Nel tardo pomeriggio di ieri, mentre molti gatti delle nevi stavano preparando le piste in vista dell’apertura degli impianti sciistici fissata per oggi, è arrivato lo ‘spiazzante’ stop a firma del Ministro Roberto Speranza che ha prolungato la chiusura per ulteriori tre settimane (leggi l'articolo).
Giorni di lavoro persi e risorse economiche sprecate per tutti gli operatori di un settore che nelle ultime settimane si erano spesi per garantire la riapertura delle stazioni in sicurezza, con regole e accorgimenti per evitareassembramenti. Un'infausta comunicazione giunta proprio all’ultimo secondo che non ha fatto altro che aumentare l’amarezza per una stagione sciistica che può oramai considerarsi finita.
“E’ stata una notizia che ci ha lasciato di stucco, sia per le tempistiche che per le modalità con cui è arrivata –esordisce il Sindaco di Sarnano Luca Piergentili - è stato fatto credere alle stazioni che avrebbero riaperto quindi tutti i gestori degli impianti si erano organizzati per questo evento ottemperando a tutte le normative anti-covid previste dal CTS”.
Un lavoro quindi iniziato e programmato all’indomani del via libera decretato, per le regioni 'gialle', lo scorso 4 febbraio ma che è stato totalmente vanificato ad appena 12 ore dallo start già comunicato: “Si tratta di una misura totalmente ingiustificata in quanto va a ledere un settore specifico che non è poi quello in cui si creano assembramenti in quanto le zone di montagneadurante i weekend gialli sono comunque frequentante da centinaia di persone – spiega Piergentili – la verità è che certe decisioni non possono essere prese dal Governo centrale ma devono essere delegate alle singole regioni in quanto hanno il polso delle diverse realtà montane”.
“Impossibile paragonare gli impianti sciistici delle Marche con quelli di Veneto o Trentino Alto Adige perché sono tutte situazioni differenti – incalza - ieri nella stazione di Sarnano c’erano molte persone in pista con il bob e il parco giochi era pieno di bambini che giocavano con la neve; anche quelli sono assembramenti ma, essendo in zona gialla non possiamo vietarne l’accesso perché la legge dice questo – dichiara il primo cittadino - Non riusciamo a capire questa decisone ma a malincuore ci adeguiamo".
Senza dubbio una mancata occasione per tornare compiere un primo passo verso la normalità ma anche un ‘colpo’ economico pesante non solo per i gestori degli impianti: “L’indotto che genera un fine settimana di piste aperte è assolutamente diverso da un normale weekend ecco perché il danno riguarda tutti i territori della montagna – sottolinea Piergentili - Questa per l’innevamento è stata la stagione migliore degli ultimi 10 anni ma purtroppo la pandemia e le decisioni del Governo hanno impedito di sfruttarla al meglio".
"Non dimentichiamo che i nostri sono territori che soffrono ancora degli effetti negativi del sisma del 2016 quindi avere un po’ di ossigeno dal punto di vista economico non ci dispiace di certo – chiosa il sindaco di Sarnano - mantenere un'attività commerciale in queste zone è già difficile di suo se poi si perdono determinati opportunità, diventa sempre più difficile trovare qualcuno che sia pronto ad investire in queste zone”.
Delusione mista a rabbia anche a Bolognola soprattutto per tutti quegli esercenti funiviari che sono stati nuovamente costretti ad annullare l’apertura della stazione e, visto il periodo dell’anno, decretare la fine di una stagione sciistica mai iniziata (qui il gesto di protesta di Bolognolaski): “I politici attuali non si rendono minimamente conto dei danni che provocano certe decisioni prese all’ultimo minuto – tuona il primo cittadino di Bolognola Cristina Gentili - considerando che è da oltre una settimana che si parla, in maniera più accentuata, di variante ingles. Credo che avrebbero avuto tutto il tempo per comunicare tali misure con anticipo in modo che ogni attività, non sono i gestori di impianti da sci, avrebbe avuto la possibilità di organizzarsi”.
Sforzi, non solo economici, per tutti i professionisti di un settore che erano pronti a ripartire questa mattina con tutte le ‘carte in regola’ per farlo e che ora si dovranno occupare del rimborso degli skip ma anche delle disdette, con tutti gli effetti negativi sulla conservazione delle scorte alimentari già comprate, sopratutto per quanto riguarda le attività ristorative: “Non discuto sulla gravità dell’emergenza – chiarisce il Sindaco – ma nessuno mi venga a dire che non c’era la possibilità di prendere una decisione del genere prima di ieri sera e non all’ultimo minuto”.
Un'ulteriore ‘mazzata’ quindi ad un territorio già duramente provato dagli eventi sismici del 2016: “Durante il mio mandato da primo cittadino ho dovuto gestire prima il sisma e ora il Covid quindi so bene che, in certi casi, vanno prese delle decisioni repentine –illustra Gentili- ma tali limitazioni ci stanno distruggendo più del terremoto stesso; la differenza è che in quel caso fu un evento naturale che abbiamo gestito a livello territoriale mentre questa emergenza sanitaria è stata trattata in maniera allucinante – prosegue - doveva essere affrontata assolutamente dal punto di vista territoriale perché chi è al Governo non conosce le varie situazioni; ecco perché un sindaco deve avere più potere decisionale, con le responsabilità che ne conseguono, e non mettere la faccia su decisioni prese dall’alto”.
