Ultimamente si sente spesso parlare di manifestazioni e scontri organizzati da parti della popolazione oppresse per i motivi più disparati, come il razzismo, i pari diritti e opportunità, il diritto al lavoro, all'istruzione, alla sanità, ecc.
Non tutti però conoscono il “diritto ancestrale”, nel nome del quale un'intera popolazione nativa della Patagonia si è resa protagonista di manifestazioni e contestazioni contro una delle più note e potenti famiglie italiane: i Benetton.
Stiamo parlando del popolo nativo dei Mapuche, storicamente insediato in quella parte dell'America latina nota come Patagonia e scoperta da Magellano nel 1520, che rivendica il suo “diritto ad usufruire e disporre del luogo in cui è nata e ha vissuto da sempre”, il suo “diritto ancestrale”, appunto. E lo rivendica proprio contro la famiglia di imprenditori italiani, la quale nel 1991 acquistò una vasta area del territorio per scopi produttivi.
Questo, in buona sostanza, è lo scenario che ci è stato presentato da buona parte della stampa, sempre pronta a prendere le parti dei deboli e puntare il dito contro i cattivi delle storie.
Sappiamo purtroppo però, che molto spesso non è la verità dei fatti a vendere l'informazione ma si ha bisogno di una “spintarella” nella direzione del finto sensazionalismo per alimentare gli animi dei lettori che si accendono sempre alla miccia dell'indignazione.
E allora ecco che il capitalismo senza scrupoli diventa usurpatore di popoli e mondi, ecco che la natura incontaminata soccombere sotto le colate di cemento delle industrie e che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Ma per una volta, possiamo fermarci a pensare: “E se non fosse così?”
Infatti non è così, ma per onore di verità dobbiamo partire dal principio e spiegare, almeno in parte, da cosa ebbe inizio questa storia di conquiste e usurpazioni.
La Patagonia è considerata una terra unica, per le sue caratteristiche geografiche, naturalistiche, paesaggistiche. Unica e spettacolare, non è esiste al mondo un luogo simile, e per questa ragione, dall'inizio degli anni 80 è diventata una delle mete turistiche predilette da moltissimi avventurieri facoltosi, ma non solo.
Possiamo affermare che le sue bellezze naturali sono direttamente proporzionali alla difficoltà di sfruttarle al di là dell'aspetto puramente turistico, in quanto si tratta di una terra brulla, arida, desertica, inospitale, inadatta all'attività agricola. Questo aspetto divenne ancora più palese agli occhi di Cile e Argentina nella seconda metà del secolo scorso quando, dopo decenni di tentate conquiste da parte di inglesi e spagnoli, si spartirono il territorio della Patagonia: impossibile sfruttarlo per guadagnare alcunchè se non dandolo in pasto al turismo mondiale.
Di fatto, da quel momento, imprenditori, affaristi e perfino star di Hollywood, vollero acquistare terre e proprietà in quell'affascinante pezzo di mondo, e così fecero anche i Benetton acquistando l'1% del territorio da destinare alle loro attività produttive.
Il fortunato affare italiano, al contrario di quello che a scopi sensazionalistici molte testate vorrebbero far credere, non ebbe come conseguenza l'oppressione del popolo nativo, anzi.
Possiamo affermare che i Mapuche hanno goduto fino adesso delle conseguenze positive che ebbe l'acquisto dei Benetton, potendo usufruire di servizi e infrastrutture fino ad allora impensabili e venendo perfettamente integrati nel tessuto lavorativo ed economico del territorio fin da subito.
La questione del diritto ancestrale è una storia vecchia cinque secoli ed è semplicemente l'espressione di un'inalienabile diritto a difendere la sacralità della propria appartenenza umana.
Nuova tappa per Giorgia Meloni nelle Marche.
La leader di Fratelli d'Italia torna domani nella regione adriatica per una conferenza stampa, organizzata dal coordinamento regionale del partito di cui è presidente nazionale, alla piazzetta della Torre di Numana alle 17.
Giorgia Meloni, insieme al presidente regionale Francesco Acquaroli, nel corso dell'iniziativa racconterà «il buon governo dell'amministrazione regionale marchigiana a poco più di sei mesi dall'insediamento». Saranno presenti anche il commissario regionale Emanuele Prisco, i parlamentari marchigiani, gli assessori e i consiglieri regionali ed i coordinatori provinciali del partito.
La redazione di Picchio News ha ospitato la storia di Fabiana, una ragazza immagine che lavora nei night club della provincia di Macerata e che ha avuto il coraggio di raccontare il suo percorso, sogni ed aspirazioni davanti ai nostri microfoni.
Raccontaci qualcosa della tua vita. Come sei arrivata a fare questo lavoro?
"Vengo da Latina e sono arrivata a Civitanova cercando su Internet dei lavori per diventare cameriera. Qui mi sono imbattuta in un annuncio di lavoro night club della Miss Agency di Marco Marozzi in cui si accettavano candidature come ragazza immagine. Ho preso il primo treno e sono partita, all’inizio pensavo di dover fare la cameriera ma il giorno che sono arrivata qui ho conosciuto una ragazza e lei mi ha raccontato tutto quello che si faceva nel night e ho deciso di provare"
Hai ancora contatti con la tua famiglia?
"Si, siamo sempre in contatto. Li sento tutti i giorni. Non sono entusiasti del mio lavoro, ma sono contenti della mia felicità. Devo scegliere io cosa fare nella mia vita"
Perché hai scelto proprio Civitanova?
