Sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione del Master internazionale in “Accessibility to media, arts and culture” (“Accessibilità ai media, alle arti e alla cultura”) organizzato dall’Università di Macerata in collaborazione con Rai Pubblica Utilità come media partner, Ente nazionale sordi e Unione italiana ciechi ed ipovedenti delle Marche, Museo tattile statale Omero, Sub-ti Access.
Il corso, unico nel suo genere, mette a frutto la lunga esperienza che la direttrice Elena Di Giovanni e i suoi collaboratori hanno sviluppato trasformando la teoria in pratica nei diversi campi dell’arte e dello spettacolo. "Il master – spiega Di Giovanni - nasce dall’esigenza sempre crescente di rispondere alle richieste di teatri, festival, musei e altri luoghi di cultura rispetto all’accessibilità: aprirsi e accogliere persone con diverse abilità, attraverso strumenti e servizi adeguati, è oggi quanto mai essenziale. In tutto il mondo. Il master è il primo del genere in Europa e vuole proprio formare manager, operatori ed esperti di accessibilità pronti ad operare nel mondo dello spettacolo, della cultura e dell’intrattenimento”.
Le lezioni del Master sono tenute da esperti nazionali e internazionali: docenti, registi, attori, produttori, direttori artistici, curatori e direttori di musei, esperti di media, legislatori e formatori. Il corpo docente comprende anche persone con diverse capacità sensoriali che hanno vissuto direttamente esperienze di accessibilità e bisogni di inclusione.
Gli studenti acquisiranno le competenze necessarie per lavorare come esperti di accessibilità e consulenti nei settori dei media, dell'intrattenimento, degli eventi dal vivo; consulenti di progettazione inclusiva; esperti di audiodescrizione, sottotitolazione interlinguistica e lingua dei segni, italiana o americana, e manager della diversità e della disabilità nei settori dei media, delle arti e della cultura. Gli insegnamenti sono erogati in inglese e a distanza. Agli studenti in difficoltà, anche dovute a fusi orari diversi, verranno fornite le registrazioni video delle lezioni. Le componenti pratiche sono disponibili in due lingue: italiano e inglese. Chi fosse interessato, può consultare il sito masteramac.unimc.it.
Mancava la loro voce, in questa campagna elettorale che anticipa le urne del 25 settembre: quella dei giovani. In particolare, degli studenti universitari: generazioni di mezzo che fra studio, vita sociale e aspettative si ritrovano costantemente impegnati ad inseguire il sogno di un’autorealizzazione personale e professionale. In un paese, come l’Italia, che puntualmente si ricorda di loro solo quando in ballo ci sono ‘le poltrone’.
Sono gli eterni esclusi, ignorati dalla politica e tagliati fuori dalle scelte che contano: fanno parte di quei circa 6 milioni di cittadini che si ritroveranno anche questa volta nell’impossibilità di esercitare il proprio voto, discriminati dalle vecchie normative perché fuori sede (quindi lontani dal proprio seggio) o perché non hanno ancora ottenuto la cittadinanza. Ancora, sono quelli a cui non viene ceduto il passo a fronte di un paese vecchio non solo da punto di vista anagrafico; gli inascoltati rispetto alle loro esigenze; i qualche volta rassegnati e disillusi. E, più di tutto, i disinteressati al futuro politico del paese.
Secondo gli ultimi dati de Il Sole 24 Ore, il 70% di questi giovani - studenti e non - afferma che andrà a votare. Il 60% di loro non sa per chi. L’area di centrosinistra è quella nella quale si riconoscono maggiormente (45%), diversamente che da centrodestra (28%), Movimento 5 Stelle (15%), Azione/Italia Viva (12%). Solo l’1% si fida davvero della politica nostrana, mentre il 90% è convinto che i vari leader non conoscano i reali problemi dei giovani. Ancora, il 46% è convinto che il tema più cruciale sia il lavoro; il 63% è favorevole alle centrali nucleari; il 48% si oppone alla flat tax, mentre l’87% è d’accordo con il salario minimo; lo ius scholae è ben voluto dal 52%.
Facendo incursione nelle varie facoltà dell’Università di Macerata, noi di Picchio News abbiamo voluto raccogliere le testimonianze e le opinioni di alcuni ragazzi prossimi alla sessione di esami autunnale o in preparazione per il nuovo accademico. Alcuni hanno ammesso di non stare seguendo con particolare attenzione la campagna elettorale; altri sfrutteranno gli ultimi 20 giorni per rileggere i programmi dei vari partiti: c’è chi sceglie di non esprimersi sul voto o promette scheda bianca. Ma senz'altro hanno tutti le loro idee.
“La politica dovrebbe poterci offrire maggiori opportunità - afferma Marco, studente di Giurisprudenza - e coinvolgerci anche sul piano europeo. Si parla spesso di cambiamento, ma del quale noi giovani non siamo mai protagonisti”.
“Mi sto tenendo abbastanza informato, mentre preparo gli esami - dichiara Francesco, Scienze politiche e relazioni internazionali - ma nessun partito oggi mi ispira particolare fiducia. Siamo fermi da 30 anni con la soluzione del ‘votare il meno peggio’, il che è piuttosto emblematico della partecipazione alla vita politica che gradualmente si è ridotta in tutta Italia, e non solo tra i giovani”.
“Ora come ora mi auguro che non vinca nessuna coalizione estremista” - dichiara Pàmela, Accademia delle belle arti indirizzo moda. “Il problema è che, comunque vada, non credo cambierà qualcosa: noi per ‘loro’ restiamo i bamboccioni o quelli che non sono disposti a lavorare (tanto e con poco guadagno). I giovani dovrebbero essere sicruamente più attivi, e la vecchia classe politica farsi finalmente da parte. Abbiamo idee migliori e maggiori capacità per concretizzarle”.
Di seguito, il servizio:
Cambio della guardia al comando della compagnia carabinieri di Macerata dove al tenente colonnello Roberto De Paoli, destinato al reparto operativo del comando provinciale di Sondrio, è subentrato il maggiore Giorgio Picchiotti.
L'ufficiale, 49enne, originario di Chieti, ha assunto oggi il comando della compagnia carabinieri di Macerata. Ha iniziato la sua carriera nel 1993 quale carabiniere ausiliario. Dopo la frequenza del corso marescialli presso la scuola marescialli di Velletri e Firenze ha prestato servizio presso la Stazione carabinieri di Rimini ed anche al Nucleo operativo radiomobile della stessa compagnia.
