Controlli interforze durante il weekend nel Fermano
È di 21 sanzioni per violazione delle regole anti-covid il bilancio dei controlli effettuati nel fine settimana da personale della Polizia di Stato, militari dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto ed equipaggi delle Polizie Locali di Fermo, Porto San Giorgio e Porto Sant'Elpidio, con posti di controllo e verifiche dinamiche sulle strade e nelle zone di aggregazione spontanea della costa. Identificate circa 500 persone, controllati più di 150 veicoli e quasi 60 esercizi pubblici di ristorazione.
Poche le sanzioni per violazioni al Codice della strada, mentre sono state complessivamente 21 quelle contestate per l'inottemperanza alle norme anti pandemia.
Sono 12 le sanzioni elevate da carabinieri e polizia soprattutto nei confronti di giovani, per il mancato uso della mascherina (o la mancata disponibilità al seguito) in luoghi di aggregazione spontanea. I multati hanno un'età media di circa 20 anni. Nove gli esercizi di ristorazione sanzionati dal personale della Divisone Amministrativa della Questura di Fermo per il mancato rispetto delle disposizioni nazionali e regionali in materia.
Nei Comuni di Porto San Giorgio, Porto Sant'Elpidio e nel quartiere di Lido di Fermo i poliziotti hanno riscontrato, in particolare, la violazione delle norme inerenti la somministrazione dei pasti all'aperto - soprattutto in verande chiuse ma solo con le finestre aperte e per il mancato rispetto del numero massimo di clienti per tavolo.
(Fonte Ansa)
Il Parco Zoo Falconara festeggia la ripartenza della stagione 2021 con un lieto evento e l’arrivo di nuove specie.
È venuto alla luce nelle scorse settimane Sakè, cucciolo di scimmia saki dalla faccia bianca, figlio di Gino e Lynette, la coppia ospite della struttura da due anni.
I primi visitatori lo hanno conosciuto questa mattina, lunedì 3 maggio, quando il giardino zoologico marchigiano ha riaperto i cancelli.
Per conoscere il sesso del piccolo saki, che al momento vive aggrappato alle spalle della mamma, occorrerà attendere: solo con il passare del tempo si saprà con certezza se Sakè avrà la tipica maschera bianca sul pelo bruno, caratteristica esclusiva dei maschi.
Intanto, per la ripartenza, in ritardo a causa delle restrizioni legate all’emergenza Covid, il Parco Zoo ha messo al primo posto la salute dei visitatori adottando un rigido protocollo di sicurezza per l’accesso: previsti, tra l’altro, il divieto di assembramento, l’obbligo di mascherina e l’acquisto dei biglietti on line la domenica e nei giorni festivi sul sito (www.parcozoofalconara.com à shop à biglietteria).
Quest’anno la struttura di Falconara si è arricchita di nuove specie.
Direttamente da uno zoo tedesco è arrivata una famiglia di cinque tamarini imperatore, composta dal papà e quattro figli. I nuovi ospiti, originari del Sud America, sono piccole scimmie dai lunghi e vistosi baffi bianchi.
Tra le new entry anche quattro esemplari di spatola bianca, grande volatile dal piumaggio candido e l’originale becco appiattito e a forma di spatola, che condividono la voliera con l’ibis eremita, raro uccello migratore a rischio estinzione.
Allargata, infine, la famiglia dei rettili con l’arrivo di due pitoni verdi arboricoli. La specie deve il suo nome al colore della livrea che negli adulti è verde o azzurra, mentre nei giovani è rossa o gialla. Si tratta di pitoni di dimensioni contenute e aspetto longilineo.
Il Parco Zoo Falconara è aperto tutti i giorni, dalle 9 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30).
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 779 tamponi: 318 nel percorso nuove diagnosi (di cui 52 nello screening con percorso Antigenico) e 461 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 18,6%).I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 59 (7 in provincia di Macerata, 16 in provincia di Ancona, 30 in provincia di Pesaro-Urbino, 2 in provincia di Fermo, 2 in provincia di Ascoli Piceno e 2 fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (18 casi rilevati), contatti in setting domestico (13 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (14 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (1 caso rilevato), contatti in ambiente di vita/socialità (1 caso rilevato), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (1 caso rilevato), screening percorso sanitario (1 caso rilevato) e 1 caso proveniente da fuori regione. Per altri 9 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 52 test e sono stati riscontrati 2 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 4%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un incremento rispetto alla giornata precedente (cosa consueta nei weekend visto che vengono fatti tamponi più mirati): incidenza al'18,6% oggi, contro il 13,6% ieri.
Rimane invariato, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali (482), di cui 69 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Sono, invece, 12 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 128 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 53 al Covid Hospital e 25 a Camerino. Altre 4 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si è verificato un decesso correlato al Covid-19.
Si tratta di una 93enne di Fano che è spirata all'ospedale di Pesaro.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2945 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (970), mentre sono 490 quelle totali nella provincia di Macerata.
Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico.
“L’impronta scarlatta dell’assassino che scagiona la Franzoni” fu la notizia riportata da tutti i maggiori quotidiani nazionali dell’epoca, quando tutta Italia era mediaticamente coinvolta dal delitto avvenuto a Cogne, in cui fu ucciso il piccolo Samuele.
