“Gli ultimi dati del ministero della Sanità elaborati dal Gimbe circa la campagna vaccinale e l’evoluzione della pandemia da Covid-19 scattano una fotografia impietosa della inefficiente gestione della giunta Acquaroli. La nostra regione, infatti, figura dietro solo alla Lombardia per quanto riguarda la percentuale di posti di letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid, nonostante la possibilità di disporre del tanto vituperato Covid Hospital di Civitanova, al quintultimo posto per quanto concerne la percentuale di dosi di vaccino somministrate, e all’ultimo posto per quanto riguarda la percentuale di popolazione che ha ricevuto solo la prima dose di vaccino. Un quadro desolante, frutto della superficialità con cui, ormai da settembre, la giunta continua ad affrontare la pandemia”.
Così in una nota congiunta il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi e il segretario regionale Giovanni Gostoli commentano i dati sull’andamento della pandemia e della campagna vaccinale elaborati dal Gimbe.
“Superficialità - prosegue la nota - ma anche ambiguità, con un presidente totalmente in balìa degli eventi (e delle segreterie nazionali di Fratelli d’Italia e Lega), che un giorno prova a rassicurare la popolazione, sostenendo che le Marche hanno numeri da zona arancione, e quello dopo, forse informato da qualche suo collaboratore più attento, fa retromarcia, senza tuttavia mettere in campo azioni efficaci a governare una situazione del tutto fuori controllo. D’altra parte è difficile aspettarsi qualcosa di diverso da un presidente che, intervenendo ai lavori dell’ultimo consiglio, ha dichiarato bellamente di non avere strumenti per intervenire, come se aumentare il ritmo delle vaccinazioni o il numero dei tamponi non dipendesse dalle decisioni della sua giunta.
“Purtroppo – concludono Mangialardi e Gostoli - quella di Acquaroli è una resa che suona come una condanna per la salute dei marchigiani. E, diciamola tutta, si tratta di una resa dolosa, non solo perché non sono stati presi i provvedimenti necessari quando è apparsa nella nostra regione la variante inglese del Covid-19, ma anche per aver rifiutato la mano tesa della minoranza, che sarebbe stata ben lieta di offrire un contributo competente e disinteressato. L’auspicio è che la centralizzazione della campagna vaccinale voluta dal governo dia presto i risultati che tutti ci attendiamo. Anche per questo abbiamo scritto al ministro Speranza e al commissario straordinario Figliuolo affinché, anche in vista dell’arrivo delle nuove forniture di vaccino, vigilino sul corretto svolgimento della somministrazioni dei vaccini nella nostra regione e, in particolare, sul rispetto dei criteri contenuti nelle linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19 e nel Piano del Commissario straordinario per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5720 tamponi: 3019 nel percorso nuove diagnosi (di cui 720 nello screening con percorso Antigenico) e 2701 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 21,6%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 651 (141 in provincia di Macerata, 218 in provincia di Ancona, 198 in provincia di Pesaro-Urbino, 17 in provincia di Fermo, 48 in provincia di Ascoli Piceno e 29 fuori regione).
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (83 casi rilevati), contatti in setting domestico (154 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (231 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (22 casi rilevati), contatti in ambiente di vita/socialità (2 casi rilevati), screening percorso sanitario (1 caso rilevato) e 3 casi provenienti da fuori regione. Per altri 155 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 720 test e sono stati riscontrati 49 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 7%.
In diminuzione di 4 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 935, di cui 142 in terapia intensiva (-1 rispetto a ieri). Sono, invece, 39 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 180 pazienti (+4 rispetto ai ieri): 53 all'ospedale di Macerata, 68 al Covid Hospital, 25 al nosocomio di Civitanova e 34 a Camerino. Altre 18 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio Sanità delle Marche:
"Dopo le Marche, adesso altre Regioni seguono l'organizzazione vaccinale con Poste italiane"
A dirlo è l'assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini: "La prenotazione fino ad oggi ha riguardato 98.000 persone, la maggior parte di tutto il target 70-80, anche se per qualche utente ci sono state difficoltà di inserimento. In questi casi, occorre chiamare il numero verde delle Poste 800.00.99.66"
"Per accelerare i tempi, alcune di queste persone saranno vaccinate oggi 533, 599 domani e 60 il giorno di Pasqua - sottolinea Saltamartini - Per l'apertura dello Slot per i familiari e care giver delle persone disabili cè da attendere qualche giorno. Gli Uffici del Commissario Covid hanno chiesto un modello omogeneo per tutta Italia con poste italiane ma intanto ci stiamo preparando".
"Infine, da questa settimana - conclude l'assessore regionale alla sanità - saranno potenziati i rifornimenti ai medici di famiglia che, secondo gli accordi, dovranno vaccinare persone over 80 non dembulanti ed altre categorie fragili".
A Catania una donna di 40 anni perde il lavoro come commessa: costretta a vendersi per pagare le bollette e l’affitto.
“Un incubo ma sfamo i miei figli” “Spesso mi sfiora l’idea di farla finita, poi penso ai miei figli, ai miei genitori e vado avanti”.
Pordenone: una donna si è ritrovata a vivere in una stalla abbandonata, dopo aver perso improvvisamente il lavoro, oltre ai mancati pagamenti per il lavoro già svolto. “ Per settimane ho mangiato l’erba dei campi bagnata dall’ aceto. Era l’unico modo.”
Ha incontrato l’indifferenza di tante persone sulla sua strada, sino a che le sue richieste d’ aiuto sono state raccolte dai Carabinieri, che si sono occupati di lei. “Sono stati loro a salvarmi, a ridarmi la dignità e a farmi sentire viva”.
Un uomo di 52 anni a Milano lavorava nell’ambito della sicuezza. Scaduto il contratto l’hanno lasciato a casa perchè preferivano i giovani. Ha fatto piccoli lavori in nero. Lo stipendio a casa lo portava il figlio, lavoratore anche lui nell’ambito della sicurezza, sino a che, con la pandemia hanno chiuso tutto. Ed anche lui è rimasto a casa.
In tutta Italia, ci sono famiglie con la casa di proprietà e che fino a non molto tempo fa vivevano in modo agiato, mentre ora fanno fatica anche a “vestire” i figli che vanno a scuola.
Le storie come quelle ora accennate sono tantissime, troppe.
