Altri comuni

Covid-19, il caso Juventus-Napoli: risvolto giudiziario

Covid-19, il caso Juventus-Napoli: risvolto giudiziario

Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.  In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente le vicende riguardanti il protocollo da seguire nell’esercizio dell’attività sportiva fino ad arrivare al caso specifico della partita non giocata tra Juventus-Napoli del posticipo della terza giornata di andata del campionato di calcio di Serie A. Di seguito l’analisi dell’avvocato Pantana in merito al risvolto giudiziario della partita Juventus-Napoli.  È la vigilia della sfida valida per la 3^ giornata di Serie A, sabato che registra la mancata partenza del Napoli destinazione Torino. Per decisione dell'Azienda Sanitaria Locale del capoluogo campano, il viaggio degli azzurri viene bloccato dopo l'ordine di rimanere in "isolamento fiduciario per 14 giorni dopo la data dell'ultima esposizione con il caso positivo in oggetto (1 ottobre)" e di comunicare il domicilio presso il quale verrà effettuato l'isolamento. Tutto inizia dopo la notizia della positività di Elmas, di 24 ore successiva a quella di Zielinski e di un membro dello staff (riscontrate venerdì 2 ottobre). Secondo il parere dell'Asl di Napoli, è troppo pericoloso far spostare un così alto numero di potenziali positivi, entrati in stretto contatto coi primi due positivi del Napoli e a soli 6 giorni dalla partita contro il Genoa, che nei giorni seguenti al match del San Paolo aveva fatto registrare ben 22 casi di positività (19 giocatori e 3 dello staff). Assenza determinata quindi da un'autorità locale, ma per la Lega Serie A il match resta programmato per domenica 4 ottobre così come annunciato dalla Juventus attraverso un comunicato: il club bianconero anticipa che si presenterà allo stadio per scendere regolarmente in campo. Da ricordare come le norme pubblicate dalla Lega Serie A, il 2 ottobre precedente in un comunicato ufficiale, affermano che se una squadra ha almeno 13 giocatori negativi e dunque disponibili (compreso un portiere) e non si presenta, rimedierà una sconfitta a tavolino per 3-0. Il 14 ottobre arriva la decisione del giudice sportivo: 0-3 a tavolino per il Napoli e 1 punto di penalizzazione per il club campano, con la seguente motivazione: "Gli atti delle Aziende sanitarie delineano un quadro che non appare al Giudice affatto incompatibile con l'applicazione delle norme specifiche dell'apposito Protocollo sanitario FIGC e quindi con la possibilità di disputare l'incontro di calcio programmato a Torino". Il giudice ha deciso sulla mancata presenza del Napoli a Torino e sulle "cause di forza maggiore" rivendicate dal Napoli, applicando l'articolo 10 della giustizia sportiva (giudicata assente la "fattispecie della forza maggiore"). Fissata per il 9 novembre, la sentenza della Corte d'Appello Federale (ovvero il secondo grado di giudizio): respinto il ricorso del Napoli e confermato il 3-0 a tavolino per la Juve (con un punto di penalizzazione a carico degli azzurri). La motivazione: "Contrariamente a quanto sostenuto in ricorso, la Società ricorrente non si è trovata affatto nella impossibilità oggettiva di disputare il predetto incontro, avendo, invece, indirizzato, in modo volontario e preordinato, la propria condotta nei giorni antecedenti all'incontro nel senso di non disputare lo stesso, con palese violazione dei fondamentali principi sui quali si basa l'ordinamento sportivo, ovvero la lealtà, la correttezza e la probità". E ancora: "Il fine ultimo dell'ordinamento sportivo è quello di valorizzare il merito sportivo, la lealtà, la probità e il sano agonismo. Tale principio non risulta essere stato rispettato, nel caso di specie, dalla Società ricorrente (Napoli), il cui comportamento nei giorni antecedenti Juventus-Napoli, risulta teso a precostituirsi, per così dire, un 'alibi' per non giocare quella partita. La mancata disputa non è dipesa da una causa di forza maggiore bensì da una scelta volontaria, se non addirittura preordinata. Infine, annullato senza rinvio è la formula con la quale il Collegio di Garanzia del Coni (ovvero il terzo grado di giudizio) ha accolto il ricorso del Napoli contro la Figc e le sentenze che infliggevano lo 0-3 a tavolino e un punto di penalizzazione al club partenopeo per non essersi presentato a Torino per la gara con la Juve dello scorso 4 ottobre. La decisione di fatto cancella il risultato a tavolino e il punto di penalizzazione alla squadra azzurra, che dunque sale a quota 24 punti raggiungendo la Roma al quarto posto. Come conseguenza, inoltre, la Juve perde i 3 punti della vittoria a tavolino, scivolando anche lei a 24 in attesa di recuperare la partita contro il Napoli. Tale vicenda, sotto il profilo giuridico, ruota intorno all'interpretazione dell'art. 55 N.O.I.F., il quale disciplina i casi di mancata partecipazione alla gara per causa di forza maggiore. Il primo comma prevede che "Le squadre che non si presentano in campo nel termine di cui all'art. 54, comma 2, sono considerate rinunciatarie alla gara con le conseguenze previste dall'art. 53, salvo che non dimostrino la sussistenza di una causa di forza maggiore.". Mentre il secondo comma statuisce che la declaratoria della sussistenza della causa di forza maggiore compete al Giudice Sportivo in prima istanza e alla Corte Sportiva d'Appello in seconda e ultima istanza. L'art 55 delle NOIF (norme organizzative interno federali) stabiliscono la mancata partecipazione alla gara per forza maggiore. Ovvero la dottrina, per forza maggiore si intende, ogni forza esterna contro la quale il soggetto non può resistere e che lo determina, contro la sua volontà ed in modo "inevitabile", al compimento di un'azione(C.S.A. UU, DEL 15/1/18) In buona sostanza se una società dimostra di aver fatto di tutto quanto in proprio potere per disputare la gara(in questo caso si dimostra aver seguito i protocolli sanitari antecedenti alla gara), nessun giudice sportivo potrà mai condannarla alla punizione sportiva della perdita della gara! E invero, ove la società avesse deciso di partire il giorno 3 ottobre per raggiungere il luogo dell'incontro, avrebbe violato proprio le disposizioni che l'autorità sanitaria avrebbe meglio specificato il giorno seguente, con il risultato di non poter ugualmente giocare la partita e di aver anche aggravato il rischio di diffusione della pandemia sul territorio nazionale, non potendosi peraltro escludersi - dato il carattere volontario e consapevole della condotta - l'insorgenza di ulteriori profili di responsabilità, anche penali. Tali considerazioni, trasposte sul piano giuridico, conducono ad escludere una responsabilità della parte asseritamente inadempiente, non solo e non tanto sotto il profilo della sussistenza di una causa di forza maggiore, ma in base al diverso principio dell'inesigibilità ex fide bona, avendo tenuto la SSC Napoli un atteggiamento improntato a diligenza e orientato sulla base degli elementi di fatto (e di diritto) nella propria sfera di conoscenza. In sintesi, la condotta della SSC Napoli non appare passibile di sanzione ai sensi dell'art. 53 N.O.I.F. e dei richiamati principi di origine civilistica. Pertanto la sentenza del Collegio di Garanzia sicuramente ha applicato i principi sopra richiamati, pur esprimendo dubbi sulla sua competenza a decidere in materia di sanzioni disciplinari. In data 07.01.2021 le Sezioni Unite del Collegio di Garanzia del Coni hanno depositato le motivazioni della sentenza del 22.12.2020, nelle quali si legge che le decisioni dei giudici di primo e secondo grado non hanno tenuto conto del sistema legislativo emergenziale e della gerarchia delle fonti. Il Napoli ha applicato il protocollo FIGC vigente all'epoca dei fatti, che rimandava la decisione alla competenza, in caso di positività, all'ASP territorialmente competente. Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.

