miei incontri settimanali con i gruppi parlamentari stanno andando molto bene. I gruppi parlamentari stanno dimostrando sensibilità alle tematiche che abbiamo posto e credo che si possa generare, sulle questioni delle modifiche legislative di cui stiamo parlando questi giorni soprattutto qui nelle Marche, un ampio consenso appena ci saranno le condizioni per legiferare".
"Il Capo del Governo è d'accordo sul restringimento del cratere - ha aggiunto a conclusione del suo intervento - questo è un argomento su cui non deve essere Roma a decidere ma chi vive in questi territori facendo delle proposte".
"Durante la riunione con il Premier vi è stato un interscambio sui problemi che riguardano non solo Muccia ma tutti i Comuni - ha sostenuto il sindaco di Muccia, Mario Baroni - e riguardano le scadenze, le casette di legno cosiddette abusive, le scuole e gli abusi che non permettono di accedere al contributo. Il Capo del Governo ha recepito quali sono le problematiche e quali sono i provvedimenti da prendere anche se tra poco lascerà il suo incarico. La De Micheli ha parlato con i gruppi parlamentari che si sono costituiti, quest'ultimi hanno ben inteso quali sono i nostri problemi e questo è di buon auspicio".
"Capisco che vi sono temi complessi come l'abusivismo - ha continuato il sindaco Baroni - ma l'abuso fatto in un paese della montagna come Pieve Torina o Muccia non viene commesso per fare una speculazione edilizia. Questo è un problema che da noi non esiste perchè se per esempio facessi un intervento che costa 10 euro il valore dell'intervento vale 2 euro. La speculazione viene fatta per arricchire il valore del'immobile mentre da noi il problema non esiste perchè il valore dell'immobile vale zero".
"Ho insistito sulle casette che vengono definite abusive ma per me sono solo temporanee - ha concluso Baroni - il Premier ed il Commissario Straordinario hanno compreso la situazione e qualche mio collega ha detto che nessun sindaco avrà il coraggio, dopo molti anni, di far demolire una casetta. Prima di ritornare nelle nostre case lesionate passeranno molti anni e credo che il cittadino che si faccia una casetta per conto suo non va affatto penalizzato e denunciato".
Ancora una tegola su Muccia. Sportiva, ma pur sempre una brutta tegola. Gli spogliatoi del campo sportivo comunale, infatti, hanno riportato danni in seguito alle ultime scosse di terremoto e per la società giallo blu sta venendo meno ogni voglia di scendere in campo. Si pensa al ritiro, con sei giornate di anticipo, dal Campionato di Prima Categoria.
"Purtroppo - ha spiegato il presidente Luigi Formaggi - con le ultime scosse i nostri spogliatoi si sono ulteriormente lesionati, in particolare nella parte in cui si trovano le docce e nella stanza solitamente utilizzata dagli arbitri. Ieri abbiamo effettuato un sopralluogo con il sindaco e le impressioni non sono buone. In giornata o al massimo domani verranno dei tecnici e sulla base del loro responso prenderemo una decisione. Magari sono danni riparabili in brevissimo tempo. Non lo so. Il punto é che non so quanto abbia più senso giocare. Sono due anni, tre stagioni calcistiche, che il terremoto scende in campo con noi e non ne possiamo più".
C'é tanta amarezza nelle parole di un presidente che nell'ottobre del 2016, insieme ai suoi ragazzi, ha fatto di tutto per continuare a far giocare la squadra, anche quando quello stesso campo sportivo era inevitabilmente diventato il quartier generale dei soccorsi e, chiaramente, la squadra doveva allenarsi e giocare altrove. Il Muccia é sempre sceso in campo, ha portato risultato, si é allenato con fatica e sacrifici, per tenere insieme una comunità che aveva bisogno di svagarsi anche dietro a un pallone, al di là dei risultati sportivi.
Ma anche lo spirito di sacrificio ha un limite. E il morale dei guerrieri, ad un certo punto, si esaurisce. Insieme alle risorse. E alla voglia di giocare.
"Lunedì si riunirà il consiglio direttivo - ha proseguito il presidente Formaggi - decideremo il da farsi ma, senza prendercela assolutamente con nessuno, se non con il terremoto, siamo allo stremo delle forze. Queste ultime scosse sono state un'entrata a gamba tesa sul nostro morale e la notizia dei danni agli spogliatoi, purtroppo, ci mette davanti a problematiche organizzative di non poco conto. Dal comune, dalla Figc abbiamo ricevuto solidarietà e impegno a collaborare, ma ha senso correre ancora dietro a un pallone? Molti dei nostri giocatori vengono dall'Umbria, ognuno di noi, me compreso che sono sfollato, ha i suoi problemi legati a quanto sta accadendo ormai da due anni. Ora anche le difficoltà logistiche della possibile mancanza di un luogo dove allenarci e cambiarci".
