Proseguono i sopralluoghi nelle scuole della provincia di Macerata. Il Presidente Antonio Pettinari si è recato all’Istituto Tecnico Commerciale “Gentili” di Macerata dove si stanno concludendo i lavori di adeguamento sismico delle due palestre.
L’intervento, il cui progetto ammonta a 533mila euro ed è stato finanziato grazie a risorse provenienti da un bando del MIUR - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - extra-terremoto, è consistito nel rinforzo del telaio in calcestruzzo armato e di alcune travi e pilastri, nella esecuzione di alcuni cordoli di fondazione e nel rifacimento della pavimentazione con la realizzazione dell’impianto di riscaldamento a terra.
La palestra del piano più in basso ha dimensioni regolamentari per attività sportive, ed è stata rivestita con un fondo di parquet, mentre la seconda ha una pavimentazione in gomma blu.
Inoltre, sono stati sostituiti tutti gli infissi e installati quelli in alluminio a taglio termico, dotati di vetri termici ad alta efficienza energetica e trattamento superficiale per l’abbattimento della luce solare entrante, e certificati contro gli urti.
Infine, si è provveduto alla tinteggiatura esterna di tutto il fabbricato e, grazie alle economie di ribasso è stato possibile tinteggiare anche la superficie interna, compreso il tetto, ed effettuare delle migliorie sulle finiture e sui vetri degli infissi.
“Tra pochi giorni - afferma il Presidente della Provincia Antonio Pettinari - consegniamo alla scuola e alla comunità sportiva due palestre nuove, molto belle, sicure e pienamente efficienti. Una delle due per dimensione e caratteristiche consente l’attività di alcune discipline sportive; l’intenzione dell’Amministrazione provinciale, come ha sempre fatto in questi anni, è continuare a concedere tali attrezzature anche per attività extra scolastiche, per società sportive, con lo scopo agevolare lo sport tra i giovani. Naturalmente questa possibilità dovrà essere verificata anche alla luce della attuali disposizioni in relazione all’attuale emergenza sanitaria”.
'Vernice' delle grandi occasioni nel cortile del nobile palazzo Floriani-Carradori al n.5 di via Crescimbeni, nello spazio di "Vere Italie". Ed è subito Gran Galà del Centro Destra come ad una prima dello Sfetisterio alla presentazione del candidato sindaco, Sandro Parcaroli.
Riccardo Sacchi subito innesta il turbo: "Non si scriva che si tratta del candidato dell’ultimo minuto. Nessun candidato sindaco del Centro Destra e' stato scelto con così largo anticipo rispetto al voto: 80 giorni. Per Pistarelli furono 36. Per Anna Menghi fu soltanto alla vigilia della presentazione delle firme".
L'ultimo Sindaco del Centrodestra dice sì col capo.
Con lei al Gala ci sono pure tutti gli altri cavalieri del Centro destra. Spiccano Luca Marconi dell'Udc (ma non c'è Pettinari) e tra i simpatizzanti il primo presidente di Banca Marche.
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Tra i presenti Deborah Pantana, Francesca d'Alessandro, Alfredo Cesarini, l'avv. Vitaliana Vitaletti e l'ex rettore dell'Università di Macerata Alberto Febbrajo. Tra la folla anche Tullio Patassini e il senatore Giuliano Pazzaglini.
E non poteva mancare Andrea Marchiori che ha ceduto il passo di candidato alla poltrona di Sindaco proprio a Parcaroli.
Presenti tutti i vertici al completo dei "Magnifici Quattro" del centrodestra, compreso Riccardo Marchetti, l'inviato di Salvini e il Demiurgo di Parcaroli.
Ma non solo loro, una piccola folla di aderenti e curiosi si accalca intorno al palco dove c’è Parcaroli che esclama prima di iniziare: "Quanta gente!!".
Poi tutti in attesa del candidato governatore Francesco Acquaroli prima di dare via all'attesa presentazione della Grande Speranza anti-Pd.
Sarà inaugurata martedì prossimo, 14 luglio, alle ore 18, al Palazzo Buonaccorsi (via don Minzoni 24), la mostra dal titolo “Il coraggio di donare. La Collezione Marchetti Catinelli ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi” che porta in mostra una importante collezione di oltre 40 opere d’arte del Novecento, da Peruzzi, Monti, Sante Monachesi, Remo Brindisi, Licata, Schifano ad altre di importanti protagonisti come Ciarrocchi, Emilio Notte, Tamburi, Mario Surbone, André Verdet e Amine El-Bacha.
Sono le opere donate ai Musei Civici di Macerata dalla signora Marcella Marchetti Catinelli, raffinata collezionista maceratese venuta a mancare nel 2019.
Dal 14 luglio al 18 ottobre i musei esporranno al pubblico l’intera collezione quale esempio della vivacità culturale e dello straordinario valore civico dimostrato nella volontà di accrescere il patrimonio comune a godimento dell’intera collettività.
La mostra è curata dai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi e dall’Istituzione Macerata Cultura.
“È la prima mostra dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi dopo il lockdown. I musei ora sono aperti e riprendono con coraggio ad essere la casa dove le persone e l’arte si incontrano. Nel dono della collezione c’è anche il dono alla comunità di un tempo prezioso per stare bene, - sono le parole dell’Assessora alla Cultura Stefania Monteverde.