17/01/2021 12:42
La Strada delle Vittime - “Voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi”. Lo farà a soli 21 anni.

La Strada delle Vittime - “Voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi”. Lo farà a soli 21 anni.

Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico.  “Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino, ho pensato che a differenza mia gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo…voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui quando andrò via potrò uccidere Daniele…mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza”. Il 7 agosto 2020, Antonio De Marco autore reo confesso dell’omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta avvenuto pochi giorni dopo, il 21 settembre , scriveva queste parole nel suo diario segreto. Accanto al diario nella camera dell’ assassino, gli inquirenti hanno ritrovato anche un dattiloscritto, un “romanzo breve” dello stesso De Marco; il titolo è “Vendetta” e racconta come il protagonista, che sarebbe il suo “avatar”, avesse come obiettivo quello di provocare la sofferenza e la morte degli altri. A distanza di poco più di tre mesi dall’omicidio, il  gip Michele Toriello ha disposto per De Marco il giudizio immediato, come richiesto dalla Procura. Ricordiamo che sulla scena del crimine è stato ritrovato durante le indagini un bigliettino in cui,  oltre allo studio delle mosse da compiere la sera dell’omicidio per evitare le telecamere di sicurezza sulla pubblica via, vi è appuntato da parte dell’assassino  il dettaglio delle fasi dell’azione omicidiaria calcolata nei minimi particolari. Impossibile non scorgere, da tutti questi elementi  la premeditazione del gesto. Del resto sia la premeditazione che la dinamica omicidiaria emergono dalle parole dell’interrogatorio dello stesso De Marco: “Ero più arrabbiato del solito... Sarà stato dettato tutto dalle crisi che ho avuto quel giorno e mi sono deciso a farlo, alle volte riuscivo a fermare i miei pensieri, sia quelli autolesionistici che quelli magari rivolti ad altri…quel giorno no”... “Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina. Ho incontrato Daniele nel corridoio, il quale si è spaventato perché avevo il passamontagna. Dopo aver avuto una colluttazione con lui li ho uccisi. Quando ho colpito lui ha cercato di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo aver lottato con loro sono andato via senza scappare perché non avevo fiato. Dopo aver compiuto il gesto sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva. Mi sono disfatto dei vestiti gettandoli in un bidone del secco di un condominio poco distante dall’abitazione”. Nell’ordinanza di convalida del fermo si parla di  "compiacimento sadico", di un "pericolo di recidiva per estrema pericolosità dell’indagato" e di "un’ indole particolarmente violenta, insensibile ad ogni richiamo umanitario: nonostante le ripetute invocazioni a fermarsi urlate dalle vittime l’indagato proseguiva nell’azione meticolosamente programmata inseguendole per casa, raggiungendole all’esterno senza mai fermarsi" La fredda imperturbabilità con cui l’assassino ha organizzato l’omicidio dei due fidanzati di Lecce emerge anche in un post su Facebook del 3 luglio 2020, accompagnato da due faccine sorridenti. "La vendetta è un piatto da servire freddo... e non risolve il problema ma per pochi istanti ti senti soddisfatto", ha scritto il 21enne. Si parla sempre più di violenza cieca, questa è la definizione che si da a questa furia , a questa forza impetuosa che acceca una persona. Ci addolora e ci spaventa molto vedere che in questo nostro tempo tanti sono i ragazzi che divengono attori di questi impulsi violenti. Ma di fronte a tutto ciò la condanna non basta, è necessario capire le radici di questo sentimento malsano in modo da impedirne il verificarsi ed evitare che vite innocenti vengano falciate da questa violenza cieca e criminale. La prima udienza del processo sarà celebrata il 18 febbraio davanti alla Corte d’Assise di Lecce.  

17/01/2021 09:45
"Io apro", niente protesta bis: il ristorante di Carriera resta chiuso

"Io apro", niente protesta bis: il ristorante di Carriera resta chiuso

Dopo sanzione, chiusura di 5 giorni e multe non riapre come invece aveva annunciato. Contrariamente a quanto annunciato ieri mattina e ribadito nel pomeriggio dal titolare Umberto Carriera, nell'ambito della protesta #ioapro contro le chiusure dei ristoranti dopo le 18, è rimasto chiuso stasera il ristorante "La Grande Bellezza" a Mombaroccio (Pesaro Urbino). Lo hanno confermato fonti delle Forze dell'ordine che hanno verificato sul posto se l'esercizio fosse aperto, trovandolo invece serrato. Il ristoratore aveva annunciato la protesta bis dopo l'apertura del locale il 15 gennaio, a seguito della quale gli era stato notificato, da polizia e carabinieri, il provvedimento del Questore con la sanzione della chiusura del ristorante per 5 giorni mentre i clienti erano stati identificati e verranno sanzionati. (Leggi qui per saperne di più)   (Fonte Ansa)

17/01/2021 08:40
Marche, Acquaroli studia la curva dei contagi: "Possibile rientro a scuola anticipato" (VIDEO)

