Si arricchirà di due magnifici e rari preparati museali che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha messo a disposizione dei visitatori: sono, infatti, in arrivo due nuovi camosci al Museo, che saranno esposti al pubblico, per la prima volta, in occasione della XVII edizione del Grand Tour dei Musei Marche.
Il 18 maggio, alle ore 10:30, si terrà presso il Centro di Educazione Ambientale Valle del Fiastrone una visita al Museo del Camoscio e l’esposizione di questi due nuovi esemplari e, a seguire, un laboratorio manuale per la realizzazione di un camoscio con la tecnica del traforo del legno. Le attività, a cura del Cea Valle del Fiastrone, sono gratuite e su prenotazione.
Il 25 maggio, inoltre, in occasione della Giornata Europea dei Parchi, Il comune di Fiastra invita a partecipare a un’altra visita guidata gratuita al Museo del Camoscio Appenninico e a prendere visione, con l’occasione, dei due nuovi camosci arrivati. L’amministrazione ringrazia l’Ente Parco per questi due preparati museali, che vanno ad arricchire il Museo del Camoscio, e invita tutti a scoprire la storia del camoscio nei Monti Sibillini, insieme alle guide del Parco del Cea Valle del Fiastrone.
A dieci anni dal devastante terremoto che ha colpito le Marche, la Compagnia Carabinieri di Camerino continua a operare in condizioni di forte precarietà. Nonostante i progetti esecutivi per la nuova caserma siano pronti da tempo, il cantiere non è mai stato avviato. I militari sono tuttora costretti a svolgere il proprio servizio all’interno di un edificio scolastico adattato in maniera provvisoria, con gravi ripercussioni sull’efficienza operativa e sulla sicurezza della cittadinanza.
“La mancanza di un presidio stabile dopo dieci anni rappresenta una ferita aperta che mina la credibilità delle istituzioni e mette a rischio la presenza dello Stato in un territorio già duramente colpito dal sisma”, denuncia Paolo De Angelis, segretario generale del SIM carabinieri Marche.
La situazione attuale comporta disagi quotidiani: spazi inadeguati per gestire emergenze, difficoltà logistiche nei turni di servizio e una percezione di abbandono tra i cittadini, che vedono la presenza delle forze dell’ordine come instabile e incerta.
“Non possiamo più accettare il silenzio delle autorità – prosegue De Angelis –. Le risorse ci sono, le soluzioni pure: manca solo la volontà politica e amministrativa per trasformarle in realtà”.
Per questo, il Sim Carabinieri Marche ha annunciato l’intenzione di intensificare la propria azione di sollecito presso la Prefettura di Macerata, la Regione e il Ministero dell’Interno. Nei prossimi giorni verrà inoltre richiesta la convocazione di un incontro urgente con il Prefetto, per ottenere chiarimenti sui ritardi e un cronoprogramma definito per l’avvio dei lavori.
“Restituire a Camerino una caserma moderna – conclude il sindacato – non è solo una questione logistica: è un segnale di rinascita e di tutela per l’intera comunità”.
No, non sono stati gli Aperitivi Europei un super giovedì dello studente universitario spalmato, magari, su tre giorni. Non bastano a dirlo tuttavia le oltre diecimila presenze: un 'esercito' che ha chiuso d'assedio il centro storico ed aree confinanti. I parcheggi esauriti, le auto che hanno trovato posto in zone mai occupate.
Il 'serpentone' ha marciato su Macerata sin dal pomeriggio e fino a notte alta ha tenuto la città arroccandosi nel centro storico peraltro ben controllato in forze da Vigili Urbani, Carabinieri, Polizia e Protezione Civile.
Nei 69 punti ristoro che hanno aderito ognuno con la propria bandiera (le piu' numerose Irlanda, Spagna e Germania) le scorte alimentari si sono esaurite sin dall'ora di cena, non così le bevande.
Riequilibrando i conti non floridissimi, sembra, dei primi due giorni del trittico in nome dell'Europa. Ieri comunque e' stata una giornata eccezionale. E non e' stato solo per il celebro detto della storica sopravvivenza italica: Francia (fortemente presente nella kermesse la nazione cugina) e Spagna 'purche' si magna!'.
Gli Aperitivi Europei hanno voluto essere molto di più con un contorno cultural popolare adeguato e rinforzato. Una vetrina di eccellenze e Botteghe artigiane del territorio, contest, incontri in nome dell'Europa. Una vetrina che il 'Gabinetto' (assessori Caldarelli, D'Alessandro, Cassetta e Sacchi) ha saputo organizzare e rendere piu' scintillante possibile.
Non solranto dunque bacon, stufato irlandese, fish and chips; sangria, paella spagnola e tortillas; canederli tedeschi, gulasch, patate tedesch e fiumi di buona birra dal Nord Europa. Anche kebab in rappresentanza dei tanti locali in citta' che vendono il piatto tipico turco.
E c'e' stato il sostegnoe dell'Ast: controllo della salute, della salubrita' dei cibi e fatto non secondario, dell'assunzione dell'alcol. Inoltre la chiusura di qualche via del centro storico ha garantito l'igiene di questi residenti che anni fa veniva messa a rischio da minzioni a cielo aperto.
Alcuni locali da parte loro hanno collaudato recenti feeling come 'Because the night' subentrato dal 30 aprile al rimpianto Maga Cacao chiuso poche settimane prima. "È andata benissimo - dichiara Alessandro Zingaretti - abbiamo avuto necessita' di rinforzi temporanei di personale per soddisfare le richieste". Tra i giovani conferma del Basquiat Bistrot con uno staff di giovani capeggiati da Andrea Vadini. Tanto da rendersi necessaria ad un certo punto della sera la presenza di un addetto alla sicurezza per selezionare gli ingressi.
