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Camerino, un brindisi con il nuovo 'Noè Errante' scalda il cuore del centro: "Qui c'è la mia identità" (VIDEO e FOTO)

Camerino, un brindisi con il nuovo 'Noè Errante' scalda il cuore del centro: "Qui c'è la mia identità" (VIDEO e FOTO)

Le vie del centro di Camerino tornano a respirare. Qualche transenna in meno davanti ai punti di accesso ed alcuni edifici simbolo, corso Vittorio Emanuele II ripopolato da gruppi di studenti universitari intenti a seguire delle lezioni ma soprattutto tanti operai con gru e bob cat impegnati nella messa in sicurezza degli edifici del cuore cittadino.

Un’atmosfera di nuovo viva e frizzante, due qualità che da sempre hanno caratterizzato la città ducale prima del sisma e che oggi gradualmente ricominciano a risplendere di luce propria, forse diversa dalla precedente ma non meno sfolgorante.

Dal drammatico terremoto del 2016 sono passati più di quattro anni e mezzo, tante sono state le ferite aperte ma allo stesso tempo è stata anche forte la volontà di rimarginarle.  La cura è iniziata non solo dalle ordinanze, ma soprattutto da un cuore commerciale che non ha smesso mai di battere.

Ad iniziare, circa un mese fa è stato Giuseppe Caprodossi riaprendo i battenti della sua tabaccheria situata nel corso principale di Camerino, nella giornata di ieri è stato il turno Roberto Frifrì che dopo aver ultimato i lavori per rimettere in moto il suo bar ristorante, ha ora alzato ufficialmente le serrande del suo "Noè errante Wine and Food” nella zona della Giudecca.

Il locale non potrà ancora ospitare clienti al suo interno per via delle misure anti-covid ma la soddisfazione di essere stati liberati dalla 'zona rossa' del terremoto è tanta: “Speriamo la prima di una lunga serie – ha esordito Roberto Frifrì-  quello di Camerino è un tessuto sociale che dovremo ricostruire e mi auguro che al più presto ci siano le condizioni per essere in tanti a tornare alle vecchie e sane abitudini che hanno da sempre caratterizzato la  vita sociale del paese ovvero una realtà giovane e piena di vita anche grazie alla presenza dell’Università”.

“Le cicatrici del sisma sono ancora evidenti ma sono sicuro che verranno rimarginate  - ha affermato il titolare del ‘Noè Errante’– provo grande felicità nel ricominciare a lavorare in centro storico, la mia è una bella soddisfazione e mi ritengo un fortunato perché ho avuto la possibilità di ripartire da uno stabile uscito indenne dal terremoto”.

Una speranza di ieri che oggi si è trasformata in un obiettivo sia economico che sociale: “Le aspettative sono quelle di riiniziare piano piano e sono fiducioso perché comunque si tratta di un percorso che porterà dei frutti senza dubbio positivi  - ha sottolineato Frifrì - io sono per natura ottimista soprattutto perché sono ritornato nel locale dove avevo costruito la mia identità, situato in un angolo storico della città posto dietro il teatro Filippo Marchetti nel vecchio Ghetto Ebraico di Camerino risalente fino al 1565 – ha concluso – sono nel nocciolo duro di Camerino, un luogo che ho scelto in quanto ne sono stato sempre affascinato, adesso ce la metterò tutta per valorizzare la mia città".

Una soddisfazione condivisa anche dal sindaco camerte Sandro Sborgia da sempre in prima linea nel seguire da ogni angolazione il processo di ricrescita della città: “È chiaro che la ricostruzione fisica degli immobili deve necessariamente portare con sé anche la ricostruzione del tessuto sociale e economico del territorio – ha spiegato il primo cittadino - imprimere un'accelerazione alla riapertura al centro storico significava anche poter far sì che attività commerciali potessero ripartire. Dopo la tabaccheria ora è il turno di un bar ristorante e a questi due esempi seguiranno altre esercenti".

Viviamo un momento di grande difficoltà dovuto al terremoto e alla pandemia che hanno portato ad una crisi economica che purtroppo ha messo in ginocchio tante imprese – ha continuato Sborgia -  penso al vicino distretto Fabriano che non possiamo far finta che non esista in quanto la crisi dell’Elica porta con sé 400 posti di lavoro a rischio con quello che significa in termini di famiglia e indotto –ha proseguito -  una situazione veramente critica e complicata e per tali motivi penso che la ricostruzione possa essere un'opportunità per consentire a queste persone di poter trovare un'occupazione”.

Un concetto che il sindaco della città aveva ribadito in più occasioni come nel corso della conferenza dell’Università degli studi di Camerino dove il Commissario Legnini aveva firmato la prima ordinanza speciale per le zone del cratere (leggi l’articolo):   “Dobbiamo accelerare il processo di ricostruzione in quanto non è una problematica che riguarda solo la Camerino ma tutti i paesi del camerte – ha messo in chiaro Sborgia - è una questione che secondo me dovrebbe essere nazionale perché far partire la ricostruzione significa creare occupazione, ridare ossigeno alle aziende e fornire la possibilità di un'alternativa di lavoro a quelle tante persone che oggi lo hanno perso o che rischiano di perderlo – ha chiosato - Non possiamo pensarla diversamente e chi non si rende conto di questa necessità vuol dire che è miope”.

 

 

 

 

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