Ci da una dimensione del fenomeno il fatto che l’associazione Emergency, che da oltre un ventennio offre cure mediche nei territori estremamente poveri e teatri di guerra, da maggio del 2020 abbia creato il progetto “Nessuno Escluso”: un servizio che prevede la consegna gratuita di cibo e prodotti per la casa a chi, dopo la pandemia, si è trovato ad affrontare situazioni economiche impensabili sino a quel momento.
I nuovi poveri, racconta il responsabile del progetto, “sono famiglie fuori dai radar dell’assistenza tradizionale offerta da Comuni, Regione e Stato. Spesso sono persone che prima della pandemia galleggiavano al di sopra della soglia di povertà. Lavoravano in nero, avevano impieghi saltuari o precari soprattutto nel terziario, nella ristorazione e negli eventi. Sono bastati due o tre mesi di inattività perché si ritrovassero senza niente”.
Ci siamo abituati ai numeri? Diciamo la stessa cosa con i numeri: secondo le stime preliminari Istat degli effetti del Covid sull’economia in Italia, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni , per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni : in un solo anno un milione in più.
Non si può far finta di nulla. Non si può non tendere una mano, con quel poco o tanto che ciascuno può fare, a chi magari per pudore o vergogna non chiede aiuto.
Qualche mese fa ho letto una notizia che mi ha colpito molto: in un piccolo Comune italiano erano stati stanziati aiuti economici per sostenere i cittadini residenti che si trovavano in difficoltà durante la pandemia. Per ricevere il contributo era necessario presentare una domanda entro il termine di scadenza stabilito. Ebbene, in quel piccolo Comune, per quel pudore e vergogna di cui sopra, non venne presentata nessuna domanda, anche se molti erano i soggetti che ne avrebbero avuto assoluto bisogno.
“Dignità” è parola abusata, a volte poco conosciuta, spesso scambiata con il termine “orgoglio” che è un sentimento molto diverso dal primo e che nulla ha a che fare con l’umiltà delle persone che cercano sempre e comunque di sopravvivere.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si sono verificati 15 decessi correlati al Covid-19.
Due vittime sono state registrate nelle strutture ospedaliere della provincia di Macerata: si tratta di un 92enne di Gualdo spirato all'ospedale di Macerata e di un 62enne di Sarnano al Covid Center di Civitanova Marche (si tratta di Federico Superiori, in realtà deceduto nella giornata di ieri sebbene la sua scomparsa sia stata conteggiata oggi).
Sei decessi sono stati segnalati all'ospedale di Pesaro, dove si sono spenti un 75enne, un 80enne e una 73enne di Fano; una 76enne di Pesaro e un 68enne di Pesaro; un 83enne di Mondolfo.
Due persone hanno perso la vita al nosocomio di Senigallia: si tratta si un 76enne di Fabriano e un 87enne di Ostra.
Un 65enne di Fabriano è spirato all'ospedale cittadino, mentre all'ospedale di Urbino è deceduto un 82enne di Sassocorvaro Auditore.
All'ospedale "Murri" di Fermo ha trovato la morte una 69enne fermana così come una 74enne di Montemarciano ha perso la vita all'ospedale Torrette di Ancona. Un decesso anche al nosocomio di San Benedetto del Tronto: si tratta di un 65enne di Grottammare.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2655 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (898), mentre sono 441 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 96,9% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
È stato pubblicato il bando, già annunciato, che concede contributi regionali per sostenere la ripresa post Covid delle attività sportive nelle piscine agonistiche.
A disposizione ci sono 250 mila euro che potranno essere richiesti da enti pubblici, organizzazioni sportive affiliate al Coni e al Comitato paralimpico, da privati che gestiscono impianti pubblici con vasche di almeno 25 metri. Le richieste andranno presentate alla Regione Marche entro le ore 12.00 del 30 aprile 2021. “Insieme al bando da 950 mila euro per favorire la ripresa dello sport dilettantistico, di prossima emanazione, la misura fa parte del pacchetto da 1,2 milioni destinati a promuovere la ripartenza dello sport marchigiano dopo la pandemia – commenta l’assessore Giorgia Latini – Un sostegno concreto e consistente al movimento sportivo di base che ha subito pesanti ripercussioni dalla sospensione delle attività, che ora mettiamo in condizioni di ripartire, appena possibile, riprendendo a svolgere quel ruolo fondamentale, sociale prima ancora che agonistico, nella crescita di tanti ragazzi e giovani marchigiani”. Le domande di contributo andranno presentate esclusivamente tramite il sistema telematico “ProcediMarche”.
Il contributo sarà ripartito in base ai metri quadri di superficie di acqua presente nelle sole piscine aventi almeno uno dei due lati uguale o superiore ai 25 metri lineari, sulla scorta di quanto certificato dalla Federazione competente o Ente di promozione sportiva di livello regionale. Nel caso in cui (alla data del 22 marzo 2021, giorno di adozione della delibera regionale di concessione del contributo) la piscina risulti chiusa per la pandemia, verrà assegnata una quota base; nel caso risulti aperta (in applicazione delle disposizioni nazionali) verrà riconosciuta una quota aggiuntiva del 500% per compensare i maggiori costi di gestione sostenuti in questi mesi. È possibile cumulare l’aiuto di cui al presente bando con altre forme di aiuto pubblico, diretto e indiretto, assegnate dalla Regione Marche e da enti diversi dalla Regione Marche.
Le candele o pattern Heikin-Ashi permettono di identificare l'inizio dei movimenti del mercato con maggiore affidabilità, si tratta di un grafico disponibile in qualsiasi piattaforma di trading o accessibile cambiando il grafico dalle classiche candele giapponesi a quelle di Heikin Ashi. Vediamo come è possibile trarne vantaggio per le nostre operazioni dato che il loro scopo non è solo descrittivo, può essere anche un indicatore di tendenze.
La tecnica delle candele Heikin-Ashi dovrebbe tuttavia essere un complemento alle analisi in aggiunta ad altri dati esistenti. Si tratta di un semplice indicatore che non richiede l’installazione di alcun software ma che può essere osservato non appena lo si conosce.
Il nome di questo pattern proviene dal Giappone, in giapponese “Heikin-Ashi” significa “barra media”, anche se possono sembrare identiche alle normali candele giapponese in realtà sono ottimizzate per rispecchiare il reale andamento del mercato.