Ma qualcosa non quadrava! Furono i consulenti tecnici incaricati dalla Procura di Aosta che scoprirono che la famosa “impronta dell’assassino” non era stata impressa sul sangue e/o col sangue, bensì che era stata stampata come un timbro sul luminol. Fu scoperto che prima era stato spruzzato il luminol e che l’impronta era arrivata solo dopo. Cosa era accaduto? Lo ammise in aula con deposizione spontanea in un’udienza del Cogne bis, il fotografo svizzero che fu accusato di aver inquinato la scena del delitto del piccolo Samuele Lorenzi:
“Per errore ho lasciato l’impronta sulla porta della camera da letto della villa di Cogne, dove mi ero recato per fare fotografie ai risultati del trattamento del luminol per conto del collegio difensivo – ha detto – e volevo presentare le dimissioni dall'istituto per cui lavoro, ma i miei superiori mi hanno dissuaso dal farlo perché la condizione in cui avevo lavorato quella notte poteva spiegare un incidentale contatto con la porta”.
Il delitto di Cogne ebbe immediatamente un forte impatto mediatico. I carabinieri preposti alle indagini si trovarono innanzi ad una scena del delitto compromessa a causa dei numerosi accessi sui luoghi anche a seguito dei tentativi di soccorso di numerose persone.
Alla fine, arriva la svolta e viene accusata di omicidio volontario la madre del piccolo Samuele, Annamaria Franzoni. A 19 anni dal terribile delitto la donna, che dopo anni di detenzione è ritornata in famiglia, non ha mai confessato la sua colpevolezza mentre gli esperti, nel giugno del 2006, conclusero che la Franzoni avrebbe sofferto di un grave disturbo di personalità e avrebbe compiuto il delitto in uno “stato crepuscolare” per cui può aver ucciso il suo bambino ma l’ avrebbe rimosso.
Il caso è risolto ma molti ancora si chiedono se Annamaria è colpevole o innocente.
Questo è solo uno, forse il primo di tanti casi mediaticamente altisonanti, in cui si è iniziato a parlare dell’importanza della fase del sopralluogo, che ha quale fine quella importantissima di assicurare le fonti di prova, chiarire la dinamica del crimine ed identificarne l’autore.
L’analisi della scena del crimine è una tappa fondamentale delle indagini che nella maggior parte dei casi diventa determinante per la risoluzione del caso stesso.
Proprio per questa sua rilevanza occorre adottare tutta una serie di regole per un corretto intervento.
Le indagini tecniche consistono in un’opera di ricerca che ripercorre a ritroso l’iter del crimine per ricostruire, tra l’altro, lo scenario, il modus operandi dell’autore, fornendo utili dati per la sua identificazione.
La legge in Italia non prevede l’individuazione del così detto ”Responsabile della scena del crimine”: ossia di una figura istituzionale che si faccia carico di conservare il più intatto possibile l’ambiente interessato da un delitto. Eppure la conservazione ottimale del luogo del delitto è una componente indispensabile per raccogliere prove “non corrotte”, utili ai fini delle indagini. Un reperto degradato, mal conservato, contaminato da agenti esterni non potrà rivelarsi decisivo in sede dibattimentale, una scena del crimine mal gestita può dar luogo a gravi conseguenze.
Proprio per l’importanza che le tecniche investigative assumono nell’indagine su di un fatto delittuoso, esse richiedono la conoscenza e l’attuazione di adeguati protocolli di svolgimento e una specifica e sempre aggiornata professionalità in chi le compie.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili al mondo dello sport ed in particolare alla recente riforma del diritto sportivo con l’approvazione in data 24.11.2020 da parte del Consiglio dei Ministri di 5 dei 6 decreti legislativi in attuazione della Legge Delega n. 86/2019 in materia di riforma dell'ordinamento sportivo e di semplificazione del sistema sportivo.
Di seguito l’analisi dell’avvocato Oberdan Pantana su tale vicenda.
Mentre sulla Superlega Europea è scontro totale, dal 1° luglio 2022 le limitazioni alla libertà contrattuale dell’atleta, individuate come vincolo sportivo, sono eliminate; le Federazioni sportive nazionali possono dettare una disciplina transitoria che preveda la diminuzione progressiva della durata massima dello stesso. Decorso il termine di cui sopra il vincolo sportivo si intende abolito (art. 31 del D.lgs. 28.02.2021, n. 36).
La questione del vincolo sportivo è annosa, ha impegnato fiumi di inchiostro in dottrina e giurisprudenza, ma non è mai stata risolta e quindi il legislatore è finalmente intervenuto.
Il vincolo sportivo è quel rapporto giuridico che vincola, in conseguenza del tesseramento, un giocatore ad un club in forza del quale l’atleta si obbliga a svolgere la propria attività agonistica esclusivamente con la società con cui si tessera. L’obbligo di tesseramento annuale è stato fissato sino al compimento del 16esimo anno del giocatore e, fino ad oggi, il tesseramento annuale in ambito dilettante era previsto solo in favore dei ragazzi sotto i 14 anni. Dal 14esimo al 16esimo anno di età si poteva decidere di continuare a giocare presso la società di appartenenza con un vincolo annuale, tranne se si decideva, fin dal primo tesseramento successivo al 14esimo anno, di un vincolo pluriennale, la cui durata veniva fissata sino al termine della stagione in cui il ragazzo compiva 25 anni. Per il calcio bisogna fare riferimento alle NOIF - Norme Organizzative Interne della FIGC e, in particolare, all’art. 32 che disciplina i giovani dilettanti il quale così recita:
1. I calciatori, giovani, dal 14esimo anno di età anagraficamente compiuto possono assumere con la società della Lega Nazionale Dilettanti, per la quale sono già tesserati, vincolo di tesseramento sino al termine della stagione sportiva entro la quale abbiano anagraficamente compiuto il 25esimo anno di età acquisendo la qualifica di “giovani dilettanti”.