Da oggi, forse domani si sapra' infine chi sara' in questa edizione l'erede del caro Fabio Andreozzi, il bravissimo titolare del Caffettone in corso Cairoli improvvisamente deceduto nel febbraio scorso e alla cui memoria è stato istituito un significativo riconoscimento da parte della citta'. Che non dimentica la professionalita' e il sorriso di Fabio.
Hai pubblicato un post. Visualizzazioni? Tante. Like? Due (uno è di tua zia). Commenti? Zero. Reazioni? Nessuna. Ma il giorno dopo, qualcuno ti dice: “Ho visto che sei andata in quel posto bellissimo!” E tu pensi: Ma allora mi guardate… eccome se mi guardate!
Benvenuti nel grande zoo silenzioso dei social, dove i profili sono muti ma gli occhi sono ovunque. E no, non è una teoria del complotto: è la nuova normalità. I nuovi social? Sempre più passivi, sempre più spettatori. Una volta si commentava. Si metteva like. Si interagiva. Ora si guarda. In silenzio. Con attenzione. Ma senza lasciare tracce. Si guardano le storie fino all’ultimo secondo, senza mettere neanche un cuoricino.
Si leggono le caption dall’inizio alla fine.. E poi… niente. Nessun segnale. Nessuna reazione. I social sono diventati il nuovo reality silenzioso, dove tutti spiano tutti, ma nessuno dice mai nulla. Un Grande Fratello, per intenderci! Chi sono i “guardoni digitali”? (Spoiler: tutti)
L’ex che controlla ogni tuo passo senza mai interagire. Il collega che non mette like da mesi ma sa esattamente dove sei stata in vacanza. L’amica ‘rosiconaì che “non ha tempo per i social”, ma è tra i primi a visualizzare ogni storia. Siamo tutti guardoni e spiati, allo stesso tempo. È il nuovo modo di esserci: non dichiarato, non impegnativo, ma sempre presente. Ma perché non si interagisce più?
Perché si ha paura di esporsi. Perché “mettere like” ormai è quasi una dichiarazione d’intenti. Perché tutti vogliono guardare, ma pochi vogliono farsi vedere. E poi… perché si pensa che dire qualcosa non serva più a nulla. Il risultato? Profili pieni di contenuti, ma deserti di relazione.
Come si esce dal silenzio? (Se si vuole…). Inizia tu. Commenta qualcosa di sincero, anche se breve. Metti like quando ti piace, non quando “si deve”. Interagisci con chi ti ispira, non con chi ti aspetta. Perché sui social, come nella vita vera, ogni tanto fa bene ricordare che esserci… vuol dire farsi sentire.
E tu? Sei più tipo che guarda senza dire nulla… o che commenta anche solo per dire “ehi, ti vedo”? Raccontamelo (stavolta davvero!) nei commenti. Nel prossimo episodio di Chic & Social parliamo di un altro grande tabù: la privacy. Tutti la vogliono, tutti la cercano… ma poi raccontiamo tutto online. Siamo trasparenti, ma guai se il telefono ci ascolta (anche se lo fa). Ci vediamo sabato prossimo.
Nuova ordinanza del comando della polizia locale per regolamentare la circolazione stradale in vista degli imminenti lavori di manutenzione programmati in via Mattei, nel tratto compreso tra la rotatoria con via Pesaro e quella con via San Francesco. L’intervento prevede il completamento dell’asfaltatura e il rifacimento della segnaletica orizzontale, con l’obiettivo di migliorare le condizioni della sede stradale e garantire maggiore sicurezza alla circolazione.
Per consentire l’esecuzione dei lavori in sicurezza, l’ordinanza dispone da lunedì 12 maggio a venerdì 16 maggio, nella fascia oraria dalle 7:00 alle 19:00, il restringimento della carreggiata con strettoia asimmetrica e/o la chiusura alternata della corsia di destra o di sinistra, secondo l’avanzamento del cantiere. Saranno inoltre in vigore il limite massimo di velocità di 30 km/h e il divieto di sorpasso per tutti i veicoli.
Il comando della polizia locale invita gli automobilisti a prestare la massima attenzione alla segnaletica temporanea e a valutare percorsi alternativi, soprattutto nelle ore di punta, per evitare disagi alla circolazione.
“Ho appreso con grande gioia per la comunità di Castelraimondo la notizia del decreto di concessione di 11,17 milioni di euro per la riportare al pieno splendore il Castello di Lanciano, uno dei gioielli del territorio dell’Appennino centrale marchigiano”. A dirlo il commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, commentando il decreto firmato oggi dall’Usr Marche al termine di un grande lavoro di sinergia con i tecnici incaricati della progettazione dell’opera. L’intervento ricade nell’ambito della ricostruzione privata: il Castello è infatti di proprietà della Fondazione di Religione Maria Sofia Giustiniani Bandini Ma.So.Gi.Ba, dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. I lavori riguarderanno l’intero complesso, costituito da sette unità strutturali, e includeranno anche il muro di cinta che delimita la corte esterna.
Il sisma del 2016 aveva provocato gravi danni all’intero edificio, comprese le decorazioni pittoriche storiche. Il progetto prevede un articolato lavoro di ripristino strutturale e il completo recupero delle finiture e delle decorazioni, con un livello di miglioramento sismico molto elevato.