Ma vediamo qualche regola:
- Corpo grande in bianco con ombra superiore (indica trend rialzisti);
- Corpo grande nero con ombra inferiore (indica tendenze al ribasso);
- Candela somigliante a una doji (nei momenti di indecisione o vicini a un cambio di tendenza).
Per capire meglio le candele di Heikin-Ashi bisogna capire come vengono calcolate: queste specifiche candele vengono usate per calmierare l’andamento del mercato ed eliminare la volatilità eccessiva. Mentre le classiche candele giapponesi mettono in risalto i punti di apertura, chiusura, minimo e massimo del prezzo in un intervallo temporale le candele Heikin-Ashi seguono formule diverse:
- L’apertura viene calcolata partendo dalla media tra prezzo di apertura e quello di chiusura basandosi sulla candela precedente;
- La chiusura viene calcolata partendo dalla media tra prezzo di apertura e quello di chiusura, massimo e minimo;
- Il minimo viene calcolato partendo dal prezzo inferiore tra minimo, apertura e chiusura;
Il massimo viene calcolato partendo dal prezzo maggiore tra minimo, apertura e chiusura.
Come vedi non sono calcoli complicati ma le candele di Heikin-Ashi ti risparmiano il lavoro di doverli fare manualmente o attraverso software appositi.
Altri indicatori con cui puoi combinarle sono le medie mobili e il parabolic SAR che possono aiutare a confermare o smentire il segnale delle candele di Heikin-Ashi.
Ma vediamo vantaggi e svantaggi di questo specifico indicatore o grafico:
Tra i punti di forza c’è il fatto che si tratta di uno strumento semplice, facilmente accessibile in qualsiasi piattaforma di trading e facilmente interpretabile. Inoltre queste candele sono tra gli indicatori più affidabili dato che si basano su variazioni storiche dei prezzi, infine sono combinabili con altri indicatori per una maggiore affidabilità.
Tra i limiti di queste candele c’è il fatto che, come per tutti gli indicatori, non si tratta di qualcosa di istantaneo e si basa su prezzi storici.
In conclusione, i grafici a candele Heikin-Ashi ti forniscono uno strumento versatile in grado di filtrare il rumore, identificare a colpo d'occhio opportunità di acquisto e riconoscere schemi grafici classici. In effetti, tutti gli aspetti dell'analisi tecnica classica possono essere applicati a questi grafici. Puoi usare Heikin-Ashi per identificare supporto e resistenza, tracciare linee di tendenza o misurare regressi. Anche gli indicatori di volume e gli oscillatori funzionano bene. In combinazione con altre tecniche e grafici possono esseri di grande aiuto nel trading.
“Oggi il numero dei casi di contagio nella nostra regione torna ad essere nella tendenza dei giorni precedenti, con 487 positivi di cui 62 sintomatici. Vi segnalo inoltre che nel calcolo del dato di ieri si era verificata una anomalia, riscontrata nel pomeriggio”. Così il presidente regionale, Francesco Acquaroli , è intervenuto, attraverso un post Facebook, per fare il punto sulla situazione dei nuovi positivi al Covid, dopo gli oltre 800 contagi dichiarati ieri dal Servizio Sanità delle Marche.
“Questo non deve farci assolutamente rilassare – continua Acquaroli riferendosi ai dati di ieri- perché nonostante ciò resta comunque un dato molto alto, con 650 positivi di cui 81 sintomatici, che speriamo resti un caso isolato. Il dato dei positivi riscontrati oggi, tornato in linea con quelli degli ultimi giorni, ci dice che sta continuando la decrescita del contagio e che le misure messe in atto stanno producendo i loro effetti. Raccomando sempre di tenere alta l'attenzione, perché le nostre strutture ospedaliere sono ancora sotto pressione”.
La Polizia compie 40 anni.
Il 1 aprile 1981 è infatti stata promulgata la legge 121 che ha “smilitarizzato” il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, costituito la Polizia di Stato come prima forza di polizia civile a competenza generale e ridisegnato il sistema della Pubblica Sicurezza del Paese.
Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha voluto evidenziare l’importanza della ricorrenza con un libro dal titolo “La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza” del Prefetto Carlo Mosca, scomparso purtroppo pochi giorni fa, che di quella riforma è stato uno degli ispiratori. Dopo il messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella, quello del Ministro dell’Interno Lamorgese e del Sottosegretario Franco Gabrielli, nei 12 capitoli del libro si snodano i temi più significativi di quella riforma lontana nel tempo eppure ancora cosi attuale. Ogni capitolo si arricchisce del contributo di riflessione da parte di una personalità del mondo religioso, scientifico, politico o istituzionale: il Cardinale Gianfranco Ravasi approfondisce gli aspetti del “servizio”, il Ministro Marta Cartabia quelli del ruolo delle “donne”, il Procuratore generale Giovanni Salvi l’introduzione del ruolo degli “Ispettori”, il prof. Michele Ainis i “sindacati”, il dott. Gianni Letta l ”ordine e la sicurezza pubblica” e poi ancora il professore Giuliano Amato, Marino Bartoletti, Eugenio Gaudio, Annamaria Giannini, Gaetano Manfredi, Antonio Romano, Maurizio Viroli.
Sono 181 pagine ricche di immagini, anche storiche, che ricordano il passaggio da amministrazione militare di polizia ad amministrazione civile di garanzia, illuminata dallo spirito e dal dettato della Costituzione Repubblicana, al servizio dei cittadini e delle Istituzioni democratiche del Paese.
La campagna vaccinale prosegue con il massimo impegno dei Medici di base ma spesso i professionisti si trovano ad affrontare intoppi sostanziali. "La nostra disponibilità a vaccinare i nostri assistiti - affermano in una nota congiunta Paolo Accattoli (Macerata), Andrea Mosca (Tolentino), Fabrizio Paparoni (San Ginesio/Sarnano) - si sta scontrando con due problemi fondamentali: la carenza di vaccini che ci vengono forniti e l' impossibilità da parte nostra di scegliere chi possiamo vaccinare.
Pochi i vaccini a disposizione:" Abbiamo avuto finora solo un flacone di Moderna (equivale a 11 vaccini), inoculato a pazienti estremamente vulnerabili presso la loro abitazione; questa settimana ci daranno (forse) un flacone di Moderna e uno di Astra-Zeneca. Ci hanno fatto sapere che il vaccino Moderna non ci verrà più fornito e avremo la possibilità di avere solo Astra-Zeneca, che però, secondo il piano vaccinale della Regione Marche, potremo somministrare solo ad ultraottantenni con patologie lievi o in buona salute e a pazienti tra 70 e 79 anni, ma non "estremamente vulnerabili".
