Si è insediato questa mattina in Prefettura il Tavolo Tecnico previsto dall’art. 35, comma 8, del D.L. 189/2016. E’ previsto che, presso le Prefetture dei territori dell’Italia centrale colpiti dagli eventi sismici del 2016, venga istituito un Tavolo permanente e vengano stipulati Protocolli di legalità al fine di definire in dettaglio le procedure per l'assunzione dei lavoratori edili da impegnare nella ricostruzione.
Nel corso di una serie di incontri tenutisi in Prefettura, nell’ambito della Conferenza provinciale permanente, è stato affrontato il tema della costituzione del Tavolo, è stato definito il provvedimento costitutivo e sono stati individuati i componenti titolari e supplenti appartenenti alle Amministrazioni del territorio, alle Associazioni datoriali di categoria ed alle Organizzazioni sindacali.
Alla riunione ha preso parte anche il dr. Piero Farabollini, Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, che ha assicurato la presenza in seno al Tavolo di un rappresentante dell’Ufficio speciale per la ricostruzione quale suo delegato.
L’incontro ha rappresentato l’occasione per affrontare i temi di maggior rilievo connessi alla ricostruzione: è stata evidenziata l’importanza dello strumento del Durc di congruità nella lotta al lavoro sommerso ed irregolare ed è stato chiarito che l’Ordinanza n. 78 di attuazione delle misure dirette ad assicurare la regolarità contributiva delle imprese operanti nella ricostruzione pubblica e privata, in attuazione dell’articolo 1, comma 2, dell’ordinanza n. 41 del 2 novembre 2017, approvata previa intesa con la Cabina di coordinamento e immediatamente esecutiva, mantiene ferma l’operatività dell’Ordinanza n. 58 e pienamente in vigore gli all.2 e 3 della stessa.
E’ stato anche previsto di affrontare, nell’ambito del tavolo, con il coinvolgimento della Protezione Civile, della Regione e degli Enti Locali, il Tema delle soluzioni alloggiative che potranno ospitare il personale impegnato nella ricostruzione, considerato che i cc, 4 e 5 della norma sopra citata prevedono l’obbligo per le imprese di provvedere ad una adeguata sistemazione alloggiativa dei propri dipendenti. In tali strutture, che consentiranno un maggiore controllo delle presenze dei lavoratori sul territorio, dovrà essere garantita anche l’assistenza socio sanitaria.
Una legge di assoluta eccellenza. La prima a livello nazionale (nelle altre Regioni si registrano, ad oggi, soltanto ordinanze a livello locale) e, addirittura, anticipatrice della norma statale (“Salvamare”) che dovrebbe recepire le volontà, enunciate in sede europea dalla nota Direttiva comunitaria dello scorso marzo, sui divieti ai prodotti in plastica monouso. È già nelle premesse di fondo la soddisfazione del Vicepresidente, Sandro Bisonni, promotore e primo firmatario, per il via libera in Commissione alla proposta di legge contenente le “norme per la riduzione dei rifiuti derivanti dai prodotti monouso realizzati in plastica”. Norma che arriverà in Aula per l’approvazione definitiva entro il mese di luglio.
“Una legge – afferma Bisonni - che cerca di indirizzare scelte e comportamenti, orientandoli a buone prassi rivolgendosi, in modo particolare, ai soggetti che, fino ad oggi, hanno fatto uso di materiali in plastica monouso. Regione, Province, Comuni, ma anche soggetti partecipati, ospedali e strutture sociosanitarie, mense scolastiche e universitarie, gestori di stabilimenti balneari con servizio bar ristorante, chiunque organizzi manifestazioni o eventi avvalendosi di contributi regionali o del patrocinio della Regione dovranno pertanto attenersi alle disposizioni che fanno divieto, per tali soggetti, di utilizzare prodotti in plastica monouso.”
Tra i prodotti vietati, i bastoncini cotonati, posate, bicchieri e piatti di plastica, cannucce, contenitori in polistirene. I prodotti consentiti per il monouso saranno esclusivamente quei materiali definiti riciclabili non monouso, biodegradabili o compostabili, mentre continueranno ad essere utilizzabili quelli per le finalità medico-sanitarie. “Non vi sarà alcun tipo di pregiudizio per l’utente – precisa Bisonni – che potrà continuare ad usufruire degli stessi servizi erogati da quei soggetti, ma con materiali ecocompatibili”.
Per quel riguarda la tempistica di applicazione, all'indomani dell’approvazione della legge in Aula, i diversi soggetti avranno tempo fino al marzo 2020 per esaurire le eventuali scorte poi dovranno conformarsi definitivamente alle nuove disposizioni. Infine, molto significativa risulta essere la previsione, inserita nell'elenco delle azioni vietate, del divieto di fumo nei tratti di arenile non provvisti di appositi contenitori per la raccolta dei rifiuti post-consumo dei prodotti del tabacco con filtri contenenti plastica.
“Sono fiero – conclude Bisonni- di essere riuscito, con l'approvazione di tutte le forze politiche, a far passare questa mia proposta che unitamente alle mie altre iniziative, già approvate e in vigore, in tema ambientale rappresentano il raggiungimento di importanti obiettivi che mi ero prefissato come risposta concreta ai miei elettori”.
Da domenica 30 giugno, fino a domenica 25 agosto, si potrà parcheggiare gratuitamente l’auto in piazza XX Settembre nei giorni di domenica e festivi, dalla mattina alla sera. E’ stata firmata oggi dal comandante Daniela Cammertoni l’ordinanza di modifica temporanea della disciplina della circolazione stradale, relativa alla piazza centrale, in considerazione della crescente necessità di nuove aree di parcheggio nel periodo estivo in cui si registra un notevole incremento di persone che arrivano per trascorrere le giornate in spiaggia.