“Voglio ricordare che il Castello ospita anche il museo Giustiniani Bandini, chiuso dal sisma insieme al resto del complesso, il quale grazie a questo intervento sarà non solo ripristinato ma anche rinnovato, con l’eliminazione delle barriere architettoniche per renderlo più accessibile e inclusivo– aggiunge Castelli –. La ricostruzione, per come l’abbiamo da sempre intesa con il Presidente Francesco Acquaroli e con i sindaci, e ringrazio in particolare per l’occasione il sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli, si conferma ancora una volta uno strumento fondamentale per tutelare l’identità di un territorio, apportando al tempo stesso quelle innovazioni di cui una comunità ha bisogno per guardare al futuro. Va inoltre elogiato il grande lavoro svolto dalla Fondazione e dal presidente Luigi Tapanelli e dall’arcivescovo Francesco Massara. Questa è davvero un’opera frutto di una filiera che cammina insieme nella stessa direzione”.
L’Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche Francesco Massara dichiara: “Accanto alla ricostruzione materiale degli edifici di culto, è essenziale proseguire nel percorso di riparazione. Il commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016sociale e culturale, che passa anche attraverso la tutela dei beni storici e architettonici. La Chiesa continua assessore un punto di riferimento, non solo spirituale, ma anche identitario, per comunità che trovano nelle proprie radici la forza per guardare al futuro. Un sentito ringraziamento va al Commissario Guido Castelli e all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione per l’impegno costante e la preziosa sinergia”.
Macerata – Doveva essere un momento di festa e socialità, ma per Sergio Tombesi, cittadino non vedente al 100% e residente nel centro di Macerata, la prima giornata degli Aperitivi Europei si è trasformata in un episodio di disagio e frustrazione.
Giovedì 8 maggio, Tombesi si stava recando come ogni giorno al bar per un caffè quando, percorrendo il vicolo della Rota – l’unico tragitto che può compiere in autonomia con il bastone – si è trovato improvvisamente bloccato da una cancellata chiusa posta all’uscita verso corso della Repubblica.
“Secondo quando mi è stato riferito dalle autorità preposte per tre giorni sarei costretto a chiamare il numero delle emergenze del 112 per poter uscire di casa e andarmi a prendere un caffè”, denuncia Tombesi. “Quello che mi ha lasciato di stucco è che nessuno mi abbia avvertito, pur conoscendo bene la mia situazione”.
Secondo quanto riferito dal cittadino, nessun cartello informativo era stato affisso nei giorni precedenti, se non una generica scritta "chiuso" il giorno stesso, successiva all'episodio in questione. In loco era presente un operaio comunale, che però non ha saputo fornire spiegazioni.
La conferma della chiusura è arrivata solo dopo la chiamata alla polizia locale, che ha spiegato come l’interdizione del vicolo fosse prevista da un'ordinanza. La misura, secondo quanto riferito a Tombesi, sarebbe stata adottata per evitare che il passaggio venisse utilizzato come urinatoio durante l’evento.
"Mi è stato detto che, in caso di necessità, avrei dovuto chiamare la polizia locale per farmi accompagnare - aggiunge Tombesi - Fortunatamente, ieri con me c’era un’amica. Altrimenti sarei potuto finire malamente contro la grata".
L’episodio solleva interrogativi non solo sulla mancanza di comunicazione preventiva, ma anche sull’accessibilità e l’inclusione nei momenti pubblici della città. "Non voglio ostacolare le iniziative – precisa Tombesi – ma serve attenzione. Bastava un cartello, un avviso, una comunicazione. Chi vive una condizione di disabilità non può essere lasciato solo".
Un appello, il suo, rivolto alle istituzioni e agli organizzatori: perché la città sia davvero per tutti, anche durante le feste. Va sottolineato, in ogni caso, come nella giornata odierna il vicolo - nelle ore diurne - sia rimasto aperto, dopo i disagi segnalati nella giornata di ieri.
(L'ingresso al vicolo da via Santa Maria della porta)
Venerdì 9 maggio nella sala consiliare della Provincia di Macerata si è tenuta la conferenza stampa per illustrare le novità sul progetto di sviluppo viario della vallata del Potenza, con particolare attenzione al tratto di collegamento tra Villa Potenza e Sambucheto.
Durante l’incontro è intervenuto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, che ha sottolineato il valore strategico dell’intervento all’interno di un piano più ampio di collegamento tra le vallate del Potenza e del Chienti.
“È un tassello che si inserisce in un contesto complessivo – ha dichiarato – che riesce a dare consequenzialità a una serie di azioni ormai in fase di determinazione. I 30 milioni previsti permetteranno di completare il tratto già realizzato fino a Sambucheto e proseguire verso Fonte Noce. Si tratta di una strategia importante per la valorizzazione del territorio, che migliora la qualità e la sicurezza del viaggio all’interno delle aree urbanizzate”.
Acquaroli ha anche evidenziato come i tempi siano condizionati dalle procedure burocratiche, ma l’obiettivo è di avviare i cantieri entro il 2027 grazie alle risorse europee disponibili. Presenti anche Sandro Parcaroli, presidente della Provincia di Macerata, Luca Buldorini, vicepresidente, e Nardo Goffi, dirigente regionale, insieme ai rappresentanti delle principali associazioni di categoria, parte attiva del tavolo tecnico per lo sviluppo della viabilità.
Correva l’anno 2023, precisamente il 17 settembre, quando per l’ultima volta un monsignore “venuto da fuori” aveva fortemente voluto raggiungere Tolentino per poter officiare, come prefetto del dicastero dei vescovi, la Santa Messa del Perdono in onore di San Nicola da Tolentino, nella festa del Perdono. Celebrò la Messa dedicata a San Nicola.