Promosso sottotenente nel 2003 ha frequentato il corso ufficiali presso la scuola ufficiali dei carabinieri di via Aurelia a Roma. Dal 2004 al 2007 ha retto il comando del Norm della compagnia carabinieri di Comacchio, nel Ferrarese.
Dal 2007 al 2011, nel grado di tenente e di capitano ha comandato il Norm della compagnia di Faenza, in provincia di Ravenna. Dal 2011 al 2015 ha retto il comando della Compagnia comando e servizi del 5° reggimento carabinieri “Emilia Romagna” a Bologna. Dal 2015 al 2017 ha prestato servizio presso il comando provinciale di Forlì.
Promosso maggiore, dal settembre 2017 sino a ieri ha retto il comando della compagnia carabinieri di Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca. L’ufficiale, inoltre, ha partecipato a varie missioni internazionali “fuori area” per il mantenimento della pace nei Balcani: presso il reggimento carabinieri Msu a Pristina (Kosovo) nel 2003 e di nuovo nel 2106 e 2017; successivamente presso il reggimento Ipu a Sarajevo (Bosnia Erzegovina) nel 2006. L’ufficiale è laureato in Giurisprudenza, in scienze dell’amministrazione con master di 1° livello in criminologia e studi giuridici.
Avvicendamento anche al nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Civitanova Marche. Nei giorni scorsi, infatti, il tenente Alfredo Russo, dopo oltre un anno e mezzo di proficuo e infaticabile lavoro, ha lasciato il comando del Norm della compagnia costiera per assumere quello del Nas di Ancona. A Civitanova Marche il tenente Russo ha consolidato la sua esperienza nell’Arma raggiungendo importanti risultati nella prevenzione e nel contrasto ai reati predatori, allo spaccio di sostanze stupefacenti e nella difesa delle fasce deboli della popolazione. Molto forte è stato anche il suo impegno in attività finalizzate alla divulgazione della cultura della legalità.
Al suo posto arriva il sottotenente Cristian Mucci, 38enne, originario di Teramo, arruolato nell’Arma dei carabinieri nel 2008 presso la scuola allievi carabinieri di Roma. Quale primo incarico da carabiniere ha prestato servizio alla stazione di Conegliano Veneto (Tv). Nel 2011 ha frequentato il 1° corso triennale per allievi marescialli a Velletri (Rm) e, subito dopo il corso, è giunto nelle Marche quale maresciallo addetto alla stazione di Amandola, nel Fermano.
Ha prestato servizio successivamente anche alla stazione carabinieri di Ascoli Piceno ed ancora a quella di Bettolle, in provincia di Siena. Dal dicembre 2020 al luglio 2022 ha frequentato il 3° corso applicativo biennale presso la scuola ufficiali carabinieri di via Aurelia a Roma. Dopo il periodo di formazione è stato trasferito a Civitanova Marche dove la scorsa settimana ha assunto il comando del Norm dell’omonima compagnia. L’ufficiale è laureato in Giurisprudenza.
Prosegue il lavoro dell’Università di Macerata e dell’Istituto di archeologia di Tirana per valorizzare due tra i più importanti siti archeologici dell’Albania. Nel corso dell’ultima campagna scavi, che si è conclusa a fine agosto, è stata consegnata alla direzione regionale dei monumenti di Gjirokaster, alla presenza del nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Tirana Alessandro Ruggera, la strumentazione necessaria per fruire in realtà virtuale e aumentata l’Edificio triconco, un edificio di culto del VI secolo d.C. che emerge e spicca con il suo magnifico mosaico nell’area sud del Parco archeologico di Antigonea, la città ellenistica fondata da Pirro, centro politico e amministrativo della valle del Drino per almeno un secolo e mezzo.
La attività condotte da Unimc e Iat sono parte di un progetto di restauro e valorizzazione che coinvolge la Cooperazione allo sviluppo di Tirana e l’Unione europea. Grazie ai finanziamenti - oltre 400 mila euro - messi a disposizione dal Ministero degli Esteri, dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo di Tirana, dallo Iat nell’ambito del Progetto Transfer, si sta realizzando il Piano di gestione del Parco archeologico di Antigonea. Il Piano prevede la prosecuzione delle ricerche, il restauro delle strutture archeologiche, la realizzazione di nuove infrastrutture per la fruizione, fra cui il parcheggio e l’area di accoglienza con il centro visite, e la valorizzazione dei monumenti, a partire proprio dal triconco.
“Il progetto - spiega il responsabile Unimc Roberto Perna - vuole avviare una nuova visione dello sviluppo turistico della valle del Drino, del quale Antigonea deve diventare uno dei principali poli di interesse, ma che dovrà coinvolgere altri importanti siti archeologici a partire da Hadrianopolis”.
La campagna di ricerche archeologiche si è concentrata quest’anno nei siti di Antigonea e Palokaster. Hanno collaborato alla squadra, diretta da Roberto Perna, archeologo dell’Università di Macerata, e da Luan Perzhita e Sabina Veseli dell’Istituto archeologico di Tirana, anche Melsi Labi dell’Istituto Albanese, Riccardo Carmenati, David Sforzini, Ludovica Xavier de Silva e Giuseppe Mazzilli, docente Unimc insieme a studenti e laureandi.
A Palokaster dove stanno riemergendo le tracce spettacolari dell’impianto interno del castrum, le ricerche si sono concentrate sulla chiesa paleocristiana collocata immediatamente al di fuori della fortificazione. Le approfondite pulizie archeologiche hanno consentito di riportare in luce l’edifico del quale si conservano frammenti degli splendidi pavimenti in laterizi decorati.
Ad Antigonea lo scavo ha consentito di riportare alla luce ampie porzioni dell’area pubblica connessa all’agorà, fornendo importanti informazioni sia sulle fasi di vita più antiche dell’insediamento, sia sulla sua organizzazione urbanistica e urbanologica. Contemporaneamente, le ricerche hanno interessato la Casa 4, la cosiddetta Zecca, dove i livelli d’uso messi in luce sembrano confermare come l’insediamento abbia vissuto ben oltre il 168 a.C., data della fine della terza guerra macedonica, considerata tradizionalmente anche la data della fine dell’occupazione della città. Le indagini degli archeologici italo-albanesi hanno riguardato anche la nuova planimetria archeologica del centro urbano, realizzata con l’ausilio di droni.
Nuova ordinanza della polizia locale di Macerata emessa in occasione di Artemigrante - il Festival Internazionale di Circo Contemporaneo e Teatro di Strada in programma da giovedì 8 a domenica 11 settembre in centro storico - per regolamentare la circolazione nelle aree interessate dalla manifestazione.