Il provvedimento arriva dopo la recente approvazione del progetto di realizzazione, in via sperimentale, di ulteriori parcheggi sull’area dell’ex Fiera, oggi “Varco sul Mare”, dove sono stati ricavati 38 posti a pagamento.
“Usufruire della piazza nel giorno di maggior afflusso alla spiaggia - ha detto il sindaco Fabrizio Ciarapica – è un’opportunità in più per cittadini e turisti che potranno avere a disposizione 158 posti liberi, senza pagare un euro. Il nostro obiettivo è quello di rendere sempre più accogliente il soggiorno nella nostra città in cui cresce la vocazione turistica. La posizione della piazza è strategica sia per il lungomare sud che per quello nord, ma il provvedimento è pensato anche per coloro che vogliono godersi il centro con i suoi tanti locali”.
Passato e futuro. Un binomio perfetto per sancire la riapertura del Parco di Villa Lauri, il prezioso polmone verde che infatti, dopo tanti anni di abbandono, è nuovamente fruibile, a disposizione della città.
Palpabile la soddisfazione di quanti ieri, martedì 25 giugno, autorità civili e militari e tanti cittadini, hanno partecipato all’inaugurazione dell’area verde in viale Indipendenza dopo i lavori di rigenerazione a carico del Comune di Macerata a cui spetta il compito di gestirla.
Tanti i ringraziamenti del sindaco Romano Carancini ai tanti “attori” che hanno lavorato per rendere possibile la riapertura del nuovo Parco urbano: “Dentro questa iniziativa c’è una visione importante di squadra istituzionale che riesce a metterci insieme, mi riferisco al Comune, all’Università e alla Regione Marche. Abbiamo lavorato insieme, fianco a fianco per mantenere un impegno che avevamo preso. C’è anche una visione di città, non ci sono atti estemporanei, c’è un programma, una pianificazione che ha nell’ambiente un punto di riferimento fondamentale e voglio ricordare che Macerata nel 2016 è stata considerata prima città capoluogo in Italia per ecosistema urbano ed è giusto esserne consapevoli perché è una città che ha lavorato per anni sul valore del verde e sulla riqualificazione. Il Parco di Villa Lauri non è una cosa capitata per caso, c’è un sistema dei parchi su cui abbiamo lavorato per tenere fede al programma elettorale”. A questo proposito ha ricordato la riqualificazione del Parco di Fontescodella e quella di Villa Cozza così come il progetto “Macerata cammina nel verde”. “Sulla sicurezza - ha proseguito il sindaco - stiamo approntando le telecamere che saranno installate e le forze dell’ordine assicureranno periodicamente la vigilanza, un lavoro di prevenzione a cui anche i cittadini sono invitati a fare la loro parte. Non possiamo rinunciare alla bellezza dei nostri luoghi per la paura.”
I lavori sono stati realizzati grazie all’accordo di collaborazione firmato alla fine dello scorso anno tra l’Università, attualmente impegnata nel recupero della villa ottocentesca futura sede dell’Istituto Confucio, e l’Amministrazione comunale, che si inserisce nell’ambito del “Progetto di restauro, recupero e ristrutturazione edilizio dell’immobile di Villa Lauri, 1° stralcio”.
L’operazione di recupero del parco è resa possibile, come ha ricordato il sindaco, grazie ai 200 mila euro di fondi strutturali europei Por – Fesr 2014 – 2020, attributi alla Regione Marche, destinati alla tutela del patrimonio culturale, in particolare relativi all’area tematica ‘La cultura e l’arte nei luoghi della fede’. In questo senso il legame tre le due istituzioni è costituito dalla valorizzazione della figura di Padre Matteo Ricci, personaggio chiave dei rapporti tra l’Italia, in particolare tra la nostra realtà, e la Cina. Inoltre il Parco di Villa Lauri rientra nel progetto dell’Amministrazione comunale ‘Macerata Cammina nel Verde.”
Pamela Lattanzi, delegata del Rettore dell’Università di Macerata ha affermato che “è un giorno storico, perché a Macerata viene restituito un luogo meraviglioso ed è un esempio virtuoso della sinergia tra la città e l’Università. Siano difronte a un esempio del contributo che l’Ateneo apporta allo sviluppo del territorio e che rappresenta da anni una delle sue missioni..Tutto il contesto di Villa Lauri si appresta a diventare un centro internazionale di ricerca che ospiterà studiosi provenienti da tutto il mondo e sarà sede dell’Istituto Confucio. E’un sogno che diventa realtà.”
“Grazie all’unione di intenti di Comune, Regione Marche e Università - ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Sciapichetti - siamo riusciti a realizzare un passaggio storico. Restituire alla città un parco bellissimo credo che sia un’operazione di grande respiro e se la agganciamo al parco del Sasso d’Italia diamo vita a un polmone verde della città e possiamo dire che abbiamo portato uno spaccato dell’Abbadia di Fiastra dentro Macerata, fruibile da subito nel rispetto dell’ambiente facendo appello all’educazione civica di ognuno di noi. La cultura dell’ambiente a Macerata è cresciuta grazie al lavoro che l’Amministrazione anno dopo anno sta portando avanti.”
Le opere realizzate dall’assessorato all’Ambiente del Comune, hanno riguardato la sistemazione del vialetto d’ingresso al parco e il ripristino della fruibilità e funzionalità di alcune aree verdi mediante potature e messa in sicurezza, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Sono stati inoltre sistemati gli arredi, le panchine già presenti e posizionate di nuove, realizzata l’illuminazione e la segnaletica, compresi anche dei totem informativi sulla storia del parco. La struttura è stata dotata di due aule verdi a disposizione della cittadinanza e delle scuole in particolare, in cui si svolgeranno attività e laboratori aperti a bambini e famiglie sulla progettazione partecipata e condivisa, sui materiali naturali e l’ambiente, sull'abitare e il ri-abitare gli spazi esterni e naturali.