Il monsignore, amico di Tolentino e della Confraternita di San Nicola, non era certo alla sua prima visita in città per onorare il Santo, al quale sono molto legati gli Agostiniani, tanto che in molti lo conoscevano semplicemente come "Padre Bob". Il 2023 fu l’ultima volta da monsignore, dicevamo, ma solo perché pochi giorni dopo, il 30 settembre, Papa Francesco firmò la sua nomina a cardinale.
A dicembre dello stesso anno, fece ritorno nelle Marche per l’ultima visita, ma fu anche la sua prima uscita da cardinale, per celebrare la Messa in onore della Madonna di Loreto, in occasione della Giornata della Memoria della Beata Vergine Maria e della rievocazione della Traslazione della Santa Casa.
Sempre a Tolentino, dopo la sua nomina a Sommo Pontefice, il priore di San Nicola, Massimo Giustozzo, ha aggiunto un ringraziamento per il nuovo Papa al termine dell’adorazione nella basilica.
Il primo a congratularsi pubblicamente è stato Dino Latini, presidente del Consiglio regionale:«A nome dell’Assemblea Legislativa delle Marche, desidero esprimere la più sincera gioia per l’elezione di Sua Santità Robert Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV».
«La sua chiamata a guidare la Chiesa universale giunge in un momento storico che interpella profondamente la coscienza di ogni uomo e donna. Le sfide del nostro tempo — la pace tra i popoli, la giustizia sociale, la tutela del creato — richiedono uno sguardo alto, radicato nel Vangelo e capace di parlare al cuore dell’umanità. Sua Santità raccoglie oggi l’eredità spirituale e pastorale di Papa Francesco, un pontificato che ha saputo indicare con chiarezza una via fatta di misericordia, dialogo e attenzione verso gli ultimi».
«È una via luminosa, tracciata con coraggio e umiltà, che ora continuerà sotto la sua guida, con nuova forza e rinnovata speranza. La nostra regione, terra di spiritualità e solidarietà, si unisce quindi in un messaggio benaugurale per il suo ministero, affinché sia sempre sostenuto dalla luce dello Spirito e accompagnato dal conforto dei credenti di tutto il mondo».
Piene di gioia anche le parole del vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi:«È stata una sorpresa, una bella sorpresa, di quelle che fa il Signore. Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, è un agostiniano, un buon amico delle Marche, particolarmente devoto di San Nicola da Tolentino. Conosce bene i nostri territori e la nostra realtà».
«Si tratta di un uomo che ha vissuto tante esperienze, come quella di vescovo missionario in Perù; per questo sa unire la capacità di dialogo con i potenti a quella di stare con i poveri, che conosce bene».
«Nel suo saluto ha ricordato la pace del mondo, perché ce n’è un gran bisogno oggi, e il suo affidarci alla Madonna. Papa Leone XIV è un uomo dalla profonda fede mariana, come del resto l’Ordine degli Agostiniani.Il Signore non sbaglia quando fa le cose. Che il Signore benedica e sostenga Papa Leone XIV, e noi lo accompagniamo con la nostra preghiera».
Ha lo stesso cognome del nuovo Papa Leone XIV e una consanguneità che risale al bisnonno paterno. Carmen Cecilia Cristina Prevost Navea, classe 1961, nata a Mirtaflores, nella provincia di Lima in Perù, dal 2015 vive a San Severino Marche dove si è sposata con Massimo Massi, imprenditore settempedano che per tanti anni ha vissuto nella città fondata da Francisco Pizarro.
“È uno della mia famiglia, un pastore dal cuore peruviano” ripete Carmen al telefono con la stessa emozione che ha accompagnato la manifestazione di giubilo che il suo popolo ha manifestato vedendo sua eminenza Robert Prevost affacciarsi dal bancone su piazza San Pietro ieri sera.
“Non ci conosciamo direttamente siamo consanguinei per parte del mio bisnonno – dice la signora Carmen che accosta al nome del Pontefice quello del suo “bisabuelo”, e aggiunge – Ho tentato di andare a trovarlo a Lima anni fa ma le coincidenze me lo hanno impedito purtroppo. Nell’albero genealogico che conservo in Perù, quello della mia famiglia, c’è anche lui. La sua nomina al soglio pontificio è stata una sorpresa grandissima per me e per i miei cari”.
Il quotidiano Peru21 ha aperto la prima pagina titolando: “Prevost, un pastore dal cuore peruviano”, per sottolineare proprio le origini del Santo Padre che ha trascorso gran parte della sua carriera nel Paese come missionario e come vescovo di Chiclayo, dove si è guadagnato il rispetto per la sua capacità di gettare ponti tra settori ecclesiastici divisi, ottenendo anche la cittadinanza peruviana.
“L’Italia ormai è il mio Paese ma in Perù ho le mie origini – prosegue Carmen – Per un lungo periodo ho fatto sei mesi là e sei mesi qua poi ho deciso di trasferirmi definitivamente a San Severino Marche”.
Molto religiosa, la signora Prevost fa parte della confraternita della Santissima Vergine Addolorata. Le consorelle, appena appresa la notizia della nomina di Papa Leone XIV si sono precipitate ad avvertire il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, per condividere l’emozione di avere nel loro gruppo di preghiera una nipote del nuovo Pontefice.
È stato emesso un divieto temporaneo di balneazione nel tratto di costa situato a 400 metri a nord della foce del fiume Chienti, a Civitanova Marche. La decisione è stata adottata in via precauzionale, con ogni probabilità a seguito dei recenti forti temporali, che "potrebbero aver compromesso la qualità delle acque marine in prossimità della foce del fiume".