È previsto altresì che ci forniscano dei vaccini Pfizer, che come è noto non siamo in grado di gestire visto che devono essere conservati a temperature inferiori a -70 e che quindi necessitano di una preparazione abbastanza complessa.
"Tutto questo avviene mentre sui media si esorta il continuo coinvolgimento dei Medici di famiglia sui vaccini: “per qualsiasi dubbio rivolgetevi al vostro medico di base”, il quale viene bombardato da una serie richieste cui non sa cosa rispondere, quasi sempre informato in ritardo rispetto a qualsiasi cambio di programma".
Peraltro il MMG continua ad essere la figura di riferimento di tutti i pazienti che il lui ripongono fiducia e speranza ma come sostiene la categoria: " Non ci viene concesso di gestire i nostri pazienti, di cui conosciamo le patologie e le criticità, per andare dietro a un piano vaccinale che fa acqua da tutte le parti".
"I Medici di Medicina Generale sono in grado di fare vaccini ai propri assistiti in sicurezza ed in breve tempo, lo dimostrano le 400-500 inoculazioni di vaccini antinfluenzali fatte tra ottobre e novembre da ogni medico. Ma tutto questo sembra che in Regione non sia elemento di garanzia - incalzano i medici - iniziamo a pensare che il nostro coinvolgimento in questa emergenza non sia gradito. Ci venga detto con chiarezza e ci faremo da parte senza spargimenti di lacrime".
L'invito finale dei rappresentanti di categoria è chiaro: "Se c’è ancora la volontà di dar seguito all’accordo firmato tra lo Stato e tutte le sigle sindacali dei MMG, chiediamo un cambio di passo sia a livello regionale sia a livello aziendale: non possiamo più sostenere il ruolo degli sprovveduti o peggio di quelli che creano problemi. Se la vaccinazione di massa dovrà essere gestita dai centri vaccinali, noi facciamo un passo indietro, rendendo felice chi fin dall’inizio ha paventato che il nostro contributo sarebbe stato un aggravio di spesa enorme per la sanità regionale".
L'Italia resta in arancione o rosso fino alla fine di aprile, con spostamenti vietati in tutto il Paese, bar e ristoranti, cinema e teatri, palestre e piscine chiuse, niente visite a parenti e amici in zona rossa e possibili in zona arancione all'interno della regione una sola volta al giorno e in un massimo di due persone. Ma se l'andamento della pandemia e della campagna di vaccinazione lo consentiranno, saranno possibili deroghe per ripristinare le zone gialle e dare corso ad alcune aperture anche prima del 30 aprile.
Il consiglio dei Ministri approva il nuovo decreto anti Covid in vigore dal 7 aprile che conferma sostanzialmente l'impianto delle misure già in atto e introduce due importanti novità: l'obbligo di vaccinarsi per tutto il personale che opera nella sanità, farmacisti compresi, e lo stop alla possibilità per i presidenti di Regione di emanare ordinanze, come hanno fatto in questo anno di emergenza, per chiudere le scuole nonostante le indicazioni nazionali prevedessero la presenza in classe.
Ecco alcune delle misure più importanti previste dal nuovo decreto legge del Governo.
SCUOLA - Si tornerà in presenza anche nelle zone rosse fino alla prima media mentre in quelle arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%. I presidenti di Regione, a differenza di quanto è stato fino ad oggi, non potranno emanare ordinanze più restrittive per chiudere le scuole.
PASQUA IN ROSSO - Dal 3 al 5 aprile (come prevede già l'attuale decreto) tutta Italia sarà in zona rossa, come a Natale. Non si potrà circolare neanche all'interno del proprio comune ma è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi in ambito regionale in massimo due persone più i minori di 14 anni conviventi per andare a trovare parenti o amici. E' inoltre sempre possibile svolgere attività motoria, ma solo in prossimità della propria abitazione, e attività sportiva all'aperto in forma individuale
NIENTE ZONA GIALLA - Fino al 30 aprile tutta Italia sarà in zona arancione o rossa. Il Comitato tecnico scientifico ha più volte sottolineato che le misure previste per le zone gialle hanno dimostrato "una capacità di contenere l'aumento dell'incidenza ma non la capacità di ridurla". Il decreto prevede però una verifica a metà aprile: se la situazione epidemiologica lo consentirà, si valuterà la possibilità che le zone dove la diffusione del virus è più contenuta possano tornare in giallo e, dunque, procedere ad alcune riaperture, in particolare di bar e ristoranti, cinema e teatri.
POSSIBILI DEROGHE, MA DIPENDE DA CONTAGI E VACCINI - Per quelle Regioni in arancione che però avranno dati da zona gialla sono previste possibili deroghe in base all'andamento dei dati su contagi e cifre sulle somministrazioni del vaccino, in particolare alla popolazione anziane fragile. Dunque un eventuale ritorno al giallo solo per quei territori con dati epidemiologici bassi e numeri alti delle inoculazioni.
SPOSTAMENTI - Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.
iN ZONA ROSSA STOP VISITE AD AMICI, MA A PASQUA SÌ - Nelle zone rosse non sarà consentito andare a trovare parenti o amici una volta al giorno e in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) come invece sarà permesso nel weekend di Pasqua quando tutta Italia sarà in rosso. Le visite, sempre una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone, saranno invece consentite in zona arancione, all'interno del comune di residenza.
COPRIFUOCO - Confermato il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5. Anche in questo caso, il divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità.
BAR E RISTORANTI - Restano chiusi. Possibile solo l'asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti. In caso di ripristino delle zone gialle, bar e ristoranti potranno riaprire a pranzo.
PALESTRE, PISCINE, CINEMA, TEATRI, MUSEI - Ancora niente aperture fino al 30 aprile. Se la verifica di metà mese darà esito positivo e dunque torneranno le zone gialle, si potrebbe valutare la riapertura di cinema e i teatri con le regole che erano già previste nel precedente decreto: prenotazione obbligatoria, massimo 200 spettatori al chiuso e 400 all'aperto. Possibile riapertura anche per i musei.