Appare evidente come il diritto fondamentale dell’atleta di svolgere liberamente l’attività agonistica in forma non professionistica sia gravemente compromesso dal vincolo sportivo, al quale egli si assoggetta per un tempo irragionevole con la famigerata sottoscrizione del “cartellino” che ne certifica la relazione con una società.
In dottrina si è sempre sostenuto che il vincolo sportivo per un tempo indeterminato o irragionevolmente lungo deve ritenersi nullo di diritto ex art. 1418 c.c. perché contrasta con i principi generali stabiliti dalla Carta Costituzionale, dall’art. 1 della Legge 23.03.1981, n. 91 secondo cui “l’esercizio dell’attività sportiva, si essa svolta in forma individuale o collettiva, sia in forma professionistica o dilettantistica, è libero”; sino ad oggi però il vincolo sportivo è stato sempre salvato sulla base della cd. “patrimonializzazione dell’atleta”.
Si è infatti sempre sostenuto che il vincolo sportivo trova la sua ragion d’essere nell’esigenza di evitare la dispersione del patrimonio sociale che, costituito dagli atleti tesserati, sarebbe l’unica fonte di sostegno dell’attività agonistica nelle associazioni dilettantistiche.
Così l’atleta è diventato una “res in commercio” come dimostra la persistente e diffusa speculazione economica di prestiti, compravendite di calciatori anche nelle piccole società.
Di sportivo non vi è nulla se non una mentalità che ha portato alla mercificazione delle prestazioni sportive. Finalmente il legislatore italiano è intervenuto abolendo il vincolo sportivo e disciplinando la materia nel senso che:
Le Federazioni Sportive Nazionali prevedono con proprio regolamento che, in caso di primo contratto di lavoro sportivo:
a) le società sportive professionistiche riconoscono un premio di formazione tecnica proporzionalmente suddiviso, secondo modalità e parametri che tengono conto della durata e del contenuto formativo del rapporto, tra le società sportive dilettantistiche presso le quali l'atleta ha svolto attività dilettantistica, amatoriale o giovanile ed in cui ha svolto il proprio percorso di formazione, ovvero tra le società sportive professionistiche presso le quali l'atleta ha svolto attività giovanile ed in cui ha svolto il proprio percorso di formazione;
b) le società sportive dilettantistiche riconoscono un premio di formazione tecnica proporzionalmente suddiviso, secondo modalità e parametri che tengono adeguatamente conto della durata e del contenuto formativo del rapporto, tra le società sportive dilettantistiche presso le quali l'atleta ha svolto attività amatoriale o giovanile ed in cui ha svolto il proprio percorso di formazione.
La misura del premio di cui al presente articolo è individuata dalle singole federazioni secondo modalità e parametri che tengano adeguatamente conto dell'età degli atleti, nonché della durata e del contenuto patrimoniale del rapporto tra questi ultimi e la società o associazione sportiva con la quale concludono il primo contratto di lavoro sportivo.
A mio giudizio l’abolizione del vincolo sportivo interpreta i principi costituzionali e non nuocerà al mondo dei dilettanti perché metterà fine solo alla mercificazione della prestazione sportiva. Capisco che è un cambio di prospettica Copernicano ma era tempo di arrivarci e ora tutti gli interpreti lo devono vivere con molta serenità di giudizio e di intenti.
D’altra parte in Europa il vincolo sportivo esiste ancora solo in Grecia e in Italia. Nato come salvaguardia per le società più piccole è diventato di fatto una fonte di guadagno e di ricatto impedendo la libertà individuale.
Di sicuro interesse, per completare il quadro, sono gli artt. 25, 26 e 29 con i quali vengono introdotte le figure dell’amatore sportivo e del lavoratore sportivo.
Rammento per l’amatore sportivo che oltre la soglia di € 10.000,00 le entrate diventano professionali per l’intero importo con necessità di inquadrare il rapporto come "lavoratore sportivo", definito come colui che "senza alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercita l'attività sportiva verso un corrispettivo al di fuori delle prestazioni amatoriali", tramite un contratto di lavoro subordinato anche a termine non superiore ai 5 anni, autonomo o co.co.co con tutte le ricadute di natura tributaria e previdenziale conseguenti.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"Speravamo nel secondo trimestre, come ampiamente annunciato, di poter svoltare sulle vaccinazioni. Ma il calendario dei rifornimenti segnala ancora per maggio, bonaccia. Dal primo al venti maggio arriveranno 220.000 dosi, molte di meno di quelle che potenzialmente possiamo somministrare”. Lo dichiara, tramite un post Facebook, l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, il quale fa il consueto punto sulla situazione vaccinale nelle Marche.