A comunicarlo è l’ARPAM, che ha chiarito come in quell’area proseguiranno gli accertamenti tecnici e qualitativi condotti dal servizio provinciale ARPA Marche, direzione di Macerata.
Il tratto di costa interessato resterà interdetto alla balneazione fino a nuovo ordine. La riapertura sarà possibile solo in caso di esito favorevole delle analisi, che sarà seguito da apposita ordinanza sindacale.
Nel frattempo, si invita la cittadinanza e i bagnanti a prestare attenzione alla segnaletica presente in spiaggia e a rispettare le disposizioni delle autorità locali.
Con grande orgoglio, il sindaco Fabrizio Ciarapica ha accolto oggi in Comune Artemio Luciani, l’inventore civitanovese che ha ideato la straordinaria turbina “Artemio”, capace di generare energia pulita sfruttando il moto delle onde.
Durante una cerimonia sentita e partecipata, il sindaco ha consegnato a Luciani un attestato ufficiale di riconoscimento per aver dato lustro alla città e al territorio, portando l’ingegno civitanovese ai vertici dell’innovazione nel campo delle energie rinnovabili. “Siamo fieri di rendere omaggio ad Artemio Luciani e al suo capolavoro tecnologico – ha dichiarato Ciarapica – Il suo genio, la sua caparbietà e la volontà di affrontare sfide complesse per un futuro più sostenibile rappresentano un faro per tutta la comunità, un esempio concreto di come la passione e l’impegno possano trasformarsi in progresso e speranza. Ho detto ad Artemio di continuare a innovare e a costruire: la sua città sarà sempre al suo fianco, orgogliosa di camminare accanto a chi, con visione e coraggio, apre nuove strade per il bene comune”.
Luciani ha ricordato i risultati eccezionali della sua invenzione, testata con un rendimento altissimo del 94% anche nei test ufficiali condotti in collaborazione con l’Università di Camerino. La turbina, inizialmente sperimentata nella sua azienda e poi collaudata in un fiume, può essere applicata in diversi contesti: onde marine, fiumi, cassoni d’acqua oscillante e perfino per l’eolica, mostrando un’efficienza rara nel panorama delle energie rinnovabili. Proprio per questo motivo è stata scelta per un importante progetto a Civitavecchia, dove — grazie ai finanziamenti della Comunità Europea — è stato realizzato un porto di 800 metri, destinato a ospitare queste turbine e a sfruttare la forza del mare per produrre energia pulita.
Visibilmente commosso, Luciani ha commentato: “Ricevere questo riconoscimento dalla mia città è un’emozione enorme. È uno stimolo a continuare, a non fermarsi, a portare avanti progetti che possano davvero fare la differenza”.
Luciani, già protagonista di convegni e premi a livello nazionale, continua a portare avanti con coraggio e dedizione un’idea che promette di rivoluzionare il settore delle rinnovabili, ponendo Civitanova al centro di una sfida che riguarda il futuro di tutti.
Momento conclusivo del progetto di inclusione sociale, attuato con fondi Fse Plus 2021/2027, destinato all’inserimento occupazionale di soggetti in condizione di svantaggio. Il progetto, che ha visto tra gli attori anche l’Ufficio regionale del garante dei diritti, Giancarlo Giulianelli, ha interessato complessivamente quindici detenuti, tredici dei quali hanno portato a compimento il programma di formazione e hanno potuto prendere parte, anche attraverso misure alternative alla reclusione, al corso di abilitazione alla professione di “aiuto cuoco”.
La prova finale, che ha anticipato l’assegnazione della qualifica ai tredici corsisti, si è svolta presso il polo professionale ospitato all’interno della Casa di reclusione di Ancona “Barcaglione”. Esame e conferenza stampa si sono tenuti alla presenza del garante Giulianelli, dei vertici del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, la direttrice del carcere di Barcaglione, Manuela Ceresani, dei responsabili dei Servizi regionali delle attività di formazione, dei responsabili delle aziende e delle strutture che hanno ospitato la formazione e gli stage, dei docenti e del coordinatore del corso, Elio Aureli.
“La parte pratica del corso – ha evidenziato il garante Giancarlo Giulianelli - si è svolta in aziende del territorio che potranno rappresentare in futuro luoghi di approdo professionale di queste persone”.
Sono già nove i detenuti che, al termine della detenzione o in regime misto, potranno essere assunti da queste aziende. “Questo, come altri corsi realizzati o in svolgimento presso altri istituti di reclusione – ha aggiunto Giulianelli – si collocano nel solco delle azioni rivolte alla riabilitazione, al recupero e al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti”.
(Alcuni insegnanti del corso per detenuti)
Peggiora la qualità delle acque superficiali nelle Marche, soprattutto nelle zone più urbanizzate e agricole. È quanto emerge dal report pubblicato da Arpa Marche, che ha analizzato lo stato ecologico e chimico di fiumi e laghi della regione nel triennio 2021-2023, in base ai monitoraggi previsti dalla Direttiva Quadro europea 2000/60/CE.
Il quadro tracciato dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale evidenzia un calo complessivo della qualità ambientale, in particolare nei corsi d’acqua che attraversano aree collinari e costiere, dove più marcato è l’impatto delle attività umane. In controtendenza, le aree montane e pedecollinari, meno soggette a pressione antropica, mantengono condizioni migliori, con diversi corpi idrici classificati in stato "buono".