“Il titolo sottolinea il valore della generosità di quel collezionismo privato che diventa patrimonio pubblico per il bene di tutta la comunità,” sottolinea Gildo Pannocchia, presidente dell’Istituzione Macerata Cultura che ha curato la donazione della collezione. - “Ringraziamo la signora Marchetti per la generosità con cui nel suo testamento ha ricordato la preziosa collezione di arte contemporanea di Palazzo Buonaccorsi”
In sintonia con il tema #biancocoraggio del Macerata Opera Festival l’Istituzione Macerata Cultura celebra la scelta di donare il patrimonio alla città e avvia una riflessione sulla ricchezza e sulla ricettività culturale di un territorio entro il quale i Musei, a partire dagli anni Settanta del Novecento, hanno svolto un’azione di costante promozione e confronto.
Le opere, nelle sale espositive del museo, allestite come nella casa di Marcella Marchetti e del marito Luigi Catinelli, descrivono dettagliatamente il gusto di quel collezionismo diffuso volto a cercare e a individuare i maestri e le opere che potessero soddisfare la loro personalissima idea dell’arte. Attraverso una visione d’insieme, al contempo coerente e intensa, la raccolta dà conto delle scelte estetico-affettive dei proprietari e al contempo restituisce la vitalità del clima culturale cittadino secondo una prospettiva unica, ma anche privilegiata, perché ogni pezzo narra una storia a sé e rappresenta un momento straordinario nel racconto delle dinamiche storico-artistiche del ‘900.
La donazione va ad arricchire il percorso permanente del Novecento di Palazzo Buonaccorsi con oltre quaranta opere di notevole interesse storico artistico di autori alcuni già presenti.
La mostra resterà aperta fino al 18 ottobre e, fino al 31 agosto, può essere visitata dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. Nel rispetto delle disposizioni obbligatorie per il contenimento del Covid-19, che prevedono ingressi contingentati e rispetto delle distanze interpersonali, si consiglia la prenotazione: 0733/256361 | macerata@sistemamuseo.it | www.maceratamusei.it | www.macerataculture.it
Blitz antidroga: tre poliziotti rimangono feriti nel tentativo di bloccare uno spacciatore.
Gli agenti, durante un appostamento e una bonifica nella zona dei Giardini Diaz e di Fontescodella, hanno individuato alcuni cittadini nigeriani che, alla vista dei poliziotti, si sono dati alla precipitosa fuga, unitamente a degli acquirenti che, nella circostanza, erano presenti nella zona.
A quel punto ne è scaturito un intenso inseguimento, al termine del quale alcuni soggetti hanno fatto perdere le proprie tracce, mentre altri sono stati fermati e controllati. Uno di questi è stato accompagnato dalla polizia in ospedale, in quanto sospettato di aver ingoiato degli ovuli di cocaina e eroina.
Qui, l’uomo volendo sottrarsi agli ulteriori accertamenti clinici cui doveva essere sottoposto, volti a verificare se effettivamente aveva ingoiato ovuli che si presume erano destinati alla vendita, si è scagliato violentemente contro i poliziotti per darsi alla fuga. Dopo una colluttazione è stato bloccato, per essere sottoposto agli esami medici. Per questo motivo, lo straniero è stato denunciato a piede libero per resistenza a Pubblico Ufficiale.
Il Questore Pignataro dichiara che, "ancora una volta, i valorosi poliziotti della Questura di Macerata dimostrano elevata professionalità e mettono a rischio la vita per difendere la comunità di questa provincia. La breccia, che vuole aprire nelle mura di cinta della città di Macerata la criminalità nigeriana, non è stata provocata grazie all’azione delle Forze dell’Ordine, che con disciplina e onore svolgono il proprio lavoro per tutelare le giovani generazioni dalla droga, che causa ogni giorno sofferenza a tante famiglie e la distruzione della vita a molti giovani".
Il Questore conclude dicendo che" l’impegno sarà massimo e nessuno passerà da una eventuale breccia che possano aprire gli spacciatori, perché troveranno le Forze di Polizia pronte a respingerli e a ricostruire il muro, così da rendere impossibile la loro presenza nella città di Macerata".
In vista della ripartenza della scuola fervono gli incontri tra il Comune e i dirigenti scolastici delle scuole di competenza comunale, gli Istituti comprensivi Enrico Fermi, Dante Alighieri, Enrico Mestica, l’istituto comprensivo Vincenzo Monti per le scuole di Sforzacosta e, per un coordinamento, anche la dirigenza del Convitto, sebbene di competenza provinciale.
Si è già svolto un incontro online alla presenza dell’assessora alla scuola Stefania Monteverde, dell’assessora all’edilizia scolastica Paola Casoni, dell’assessore ai trasporti Mario Iesari, a cui hanno partecipato anche i dirigenti Gianluca Puliti e Tristano Luchetti.
In questa settimana sono in corso i sopralluoghi degli uffici tecnici comunali in collaborazione con i responsabili della sicurezza di ogni istituto comprensivo negli oltre 30 plessi scolastici per valutare il rapporto tra numero alunni e spazio fisico, nel rispetto delle indicazioni anticontagio del Piano Scuola 2020-2021.
All’inizio della prossima settimana si definiranno anche i lavori di edilizia agile necessari per allargare spazi, sistemare giardini, fornire nuovi arredi.
Il Comune di Macerata è stato ammesso a finanziamento del “PON: interventi di adeguamento e di adattamento degli spazi e delle aule didattiche per l’emergenza sanitaria da Covid-19” e riceverà un finanziamento di 160.000 euro per i primi interventi dal Ministero dell’Istruzione con Fondi Strutturali Europei Programmazione 2014-2020.