SECONDE CASE - Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. E' il caso ad esempio di Campania Puglia e Liguria, che hanno posto per Pasqua il divieto non solo per i non residenti ma anche per i residenti. L'accesso alle seconde case per i non residenti è vietato in Valle d'Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana, Sardegna. In Sicilia si entra solo con tampone negativo effettuato 48 ore prima dell'arrivo.
OBBLIGO DI VACCINAZIONE PER SANITARI E FARMACISTI - Chiunque lavori in una struttura sanitaria, medici, infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, dipendenti anche amministrativi di Rsa e studi privati dovrà vaccinarsi. Per chi rifiuta è prevista la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all'andamento della pandemia. Quando si raggiungerà l'immunizzazione di massa o si registrerà un calo importante della diffusione del virus, la sanzione verrebbe revocata. La sospensione durerà al massimo sino al 31 dicembre del 2021. Previsto anche lo 'scudo penale' per i somministratori che seguono le regole, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.
STRETTA SUI VIAGGI - L'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza valida fino al 6 aprile prevede che tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all'ingresso in Italia in uno o più Stati e territori dell'Ue siano obbligati a sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad un periodo di 5 giorni di quarantena.
VIA LIBERA A CONCORSI PUBBLICI - Inserita nel decreto la norma che sblocca tutti i concorsi nella Pubblica Amministrazione dopo il via libera del Cts al protocollo del ministero della Funzione pubblica. Si potranno svolgere le prove su base regionale e provinciale e, dove possibile, in spazi aperti. Dal 3 maggio è consentito lo svolgimento delle procedure selettive in presenza dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni.
L’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli è intervento in videoconferenza per trattare il tema dello smaltimento macerie insieme al subcommissario Gianluca Loffredo e al neo consulente della struttura Commissariale Marco Mari, esperto della sostenibilità e della certificazione nell’ambito dell’edilizia. Presenti all’incontro anche i rappresentanti di Confindustria Marche, Usr, Arpam, Ance, Camera di Commercio, e imprese.
“La ricostruzione è ripartita – ha sottolineato Castelli in apertura della videoconferenza - e siamo riusciti ad imprimere un’adeguata accelerazione soprattutto per quanto riguarda la gestione amministrativa delle procedure e delle pratiche presso l’Usr. Proprio grazie a questa accelerazione si profilano scenari che evidenziano nuove criticità. Non più ingorghi burocratici ma criticità relative alla funzionalità, alla logistica della ricostruzione nonché alla gestione delle macerie private (pari a circa 4,2 Mln di tonnellate), mentre quelle pubbliche (circa 1,1 Mln di tonnellate) sono state già quasi sostanzialmente definite. L’incontro odierno è servito in una logica di collaborazione a stabilire i tracciati utili a governare questa situazione. Già alcuni impianti stanno cominciando a registrare i primi problemi di stoccaggio del materiale e dunque si rende necessario agire con la massima tempestività”.
“Per ovviare a ciò – ha concluso l’assessore - occorre avere un’impiantistica capace di rispondere alle esigenze di quello che sarà il più grande cratere d’Europa e favorire il riutilizzo degli aggregati riciclati provenienti dalla macinazione degli inerti per le opere infrastrutturali che verranno avviate. Per questo si è ritenuto opportuno costituire un gruppo di lavoro con Enti, associazioni e categorie per poter costruire un sistema efficace per la lavorazione e la lavorazione delle macerie, così che la ricostruzione non abbia a soffrire per ragioni collaterali al sistema amministrativo”.
"Dopo alcuni giorni della settimana in cui la curva pandemica sembrava rallentare, il dato di oggi con oltre 800 positivi ci riporta addirittura indietro di due settimane, nel bel mezzo del picco della pandemia. Speriamo che sia un dato sporadico perché altrimenti si rischia di compromettere il passaggio della nostra Regione nella fascia meno restrittiva".
A comunicarlo è il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, nel commentare i dati odierni relativi all'andamento della pandemia nel territorio marchigiano. Dati che hanno espresso una brusca impennata nel numero totale dei contagiati, schizzato a 807, con ben 260 casi in provincia di Macerata (leggi qui).
"Mi appello a tutti a continuare ad avere la massima attenzione, imposta dalla pressione sanitaria nei nostri ospedali ma anche dalla necessità di uscire quanto prima da queste restrizioni così pesanti. La Regione non ha alcuno strumento di intervento davanti a dati che ci condannano nella cabina di regia. È dura e difficile per tutti ma cerchiamo di essere scrupolosamente attenti nella nostra quotidianità" ha concluso Acquaroli.
"La patria si aspetta che ognuno faccia il proprio dovere”, dicono a una voce Mattarella, Toti, Zingaretti, Curcio, governatori, prefetti, sindaci e virologi assortiti, sull'esempio dell'ammiraglio Nelson nella battaglia di Trafalgar e di Churchill in quella d'Inghilterra: due che magari, nel loro piccolo, avevano qualche problema esplosivo in più.
Ma anche i nostri si trovano ad affrontare una campagna complicata, quella contro il Covid-19, oggi tutta tesa a centrare l'obiettivo dei cinquecentomila vaccinati al giorno e domani chissà, secondo la strategia del generale Figliuolo che gira l'Italia a controllare cambi di passo, ospedali da campo e furerie.
Le cose, ormai s'è capito, cambiano da un giorno all'altro sul terreno accidentato della pandemia, e in questa delicatissima missione salvifica basta un piccolo granello - tipo il numero verde che avvisa di non poterci collegare con l'operatore, il cervellone della Regione che ci riconosce solo quando c'è da pagare il bollo scaduto, i nostri 2,8 milioni di vaccini che vengono dirottati a Downing Street o restano incagliati nel canale di Suez - a inceppare il ciclopico ingranaggio.
Quindi si vive alla giornata, e il prossimo appuntamento da non perdere non è tanto con la scuola, i teatri, le palestre e il parrucchiere, ma con la Pasqua e le sue tradizioni. Soprattutto con le sue vacanze.
Il governo ha deciso per una tre giorni superblindata, con le solite eccezioni e i soliti tentativi di aggiramento. Per esempio ci mancherà la gita fuori porta (ma davvero ancora si va a fare il picnic?), non potendoci allontanare più di qualche metro da casa. Ma se di casa ne abbiamo una seconda o meglio, una terza, il guinzaglio che Draghi ci impone si può allungare all'infinito.