“In genere i discriminanti sono la distanza spazio-temporale da un evento precedente (in genere più forte) o più spesso da un raggruppamento di eventi (una sequenza in corso) – a parlare è Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Non ci sono regole fisse e valide sempre sulla distanza in tempo e in chilometri per decidere se un determinato evento è o non è un aftershock di un altro. È chiaro che se siamo nel pieno di una sequenza e avviene un terremoto all’interno del volume già attivo, si tratterà indubbiamente di un aftershock. Se, al contrario, siamo a qualche decina o centinaia di chilometri lontani dalla zona attiva, molto probabilmente i due eventi non saranno collegati; più aumenta la distanza dalla zona attiva e più diventa difficile trovare un collegamento tra i due. Se per di più l’evento avviene a distanza di anni da un altro, le probabilità di un legame tra i due sono ancora più scarse. Secondo numerosi studi effettuati a partire dagli anni ’90 del Novecento, un forte terremoto altera le condizioni di stress di alcune delle faglie intorno, anche a notevole distanza (decine di chilometri) dal volume attivato, allargando così la regione in cui le probabilità di avere dei terremoti aumentano (in altre zone le probabilità invece diminuiscono). Anche in questi casi ì si parla di ‘aftershocks’, ma la materia è dibattuta”.
Nel caso di Muccia, dunque, non sembrano esserci dubbi e a giudicare dalle parole di Amato si rientra perfettamente nella casistica degli aftershock. Ma la domanda, dettata più dalla paura che da basi scientifiche, a questo punto, è se un aftershock potrà mai avere una magnitudo superiore a quella dell’evento principale, con Amato che spiega che ciò può avvenire solo in casi molto rari.
“A quel punto l’evento X diventerà il main shock (l’evento principale) della sequenza, ma resterà pur sempre un aftershock di qualche evento precedente. E’ importante, inoltre, conoscere la distribuzione della sismicità e le sue eventuali ‘migrazioni’ nel tempo e nello spazio. Questo ci permette di fare ipotesi in caso si assista a un’attivazione di una ‘nuova’ faglia (cosa che al momento non si sta verificando per il settore a nord di Muccia). Al tempo stesso, però, questo purtroppo non ci permette di escludere che un’altra faglia si attivi comunque, vuoi perché si sarebbe mossa comunque, o perché riceve una ‘spinta’ da una vicina. Ricordiamo che prima del 24 agosto non c’era stato alcun aumento di sismicità (anche di bassa magnitudo) nella zona della faglia di Amatrice.
Il fatto che una faglia si sia attivata con uno o più forti terremoti non significa che abbia ‘scaricato’ tutto il suo potenziale; perciò se anche l’aftershock in questione avvenisse su una faglia che ha avuto eventi forti in un recente passato, non si può escludere che la stessa faglia possa averne altri, anche forti. Pensiamo ad esempio al terremoto del 30 ottobre 2016, avvenuto nell’area dove già c’erano stati eventi importanti a sud (il 24/8) e a nord (il 26/10).
Poi, l’aftershock potrebbe essere localizzato sì all’estremità di una faglia già attiva, ma accanto a questa ci potrebbero essere altre faglie in grado di attivarsi, quindi si potrebbe assistere a una sorta di ‘migrazione’ dell’attività da una faglia a una adiacente, proprio per il processo di trasferimento di stress, o per una migrazione di fluidi da una faglia all’altra, o altro.
Per di più, secondo alcuni modelli statistici, ogni terremoto aumenta le probabilità di averne altri nei paraggi; la maggior parte di questi sarà di magnitudo minore del precedente, ma anche la probabilità di eventi più forti aumenterà. Sempre secondo questi modelli, che riescono a spiegare abbastanza bene l’andamento statistico degli aftershock di minore magnitudo dopo un forte terremoto, le probabilità di avere un evento forte (per es. M>5.5) dopo un terremoto di magnitudo 4 o 4.5 aumentano ma rimangono comunque molto basse, tipicamente dell’ordine dell’1% in una settimana”.
Sono evidenti gli errori e i ritardi nella gestione dell’emergenza, nella programmazione e nella ricostruzione, da parte della Giunta regionale, a fronte di un terremoto che ha colpito le Marche ormai quasi due anni or sono. Questo il contenuto della denuncia formulata dal consigliere regionale della Lega nord, Sandro Zaffiri, all’indomani della nuova ondata sismica.