“Il nostro obiettivo è la scuola in presenza per tutti. Abbiamo sperimentato i limiti della didattica a distanza, impossibile per i più piccoli, un peso per le famiglie, ingiusta perché non dà a tutti le stesse opportunità, - sottolinea l’assessora Monteverde che ha coordinato le riunioni. - Ora siamo tutti attenti a riportare a scuola i bambini, evitando doppiturni e dad, riorganizzando servizi mensa, servizi di trasporto, servizi di assistenza educativa, non facile con classi pollaio che in questi anni sono cresciute invece che diminuire. Ma dobbiamo farlo in sicurezza, che è la priorità. Certo i finanziamenti sono insufficienti e tardivi, tuttavia li faremo fruttare.
Con i dirigenti scolastici abbiamo concordato che prima troviamo aule e spazi regolari dentro la scuola. E poi anche musei, biblioteche, parchi, tutti gli spazi pubblici sono laboratori didattici a disposizione dentro la città di Macerata che deve sentirsi legata in un patto per una comunità educante”
I commercianti del centro storico rispondono al sindaco di Macerata Romano Carancini , il quale nei giorni scorsi, riguardo il tema della pedonalizzazione, aveva dichiarato a mezzo stampa di preferire le persone alle auto in piazza.
“ Il problema si pone – spiegano i commercianti - quando vediamo le piazze con le vie vuote allora è meglio qualche auto così qualche persona la porta di sicuro. Un bravo amministratore pedonalizza quando le persone sono troppe e le auto danno fastidio”.
“Inoltre – continuano - abbiamo chiesto anche le prime 2 ore di sosta gratis per tutta la città fino a fine anno. Ricordando che tantissimi comuni hanno dato agevolazioni per il covid (come per esempio Civitanova Marche, dove i parcheggi sono stati gratis fino a fine giugno).
Inoltre facciamo presente che abbiamo comuni vicini come Treia, Pollenza, Appignano e San Severino, dove i parcheggi sono tutti liberi.
Quindi – concludono i commercianti del centro - è chiaro che i nostri amministratori o sono incapaci o curano solo gli interessi dei supermercati facendo morire le nostre attività e il nostro centro storico”.
Ruba in un supermercato, ma viene scoperta da un carabiniere in borghese: denunciata una 33enne di origine romena, proveniente dalla provincia di Chieti.
Il 9 luglio, un Appuntato in servizio al Comando Provinciale dei Carabinieri di Macerata, libero dal servizio ed in abiti civili, mentre provvedeva agli acquisti domestici presso un noto supermercato della città, ha notato una giovane che con fare disinvolto prelevare diversi prodotti alimentari e di abbigliamento e, anziché riporli nel carrello della spesa li ha riposti nella propria borsa.
Il militare alla vista dell’impropria modalità, insospettito, ha interrotto la spesa per osservare e verificare che la donna pagasse quanto prelevato dagli scaffali.
Il sospetto però, era più che fondato, difatti, alla cassa l’insolita “shopper” ha proseguito dritto senza pagare. Il carabiniere, quindi ha fermato la donna e, congiuntamente all’equipaggio di una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Macerata, richiesta in ausilio, ha accertato che la stessa, in effetti, aveva “rubato” una dozzina di pezzi di formaggio ed alcuni capi di abbigliamento (t-shirt e pantaloni).
A conclusione delle attività ed alla luce delle evidenze emerse, la donna, con precedenti di polizia, è stata deferita in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Macerata per il “furto” degli alimenti e dei capi di abbigliamento.
CNA lancia un appello al Governo: trasferisca immediatamente e interamente le risorse stanziate per il sostegno al reddito dei lavoratori dell’artigianato tramite il Fondo di Solidarietà Fsba.
Dei 765 milioni assegnati con il decreto Rilancio solo un terzo è stato reso disponibile; 248 milioni che a malapena riusciranno a coprire quanto dovuto per il mese di aprile e che ancora devono arrivare ai beneficiari dopo più di 40 giorni: “Una situazione vergognosa che umilia i lavoratori e mette in grande difficoltà i datori di lavoro artigiani”.
CNA ha chiesto fin da subito al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’immediato sblocco dei fondi, rinviando tutti i dovuti e rigorosi controlli sulla loro gestione da parte di Fsba: “Eliminiamo almeno un passaggio burocratico altrimenti, di questo passo, si arriverà a Ferragosto per liquidare a tutti gli 800mila dipendenti gli assegni relativi alle retribuzioni di aprile”.
CNA sollecita, altresì, la disponibilità di risorse aggiuntive per 500 milioni di euro, necessari a soddisfare le richieste di prestazioni pervenute fino al mese di maggio per il COVID-19 e aggiunge: “Per molte imprese, inoltre, le diciotto settimane stanziate dal Governo sono terminate ed è oramai evidente che è necessario prolungare il sostegno al reddito. Questioni ineludibili in attesa di una risposta tanto chiara quanto tempestiva”.
Giuliana Bernardoni, dirigente CNA Macerata e titolare di una impresa artigiana del settore moda lancia l’allarme: “Le conseguenze di questo ritardo sono particolarmente gravose per il tessuto imprenditoriale della nostra provincia, dove oltre 9.000 i lavoratori e più di 2.000 aziende restano in attesa. Come spesso accade, ancora una volta le grandi industrie sono state subito accontentate mentre i lavoratori delle piccole imprese artigiane, che rappresentano la grande maggioranza del sistema produttivo, devono ancora ricevere le indennità per i mesi di aprile, maggio e giugno. I nostri lavoratori, risultando in cassa integrazione, sono esclusi anche da altri benefici (il bonus baby-sitter per esempio) e quindi non percepiscono nulla dei tanti contributi previsti per questa emergenza. Ho cercato all’inizio di anticipare ai miei 10 dipendenti la cassa integrazione ma poi, col passare del tempo e lavorando al 30-40% della capacità, non siamo riusciti più ad aiutarli. Così si mettono le famiglie in forte difficoltà e il clima sta diventando esplosivo. Come Associazione di categoria, abbiamo informato della situazione amministratori locali e parlamentari marchigiani che si stanno prodigando per portare ai tavoli del Governo il nostro allarme per questo increscioso (ennesimo) blocco burocratico”.