"Perché mi sono trovata benissimo con le ragazze che sono tutte gentilissime. Età media si aggira tra 24 e 25 anni, io sono la più piccola del locale. Viviamo tutte insieme e stiamo bene, unico problema è che abbiamo una sola lavatrice"
Cos’è cambiato in quest’anno di Covid?
"Prima lavoravamo dalle 10 di sera alle 4 del mattino. Ora lavorare il pomeriggio porta molti meno clienti anche perché alcuni sono sposati e devono trovare la scusa per andare. Durante l'estate, dopo il primo lockdown, abbiamo avuto numerosi clienti, ma dopo le ultime chiusure hanno iniziato a venirne molti meno. Non sono spaventati per il Covid. Ci misuriamo la febbre ogni volta che entriamo nel locale"
Com’è la vita a casa con le altre ragazze?
"Sono molto altruiste; la prima ragazza che ho conosciuto ha dato quasi tutto il suo guadagno ad un mendicante e ci aiutiamo l’un l’altra. Se a qualcuna serve una mano economicamente ci siamo sempre. Loro sono la mia vera famiglia, quella a cui tengo davvero. Questo lavoro mi porta lauti guadagni, sebbene a seguito del lockdown siano dimezzati, e capita spesso che buona parte di essi li doni alle mie colleghe per le spese di ogni giorno come quelle dell'asilo per i figli"
A qualcuna è capitato di prendere il Covid nei locali in cui lavori?
"A nessuna di noi, ma molti altri proprietari hanno chiuso perché qualcuna è stata contagiata. Noi cerchiamo di stare attenti"
Hai mai pensato di lasciar perdere, cambiare vita?
"A volte sì, ma solo perché alcune 'pischelle' andavano via e io ero molto legata a loro. Mi dispiace quando se ne vanno ma alla fine poi resto. Non vorrei fare altro al momento. Anche da piccola indicavo il night a mio padre e dicevo io lavorerò lì. Mi attirava il fatto che fosse un posto chiuso e lontano da tutto il resto della società e volevo sapere che cosa succedesse lì dentro"
Hai mai pensato di lasciare per un uomo?
"No, ho ottimi rapporti con tutti ma no. Ma se dovessi un giorno innamorarmi di qualcuno nessuno mi vieterebbe di frequentarlo. Lavoro da un anno e questo significa che sono capace di gestire bene le cose. Personalmente faccio questo lavoro per piacere invece altre perché hanno bisogno di soldi per mantenere la famiglia"
Idee per il futuro?
"Vorrei guadagnare per aprire un night e desidero che la gente capisse che non si devono giudicare le persone per il lavoro che fanno"
“Voglia di bio e di promuovere il brand Marche. Già 571 le adesioni pervenute”. È quanto evidenzia il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Agricoltura, commentando l’alto numero di realtà produttive marchigiane che hanno aderito al neonato Distretto biologico unico delle Marche, a pochi giorni dalla firma del Patto per il biologico con le organizzazioni agricole più rappresentative e la Camera di commercio.
“Un risultato che non ci sorprende perché atteso, in quanto abbiamo sempre creduto nelle potenzialità di questo settore e della necessità di metterlo a rete, superando le frammentazioni, per poter incidere sui mercati nazionale e internazionale”, commenta Carloni.
Quello del Distretto biologico, “è uno strumento nuovo a cui la nuova Giunta regionale ha lavorato subito dal suo insediamento. Abbiamo trovate nelle associazioni aderenti (Agci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Legacoop, Uecoop, Unci), grande attenzione e voglia di essere protagoniste con noi, partendo dalle esperienze consolidate come le filiere biologiche e gli accordi agroambientali di area. Ora, insieme, potremo guardare con più ottimismo al vero obiettivo della Regione e delle associazioni: fare delle Marche il distretto più grande d’Italia e d’Europa
Aperta la procedura di mobilità per i 537 dipendenti della Indelfab, ex JP Industries, di Fabriano che aveva a suo tempo rilevato parte della ex Antonio Merloni. Se non interverranno novità sostanziali, da metà novembre prossimo, considerati tutti i tempi previsti delle attuali normative, sarà una nuova ecatombe occupazionale per Fabriano e il suo comprensorio.
Nessun potenziale acquirente all'orizzonte. I curatori fallimentari Simona Romagnoli, Sabrina Salati e Luca Cortellucci hanno comunicato ufficialmente ai sindacati, alle Regioni Marche e Umbria, e ai Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, l'apertura della procedura di mobilità per i 275 lavoratori di Fabriano (stabilimento di Santa Maria), e per i 262 lavoratori dell'Umbria (stabilimento di Gaifana, in provincia di Perugia). I lavoratori stanno usufruendo di un periodo di cassa integrazione per cessazione, ammortizzatore sociale che scadrà il prossimo 15 novembre.
"È indispensabile una convocazione immediata al Mise, anche con il ministero del Lavoro e la Regione Marche, per valutare ulteriori strumenti di tutela dell'occupazione e per incentivare e favorire eventuali manifestazioni di interesse, di cui comunque a oggi non siamo a conoscenza. Il tutto per scongiurare l'ennesimo disastro occupazionale che colpisce il territorio di Fabriano, sul quale bisogna lavorare in questi pochi mesi rimasti per costruire veri progetti industriali", commentano i sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm.