Marche, Acquaroli studia la curva dei contagi: "Possibile rientro a scuola anticipato" (VIDEO)

"Stiamo vivendo un momento difficile, sia per la forte ripresa della pandemia nella nostra Regione e nazione, sia perché i vari provvedimenti che si alternano dal mese di novembre ad oggi creano difficoltà e non riescono a dare risposte a tante categorie che vedono ristrette le  loro possibilità di movimento, di lavoro e di riuscire a costruire un futuro". Così il presidente regionale Francesco Acquaroli, in una diretta facebook, fa il punto della situazione all’indomani del passaggio delle Marche in zona arancione. “Mi hanno accusato di metterci la faccia solo nei momenti belli – dichiara il presidente -  ma chi mi segue sa che non è così. Non posso negare - prosegue Acquaroli - una perplessità di fondo per questa decisione presa dal Governo, visto che abbiamo una Rt sotto a uno.  . Nella settimana in corso c’è una diminuzione soprattutto dei casi sintomatici. La scorsa settimana ogni giorno erano intorno ai 65-70, questa settimana invece intorno ai 50 e solo un giorno abbiamo raggiunto i 60. In considerazione di questa evoluzione sicuramente c’è stato un aumento del numero dei ricoverati – aggiunge Acquaroli -. Ma a fronte di questo numero c’è anche quello, sempre da tenere in considerazione, dell’andamento del periodo che conosciamo. Perché l’Rt risale sempre alla settimana precedente. E in questi giorni la curva sembra un po’ in rallentamento”. Poi il presidente regionale affronta il tema scuola: “abbiamo posticipato il rientro delle superiori in un momento in cui c’era un peggioramento della curva. Il problema è che  non sappiamo l’effetto del movimento di una massa importante di persone. È stata una misura a scopo precauzionale. E vi anticipo che se l’andamento della curva resterà così anche la prossima settimana: potremmo pensare a un provvedimento che anticipi il rientro in presenza al 50% delle superiori. Tutto sta nei numeri e nella verifica giorno dopo giorno. Nel frattempo abbiamo provveduto a potenziare il sistema di trasporto scolastico, che sarà pronto per il rientro in classe" “Perciò non vogliamo creare contrasti col Governo, ma vogliamo rappresentare quella che è la reale situazione attuale e collaborare in maniera fattiva. I numeri che vengono trasmessi al dal ministero andrebbero letti a ragion veduta considerando che non c’è scritto. ad esempio, che fra pochi giorni il numero di terapie intensive sarà superiore perché andremo ad implementarle di 17 unità”. Acquaroli, che si è detto preoccupato della tenuta economica della regione. “La nostra è una preoccupazione forte e fondata, provvederò a convocare una riunione con i parlamentari marchigiani per fare il punto della situazione. Massima attenzione e rispetto alla pandemia oltre che alla curva epidemiologica, ma dall'altra parte dobbiamo guardare il risvolto sul lavoro, quindi economico della nostra Regione. La disperazione dei cittadini, che noi sentiamo, sono sentimenti che non possono essere ignorati” conclude Acquaroli.            

16/01/2021 17:50
Coronavirus Marche, 467 nuovi casi: 87 quelli in provincia di Macerata. Ricoverati a quota 676

Coronavirus Marche, 467 nuovi casi: 87 quelli in provincia di Macerata. Ricoverati a quota 676

Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5682 tamponi: 3668 nel percorso nuove diagnosi (di cui 2057 nello screening con percorso Antigenico) e 2014 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 12,7%). I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 467 (87 in provincia di Macerata, 137 in provincia di Ancona, 132 in provincia di Pesaro-Urbino, 58 in provincia di Fermo, 37 in provincia di Ascoli Piceno e 16 fuori regione). Questi casi comprendono soggetti sintomatici (52 casi rilevati), contatti in setting domestico (84 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (132 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (26 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (14 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (9 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (13 casi rilevati), screening percorso sanitario (3 casi rilevati) e 1 rientro dall'estero. Per altri 133 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 2057 test e sono stati riscontrati 80 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 4%. Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia un decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 12,73% oggi, contro il 14,57% di ieri. Il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche dall'inizio dell'emergenza sanitaria è di 49.671per un totale di 366.327 campioni testati. In aumento di 7 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 676, di cui 85 in terapia intensiva (+3 rispetto a ieri). Sono, invece, 29 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali. Nel Maceratese sono accolti 122 pazienti: 50 all'ospedale di Macerata, 54 al Covid Hospital e 18 a Camerino. Altri 10 sono accolti nel pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche.  Di seguito, nel dettaglio, i dati rilasciati dal Servizio sanitario regionale:  

16/01/2021 12:16
Confartigianato Trasporti, in arrivo oltre 600mila euro di "buoni viaggio” per disabili e famiglie

Confartigianato Trasporti, in arrivo oltre 600mila euro di "buoni viaggio” per disabili e famiglie

Confartigianato Trasporto Persone esprime soddisfazione per l'emanazione del DM Interministeriale MIT e MEF per la ripartizione dei fondi pari a 35 milioni di euro per i "buoni viaggio” per persone disabili e famiglie in difficoltà, destinati ai Comuni capoluogo di Provincia. I fondi saranno erogati per favorire la mobilità delle persone disagiate che utilizzeranno per i loro spostamenti i Taxi e gli NCC. Il buono viaggio consente il rimborso del 50% del costo del Taxi con un massimo di 20€ per ciascun viaggio, da utilizzare fino al 30 giugno 2021 per gli spostamenti effettuati a mezzo servizio reso da TAXI o NCC.  Gli importi previsti per i capoluoghi marchigiani sono complessivamente  672.000 euro cosi suddivisi: Macerata 110.043€, Ascoli Piceno 115.874€, Fermo 101.352€, Ancona 174.874€ e Pesaro e Urbino169.549€.  “Il provvedimento - afferma Paolo Zengarini responsabile interprovinciale di Confartigianato Trasporti - stanziava le risorse per favorire la mobilità delle persone disabili o con mobilità ridotta, con patologie accertate, appartenenti a nuclei familiari più colpiti dagli effetti economici derivanti dall’emergenza sanitaria e per consentire inoltre la ripresa di un settore in profonda crisi. Per sollecitare l'emanazione di questo DM, Confartigianato si era attivata, prima per l'uscita del DL con lo stanziamento delle risorse e poi per attuare quanto previsto. Negli scorsi mesi di settembre ed ottobre abbiamo incontrato diverse amministrazioni comunali e gli Assessori ai servizi sociali di riferimento per evidenziare queste opportunità e comprendere le modalità di gestione da parte dei Comuni. Siamo tutt’oggi in contatto con i comuni interessati per verificare che presentino la richiesta di assegnazione dei fondi spettanti entro 10 giorni dalla pubblicazione del DM sulla G.U., e per concertare le procedure che intenderanno adottare per avviare questi nuovi servizi, che ci auguriamo rimettano in moto il settore del trasporto persone a mezzo Taxi o Ncc. Grazie alle sollecitazioni dell’Associazione inoltre, il termine per l’utilizzo dei fondi, precedentemente previsto per il 31 dicembre 2020, è stato prorogato al 30 giugno prossimo, e ci auguriamo che i servizi agevolati vengano avviati tempestivamente”.