Il provvedimento prevede divieto di sosta con rimozione forzata: in piazza della Libertà, nella zona regolamentata a disco orario, valido il 7 settembre dalle 15 fino al 12 settembre alle 13; in piazza Vittorio Veneto, negli stalli di sosta in concessione alla società Apm spa, valido il 9 e 10 settembre dalle 19 alle 01,00 del g.s. (spettacoli), 11 settembre dalle 17 alle 01,00 del g.s. (spettacolo); in via Gramsci, valido nei giorni 9 e 10 settembre nella fascia oraria 18 - 01:00 g.s. (mercatino e concerto).
L’ordinanza prevede, inoltre, il divieto di transito:
- in via Don Minzoni (a salire verso piazza della Libertà) eccetto veicoli di pubblica utilità, a servizio dei disabili, residenti autorizzati, valido nei giorni 8, 9, 10 dalle 21 fino al termine della manifestazione e l’11 settembre dalle 18 fino al termine della manifestazione;
- il 9 e 10 settembre dalle 21 fino al termine della manifestazione e l’11 settembre dalle 18 al termine manifestazione in piazza Vittorio Veneto, eccetto residenti per accesso ad aree private, con sbarramento e deviazione del traffico proveniente da via S.M. della Porta in via P.M. Ricci;
- via D. Ricci, con obbligo di proseguire dritto per i veicoli che circolano in via XX Settembre; via Santa Maria della Porta, a salire verso piazza Vittorio Veneto (intersezione con via Basily), eccetto veicoli di pubblica utilità, a servizio dei disabili e residenti.
La Fondazione Carima e l’Università di Macerata hanno messo a fattor comune le proprie risorse professionali ed economiche per sostenere gli enti e le istituzioni del territorio maceratese in ordine alle opportunità di finanziamento previste dal Pnrr e dalla programmazione europea.
La presidente Rosaria Del Balzo Ruiti e il rettore Francesco Adornato hanno infatti recentemente siglato un accordo quadro finalizzato ad attivare un rapporto di collaborazione allo scopo di realizzare iniziative di formazione, informazione e supporto operativo rivolte alle amministrazioni pubbliche della provincia di Macerata.
La firma di questo documento è l’esito finale di un percorso condiviso di confronto e di analisi delle linee di finanziamento offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dai programmi di finanziamento europei diretti e indiretti del settennato 2021-2027 destinate alla crescita socio-economica del territorio provinciale, che comprendono temi importanti quali la transizione energetica e digitale, lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile e giovanile, la riqualificazione dei centri urbani e rurali, la valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale.
In tal senso l’Ateneo maceratese fornirà le proprie professionalità interne specializzate nello sviluppo e nella redazione di progetti europei e la Fondazione Carima si farà carico dei relativi costi di progettazione.
"In una fase estremamente difficile come quella che stiamo vivendo, in cui si sommano le conseguenze negative della pandemia e quelle della guerra in Ucraina - ha dichiarato la presidente Rosaria Del Balzo Ruiti - abbiamo la consapevolezza che le risorse economiche messe a disposizione a livello nazionale ed europeo sono decisive per dare un futuro al nostro territorio, peraltro giù prostrato dal sisma".
"Ci siamo dunque chiesti cosa potesse fare concretamente la Fondazione Carima, la cui mission primaria è proprio la promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale della provincia di Macerata, per aiutare gli enti e le istituzioni maceratesi ad intercettare questi fondi" conclude Del Balzo Ruiti.
"Uniti - ha sottolineato il rettore Francesco Adornato - possiamo contribuire con più efficacia allo sviluppo del nostro territorio. L’Ateneo ribadisce il proprio impegno nell’ambito della Terza Missione, mettendo a disposizione professionalità e conoscenze che ci hanno permesso, in questi anni, di sviluppare importanti progetti di ricerca finanziati a livello nazionale ed europeo".
Sono passati pochi mesi dalla scomparsa prematura di Maurizio Cavallaro, preside dello "Strampelli" di Castelraimondo. Maurizio è stato, oltre che un grande insegnante, un uomo poliedrico: musico, menestrello, paroliere, maestro di scacchi, ma anche uno dei fondatori del Club Subbuteo Old Lions Macerata. Su proposta di Leonardo D’Amico, presidente del club maceratese, il classico torneo di Subbuteo di Macerata è stato dedicato alla sua memoria e intitolato “XXXL Memorial Maurizio Cavallaro”.
Domenica 11 settembre 2022, dalle 9 alle 17, si aprirà il Torneo individuale di subbuteo: 36 partecipanti da tutta Italia, ognuno dei quali ha scelto una squadra inglese da rappresentare. Sarà una Fa Cup (Coppa d’Inghilterra) alla maceratese. Si scontreranno Chelsea contro Bristol, Arsenal contro Woodbridge Town e Manchester City contro Cardiff City FC e tante altre sfide da sogno, in onore alla nazione che ha dato i natali al gioco del subbuteo.
All’evento parteciperanno anche campioni di questo gioco, come Evangelisti da Bologna, Puzella da Benevento, Milan da Verona, Cerullo da Napoli, Vagnoni e Ciabattoni da Ascoli Piceno e altri. Il torneo è stato ideato con una formula che permette a tutti di giocare inizialmente con chiunque, poi si raggiungerà il proprio livello di preparazione per aumentare il divertimento. Più che la vittoria finale, un evento di Subbuteo è sempre un’occasione di amicizia, di convivialità, di vivere la propria passione insieme a tanti nuovi amici.
L’avvenimento sarà trasmesso in diretta web nazionale dai canali You-Tube e Facebook di "Yanez Subbuteo's Life", la più importante Web-Tv del Subbuteo italiano, con commenti, interviste e riprese. Per info sulla sede ed orari del torneo che si svolgerà in una location privata a 4 chilometri da Macerata, contattare Leonardo D'Amico al numero 348-8558931.
Il comune di Macerata si è aggiudicato il finanziamento di 5mila euro per la riqualificazione del percorso natura presente a Corneto. L'amministrazione aveva partecipato all’avviso pubblico per la promozione del progetto "Sport nei parchi", nuovi modelli di pratica sportiva all’aperto, emanato da Sport e Salute S.p.A. in accordo con l’ANCI.