A citare in giudizio il Principe Alberto di Monaco, una donna di origini brasiliane, ma residente in una paese dell'entroterra maceratese.
La donna ha nascosto per quindici anni l’identità del padre alla figlia, fino a quando le domande di quest'ultima sono diventate talmente insistenti da costringerla a rompere il silenzio.
I dettagli della presunta relazione tra la donna e Alberto Di Monaco sono ricostruiti nella memoria presentata davanti al tribunale di Milano dall'avvocato Erich Grimaldi. "Dopo averlo conosciuto in un noto locale in Brasile, la donna avrebbe accompagnato Alberto di Monaco in un viaggio di piacere in giro per l'Europa", sostiene il legale. La ragazza, rimasta incinta, avrebbe subito informato il principe che, dopo aver ricevuto una foto della bambina, avrebbe troncato ogni contatto.
La donna - prima di ricorrere al tribunale tramite il legale - avrebbe tentato di contattare la famiglia reale, ma senza fortuna. Da qui la decisione di chiedere il formale riconoscimento della paternità che passerà da un test del Dna.
Inaugurato questo pomeriggio il nuovo percorso museale dello Sferisterio.
Sono molteplici gli elementi qualificanti del progetto.
Un nuovo allestimento multimediale e interattivo che, oltre a valorizzare la storia di questo particolare contenitore culturale, ambisce a diventare il luogo del racconto della grande tradizione dei teatri storici marchigiani.
Una rinnovata area servizi - in particolar modo del bookshop - e una nuova segnaletica turistica, in grado di completare ed arricchire l’esperienza di visita.
L’intitolazione della Gran Sala a Piero Cesanelli - immaginifico inventore della manifestazione Musicultura – ad ideale prosecuzione di una storia di produzione culturale che dura ormai da duecento anni.
È il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, a ricordare l’importanza dell’evento e ad inquadrarlo nel suo sviluppo storico: “Prima tempio dello Sport, poi tempio della Lirica ed oggi anche contenitore museale. Quella dello Sferisterio è una versatilità che si rispecchia soprattutto nel territorio e in chi lo popola come esempio di evoluzione, trasformazione, capacità di adeguamento. Un vero simbolo delle Marche, non solo storico artistico per la sua generosa capacità di accoglienza e di offrire atmosfere inusitate, ma di cultura alta che la Regione vuole sostenere. Un ricordo caro per Piero Cesanelli, l’idealista, l’ideatore, l’innovatore denso di tradizione culturale a cui il Comune di Macerata ha giustamente dedicato la Gran Sala”.
Obiettivo dichiarato del progetto è anche quello di favorire una più ampia fruizione della struttura, che sempre più si configura non solo come luogo performativo di qualità per grandi allestimenti lirici e musicali a carattere stagionale ma come perno imprescindibile del sistema turistico museale della Città di Macerata. Il Sindaco di Macerata, Romano Carancini, nelle sue dichiarazioni coglie questo aspetto strategico:
“Lo Sferisterio tutto l’anno: finalmente il monumento simbolo della città, che racchiude l’orgoglio della comunità, si apre ai cittadini e ai turisti, oltre il tempo e le stagioni. Nel sogno il traguardo: con scelte coraggiose dopo mezzo secolo trova compimento l’idea di vivere e apprezzare il tempio della lirica 365 giorni l’anno. E lo rendiamo luogo presente, elegante, incontaminato e rinnovato, a disposizione di tutti, sempre. Spazio di storia, di visita, di eventi, di aggregazione, di progettazione. Palco internazionale e radice di identità. Eredità nobilitata e soprattutto patrimonio di tutti: perché i maceratesi riscoprano lo Sferisterio, così valorizzato nella sua interezza, con lo stupore delle cose nuove. Un omaggio a Piero Cesanelli, che nella sua persona ha racchiuso l’interpretazione più bella dell’arte, fatta di intuizioni, di emozioni, di dialogo senza frontiere e soprattutto di fiducia nei talenti sinceri. La città di Macerata, che tanto lo ha amato, raccoglie il suo insegnamento e gli dice grazie”.
Lo Sferisterio come spazio strategico della città, capace di coniugare storia e presente, innovazione tecnologica e memoria, celebrazione dei suoi grandi protagonisti e apertura verso nuove pagine ancora da ascrive. “Sferisterio, un teatro all’aperto unico nel mondo, oggi diventa ancora più bello con un percorso museale che accoglie il visitatore, infopoint, bookshop, segnaletica, Gran Sala. "E il più grande valore è che diventa centro di documentazione di una storia che dura da 200 anni, da quando quei cento cittadini maceratesi investirono per la costruzione dello Sferisterio “ad ornamento e per diletto della città”, come è scolpito sul frontone. Oggi diventa l’archivio digitale che musealizza un patrimonio immateriale di grande valore, racconto sullo Sferisterio, sui teatri delle Marche e sui più grandi teatri storici all’aperto del mondo. Un luogo che è un inno allo spettacolo dal vivo e alla cultura come bene essenziale sempre”. Le considerazioni dell’Assessora alla Cultura Stefania Monteverde restituiscono alla Sferisterio il posto che merita nella storia dello spettacolo dal vivo e ne fanno motivo di orgoglio per tutta la Città di Macerata.