La decisione di chiudere gli impianti sciistici dettata dal Governo centrale mette in pratica sullo stesso piano tutte le stazioni italiane senza tener conto delle specificità di ogni singolo territorio: “Capisco che in grandi impianti sciistici, nonostante tutti i gestori si siano adeguati alle norme anti-Covid, si possano creare delle situazioni di assembramento - aggiunge il primo cittadino - la decisione di chiudere la stazioni può essere stata anche giusta ma quello che è stato senza dubbio sbagliato è il modo in cui è stata comunicata”.
“Per far rispettare le regole ci sono delle possibilità sanzionatorie quindi è sufficiente che ci siano più controlli volti a far rispettare le norme altrimenti ci rimettono sempre i gestori delle attività – conclude Gentili – se bisogna stare chiusi non è un problema, ma non condivido il modus operandi con cui si è arrivati a prendere tale decisione perché non tiene minimamente conto delle esigenze e necessità di coloro che lavorano in questo settore”.
Si è avviata oggi presso la sede del Dipartimento Dipendenze Patologiche a Macerata - in accordo con la Direzione Generale Area Vasta 3 - la prima somministrazione di vaccino anti Covid-19 per tutti gli ospiti e gli operatori presenti nelle comunità di recupero dalle dipendenze della Provincia. Un passo realizzato tra i primi nelle Marche e in Italia, quindi un impegno vaccinale aggiuntivo, non scontato, che grazie all'impegno degli operatori del DDP si affianca a quello principale.
"I nostri medici e i nostri infermieri si sono già messi a disposizione in questo anno di emergenza contribuendo alla somministrazione di tamponi rapidi; i tamponi sono stati per lungo tempo la principale arma di prevenzione, ora che abbiamo il vaccino i miei operatori non si sono fermati, tutt'altro, grazie alla loro disponibilità metteremo in sicurezza le strutture di recupero e i loro ospiti".
Le parole di Gianni Giuli, Direttore del DDP AV3, sottolineano la dedizione che ormai abbiamo imparato a conoscere degli operatori sanitari. Avviando le operazioni vaccinali di oggi ha concluso così: "Ringrazio il mio staff. Ringrazio le comunità per la collaborazione, infine ringrazio la dott.ssa Daniela Corsi e il dott. Alberto Tibaldi che ci hanno messo nelle condizioni di allestire questa impresa e sono venuti a presenziare l'inizio delle operazioni.".
La Direttrice Daniela Corsi poco prima della prima iniezione di oggi si è rivolta al personale: "Da medico, che fino a pochi mesi fa era insieme a voi sul campo a fronteggiare l'emergenza, vi ringrazio per quel che state facendo, il vaccino è l'unica arma risolutiva che abbiamo a disposizione e dobbiamo procedere a diffonderlo il più velocemente possibile"; in seconda battuta ha insistito sulla necessità di operare in un'ottica di difesa del singolo e della comunità: "I soggetti fragili hanno la precedenza. Le persone che oggi verranno per il vaccino devono essere tutelate perché si sono affidate a noi, alle nostre strutture, stanno con fatica e impegno seguendo un percorso terapeutico e sappiamo che alcune di loro hanno patologie correlate che compromettono le difese immunitarie."
Appoggiandosi alle parole della Direttrice appare utile rimarcare come le comunità di recupero siano strutture sanitarie a tutti gli effetti. Il piano iniziato oggi permette di non lasciarle indietro, così da garantire protezione ai malati, alle loro famiglie, agli operatori che vi operano, e infine anche al resto del tessuto sociale, poiché possono divenire luogo di focolai, che a loro volta rischiano di avviare contagi su ampia scala.
"Quella che stiamo correndo è una maratona, in cui non bisogna mollare mai e rilanciare anzi l'azione. La fase 1 ci ha visto andare spediti, entrando nella fase 2 ci vuole la stessa determinazione.", l'intervento di Alberto Tibaldi, Direttore del Dipartimento Prevenzione, ha anticipato anche la prossima tappa di questa maratona: "Dal 20 febbraio 2021 inizieremo con tutti gli over 80 della provincia di Macerata. Un enorme grazie a tutto il personale che con i suoi sacrifici sta consentendo l'esecuzione del piano vaccinale".
Il piano specifico per le comunità di recupero prevede la somministrazione del vaccino Pfizer scaglionando i contingenti provenienti dalle strutture nel corso della settimana, per completare prevedibilmente la prima dose entro venerdì 19 febbraio. Si procederà alla seconda dose dopo i 21 giorni previsti dal protocollo.
La procedura nel suo complesso impegna lo staff infermieristico del DDP per un rilevante orario aggiuntivo che è stato possibile integrare grazie alla disponibilità della dott.ssa Mara Buccolini, Direttrice Servizio Professioni Sanitarie. Per aiutare il DDP a effettuare le operazioni in velocità e sicurezza la Direzione dell'Area Vasta ha pure messo a disposizione due medici veterani: la dott.ssa Donella Pezzola, già Direttrice del Distretto Sanitario, e il dott. Luigi Saitta, "in prestito" dal Servizio Continuità Assistenziale.
Oggi la società Bolognola-ski ha consegnato al primo cittadino dell’omonima stazione Cristina Gentili, la divisa degli impianti sciistici.