“Ieri abbiamo inoculato quasi 14.000 vaccini, ma oggi, primo maggio, siamo dovuti scendere di 3 forse 4000 dosi” prosegue l’assessore.
“E pure domani si dovrà calare. Probabilmente lunedì dovremo rinviare molte prime dosi. Torneremo a 12.000 vaccini al giorno verso la fine della prossima settimana. Anche io vorrei capire questi fantomatici milioni di sieri quando arriveranno” lamenta Saltamartini.
“Intanto – prosegue - chiedo scusa per il disagio creato a molte persone ultraottantenni che si erano recati a San Severino e senza nessun preavviso hanno trovato chiuso il punto vaccinale".
"Altro disagio per l'invio di appuntamenti per insegnanti che poi hanno vista respinta la loro richieste di essere vaccinati. Sarebbe stato tutto più semplice con un sms. Ma è andata così. Ho chiesto una relazione per valutare l'accaduto, ma assumo sulla mia persona la responsabilità”.
"Cerchiamo, tuttavia, come ho fatto aprendo questo slot di comunicazioni con i cittadini, di guardare le cose positive. Le Marche sono saldamento in testa (oggi in seconda posizione) come efficienza tra numeri di dosi ricevute e dosi somministrate".
"In secondo luogo il sistema dei punti vaccinali aperti a dicembre con lo screening di massa funziona.Non resta che attendere che l'UE e l'Italia possano ottenere, prima dell'inizio dell'estate, le dosi che servono per la profilassi di massa”, conclude Saltamartini.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si è verificato un decesso correlati al Covid-19.
Si tratta di un 91enne, originario di San'Elpidio a Mare, che si è spento all'ospedale 'A.Murri' di Fermo.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2944 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (969), mentre sono 490 quelle totali nella provincia di Macerata.
"Devi togliere un 8.60 e mettere un 8.70...". Sta scoppiando una vera e propria bufera nel mondo arbitrale del calcio italiano. Tutto è partito da una denuncia presentata dai tesserati dell’Associazione Italiana Arbitri Niccolò Baroni e Daniele Minelli che hanno portato alla luce dei giustizi post-gara adeguatamente ‘ritoccati’ per favorire il salto in serie A di alcuni fischietti.
A scoperchiare il vaso di pandora una chat WhatsApp segreta composta dai componenti della commissione arbitri del torneo cadetto in cui si legiferava appunto su cambi di voti ad hoc.
I messaggi risalgono al 21 agosto 2020, quando, a campionato concluso, si stila la graduatoria finale degli arbitri: "Ci mancano ancora tutti i voti dei playoff, nomi e schede di promossi e dismessi», esordisce Davide Garbini (membro della Can B, oggi unificata con la Can A) che ha il file Excel aperto. Morganti dà una prima indicazione: «8.60 a tutti». Poi suggerisce: «Prova Abbattista 8.70» e qualche messaggio dopo posta un’emoticon sorridente. C’è poi una terza persona, non identificata, che ha un’idea: «Occorre mettere 8.70 a Sacchi, a Fourneau e Abbattista…». Garbini rimanda l’elenco, modificato: «Viene così coi tre 8.70»".
Minelli e Baroni fanno ricorso, respinto dal tribunale federale nazionale, ma vengono contattati da Di Fiore che dice loro che lui quell'8.70 ad Abbattista non l'ha mai dato ma che si era fermato a 8.60 e quel 0,10 per la promozione gli è stato dato da qualcun altro. Il referto lo conferma e da qui la denuncia alla Procura di Roma.
Anche la Procura della Federcalcio è da settimane al lavoro sulla denuncia, secondo la quale sarebbe stata manipolata la graduatoria degli arbitri della Can B dell'Aia della stagione 2019-20, attraverso la falsificazione dei voti attribuiti dagli osservatori che avrebbero poi determinato le dismissioni di alcuni associati". Lo apprende l'Ansa da fonti della Federcalcio. "La Procura Figc diretta da Giuseppe Chinè nelle scorse settimane ha già svolto decine di interrogatori ed ha inoltre acquisito una serie di documenti presso gli uffici dell'Aia. La conclusione delle indagini è prevista nei prossimi giorni”.
"Vi auguro di trascorrere un buon primo maggio. In particolare il mio pensiero oggi va a chi, a causa delle restrizioni per contrastare la pandemia, ha visto ridotta la possibilità di lavorare".
E' quanto affermato dal Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli in occasione della Festa dei Lavoratori che ricade in una situazione sociale ed economica che l'emergenza sanitaria ha reso ancor più complessa e difficile, il presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini ricorda "le tante, troppe ferite aperte nella nostra Regione, tutti quelli che sono senza lavoro, che equivale a essere senza dignità di persona. Troppo poco e troppo superficialmente affrontiamo, e quasi mai con il dovuto coraggio, la questione di dare un'occupazione stabile a chi la sta cercando - ammonisce - Non è un percorso irreversibile quello dell'uscita anzitempo dal lavoro, degli anni di cassa integrazione. E pensiamo a molti giovani che neppure hanno entrambe le possibilità". Secondo il presidente uno dei problemi è quello di essersi abituati al fatto che "così vanno le cose, per l'economia su scala globale, le dinamiche economiche, la straordinaria trasformazione dei luoghi di lavoro, delle modalità produttive, che travolgono tutti nell'onda di un diverso sistema in cui l'occupazione nei nostri territori diminuisce sempre di più. Si è dei perdenti .- sottolinea - se si pensa che non sia possibile fare nulla per cambiare".