Pasqua dietro le sbarre, quindi, ma con una lima nascosta nella colomba. Perchè è vietatissimo - con piccole deroghe - allontanarsi dal comune di residenza, ma si può raggiungere un aeroporto anche fuori regione. Per andare dove? In vacanza all'estero, proprio così, esibendo la solita autocertificazione e dichiarando di doversi recare, che so, a Maiorca per partecipare alla movida di Magaluf, a Ibiza per fare il selfie coi calciatori e rispettive veline o alle Maldive come le influencer che sono già tutte stese a prendere la tintarella.
E gli spagnoli, i quali hanno dovuto annullare tutte le “Semanas santas” che attirano di solito un mare di turisti, sentitamente ringraziano. Forse si spiega con questo banale meccanismo la tanto criticata presenza di Renzi ai box del gp di Formula 1 in Bahrein, mentre l'Italia intera languiva in clausura. Insomma, “si può fare!” come diceva il dottor Frankenstein junior.
A piede libero per qualche giorno, ci si potrà affacciare nei paesi che non hanno nulla in contrario, anche quelli con lockdown a settimane alterne o il tampone incorporato. In Spagna, in Croazia, nelle isole della Grecia, in quelle caraibiche di lingua francese, quelle atlantiche di lingua portoghese, e poi molti paesi europei est-ovest, Malta inclusa.
Per non parlare delle crociere pasquali, con smartworking e Dad compresi nel prezzo (stracciato), esibendo il famoso questionario con su scritto: sto facendo il turista o il crocierista. E ci sono certi posti, come Mauritius, che offrono il vaccino gratuito (AstraZeneca) a chi desidera soggiornare da sei mesi in su.
Va da sé che in alcuni paesi c'è l'incognita dell'accoglienza, della situazione sanitaria locale, di varie ed eventuali. Al primo giro, per esempio, i paesi centro-sudamericani non ci vedevano molto bene: eravamo considerati tra i più contagiati del pianeta.
Di conseguenza, all'interno della guerra al Covid ne esplode un'altra, quella civile di un turismo a corto di ossigeno, in cui le varie lobby, associazioni e federazioni sparano le proprie cartucce. L'industria più importante del nostro tempo (e del nostro paese) lamenta una perdita secca, l'anno scorso, di una settantina di miliardi.
Gli albergatori italiani sono inferociti, e non hanno tutti i torti. Sfumati gli incassi di Natale, della stagione sciistica, e ora del prossimo weekend, si vedranno passare sotto il naso l'allegra brigata dei vacanzieri diretti agli aeroporti e contenti - è il caso di dirlo - come pasque. Non è valso, a quanto pare, il cattivo esempio del 2020.
E non è neppure giusto usare il solito clichè populista del “siamo in Italia, purtroppo”. Gli altri non sono da meno. I tedeschi, per dire, stanno per invadere le Baleari, mandando in bestia la Merkel.
In extremis, a tentare di metterci una pezza forse peggiore del buco, è il ministro Speranza che ha ordinato l'obbligo di tampone e quarantena superscontata (cinque giorni) per i vacanzieri di ritorno dall'estero. Con tutti gli aggiramenti già visti e sperimentati. In pratica, una beffa.
Ma i tre giorni di Pasqua passano presto. Già incombe il grande appuntamento dell'estate. Per scongiurare l'ennesima catastrofe del turismo si è mossa addirittura l'Ue con il capo della task force per i vaccini Thierry Breton, il quale ha mostrato in tv il facsimile del Passaporto sanitario europeo che, accompagnato da un test negativo, sarà utilizzabile - dice lui - entro tre mesi, quando si sarà raggiunta l'immunità di gregge. Che, per chi non lo sapesse, si realizza quando una parte consistente della popolazione sviluppa anticorpi in grado di contrastare un virus, fornendo protezione anche a chi non ha ancora raggiunto direttamente l'immunità.
Insomma, ci vogliono assolutamente quei cinquecentomila vaccinati al giorno di cui dicevamo all'inizio. I numeri sono sempre pesanti, tuttavia l'ottimismo non manca nonostante le clamorose gaffes.
Se da un lato c'è chi falsifica i dati sulla pandemia, dall'altro si comincia a vaccinare anche in farmacia. “I segnali positivi arriveranno, e noi ce la mettiamo tutta”, ci mandano a dire dalla cabina di regia. Anche Draghi si è appena vaccinato con AstraZeneca, a beneficio dei concittadini di poca fede.
La patria si aspetta che ognuno faccia il proprio dovere. Ma proprio ognuno, senza eccezioni.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 6140 tamponi: 3452 nel percorso nuove diagnosi (di cui 888 nello screening con percorso Antigenico) e 2688 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 23,4%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 807: 260 in provincia di Macerata, 228 in provincia di Ancona, 125 in provincia di Pesaro-Urbino, 57 in provincia di Fermo, 76 in provincia di Ascoli Piceno e 61 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (81 casi rilevati), contatti in ambito domestico (144 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (291 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (15 casi rilevati), contatti in ambito assistenziale (2 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (1 caso rilevato), screening percorso sanitario (1 caso rilevato) e 5 contatti provenienti da fuori regione.
Per altri 267 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 888 test e sono stati riscontrati 128 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 14%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un decremento rispetto alla giornata precedente, contrassegnata dall'incidenza del fine settimana: incidenza al 23,4% oggi, rispetto al 31,3% di ieri.
Confcommercio-Federalberhi commenta il provvedimento con il quale si permettono viaggi all'estero a Pasqua a fronte della chiusura per gli spostamenti tra Regioni: "La beffa oltre il danno, è necessario aprire alle persone con tampone negativo."
A Pasqua si potrà viaggiare all'estero ma non in Italia. L’apertura dei viaggi all’estero per le vacanze pasquali "assume i contorni del paradosso ed è un sintomo del cortocircuito normativo che sta creando problemi enormi alle imprese italiane in particolare a quelle del comparto turistico" affermano da Confcommercio.
L’ultima decisione di consentire i viaggi all’estero con la gran parte delle regioni chiuse e in zona rossa suona come una presa in giro per le aziende turistiche marchigiane rappresentate da Confcommercio-Federalberghi Marche, che si unisce al coro di protesta levatosi a livello nazionale: “Gli alberghi e il sistema della ricettività della nostra regione sono fermi da mesi – spiega il prof.Massimiliano Polacco Direttore Confcommercio Marche e Segretario Regionale Federalberghi Marche –, per il divieto di spostamento tra regioni".