16/01/2021 11:12
Carriera riapre il ristorante ma trova le Forze dell'Ordine: multa ai clienti e 5 giorni di chiusura

Carriera riapre il ristorante ma trova le Forze dell'Ordine: multa ai clienti e 5 giorni di chiusura

Chiusura per 5 giorni del ristorante "La Grande Bellezza" di Mombaroccio al termine della cena organizzata dal titolare Umberto Carriera nell'ambito dell'iniziativa #ioapro, in violazione delle norme anti covid. Il provvedimento del questore di Pesaro Urbino è stato notificato a Carriera da Polizia e Carabinieri nella serata di ieri. I titolare, che aveva annunciato l'intenzione di riaprire anche domani, aveva consegnato il conto agli ultimi commensali alle 21:45, in modo da consentire loro di far ritorno nelle proprie abitazioni senza violare il coprifuoco. Ma i clienti (poco meno di 40) sono stati fermati dalle forze dell'ordine a valle del borgo di Mombaroccio e identificati: saranno sanzionati.

16/01/2021 09:45
Omicidio Ascoli Piceno, 56enne accoltellato in pieno centro: arrestato il presunto assassino

Omicidio Ascoli Piceno, 56enne accoltellato in pieno centro: arrestato il presunto assassino

Un uomo di 56 anni è stato ucciso nella tarda serata ad Ascoli Piceno. Stando alle prime informazioni raccolte da Ansa si tratta di un salernitano, già noto alle forze di polizia, da tempo residente in città. Franco Lettieri, questo il nome della vittima, è stato trovato a terra sanguinante nella centralissima via dei Soderini: sarebbe stato raggiunto da diversi colpi di coltello. Inutili i tentativi di soccorrerlo da parte del personale del 118, ma secondo alcune indiscrezioni prima di morire avrebbe fatto in tempo a dare indicazioni ai soccorritori per identificare l'aggressore. Le indagini sono condotte dai carabinieri.  - AGGIORNAMENTO DELLE ORE 10 - E' stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario l'uomo rintracciato ieri sera dai carabinieri del Comando provinciale di Ascoli Piceno dopo l'omicidio di Franco Lettieri, il 56enne di Salerno ucciso a colpi di coltello intorno alle 22 in via dei Soderini, in pieno centro storico di Ascoli. Si tratta di un muratore romeno di 57 anni, residente anche lui in città. Ora è in carcere. Sentito durante a notte dal procuratore Umberto Monti e dai carabinieri, non ha confessato l'omicidio, ma ad inchiodarlo ci sarebbero gli elementi raccolti dagli investigatori che immediatamente hanno avviato le indagini, partendo dal nome che la vittima ha fatto prima di morire. Sopralluoghi e riscontri nell'immediato hanno consentito di mettere insieme elementi ritenuti decisivi per l'arresto del 57enne.

16/01/2021 00:25
Urbino, sesso durante la lezione online. Stimato prof si scusa: "Non ci vedevamo da tanto"

Urbino, sesso durante la lezione online. Stimato prof si scusa: "Non ci vedevamo da tanto"

Accademia di Belle Arti di Urbino, didattica a distanza. Il Prof durante la lezione fa partire un video ad integrazione dell’argomento che aveva da poco finito di spiegare. Pensando di non essere più inquadrato si “dedica” a chi gli era accanto, lasciandosi andare ad atti sessuali espliciti. Purtroppo il Prof aveva fatto male i conti con l’ampiezza dell’inquadratura della telecamera che ha ripreso tutto, mentre i suoi studenti  assistevano in diretta. Il Direttore dell’Accademia di Belle Arti, informato della vicenda ha convocato il professore che si è dimesso, con le scuse ad i suoi ragazzi affidate ad una lettera. “Tutto pensavo tranne che potessi essere visto in diretta. La persona che era con me non la vedevo da diversi mesi per colpa della pandemia. Una lontananza che pesava perchè il nostro è un rapporto stabile. Sono mortificato perchè una cosa di questo genere non mi era mai accaduta e mai più accadrà”. Il Prof si è scusato anche con la Scuola: "Convinto che i ragazzi fossero impegnati a seguire i filmati e la lezione, ci siamo lasciati andare. Ho ceduto. Vorrei essere giudicato sotto il profilo umano perchè non sono un perverso e neanche un esibizionista. E per questa ragione subito dopo l’episodio ho presentato le dimissioni alla direzione dell’Istituto urbinate. Vorrei essere compreso e non giudicato per quanto accaduto” ha concluso il docente. Il Direttore, nel rendere pubblica la notizia, ha dichiarato che il professore è un ottimo insegnante anche molto seguito e rispettato, con cui lui stesso è legato da stima e amicizia che restano immutate, se pure la reazione della direzione non poteva essere diversa da quella che è stata.  