A questo proposito l’associazione Les Friches, a cui si deve l’ideazione dei due contesti ludico esperenziali, ne hanno sperimentato la versatilità insieme ad alcune bambini e bambini con una performance interattiva ispirata a un racconto de “Le città invisibili”, testo con il quale l’associazione si confronta da anni. Le due strutture durante l’anno scolastico saranno a disposizione delle educatrici e delle insegnanti del tavolo 0 – 6 anni per portare nel parco i loro bambini.
Il parco, che ha ricordato l’assessore ai Lavori pubblici Narciso Ricotta, è stato inoltre dotato di un secondo ingresso, non esistente, per l’accesso dalla zona di Colleverde dietro alla palestra mentre dovrà essere realizzata una recinzione trasparente in ferro, in sostituzione del muro attuale, togliendo quindi i confini tra il parco e la via pubblica.
Al momento nel parco sarà fruibile un percorso di circa 1.500 metri, essendo rimaste naturali e intatte le zone boscate, ma quando sarà completato il restauro della villa si potrà fruire di un percorso più ampio ad anello immerso all’interno del ricco patrimonio botanico.
“Questo è solo l’inizio - ha detto Ricotta -. Stiamo lavorando con la Provincia per quanto riguarda la sistemazione del Sasso d’Italia e in questo modo, anche alla luce dei lavori effettuati su viale Indipendenza e quelli che verranno eseguiti a breve su viale Martiri della Libertà e sullo stadio della Vittoria insieme alla nuova illuminazione del Monumento ai caduti, la città, ma questo quartiere in particolare, sta vivendo una riqualificazione importante.”
“Questo non è un parco e basta – ha affermato il vice sindaco e assessore alla Cultura Stefania Monteverde – ma è dentro un sistema di relazioni importanti” e ha ricordato il progetto “Cammina nel verde” su cui si sta lavorando e che prevede un grande anello di 27 chilometri intorno alla città dedicato al camminare. “Il parco di Villa Lauri – ha concluso la Monteverde - ne è un segmento importante per favorire il vivere insieme passeggiando.”
Quello di Villa Lauri - edificio che fu costruito alla metà dell’800 su richiesta della famiglia Lauri probabilmente su disegno dell’architetto marchigiano Ireneo Aleandri - è un parco storico, esteso su una superficie di oltre 44.600 mq, dove sono presenti essenze arboree pregiate e di particolare interesse naturale e la ricchezza di tali piante è dovuta alla passione del creatore della villa e del parco, negli anni sede distaccata del manicomio provinciale, poi adibita a ricovero dei soldati affetti da vaiolo e, infine, sanatorio. Tra le piante rare in particolare si trovano sequoie, cedri del Libano, palme, magnolie, pini romani, lauri e allori. Il parco sarà fruibile, tutti i giorni, dalle ore 8 alle 20.30.
Linea ferroviaria Civitanova – Macerata - Albacina chiusa dal 1 luglio al 25 agosto e pullman sostitutivi nelle tratte Civitanova - Macerata e Macerata – Fabriano per tutto il periodo
Questo in sintesi quanto necessario alla costruzione della nuova fermata “Macerata Università” che cambierà radicalmente la mobilità su rotaia di pendolari e studenti.
Come illustrato dall’assessore Angelo Sciapichetti nel corso della presentazione dei programmi degli interventi all’Università di Macerata alla presenza del Rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato e del Direttore Commerciale Centro Sud Adriatica di RFI Roberto Larghezza.
“Un bellissimo traguardo per la Regione, questa infrastruttura cambierà radicalmente il sistema logistico dei trasporti nella provincia di Macerata e non solo. – sono le parole di Sciapichetti - Sono interventi che danno slancio e migliorano la qualità della vita di tutto il territorio e di tutti coloro che lo vivono, non solo i residenti ma anche studenti, docenti e personale della prestigiosa Università di Macerata”.
Al cantiere della fermata di Vallebona, effettuato nel periodo estivo per ridurre al minimo il disagio a pendolari e studenti, si aggiungeranno lavori propedeutici alla futura elettrificazione della tratta oltre ad interventi alle stazioni di Corridonia e Morrovalle per la realizzazione dei sottopassi pedonali con rampe per disabili e l’innalzamento delle banchine per uniformarle allo standard europeo.
Tutti questi lavori a medio termine (per la fermata “università” e le stazioni il termine lavori è stimato a fine 2019) con completamento previsto per il 2024 quando diventerà un tratta elettrificata mandando in pensione gli attuali locomotori diesel, è ricompresa nel contratto di programma 2017 - 2021tra RFI e MIT con un investimento di 110 milioni di euro. La fermata di “Macerata – Università” invece, prevede un investimento di 1.650.000 euro, 1.350.000 euro finanziati dalla Regione Marche e 300.000 euro da RFI.
“Risale al 2015 la richiesta dell’Università di Macerata alla Regione Marche per la realizzazione di una fermata dedicata all’Ateneo – prosegue Sciapichetti -, in località Vallebona del rione “Vergini” di Macerata sulla linea Civitanova Marche/Montegranaro- Albacina. Un progetto che mira ad accrescere i livelli di accessibilità dell’Università e ad innescare una significativa diversione modale dal trasporto individuale a quello collettivo con effetti benefici sulla congestione stradale, sull’inquinamento atmosferico, sulla sicurezza della circolazione e quindi, in ultima analisi, sulla qualità di vita della popolazione”.