Secondo i dati, il 30% dei fiumi marchigiani è in stato ecologico buono, ma si tratta di un calo del 9% rispetto al triennio precedente. Cresce invece il numero di fiumi in stato sufficiente (44%), scarso (24%) e cattivo (2%), quest'ultimo dato rimasto stabile.
Ancora più preoccupante il dato relativo allo stato chimico: se il 62% dei corsi d’acqua analizzati rispetta i limiti di legge per le sostanze inquinanti, ben il 38% ha superato almeno un parametro, con un aumento del 25% dei fiumi classificati in stato chimico "non buono" rispetto al 2018-2020. Tra gli inquinanti rilevati vi sono metalli pesanti, pesticidi, PFAS e glifosato, il cui monitoraggio è stato esteso negli ultimi anni.
Situazione negativa anche per i laghi: quattro invasi sono scesi dalla classe ecologica “buona” a “sufficiente”, mentre solo l’invaso di Castreccioni mantiene la stessa classificazione. Non è stato invece possibile classificare i laghi di Gerosa e Talvacchia, a causa del livello troppo basso dell’acqua che ha impedito l’accesso al centro del bacino.
Dal punto di vista chimico, solo il 57% dei laghi monitorati ha raggiunto la classificazione “buono”. In diversi bacini – tra cui Fiastrone, Gerosa e Talvacchia – sono stati rilevati superamenti dei limiti per sostanze prioritarie, comportando la riclassificazione in “non buono”.
ARPA Marche sottolinea che il peggioramento dei dati può essere attribuito non solo a un reale incremento degli inquinanti, ma anche a nuove metodologie di monitoraggio introdotte nel 2022, che includono analisi più dettagliate e l’estensione ai contaminanti emergenti. A pesare sono anche gli eventi climatici estremi, come siccità e alluvioni, che alterano l’equilibrio dei corpi idrici e ne riducono la capacità di diluire gli inquinanti.
"Non si tratta di allarmismi – specifica ARPAM – ma di una conferma della necessità di un monitoraggio continuo e sempre più preciso, per guidare le politiche ambientali e la gestione sostenibile delle risorse idriche".
Sono in corso i lavori di ripristino e riqualificazione ambientale delle sponde del torrente Santangelo, a Pieve Torina, nel Maceratese. Si tratta di un intervento da 275.000 euro che ha l’obiettivo di mitigare il dissesto fluviale del tratto del corso d’acqua all’interno del centro abitato, nello specifico quello che va da valle del ponte in piazza Macello sino alla confluenza con il torrente Chienti.
«La sicurezza del territorio viene prima di tutto, su questo siamo stati chiari ed operativi sin da subito e da subito abbiamo lavorato in questa direzione - spiega il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Per restituire futuro ai territori colpiti dalla tragedia del terremoto occorre programmazione, agendo a più livelli e mantenendo alta l’attenzione su ogni singolo aspetto. Ringrazio per l’operato, come sempre, i Comuni, l’Ufficio Speciale Ricostruzione e la Regione Marche guidata dal presidente Francesco Acquaroli».
Lo stato manutentivo delle sponde, infatti, è stato rilevato come piuttosto scadente, anche a causa della situazione in cui riversa oggi la zona in seguito agli eventi sismici del 2016/2017. Dunque, i lavori stanno riguardando opere che riguardano la manutenzione straordinaria delle stesse sponde, senza determinare modificazioni radicali sia delle strutture esistenti che della morfologia dell’ambito fluviale.
Una giornata ricca di significato, a Treia, nel ricordo della giovane campionessa Matilde Lorenzi a cui sarà dedicata un’aula dell’Istituto Comprensivo "Egisto Paladini”. Sabato 10 maggio alle ore 11 nella Scuola Secondaria di I grado si svolgerà la cerimonia di intitolazione di un'aula alla giovane promessa dello sci italiano tragicamente scomparsa durante un allenamento nell'ottobre 2024.
L'iniziativa nasce dal progetto della classe 3ªA, vincitrice del primo premio regionale e nazionale del concorso "Sulle vie della parità", focalizzato sul tema della parità di genere nello sport.
Alla cerimonia interverranno la dirigente scolastica Silvia Mascia Paolo, il sindaco di Treia Franco Capponi, il Presidente del Coni Marche Fabio Luna, i genitori di Matilde Lorenzi, rappresentanti dell’Osservatorio di Genere, della Fondazione Matilde Lorenzi, della Lube Academy, l’esperto Fiorenzo Santini, le atlete coinvolte nel progetto e gli studenti protagonisti dell'iniziativa. L'evento è aperto a tutta la cittadinanza.
Matilde Lorenzi era una giovane promessa dello sci alpino italiano, nata a Torino nel 2004 e cresciuta a Valgioie. Specializzata in supergigante e discesa libera, faceva parte del Centro Sportivo Esercito e si era messa in luce vincendo il titolo italiano assoluto e giovani in supergigante a Sarentino nella stagione 2023-2024. Ai Campionati Mondiali Juniores di Châtel, in Francia, si è classificata quarta nel team event e sesta in discesa libera
Il 28 ottobre 2024, durante un allenamento in Val Senales, ha subito una grave caduta ed è morta a soli 19 anni. La sua scomparsa ha profondamente colpito il mondo dello sport italiano, che la ricorda per talento, passione e determinazione.
Un primo maggio da incorniciare quello vissuto al Parco “Le Saline” di Penna San Giovanni, dove si è registrato un afflusso record di visitatori. A confermare il successo è Stefania Cardinali, presidente della società Saline Terme SpA, che gestisce l’area e si occupa della promozione e valorizzazione turistica del sito.