"Un gesto simbolico, di grande disapprovazione per l’imbarazzante situazione che le stazioni sciistiche stanno vivendo". Così lo definiscono Giacomo Zanchetti e Francesco Cangiotti, direttore degli impianti della stazione sciistica di Bolognola.
I due non accettano il comportamento del Governo, a meno di 12 ore dalla riapertura degli impianti, dopo l’ok delle settimane scorse e dopo giorni di lavoro e ingenti spese economiche per garantire l’apertura e la messa in atto degli adeguamenti anti-covid: innevamento artificiale sempre in funzione, ore di battipista, apertura del canale online di vendita degli skipass per garantire e cercare di limitare al minimo ogni forma di assembramento ed assicurare un servizio ottimale al cliente.
Dopo tutto questo lavoro si sentono umiliati insieme a tutti gli addetti e operatori del settore.
Oggi Bolognola Ski sarebbe stata l’unica stazione da sci delle Marche a garantire sicurezza e ad essere pronta ad ospitare il 30% dei clienti così come imposto da regolamento, un esempio virtuoso per la regione Marche che vede giovani imprenditori non arrendersi nelle innumerevoli difficoltà che questo territorio ha subito negli anni, lavorando sempre con entusiasmo e professionalità.
“Abbiamo deciso di consegnare la divisa della nostra stazione sciistica - dice Giacomo Zanchetti - dietro a quella divisa ci sono tutti i nostri sforzi, i nostri ragazzi che insieme a tutta la società credono nel territorio e nelle sue potenzialità. Oggi la notizia di chiusura fino al 5 marzo è arrivata come una doccia gelida, senza alcun rispetto per le persone e per il lavoro. Ristori mai arrivati da marzo dello scorso anno e ora accumuliamo ulteriori danni economici relativi a gli investimenti che abbiamo affrontato solo perché abbiamo creduto nel nostro lavoro e abbiamo affrontato con la massima diligenza e rispetto tutti i protocolli”
“Ennesimo rinvio, di una stagione mai iniziata - afferma Francesco Cangiotti, direttore degli impianti - che vede la delusione nelle istituzioni e la speranza ormai svanita di un rilancio di questo settore che è cardine di un’economia di un intera vallata”
"Ristori ma a questo punto anche rimborsi immediati, perché non è una questione di chiusura ma è la modalità ad aggravare questa situazione economica sulle spalle delle aziende private come le nostre, che tra l’altro sorreggono l’economia invernale dell’intera zona. Siamo l’unica stazione delle Marche - continua Cangiotti- ad aver sostenuto gli atleti e le scuole sci, con le nostre aperture speciali solo per loro, proprio per garantire un servizio completamente a nostre spese e continueremo a farlo perché la montagna deve continuare a vivere".
In questo senso, di pochi minuti fa è la rassicurazione fornita dall'assessore regionale Guido Castelli circa l'arrivo di 4,5 miliardi come indennizzo della stagione sciistica compromessa (leggi qui).
Come avevano fatto già in precedenza davanti agli inquirenti, hanno scelto ancora di non rispondere alle domande, questa volta del gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni, Arianna Orazi, 49 anni, e il figlio Enea Simonetti, 20 anni.
Entrambi sono stati arrestati il 12 febbraio scorso con l'accusa di aver concorso nell'omicidio premeditato pluriaggravato (minorata difesa) di Rosina Carsetti, 78enni, madre di Arianna e nonna delle 20enne, in concorso con il marito di lei Enrico Orazi, 79 anni, indagato in libertà.
L'anziana era stata strozzata in casa tra le 17 e le 17.20 della scorsa vigilia di Natale.
I familiari avevano raccontato di una rapina finita in tragedia commessa da un rapinatore solitario, poi scappato; l'accusa non ha mai creduto a questa versione dei fatti e, tra ammissioni parziali del giovane, intercettazioni e altri accertamenti tecnici, ha chiesto e ottenuto le misure cautelari per due dei tre indagati accusati anche di simulazione di reato, maltrattamenti e di estorsione.
Dietro l'omicidio, sostiene l'accusa, una difficile convivenza tra Rosina, che il 19 dicembre aveva anche chiesto aiuto a un centro anti-violenza, e gli altri familiari, rapporti deteriorati anche per motivi economici.
Per l'interrogatorio di garanzia, la Orazi, ora in carcere a Villa Fastiggi di Pesaro, è stata portata in Tribunale a Macerata. Assistita dai propri legali, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Stessa scelta da parte del figlio che, in videocollegamento dal carcere di Montacuto (Ancona), è rimasto anche lui in silenzio.
Enrico Orazi, non sottoposto a misure cautelari, si trova invece in un albergo. La villetta di via Pertini, luogo del delitto, è ancora sotto sequestro.
“La metodologia che è stata applicata nella decisione di ieri sera di non aprire le piste da sci ha fatto emergere che qualcosa non ha funzionato. Infatti, il ministro al Turismo Massimo Garavaglia ci ha comunicato che il Cts aveva in possesso i dati da martedì scorso e probabilmente le vicissitudini legate alla creazione del nuovo Governo hanno fatto emergere i dati solo ieri e per questo si è presa la decisione di non aprire".
Così l’assessore regionale Guido Castelli in videoconferenza ha incontrato i sindaci dei comprensori sciistici marchigiani e i gestori degli impianti informandoli sulle determinazioni economiche-finanziarie dopo il provvedimento firmato dal ministro Speranza che ha vietato le attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo.
