Macerata, Guido Garufi presenta "Filigrane-Canzoniere apocrifo": "l’arte e’ più rivoluzionaria della politica”
Durante la presentazione del suo libro (nutrito il pubblico in piazza Battisti) , "Filigrane-Canzoniere apocrifo", uscito per l’editore Affinità elettive di Valentina Conti, c’è stato un lungo dibattito tra l’autore, Guido Garufi. Il pubblico ha fatto molte domande, alcune dettagliate e singolari. Garufi ha sostenuto che questo suo primo libro in prosa, non è un romanzo in senso classico. Gli autori di riferimento sono Borges e Coleridge, ma rimanendo in Italia ha fatto riferimento alla fantasmaticità di Tommaso Landolfi e alla Cognizione del dolore di Gadda. La filigrana serve per vedere con la memoria “attiva” il passato ed il presente, in contemporanea, ha citato la sequenza filmica della sua prosa, ma, soprattutto- ha detto- il recupero di quanto la poesia, che è il suo cavallo di battaglia, gli ha lasciato nella prosa: la cura del ritmo, la melodia delle parole, la scelta non casuale. In questa direzione, vivi e morti sono un “insieme”, passato e presente convergono, ha sostenuto, Dio non è in alto o in basso.
Dio è immanente alla natura, ha detto citando Spinoza e Bruno. I vari passi-passaggi del libro apparentemente autobiografico tentano la strada difficile ed elegante- ha sostenuto Garufi- del “frammentismo” primonovecentesco. Entrano nel testo i grandi archetipi, dall’Acqua al simbolismo della Notte, il nostro paesaggio, il verde adriatico, le mura della nostra città. Segnale della ripetizione e della usura, ma anche, ha detto, della protezione. Salutando il pubblico ha aggiunto:” ho fatto leggere le bozze da alcuni amici, mi hanno riferito che si sono proiettati nel testo , pur avendo essi una biografia diversa da quella di Guido”
Garufi ha concluso che se un libro “funziona” ed è scritto bene, deve creare proiezione e movimento emotivo, partecipazione totale e immedesimazione. L’arte, concludendo, e ridendo, ha detto Garufi è più rivoluzionaria della politica. L’arte è povera ed essenziale.
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