15/01/2021 20:28
Come combattere lo stress grazie all’aiuto di uno psicologo

Come combattere lo stress grazie all’aiuto di uno psicologo

I ritmi della vita moderna mettono a dura prova anche la persona più tranquilla e pacifica al mondo:tutti almeno una volta nella vita si sono sentiti sotto stress. Tuttavia per molte persone questa condizione psicologica, diventa una vera e propria situazione cronica capace di ledere il benessere psicofisico. Purtroppo ad oggi in molti sottovalutano lo stress connesso ai ritmi frenetici che la vita moderna impone. Questo è senz’altro un grave errore dal momento che lo stress potrebbe causare un progressivo peggioramento della salute di una persona. Cos’è lo stress Il termine “stress” viene utilizzato spesso impropriamente: in molti lo usano ad esempio come sinonimo di “ansia”.Più precisamente, però, lo stress è una reazione ad una situazione logorante. Normalmente chi soffre di stress si trova in una situazione di difficoltà derivante da fattori esterni, collegati frequentemente ad un determinato contesto sociale o lavorativo. Lo stress potrebbe derivare inoltre da un sovraccarico di stimoli: chi soffre di questa condizione emotiva molto spesso si ritrova “ingabbiato” in un molteplice numero di compiti e incombenze da risolvere. Vale la pena ricordare che è possibile imparare a gestire lo stress con l’aiuto di un professionista esperto, come ad esempio uno psicologo psicoterapeuta. Oggi fortunatamente non è più necessario recarsi fisicamente presso uno studio per poter essere ascoltati ed aiutati: online infatti esistono moltissime applicazioni che offrono la possibilità di ottenere un supporto qualificato da parte di psicologo online verificato. Con l’aiuto della tecnologia, è possibile svolgere una seduta a distanza anche via chat con uno psicologo altamente qualificato senza nemmeno doversi muovere da casa. Evitare situazioni stressanti Un metodo tanto semplice quanto banale per ridurre lo stress consiste senz’altro nell’evitare le situazioni che possano favorirlo. Applicare concretamente questo principio tuttavia è un po’ più complicato. In astratto infatti qualsivoglia cambiamento potrebbe essere di per sé idoneo a creare una situazione stressante. E ciò vale anche per i cambiamenti positivi, quali ad esempio la decisione di sposarsi, la nascita di un figlio, un cambio o un upgrade lavorativo e molto altro ancora. Esistono però situazioni che risultano essere maggiormente stressanti rispetto alla altre: assistere una persona con una malattia grave, affrontare la morte di un amico o di un parente, fare i conti con un divorzio, subire trattamenti sgradevoli al lavoro o a scuola, subire abusi, eccetera.  Sintomi dello stress Da un punto di vista clinico, quando una persona è soggetta a stress, tende a reagire come se dovesse fronteggiare una situazione di pericolo. Il battito cardiaco aumenta, il metabolismo accelera, la pressione sale, mentre il livello degli ormoni sessuali diminuisce rapidamente. Se tutto ciò accade spesso durante la vita di una persona, lo stress diventa cronico e a farne le spese non è soltanto la mente ma anche e soprattutto il corpo. I disturbi più comuni connessi allo stress sono la perdita copiosa dei capelli, la stanchezza cronica, le irregolarità del ciclo mestruale, il senso di oppressione, la tachicardia, o l’irritazione intestinale. Questi potrebbero rivelarsi dei veri e propri campanelli d’allarme, che non dovrebbero mai essere ignorati. Le soluzioni, come riportato sopra, esistono.

15/01/2021 16:39
Ok agli spostamenti tra piccoli comuni ma stop all'asporto dalle 18: Conte firma il nuovo Dpcm

Ok agli spostamenti tra piccoli comuni ma stop all'asporto dalle 18: Conte firma il nuovo Dpcm

Scuola, bar, spostamenti, musei, concorsi. Il nuovo dpcm in vigore dal 16 gennaio è stato firmato dal presidente Giuseppe Conte. Il provvedimento, valido fino al 5 marzo, introduce una serie di misure, regole e divieti. In particolare , da lunedì 18 gennaio studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado tornano in classe :"Almeno il 50% fino a un massimo di 75%". Stretta sulla movida, con lo stop agli asporti per bar, enoteche e attività commerciali simili. Musei aperti nelle zone gialle mentre piscine e palestre restano chiuse fino al 5 marzo. Piste da sci chiuse fino al 15 febbraio. Rischi per le regioni Come stabilito dal decreto, se una Regione presenta un indice Rt a livello 1, o se riscontra un’incidenza di 50 casi ogni 100 mila abitanti, si va automaticamente in zona arancione. Se invece l’Rt è uguale o superiore a 1,2, va in rossa. Gli esperti hanno già evidenziato come in questa settimana tutti gli indicatori siano peggiorati. Con le modifiche introdotte dal decreto, solo 6 regioni rimarrebbero gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta. Tutte le altre, invece, rischiano l’arancione, con la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente in zona rossa. La zona bianca Il decreto ha introdotto la zona bianca, in cui le uniche restrizioni sono quelle sperimentate in estate, cioè il distanziamento e l’uso della mascherina. I parametri per entrarci, però, sono molto rigidi: presentare un rischio basso e avere 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100 mila abitanti. Un traguardo lontano mesi per molti territori. Zona gialla: divieto di spostamento fino al 15 febbraio Il decreto di gennaio ha stabilito anche il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, che resterà in vigore fino al 15 febbraio (e non più, come inizialmente previsto, fino al 5 marzo). Zona rossa: sì alle visite ai parenti e agli amici Nella bocca del Dpcm sembrerebbe esserci l’ok agli spostamenti nel comune anche se è in zona rossa. Anche nel rischio alto, quindi, sarà concesso andare a trovare o ricevere parenti e amici, per un massimo di due ospiti alla volta. «Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata – si legge nella bozza – è consentito nell’ambito del territorio comunale, una volta al giorno, in un arco temporale compreso tra le 5 e le 22 e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di 14 anni sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale». Zona arancione: ok agli spostamenti tra piccoli comuni Resta valida la possibilità di spostarsi nelle Regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5 mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia. Scuola Da lunedì 18 gennaio riapriranno le scuole superiori, con una didattica in presenza «almeno al 50% e fino a un massimo dl 75%». Lunedì tornano quindi Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Molise e Puglia. A patto che non vengano messe in zona rossa: in quel caso si torna alla Dad al 100%. Bar e ristoranti Per i bar e le attività commerciali che vendono bevande e alcolici, come anche per le enoteche, scatta il divieto di vendita da asporto a partire dalle 18. Il provvedimento è stato fortemente criticato dalle Regioni, che per bocca del presidente della Conferenza Stefano Bonaccini, hanno commentato che «non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori». Le Regioni avevano chiesto che l’asporto venisse vietato solo per le bevande alcoliche, ma per ora non sembra che la richiesta sia stata accolta. Musei Confermata l’apertura dei musei, chiusi ormai da novembre, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. «Si tratta di un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura” per il futuro». Impianti sciistici Gli impianti sciistici non riapriranno almeno fino al 15 febbraio. Alcuni presidenti hanno chiesto che almeno, nelle zone gialle, sia consentita l’attività ai soli residenti. Ma al momento la richiesta non è stata accolta. Palestre e piscine Restano chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire almeno la ripresa degli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri.      