l messaggio di Latini è quello che "dobbiamo osare, imporre un sistema di lavoro che appartenga alle Marche ed ai suoi cittadini, con riduzione di sacche di privilegi derivanti da una politica, e non dai politici, che risulta non essere autorevole se non è in grado di togliere il gravame burocratico che ingessa tante iniziative e di tutelare i lavoratori nel loro status di persona con dignità di essere rispettata quando è al servizio degli altri. Se non osiamo - insiste -, la diseguaglianza, che la pandemia ha allargato fra garantiti e non garantiti, ci porterà a scontri sociali tra chi chiede giustizia e sopravvivenza e chi non sente la necessità di condividere con gli altri le sue prerogative".
"Osiamo ora come Regione, come marchigiani e come cittadini . esorta - per tutelare il lavoro come deve essere inteso nel 2021 e negli anni a venire. Il nostro pensiero va oggi ai lavoratori, alle loro vite di sacrifici, alle persone che chiedono lavoro, ai giovani che desiderano occupazione".
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5258 tamponi: 2944 nel percorso nuove diagnosi (di cui 990 nello screening con percorso Antigenico) e 2314 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari all'8,8%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 259: 50 in provincia di Macerata, 27 in provincia di Ancona, 80 in provincia di Pesaro-Urbino, 34 in provincia di Fermo, 51 in provincia di Ascoli Piceno e 17 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (51 casi rilevati), contatti in ambito domestico (50 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (70 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (1 caso rilevato), contatti in ambito assistenziale (1 caso rilevato), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (8 casi rilevati), screening percorso sanitario (1 caso rilevato).
Per altri 77 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 990 test e sono stati riscontrati 72 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare).
Il rapporto positivi/testati è pari al 7%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza all'8,8% oggi, contro il 14,1% ieri
Venuta in visita nelle Marche, sei mesi dopo le regionali che hanno portato all'elezione di Francesco Acquaroli come primo presidente di centrodestra, la leader di Fdi, Giorgia Meloni, è "orgogliosa del lavoro fatto", di una Regione che è "avanguardia": "non lo dico io, lo dicono i fatti" ha osservato durante una manifestazione a Numana. A partire dalla gestione della pandemia: "le Marche sono prime per numero dei vaccinati e una delle primissime ad avere attivato l'accordo con i medici di base per le vaccinazioni che Fratelli d'Italia propone da un anno".
Stessa cosa per la scuola: "le Marche sono state la prima Regione a varare un piano di risorse per la ventilazione meccanica controllata nelle aule". Meloni ha elogiato anche il modo di governare del presidente di Fdi: "bisogna cercare soluzioni insieme, non calate dall'alto. Anche perché ormai siamo in sindemia, cosa più grave, complessa e articolata della pandemia, ci sono conseguenze economiche e sociali". E anche sulla stessa sanità "ritardi dovuti allo stop delle attività extra covid". Anche l'economia "è malata, ma fortunatamente qui è forte il rapporto con l'economia reale".
Tra i risultati ottenuti dalla Regione Marche nei sei mesi a guida centrodestra, "il tema delle infrastrutture, dell'intermodalità con la connessione di porto, aeroporto e interporto e la creazione di uno dei maggiori hub in Italia e in Europa", anche se c'è un contenzioso con il governo sul cosiddetto "ultimo miglio del porto di Ancona", il collegamento dello scalo con la grande viabilità, non inserito nel Pnrr, "anche se avevamo sottolineato l'importanza strategica dei porti". E infine il turismo, un settore in cui "bisogna credere.
Solo con questa amministrazione è stata creata un'Agenzia per il turismo e l'internazionalizzazione".
(Fonte Ansa)
Le piccole e medie imprese potranno, a breve, richiedere gratuitamente alla Regione Marche servizi di informazione e di assistenza utili per le stesse nel settore tributario, bancario e di internazionalizzazione.
Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuto un importante confronto presso la sede dell'Associazione “Tutela Impresa” di Civitanova Marche tra le associazioni datoriali e il consigliere regionale Marco Marinangeli, membro della commissione Attività Produttive.
All'incontro hanno partecipato il Presidente dell'Associazione Tutela Impresa/collegata Casartigiani, Giuseppe Tosoni e il vicepresidente Pasquale De Angelis, l'Avvocato Simone Giardina in rappresentanza dell'Associazione Nazionale Contribuenti Web, il Segretario Nazionale della Fitesc (Federazione Italiana) Roberto Italiano anche in rappresentanza della Confal regionale - Confederazione Lavoratori autonomi e il noto imprenditore pesarese Marcello Berloni, fondatore del marchio "Berloni Cucine", famoso in tutto il mondo.
Nel corso della riunione sono state esaminate e commentate alcune normative di legge, troppo spesso indicate politicamente come "bazooka di fuoco", "miracolosi interventi salva aziende", "condoni" ma che "all’atto pratico - sottolinea Tosoni - non hanno mai raggiunto gli scopi politicamente evidenziati, non essendo state assolutamente di valido sostegno per le aziende, chiaramente bisognose di ben altri fatti concreti".