(Fonte Ansa)
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 4613 tamponi: 2526 nel percorso nuove diagnosi (di cui 642 nello screening con percorso Antigenico) e 2087 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 12,2%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 308: 74 in provincia di Macerata, 44 in provincia di Ancona, 95 in provincia di Pesaro-Urbino, 24 in provincia di Fermo, 59 in provincia di Ascoli Piceno e 12 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (61 casi rilevati), contatti in ambito domestico (62 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (102 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (5 casi rilevati), contatti in ambito assistenziale (1 caso rilevato), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (17 casi rilevati), contatti provenienti da fuori regione (1 caso rilevato).
Per altri 59 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 642 test e sono stati riscontrati 39 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 6%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un leggero aumento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 12,2% oggi, contro il 11,4% ieri.
In diminuzione di 17 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 489, di cui 70 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Sono, invece, 31 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 131 pazienti: 46 all'ospedale di Macerata, 55 al Covid Hospital e 26 a Camerino. Altre 10 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
Un Piano per l'estate da 510 milioni di euro per consentire a studentesse e studenti di recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti, usufruendo di laboratori per il potenziamento delle competenze (ad esempio Italiano, Matematica, Lingue), di attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale.
Lo ha messo a punto il Ministero dell'Istruzione, guidato dal Ministro Patrizio Bianchi, con l'obiettivo di utilizzare i mesi estivi per costruire un ponte verso il prossimo anno scolastico, attraverso un'offerta che rappresenta una risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia, ma che intende anche valorizzare le buone pratiche e le esperienze innovative nate proprio durante l'emergenza.
Le attività saranno complementari e integrate con quelle organizzate dagli Enti locali. Le risorse saranno dedicate soprattutto alle aree più fragili del Paese, in particolare del Sud. Le risorse disponibili, le modalità di utilizzo e gli obiettivi del Piano sono stati illustrati oggi alle scuole con una nota operativa che rappresenta il primo tassello di un'attività di accompagnamento che vedrà il Ministero al fianco dei dirigenti, dei docenti, degli Istituti scolastici, delle studentesse e degli studenti, delle famiglie nelle prossime settimane e per tutta la durata delle attività estive.
(fonte: Ansa)
Rispondere alle esigenze di sostegno di imprese e cittadini messi in difficoltà dalla crisi sanitaria ed economica a essa connessa, una crisi che nel territorio marchigiano, già provato dal sisma del 2016, ha colpito e sta colpendo molto duramente. E’ questo l’obiettivo della Proposta di Legge dal titolo Patti per l’Insediamento Produttivo (PIP), presentata alla Camera dai deputati Mirella Emiliozzi e Roberto Cataldi.“Questa legge, a cui abbiamo lavorato insieme all’ex viceministro allo Sviluppo Stefano Buffagni e al capogruppo in Commissione Attività produttive, Luca Sut, mira a determinare, attraverso il sostegno e la realizzazione di programmi di investimento, condizioni favorevoli per l’insediamento di nuove imprese e per lo sviluppo di quelle esistenti, così da riqualificare e rilanciare determinati ambiti territoriali, con un’attenzione particolare alla dimensione sociale e alle specifiche esigenze dei territori. È necessario - afferma Emiliozzi - puntare su una crescita esponenziale dell’occupazione, agendo sull’introduzione delle nuove tecnologie di Industria 4.0, nonché sulla formazione del personale e la ricerca. A tal proposito il Piano ipotizza lo stanziamento di una somma pari a 200 milioni di euro. Inoltre, attraverso il PIP, sarebbe possibile agevolare il rientro delle aziende che hanno in precedenza attuato una delocalizzazione dei propri insediamenti industriali verso l’estero”.“Durante questi mesi difficili - conclude Emiliozzi - abbiamo lavorato con il precedente governo per tutelare la salute dei cittadini e per proteggere il nostro tessuto sociale e produttivo. Ora serve renderlo più resiliente, sostenendo chi è più in difficoltà e realizzando tutti i cambiamenti necessari per fare dell’Italia un Paese più giusto in grado di guardare al futuro con lungimiranza”.
Il Contratto Istituzionale di Sviluppo del Cratere Centro Italia, previsto dall’ultima Legge di Bilancio, con una dotazione di 160 milioni di euro, e finalizzato a sostenere la crescita economica delle aree colpite dal sisma, è già una realtà. L’avvio del Contratto è stato formalizzato oggi nel corso di una riunione indetta dal Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, alla quale hanno partecipato il Commissario alla Ricostruzione del Centro Italia, Giovanni Legnini, i Presidenti e gli Assessori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, i rappresentanti dei Sindaci del cratere, l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, ed il nuovo direttore dell’Agenzia per la Coesione, Paolo Esposito.
Il Contratto Istituzionale di Sviluppo è destinato a sostenere progetti ed investimenti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici, per assicurare la ripresa e lo sviluppo dell’economia delle aree colpite dai terremoti del 2016 e 2017. Le aree di intervento individuate sono cinque e riguardano: ambiente e risorse naturali, cultura e turismo, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana e infrastrutture sociali. I tempi di attivazione dei progetti saranno brevissimi: l’obiettivo è quello di attivare concretamente i primi progetti entro l’estate.
Il CIS Cratere Centro Italia ha a disposizione 100 milioni di euro stanziati dalla Legge di Bilancio e 60 milioni di euro provenienti dalla contabilità speciale del Commissario. A questi potranno affiancarsi altri strumenti, sempre destinati al Centro Italia, a cominciare dai 60 milioni per la creazione dei centri di ricerca delle Università del cratere, che saranno presto ripartiti dal Ministro, ed i 50 milioni frutto dei risparmi della Camera dei Deputati affidati alla Cabina di Regia di Palazzo Chigi.