È un’operazione di grande importanza con una ricaduta positiva per i nostri studenti e per la città tutta - il commento del Rettore Adornato - Il polo didattico Luigi Bertelli ospita uno dei Dipartimenti più popolosi dell’Ateneo, quello di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, e la Scuola di specializzazione in beni storici artistici, per un totale di quasi cinquemila utenti. Oggi per raggiungere la zona si utilizza prevalentemente l’auto privata, creando problemi di parcheggio, inquinamento e congestione. L’intervento, inoltre, insieme all’elettrificazione della linea, può trasformare il tratto ferroviario in una sorta di metropolitana di superficie, che collega il quartiere delle Vergini con il centro della città”.
Sarà il fondatore di ABF in persona ad inaugurare, domani (mercoledì 26) a partire dalle ore 15.30, la scuola di istruzione primaria e dell’infanzia “E. De Amicis” di Muccia, località marchigiana tra le più colpite dal sisma del 2016.
La cerimonia, aperta al pubblico, avrà luogo presso la piazza antistante l’edificio, a ridosso della zona rossa del centro storico del paese, ancora inagibile. Insieme ad Andrea Bocelli, tanti amici della fondazione che porta il suo nome, dalla ambassadress ABF Catrinel Marlon ad Andrea Griminelli, da Carlo Bernini e Ilaria Della Bidia.
All’evento, al quale è stato concesso il patrocinio della Camera dei deputati, parteciperà un’ampia rappresentanza delle istituzioni locali e nazionali, dal Commissario alla ricostruzione Piero Farabollini al Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, dall’Arcivescovo di Camerino Monsignor Francesco Massara al Sindaco di Muccia Mario Baroni, a molti suoi colleghi dell’area del cratere sismico.
Attraverso un proprio messaggio, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolineerà il proprio compiacimento per l’iniziativa filantropica. Così come nella non lontana Sarnano, dove ABF lo scorso anno è stata protagonista di un progetto filantropico gemello, a Muccia sono stati rispettati i tempi dichiarati ad inizio lavori: centocinquanta giorni, per edificare il nuovo plesso scolastico che accoglierà gli alunni dell’asilo e delle “elementari”. Previsto un momento musicale, a ridosso del taglio del nastro, con la voce del celebre tenore accompagnata da un gruppo di giovanissimi strumentisti a fiato, in rappresentanza degli allievi della Scuola di musica di Camerino.
L’edificio scolastico, progettato da Ing. Paolo Bianchi, coinvolge una superficie di circa 1000 metri quadrati e propone spazi comuni ampi, da utilizzare per lezioni informali, per leggere o semplicemente per socializzare. ABF, attraverso un team di esperti, ha puntato sulla realizzazione di un luogo integrato con la comunità, con le tipicità locali, in grado di rispondere anche ai desiderata dei piccoli studenti: dallo spazio per la coltivazione delle erbe aromatiche all’acquario, ad una mensa al centro di una ideale “agorà” dove si trova anche un pianoforte, simbolo dell’indirizzo spiccatamente musicale della scuola.
La nuova “De Amicis” utilizza la tecnologia “Platform Frame” a telai di legno, garantendo il più alto grado di resistenza disponibile alle scosse sismiche e certificando la scuola in classe d’uso IV, tra gli edifici “con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità”. Laddove sorgeva il plesso formativo compromesso dal terremoto, oggi grazie alla Fondazione Andrea Bocelli, al via una scuola nuova, funzionale, sicura ed ecosostenibile, intorno alla quale l’intera comunità potrà finalmente ripartire.
I tecnici impegnati nelle pratiche di edilizia privata per la ricostruzione post-sisma 2016 vantano ad oggi crediti per circa 100 milioni per lavori già presentati all'Ufficio Speciale Ricostruzione. È quanto emerge dalle dichiarazioni del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Sono circa mille i professionisti marchigiani impegnati nella ricostruzione privata e molti di loro non hanno ancora ricevuto compensi, facendo loro malgrado da “banca” a causa delle normative attualmente in vigore che prevedono il pagamento alla ultimazione dell’iter della pratica. Un cortocircuito normativo che potrebbe essere sanato, superando quanto previsto dalla tanto discussa Legge 189/2016 e applicando il Decreto-Legge 28 settembre 2018, n. 109.
L’art. 37 comma 7-bis del c.d. Decreto Genova prevede, infatti che “Ai tecnici e professionisti incaricati delle prestazioni tecniche relative agli interventi di edilizia privata di ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici verificatisi a decorrere dal 24 agosto 2016, sia per danni lievi che per danni gravi, spetta, alla presentazione dei relativi progetti, secondo quanto previsto dal presente decreto, un'anticipazione del 50 % del compenso relativo alle attività professionali poste in essere dagli studi tecnici o dal singolo professionista, e del 50% del compenso relativo alla redazione della relazione geologica e alle indagini specialistiche resesi necessarie per la presentazione del progetto di riparazione con rafforzamento locale o ripristino con miglioramento sismico o demolizione e ricostruzione. L'importo residuo, fino al raggiungimento del 100% dell'intera parcella del professionista o studio tecnico professionale, comprese la relazione geologica e le indagini specialistiche, è corrisposto ai professionisti in concomitanza con gli stati di avanzamento dei lavori. Con ordinanza commissariale sono definite le modalità di pagamento delle prestazioni di cui al precedente periodo”.
Come evidenziato dalle parole dello stesso Governatore delle Marche, con l’anticipazione del 50% delle prestazioni previsto nella norma suddetta, ai tecnici sarebbero restituiti ben 48 milioni di euro. Una cifra imponente che darebbe respiro a molti professionisti locali, spesso provenienti proprio dalle aree del cratere, che hanno presentato il 90% delle circa 5000 pratiche già istruite.