"Sono quindi intervenuti i professionisti sopracitati, esperti e specializzati nel settore tributario/riscossivo, che hanno rilevato l’inefficacia del maldestro "Decreto Sostegni", fatto di sola vuota propaganda - aggiunge Tosoni -. Infatti va rilevato che le cartelle esattoriali emesse nel periodo 2000-2010 sono quasi tutte da considerarsi prescritte e pertanto non si può assolutamente parlare di alcuna agevolazione, condono o grandi vantaggi per le aziende, che in aggiunta possono considerare anche le molte altre valide eccezioni per richiedere l’annullamento delle stesse cartelle qualora non prescritte".
"Pertanto, in sede di conversione dell’attuale Decreto Sostegni, dovrebbe quanto mai essere reintrodotto l’iniziale periodo di agevolazione fino al 2015 e innalzare opportunamente il tetto dei 5.000 euro per ogni carico, magari fino a 10/15.000 euro" prosegue Tosoni.
Il dott. Roberto Italiano, sempre critico sulle normative di sostegno e ristoro, ha evidenziato che troppo spesso le stesse "sono inadeguate alle esigenze aziendali e circondate da troppa burocrazia e con discrezionalità riconosciuta al settore bancario, che ostacola molte volte le concessioni degli aiuti promessi".
Nel proprio intervento l'imprenditore Marcello Berloni ha sottolineato il penalizzante meccanismo dei ristori, previsto per chi ha avuto una diminuzione del proprio fatturato 2020 rispetto all'anno precedente di almeno il 30%: "Oltre all'esiguità degli importi riconosciuti, la sola riduzione anche di qualche minima entità annulla anche tale minimo aiuto per le aziende danneggiate. Per il settore turismo occorre che la Regione si faccia promotrice di importanti e concrete azioni di rilancio del nostro territorio, ritenuto tra i più belli d'Italia".
Il Presidente Giuseppe Tosoni ha, inoltre, evidenziato la volontà della stessa Associazione "Tutela Impresa" di mettere a disposizione della Regione Marche e di tutte le aziende marchigiane interessate, uno sportello informativo gratuito per la soluzione delle principali criticità aziendali, tra le quali ha illustrato settore tributario, bancario e l'accesso a finanza agevolata.
Lo stesso Presidente ha evidenziato che presto l'Associazione e quelle rappresentate già aderenti si costituiranno in Confederazione Nazionale, visto anche l'interesse a far parte del gruppo di altre importanti Associazioni, Sindacati e Gruppi importanti di Aziende.
Il Consigliere regionale Marco Marinangeli, componente della seconda commissione attività produttive ha manifestato la volontà di essere vicino alle aziende in questa fase molto difficile e complicata: "Ne sono testimonianza dopo appena pochi mesi di Governo regionale - ha sottolinearo Marinangeli -, l'avere recuperato contributi a fondo perduto per micro e piccole aziende, seppure i così detti ristori siano prerogativa del Governo nazionale e misure a sostegno del commercio".
"Inoltre martedì 27 aprile è stata votata all'unanimità la nuova legge sulle startup innovative, con l'obiettivo di diffondere la cultura dell'innovazione e dell'imprenditorialità per creare nuova occupazione e offrire ai giovani le condizioni di poter lavorare e scegliere il loro futuro nelle Marche e non necessariamente cercare fortuna altrove - ha aggunto Marinangeli -. L'Amministrazione regionale oltre a regolamentare la creazione di startup ha stanziato 1 milione di euro per favorire questo processo di ripartenza. Ulteriore attenzione dovrà essere rappresentata nel percorso di internalizzazione delle nostre aziende".
Il transito di una perturbazione sul nord Italia attiverà sulla regione Marche forti venti di Garbino dal pomeriggio di sabato e fino al pomeriggio di domenica con raffiche fino a tempesta violenta sulle zone altocollinari e montane, burrasca forte sulle zone collinari e vento forte lungo la costa.
A sottolinearlo è un'allerta meteo della Protezione Civile, valida sino alle ore 15:00 di domenica 2 maggio.
In particolare, per la giornata di sabato primo maggio si prevede un cielo poco nuvoloso, per l'alternanza di annuvolamenti e schiarite dovute al transito di nubi orografiche, ma con maggiori addensamenti sui rilievi appenninici. Ci sarà, inoltre, la possibilità di brevi piovaschi sulle zone montane e occasionali altrove.
Le temperature saranno stazionarie o in lieve aumento. Al primo mattino i venti saranno deboli dai quadranti meridionali, per disporsi da sud-ovest nel pomeriggio e aumentare gradualmente di intensità con raffiche che in serata arriveranno fino a tempesta violenta sulle zone alto-collinari e montane e fino a burrasca sulla fascia collinare.
Nella giornata di domenica 2 maggio, invece, si segnalano venti forti sud-occidentali con raffiche fino a tempesta violenta. Le precipitazioni, però, saranno assenti con temperature in aumento.
"Il Ministro Speranza mi ha confermato che anche la prossima settimana la nostra regione resterà in zona gialla. Mi raccomando la massima attenzione"
Attraverso una stringata nota sui social il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha confermato la zona gialla del territorio marchigiano per la seconda settimana di fila.
Il monitoraggio settimanale dei casi Covid vede l'indice Rt nazionale in lieve aumento rispetto alla scorsa settimana: 0.85 rispetto allo 0.81 di venerdì scorso. È scesa invece l’incidenza: 146 casi settimanali per centomila abitanti (contro i 157 di 7 giorni fa).