Il valore aggiunto del CIS è quello di assicurare un coordinamento strategico per l’attuazione rapida e integrata degli interventi, con la regia del Ministro per il Sud, la gestione dell’Agenzia per la Coesione e l’apporto di Invitalia come soggetto attuatore degli interventi. A definire gli ambiti di intervento sarà un Tavolo Istituzionale, composto dalla Cabina di Coordinamento che governa la ricostruzione sisma 2016, presieduta dal Commissario, con la partecipazione dei presidenti delle quattro Regioni e i rappresentanti dei sindaci.
“Non è casuale la scelta delle aree terremotate del Centro Italia per il primo Cis della mia esperienza come ministro del Sud e della Coesione Territoriale” dichiara Mara Carfagna. “Ho ritenuto un dovere dare priorità a una delle aree italiane più fragili ed esposte alla crisi, non per loro demerito ma per le conseguenze di una catastrofe naturale che tutta Italia ricorda ancora con angoscia. Intendo portare a termine l’iter del Contratto entro l’estate. Renderà disponibile un totale di 160 milioni di euro per interventi sulla riqualificazione urbana, i trasporti, le infrastrutture sociali, la cultura, il turismo, l’ambiente. Cinque anni dopo il sisma, puntiamo a offrire ai cittadini e alle cittadine, ai giovani, alle famiglie, una concreta alternativa all’emigrazione o alla dipendenza dall’assistenza pubblica, in osservanza del principio-guida che spero ispiri tutti in questo difficile momento: creare le condizioni perché nessuno resti indietro”, conclude il Ministro.
“Ringrazio sentitamente il ministro Carfagna che ha voluto attivare immediatamente il Contratto Istituzionale di Sviluppo con cui, ora che la ricostruzione materiale del Centro Italia è ben avviata, cominciamo a realizzare la seconda gamba, essenziale per la ripresa dell’economia di questi territori, quella dello sviluppo, che finora è mancata. Il CIS ed i suoi meccanismi – ha detto da parte sua il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini – peraltro, faranno da apripista alla definizione di una strategia più vasta di rilancio del Centro Italia con l’attivazione delle ingenti risorse previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ed ora confluite nel Fondo complementare da 30 miliardi che affiancherà il Recovery Fund”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 10 decessi.
Sono tre i decessi registrati nei presidi ospedalieri dell'Anconetano: un 87enne di Trecastelli al nosocomio di Senigallia, una 92enne di Osimo all'INRCA di Ancona e un 79enne di Montecarotto presso la clinica Villa Serena i Jesi.
Quattro le vittime segnalate all'Ospedale di Pesaro: si tratta di una 82enne e una 81enne, entrambe originarie del Capoluogo di Provincia, un 83enne di Carpegna e una 95enne di Fano mentre una 64enne di Senigallia si è spenta alla Residenza Galantara.
Un 78enne di Campofilone è spirato al 'A.Murri' di Fermo ed infine un 77enne di Spinetoli ha trovato la morte al nosocomio di San Benedetto del Tronto.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2934 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (966), mentre sono 488 quelle totali nella provincia di Macerata.
La Cna, insieme ad altri enti datoriali e sindacati, ha inviato al Presidente Draghi e ai Ministri economici del suo governo i numeri allarmanti del settore Moda. Il documento “Politiche per lo sviluppo del settore moda” contiene dati, cifre e proposte per il rilancio del settore.
Giuliana Bernardoni, Presidente Cna Moda per la provincia di Macerata, evidenzia i punti più importanti: “I dati ci dicono che il 2020 ha superato in negativo quello che consideravamo come l’anno peggiore per il settore; lo scorso anno il calo di produzione è stato infatti doppio rispetto a quello del pessimo 2009, con -22,6 miliardi di euro di valore della produzione moda e con una previsione di entrate negativa del 31% per i settori tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria”.
Questo settore, a dire il vero, è da oltre 10 anni che ha i numeri col segno meno ma il colpo dato dalla pandemia Covid è tremendo. Così la Presidente Cna Moda declina la crisi sul territorio: “se osserviamo il manifatturiero come macro settore, la sezione “C” degli Ateco per capirci, troviamo che in provincia di Macerata al 28 febbraio 2021 sono rimaste attive solo 4.052 ditte, ne mancano 139 rispetto al 1° gennaio dello scorso anno (-3,32%) ed in 10 anni il settore ha perso il 17% delle imprese, cioè 808 ditte in meno”.
Prosegue la Bernardoni: “Il settore della fabbricazione di articoli in pelle (codice Ateco 15), al pari del settore delle industrie tessili, rappresenta più di un quarto della base produttiva (26,3%) dell'intero sistema moda; si tratta di una dimensione strategica molto importante che è in sofferenza da molto tempo”.
L’appello della presidente Bernardoni: “Dobbiamo credere che ancora si possa fare qualcosa. Il settore si muove sempre con largo anticipo sulle stagionalità; occorre sostenere la riapertura immediata delle fiere di settore, sostenere finanziariamente modellistica, campionari, partecipazioni ad eventi in qualsiasi forma si realizzino".
"Alla ripartenza non possiamo arrivare impreparati. Occorre una politica del credito diversa, sono necessari incentivi alle assunzioni e per l’eco-sostenibilità produttiva, sostegni all’internazionalizzazione e per il supporto verso la transizione digitale e l’innovazione tecnologica. - aggiunge Bernardoni -. Ai nostri Parlamentari locali chiederemo di appoggiare le nostre richieste anche in sede legislativa e di intervenire, per esempio, sui costi energetici con una riforma strutturale degli oneri generali di sistema, prevedendone la parziale defiscalizzazione”.