"Questo fattore dovrebbe legittimare l’erogazione non di un ristoro, bensì di un indennizzo in quanto tutte le spese affrontate a partire da mercoledì scorso possono essere il frutto di una condotta negligente. Si partirà da 4,5 miliardi di euro sul veicolo del Decreto Ristori 5 e la somma riguarderà non solo l’attività scioviaria e impiantistica, ma anche gli albergatori, esercenti, ristoratori e maestri di sci di tutta Italia. In sede di Conferenza delle Regioni vogliamo che la voce delle Marche sia una voce in sintonia con chi vive il mondo dello sci per poter alimentare un’adeguata richiesta al fine di acquisire risorse finanziarie”.
Paolo Cristiano è il nuovo segretario generale di Camerino: oggi ha svolto il primo giorno di lavoro nella città ducale. Ha preso il posto di Alessandra Secondari, andata in pensione lo scorso novembre.
Cristiano è stato nominato nella sede convenzionata tra i comuni di Castelsantangelo sul Nera e Camerino. Presterà servizio, dunque, nei due Comuni dell’area interna dopo essere stato segretario generale nel comune di Macerata, ma anche di Tolentino.
Questa mattina a dargli il benvenuto è stato il sindaco Sandro Sborgia, il quale lo ha accolto con un breve saluto: “Un benvenuto al nuovo segretario – ha detto il primo cittadino - La sua professionalità, la sua preparazione e non ultime le esperienze maturate e la sua capacità di relazionarsi con la struttura ci hanno indotto a sceglierlo e non possiamo che augurargli un buono e proficuo lavoro, consapevoli che ce ne sarà tanto da fare, ma saremo in buone mani".
"Si tratta di un segretario con un curriculum molto importante – ha proseguito il sindaco Sborgia - di grande spessore, competente e preparato, dunque benvenuto a Camerino”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati 4 decessi correlati al Covid-19.
Due le vittime registrate nelle strutture ospedaliere del Maceratese: si tratta di un 73enne originario di Corinaldo che si è spento al Covid Hospital di Civitanova Marche e di una 97enne di Montegranaro spirata all'ospedale di Camerino.
Un decesso all'INRCA di Ancona dove ha perso la vita un 99enne dorico, mentre all'ospedale di Fossombrone se n'è andato un 88enne di Vallefoglia.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2120 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (830), mentre sono 355 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 96,1% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
In data odierna il Prefetto di Macerata Flavio Ferdani si è recato in visita istituzionale presso il comune di San Severino Marche. È stato accolto dal Sindaco Rosa Piermattei e l’incontro ha permesso un confronto in un clima di leale collaborazione sui temi più importanti riguardanti il territorio settempedano.
Il Sindaco ha rappresentato le iniziative in atto per migliorare la vivibilità e per garantire condizioni di sicurezza in questo delicato periodo a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, nonché l’attività istituzionale per la ricostruzione dopo il sisma del 2016.
Il Prefetto unitamente al Sindaco si è recato presso la farmacia Kaczmarek, la farmacia Natali e la farmacia comunale Lorenzetti dove dalla mattinata odierna è iniziato il “Progetto Mimosa” finalizzato a prevenire la violenza nei confronti delle donne e che vedrà in concomitanza la distribuzione in tutte le farmacie, sia comunali che private, della provincia dalla giornata odierna di apposite brochure informative contenenti consigli e indicazioni su come affrontare situazioni di violenza e sulle strutture cui rivolgersi.
Le tre farmacie di San Severino insieme ad altre venticinque farmacie, delle quali quattro comunali, hanno anche attivato al loro interno un “momento di ascolto” contro la violenza di genere al quale le donne vittime di maltrattamenti potranno rivolgersi per conoscere i percorsi specialistici che prevedono l'informazione sui diritti e il sostegno psicologico.
Il Prefetto ha poi visitato i locali che ospitano la sede provvisoria della Stazione dei Carabinieri confermando che sono in essere contatti con il Demanio al fine di dare corso agli interventi di ristrutturazione.
E’ stata, infine, inaugurata nel piazzale Torre degli Smeducci di Castello al Monte una “Panchina Rossa”, per richiamare l’attenzione da parte di tutti sulla inaccettabile piaga del femminicidio e della violenza sulle donne e nel contempo per ricordare tutte le donne vittime di una insensata violenza.
La visita istituzionale odierna è stata una importante occasione ha rappresentato il Prefetto per una conoscenza diretta della realtà del territorio e ha costituito un momento molto utile per rafforzare la sinergia e la coesione istituzionale tra i diversi livelli di governo nell’intento condiviso di garantire i valori della legalità e standard di sicurezza nell'interesse generale dei cittadini.
Sono state assegnate nei giorni scorsi le 20 borse di studio messe a disposizione dall’Università di Camerino, in collaborazione con il CUS-Centro Universitario Sportivo di Camerino, per gli studenti dell’Ateneo che praticano attività sportiva, ad alti/medi livelli, in discipline sportive riconosciute e/o rientranti nell’organizzazione sportiva CUSI, EUSA e FISU. 10 borse di studio sono del valore di 1000 euro e 10 del valore di 2000 euro.