"Un ulteriore successo che arriva nell’anno di Macerata Città Europea dello Sport e che andrà a riqualificare lo spazio verde di un importante quartiere della città rendendo così Macerata sempre più una palestra a cielo aperto – ha commentato l’assessore allo Sport Riccardo Sacchi -. La finalità dell’Amministrazione è sviluppare lo stretto legame tra sport e vita all’aria aperta e diffondere, anche in questo modo, la pratica sportiva sul territorio comunale".
Il progetto di riqualificazione del percorso natura, che prevede una spesa di 10mila euro, sarà cofinanziato dal Comune (5mila euro) e dalle risorse ottenute nel bando (5mila euro). Le attrezzature sportive che saranno istallate o riqualificate saranno fornite da Sport e Salute S.p.A.
Il “percorso natura” presente nel quartiere di Corneto è composto da 16 stazioni individuate da cartelli segnaletici per lo svolgimento di vari esercizi; il percorso, a oggi non più esistente, sarà quindi riqualificato e riammodernato grazie al finanziamento ottenuto dall’amministrazione comunale che permetterà anche di eliminare la commistione tra percorso natura e area giochi per bambini ripensando così le stazioni di esercizio.
Dal centro storico di Macerata, basta spingersi oltre l’Ipermercato Oasi e, alla rotatoria, imboccare via Cincinelli fino a piazzale Vittime del Terrorismo: è lì che si trova il bar Tutto Pepe, esercizio commerciale inaugurato nei primi mesi del 2020 - in pieno lockdown - dalle socie Jenny Bellocchi e Ljridona Ziberi. Le pratiche di apertura erano già in corso dalla fine del 2019, il resto è stata pura conseguenza: e, ciononostante, le ragazze hanno tenuto botta e sopperito alle difficoltà del momento ridimensionando i consumi e sfruttando al massimo la formula del delivery.
Colazione, pausa pranzo e aperitivo: sono le attività principali portate avanti da Jenny e Ljridona insieme alle loro cameriere (due, che si alternano fra mattina e pomeriggio), oltre allo smercio di prodotti tipici locali ed extra regionali dei quali realizzano anche cestini regalo in occasione delle feste comandate. Oggi, però, anche il loro bar (20 coperti in tutto, posti in piedi esclusi) si ritrova fortemente vessato da quel caro bollette che promette di ‘regalare’ un autunno nero alle tasche degli italiani.
“Questo doveva essere l’anno della ripartenza - racconta Jenny, mentre continua a lavorare - e invece la situazione è peggiorata: oggi mi ritrovo a pagare una bolletta elettrica di ben 4.900 euro, a fronte dei 1.900 dell’anno scorso (stesso periodo). Sono aumenti che si sommano a quelli del carburante e dei beni di prima necessità, rispetto ai quali la guerra russo-ucraina credo c’entri relativamente e, comunque, continuiamo ad assistere impotenti. Anzi, noi per cercare di tamponare la situazione siamo stati costretti ad eliminare l’aria condizionata e rinunciare alla nostra gelateria artigianale”.
Di fronte alla necessità di sopravvivere, anche la ricerca di prodotti di qualità sembra essere diventata una pratica quasi proibitiva, e affidarsi a fornitori dai prezzi ragionevoli un'imposizione senza diritto di replica. “Chiunque faccia il mio mestiere - continua Jenny - rischia di sviluppare idee presuntuose o giudizi approssimativi sull’intera faccenda. A mio modo, penso che la pandemia abbia provocato degli squilibri di bilancio che ora ‘qualcuno’ cerca di riparare a spese nostre: ma se non si prende una strada alternativa, non sarà un bel futuro per l’intera filiera del commercio”.
Nota dolente: le prossime elezioni del 25 settembre. “Penso che non cambierà nulla con un nuovo governo alla guida del paese - ammette la titolare trentanovenne - e a dirla tutta non ci penso nemmeno: sono troppo impegnata a ragionare su come tirare a fine mese e pagare i miei dipendenti. Le questioni politiche sono più grandi di me, e ad occuparsene dovrebbero essere persone utili allo scopo: ma in generale c’è molta indifferenza, opportunismo e menefreghismo. I politici ci chiedono maggiore partecipazione, ma sono loro i primi a non interessarsi di quello che succede qui sulla terra, fra i comuni mortali”.
"La maggioranza si è spaccata sulla proroga al super dirigente dei servizi sociali Gianluca Puliti". A dichiararlo è il consigliere comunale David Miliozzi, capogruppo di "Macerata Insieme", nel commentare il pensionamento di Puliti che ringrazia "per il lavoro svolto in questi anni" dopo che la giunta ha deciso per lo stop e il mancato rinnovo di un ulteriore anno del suo incarico.
"Sarebbe irresponsabile se la giunta non avesse un'immediata alternativa, per non lasciare un vuoto in un settore così importante come quello dei servizi sociali e della scuola, in un momento così delicato - aggiunge Miliozzi -. Ci aspettano mesi difficili e la scuola sta per iniziare".
"Macerata è ancora una volta ostaggio della litigiosità dei partiti di destra, ci sarebbe da chiedersi se il sindaco sia complice o vittima di questo caos creato da giochi di potere che nulla hanno a che fare con le necessità della nostra comunità" conclude il capogruppo di "Macerata Insieme".
È una tradizione che si rinnova, quella del Meeting San Giuliano in occasione della festa patronale a Macerata. Una grande classica dell’atletica, arrivata all’edizione numero 34 allo stadio Helvia Recina, per aprire la seconda parte di stagione.
Il protagonista al maschile è ancora una volta Emanuele Salvucci, autore nel giavellotto di una spallata a 68.99 che vale la seconda misura in carriera a un paio di metri dal personale di 71.19 ottenuto l’anno scorso.
Con questo risultato il lanciatore dell’Atletica Avis Macerata, società organizzatrice dell’evento, conquista il Memorial intitolato al nonno Delio Salvucci, tra i fondatori del sodalizio di cui è stato vicepresidente, e al papà Stefano.
Per la migliore prestazione femminile viene invece premiata Elisabetta Vandi (Fiamme Oro), al successo nei 200 metri in 24”49 controvento (-1.7). La 22enne pesarese proveniente proprio dal club avisino si impone davanti a Benedetta Boriani (Sef Stamura Ancona, 24”88), quest’anno brillante quarta nella rassegna tricolore under 23, e all’allieva Alice Pagliarini (Atl. Fano Techfem) che si migliora con 25”09 al rientro dopo un’estate di trionfi in maglia azzurra.