Convocata in presenza una conferenza dei servizi, permanente per tutto il periodo prescolastico, con i dirigenti scolastici degli istituti secondari della provincia di Macerata. Il Presidente Antonio Pettinari ha ricevuto, nella sala consiliare, tutti i presidi del territorio per affrontare le problematiche dovute all’emergenza Covid-19 per l’avvio dell’anno scolastico 2020-21, soprattutto per l’individuazione degli spazi.
“Lo Stato scarica le sue responsabilità sui singoli territori e in particolare sui dirigenti scolastici, sui comuni e sulle province - ha dichiarato Pettinari - e questo è inaccettabile. Dopo mesi di discussioni, sono state finalmente varate le disposizioni del piano scuola, in piena estate, a ridosso del ritorno in classe e senza le necessarie risorse finanziarie. Così abbiamo avviato questa conferenza dei servizi in seduta permanente, per essere tutti mobilitati e affrontare insieme questa difficile situazione, in una visione di comunità, pur facendo fronte anche alle questioni dei vari istituti”.
Pettinari ha ricordato l’incontro avuto in video-conferenza, in qualità di presidente UPI (Unione Province Italiane) Marche, con la vice ministro Anna Ascani e in cui ha posto in primo piano il grosso problema degli spazi necessari e del pochissimo tempo a disposizione.
“Non dobbiamo illudere studenti, famiglie e insegnanti - ha proseguito Pettinari - perché non ci sono i tempi per realizzare lavori importanti nelle scuole. Tra l’altro ci troviamo in una regione pesantemente colpita dal sisma, con 3 province su 5 coinvolte. Quella di Macerata ha addirittura 44 Comuni terremotati e gli sforzi per trovare nuovi luoghi di didattica, tra sedi riconvertite e spazi provvisori, sono stati già fatti. La nostra provincia è quella che si trova nella situazione più difficile: nessuna scuola superiore ricostruita, alcuni istituti delocalizzati in sedi provvisorie, diversi anche senza laboratori, e per giunta nella necessità di individuare i pochi interventi fattibili in un tempo ristretto. A maggior ragione debbono essere evitati gli accorpamenti e l’istituzione di nuove classi”.
La Provincia, attraverso i suoi tecnici, ha già iniziato a effettuare i sopralluoghi nelle scuole ed entro pochissimi giorni si potrà avere un quadro completo di tutto il territorio.
Tra le varie criticità emerse, condivise da tutti i presenti, oltre alla carenza di spazi, al tempo risicato e alle poche risorse messe a disposizione, ci sono le questioni legate ai trasporti pubblici. Né va sottovalutato il tema palestre che l’Amministrazione provinciale concedeva alle società sportive, per le attività extra-scolastiche.
“In una terra come la nostra caratterizzata da un residenzialità diffusa - conclude Pettinari - e da una antropizzazione pressoché sull’intero territorio ci sono tantissimi studenti che si spostano con i mezzi pubblici per arrivare negli istituti dislocati in poche città”.
Inaugurata questa mattina in via Palatucci, nella frazione di Villa Potenza, alla presenza degli assessori Narciso Ricotta, Mario Iesari e Stefano Gambella responsabile commerciale della “Blupura”, una nuova Casa dell’acqua, un distributore d’acqua a km zero proveniente dall’acquedotto pubblico, a disposizione di tutta la cittadinanza.
L’erogazione, inizialmente gratuita, poi avrà un costo di soli 5 centesimi al litro. Prevista anche una tessera del costo iniziale di 6 euro con un valore di 5 euro per l’acqusito di 100 litri di acqua ricaricabile successivamente con tagli da 5 euro.
La Casa dell’acqua di Villa Potenza – che va ad aggiungersi a quella installata nel 2012 a Casette Verdini grazie a un progetto condiviso con il Comune di Pollenza - è un progetto dell’Amministrazione comunale di Macerata in collaborazione con "Blupura" che costituisce un percorso educativo sotto il profilo ecologico, economico e sociale, in quanto il riutilizzo delle bottiglie dell’acqua permette di ridurre alla fonte la produzione di imballaggi e la riduzione della produzione del rifiuto di plastica.
La nuova Casa dell’acqua eroga acqua liscia e gassata gradevolmente fresca attraverso un pulsante elettrico a bassa tensione, in quantità illimitata, consente il prelievo a bottiglia, è un sistema antivandalo, senza particolari elementi danneggiabili.
Il distributore è realizzato con materiali adatti per esterno con una tettoia di protezione a norma di legge e con coibentazione interna contro il gelo, è dotato di luce di illuminazione notturna, schermo LCD 40″ e scatola con vetro antivandalico e antiriflesso e sistema di filtrazione approvato dal Ministero della Salute Italiano completo di lampada UV e sistema di conteggio dei litri di acqua erogati.
Un grave lutto ha colpito nella mattinata odierna il politico maceratese Paolo Diop, responsabile nazionale immigrazione di Fratelli d'Italia. Alle 10 si è spento il padre, Francesco Di Maggio. Aveva 75 anni e da tempo lottava contro una grave malattia.
La redazione di Picchio News si stringe attorno al dolore della famiglia per la grave perdita subita.
L’Helvia Recina Volley Macerata si raccoglie attorno al suo fondatore. Il presidente Pietro Paolella, e con lui tutto il direttivo, lo staff e gli sponsor della società, vogliono ribadire il loro affetto a Tito Antinori a cinque anni dalla sua scomparsa (10 luglio 2015).
“Un padre ed un amico per tutti (e tutte) coloro che in questi anni hanno costruito con lui il percorso del volley femminile maceratese, un faro per chi ne ha raccolto l’eredità e sta proseguendo questo percorso, con la certezza che da Lassù Tito continui a vegliare sull’Helvia Recina Volley Macerata”, scrive la società in una nota .