“A due anni dagli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia e le Marche, solo un numero irrisorio di interventi è stato attuato – afferma Zaffiri – mentre decine di migliaia di edifici restano ancora inagibili o gravemente danneggiati”.
“Nonostante tale evidenza – continua l’esponente leghista – la Giunta regionale che gestisce la ricostruzione continua imperterrita nella propria miope, inefficiente e incondivisa opera”.
“Purtroppo si tratta di un’opera irresponsabile, perché caratterizzata dalla continua creazione di paletti di ordine burocratico, non destinata a risolvere i veri problemi”.
Secondo Zaffiri, quello della Giunta è un atteggiamento “diabolico”, perché si colloca sullo stesso binario della gestione del terremoto del 1997, quando al Governo della Regione vi erano gli stessi partiti del centrosinistra.
Il consigliere leghista invita la Giunta regionale a fare ammissione di colpa, prendendo atto della miriade di errori e sottovalutazioni commesse finora, affinché si possa presto e finalmente imboccare la strada di una vera ricostruzione.
La terra ha tremato ancora. Erano le 15,24 di oggi pomeriggio e la scossa é stata distintamente avvertita in tutto il territorio dell'Alto Maceratese. Non si hanno, al momento, notizie di danni a persone o cose. Lo sciame sismico, a quanto pare, non accenna ad arrestarsi dopo la violenta scossa delle 5,11 di martedì scorso, che ha avuto per epicentro Muccia ed una magnitudo di 4,6.
La scossa delle 15,24 di oggi é stata di entità più lieve (magnitudo 3.6, epicentro Muccia), ma chiaramente ha risvegliato paure mai sopite in una popolazione che non ne può più e che ormai da quasi due anni fa i conti con il dramma del terremoto.
Il TG5 delle 20.00 ha mostrato come i problemi e le preoccupazioni dei terremotati non accennino a diminuire da più di un anno e certamente le tre forti scosse dei giorni scorsi non aiutano a migliorare la situazione
Riccardo è un ragazzo di Muccia e, durante il servizio del TG5, ha messo in evidenza il suo grave problema: "La mia casa è inagibile dalla scossa del 26 ottobre 2016 - ha detto - sono stato tre mesi in roulotte insieme alla mia ragazza incinta da quattro mesi fino a quando è nata nostra figlia e ovviamente non potevamo andare avanti così. Il Comune di Muccia ci comunicò che non avevamo diritto alla SAE perchè non facevamo nucleo familiare al giorno del sisma, quindi il municipio ci disse di costruire una casa sul nostro orto ovviamente dandoci una concessione edilizia".
"La nostra è una casa di 50 mq " - ha continuato Riccardo - "però purtroppo da un mese mi sono arrivate due denunce penali con capi d'accusa come abuso edilizio per non aver presentato le pratiche al Genio Civile. Non ho presentato le pratiche al Genio Civile perchè non dovevo realizzare una costruzione ma solo una casetta d'emergenza e basta. Purtroppo dovrò affrontare un processo penale e se dovessero mettere i sigilli io non saprei dove andare con la mia compagna e nostra figlia che ora ha un anno".
Nello stesso servizio, é stata raccontata anche la storia di Stefano. Allevatore della località Gabbiano di Pieve Torina, ha mostrato le gravi lesioni che hanno colpito la sua casa, la sua stalla e tutte le case della piccola frazione. "Sono rimasto a lavorare solo io a Gabbiano" - ha detto Stefano - "la mia casa è gravemente danneggiata come tutte le case delle frazione. Non so se la località Gabbiano esisterà più. Con il mio lavoro di allevatore cerco di andare avanti come posso, non ho piu la mia stalla ma ho una struttura provvisoria per i miei animali. Andare avanti così è un'impresa ardua. Attualmente vivo con la mia famiglia dentro una SAE in località Piè Casavecchia".
Giovanni M. Pontieri
"È stata necessaria una nuova forte scossa per riaccendere i riflettori sul terremoto. Ed il problema non è (o almeno non è solo) il fatto che qualche mobile all'interno delle SAE sia caduto, quanto il fatto che a quasi 20 mesi dalla prima scossa la 'ricostruzione' non sia praticamente partita" - é l'amaro commento del sindaco di Sarnano, Franco Ceregioli. Il primo cittadino paragona ciò che il territorio sta attraversando ad una vera e propria guerra e si dice convinto che non si possa affrontare una guerra con gli strumenti dell'ordinarietà.