Continuano a crescere i giovani: nel triplo con un balzo a 15.58 (+2.0) firma il personale all’aperto Valerio De Angelis (Asa Ascoli Piceno), vicecampione italiano promesse indoor, dopo averlo già superato in precedenza con 15.36 e 15.41.
Tra gli allievi il giavellottista Pietro Colonnella (Asa Ascoli Piceno) allunga di oltre cinque metri con 65.30 e nell’alto Riccardo Ricci (Atl. Avis Macerata) valica la quota di 1.93 alla prima prova, per un centimetro di progresso.
Al maschile nei 200 passo avanti della promessa Michele Ferracuti (Sport Atl. Fermo) in 21”82 (-1.0). Applausi nei 1500 per Ndiaga Dieng (Atl. Avis Macerata), bronzo paralimpico su questa distanza a Tokyo nella scorsa estate, che domina in 4’00”29.
Negli 80 cadetti di nuovo in luce Francesco Pagliarini (Atl. Fano Techfem), autore di una volata vincente in 9”23 (-0.6), e Caroline Escobar (Sport Atl. Fermo), classe 2008, che scende a 10”12 con vento nullo.
Ad arricchire il programma del meeting, le gare della Coppa Italia di lanci Fispes e Fisdir in collaborazione con l’Anthropos Civitanova del presidente Nelio Piermattei.
La classifica finale del Trofeo Banca Macerata vede quindi l’affermazione della Sport Atletica Fermo al maschile e della Collection Atletica Sambenedettese al femminile.
Ospiti gli azzurri della ginnastica Andrea Cingolani e Matteo Levantesi, saliti sul podio ai recenti Europei, e Giorgio Luzi, presidente della Virtus Pasqualetti Macerata.
Presenti tra gli altri Giovanni Torresi, vicepresidente Coni Marche, e Fabio Romagnoli, delegato Coni Macerata, con il presidente Avis comunale Gaetano Ripani, insieme a Gabriella Trisolino, vicepresidente FIDAL Marche, e Andrea Corradini, consigliere regionale.
(Foto di Maurizio Iesari)
Con i festeggiamenti di San Giuliano si è con conclusa la mostra d’arte “Triennale del colore” agli Antichi forni di Macerata. La manifestazione organizzata dalla Pro Loco Macerata, e curata da Anna Calcaterrra, ha visto la partecipazione di oltre 60 artisti provenienti da tutta Italia. La mostra ha avuto un numero altissimo di visitatori giunti anche da fuori provincia, perche’ in questo periodo Macerata era solita organizzare la "Marguttania".
I vincitori di questa edizione sono stati scelti dalla Commissione Giudicante composta da: Mario Migliorelli (artista), Ninfa Contigiani (docente universitaria e ricercatrice storica), Gabriella Zagaglia (artista, scrittrice e poetessa). Al primo posto: Gabriella Belardinelli; al secondo posto: Angiola D’Archino; al terzo posto: Emanuela Rocco.
Inoltre sono state seganlate le opere degli artisti: Liliana Fioretti, Patrizio Marafini, Susy Rastelli. La mostra inserita nel programma dei festeggiamenti di San Giuliano è stata realizzata con il supporto dell’ufficio turismo di Macerata ed un particolare ringraziamento va all’assessore Riccardo Sacchi.
In occasione della gara inaugurale di domenica prossima con l’Atletico Gallo, la società biancorossa chiama a raccolta la città e da il via ai festeggiamenti per i cento anni del club. Allo stadio Helvia Recina sfileranno vecchie glorie biancorosse che saluteranno il pubblico mezz’ora prima del fischio d’inizio in programma per le 15. Nomi altisonanti che rievocano gli strepitosi trionfi del passato. Molti di loro torneranno a Macerata appositamente dopo anni e anni.
Subito dopo il triplice fischio gli stessi raggiungeranno la piazza e i locali degli “Antichi Forni” dove la tifoseria, in collaborazione con la società, sta allestendo una suggestiva mostra fotografica con vessilli e cimeli di un secolo di storia. L’inaugurazione della mostra è prevista per sabato prossimo a partire dalle 18. Ci sono inoltre in serbo, nel corso della stagione, altre iniziative dedicate a questa grande ricorrenza. Tutti allo stadio dunque, per la Rata e per la storia!
Si è svolta questa mattina, in piazza della Libertà, la cerimonia di consegna degli encomi al personale sanitario operativo a tutti i livelli, dal marzo 2020 a tutt’oggi, durante le varie fasi dell’emergenza pandemica presso le strutture Covid dell’Area Vasta 3. La cerimonia è stata promossa dal sindaco Sandro Parcaroli, dal presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani e dal delegato alla Sanità Giordano Ripa. Alla cerimonia erano presenti l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, la direttrice dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi e le autorità cittadine.
Il 5 luglio 2021, il Consiglio comunale, su proposta del consigliere Ripa, ha votato all’unanimità l’ordine del giorno che invitava l’Amministrazione a organizzare e realizzare una cerimonia pubblica al fine di conferire un attestato di riconoscimento a tutti coloro che, per mesi, hanno esercitato la propria attività professionale presso le varie strutture Covid. «Per aver svolto il proprio lavoro con professionalità, dedizione e forte spirito solidale a servizio della popolazione duramente colpita dall’emergenza sanitaria. Grazie». Questo recita l’encomio consegnato ai rappresentanti di tutte le unità operative degli ospedali di Macerata, Civitanova, San Severino e Camerino.
Dopo aver osservato un minuto di silenzio per ricordare le tante persone che hanno perso la vita a causa del Covid-19 e prima della testimonianza del dipendente comunale Mario Pazzarelli, è stato il sindaco Parcaroli a prendere la parola. «Grazie per quello che avete fatto, siete i nostri angeli e siete gli angeli del territorio – ha detto il primo cittadino -. Mentre noi eravamo a casa, isolati e attenti a osservare tutte le misure anti-contagio, voi eravate in ospedale in prima linea, preoccupati per voi stessi, per le vostre famiglie e, in particolare per i pazienti. Siete stati favolosi e questo è sinonimo del fatto che in Italia la sanità c’è e funziona grazie a personale qualificato che non dimentica l’aspetto umano. A ciò dobbiamo poi aggiungere la necessità di avere attrezzature all’avanguardia e su questo, come istituzioni, faremo sempre rete».