“Non ci aspettavamo una partecipazione così ampia – ha dichiarato Cardinali –. Ci ha davvero sorpreso, ma significa che il lavoro svolto in questi anni insieme all’Amministrazione comunale sta dando i suoi frutti. Siamo riusciti a mettere in luce le peculiarità e le bellezze del nostro territorio, attirando un numero sempre maggiore di visitatori”.
Il Parco “Le Saline” offre un ventaglio di proposte che uniscono natura, cultura e gastronomia: dalle visite guidate al chiosco con prelibatezze tipiche e aperitivi, fino al servizio piscine che sarà attivo da giugno. “Insieme al Giardino Sentimento, il gruppo che organizza eventi e ha in gestione il chiosco – prosegue Cardinali – abbiamo iniziato alla grande la stagione turistica. Tutte le domeniche di maggio sarà possibile visitare il parco, con tour guidati su richiesta. Per il 2 giugno sono in programma nuove iniziative, così come per tutta l’estate”.
Un momento atteso sarà anche l’inaugurazione della nuova struttura ricettiva, prevista per il 7 giugno: “Sarà uno spazio di accoglienza all’interno del parco, dove i visitatori potranno soggiornare e vivere un’esperienza completa, immersi nella natura e nella storia del luogo. L’obiettivo – sottolinea Cardinali – è fare delle Saline un punto di riferimento per gli amanti del relax, della natura e del buon mangiare”.
Particolarmente apprezzato durante la giornata del primo maggio è stato il tour gratuito in jeep 4x4, organizzato dall’associazione “Il Branco 4x4”. L’iniziativa ha permesso ai visitatori – compresi quelli con disabilità – di conoscere la storia millenaria delle Saline e raggiungere i principali punti di interesse del parco.
“Questa prima apertura è stata un successo – conclude Cardinali –. Sono convinta che, continuando a lavorare in sinergia con le realtà del territorio, potremo raggiungere nuovi traguardi e trasformare il parco in un grande attrattore turistico”.
Festa dell’Europa 2025: l’Associazione Commercianti di Macerata gestirà il permesso SIAE per gli eventi musicali
In occasione della Festa dell’Europa 2025, sarà l’Associazione Commercianti di Macerata (ACM), guidata dal presidente Paolo Perini, a farsi carico della gestione del permesso unico SIAE per gli eventi musicali in programma, sollevando da questo onere il Comune di Macerata.
La decisione nasce dalla volontà di semplificare le procedure burocratiche e facilitare la partecipazione dei commercianti, protagonisti dell’animazione musicale che darà vita a questa importante ricorrenza cittadina. "La Festa dell’Europa è un momento condiviso, che appartiene a tutti e deve restare tale", sottolinea Perini.
Oltre a occuparsi della parte organizzativa, l’ACM contribuirà economicamente per abbattere ulteriormente i costi legati ai diritti SIAE. Un modo concreto per supportare le attività commerciali e promuovere un evento sentito dalla comunità.
"Il nostro impegno è rivolto ai commercianti, ma anche alla città intera, offrendo servizi che possano generare ricadute positive per tutti", ha aggiunto il presidente. Più sarà alta l’adesione, minore sarà la quota individuale da versare: un incentivo ulteriore alla partecipazione.
L’obiettivo, conclude Perini, è continuare a immaginare e realizzare iniziative utili, capaci di portare benefici tangibili alla collettività.
Non c’è un momento esatto in cui Marta Porrà, cantante civitanovese dalla voce vibrante e dall’anima teatrale, ha deciso che la musica sarebbe stata la sua vita. Ma a pensarci bene, forse è sempre stato scritto. Da bambina sognava di diventare ballerina o cantante famosa, e in fondo quel sogno è rimasto intatto, trasformandosi nel tempo in un progetto concreto, costruito giorno dopo giorno con passione, studio e coraggio. Nella splendida cornice di Otto Seaside a Civitanova, l’abbiamo incontrata per un’intervista che ci ha aperto le porte del suo mondo artistico e interiore.
La sua avventura inizia a otto anni in un coro di voci bianche. È lì che, quasi senza accorgersene, scocca la scintilla. A dodici comincia a studiare canto, ma per lungo tempo la musica resta “solo” un hobby, fino a quando la determinazione prende il sopravvento. “Le difficoltà sono tante – racconta – ma se ci credi davvero, non ti fermi al primo ostacolo”.
Nel suo percorso incontra il maestro Mogol, frequentando a diciott’anni il prestigioso CET. L’esperienza con il celebre paroliere è una tappa fondamentale: Marta è tra le più giovani, ma osserva, ascolta, impara. Fa tesoro delle esperienze degli altri e si lascia ispirare dal clima di confronto che si respira in quella tenuta immersa nel verde, dove autori, interpreti e musicisti condividono sogni e parole.
Oltre alla voce, scopre presto il potere della presenza scenica. Ed è il teatro a completare la sua formazione. All’inizio, la recitazione arriva per caso, quasi per necessità: voleva migliorare nella dizione per affrontare le interviste con meno timidezza. Invece, si apre un mondo. Oggi il teatro è parte integrante della sua identità artistica. “Non potrei farne a meno – spiega – cerco di portarlo in ogni mia esibizione, nei gesti, nell’interpretazione. È qualcosa che mi ha arricchita profondamente”.
Lo stile, per Marta, è un’estensione della sua espressività. L’amore per gli abiti eleganti nasce durante le sfilate di Miss Italia, dove ha cantato in passerella: un contesto che le ha lasciato in eredità una cura estetica che oggi fa parte del suo personaggio.