Prosegue Polacco con tono scettico :"Non si comprende il via libera ai viaggi all’esterno mentre in Italia non ci si può muovere: tutto questo è veramente incomprensibile e illogico se basato tenendo conto del basso rischio di contagio delle persone vaccinate o con tampone negativo. Se vale all’estero deve valere anche per l’Italia e per tutti i settori del comparto ricettivo”.
Confcommercio-Federalberghi Marche chiede dunque che “si adotti – dice Emiliano Pigliapoco presidente Confcommercio - Federalberghi Marche –, subito un provvedimento che ‘liberi’ le persone vaccinate, dotate di apposita certificazione, quelle che risultino negative al tampone molecolare o antigenico (effettuato non oltre le quarantotto ore precedenti il viaggio) o abbiano il risultato di un test sierologico che dimostrino di essere guarite dalla malattia”.
Attacca il provvedimento anche Federico Scaramucci Presidente Inside Marche Live l’Associazione dei Tour Operator marchigiani per l’incoming nella Regione Marche e in Italia: “E’ assurdo – spiega –, permettere i viaggi fuori Italia e lasciare il nostro Paese e la nostra Regione, luogo ricco di bellezze e vero polo attrattore per il turismo internazionale, in una situazione nella quale non è permesso il transito tra regioni. Se è possibile uscire dall’Italia non capisco perché non si può passare da una regione all’altra e normalizzare la situazione soprattutto per chi certifica il proprio stato di saluti rispetto al Covid-19.
L' obiettivo è cercare di risollevare il Turismo facendo rete e fronte comune ma serve coerenza e serietà per darci modo di far tornare il settore sul piano che gli compete senza dimenticare la drammaticità di un dato emblematici, Scaramucci prosegue: "l’attuale emergenza sanitaria ha causato al settore turistico dell’incoming con la cancellazione del circa 90% delle prenotazioni estere!”.
Le società che militano nel campionato di Prima Categoria della regione Marche, negli ultimi mesi, si sono confrontate in videoconferenza sull’emergenza epidemiologica in atto e hanno condiviso le preoccupazioni per il futuro del calcio dilettantistico marchigiano.
Nell’ottica di ipotizzare una ripartenza dei campionati già dal prossimo settembre hanno inteso richiedere al Comitato Regionale della L.N.D. - F.I.G.C. delle risposte concrete ai vari problemi sollevati.
In particolare, le società richiedono in maniera prioritaria lo storno totale delle somme corrisposte per le iscrizioni ai campionati, per i tesseramenti e per le spese generali, in considerazione della chiusura anticipata della stagione sportiva 2019/2020 e del mancato svolgimento della stagione sportiva 2020/2021.
Si richiede, inoltre, al Comitato Regionale l'appoggio nella richiesta alla compagnia assicuratrice del rimborso di almeno i 2/3 delle somme versate a qualsiasi titolo (prime squadre, settori giovanili, ecc.) per la stagione sportiva 2020/2021 non disputata in seguito ai vari DPCM succedutisi e l'impegno a non aumentare i costi di iscrizione della prossima stagione sportiva rispetto a quelli stabiliti per il 2020/2021.
In caso di ripartenza, le società auspicano anche di poter contare su una più ampia pausa invernale e sulla possibilità di sottoscrivere, per il tramite del Comitato Regionale, un apposito accordo con l’Assessorato Regionale alla Sanità che preveda la somministrazione di vaccini ai giocatori e dirigenti delle società dilettantistiche per l’inizio dei campionati.
Da ultimo, i club vogliono anche avere chiarimenti ufficiali sulla nuova legge che dovrebbe abolire il vincolo sportivo pluriennale per i calciatori al di sotto dei 25 anni.
Cari lettori bentornati a questa nuova puntata, dopo 5 giorni di "inerzia" iniziamo a vedere un apprezzabile discesa. Il 16 marzo avevo indicato che per andare sotto la soglia della zona rossa ci sarebbero volute 2 settimane, puntuali come un orologio svizzero eccoci qua negli ultimi 7 giorni ci sono stati 248.5 casi per 100.000 abitanti.
Notiamo il -22% dei contagi regionali ed il -10% nazionale, dovremo anche aver superato il picco delle terapie intensive che comunque anche questa settimana la nostra regione mantiene la maglia nera e si hanno il 63% dei posti di terapia intensiva occupati, se non è accaduto il disastro totale possiamo solo ringraziare il Covid Hospital.
A livello nazionale probabilmente avremo in questa settimana il picco delle terapia intensive ricoveri e decessi.
Come contagi le peggiori questa settimana sono Friuli e Valle d'Aosta mentre la nostra regione risale lentamente la classifica, ma come detto rimane l'ultima per terapie intensive occupate.
Per le festività pasquali si conferma quella che potremmo definire "schizofrenia" dei regolamenti, in teoria non si può uscire di case , se non per le solite necessità a cui si aggiunge l'andare a far visita ad un congiunto una volta al giorno, ma i viaggi all'estero sono consentiti, di può andare a prendere un drink in qualche luogo esotico ma non un caffè al bar vicino casa.
Inoltre non si possono organizzare i classici pic nic di pasquetta all'aperto ma ci si può rinchiudere in casa con tavolate, ricordiamo che la casa è il luogo dove si sono registrati il numero maggiore di contagi sinceramente mi sentirei di raccomandare di incontrare amici e parenti all'aperto e se possibile pranzare sui balconi o con le finestre aperte approfittando del rialzo delle temperature e le belle giornate di sole.
Rimangono parecchi dubbi che il "tutti a casa" sia la strategia migliore se vediamo gli Stati Uniti con molte meno chiusure dell'Italia hanno una situazione molto più sotto controllo , cosa che ha anche la Svezia , certamente non è una situazione rosea con 27.7 terapie intensive per milione di abitanti , ma con chiusure minime hanno comunque la metà dei nostri ricoverati in terapie intesive , hanno un'età media di 40 anni contro i 45 anni Italiani ma da sola non può giustificare una così grande differenza di risultati.
Il piano vaccinazione procede abbastanza lentamente in Europa con 15.5 dosi somministrate per 10 abitanti. Numeri che impallidiscono davanti le 114 di israele e le oltre 40 di USA e circa 50 di UK e Cile , si fra i paesi più avanti nelle vaccinazioni vediamo che c'è il Cile, direi che basti questo per capire quanto l'Europa si sia mossa male sul piano delle vaccinazioni.