«Non possiamo nascondere la commozione nel vedere una piazza gremita per la presenza di medici, operatori sanitari e non che hanno attraversato dei momenti davvero difficili a causa dell’emergenza pandemica – ha aggiunto Luciani -. Siete stati straordinari e sempre in prima linea, dentro agli ospedali, a salvare vite umane e quello che vi consegniamo oggi è un piccolo riconoscimento dato che non basterebbero innumerevoli “grazie” per tutto ciò che avete fatto. Un ringraziamento infine al consigliere comunale delegato alla Sanità Giordano Ripa e a tutto il Consiglio comunale per aver fortemente voluto questa manifestazione».
«Oggi coroniamo, come Amministrazione, un percorso iniziato il 5 luglio del 2021 quando ho portato all’attenzione dell’assise cittadina un ordine del giorno votato all’unanimità per riconoscere un attestato di benemerenza ai rappresentanti di tutte le unità operative degli ospedali di Macerata, Civitanova, Camerino e San Severino che hanno operato durante l’emergenza Covid-19 – ha detto Ripa -. Da consigliere comunale e da medico, essere qui oggi mi rende orgoglioso e soddisfatto perché ho davanti a me tanti colleghi con i quali ho condiviso anni di lavoro; si tratta di un segnale di affetto e stima e vorrei che questo abbraccio fosse esteso a tutti gli operatori dell’Area Vasta 3 che sono circa 3500; grazie davvero a tutti voi per quanto avete fatto e fate ogni giorno».
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dal legale Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa al contratto di comodato d’uso gratuito avente ad oggetto un immobile e concluso a beneficio di un familiare. Ecco la risposta dell’avvocato Oberdan Pantana alla domanda posta da una lettrice di Porto Recanati che chiede: “Il proprietario di un immobile concesso in comodato d’uso gratuito per esigenze familiari al proprio figlio, può richiedere il possesso del bene in caso di separazione della coppia beneficiaria?”
Il caso di specie ci offre l’occasione di far chiarezza su una questione estremamente attuale, sulla quale ha avuto modo di pronunciarsi la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, stabilendo il seguente principio di diritto: “Il comodato di un immobile che sia pattuito per la destinazione di esso a soddisfare le esigenze abitative familiari, non è assoggettabile al recesso “ad nutum” da parte del comodante, dal momento che il rapporto creato secondo lo schema contrattuale di cui all’art. 1809 cod. civ., sorge per un uso determinato ed ha una durata funzionalmente legata alla permanenza della famiglia, pur se in crisi” (Corte di Cassazione; Sez. Un.; Sent. n. 20448 dep. il 29.09.2014).
Difatti, l’art. 1809 c.c. citato nella menzionata sentenza, prevedendo espressamente che, “Il comodatario è obbligato a restituire la cosa alla scadenza del termine convenuto o, in mancanza di termine, quando se n’è servito in conformità del contratto”, sancisce un nesso inscindibile tra la finalità per la quale il comodato viene perfezionato e la durata dello stesso, impedendo dunque al proprietario concedente, di rientrare con semplice richiesta, nel possesso del bene oggetto di tale contatto, fino a che permanga l’esigenza che si intende soddisfare.
A tal proposito, occorre osservare che, in un’altra recente sentenza, la n. 21785/2019, la stessa Suprema Corte si è pronunciata in ordine al legittimo recesso della proprietaria di un appartamento concesso in comodato d’uso gratuito al figlio e alla rispettiva ex moglie, la quale anche dopo il divorzio da quest’ultimo, aveva continuato ad utilizzare l’immobile ad oggetto, esclusivamente per la notte, pur avendo costituito un nuovo nucleo familiare con un altro uomo ed acquistato una nuova casa, rilevando come in tale circostanza, “Le caratteristiche concrete del rapporto quali dedotte in giudizio, fanno protendere per la cessazione della finalità del comodato, in ragione del venir meno della reale destinazione dell’appartamento.
Essendo lo stesso appartamento rimasto occupato soltanto di notte e a meri fini strumentali, per evitare cioè una pronuncia di restituzione alla legittima proprietaria. Da tali motivi ne deriva che le esigenze connesse all’uso familiare dell’immobile concesso in comodato d’uso gratuito siano certamente venute meno”, così legittimando il recesso della proprietaria comodante (Cass. Civ.; Sez. III; Sent. n. 21785/2019; dep. 29.08.2019).
Pertanto, in risposta alla domanda del nostro lettore ed in linea con la più autorevole giurisprudenza di legittimità, si può affermare che: “Quando un terzo abbia concesso in comodato un bene immobile di sua proprietà perché sia destinato a casa familiare, il successivo provvedimento di separazione o divorzio dei beneficiari, non modifica la natura e il contenuto del titolo di godimento sull’immobile, con la conseguenza che il comodante è tenuto a consentire la continuazione del godimento per l’uso previsto nel contratto a patto che permangano le effettive esigenze abitative di ciascun soggetto” (Cass. Civ.; SS.UU.; Sent. n. 13603/2004). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Carlo Calenda, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi. Sono i tre nomi che hanno segnato il corso di quest’ultima settimana, quella che di fatto ha aperto ai 30 giorni finali prima delle elezioni del 25 settembre. Tre nomi per tre persone con altrettante storie diverse, il cui comun denomitore dal 29 agosto è uno solo: Tik Tok.
La piattaforma ByteDance è diventato improvvisamente il social network più ambito di questa campagna elettorale, forse perché a maggio 2022 il numero di italiani registrati è stato di circa 16 mln (il 76% in più rispetto all’anno precedente). Una cifra importante, se si considera che quasi 1/3 è costituito dai giovani, solitamente avezzi all’uso di Tik Tok per condividere contenuti, dai più leggeri (balletti, tutorial) ai più impegnati (idee, consigli, riflessioni).
Si potrebbe riassumere questa sorta di nuova declinazione della politica nostrana con la ben nota massima - spesso erroneamente attribuita a Niccolò Macchiavelli - per cui “il fine giustifica i mezzi”. Ma qual è esattamente questo fine? Coinvolgere i giovani come se da loro dipendesse il futuro dell’Italia? Rispolverare la facciata di una politica vecchia e stantia? Non è chiaro.
C’è da dire che, in anticipo sugli altri, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle erano già approdati nelle scorse settimane sulla nota piattaforma digitale: ma il lato grottesco dell’intera faccenda è che, mentre questi ultimi hanno preferito insistere con una comunicazione più dal taglio istituzionale e fissata sugli argomenti pregnanti del loro programma (Alessandro Zan che parla dei diritti civili o Giuseppe Conte della legge Salvamare), i nuovi arrivati sono sembrati più preoccupati di tener fede alla loro maschera carnevalesca di cera.