15/01/2021 14:26
Marche, per due settimane sarà zona arancione: "mi sembra un provvedimento eccessivo"

Marche, per due settimane sarà zona arancione: "mi sembra un provvedimento eccessivo"

"Mi dispiace dovervi comunicare che da domenica saremo in zona arancione e lo resteremo per almeno due settimane. Temo che anche la terza sia da mettere in preventivo ma attendiamo l’evolversi delle cose - ad annunciarlo è il Governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli - La situazione è praticamente simile alla scorsa settimana, anzi i rilevamenti della settimana in corso sono in miglioramento, ma così è stabilito nel nuovo Dpcm". "Va bene essere prudenti, per questo anche noi avevamo deciso di rinviare l’apertura delle scuole superiori in presenza, infatti già la zona gialla prevede diverse restrizioni - aggiunge il Presidente regionali- Tornare in zona arancione, con un RT ormai stabilmente sotto a 1 da un mese e mezzo, mi sembra un provvedimento eccessivo più che una scelta precauzionale. Sono amareggiato e dispiaciuto e continuerò a fare di tutto affinché il Governo comprenda le nostre richieste e modifichi il Dpcm, ma le norme vanno sempre rispettate anche quando non condivise e questo è l’invito che rivolgo a tutti voi". Conclude Acquaroli

15/01/2021 13:22
Appignano, il Sindaco replica alla minoranza: "sull'Inrca solo attacco politico. Investite maggiori risorse"

Appignano, il Sindaco replica alla minoranza: "sull'Inrca solo attacco politico. Investite maggiori risorse"

"Recentemente abbiamo avuto modo di ascoltare e leggere versioni e accuse riguardanti la vicenda INRCA di Appignano -  comunica in una nota il primo cittadino Mariano Calamita - E’ soltanto il frutto di un attacco politico pretestuoso e portato da una minoranza del Consiglio Comunale, che ha come unico scopo di creare una spaccatura nel Gruppo di maggioranza “Costruiamo Insieme Calamita Sindaco”'. (leggi l'articolo) "Quanto si è ascoltato e letto negli ultimi 10 giorni fa sì che l’intero gruppo consiliare Costruiamo Insieme, fermamente unito, è pronto a rispondere in modo civile e rispettoso nelle sedi istituzionalmente previste - sottolinea -  Per questo motivo, l’Amministrazione Comunale ha scelto di evitare repliche che potessero essere frutto di impulsività, approfondendo l’intera questione e le tematiche esposte nella richiesta di mozione, ivi incluse le asserite responsabilità a carico di alcuni membri del gruppo di maggioranza, che appaiono inconsistenti, per come si sono svolti i fatti". "Essendo stata richiesta la convocazione del Consiglio Comunale, si è preferito quindi evitare di fare repliche sui social e mezzi di informazione, riservandoci di rispondere dettagliatamente sulla vicenda davanti ai cittadini, dimostrando che non siamo affatto intimoriti da quanto si è cercato di mettere in risalto nei vari canali di comunicazione recentemente utilizzati - precisa il Sindaco - Pertanto, quale migliore occasione se non quella da parte della cittadinanza di seguire la discussione del Consiglio Comunale di imminente convocazione, nel corso della quale verranno analizzati i fatti accaduti e le azioni intraprese, che hanno interessato il periodo che va dal 2005 fino ad oggi". "Il fatto certo e inconfutabile, come si avrà modo di chiarire nel corso della discussione consiliare, è che l’INRCA, anche su impulso dell’Ente/Fondazione Falconi, nonché del Comune di Appignano, non ha abbandonato il nostro territorio e non ha disatteso gli impegni assunti con il contratto sottoscritto con l’Ente Falconi nel 2005, ma al contrario sta investendo risorse ben più consistenti rispetto a quelle originariamente previste": Conclude Calamita 

15/01/2021 12:23
Fermo, Pronto Soccorso e sanitari al collasso: "turni infiniti e pazienti in attesa di ricovero da 163 ore"

Fermo, Pronto Soccorso e sanitari al collasso: "turni infiniti e pazienti in attesa di ricovero da 163 ore"