L’auspicabile attuazione di questi anticipi in tempi brevi assume maggior rilievo data l’imminenza del termine del 30/06/2019 per la presentazione delle istanze dei danni lievi. Scadenza, che pure probabilmente sarà prorogata, ma che rischia di aggiungere ulteriori e insostenibili aggravi sui crediti vantati attualmente dai professionisti marchigiani. Bisogna considerare, altresì, l’attività post sisma svolta per le Fast, AeDES, a seguito dell'enormità dei danni da rilevare che hanno portato al tracollo del sistema "protezione civile", eseguite da tecnici locali e non ancora remunerate (e forse mai). Così come le attività di messa in Allegato sicurezza di emergenza, in sostituzione dei VVF sempre per l'entità e il numero dei danni elevato, svolte da tecnici locali ad onorari del 5-8% molto inferiori all'effettiva mole di lavoro richiesto dagli enti preposti, per la presentazione e la Direzione Lavori (sicurezza cantieri PSC, verifiche dei sistemi degli interventi, contabilità dei lavori di dettaglio, Fascicolo manutenzioni, etc.).
A fronte di tutto ciò la Federazione Ordini Ingegneri Marche chiede notizie certe in merito ai tempi di definizione dell'attuazione della norma per gli anticipi del 50%, ritenendo impensabile di chiedere ancora ai professionisti di rispettare scadenze irrealistiche, per di più in assenza dei compensi dei lavori pregressi. La previsione è di almeno altri 3000 progetti dei soli danni lievi da presentare in tempi brevi, con ulteriori spese che graveranno sugli studi professionali e un mancato reddito che può essere stimato in altri 30 milioni di Euro, sulla base proporzionale dei dati della Regione Marche.
A tutela dei tecnici impegnati sul territorio, delle loro famiglie e di tutta la cittadinanza colpita dal sisma Feding Marche, concordemente ai singoli Ordini Provinciali, stigmatizza il comportamento delle Istituzioni che, pur ribadendo ad ogni passo l'assoluta volontà di ricostruire nei territori, nel contempo pongono regole assurde e divulgano informazioni fuorvianti (come, ad esempio, la copertura assoluta della riparazione del danno post-sisma con il contributo concesso ai sensi del D.L. 189/2016).
Si è tenuta questo pomeriggio, presso la Caserma di Viale dell’Indipendenza, la celebrazione per il 245° Anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza. Presenti le massime autorità civili per omaggiare la ricorrenza delle Fiamme Gialle.
Dopo la lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, la parola è passata al Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle Amedeo Gravina.
“Venerdì scorso, 21 giugno, il comandante generale, a Roma, alla presenza delle massime autorità dello Stato, ha celebrato il 245° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Questa sera, qui a Macerata - pur nel rigoroso rispetto delle vigenti direttive emanate dall’autorità di governo che impongono cerimonie a carattere interno - vogliamo parteciparvi, con la necessaria solennità e con tutto il nostro orgoglio di indossare le Fiamme Gialle” sono state le prime parole del Comandante.
“Solennità sobria, dunque, esaltando così ancor più le nostre caratteristiche più marcate: l’essenzialità, la discrezione e la riservatezza nell’agire – ha proseguito Gravina -. Sono passati 245 anni dal 1774, quando fu costituita, nel Regno di Sardegna, la legione truppe leggere, in seno all’armata piemontese, con compiti di difesa militare delle frontiere e vigilanza doganale. È l’inizio della nostra storia. Una storia costellata da momenti di gloria, per atti di puro eroismo di singoli e collettivi, caratterizzata sempre da un unico comune denominatore: la consapevolezza di essere al servizio della collettività per il raggiungimento del bene comune, quotidianamente impegnati ad affermare - ad ogni costo, sempre e comunque - il primato della legalità e dei principi democratici dello stato. Ad ogni costo, dunque, sempre e comunque, senza mai arretrare, come recita il nostro motto.”
Il Comandante Gravina è tornato poi indietro di 100 anni, al 1919, per ricordare l’origine del motto delle Fiamme Gialle. “Dopo la grande guerra, fu questo l’anno dei trattati di Pace a Versailles e dello stallo nelle trattative riguardanti l’Italia e la ridefinizione delle nostre frontiere al confine Jugoslavo. In questo difficile scenario Fiume, importante porto commerciale con popolazione a maggioranza italiana, divenne il simbolo della questione, culminata con l’occupazione della Città da parte di un manipolo di legionari guidati dal poeta Gabriele D’Annunzio, autoproclamatosi reggente del governo della Città in nome del Re d’Italia. Nel territorio fiumano erano presenti circa 300 finanzieri, al comando di 15 ufficiali, con compiti di polizia portuale e doganale, vigilanza litoranea e di frontiera. A loro, D’Annunzio volle affidare la gestione dell’ordine pubblico, reso particolarmente precario dalla difficile convivenza tra i legionari dannunziani ed i militari regolari di stanza nella zona.”
“Furono bravi in questo: riuscirono a mantenere lo status quo e a guadagnarsi sia la piena fiducia di D’Annunzio che l’ammirazione della popolazione civile, che si tradusse in un gesto simbolico il 4 dicembre 1919, durante la festa di Santa Barbara – ha proseguito Gravina -. Nella primavera successiva la situazione complessiva si fece insostenibile, soprattutto per le intemperanze degli arditi dannunziani. I conflitti a fuoco, con morti e feriti, divennero quotidiani, tanto da indurre il comando italiano ad evacuare tutti i militari regolari dalla Città, tranne che i finanzieri, i quali si trovarono improvvisamente soli nell’affrontare l’arduo impegno di assicurare la difesa della Città e il mantenimento dell’ordine pubblico. Ancora una volta riuscirono ad onorare il loro compito, evitando ulteriori spargimenti di sangue, e suscitando ancora una volta l’apprezzamento di D’Annunzio che ammirò il loro agire come esempio di fedeltà e sacrificio. Tale apprezzamento si concretizzò nella solenne cerimonia del 25 giugno 1920, allorquando, subito dopo aver fregiato il vessillo del corpo della medaglia di Ronchi ed esaltato nella sua oratoria i finanzieri fiumani, dedicò per iscritto quello che diverrà il motto araldico del corpo: “nec recisa recedit” ovvero “neppure recisa retrocede. […] A tutti loro, e a tutti i caduti, di tutte le forze armate e di polizia, noi finanzieri maceratesi, come lo scorso anno, dedichiamo la celebrazione odierna, rendendo loro onore e rinnovando l’auspicio che le armi tacciano per sempre” ha concluso il Comandante Provinciale.