La conclusione della dirigente Cna: “per la salvaguardia della filiera moda italiana c’è bisogno degli interventi d’emergenza anticipati sopra, insieme a provvedimenti di prospettiva; su tutti, la necessità di programmare fin da ora una formazione mirata all’innovazione e al ricambio generazionale. Abbiamo una filiera che necessita di una programmazione strategica e di una visione di medio e lungo termine. Siamo già in ritardo, mentre i costi corrono e le imprese chiudono”.
I parlamentari marchigiani del Partito Democratico, Alessia Morani, Mario Morgoni e Francesco Verducci, hanno formalmente richiesto al Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi la rimozione del Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, Marco Ugo Filisetti, a seguito di "comportamenti gravi e inadeguati al ruolo".
"Facendo un cattivo uso della sua posizione pubblica di guida e punto di riferimento del mondo della scuola, il dottor Filisetti si è contraddistinto in prese di posizione intrise di retorica nazionalistica, inneggianti alla "bella morte" e al valore quasi catartico della guerra e da ultimo con aperte omissioni e distorsioni di eventi fondanti la convivenza democratica del nostro Paese - si legge nella lettera dei parlamentari dem -. Lo ha fatto nell'esercizio delle sue funzioni pubbliche ed educative in occasione delle celebrazioni nazionali del 4 novembre (leggi qui) e del 25 aprile (leggi qui)".
"Missive di stampo propagandistico, revisioniste, con inaccettabili falsificazioni della verità storica, offensive delle Istituzioni democratiche dello Stato per le quali in primo luogo un funzionario pubblico è tenuto a mostrare rispetto" ribadiscono Morgoni, Morani e Verducci.
I parlamentari del Pd ricordano altresì i fatti legati all'Istituto "Enrico Medi" di Porto Recanati, in cui in molti classi si registra un'incidenza di bambini stranieri del 50%: "L'Istituto ha tentato in ogni modo di dare soluzione a tale problema con l'adozione del tempo misto, che avrebbe consentito di distribuire più equamente gli alunni nella classi per permettere un proficuo svolgimento dell'attività didattica - ricordano i parlamentari dem -. Il dottor Filisetti si è sistematicamente opposto senza valide motivazioni e senza affacciare possibili alternative, dimostrando non solo insensibilità ma respingendo con veemenza le soluzioni che il collegio docenti e il consiglio di Istituto avevano proposto e deliberato facendo tesoro delle esperienze di altre scuole d'Italia".
"Per tutte queste ragioni riteniamo che le condizioni oggettive ambientali non consentano al dottor Filisetti di espletare in modo proficuo il suo incarico da direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche. Per questo chiediamo di destinarlo ad altro incarico, al fine di poter ripristinare una condizione di normalità alla guida del sistema scolastico delle Marche" concludono Morani, Morgoni e Verducci nella loro lettera.
“I Centri Commerciali possono stare aperti sette giorni su sette e deve essere subito data questa possibilità alle attività economiche presenti in queste strutture”. E’ la netta presa di posizione di Confcommercio Marche Centrali, non accettando la decisione con la quale è stata annullata la previsione di cancellare, nonostante la collocazione della nostra regione in fascia gialla, le misure restrittive per queste strutture in riferimento alla chiusura di gran parte delle attività nel fine settimana.
“Risulta del tutto incomprensibile – attacca il Direttore Generale Confcommercio Marche Centrali Massimiliano Polacco -, come gli stessi protocolli di sicurezza che consentono ai centri commerciali di restare aperti da lunedì a venerdì, non risultino adeguati nel fine settimana, permettendo la stessa garanzia nella gestione degli accessi e degli afflussi".
"Sin dall’inizio dell’emergenza, centri, parchi e gallerie commerciali hanno adottato misure di sicurezza ancor più stringenti rispetto a quanto richiesto a livello governativo ed hanno ribadito a più riprese la totale disponibilità a rafforzarle qualora necessario per assicurare tutte le garanzie necessarie a tutelare al meglio consumatori, dipendenti e fornitori dai rischi connessi alle possibilità di contagio - aggiunge Polacco -. Va ricordato che dall’inizio della pandemia non è stato mai registrato alcun caso di focolaio nelle 1200 strutture presenti nel Paese”.
La mobilitazione per far riaprire i centri commerciali nel fine settimana è già partita anche a livello nazionale: "Si tratta di un provvedimento del tutto inatteso che va a gravare ulteriormente su un settore fortemente compromesso da chiusure straordinarie che si protraggono da oltre un anno - ribadisce Polacco -. Per questo Confcommercio Nazionale ha già chiesto un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Mario Draghi per comprendere le ragioni di questa scelta e per portare sul tavolo del Governo la richiesta di riapertura immediata dei Centri Commerciali nel fine settimana".
“In un contesto fortemente in evoluzione – conclude Polacco –, in cui stiamo assistendo alla riapertura di numerose attività, è assolutamente necessario fornire risposte chiare ai 600 mila lavoratori dei centri commerciali e fare chiarezza sui criteri utilizzati dal Governo e dagli organismi di supporto come il CTS per valutare una volta per tutte il grado di rischio connesso all’apertura delle strutture di grandi dimensioni in presenza di opportuni protocolli condivisi”.