È già stata avviata, come preannunciato nei giorni scorsi dal direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, la fase 3 del piano pandemico all’ospedale "A.Murri" di Fermo. Nella giornata di ieri, erano arrivati a 71 gli operatori sanitari risultati positivi al Covid-19,  di cui 9 medici e 40 infermieri oltre a personale oss e tecnici di radiologia della struttura ospedaliera, tra asintomatici e sintomatici, tutti finiti in isolamento. Un focolaio Covid partito da un reparto pulito, Medicina 2, tant'è che si è proceduto con l’accorpamento delle aree chirurgiche al piano sesto del padiglione nuovo, con la conseguente liberazione del piano quinto da destinare ai pazienti Covid, per un totale di 29 posti letto. I pazienti, oltre ad essere stati trasferiti nei presidi ospedalieri delle altre aree vaste, sono in parte anche stati spostati presso il Pronto Soccorso del noscomio di Fermo andando quindi ad aumentare la pressione in un reparto già ridotto all'osso in termini di personale e posti letto.  Nelle ultime ore sta infatti aumentando il numero dei contagiati tra il personale sanitario del Pronto Soccorso che ha quindi deciso di elencare le criticità quotidiane attraverso una lettera al responsabile del sindacato Nursind per “mettere a conoscenza delle criticità esistenti, permanenti e persistenti". "I pazienti continuano a sostare in Pronto Soccorso 163 ore continuative, con conseguenti pernotti senza riuscire a trovare un posto letto nei vari reparti di degenza o in altre strutture - segnalano i medici del Pronto Soccorso - Questo anche a causa di: - reparti che continuano a tenere poggiati i propri pazienti ricoverati in Pronto Soccorso; - pazienti che provengono da altre aree vaste per consulenze specialistiche (gastroscopiche), che alla fine si trovano a rimanere in Pronto Soccorso senza poter tornare nelle strutture di provenienza; - medici di base che continuano ad inviare pazienti in pronto soccorso per accertamenti, facendo saltare le liste di attesa del CUP ai propri assistiti e a discapito del servizio di pronto soccorso; - centrale operativa 118, che nonostante i ripetuti avvisi degli operatori del Pronto Soccorso, continua ad inviare pazienti al pronto soccorso con problematiche risolvibili in ambulatori di Medicina di Base, mettendoli a rischio contagio perché costretti a sostare nel pronto soccorso per ore, dove sembra non esistere un’area grigia per sospetti covid". "Per di più i medici di reparto sembra che non abbiano più la possibilità di poter usufruire di giorni di riposo per carenza di personale - spiegano - ed ancor peggio per i medici della cooperativa che si sono trovati a lavorare continuamente senza alcuno smonto, addirittura con un turno che a noi risulta iniziato il 28/12/2020 e finito l’1/01/2021, fuori da ogni norma. Inoltre ci segnalano che nell’area covid, nonostante il tipo di patologia preveda tale ausilio, l’impianto di erogazione centralizzato di ossigeno è inesistente". "Si aggiunge a ciò un problema che già il 24/10/2020 è stato sollevato da questo ordine sindacale, senza alcun riscontro da parte vostra, dalle loro dichiarazioni emerge che gli armadietti per il personale in servizio, ancora oggi, non siano ad uso esclusivo di ogni operatore come previsto dal Testo unico per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008, detto anche “Legge 81” ex legge 626) e assolutamente necessario in una situazione di pandemia, ma bensì condivisi - si rende noto nella missiva - Altra criticità riguarda la vaccinazione anti covid per il personale del Pronto Soccorso che è in ritardo addirittura rispetto ad altre categorie che non sono in prima linea come loro, questo genera dei dubbi sui criteri utilizzati per la programmazione del piano vaccinale". "In ultimo ci riferiscono di continue minacce, da parte degli utenti nei confronti degli operatori sanitari, in special modo del personale della croce rossa posizionata all’ingresso del pronto soccorso, scaturite dalla situazione di disagio che si vive in tale contesto, acutizzato dalla negata possibilità di seguire i propri parenti, anche questo dovrebbe essere considerato un campanello di allarme vista la cronaca che continuamente ci racconta di episodi drammatici. Per tutto questo chiediamo che vengano al più presto portate sul tavolo sindacale delle proposte traducibili in azioni nel merito delle questioni, a beneficio del servizio, degli utenti e del personale che fino ad ora ha sopperito a tali mancanze".

14/01/2021 20:30
Area di crisi fermano-maceratese, Castelli: "Tempo fino al 13 marzo per le domande ad Invitalia"

Area di crisi fermano-maceratese, Castelli: "Tempo fino al 13 marzo per le domande ad Invitalia"

Con circolare 12 gennaio, n. 61 è prorogato alle ore 12:00 del 13 marzo il termine per presentare i progetti a valere sull’Avviso pubblico finalizzato alla selezione di iniziative imprenditoriali nel territorio dell’area di crisi industriale complessa del “Distretto delle pelli-calzature Fermano-Maceratese” tramite ricorso alle risorse nazionali della legge n. 181/1989. “Abbiamo tenuto fin dalla fase precedente le festività natalizie – dichiara l’Assessore con delega alle aree di crisi Guido Castelli - un confronto serrato e costante con le istituzioni e le associazioni di categoria locali, da un lato, e con il Ministero dello sviluppo economico e Invitalia, dall’altro, per monitorare lo stato di presentazione delle domande e valutare l’opportunità di una proroga del termine di scadenza". "La decisione di posticipare di 60 giorni il termine - continua l’Assessore Castelli – è stata condivisa da tutti gli attori del territorio e dai soggetti sottoscrittori dell’Accordo, tenendo conto della concomitanza della pausa natalizia, della perdurante fase di emergenza Covid e, elemento non secondario, del fatto che la data di avvio è stata più volte posticipata in attesa della registrazione dell’Accordo di Programma da parte della Corte dei Conti". "Il nostro obiettivo – conclude Castelli - è di assicurare la massima partecipazione delle aziende interessate ad investire e il pieno impiego delle risorse, pari a 15 milioni di euro, contribuendo al rilancio e allo sviluppo dell’area e all’incremento delle opportunità occupazionali per i disoccupati e i giovani del territorio”.

14/01/2021 19:25
Coronavirus Marche, dieci decessi nelle ultime 24 ore: due vittime al Covid-Hospital

Coronavirus Marche, dieci decessi nelle ultime 24 ore: due vittime al Covid-Hospital

Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 10 decessi correlati al Covid-19. Due le vittime registrate nelle strutture ospedaliere del Maceratese entrambe al Covid-Hospital di Civitanova Marche: si tratta di un 74enne originario di Riesi (paese in provincia di Caltanissetta) e una 82enne civitanovese. Sono state 53 le persone decedute all'Opedale di Pesaro dove si sono spenti un 88enne di Mondolfo, una 91enne di Fano e una 83enne pesarese. A Fossombrone è morta una 82enne di Borgo Pace, mentre al nosocomio di Urbino hanno perso la vita: una 89enne e una 85enne, entrambe di Pergola. Nel territorio anconetano si sono registrate altre due vittime: un 85enne di Falconara Marittima è spirato all'INRCA di Ancona mentre un 60enne di Senigallia si è spento all'Ospedale di Jesi. Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 1763 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (758), mentre sono 292quelle totali nella provincia di Macerata. Secondo i dati complessivi, nel 95,5% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni. Di seguito i dati resi noti dal Servizio Sanità regionale:

14/01/2021 17:57
Marche, cambiano i criteri delle fasce di rischio: "pur con l'RT sotto 1, possibile la zona arancione"

Marche, cambiano i criteri delle fasce di rischio: "pur con l'RT sotto 1, possibile la zona arancione"