"Burocrazia e procedure, procedure e burocrazia - prosegue Ceregioli - l'apparato pubblico ha partorito un sistema che, alla prova dei fatti, si è dimostrato non adeguato alla soluzione di questa epocale sciagura. Il nostro sisma è stato paragonato, per i suoi effetti, ad una guerra: ed allora non si può affrontare una guerra con gli strumenti e le normative che si usano in tempo di pace". Un paragone che ha il sapore della provocazione, ma che sembra rendere perfettamente l'idea delle difficoltà che stanno vivendo i cittadini del cratere e le amministrazioni dei comuni colpiti, sempre più alle prese con delle normative che si stanno rivelando più devastanti del terremoto stesso. E ad elencare le problematiche principali é ancora Ceregioli, che aggiunge: "Emblematico il caso delle difformità edilizie che bloccano tantissime pratiche di ricostruzione: c'è ancora chi parla, in maniera assurda, di 'abusi', quando invece con un minimo di buon senso (suggerito dagli stessi ordini professionali dei tecnici) la questione potrebbe essere risolta con una specifica norma.
Emblematico il caso di chi si è costruito una casetta di legno di pochi metri ed oggi si trova a dover affrontare un procedimento penale per abuso edilizio, senza pensare che le SAE hanno consumato migliaia di metri quadrati di territorio ed una norma dell'ultima finanziaria le rendono praticamente definitve, in barba alle pianificazioni urbanistiche esistenti.
Emblematico il caso della restituzione delle buste paga pesanti e dei termini per le progettazione degli interventi di riparazione, che con un minimo di buon senso andranno prorogate, ma sulle quali non si sente più alcuna voce.
Emblematico il caso degli indennizzi delle polizze assicurative (per il Comune di Sarnano ammontante a ben 3,5 milioni di euro) sostanzialmente confiscate dallo Stato, penalizzando così i Comuni che in maniera previdente si erano dotati di questa copertura assicurativa: non solo la ricostruzione pubblica non riparte (in proposito, le tempistiche e le relative procedure di affidamento rimangono un mistero), ma non si consente nemmeno ai Comuni più previdenti di poter spendere quanto legittimamente incassato dalle assicurazioni.
L'elenco sarebbe lungo, ma mi fermo qui ...... e così proprio non va!!!"
Uno sfogo, quello del primo cittadino di Sarnano, che sembra fare perfettamente il paio con quelli del sindaco di Camerino, Pasqui, del sindaco di Visso, Pazzaglini, del sindaco di Muccia, Baroni e di tanti altri sindaci che ormai chiedono a gran voce e da tantissimo tempo di prendere in considerazione una prospettiva di più reale e concreta vicinanza ai territori e ai problemi della loro gente.
"Adesso, dopo l'ultima scossa - conclude Franco Ceregioli - tutti torneranno a parlare di terremoto (a proposito, grande risalto si è dato al fatto che la scossa sia stata "avvertita" anche a Roma) ... ma, oltre che a parlarne, cambieranno le cose?? Il terremoto, purtroppo, ha battuto il suo colpo ... sarebbe ora che battesse un colpo anche chi ha il potere (ed il dovere) di fare in modo che questi nostri magnifici territori, troppo spesso utilizzati solo per gli spot pubblicitari, non vadano verso l'oblio, causato, oltre che dal maligno mostro che abbiamo sotto i nostri piedi, anche dall'inerzia di chi sembra aver deciso di non voler decidere".
Forse non erano stati fissati a regola d'arte o più verosimilmente è stata la potenza della scossa a farli staccare dalla parete, ma le foto dei pensili caduti sopra il lavello di una sae (leggi: https://goo.gl/WbjMNq), sono finite su tutti i giornali ed hanno fatto rapidamente il giro della rete, provocando, forse a torto, grande indignazione generale.
In verità, come ha riferito il sindaco di Muccia in diretta al TGR delle 14, il fatto ha riguardato solamente tre casette e considerando che il villaggio si è trovato praticamente sopra l'epicentro, la cosa non sarebbe neppure così strana.
Da una nota pubblicata sulla pagina social della Regione Marche, si apprende che l'intervento di ripristino, per i pensili caduti nelle tre sae (sulle 208) di Pieve Torina, è stato pressoché immediato, con i tecnici che hanno ancorato alla struttura portante della cucina anche quelli delle altre casette.
Intervento invece un po' più impegnativo, preso in carico comunque in tempi strettissimi e terminato nel tardo pomeriggio di ieri, è stato quello per la sistemazione del muretto a secco danneggiato nella stessa zona.
A seguito delle scosse di terremoto di questa mattina, sono in atto le verifiche tecniche da parte delle squadre dei vigili del fuoco nei comuni di Muccia, Pieve Torina e Pieve Bovigliana, prossimi all’epicentro. Al momento non si registrano danni a persone, si segnala un micro cedimento della copertura della chiesa di Santa Maria in Varano nel comune di Muccia.