Inoltre, lo stesso 10 luglio Tito sarà commemorato nella funzione religiosa alle ore 19 presso la Chiesa del SS Crocifisso di Villa Potenza.
È ufficialmente nato il gruppo maceratese di "Azione", il partito fondato dall'ex ministro Carlo Calenda a seguito della fuoriuscita dal Partito Democratico.
La location scelta per la presentazione ufficiale è inusuale per eventi di questo genere: l'azienda Borgani, prossima ai 150 anni di attività e vera e propria eccellenza del territorio nella produzione di sassofoni. È il titolare Orfeo Borgani, che ha ereditato la splendida creatura dal bisnonno Augusto (leggi la storia dell'azienda), a chiarire che uno come lui, rimasto sempre estraneo alla politica, stavolta sia "disposto a dare il suo contributo", perché intorno ad "Azione" vede "tanto entusiasmo".
Non ci sono sedute, tutti gli astanti - di mascherina forniti e disposti quasi in cerchio - ascoltano in piedi le parole del responsabile maceratese del partito, l'avvocato Massimiliano Fraticelli, al cui fianco c'è Tommaso Fagioli, responsabile regionale.
Tra gli uditori, spicca la presenza di Adolfo Guzzini, presidente dell’Azienda iGuzzini Illuminazione di Recanati, e del dottor Marco Sigona (che da poco ha presentato la lista civica di cui è portavoce, a sostegno di Ricotta).
"Per molti di noi si tratta di un ritorno alla politica - esordisce Fraticelli -. Abbiamo scelto Calenda per la sua competenza e serietà oltre che per il suo nuovo modo di vedere la politica. Diciamo 'no' alla vecchia contrapposizione tra destra e sinistra, che ormai si prefigura soltanto come una scusa per non decidere. Ci vorrebbe qualche "Bella Ciao" e "Faccetta nera" in meno, e qualche mammografia in più".
E poi l'atteso annuncio: "Azione non presenterà alcuna lista né a livello locale né a livello regionale. Il perché? Non ci sentiamo ancora pronti, quindi non appoggeremo nessuno con il nostro simbolo. Il Pd è dilaniato da faide interne per le candidature a consigliere regionale mentre la destra a Macerata attende Parcaroli come un Messia. Non ci si può inventare sindaco a 1 mese dalle elezioni. A noi non piace questo modo di fare politica, vogliamo creare qualcosa per il futuro".
Parlando di futuro lo sguardo viene rivolto verso il drappello di giovani virgulti presenti. Di loro, il responsabile regionale Tommaso Fagioli (proveniente da Ancona), si fa vanto: "Nelle Marche - dice - Azione sta riscuotendo un grande successo. Abbiamo già un migliaio di iscritti e decine di nuovi gruppi stanno spuntando come funghi. Abbiamo ricevuto una chiamata anche dal sindaco di Montegranaro, che si è detta interessata ad aderire al nostro movimento. Nessuno di noi ha curriculum prettamente politici, abbiamo tutti il nostro lavoro: non siamo schiavi della politica. Vogliamo metterci la faccia e stare in mezzo alla gente".
A dare il suo endorsement finale è Adolfo Guzzini, che ricorda il rapporto di amicizia che lo lega a Calenda ("Lo conosco da 25 anni, ci sentiamo una volta a settimana"), al quale dà il consiglio di "sorridere di più, sembra sempre arrabbiato".
È proprio Guzzini a chiarire ulteriormente come Azione sia un "gruppo nato da poco, che non vuole sbagliare. Qualche rappresentante magari entrerà in liste civiche indipendenti in vista delle Regionali, ma senza simbolo". Prudenza - per ora - è la parola d'ordine.
Lo stesso Carlo Calenda sarà presto a Macerata: il prossimo 28 luglio, ore 21:00, location ancora da definire.
L’estate maceratese si arricchisce di un altro programma di intrattenimento, il cabaret. Location d’eccezione che ospiterà la serie di tre spettacoli organizzata dalla società Filarmonico Drammatica, in collaborazione con il Comune di Macerata grazie a una convenzione che lega l’Ente alla società per la promozione di attività culturali, sarà il Centro sportivo di via Ghino Valenti.
“La Società Filarmonica da 212 anni - interviene l’assessore alla Cultura Stefania Monteverde - è per Macerata un centro culturale che offre alla città tante occasioni di incontro e eventi culturali nel suo bellissimo teatro al centro di Macerata. Questa volta grazie al presidente Enrico Ruffini attento alla collaborazione con la città, insieme ci spostiamo nella sede estiva per arricchire Macerata d’Estate con belle serate estive di teatro.”
La rassegna di cabaret, che segna la ripresa delle attività dopo il fermo dovuto al lockdown per l’emergenza sanitaria da Covid – 19, prenderà il via domani, venerdì 10 luglio, con lo spettacolo del popolare attore e fantasista marchigiano Piero Massimo Macchini che si esibirà in Filosofotto.
A seguire, venerdì 17 luglio, in programma All in portato in scena dal gruppo di improvvisazione teatrale dell’associazione Lagrù Compagnia Rishow.
A chiudere la rassegna di cabaret sarà, sabato 25 luglio, il filosofo e performer Cesare Catà con Giasone ed altri single, un viaggio tra antiche figure mitologiche come Orfeo, Teseo e Giasone.
Tutti gli spettacoli inizieranno alle 19.30.