Il Comandante ha infine ringraziato le Fiamme Gialle maceratesi per la preziosa e complessa attività Istituzionale svolta, dal contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, alla tutela della spesa pubblica, alle indagini per contrastare la criminalità economico-finanziaria, al concorso al mantenimento dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica. Un Corpo che, dopo 100 anni, è profondamente cambiato ma è sempre ben ancorato alla sua storia, basata sulla tradizione e sulla modernità.
Nel 2018 e nei primi 5 mesi dell’anno, gli interventi dei reparti macerataesi nei diversi comparti operativi - ed in particolare in quelli della lotta all’evasione e della tutela della spesa pubblica - hanno subìto un considerevole incremento, ed hanno prodotto risultati di altissimo profilo.
Sono 7.523 gli interventi ispettivi conclusi dai Reparti della Guardia di Finanza tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019; 1.246 sono, invece, le indagini delegate al Corpo, nello stesso periodo, dalla magistratura ordinaria e contabile. Cifre, queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività delle Fiamme Gialle contro i più gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria. Interventi mirati, indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie ad attività di intelligence, al controllo economico del territorio e ad analisi di rischio, ulteriormente migliorata, quest’ultima, in ragione della potenziata interazione tra le banche dati a disposizione e all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.
Si è poi proceduto alla premiazione di coloro che si sono distinti all’interno del Corpo della Guardia di Finanza maceratese.
Il Tenente Colonnello Andrea Magliozzi, il luogotenente Massimo Sorrentino e il luogotenente Augusto Soccionovo sono stati premiati, con encomio solenne, perché hanno evidenziato “non comuni qualità tecnico professionali e spiccato acume investigativo, eseguendo una complessa attività di polizia giudiziaria a tutela della spesa pubblica e del bilancio della spesa sanitaria regionale.”
Encomio solenne è stato concesso anche al Maresciallo aiutante Giancarlo Monteleone e al Maresciallo Ordinario Fabio Amico per aver “evidenziato elevate doti tecnico professionali e spirito di sacrificio, eseguendo una articolata attività di servizi a tutela della spesa pubblica.”
Elogio è stato concesso al Maresciallo Ordinario Pasquale Scialdone e al brigadiere capo Giovanni Strazzante per aver “confermato eccellenti qualità professionali, spirito di abnegazione totale al servizio ed elevate capacità organizzative, assolvendo i propri compiti con non comune solerzia, grande impegno e competenza. I due finanzieri hanno eseguito, con elevata precisione e puntualità, numerosi servizi di polizia economico finanziaria e Polizia Giudiziaria in materia di stupefacenti e marchi contraffatti, fornendo contributo personale determinante per il raggiungimento di elevati standard di efficacia ed efficienza del reparto di appartenenza.”
Elogio anche per il Maresciallo Aiutante Davide Bibini e l’Appuntato Scelto Qualifica Speciale Genesio Manetti per aver confermato “eccellenti qualità professionali nel settore dell’informatica operativa, spirito di abnegazione ed elevate capacità organizzative, assolvendo i propri compiti con non comune solerzia, altissimo senso del dovere, grande impegno e profonda competenza tecnologica. In possesso della qualifica “Computer Forensics & Data Analysis” hanno fattivamente e proficuamente collaborato in numerose attività di Polizia Economica Finanziaria, anche delegate dalla competente Autorità Giudiziaria, fornendo un contributo personale determinante.”
Infine elogio concesso al Luogotenente Carica Speciale Luigi Martone, al Luogotenente Carica Speciale Gabriele Nardella, al Luogotenente Domenico Silvestri e al Luogotenente Domenico Pio Di Martino perché “sorretti da elevate qualità personali e capacità professionali, assolvevano i propri compiti con non comune solerzia, impegno ed efficienza, prodigandosi in ogni occasione con abnegazione, senso di responsabilità, attaccamento al servizio e spirito di sacrificio.”
Consegnata la Costituzione ai neo diciottenni di Camerino dal sindaco Sandro Sborgia. Nella domenica in cui sono stati ricordati gli eccidi del 1944 che segnarono profondamente la storia della città ducale, si è rinnovato l’importante appuntamento che coinvolge i neo maggiorenni.
“E’ un momento tanto sentito perché segna una parte importante della storia della nostra città – ha detto il sindaco Sandro Sborgia rivolgendosi ai ragazzi – in cui tanti uomini e giovani persero la vita. Non a caso è stata scelta questa giornata per la consegna della Costituzione, la carta sintesi dell’impegno di tanti uomini, anche per idee, sensibilità e orientamento diversi tra loro, ma accomunati dall’aver vissuto le criticità della guerra e dalla stessa volontà affinchè non fossero ripetuti gli errori del passato. Mi piace ricordare l’articolo 11, secondo il quale l’Italia ripudia la guerra. Il verbo ripudia fa capire il rifiuto netto e forte verso quanto ha generato forti criticità, paura, perdita della libertà e morte. Manifesta la volontà e la necessità di trovare soluzioni attraverso il dialogo senza mai lasciare il passo alle armi."