Al fine di perseguire la finalità di diffusione della cultura dello sport nell’ambito della più generale promozione dello sviluppo della persona e di favorire la prosecuzione degli Studi permettendo ad alcuni atleti meritevoli di proseguire l’attività sportiva di alto livello, Unicam da qualche anno mette a disposizione delle borse di studio, che riscuotono sempre molto successo, tanto che quest’anno le domande presentate sono state ben 45.
“L’Università di Camerino – ha sottolineato il Rettore Pettinari – ha da sempre investito nello sport, come testimoniato dai moderni e funzionali eccezionali impianti sportivi, quasi unici nel panorama universitario italiano, a disposizione sia degli studenti che della cittadinanza. Siamo estremamente convinti che lo sport sia importante nella vita di ciascuno di noi e rappresenti un fondamentale momento di formazione, di condivisione di etica e valori”.
“Continueremo a mantenere l’impegno – ha proseguito Pettinari – di aumentare il numero di borse disponibili, a dimostrazione di quanto l’Ateneo sia attento alle esigenze e alle necessità degli studenti e di come si impegni a premiarli ed aiutarli a raggiungere i loro obiettivi, in questo particolare caso anche gli obiettivi sportivi, ben ripagati dagli atleti assegnatari di borsa di studio, che si stanno distinguendo sia a livello nazionale che internazionale, portando in alto il nome di Unicam”.
La Coldiretti della provincia di Macerata, in collaborazione con il Comune di Recanati, consegna alle famiglie in difficoltà pacchi di generi alimentari 100% made in Italy nell’ambito dell’iniziativa nazionale "Coldiretti la forza amica del Paese".
Il Consigliere comunale con delega al sistema agricolo Stefano Miccini nonché dipendente della Coldiretti Macerata, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali, ha effettuato in questi giorni la consegna ad alcune famiglie del Comune di Recanati delle prime scatole alimentari contenenti notevoli quantitativi di generi alimentari di prima necessità quali pasta, latte, olio, passata di pomodoro, ecc.
“In questo periodo pandemico, così difficile e prolungato, vogliamo continuare a dare un piccolo segnale di vicinanza alle famiglie in difficoltà – spiega il Consigliere Stefano Miccini – Coldiretti Marche, d’intesa con il Comune di Recanati, ha messo in campo un'operazione di distribuzione di generi alimentari per raggiungere direttamente le persone in stato di disagio e difficoltà. Nella mia duplice veste sia di Consigliere Comunale che di dipendente della Coldiretti è stato per me un grande piacere contribuire all’organizzazione della campagna di solidarietà e alla consegna dei pacchi alimentari."
Grazie al continuo e capillare rapporto dell'ufficio servizi sociali con il territorio e un'ottima collaborazione con le Associazioni di volontariato, è stato rapido il contatto diretto tra Coldiretti e le famiglie interessate.
"Questa rete, attenta e davvero solidale, permette di rilevare molte delle problematiche sul nascere, e di agire di conseguenza - ha dichiarato l'Assessora Paola Nicolini - è un patrimonio di cui essere orgogliosi e grati, che va curato e fatto crescere ancora di più”.
La Campagna solidale realizzata dagli agricoltori della Coldiretti con la Fondazione Campagna Amica, iniziata a Natale e ad oggi in corso d'opera, è attiva in tutta Italia ed è rivolta alle famiglie che, a causa della pandemia, hanno visto un repentino peggioramento della propria condizione economica.
La Coldiretti, Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, nata nel 1944 come sindacato di piccoli imprenditori agricoli, nel corso della sua storia, grazie alle iniziative in favore dell'agricoltura e alla sua organizzazione capillare, oggi è la maggiore Associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana.
Nelle Marche la Coldiretti conta circa 49mila associati, è l’associazione agricola più rappresentativa e radicata sul territorio tramite proprie sezioni.
Una rete fatta di 3 Federazioni provinciali, 1 Federazione interprovinciale, 36 Uffici di zona, 246 sezioni periferiche e circa 400 punti vendita della rete Campagna Amica.
La Serie A è entrata finalmente nel vivo e il livello delle squadre in classifica sta risultando chiaro a tutti. Ormai il quadro della situazione è palese e lo si evince anche dalle quote Serie A dei bookmaker: alcune compagini che intendevano lottare per un posto in Europa dovranno accontentarsi della salvezza, mentre qualche potenziale outsider per la corsa scudetto ha scoperto le carte da poco e si è iscritta, a ragione, alla contesa per il titolo nazionale. Per gli addetti ai lavori risulta indubbiamente facile sottolineare i meriti dei club che si stanno comportando meglio sul campo.
Più complicato, invece, evidenziare le note dolenti del campionato, le sorprese in negativo. Non lo si può negare: tre le squadre che rischiano seriamente la retrocessione figurano nomi importanti che forse avrebbero meritato ben altre posizioni in graduatoria.
Come non citare l’andamento deludente del Torino? Marco Giampaolo era arrivato in Piemonte tra squilli di tromba, ma la squadra granata ha deluso parecchio con la guida del “Maestro” e il bomber Belotti ha conosciuto un lungo periodo di stanca dal punto di vista realizzativo.
Il pareggio contro il Napoli ottenuto poco prima di Natale ha solo allungato di poco la permanenza del tecnico sulla panchina. Giampaolo ha vinto solamente 2 partite ed è stato esonerato a metà gennaio, dopo lo 0-0 maturato contro uno Spezia rimasto peraltro in inferiorità numerica.