“I percorsi culturali del Consiglio d'Europa: promozione di reti locali e identità territoriale nelle Marche”: questo l’elaborato con cui Annapia Ferrara, laureata dell’Università di Macerata in International Tourism and Destination Management, ha promosso dalla Fondazione Aristide Merloni e rivolto a tesi di laurea che affrontano temi di sviluppo e internazionalizzazione delle economie regionali.
Avendo individuato un gran potenziale nella risorsa vinicola, sotto la guida del professor Alessio Cavicchi, Annapia Ferrara ha analizzato il ruolo dell’Università nella costruzione di progetti di sviluppo regionale, evidenziando la possibilità di una strada del vino privata in collaborazione a livello regionale con l’Associazione Marchigianamente e a livello europeo con gli Itinerari Culturali d’Europa. L’iniziativa, legata al progetto proposto, verrà lanciata entro la fine di luglio.
Attualmente iscritta al Dottorato in “Formazione, Patrimonio Culturale e Territori" dell’Unimc. Annapia Ferrara è originaria della provincia di Salerno e si è trasferita a Macerata per seguire il corso magistrale in “International Tourism and Destination Management”. Durante uno scambio in Spagna, ha percorso il Cammino di Santiago e ha scoperto che è stata la prima iniziativa a ricevere la menzione di "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa". Visto l'interesse sviluppato per tale tema, ha accettato uno stage al Directorate General of Democracy - sezione "Accordo Parziale Allargato sugli Itinerari Culturali", con sede in Lussemburgo, dedicandosi allo studio degli stessi itinerari e alla valorizzazione delle risorse delle Marche, per disegnarne una specifica iniziativa turistica.
È il momento dei saluti con 6 protagonisti dello splendido campionato 2019/2020 disputato dalla Serie B Paoloni Macerata; si dividono le strade con l’head coach Francesco Bernetti, con il regista Tommaso Larizza già annunciato dai prossimi rivali della Bontempi Casa Netoip, con lo schiacciatore Matteo Ciccarelli destinato in A3, con il centrale Michele Orazi che giocherà con la BlueItaly Pineto Volley in A3, con l’opposto Demis Aguzzi che ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore ed infine con il libero Elia Montecchiari che si iscriverà all’Università degli Studi di Padova, città nella quale disputerà il Campionato Regionale di Serie C. "La società non può far altro che ringraziare i nostri sei eroi per la splendida cavalcata intrapresa nell’ultimo torneo di Serie B - si legge in una nota - augurando loro un futuro pieno di soddisfazioni; chissà che le strade non possano nuovamente incontrarsi".
Durante la presentazione del suo libro (nutrito il pubblico in piazza Battisti) , "Filigrane-Canzoniere apocrifo", uscito per l’editore Affinità elettive di Valentina Conti, c’è stato un lungo dibattito tra l’autore, Guido Garufi. Il pubblico ha fatto molte domande, alcune dettagliate e singolari. Garufi ha sostenuto che questo suo primo libro in prosa, non è un romanzo in senso classico. Gli autori di riferimento sono Borges e Coleridge, ma rimanendo in Italia ha fatto riferimento alla fantasmaticità di Tommaso Landolfi e alla Cognizione del dolore di Gadda. La filigrana serve per vedere con la memoria “attiva” il passato ed il presente, in contemporanea, ha citato la sequenza filmica della sua prosa, ma, soprattutto- ha detto- il recupero di quanto la poesia, che è il suo cavallo di battaglia, gli ha lasciato nella prosa: la cura del ritmo, la melodia delle parole, la scelta non casuale. In questa direzione, vivi e morti sono un “insieme”, passato e presente convergono, ha sostenuto, Dio non è in alto o in basso.
Dio è immanente alla natura, ha detto citando Spinoza e Bruno. I vari passi-passaggi del libro apparentemente autobiografico tentano la strada difficile ed elegante- ha sostenuto Garufi- del “frammentismo” primonovecentesco. Entrano nel testo i grandi archetipi, dall’Acqua al simbolismo della Notte, il nostro paesaggio, il verde adriatico, le mura della nostra città. Segnale della ripetizione e della usura, ma anche, ha detto, della protezione. Salutando il pubblico ha aggiunto:” ho fatto leggere le bozze da alcuni amici, mi hanno riferito che si sono proiettati nel testo , pur avendo essi una biografia diversa da quella di Guido”
Garufi ha concluso che se un libro “funziona” ed è scritto bene, deve creare proiezione e movimento emotivo, partecipazione totale e immedesimazione. L’arte, concludendo, e ridendo, ha detto Garufi è più rivoluzionaria della politica. L’arte è povera ed essenziale.
Sandro Parcaroli? No, non ci voleva proprio.
I maceratesi si erano già “rassegnati” a votare Narciso Ricotta, mettendosi magari la coscienza a posto siglando l’altra “X” sulla fiamma di Fratelli d’Italia per spedire il maceratese Francesco Acquaroli alla guida di una Regione da sempre in mano a pesaresi e anconetani.
E invece arriva questo individuo, a tutt’oggi nei sondaggi da bar sport dato come “perdente di successo”.
Si presenta questo imprenditore “illuminato”, come dicono quelli di sinistra che amano gli imprenditori solo per le loro sponsorizzazioni sportive e culturali.
Irrompe questo “uomo nuovo” che ha messo d’accordo le anime del centrodestra, da sempre con-dannate (alla sconfitta a tavolino).
Ecco, quindi, Sandro Parcaroli, che prima ancora di dirci una riga di programma per Macerata, è riuscito a scompigliare in poche ore tutti i piani del “vincente facile” di turno di un PD sempre più sottosopra, tra la deglutizione atipica delle smarronate dei 5 stelle a Roma, e i rigurgiti acidosi di possibili alleanze con i grillini sui territori.