"È un passaggio importante della vostra vita – ha continuato Sborgia rivolgendosi ai ragazzi - siete maggiorenni e ufficialmente adulti quindi vogliamo celebrare questo momento regalandovi il documento che detta i principi a cui devono conformarsi le norme dello Stato: nella Costituzione troverete risposte, valori e strumenti di riflessione”.
Una giornata iniziata in viale Giacomo Leopardi, con la deposizione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti accompagnata dalle note della banda Città di Camerino, per poi continuare la celebrazione nella tensostruttura nel quartiere Le Mosse, sempre presenziata anche da Mario Mosciatti, presidente dell’Anpi Camerino e Lorenzo Marconi presidente del comitato provinciale dell’Anpi e coordinatore del comitato regionale.
Nei giorni scorsi si sono già svolte le commemorazioni serali nei luoghi in cui sono avvenuti gli eccidi: Pozzuolo, Letegge e Palentuccio. Stasera (lunedì) alle 20,30 si svolgerà la commemorazione a Capolapiaggia, con ritrovo ai Cappuccini di Renacavata.
In merito alle ipotesi di un probabile ingresso nell’APM (azienda pluriservizi Macerata), la Fondazione Carima sottolinea come il dialogo con le istituzioni del territorio sia costante oltre che improntato alla massima correttezza e trasparenza nell’ottica di sostenere lo sviluppo sociale, culturale ed economico della provincia di Macerata.
"In questo contesto si inquadra lo scambio di opinioni con il Sindaco del Comune di Macerata, azionista di maggioranza dell’APM, che è avvenuto con l’unico obiettivo di valutare le condizioni di reciproca convenienza di un eventuale ingresso della Fondazione, con quote di minoranza, nel capitale della predetta società" si precisa.
Al fine di meglio chiarire i contorni di tale interessamento, la Fondazione evidenzia quanto segue:
1. operazioni come quella in esame sono già presenti nel mondo delle Fondazioni bancarie, tanto che è la stessa normativa di settore (D.lgs 153/99 vero e proprio Testo Unico delle Fondazioni) a promuovere forme d’investimento connesse con le finalità istituzionali delle Fondazioni ed in particolare con lo sviluppo economico/sociale del loro ambito territoriale attraverso il mantenimento o l’acquisizione di partecipazioni “non di controllo” in società a forte valenza territoriale;
2. l’Associazione di Categoria delle Fondazioni bancarie (ACRI) si è espressa, da tempo, a favore di impieghi che riguardano attività territoriali strategiche coerenti con i settori d’intervento in cui operano le associate, così da poter mettere a disposizione della collettività risorse più ampie di quelle compatibili con la mera attività di elargizione dei contributi;
3. negli ultimi anni molte Fondazioni sono entrate in realtà connesse ai rispettivi territori di riferimento;
4. questi programmi d’investimento avvengono in coerenza con la pianificazione degli Enti Locali e con l’obiettivo di attivare un processo partecipativo che abbia come fine la realizzazione di infrastrutture strategiche, materiali e immateriali, fondamentali per una comunità;
5. l’interesse della Fondazione, nel caso specifico, è circoscritto ad una quota di minoranza, in linea con i pacchetti azionari detenuti dagli altri Comuni, diversi da quello di Macerata, che complessivamente non raggiungono l’1% del capitale dell’APM;
6. tale forma d’intervento, se di interesse, potrebbe essere estesa anche ad altre realtà presenti in altri Comuni della provincia quale ulteriore segnale di vicinanza al territorio;
7. la Fondazione non è mossa da finalità speculative, derivanti dall’incasso dei dividendi distribuiti dalla società, ma unicamente dall’obiettivo di attivare una “dimensione comunitaria” che coinvolga le molte forze attive del territorio secondo una logica di compartecipazione;
8. infine, è bene ricordare, che l’eventuale ingresso della Fondazione in APM o in altra società richiederebbe in ogni caso un’attenta e preliminare valutazione degli aspetti economici e gestionali di questa, poiché la Fondazione ha il dovere di preservare il proprio patrimonio (esigenza divenuta più pressante dopo la vicenda di Banca delle Marche) attraverso un’accorta politica d’investimento che privilegi impieghi remunerativi, con rischio accettabile e fortemente diversificato.
"Vicinanza alla famiglia e sentito cordoglio." Il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari esprime il dolore di un intero territorio e di una comunità per la scomparsa di Gilberto Giorgi. Già consigliere provinciale negli anni 1975-80 con il presidente Otello Di Stefani, dal 1990 al 1995 ricoprì la carica di assessore dell’Amministrazione provinciale con le deleghe all’ambiente, all’urbanistica, alla caccia e alla pesca.
“Se n’è andata una persona buona, generosa, di una grande e straordinaria umanità. Aveva un atteggiamento di ascolto e attenzione, impossibile vederlo arrabbiato - ricorda Pettinari che negli anni ’90-’95 ha lavorato insieme a lui nella giunta provinciale -. Anche di fronte a situazioni difficili, Giorgi reagiva affrontandole con quella dose positiva di ottimismo, mai drammatica; era portato a cercare la soluzione migliore del problema. A seguito della legge 142 del 1990, in cui alla Provincia vennero assegnati ruoli di rilievo in nuovi settori e materie, fu incaricato di seguire le nuove deleghe dell’ambiente e dell’urbanistica, molto complesse; ma le seppe svolgere con la grande esperienza di amministratore che aveva”.
Gilberto Giorgi fu sindaco di Cingoli per quindici anni, prima di essere nominato assessore provinciale. “Era un profondo conoscitore del territorio - conclude Pettinari - e non riteneva le esigenze di un altro comune secondarie o diverse da quelle della sua città: era un rappresentante a tutto tondo della nostra provincia. Forti in lui i valori degli affetti, dell’amicizia, e della famiglia, di cui era fervente sostenitore. Ci ha dato tanto e ci mancherà, che il suo ricordo sia esempio per tutti noi”.