Anche il Parma sta faticando a risalire la china. Qualche anno fa i ducali riuscivano a concorrere tranquillamente per l’Europa, ma oggi sono clamorosamente scivolati verso il baratro.
Eppure, il valore della rosa non è certo da snobbare, considerando la presenza di elementi come Gagliolo, Kucka e Gervinho. Liverani, retrocesso con il Lecce nella passata stagione, è stato esonerato a inizio gennaio e la guida della squadra crociata è stata affidata nuovamente a Roberto D’Aversa, artefice della doppia promozione dalla Lega Pro alla Serie A tra il 2016 e il 2018.
Un’altra squadra dal rendimento molto curioso è il Cagliari. Eusebio Di Francesco non si è più tolto grandi soddisfazioni dopo aver sfiorato la finale di Champions League alla guida della Roma.
L’esperienza del tecnico alla Sampdoria è durata appena un paio di mesi e in terra sarda ha già ottenuto più di 10 sconfitte. Nemmeno il ritorno del luogotenente Nainggolan sta aiutando il mister a risollevare la situazione. Un esonero di Di Francesco sarebbe tutt’altro che sorprendente a questo punto della stagione.
Insomma, sono addirittura 3 le squadre che fino all’anno scorso arrivavano agevolmente in posizioni tranquille di classifica e attualmente sono a un passo dalla Serie B: Torino, Parma e Cagliari. Non stupiscono, invece, i continui tonfi del Crotone, comunque capace di fermare la Juventus qualche mese fa. Ad approfittare di questa situazione sono soprattutto formazioni come lo Spezia e il Bologna, per non parlare del Benevento.
La Fiorentina sta carburando lentamente, ma nel frattempo si è portata fuori dalla zona retrocessione. Il Genoa, invece, sta volando sulle ali dell’entusiasmo da quando Ballardini è tornato sulla panchina del “Grifone”. Il timore è che, con tutte queste premesse, tra le 3 squadre che saluteranno la Serie A sarà coinvolta almeno una delle piazze che hanno fatto la storia del massimo campionato italiano.
Il Sindaco Giuseppe Pezzanesi ha ricevuto ufficialmente la task force sanitaria che in queste settimane è stata impiegata all’ASP “Porcelli” di Tolentino a seguito della pandemia di covid 19 che ha colpito gli ospiti e il personale della struttura tolentinate lo scorso Natale e che considerata l’attuale situazione nelle prossime ore rientrerà nei propri reparti di appartenenza.
Il team sanitario composto dal Tenente Medico Silvio Pallone, dal Luogotenente Vincenzo Serpico, dal 1° Maresciallo Ludovico De Marco, dal Maresciallo di 2° Classe Anselmo Pacifico erano giunti a Tolentino nella serata del 14 gennaio e sono entrati in servizio nella mattinata del 15 gennaio scorso. I sanitari militari dopo aver fatto un sopralluogo operativo, si sono coordinati con l’Usca e subito si sono messi al lavoro, prendendo coscienza della struttura con l’intento di essere immediatamente utili. Ovviamente si sono anche resi conto della difficoltà nel gestire una situazione così complessa anche per l’alto numero dei pazienti e per il fatto che l’Asp, di fatto era divenuta un vero e proprio reparto ospedaliero.
Fin da subito hanno fattivamente collaborato con il personale interno e con i sanitari dell’Usca e con i medici di base per assicurare i servi sanitari necessari in una situazione di emergenza come quella che ha interessato l’Asp di Tolentino.
Il Sindaco Giuseppe Pezzanesi ha voluto ringraziare personalmente i sanitari militari dell’Aeronautica militari che sono stati un supporto prezioso nel combattere l’epidemia da covid che ha colpito, purtroppo, l’Asp di Tolentino.
A ognuno di loro ha consegnato un attestato di stima e gratitudine dove sono state evidenziate la professionalità, l’abnegazione e il grande senso di umanità, con i quali i sanitari militari hanno assistito i malati, creando un ponte comunicativo con le famiglie dei pazienti e instaurando un proficuo rapporto collaborativo con tutto il personale dell’ASP, assicurando cure continue e i servizi sanitari necessari a superare la crisi.
Il Sindaco ha ringraziato il Tenente Medico e i tre Marescialli per il loro apporto e per il lavoro svolto con dedizione.
Parole di elogio e attestazioni di stima sono state espresse anche da parte del vicesindaco Silvia Luconi, dell’Assessore alle Politiche Sociali Francesco Pio Colosi, dal Presidente del Consiglio comunale Carmelo Ceselli mentre il Presidente del CdA dell’Asp “Porcelli” Giorgio Sbaraglia e il Direttore Simone Ricci hanno sottolineato la collaborazione che si è fin da subito instaurata con il personale interno e il prezioso apporto dato con grande disponibilità.
Il team sanitario militare ha ringraziato per l’ottima accoglienza ricevuta ed ha evidenziato il grande lavoro svolto con tutto il personale interno, con quello dell’Usca e con i medici di base in favore del superamento della crisi, elogiando l’organizzazione della struttura. Ad oggi, in base ai tamponi effettuati, la quasi metà degli ospiti si è negativizzata.
Il Sindaco Pezzanesi ha anche ringraziato il CdA, la Direzione e il personale dell’Asp “Porcelli”.