Ecco allora un Berlusconi ricorrere al vecchio espediente delle barzellette in posa da televendita e al proprio sorriso smagliante "copyright 1994"; un Matteo Salvini che da 'solerte genitore' bacchetta i ragazzi sull’uso delle droghe ("la cannabis è merda, la droga è morte”) o un Renzi che snocciola il proprio curriculum - da capo clan boyscout a presidente del Consiglio nel 2014 - con simpatia e fresca verve giocando fra il suo pseudo inglese e il corsivo di Elisa Esposito, rispetto a un Calenda più impacciato e in cerca di credibilità con un “non so ballare, sembro un orso ubriaco”. Di fronte a questa sostanziale deriva, è quasi inevitabile non lasciar trasparire dai cellulari una generale presa per i fondelli nei confronti di quei 5 mln di giovani iscritti di cui sopra.
Del resto, anche Enrico Letta lo aveva asserito nelle ultime ore - “Tik Tok è una cosa seria” - facendo quasi da èco a una Giorgia Meloni che nel suo sostenuto esordio telematico si era affidata all'evergreen “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana”. Questo prima di deviare su temi che finora hanno spaziato dagli animali domestici allo sport come soluzione alle devianze giovanili (bypassando completamente i punti più controversi del programma di Fratelli d'Italia: scuola, lavoro, legge 194).
Un vero e proprio esodo, dunque, quello dei partiti e dei loro leader, che però non sembra tener conto del pensiero reale dei ragazzi: e cioè che dei politici, a loro, non gliene frega proprio nulla. Li vedono e "skippano". Al massimo, si divertono a definirli cringe, boomer, o a prenderli in giro come fanno già gli adulti. Forse, allora, la chiave della credibilità oggi si nasconde dietro la megalomania di questi neo influencer: quella di lasciare che i giovani esprimano le loro idee rispetto alla politica nostrana, raccontino delle loro aspettative e desideri, o di ciò che li spaventa maggiormente. Insomma, meno video e più attenzione all’ascolto: a quel punto, qualcosa è possibile che cambi anche per noi.
(foto: ANSA)
Tutto pronto per la ripartenza: la Sagra della polenta torna a Santa Maria in Selva, finalmente senza restrizioni, la seconda e la terza settimana di settembre (10-11, 17-18 settembre). Un evento che vede nei valori di comunità, unione e fratellanza i suoi nodi centrali, in linea con il progetto del primo fondatore Don Giuseppe Branchesi, venuto a mancare ormai due anni fa. Fra musica, cibo e cultura, l’invito è aperto a tutti gli amanti della polenta marchigiana.
La conferenza stampa per presentare la manifestazione si è tenuta presso la sala consiliare della Provincia di Macerata: “Per Don Peppe era importante presentare la sagra in questo luogo che considerava la ‘casa della comunità maceratese’ – commenta l’ex presidente della provincia Antonio Pettinari – e sono felice di poter essere qui oggi a portare avanti il suo lavoro”.
“Questa festa è una nuova occasione per tornare alla normalità e alla spensieratezza di un tempo – aggiunge il presidente provinciale in carica Sandro Parcaroli -. Oltre alle specialità offerte dalla Pro Loco di Treia e le tipicità del nostro territorio, non mancherà il tradizionale torneo di briscola; novità di quest’anno, i tornei di burraco e tresette”.
“Già lo scorso anno c’era stata una timida ripartenza post Covid e per la prossima edizione la voglia di tornare è palpabile – continua Pettinari -. Ci aspettiamo una partecipazione numerosissima e siamo pronti ad accogliere tutti con i prodotti tipici della nostra terra. Don Peppe si definiva un ‘prete di campagna’ e andava orgoglioso della sua comunità, generosa e accogliente anche se vessata dalle difficoltà della vita rurale: continuare il suo operato significa difendere le eccellenze locali e onorare le nostre tradizioni, radici e valori”.
“Sono onorato di portare avanti il lavoro di Don Branchesi ed è meraviglioso poter partecipare a questo evento – segue il parroco di Santa Maria in Selva, don Igino Tartabini -. Abbiamo però gli occhi rivolti anche al futuro in questo momento: se vogliamo che questa manifestazione non si spenga è necessario avvicinare i giovani, affiancandoli a chi si occupa da sempre della Sagra per garantire loro l’esperienza necessaria a continuare”.
“Da Treiese ha un sapore speciale per me parlare della Sagra della Polenta, che rappresenta un punto di riferimento importante per le tradizioni gastronomiche della nostra provincia, nonché della regione – commenta il consigliere provinciale Andrea Mozzoni -. Un evento che vanta un grande legame su tutto il territorio nazionale grazie all’associazione dei polentari d’Italia e all’impegno profuso da don Giuseppe Branchesi. É sorprendente, come ricordava lo stesso don Peppe, il fatto che un piatto considerato in passato “povero” riesca a riunire intorno alla tavola così tanta ricchezza umana e così tanti valori, ai quali si affianca il lavoro prezioso dei volontari di Santa Maria in Selva”.
“Dedichiamo il nostro tempo libero dopo il lavoro a questo evento e qualcuno di noi comincia a sentire anche il peso degli anni - conclude Gianni Savi, fra gli organizzatori dell'iniziativa -. Abbiamo bisogno del supporto di forze nuove e di giovani volenterosi che vogliano portare avanti questa tradizione, altrimenti destinata a sparire”.
L' Associazione sportiva Volley Lube piange la prematura scomparsa di Giovanni Zacconi. L'ex atleta maceratese si è spento ieri, all'età di 59 anni, dopo una lunga malattia che non gli ha lasciato scampo.
Grande protagonista con la maglia biancorossa dal 1990 al 1992, nelle prime due stagioni di storia della società cuciniera, con lui l'allora Lube Carima Treia, partita dalla serie C, vinse due campionati consecutivi conquistando la Serie B1 e iniziando di fatto la scalata verso la massima serie, che arrivò nel 1995.
Giovanni Zacconi viveva da molti anni a Pescara dove svolgeva la professione di broker finanziario e parallelamente si dedicava alla sua nuova passione: il beach tennis. La società biancorossa ha espresso le più sentite condoglianze alla famiglia dell'atleta maceratese.
“Il privato è tale e così deve assolutamente essere, in un’epoca però strana come la nostra, dove si ‘parla’ quasi esclusivamente sui social, dove il concetto di amicizia è particolare, si è amici su Facebook però se ci si incrocia per strada non ci salutiamo neanche, un incontro come quello di ieri sera diventa qualcosa di significativo da raccontare, per cui in questo caso il privato ha una valenza pubblica quasi imperativa”.