La sua voce ha attraversato palchi importanti in Italia e nel mondo. Da oltre dieci anni collabora con il Nino Rota Ensemble, grazie al quale si è esibita in luoghi come il Vaticano, il Kazakistan, l’Iraq. Tra tutti, conserva nel cuore un concerto a Biskek, in Kirghizistan: un teatro da 800 posti gremito, un pubblico caloroso che cantava con lei. “Sono rimasta colpita da questo calore ricevuto dal pubblico, che per me è il regalo più grande che la musica ti può dare".
Eclettica per natura, Marta non ama definirsi con un solo genere. Il suo percorso musicale è influenzato da voci e stili diversi: Elisa, Dolores O’Riordan dei Cranberries, i Nirvana, i Queen, Tracy Chapman. “Ho sempre ascoltato di tutto – spiega – ed è quello che consiglio anche ai miei allievi. Solo attraverso un ascolto ampio puoi costruire una personalità autentica”.
La sua versatilità è stata un’arma vincente nel tempo, anche se talvolta si è scontrata con le logiche più rigide del mondo discografico. “Quando mi chiedevano che genere canto, andavo in crisi. Ma non mi sono mai voluta limitare. Oggi ho tante formazioni diverse e canto stili differenti. Forse perseguendo la carriera discografica avrei avuto successo comunque, questo rimane un mistero. Però la mia versatilità mi ha sicuramente aiutato tanto”.
Tra i momenti più emozionanti della sua carriera, ricorda il duetto con Francesco Zampaglione dei Tiromancino, sulle note de L’odore del mare al teatro di Senigallia. E se dovesse scegliere un artista con cui condividere il palco, sogna Marco Mengoni. “Lo ammiro tantissimo, ha una voce incredibile e una grande umiltà". E poi c’è Broadway, il sogno che custodisce da tempo, spinto dalla sua passione per i musical. "Sicuramente il mio palco dei sogni.”
Attualmente è impegnata in un progetto intimo e originale: “Canzoni al telefono”, in cui dedica brani alle persone attarverso la cornetta. Un modo per regalare emozione in modo diretto, senza filtri. “Non esiste una sola canzone che mi rappresenta – conclude – dipende dal contesto, dalla persona, dal momento. L’emozione non ha un titolo fisso.”
Per l’estate, tanti gli impegni all’orizzonte: dalle sfilate ai matrimoni, passando per un evento speciale a Scicli, in Sicilia. Marta è tutto questo, e molto di più. Una voce che si muove libera tra i generi e le emozioni. Alla domanda “Quale versione di Marta preferisci?”, risponde senza esitazione: "Non ho una versione preferita. Mi piace cambiare, sperimentare, sorprendermi. Nella musica come nella vita, non mi lascio incasellare. Ogni giorno è una nota diversa, e io la canto come viene".
È possibile trovarsi in condizione di obesità e allo stesso tempo essere in salute? A prima vista può sembrare una contraddizione, ma la scienza ci invita a guardare oltre i numeri sulla bilancia. Il concetto di "Metabolically Healthy Obesity" (MHO), ovvero “obesità metabolicamente sana”, sta guadagnando crescente attenzione tra ricercatori e professionisti della salute. Si riferisce a persone con un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30, che tuttavia non presentano alterazioni metaboliche tipiche dell’obesità, come ipertensione, insulino-resistenza, colesterolo elevato o infiammazione cronica. In pratica, individui che, almeno temporaneamente, sembrano protetti dalle malattie croniche spesso associate all’eccesso di peso.
Tuttavia, le evidenze scientifiche suggeriscono prudenza. Studi recenti, come quello pubblicato su Nature Reviews Endocrinology, indicano che questa condizione non è sempre stabile. Circa la metà di chi soffre di obesità metabolicamente sana sviluppa nel giro di pochi anni problematiche metaboliche. Ciò fa pensare che l’MHO rappresenti più uno stadio intermedio che una condizione duratura, e che non debba essere considerata priva di rischi.
Questa complessità sottolinea i limiti del BMI come unico indicatore di salute. Una persona normopeso può comunque presentare squilibri metabolici, mentre chi vive con obesità può mostrare un profilo metabolico sorprendentemente favorevole. Come ricordato da Harvard Medical School, è fondamentale valutare la salute in modo più ampio, includendo fattori come la pressione arteriosa, la glicemia, il profilo lipidico e lo stile di vita complessivo.
Alcuni elementi sembrano proteggere chi è in condizione di obesità dallo sviluppo di patologie metaboliche. L’attività fisica costante, una dieta equilibrata e ricca di alimenti naturali, una buona qualità del sonno e una gestione efficace dello stress possono fare la differenza. Inoltre, recenti ricerche indicano che la distribuzione del grasso corporeo e la composizione del microbiota intestinale influenzano profondamente la salute metabolica. È interessante notare come non esista una definizione universale di MHO: i criteri variano, rendendo difficile identificare con precisione chi rientra in questa categoria.
Ma il messaggio centrale è chiaro: la salute non può essere ridotta a un numero sulla bilancia. Parlare di obesità metabolicamente sana ci aiuta a comprendere la complessità dell’organismo umano, senza cedere a semplificazioni o stigmatizzazioni. Tuttavia, è importante ricordare che trovarsi in una fase “metabolicamente favorevole” oggi non garantisce protezione domani. Ecco perché la prevenzione resta essenziale, con scelte di vita sostenibili, personalizzate e orientate al benessere complessivo.
In un’epoca in cui le condizioni legate all’eccesso di peso sono sempre più diffuse, riflettere sull’MHO significa anche ripensare il modo in cui parliamo di salute: con maggiore precisione, empatia e attenzione all’individuo.