"Ho definitivamente appreso dalla conferenza Stato Regioni di questa mattina che il criterio prevalente di valutazione per l’assegnazione del colore alle regioni non è più solo quello dell’indice RT, ma soprattutto quello della valutazione del 'rischio' - a dirlo è il Governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli -  cioè in base allo stato di occupazione delle terapie intensive, delle strutture ospedaliere, alla stima dei focolai e altri fattori". "Quindi non è bastato abbassare le soglie RT per l’assegnazione delle fasce, ma hanno ritenuto di andare anche oltre - tuona - Questi continui e repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento. Dunque, di fatto, se anche le Marche domani avranno l’indice RT sotto ad 1, rischiano seriamente di finire in fascia arancione - annuncia Acquaroli - Queste osservazioni le ho poste stamattina nell’incontro con le Regioni e i Ministri competenti, e ho chiesto ancora una volta un confronto su scelte così impattanti per tutti noi. Anche perché, alla luce del voto favorevole in Parlamento avvenuto ieri dopo l’informativa del Ministro Speranza, potremo essere vincolati a queste restrizioni per lunghe settimane". "Questo deve essere fin da subito chiaro a tutti - sottolinea - Deve anche essere chiaro che sono preoccupato per l’evolversi della pandemia e non voglio essere superficiale, per questo chiedo da settimane un confronto che non si basi solo sulla mera lettura dei numeri, che dicono tanto ma non raccontano tutto. Oltre a questa preoccupazione, c'è anche la consapevolezza dell'esasperazione e della difficoltà di tenuta del sistema socio-economico, già sottoposto ad una pressione prolungata. La salute e la sicurezza sono imprescindibili ma esse sono anche legate alle esigenze concrete della quotidianità - conclude Acquaroli - Spero che il Governo tenga conto di quanto richiesto, ora restiamo in attesa delle decisioni definitive".

14/01/2021 15:00
Stop agli spostamenti fuori regione e a casa di parenti solo in 2: approvato il nuovo Decreto

Stop agli spostamenti fuori regione e a casa di parenti solo in 2: approvato il nuovo Decreto

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori disposizioni urgenti per il contenimento della diffusione del COVID-19. Il Consiglio, convocato mercoledì sera alle 21,30 in piena crisi politica, ha dato il via libera al provvedimento che limita i movimenti dei cittadini anche in fascia gialla e fa entrare direttamente in fascia arancione le regioni che hanno un livello “alto” di rischio. Nel decreto è stabilito che, fino al 15 febbraio 2021, «è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione». Il divieto vale anche per le regioni che si trovano in fascia gialla. Per limitare gli incontri, nel decreto è stato stabilito di prorogare la norma che era stata approvata in vista delle festività natalizie. E dunque «in ambito regionale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi». Il governo ha, inoltre, stabilito che questo spostamento «può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa», fatto salvo «quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti» (vedi il punto qui sotto). Resta la deroga varata con il decreto che ha preceduto il Dpcm di Natale: «Qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia». Anche questa norma vale dal 16 gennaio 2021 al 5 marzo 2021. Il decreto istituisce una «fascia bianca», dove la liberta è quasi totale. I criteri stabiliti per entrare in fascia bianca sono: «Scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso con una incidenza settimanale dei contagi, per due settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti». Nel decreto è specificato che «l’eventuale successivo superamento dei parametri per il collocamento nello scenario di tipo 1 ha effetto, ai fini dell’applicazione di misure più restrittive, se il superamento perdura per almeno 14 giorni consecutivi». In area «bianca» non si applicano le misure restrittive previste dai Dpcm per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli — e possono comunque essere adottate, con Dpcm, «specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico». Rischio alto in arancione Il governo decide di ampliare la possibilità di far scattare l’ingresso nelle fasce che prevedono restrizioni e nuovi divieti. Secondo i parametri attuali si entra in fascia arancione con un Rt pari a 1 e in fascia rossa con Rt pari a 1,25. Si è però deciso che vanno in arancione «secondo la medesima procedura ed in presenza di una analoga incidenza settimanale dei contagi, anche le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio alto». In questo caso scatta la chiusura di bar e dei ristoranti e il divieto di uscire dal proprio comune. Sono aperti i negozi, i parrucchieri e i centri estetici.  

14/01/2021 10:22
Marche,  in arrivo le prime 1500 dosi di vaccino "Moderna"

Marche, in arrivo le prime 1500 dosi di vaccino "Moderna"

Sono stati consegnati oggi alla Regione Marche circa 1500 dosi di vaccino dell’azienda farmaceutica Moderna come previsto dal piano di distribuzione vaccinale nazionale. I vaccini saranno smistati tra gli hub di Inrca, Civitanova Marche, Macerata, l'ospedale di Torrette di Ancona.  Ne dà notizia l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini.  I vaccini Moderna devono essere custoditi ad una temperatura di meno 20 gradi, “modalità che potrà garantire una conservazione più semplice rispetto ai vaccini Pfizer BionTech facilitando la somministrazione alle categorie a rischio, anziani e persone fragili, mediante l’inoculazione a livello domiciliare tramite i medici di famiglia” specifica l’assessore.   La Regione è ora in attesa della seconda consegna del vaccino Moderna di circa 1700 dosi previste da calendario tra il 25 e 27 gennaio 2021.  

13/01/2021 18:25
Coronavirus Marche, 18 decessi nelle ultime 24 ore: una vittima all'Ospedale di Macerata

Coronavirus Marche, 18 decessi nelle ultime 24 ore: una vittima all'Ospedale di Macerata

Il Servizio Sanità regionale ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 18 decessi correlati al Covid-19. Una vittima nelle strutture ospedaliere della provincia di Macerata: si tratta di una 84enne di Tolentino che si è spenta al nosocomio civile del Capoluogo. Sono state 6 le persone decedute all'Ospedale di Pesaro dove hanno perso la vita un 95enne di Pergola, un 73enne di Cartoceto insieme a un 55enne e una 76enne di Terre Roveresche congiuntamente ad un 79enne e un 78enne entrambi pesaresi. A Fossombrone è morto un 83enne di Pesaro, mentre al nosocomio di Urbino è spirata una 89 enne di Sassocorvaro. Una vittima anche alla Residenza Sanitaria Macerata Feltria dove si è spenta un 91enne di Pesaro. Nel territorio anconetano si sono registrate altre sette vittime: due all'INRCA di Ancona dove hanno trovato la morte un 94enne e un 88enne anconetani. Due decessi anche a Torrette dove si sono spenti un 67enne e una 70enne entrambi di Falconara Marittima. Una vittima anche all'Ospedale di Senigallia dove è morta una 88enne senigalliese mentre al nosocomio di Jesi sono spirati un 73enne di Serra San Quirico e una 92enne di Fano. Una vittime anche all'Ospedale di San Benedetto dove hanno perso la vita un 86enne originario di Offida. Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 1753 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (752), mentre sono 291 quelle totali nella provincia di Macerata. Secondo i dati complessivi, nel 95,5% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 81 anni. Di seguito i dati resi noti dal Servizio Sanità della Regione Marche:

13/01/2021 18:04
Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.