Queste le parole degli ex alunni della quinta A, anno scolastico 1971-72 della Scuola IV novembre di Macerata, i quali hanno festeggiato con una cena i 50 anni dalla licenza elementare.
“La nostra classe è stata sempre particolare, complice la bravura di una maestra straordinaria, Leda Lattanzi Palloni, che non esauriva la sua lezione con il suono della campanella e ci ha trasmesso sapere, ma soprattutto ci ha aiutato a formarci come persone, il legame che ci unisce è forte, è una costante che sfida il tempo indipendente dalla frequentazione”, raccontano.
“Un po’ come le vere amicizie, ‘non è importante vedersi sempre, è importante non andarsene mai’, è incredibile come nonostante il vissuto differente di ognuno ed il tempo (tanto…) trascorso, trovarsi e parlare risulta facile come se fossimo ancora nel cortile dietro la scuola”.
“Risate, complicità, inevitabili ricordi, confidenze, comprensione, un brindisi commosso a Stefano Gallucci e Sandro Gatti, compagni che ci hanno lasciato, e alla maestra a cui ciascuno di noi deve tanto di quello che è”. “In un contesto difficile in cui spesso viviamo il disagio nella solitudine – affermano - fare gruppo diventa una rarità da raccontare, se poi questo gruppo si è formato più di 50 anni fa la storia assume un aspetto di eccezionalità”.
“Tutto cambia niente cambia, noi in fondo siamo sempre quelli che ascoltavamo la maestra, che ci leggeva gli episodi degli eroi di De Amicis, a volte annoiati altre commossi e crescevamo però convinti che il bene trionfasse sempre sul male e che in ogni circostanza ci fosse il Garrone della situazione”.
Una raffica di Kalashnikov AK-47 può bastare per uccidere un uomo. Ma per riservare lo stesso destino alle sue idee e azioni, serve l’indifferenza e l’oblio. In occasione del 40° anniversario dalla scomparsa del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa – occorsa con l’attentato mafioso in via Carini il 3 settembre 1982 – il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha scelto di riportare l’attenzione pubblica su uno dei pensieri più esaustivi del fu Prefetto di Palermo: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.
Una riflessione (al tempo) volta a smuovere le coscienze e auspicare un futuro degno di essere vissuto per le nuove generazioni, pacifico e scevro da ogni paura dal punto di vista sociale e civile. Dalla Chiesa aveva abnegazione nello svolgere il proprio lavoro e buon senso nell’esporsi a livello mediatico. Lui, che durante la Seconda Guerra Mondiale partecipò alla Resistenza contro il nazifascismo; che posto al comando della Legione carabinieri di Palermo condusse in prima persona quelle indagini operate dalla seconda metà degli anni ’60 e i cui risultati finirono nel famoso “Rapporto dei 114” (riferito alle cosche mafiose di Cosa Nostra); che nel pieno degli anni ’70 guidò il contrasto al terrorismo brigatista, forte anche delle rivelazioni fornite dal pentito Patrizio Peci.
Finchè non fece ritorno a Palermo nella primavera del 1982 (sotto il governo Spadolini) nelle vesti di prefetto, con la promessa da parte dello Stato di “poteri speciali” utili a portare avanti la lotta contro Cosa Nostra. Poteri che, in realtà, non gli furono mai concessi. Eppure, nel limite delle proprie possibilità, dalla Chiesa portò avanti le sue inchieste, puntando alla pancia delle pubbliche amministrazioni (colpevoli, secondo lui, di favorire le infiltrazioni criminali all’interno delle istituzioni) e riuscendo persino a redigere il cosiddetto “Rapporto dei 162” (nel quale veniva ricostruito l’organigramma delle famiglie mafiose palermitane).
L’ostracismo locale e nazionale, però, non tarda a manifestarsi. Il generale piemontese viene presto isolato dai suoi colleghi, trovandosi per questo costretto anche a fare i conti con la muta ostilità dei politici siciliani. Le sue azioni vengono d’un tratto sminuite e derise, e - non ultimo - anche il suo secondo matrimonio con Emanuela Setti Carraro finisce con l’essere strumentalizzato (lei di 30 anni più giovane). Per capirci, in un’intervista al Manifesto (agosto 1982) un anonimo funzionario della questura di Palermo dichiarò: “Dalla Chiesa farebbe bene ad andarsi a sciacquare le palle al mare e a non rompere i coglioni qui da noi”.
Era chiaro che la precisa e minuziosa strategia del gen. aveva suscitato il panico tra i mafiosi e i loro garanti nascosti tra le fila della politica - Democrazia Cristiana in prima linea - e della magistratura: sua l’espressione “ingiustizia che assolve” usata per definire le sentenze dei giudici sospettosamente indulgenti nei confronti di taluni criminali. Abbastanza da decretarne la condanna a morte, insieme alla moglie e l’agente di scorta Domenico Russo.
Un destino tragico e silente, comune a tutti coloro che in quegli anni - da sotto una toga, da dietro una divisa o con una penna in mano - avevano la sfortuna di costituire un’anomalia all’interno del complesso sistema italiano: colpa di quell’ostinata propensione a “servire lo Stato, preservare le leggi, combattere per la giustizia civile in nome della collettività”. Una serie di requisiti che lo stesso dalla Chiesa esigeva da ogni giovane aspirante carabiniere a dispetto di sacrifici e rinunce, e che in qualche modo andrebbero reintegrati all’interno di una società come quella attuale che, nonostante i potenti mezzi a disposizione, dell’opportunismo e dell’omertà sembra voler insistere nel farne i pilastri della propria identità (e non solo in riferimento al "cancro mafia").
Il suo discorso (forse) più emblematico, il compianto generale originario di Saluzzo (CN) lo tenne il primo maggio 1982, all’indomani del brutale assassinio per mano mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. “Se esiste un potere, questo è solo dello Stato e delle sue istituzioni e delle leggi. Non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti. Potere può essere un sostantivo nel nostro vocabolario, ma anche un verbo. Ebbene io l’ho colto in questo senso e lo voglio sottolineare in tutte le sue espressioni […]. Poter convivere, poter essere sereni, poter guardare in faccia l’interlocutore senza abbassare gli occhi, poter ridere, poter parlare, poter sentire, poter guardare in viso i nostri figli e i figli dei nostri figli senza avere la sensazione di doverci rimproverare qualcosa”.