Sicurezza e qualità degli ambienti scolastici tra la priorità della Regione Marche che, su proposta dell’assessore all’Istruzione Giorgia Latini, ha approvato le linee di indirizzo per la concessione di contributi straordinari agli Istituti scolastici marchigiani per l’acquisto di dispositivi di sanificazione dell’aria.
La misura prevede l’utilizzo di 3.000.000 di euro del FSE destinati alle scuole marchigiane di ogni ordine e grado.
“La sanificazione ambientale è il nuovo imprescindibile elemento di sicurezza a salvaguardia della salute di quanti trascorrono gran parte della loro giornata nelle scuole, luogo prezioso per l’istruzione, pilastro fondamentale della crescita della comunità” dichiara l’assessore Latini che aggiunge: “forti di questa convinzione la Giunta si è impegnata attivamente per limitare i disagi e le criticità che i ragazzi e le loro famiglie stanno vivendo in questo particolare momento di crisi dei processi di apprendimento in conseguenza della diffusione del virus”.
"Ricordo poi - aggiunge Latini - che siamo la prima Regione in Italia a mettere in campo un piano organico per intervenire concretamente sull’areazione dei locali scolastici attraverso l’installazione di impianti per la ventilazione meccanica controllata (VMC) con recupero di calore, per favorire lo svolgimento in sicurezza delle attività didattiche in presenza.Vivere in ambienti scolastici più salubri, soprattutto in questo delicato periodo, è pertanto una priorità e un obiettivo costante che perseguiamo. Per far ciò abbiamo previsto un finanziamento alle scuole per favorire l’utilizzo di apparecchiature in grado di contrastare la diffusione del Covid-19” chiarisce Latini.
I contributi alle scuole variano per numero di iscrizioni: fino ad € 20.000 per istituti fino a 800 studenti iscritti; fino ad € 30.000 per istituti fino a 1500 studenti iscritti; fino ad € 40.000 per istituti con oltre 1500 studenti iscritti.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 4772 tamponi: 2636 nel percorso nuove diagnosi (di cui 695 nello screening con percorso Antigenico) e 2136 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari all'11,4%).I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 301 (51 in provincia di Macerata, 60 in provincia di Ancona, 86 in provincia di Pesaro-Urbino, 25 in provincia di Fermo, 73 in provincia di Ascoli Piceno e 6 fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (58 casi rilevati), contatti in setting domestico (80 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (100 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (3 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (2 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (15 casi rilevati), screening percorso sanitario (1 caso rilevato). Per altri 42 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 695 test e sono stati riscontrati 38 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 5%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un leggero aumento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 11,4% oggi, contro il 10,7% ieri.
In diminuzione di 17 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 506, di cui 68 in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri). Sono, invece, 36 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 131 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 54 al Covid Hospital e 27 a Camerino. Altre 6 persone sono accolte nei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
Tutti parlano di trading online, ma in pochi sanno effettivamente di cosa si tratta, scopriamolo!
Si sente sempre più spesso parlare di trading online ma in pochi sanno di cosa si tratta, molto spesso infatti ci si chiede ma che cos’è il trading? E soprattutto perché mai sta diventando così popolare. In questo articolo andremo a scoprire meglio di cosa si tratta così che anche tu potrai ben capire il prodotto e soprattutto i servizi che troviamo online, come quelli offerti da forexdeer.com.
Che cos’è il trading online?
Mai sentito parlare di investimenti in borsa? Sicuramente si, se hai visto almeno una volta nella tua vita il telegiornale avrai anche ascoltato i vari responsi della borsa di Milano e delle borse internazionali. Il trading online è uno strumento nato a ridosso degli anni 2000 che permette ad ogni persona di poter investire online. Non è più necessario affidarsi per forza ad una banca o ad un’agenzia di investimenti, ci basta trovare una piattaforma di nostro gradimento ed iniziare ad investire nel mercato professionale. Oggi abbiamo la possibilità di trovare centinaia di piattaforme differenti che offrono questa opzione, ognuna delle quali ha le sue caratteristiche, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Investire in borsa non è mai stato così facile!
Come funziona?
Tutto parte dalla scelta della piattaforma e dal capitale che vogliamo investire, oggi come abbiamo detto è possibile per tutti investire online però ci sono ovviamente delle caratteristiche da non sottovalutare. Le piattaforme sono tutte diverse e funzionano in modo autonomo. Possiamo scegliere di investire in borsa da soli o di farci supportare da un broker esperto, la scelta è solo la nostra. Dopo aver effettuato tutta la prassi necessaria per l’iscrizione, dovremo infatti depositare i fondi, mandare i nostri documenti e collegare il nostro account bancario alla piattaforma prima di poter investire. Possiamo poi iniziare ad agire in borsa. Ogni piattaforma ha poi i suoi strumenti e la sua interfaccia che dovrai analizzare al meglio prima di iniziare ad investire.
Ma conviene investire in borsa?
La risposta è dipende. Ci sono molte persone che ti promettono guadagni certi e possibilità di diventare milionario con un piccolo investimento. La realtà però è molto distante da quella che spesso ci viene mostrata. Infatti se vogliamo investire in borsa dobbiamo imparare a conoscere il mercato e per farlo abbiamo bisogno di studiare. Studiare non solo il meccanismo ed il funzionamento della piattaforma e della borsa stessa ma anche, e soprattutto, il mercato di nostro interesse. Solo conoscendo al meglio il mercato sappiamo come muoverci e come riuscire a guadagnare denaro online utilizzando il trading.
Cosa considerare?