Molto interessante il caso cileno notiamo che contagi e decessi si sono totalmente decorrelati ovvero casi in crescita esponenziale ma decessi in discesa.
La piccola Gibilterra invece è il primo stato a togliere la raccomandazione delle mascherine ed anche il primo stato ad aver terminato la vaccinazione in pratica con 174 dosi somministrate per 100 abitanti.
Nella nostra regione sono ora attive le prenotazione per le persone con 70-79 anni, obiettivamente per questa classe di età i rischi connessi al vaccino sono nettamente inferiori a quelli di contrarre la malattia.
“Undici rotte dall’Aeroporto delle Marche: nove di queste riguardano nuove tratte che, a partire dai prossimi mesi, collegheranno le Marche al resto di Italia e all’Europa. Due ridefiniscono l’operatività di collegamenti già esistenti prima del Covid (Bruxelles e Londra), penalizzati a seguito della pandemia”.
È quanto ha affermato il presidente della Regione Francesco Acquaroli, presentando, alla stampa, gli esisti del bando regionale, pubblicato a metà gennaio 202, per l’avvio di nuove rotte di collegamento con l’aeroporto di Ancona e dell’avviso pubblico, sempre 2021, per stimolare la ripresa dei traffici aerei, presso lo scalo marchigiano, con contributi alle compagnie di navigazione.
Complessivamente vengono investiti 13 milioni di euro che consentiranno, grazie ai sostegni regionali, l’attivazione di undici rotte da e verso l’aeroporto delle Marche.
“La capacità della nostra Regione e la risposta che abbiamo avuto a questo bando sono elementi importanti su cui costruire azioni specifiche che possano restituire centralità ai nostri territori e potenzialità alla nostra economia – così il Presidente Acquaroli, che ha tenuto per sé la delega al Turismo e quella alle infrastrutture di carattere regionale come l’Aeroporto – Questo bando è andato nella direzione che noi auspicavamo, c’è stata un’adesione importante con proposte di collegamento interessanti e orientate alla continuità operativa, piuttosto che alla stagionalità. Il rilancio dell’Aeroporto delle Marche gioca un ruolo strategico per la centralità di Ancona e della nostra regione sul panorama nazionale e internazionale. Un obiettivo a cui stiamo lavorando con convinzione, su cui si muove anche il Protocollo d’intesa proposto dalla nostra Regione con Aeroporto-Interporto-Porto ed i rispettivi Comuni di riferimento, per il rilancio del trasporto intermodale marchigiano”.
Acquaroli ha anticipato che la Regione aprirà nuovi bandi “per posizionare lo scalo di Ancona Falconara rispetto ai principali hub nazionali (Roma e Milano) e con voli verso la Germania e la Russia: mercati di riferimento per il business e il turismo delle Marche”.
Nel dettaglio, le compagnie aeree che hanno partecipato ai bandi sono state la Tayaran Jet, per le rotte annuali su Varsavia/Bucarest; la Vueling, per la rotta stagionale su Barcellona; la Volotea, per le rotte annuali su Catania e Palermo e stagionali su Olbia, Cagliari e su un’isola greca da definire in base alla disponibilità degli slot ellenici; la Ryan Air per la rotta annuale su Niederein (Olanda-Germania).
Inoltre, Ryanair ha confermato l’operatività per le rotte annuali su Londra e Bruxelles. Nel corso della conferenza stampa è stato rimarcato come “l’apertura delle nuove rotte, in un periodo caratterizzato da una forte contrazione del traffico aereo, rappresenta un segnale molto positivo, che avrebbe potuto essere ancora più evidente se le attuali difficoltà, non avessero spinto le compagnie a una maggior ponderazione. Oltre alle rotte sopraindicate, erano stati proposti i collegamenti anche con Düsseldorf e Berlino, che sono stati successivamente ritirati”.
Oltre alle 11 nuove rotte erano già state attivate altre due rotte, con il bando 2020, verso Monaco di Baviera e Parigi. Il vicepresidente Mirco Carloni ha parlato di “una programmazione pluriennale dello scalo che mancava da tempo e che la nuova Giunta regionale ha subito impostato”.
L’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli ha rimarcato come il bando sia stato accompagnato, nel mese di gennaio scorso, “da 3 milioni di investimenti per migliorare le infrastrutture che ruotano attorno all’aeroporto”. L’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi, ha evidenziato “il segnale di ottimismo che viene dagli esiti del bando. La nostra regione, collegata a buona parte d’Europa, anche in maniera nuova, è un ottimo rimbalzo per ripartire dopo la pandemia”.
L’Azienda Sanitaria Unica Regionale ha emesso in data odierna un avviso pubblico al fine di raccogliere manifestazioni di interesse per il conferimento di incarichi di lavoro autonomo a medici specializzandi per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti SARS-Cov2.
L’avviso è volto a raccogliere manifestazioni di interesse di medici specializzandi, in formazione specialistica dal primo anno, abilitati e iscritti all’albo dell’Ordine dei Medici – Chirurghi, al fine di garantire un’efficace gestione del piano di somministrazione dei vaccini.
Il personale sarà impiegato per l’attuazione del Piano vaccinale, integrando gli organici dell’Azienda che si occupano della somministrazione. L’attività si svolgerà in coerenza con le indicazioni organizzative e i protocolli clinici definiti dalla programmazione nazionale e regionale per la vaccinazione contro il Sars-Cov2.
All’atto della manifestazione di interesse, il medico specializzando potrà esprimere le preferenze circa l’area vasta in cui prestare la propria attività, precisando l’ordine tra le seguenti: ASUR MARCHE – Area Vasta n.1; ASUR MARCHE – Area Vasta n.2; ASUR MARCHE – Area Vasta n.3; ASUR MARCHE – Area Vasta n.4; ASUR MARCHE - Area Vasta n.5.
La manifestazione di interesse va presentata unicamente tramite procedura telematica, accedendo al seguente indirizzo: clicca qui, compilando lo specifico modulo online secondo le istruzioni riportate nell’Allegato 1 che costituisce parte integrante dell’avviso.
Per maggiori informazioni: sezione Bandi di Concorso – Direzione Generale del sito Aziendale (www.asur.marche.it).