No, Sandro Parcaroli, non ci voleva proprio.
Per un semplice motivo: perché è un uomo di successo.
In una società come la nostra, “conservatrice” - nel senso gattopardesco del termine - e “provincialotta” - nel senso maceratese del termine - il successo non può essere frutto di sacrifici misti a talento, né tanto meno un “dono divino”, bensì una colpa da espiare, un merito da occultare, una sorta di condanna a “fare del bene e non farlo sapere”.
Una certa cultura presente da anni nel nostro Paese, che mette d’accordo vecchi intellettuali snob da salotto e giovani dei centri sociali, cova un forte scetticismo nei confronti degli uomini di successo, arrivando persino a godere per le loro sciagure economiche e personali.
E’ quella cultura anti-industriale che ogni tanto emerge intorno a noi, si alimenta del supporto popolare degli eterni “protetti”, rappresentati plasticamente dai “bidelli in smart working”, coloro i quali durante il lockdown hanno trascorso il tempo ad annaffiare i fiori in terrazzo e guardare la TV a spese dello Stato, mentre commercianti, professionisti, Partite Iva e imprese (loro dipendenti compresi) lottavano per pagare e farsi pagare, sorbendosi fiumi di DPCM caotici e lunghi monologhi di Commissari e Ministri che spiegavano quante risme di carta utilizzare per avere i 600 euro o la CIG.
No, Sandro Parcaroli, questo uomo di successo, questo ribelle dalla bianca chioma, non ci voleva proprio.
Questo imprenditore che ama la sua città, sponsorizza cultura e sport, non potrebbe più farlo senza - dicono quelli di cui sopra - “esercitare una sorta di conflitto di interessi”; ma se poi smettesse di farlo - dicono sempre gli stessi in un insanabile conflitto interiore - chi curerebbe poi gli “interessi” dei cittadini maceratesi affamati di lirica e sport?
Dove lo trovano un altro imprenditore-bancomat disposto ad investire in una città che alcuni, non troppi per fortuna, vorrebbero “addormentata”, prona nel suo coma farmacologico perenne, che solo efferatissimi fatti di cronaca nera hanno fatto schizzare nelle prime pagine dei giornali di tutto il mondo?
No, Sandro Parcaroli, non ci voleva proprio.
In molti iniziano a credere che può essere quel “Cavaliere Bianco” che possa sconfiggere il male oscuro che penetra ben oltre le mascherine dei maceratesi: quel fascino subdolo del declino, che ha sempre pervaso questa città, oramai da anni in preda alla “kebabizzazione” delle sue mura più antiche, un processo erosivo più rapido della desertificazione di un’autentica vita comunitaria.
Quella “vita comunitaria” - nella migliore delle ipotesi condannata come “movida” universitaria (che Dio benedica l’Università!) - che vetrine di negozi chiusi tappezzati di colorati “Affittasi” e “Vendesi”, stanno impietosamente a ricordarci, quasi fossero autentici sepolcri non più imbiancati, che ci troviamo in una piccola necropoli moderna, tramortita dai Centri Commerciali e da una classe dirigente conservatrice e poco coraggiosa.
No, Sandro Parcaroli, non ci voleva proprio.
Chi glielo fa fare a lottare per questo distillato dell’Italia “fuori dall’autostrada”, una città sorta dai ruderi di Helvia Recina, eppure da essi mai affrancatasi?
E’ vero, nei secoli quelle pietre informi sono diventate mura, palazzi, teatri ed edifici, ma i ruderi più resistenti sono sempre lì; o meglio le loro polveri sottilissime sono entrate nei polmoni dei maceratesi e si sono solidificate via via ogni giorno di più.
Quei ruderi “dentro” hanno alimentato questo tifo masochistico per un imminente declino, un clima da fine impero per chi si sente ancora cittadino di un capoluogo che non attira a sé neanche le sue popolose frazioni e che fortunatamente sopravvive grazie soprattutto al dinamismo di un’Università che svolge un ruolo strategico chiave per il suo sviluppo.
Macerata è una città dove impera la povertà intellettuale di chi, sentendosi inferiore (ma forse non lo è), snobba nel senso più autentico del termine la novità, il talento, l’essere non normale, ribelle.
E già, perché la classe dirigente di Macerata, custode di una polverosa normalità, ha sempre schiacciato le novità, soffocato gli slanci coraggiosi e anche temerari, privilegiato la conservazione dei ruderi rispetto al pericoloso rinnovamento, non aprendo mai seriamente ai giovani ma tentando di inglobarli nella finta cultura “sociale” delle “cooperative”, veri e propri bacini “elettorali”.
No, Sandro Parcaroli, non ci voleva proprio.
Dovrà fare i conti con una Macerata che, nel breve volgere di un ventennio, si è trovata orfana di tutto ciò che fa di una città un vero capoluogo: le caserme dell’esercito e dell’aeronautica, la Cassa di Risparmio, Bankitalia, la Lube, le piscine, la Maceratese, le discoteche, i luoghi ideati per le giovani generazioni dei Millennials.
E non si cada nell’errore di dare la colpa all’ultimo Sindaco di turno e di puntare alla “discontinuità” e al “cambiamento”: il prossimo Sindaco non dovrà essere più quello a cui il Sindaco successivo dovrà addossare tutte le colpe dell’ulteriore declino di Macerata.
No, Sandro Parcaroli, non ci voleva proprio.
Un ribelle a Macerata? Uno che è abituato a guardare sempre al futuro e fare i conti col presente, come fa ogni imprenditore che rischia per sé ogni giorno? E chi glielo racconta adesso a quelli già pronti a votare la “discontinuità” e il “cambiamento”?