Ci si potrà, dunque, spostare liberamente senza green pass o autocertificazione, mentre per spostarsi da o verso regioni rosse o arancioni servirà il pass (rappresentato dal certificato vaccinale, di negatività al tampone o di guarigione dal Covid).
In zona gialla, riprenderanno diverse attività. Sarà possibile pranzare o cenare solo nei luoghi di ristorazione con tavoli all'aperto.
Riapriranno anche i musei, mentre gli eventi in teatri, sale da concerto, cinema, live-club e in altri locali o spazi anche all'aperto saranno svolti solo con posti a sedere preassegnati con distanza di almeno un metro; la capienza non può essere superiore al 50% di quella massima, ma con un tetto di 1.000 spettatori all'aperto e 500 al chiuso.
Alcuni eventi si potranno riservare solo a chi abbia certificato verde. In relazione all'andamento epidemiologico e alle caratteristiche dei siti, si potrà autorizzare la presenza anche di un numero maggiore di spettatori all'aperto, nel rispetto delle indicazioni del Cts e delle linee guida.
Alla presenza del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il Commissario alla Ricostruzione Sisma 2016, Giovanni Legnini, ed il Prefetto Carmine Valente, responsabile della Struttura di Missione sisma del Viminale, è stato firmato oggi a Roma un Accordo di Collaborazione per la definizione dei Protocolli di legalità con le Prefetture per i controlli sui cantieri della ricostruzione post sisma 2016.
Il Protocollo attiva tutte le procedure che dovranno essere seguite nei cantieri, sia pubblici che privati, anche attraverso sistemi di rilevazione elettronica delle presenze di uomini e mezzi, ai fini dei controlli affidati alle autorità proposte.
“Questo accordo segna un passaggio strategico per garantire legalità e sicurezza nell’opera di ricostruzione nel Centro Italia”, ha dichiarato il Ministro Lamorgese. “L’impegno comune del Commissario di Governo, della Struttura di missione del ministero dell’Interno e di tutte le Prefetture coinvolte costituisce infatti – ha aggiunto il Ministro - una preziosa rete sul territorio in grado di intercettare e di contrastare possibili infiltrazioni criminali, anche ponendo una doverosa attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro e senza penalizzare la celerità nell’apertura dei cantieri”.
“Il Protocollo è di fondamentale importanza – ha sottolineato il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini - perché attiverà dinamiche e processi concreti, senza precedenti, per il controllo delle attività nei cantieri della ricostruzione. In questi mesi abbiamo fatto tutto il possibile per semplificare norme e procedure, ma è necessario che ci sia un equilibrio con l’esigenza di assicurare la legalità. Il Protocollo serve proprio a questo: irrobustire i controlli antimafia, contrastare il lavoro nero, il dumping contrattuale, l’evasione contributiva, assicurare il rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il badge di cantiere ci permetterà di acquisire i dati su tutte le presenze di uomini e mezzi nei luoghi di lavoro che servono alle autorità preposte per i necessari controlli”.
I contenuti dell’accordo contemplano l’attivazione della piattaforma informatica, che conterrà tutti i dati preventivi dai badge e settimanale di cantiere, e l’attivazione dei tavoli di legalità in tutte le 10 Prefetture del cratere, con il coinvolgimento delle istituzioni territoriali, delle casse edili e degli enti bilaterali.
Si tratta di un altro importante passo verso una ricostruzione rapida e di qualità: “Semplicità e legalità devono stare insieme, è un dovere a cui lo Stato deve assolvere nei confronti dei moltissimi cittadini danneggiati dal sisma”.
In diretta televisiva su Class Cnbc ed in streaming sul sito MilanoFinanza.it, al Banco Marchigiano è stato assegnato ufficialmente ieri il premio "Creatori di valore" come migliore Banca nelle Marche.
“In questa delicata e importantissima fase di ripartenza – ha commentato il direttore generale Marco Moreschi nel corso della cerimonia dei Banking Awards 2021, organizzata nell’ambito dell’evento Milano Capitali 2021 - come banca a vocazione regionale ci diamo l’obiettivo di fare sintesi e coniugare tra loro le istanze che arrivano dal territorio, dalle famiglie, dalla piccola impresa, dalle associazioni di categoria e dalle istituzioni, Regione, Province e Comuni in primis”.
Doverosi i ringraziamenti “per un premio inaspettato – ha detto il Dg – che conferma la bontà del lavoro che stiamo portando avanti e alimenta il nostro già elevato entusiasmo per fare sempre meglio a beneficio del territorio regionale”.
Il riconoscimento ricevuto ieri è scaturito dal rigoroso ranking “L’Atlante delle Banche leader 2020”, elaborato come ogni anno dall’autorevole quotidiano nazionale economico-finanziario MF e stilato in collaborazione con la società di consulenza internazionale Accenture che ha messo sotto la lente i bilanci di 49 Gruppi Bancari e 362 Istituti di credito italiani ed ha esaminato un articolato ventaglio di dati oggettivi, valori e parametri di riferimento, tra cui i mezzi amministrati, l’utile netto, il rapporto sofferente nette e impieghi dei clienti, il margine di intermediazione, la raccolta diretta, il risultato di gestione.