Un fattore importante da considerare prima di iniziare gli investimenti online è che devi essere pronto anche a perdere soldi. Soprattutto all’inizio non sarà facile orientarsi tra i vari mercati e riuscire a guadagnare le prime somme di denaro, quindi è molto probabile che inizialmente andrai in perdita. Con l’esperienza ed il tempo imparerai poi a muoverti e ad incrementare i tuoi guadagni online.
Le porte di cinema, teatri e live-club tornano ad aprirsi per accogliere il pubblico con nuove condizioni. Distanziamento tra i posti preassegnati. Capienza non superiore al 50% di quella massima autorizzata. Numero massimo di spettatori non superiore a 1.000 per gli spettacoli all'aperto e 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi.
Le linee guida sono definite ma le prossime settimane paiono ancora incerte. I nostri riflettori cercano le figure professionali del territorio, chi vive e lavora per lo spettacolo. Obiettivo: tracciare un primo contorno di luci e ombre.
Il Politeama di Tolentino, realtà dinamica e intraprendente, nella voce del direttore Massimo Zenobi, esprime relativo ottimismo: "Non parliamo di falsa partenza ma di segnale di ripartenza. Siamo chiaramente felici di queste riaperture perché possono rappresentare un primo passo nella ripresa delle attività ma credo che non saranno molti i teatri in grado di ripartire subito perché normalmente i teatri al coperto a maggio chiudono per la stagione estiva e anche perchè il teatro ha bisogno di un minimo di programmazione. Non possiamo aprire e aspettare che arrivi il pubblico. C’è bisogno di individuare gli spettacoli disponibili, di programmarli, di comunicarli adeguatamente e poi lo spettatore deve avere il tempo per conoscere un determinato evento e pre-acquistare il biglietto".
“Credo che una vera ripartenza nel settore teatrale, se le condizioni continueranno a migliorare dal punto di vista dei contagi, sarà non prima di ottobre 2021 con direttive che speriamo meno restrittive – ipotizza Zenobi - per alcuni teatri 500 spettatori non sono sufficienti a programmare spettacoli adatti (ad esempio parlo di teatri con 1500 posti) e non sarebbe nemmeno gestibile. Per il Politeama la limitazione del 50% è ancora un po' strettina perché abbiamo una capienza di 170 persone ma con file molto larghe e poltrone grandi. In caso di congiunti, che possono stare vicini, potremo utilizzare più del 50% della sala mantenendo il distanziamento necessario”.
“Non parliamo di una svolta, ma almeno i teatri possono tornare a programmare per quando ci saranno condizioni ancora migliori – e sul mese di maggio Zenobi dichiara - Il Politeama sta pensando, se non cambiano le condizioni, di programmare anche a maggio (soprattutto spettacoli che erano stati sospesi nella pandemia da riproporre) ma noi siamo fortunati. Abbiamo spazi grandi e possiamo accogliere in sicurezza il pubblico e soprattutto abbiamo un sistema di ricambio dell’aria nuovissimo. Il tutto unito all’uso della mascherina, alla sanificazione delle mani, alla mascherina e alla misurazione della temperatura fa sì che stare a teatro risulti davvero sicuro”.
Il coprifuoco alle 22 è un grande problema: “I rappresentanti di categoria stanno lavorando per chiedere al governo che il biglietto cinematografico possa servire da lasciapassare per il rientro a casa dopo le 22 ma non è ancora stato approvato. Al momento dovremmo fare gli spettacoli alle 19.30 ed è davvero difficile da immaginare”.
Angelo Cioci, del Teatro Don Bosco di Macerata, racconta come il nuovo provvedimento incide sulla sua realtà: “E’ una riapertura fittizia. Siamo un teatro privato convenzionato con il Comune quindi non ripartiamo con una nostra programmazione. Noi abbiamo attivato tutti i protocolli e aspettiamo di vedere se qualcuno ha necessità del teatro. Organizzare qualcosa è difficile per l’instabilità che ha contraddistinto gli ultimi periodi. Da venerdì, quindi dall’ufficialità del passaggio in zona gialla, avremmo dovuto organizzare qualcosa per ieri: impossibile tra permessi, gestione e comunicazione. Se programmi qualcosa di più ampio respiro a metà maggio, per esempio, non sei sicuro di poter poi fare lo spettacolo”.
“Aprire il teatro comporta parecchi costi vivi, devi gestire i protocolli, avere un presidio antincendio, organizzare il personale, attivare le utenze, rendere l’ambiente salubre e pulito. Non è di certo qualcosa che si improvvisa. Economicamente è difficile – evidenzia Cioci - per questo come programmazione ci orienteremo a ottobre, non ha senso fare qualcosa al chiuso perché maggio era il periodo dei saggi ma ovviamente non ci saranno”.
Ben altra prospettiva quella dei multisala. Marcello Perugini, responsabile del Multiplex 2000 di Piediripa, commenta rammaricato le disposizioni in vigore da oggi: “Rimarremo chiusi per il 26. Apriremo forse a giugno. Ora non ci sono le condizioni con il coprifuoco alle 22, aspettiamo decidano di spostarlo per permettere uno spettacolo serale. Per il momento no a spettacoli pomeridiani. Confido che per giugno riusciremo ad aprire per non richiudere più. Sempre attenti a che si mantengano mascherina, distanziamento, sistemi di filtraggio e areazione”.
Prosegue Perugini:” Vorremmo fare almeno uno spettacolo serale altrimenti diventa complicato. Le proiezioni pomeridiane nei giorni feriali hanno una bassa affluenza e non possiamo contare su questo”.