“Tutti i dipendenti – ha detto - nel periodo di pandemia da covid 19 che ha interessato gli ospiti della struttura, hanno dimostrato grande abnegazione e professionalità e sopra le proprie forze hanno assicurato a tutti gli ospiti le necessarie cure sanitarie. Tutti i dipendenti si sono distinti per dedizione, umanità, spirito di sacrificio e preparazione professionale, assistendo tutti gli ospiti, anche in condizioni di estrema difficoltà. Determinante il loro lavoro per superare lo stato di crisi venutosi a creare a seguito della pandemia. Ringraziamo – ha detto il Sindaco - tutti i dipendenti dell’ASP “V. Porcelli” ed esprimiamo loro tutta la nostra stima e riconoscenza”.
Il prossimo 16 settembre, durante il Salone del Camper di Parma, la fiera più importante dedicata al turismo itinerante, la Federazione nazionale Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia assegnerà al Comune di Macerata la Bandiera Gialla destinata a strutture e località che si distinguono per investimenti in accoglienza e servizi a favore del “Turismo del movimento”.
La comunicazione è arrivata dall’A.C.T. Italia, Associazione Campeggiatori Turistici e il nominativo di Macerata è già stato inserito nel sito dell’associazione che vanta più di 90 Club sparsi in tutto il territorio nazionale. Macerata, dunque, tra le destinazioni del turismo in libertà. Una grande opportunità per valorizzare il territorio e incentivare ogni forma di turismo sostenibile e grazie alla quale Macerata entra a far parte di un network, quello dei campeggiatori, importante anche per i suoi numeri e che sicuramente rappresenterà un veicolo promozionale per la città.
La procedura per ottenere il prestigioso riconoscimento era stata attivata lo scorso novembre su iniziativa dell’assessore al Turismo Riccardo Sacchi: “Siamo partiti da un’azione ricognitiva sulle componenti materiali e immateriali utili a rafforzare l’attrattività della città – afferma l’assessore– e questo rappresenta sicuramente un altro passo nella direzione intrapresa: comunicare la città, rispondere alle esigenze degli operatori locali e valorizzarne l’impegno, far crescere in varietà e qualità l’offerta turistica territoriale, generando in questo modo un sistema virtuoso di vantaggi reciproci”.
“Siamo contenti di questo riconoscimento – interviene l’assessore ai Parchi pubblici Paolo Renna -. Un motivo in più per conoscere i nostri splendidi parchi e i musei della città”.
Il Comando della Polzia locale ha emesso un’ordinanza che modificherà temporaneamente la circolazione stradale in via Tucci, piazzale Maurizio Serra e strada comunale Torregiana, per consentire all’Apm di effettuare lavori di riparazione e rifacimento delle condotte fognarie nell’area davanti al Palazzetto dello Sport di Fontescodella.
Il provvedimento prevede, da mercoledì 17 febbraio fino al 27 febbraio, e comunque fino al termine dei lavori in:
via Giuseppe Tucci
- restringimento della carreggiata nel tratto di strada prima della rotatoria;
- passaggio obbligatorio, in base all’avanzamento del cantiere, per mantenere due corsie di marcia delle dimensioni di 3 metri;
- limite massimo di velocità di 30 Km/h, nel tratto interessato dai lavori;
- divieto di sorpasso, nel tratto interessato dai lavori;
Piazzale Francesco Serra
- senso unico alternato “ a vista”, nel tratto interessato dai lavori, con precedenza ai veicoli in uscita;
- divieto di sosta con rimozione coatta, nel piazzale ove necessario per lo svolgimento dei lavori e garantire la fluidità della circolazione;
Strada comunale “Torregiana”
- divieto di transito nel tratto interessato dai lavori, per i veicoli provenienti dalla rotatoria di via Tucci.
Uomini e mezzi del gruppo comunale della Protezione Civile di San Severino Marche sono entrati in azione dopo le nevicate di questi giorni con un mezzo spargisale per evitare il rischio di formazione di ghiaccio sulle strade cittadine in considerazione anche del consistente abbassamento delle temperature.
L’opera dei volontari, in particolare, si è concentrata in via Ludovico Ariosto, nelle stradine interne del rione Uvaiolo e in località Maricella dove si sono registrate le principali difficoltà.
Insieme ai volontari in questi giorni gran lavoro anche per operai e tecnici dell’ufficio Manutenzioni del Comune per la rimozione di alberi pericolanti o abbattutisi sulla sede stradale. Sempre presenti sulle strade, per evitare pericoli ad automobilisti e pedoni, anche gli agenti della Polizia Locale.
Sono otto le famiglie settempedane che potranno fare ritorno a casa dopo i lavori di riparazione del danno sismico, con rafforzamento localizzato della struttura, che hanno interessato un condominio di via Salimbeni, nel cuore del centro storico.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza di inagibilità con la quale aveva dichiarato lo stabile non utilizzabile a seguito delle scosse di terremoto dell’ottobre 2016. Per la ricostruzione dell’immobile l’Usr della Regione Marche ha concesso un finanziamento di 220mila euro.
Vendevano prodotti contraffatti tramite il web: denunciate tre persone e sequestrati beni per 60mila euro
Operazione della Compagnia di Macerata che, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Macerata – Dott. Giovanni Giorgio, ha individuato tre soggetti residenti nella provincia maceratese, facenti parte dello stesso nucleo familiare che, attraverso la creazione di “gruppi” su piattaforme di alcuni social, pubblicizzavano e vendevano capi di abbigliamento e accessori, borse e pelletterie contraffatti, riconducibili a note griffe della moda (Gucci, Dior, Louis Vuitton, Nike, Burberry e Adidas).