Dunque il Banco Marchigiano, in attesa di diventare banca interregionale a seguito della fusione con Banca del Gran Sasso d’Italia che entrerà a pieno regime nel prossimo autunno, riceve un altro prestigioso riconoscimento, dopo quello dello scorso novembre assegnato da Le Fonti Awards, per il secondo anno consecutivo, nella categoria “Eccellenza dell'Anno. Innovazione e sviluppo”.
La Giunta regionale delle Marche ha approvato le linee guida per la realizzazione di progetti formativi finalizzati a rafforzare le conoscenze della lingua inglese dei giovani iscritti alle classi quarte e quinte degli Istituti d’Istruzione secondaria di secondo grado.
“L’intento – spiega l’assessore all’Istruzione Giorgia Latini – è quello di offrire ai giovani, in prossimità di uscire dal percorso scolastico superiore, maggiori strumenti per un inserimento rapido e qualificato nel mondo del lavoro che esige sempre maggiori competenze e buona conoscenza della lingua inglese per svolgere le attività nei mercati internazionali”.
Si tratta di percorsi formativi in lingua inglese, in aggiunta al curriculum scolastico, che diano ai ragazzi la possibilità di acquisire le certificazioni internazionali conseguite presso enti certificatori riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione. L’intervento mira sia ad ampliare le conoscenze della lingua inglese ad una ampia platea di popolazione studentesca sia ad accrescere le competenze di chi già possiede una buona conoscenza della lingua.
Il numero delle ore da dedicare alla parte di percorso per il conseguimento della certificazione può essere diversificato a seconda della tipologia e del livello di certificazione proposto dalle scuole sulla base del Quadro Comune Europeo. L’utilizzo dei docenti madrelingua sarà considerato un valore aggiunto al progetto formativo.
Ogni progetto potrà prevedere l’attivazione di un massimo di 4 classi, composte ciascuna di norma da 15 allievi. Ogni classe può prevedere un tetto massimo di 80 ore. L’importo previsto per finanziare questi progetti ammonta a 720mila euro.
Ammonteranno a 2,7 i milioni di euro di ristori nazionali destinati alle attività dei comprensori sciistici marchigiani danneggiati dall’emergenza Covid-19. Indennizzeranno le imprese legate alle attività della filiera “neve” che operano nelle località montane, penalizzate dalla mancata riapertura degli impianti.
Contributi ulteriori sono previsti anche per i gestori degli impianti, le scuole e i maestri di sci. Lo comunica l’assessore Guido Castelli, a seguito dei lavori della Commissione speciale turismo e industria alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province autonome. La riunione era dedicata alla definizione dei criteri di riparto delle risorse stanziate dal decreto legge “Sostegni”. La proposta unanime delle Regioni prevede ristori calcolati sulla base dei mancati guadagni, rispetto alla proposta governativa incentrata sulle presenze turistiche. “La riapertura degli impianti e delle strutture ricettive era stabilita per il 15 febbraio 2021, ma poche ora prima della data di ripresa era arrivato un nuovo stop dal Governo.
È in questo contesto che nasce la necessità di stabilire dei ristori specifici per il turismo invernale”, ricorda Castelli. Le risorse che saranno assegnate alle Marche, da apposito decreto del ministero del Turismo, “rappresentano un importo significativo per i nostri comprensori montani e per la loro ripartenza. La Regione provvederà a definire criteri e modalità di assegnazione, considerando tutte le realtà e le imprese penalizzate, per poi procedere all’erogazione”.
“La circolare del 24 aprile scorso. con cui il Ministero dell’Interno ritiene che il DL“Riaperture” vieta ai bar la possibilità di effettuare la somministrazione al banco è giuridicamente incomprensibile e non ha alcun fondamento di sicurezza sanitaria”. Così la Confcommercio Fipe Marche in una nota.
“Si tratta di un’interpretazione che nessuno si aspettava considerando che il decreto non esclude espressamente il consumo al banco ma, al contrario, ha voluto specificare con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo (esclusivamente all’esterno fino al 31 maggio). D’altra parte, dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non dovrebbe essere tradita: in zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi”.
In sostanza, stando alla circolare del Ministero dell’Interno, la somministrazione al bancone non si potrà fare prima del 1° luglio mentre a partire dal 1° giugno sarà possibile consumare al chiuso ma al tavolo. Un paradosso giuridico e sanitario.
“È un attacco al modello di offerta del bar italiano” – dichiara Moreno Cedroni, presidente di FipeConfcommercio Marche Centrali- “che si differenzia da quelli degli altri Paesi proprio perché basato sul consumo al banco. Un provvedimento punitivo ingiustificato anche sotto il profilo scientifico sui rischi sanitari che si corrono. Anzi la scienza continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con l’aumento del tempo di contatto".
Per dare voce ai3186 bar del nostro territorio (817 per la provincia di Ancona, 543 per la provincia di Ascoli Piceno, 601 per la provincia di Macerata, 860 per la provincia di Pesaro e Urbino, 365 per la provincia di Fermo), il Direttore di Confcommercio Marche, il Prof. Massimiliano Polacco - si associa alla richiesta del Presidente Stoppani di un intervento urgente da parte del MISE, perché ormai il tema della salute pubblica non può essere separato da quello della tenuta di un intero settore produttivo.