I grandi costi di gestione dell’industria dell’intrattenimento non permettono aperture lampo. Nell’ordine della gradualità le rappresentanze territoriali spingono per tornare a far emozionare le persone, ma fanno notare che il nodo coprifuoco può fare la differenza tra un inizio di stenti e una vera possibilità. Se saranno applausi o fischi, non è ancora possibile dirlo.
“In sei mesi sono quasi raddoppiate le Unità speciali di continuità assistenziale e sono state assunte oltre 600 figure professionali specifiche per potenziare i servizi. Sono stati quindi colmati i ritardi della precedente amministrazione nell’applicazione del decreto legge del 18 maggio 2020, n.34 che prevedeva, tra l’altro, misure urgenti in tema di salute”.
È quanto ha sottolineato oggi l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini rispondendo ad alcune interrogazioni in consiglio regionale. I quesiti in aula sono stati infatti occasione per fare un bilancio delle attività delle Usca, le squadre formate da medici e infermieri che in questo periodo di emergenza vengono attivate dai medici di famiglia per eseguire interventi al domicilio dei pazienti affetti da Covid.
”Sul territorio regionale, dai 19 equipaggi delle Usca del mese di ottobre siamo passati agli attuali 34. Abbiamo quasi raddoppiato gli organici, superando gli standard previsti per le Marche - ha spiegato Saltamartini dati alla mano. Dall’analisi del flusso SIAD (servizio informativo assistenza domiciliare - anno 2020) emerge inoltre che sono state attivate 16.481 prese in carico di cittadini. La variazione percentuale rispetto all’anno precedente è risultata pari al 103%. Complessivamente invece sono stati registrati 20.122 casi trattati: di questi 13.857 sono riferiti a soggetti con età uguale o superiore a 65 anni (3,63% della popolazione over 65)”.
Incrementata notevolmente anche la pianta organica degli infermieri, che sopporta un deficit piuttosto marcato .
Da novembre con la delibera di giunta 1423 sono stati assunti :
1) 430 infermieri a tempo determinato.
2) altri 39 infermieri da fonti varie (di cui 29 da cooperative, 5 dalla protezione civile e 5 da Commissario straordinario per le vaccinazioni, per un totale di 469).
3) 10 assistenti sociali (a tempo determinato e indeterminato);
4) 28 asssistenti sanitari;
5) 20 tecnici della prevenzione;
6) 12 tecnici di radiologia;
7) 23 tecnici di laboratorio;
8) 36 medici;
9) 11 operatrici sanitarie
L’assessore Saltamartini ha concluso sottolineando "che la Regione avrebbe bisogno di assumere tutti i 3.000 infermieri del concorso bandito nei mesi precedenti, ma i tetti di spesa del personale lo hanno impedito. Tuttavia – ha proseguito - continuiamo ad interloquire con il Governo per la modifica di queste disposizioni limitative".
Bentornati cari lettori a questo primo giorno di riapertura. I dati della scorsa settimana sono stati generalmente positivi e quasi tutte le regioni sono tornate in zona gialla, incluse le Marche che erano rimaste in bilico fino all'ultimo giorno.Nella nostra regione si sono abbassati i sintomatici giusto in tempo per poter tornare 'gialli'.
A livello nazionale i contagi scendono di un 10% circa ed i dati ospedalieri sono in generale miglioramento.
Il miglioramento generale trapela anche dalla tabella delle regioni dove solo alcune territori del sud rimangono in ‘arancione’ assieme alla Valle d’aAosta.Veniamo al punto più interessante: questa settimana con il gestore della pagina facebook ‘L’Argano Porto Recanati’ abbiamo in maniera certosina raccolto i dati dei decessi marchigiani dal primo gennaio, suddividendoli per fasce d'età per renderci conto dell’effetto che stanno avendo i vaccini.
Si nota come, seppur i decessi siano rimasti abbastanza stabili, come sia nelle scorse settimane scesa costantemente la componente delle vittime tra gli over 80, contando che le vaccinazioni per gli stesso hanno avuto inizio il 20 Febbraio.
Il risultato è evidente:siamo passati dal fatto che il 75% dei decessi riguardanti persone ultra ottantenni ad un 50%,quindi la mortalità del virus in questa fascia è scesa del 25% e certamente continuerà a scendere via via che si concludono le seconde dosi dello Pfizer/Moderna. Probabilmente per fine maggio avremo ridotto la letalità negli over 80 di circa il 90% e a metà mese maggio inizieremo a vedere anche un calo nella percentuale della fascia 70-79.
Considerazione finale sui sintomatici: esaminando i dati di varie regioni abbiamo Marche circa 20% , Campania 30% Emilia Romagna circa il 50% , sono valori completamente sballati fra una regione e l'altra. Significa una totale arbitrarietà nel computo dei sintomatici da parte delle regioni e ciò è gravissimo poiché il famoso Rt che decide se si apre o si chiude è deciso proprio in base al numero di sintomatici rilevate.
I Vigili del fuoco sono intervenuti questa mattina alla foce del fiume Misa, nella zona portuale di Senigallia, per recuperare un capriolo finito in acqua.
Ad effettuare il salvataggio dell'animale sono stati i Sommozzatori che, con il supporto dei pompieri, lo hanno recuperato e, viste le buone condizioni di salute, lo hanno liberato in una zona di campagna.
Presenti sul posto anche la Capitaneria di porto e i Carabinieri Forestali.