I tre soggetti, due italiani ed un extracomunitario, molto esperti nell’utilizzo dei social network, acquistavano in paesi extracomunitari, quali Turchia, Marocco e Cina, ingenti quantitativi di prodotti recanti marchi d’alta moda contraffatti, che arrivavano nel nostro Paese attraverso corrieri internazionali.
Il pagamento dei prodotti ai propri fornitori veniva effettuato anticipatamente da parte dei tre, attraverso il servizio “money transfer”, oppure utilizzando la procedura “Paypal”.
Lo stesso modus operandi veniva utilizzato per ricevere il pagamento da parte dei propri clienti dei prodotti contraffatti ordinati: infatti, gli indagati richiedevano in anticipo il pagamento del capo acquistato, facendo accreditare i relativi importi su carte di credito ricaricabili, rendendo, così, difficoltosa la possibile individuazione.
Al fine di verificare l'autenticità dei prodotti, le Fiamme Gialle maceratesi si sono, tra l’altro, avvalse di un consulente tecnico esperto informatico in materia di contraffazioni, appositamente nominato - Pietro Dal Ben, il quale ha effettuato specifiche perizie su alcuni prodotti sequestrati nell’ambito di una perquisizione effettuata presso la residenza delle persone coinvolte.
Le indagini esperite hanno permesso di risalire alla vendita di circa 12.000 capi contraffatti, costituiti, nella maggior parte dei casi, da “set” composti da scarpe, borsa e portafoglio, griffati, con un giro d’affari di circa 120.000 euro ed un profitto netto conseguito per circa 60.000 euro.
Nell’ambito dell’inchiesta, il G.I.P. presso il Tribunale di Macerata – Dott. Claudio Bonifazi – su richiesta del Procuratore della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, del profitto del reato - pari a circa 60.000 euro - di somme di denaro ovvero di beni ed altre utilità nella disponibilità degli indagati, sino a concorrenza di detto importo.
I finanzieri hanno quindi dato esecuzione al provvedimento del Giudice, procedendo al sequestro di oltre 6.000 euro, tra denaro detenuto su conti bancari e postali e gioielli, nonché di una porzione di due appartamenti siti nella provincia di Macerata, riconducibili ai soggetti implicati nell’attività illecita.
La posizione degli indagati verrà inoltre approfondita sotto l’aspetto fiscale, in quanto l’attività posta in essere dai tre, oltre a configurarsi illecita in materia di tutela dei marchi, è stata svolta in totale evasione d’imposte.
“La settimana scorsa la SUAM della Regione Marche ha appaltato i lavori per l'eliminazione del rischio idraulico a Monte Cavallo sul lato torrente Valle della Madonna“. Lo rende noto l’Amministrazione comunale di Monte Cavallo.
I lavori consistono il rifacimento del ponte all’altezza della frazione Pian della Noce per il contenimento di eventuali piene.
L'importo complessivo dell'intervento ammonta a € 400.000 euro e la gara è stata vinta da una ditta di Pesaro.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 1120 tamponi: 601 nel percorso nuove diagnosi (di cui 106 nello screening con percorso Antigenico) e 519 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 21,3%).I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 128 (23 in provincia di Macerata, 90 in provincia di Ancona, 5 in provincia di Pesaro-Urbino, 2 in provincia di Fermo, 2 in provincia di Ascoli Piceno e 6 fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (21 casi rilevati), contatti in setting domestico (16 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (65 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (6 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (5 casi rilevati). Per altri 15 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 106 test e sono stati riscontrati 15 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 14%.
Diminuisce di 7 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali che ad oggi sono 620, di cui 83 in terapia intensiva (+ 3 rispetto a ieri). Sono, invece, 14 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 117 pazienti: 45 all'ospedale di Macerata, 56 al Covid Hospital e 16 a Camerino. Altri tre pazienti sono ospitati al Pronto Soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia un incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 21,29% oggi, rispetto all'14,46% di ieri.
“La scelta di non riaprire gli impianti di risalita con un avviso di sole 12 ore è qualcosa di assurdo, irrispettoso e incomprensibile. Pensare che il problema dei contagi siano gli sciatori significa non conoscere la realtà delle piste o aver visto un impianto di risalita nella propria vita”. Così l’ex sindaco di Belforte del Chienti, Roberto Paoloni, interviene in merito alla decisione del Governo di prorogare nuovamente la chiusura degli impianti sciistici, di fatto compromettendo l’intera stagione.
“I gestori degli impianti hanno investito e lavorato in questi giorni per la riapertura e ora con un preavviso ridicolo gli viene detto che non possono aprire”, continua Paoloni.
“Una vergogna, è palese che chi decide non conosce la vita normale e non sa cosa significa avere una attività economica. Stavolta sono fortemente contrario per la scelta fatta dal governo e credo che si sia commesso un errore. Stiamo parlando di uno sport individuale che si pratica con guanti, occhiali, casco e sottocasco, nel quale il distanziamento è naturalmente garantito dalla lunghezza degli sci. Esprimo la mia vicinanza ai gestori degli impianti delle Marche e del resto d'Italia”.