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"Fiumi e laghi delle Marche, la qualità delle acque peggiora": l'invaso di Castreccioni unica eccezione

"Fiumi e laghi delle Marche, la qualità delle acque peggiora": l'invaso di Castreccioni unica eccezione

Peggiora la qualità delle acque superficiali nelle Marche, soprattutto nelle zone più urbanizzate e agricole. È quanto emerge dal report pubblicato da Arpa Marche, che ha analizzato lo stato ecologico e chimico di fiumi e laghi della regione nel triennio 2021-2023, in base ai monitoraggi previsti dalla Direttiva Quadro europea 2000/60/CE.

Il quadro tracciato dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale evidenzia un calo complessivo della qualità ambientale, in particolare nei corsi d’acqua che attraversano aree collinari e costiere, dove più marcato è l’impatto delle attività umane. In controtendenza, le aree montane e pedecollinari, meno soggette a pressione antropica, mantengono condizioni migliori, con diversi corpi idrici classificati in stato "buono".

Secondo i dati, il 30% dei fiumi marchigiani è in stato ecologico buono, ma si tratta di un calo del 9% rispetto al triennio precedente. Cresce invece il numero di fiumi in stato sufficiente (44%), scarso (24%) e cattivo (2%), quest'ultimo dato rimasto stabile.

Ancora più preoccupante il dato relativo allo stato chimico: se il 62% dei corsi d’acqua analizzati rispetta i limiti di legge per le sostanze inquinanti, ben il 38% ha superato almeno un parametro, con un aumento del 25% dei fiumi classificati in stato chimico "non buono" rispetto al 2018-2020. Tra gli inquinanti rilevati vi sono metalli pesanti, pesticidi, PFAS e glifosato, il cui monitoraggio è stato esteso negli ultimi anni.

Situazione negativa anche per i laghi: quattro invasi sono scesi dalla classe ecologica “buona” a “sufficiente”, mentre solo l’invaso di Castreccioni mantiene la stessa classificazione. Non è stato invece possibile classificare i laghi di Gerosa e Talvacchia, a causa del livello troppo basso dell’acqua che ha impedito l’accesso al centro del bacino.

Dal punto di vista chimico, solo il 57% dei laghi monitorati ha raggiunto la classificazione “buono”. In diversi bacini – tra cui Fiastrone, Gerosa e Talvacchia – sono stati rilevati superamenti dei limiti per sostanze prioritarie, comportando la riclassificazione in “non buono”.

ARPA Marche sottolinea che il peggioramento dei dati può essere attribuito non solo a un reale incremento degli inquinanti, ma anche a nuove metodologie di monitoraggio introdotte nel 2022, che includono analisi più dettagliate e l’estensione ai contaminanti emergenti. A pesare sono anche gli eventi climatici estremi, come siccità e alluvioni, che alterano l’equilibrio dei corpi idrici e ne riducono la capacità di diluire gli inquinanti.

"Non si tratta di allarmismi – specifica ARPAM – ma di una conferma della necessità di un monitoraggio continuo e sempre più preciso, per guidare le politiche ambientali e la gestione sostenibile delle risorse idriche".

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