FOTO DELLA PRO LOCO DI CINGOLI
Domenica 23 giugno si è celebrata la 12ma Bandiera Blu di Potenza Picena. L’iniziativa si è svolta sul Lungomare centro, Belvedere Baden Powell di Porto Potenza Picena a partire dalle 18. Scenografie e coreografie realizzate dai bambini delle classi elementari di Potenza e Porto Potenza che a inizio manifestazione accompagnati dalla Banda cittadina hanno cantato l’Inno d’Italia mentre i ragazzi dello Scoubateam, prima hanno aperto una grandissima bandiera blu nelle acque del mare e poi l’hanno depositata bagnata davanti al nuovo Sindaco di Potenza Picena, Noemi Tartabini.
A tutti i cittadini e a tutti i bambini sono state consegnate con le magliette Bandiere Blu che hanno immediatamente indossato mentre centinaia di palloncini blu sono stati lasciati salire in cielo. Una manifestazione molto partecipata a cui hanno preso parte le maggiori autorità civili e militari e moltissimi cittadini, ma soprattutto tantissimi bambini e bambine delle scuole accompagnati dalle insegnanti. Presente anche il Consigliere Regionale Francesco Micucci. Ma la sorpresa concertata dall’ufficio preposto, coordinato da Renza Baiocco alla Tartabini è stata la staffetta ideale lasciata con un mazzo di fiori dall‘ex Sindaco di Potenza Picena, Maria Magi che fu - dal ‘75 al ‘85 - uno dei primi sindaci donna in Italia proprio a Potenza Picena, al nuovo Sindaco donna Noemi Tartabini.
Una giornata all’insegna dell’importante riconoscimento della Bandiera Blu che a Potenza Picena raggiunge i 12 vessilli e una giornata in rosa, rappresentata per la seconda volta nella storia del Comune da una guida al femminile. “Una bella sorpresa quella di vedere qui Maria Magi 34 anni dopo insieme a me. Un segnale importante per tutte noi donne impegnate nel lavoro, in famiglia e nella pubblica amministrazione - ha dichiarato Noemi Tartabini, intervendo alla manifestazione - E poi quello della 12ma bandiera Blu rappresenta per il nostro Comune un riconoscimento importante che premia il lavoro costante di tutti i cittadini, nessuno escluso. Le scuole, gli insegnanti e i bambini presenti qui con i loro lavori realizzati nell’anno scolastico sulla salvaguardia dell’ambiente, tutti gli operatori turistici che sono attenti al ciclo virtuoso dei rifiuti ma anche di tutte le attività ricettive che sono vere eccellenze nell’accoglienza".
"Ma importantissimo, il contributo convinto di tutti i cittadini che quotidianamente si occupano di tenere pulita la nostra città. Perché la Bandiera Blu non è solo pulizia delle acque, è anche tutto ciò che gira intorno al nostro bellissimo mare, la cura del verde, l’accessibilità per i disabili, le piste ciclabili e le piste pedonali, compreso il decoro della città. Sono orgogliosa - conclude Tartabini - di tutti voi concittadini per il vostro costante lavoro e per l’impegno che mettete nel rispetto del nostro bellissimo territorio. Un lavoro di squadra che viene riconosciuto e che deve essere da stimolo per fare sempre di più e sempre meglio”.
La celebrazione come di consueto ha visto la consegna delle bandiere alle istituzioni, alle forze di polizia, agli stabilimenti balneari, alle strutture ricettive, alle associazioni di volontariato, alle associazioni sportive. Al termine si sono esibite le ragazze della ginnastica ritmica di Porto Potenza che hanno creato coreografie e scenografie richiamanti il mare blu. La festa è poi continuata mangiando pesce azzurro “scottadito”, tipico della nostra tradizione culinaria. Alle 21.30 a conclusione della giornata di festa in Piazza della Stazione c’è stato lo spettacolo musicale “Mister Italia e Miss Gran Prix”.
Commozione ed emozione sono stati i sentimenti che hanno accompagnato la cerimonia di intitolazione ad Antonino “Toti” Barone della nuova palestra comunale dell’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi” di San Severino Marche.
Un gesto voluto da tutto il mondo sportivo settempedano per rendere omaggio all’indimenticabile giocatore e allenatore ma, soprattutto, istruttore e formatore delle giovanili del basket che si fece amare ed apprezzare per l’impegno, la serietà e l’etica comportamentale anche ben oltre i confini cittadini. “Toti” Barone, infatti, fu un esempio da imitare per moltissime persone, tra cui tanti tecnici, tanto da meritare la chiamata, da parte della Federazione Italiana Pallacanestro, come responsabile del settore giovanile provinciale.
“Abbiamo atteso perché volevamo che la nuova palestra delle scuole medie fosse in regola con tutti i parametri di legge. Siamo grati ai ragazzi del basket per averci suggerito il nome di un uomo i cui ideali sono racchiusi nel motto che spesso pronunciava: “Sono soddisfatto di me stesso solo quando so di aver dato il massimo” e che è stato veramente un grande esempio per tutti noi”.
Così il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, che nel 2016 aveva inaugurato la nuova palestra, alla sentitissima cerimonia di intitolazione che è stata benedetta dal vicario vescovile, don Alto Romagnoli. Accanto al primo cittadino settempedano erano presenti pure la vedova di Antonino Barone, Rita Serrani, e i due figli, Nicola e Michela.
Tra gli intervenuti il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, l’assessore comunale allo Sport, Paolo Paoloni, l’assessore comunale alle Finanze, Tarcisio Antognozzi, i consiglieri comunali Pier Domenico Pierandrei, Francesco Borioni e Pietro Cruciani, presente nella doppia veste pure di medico sociale di lungo corso della società di basket, il dirigente scolastico, Sandro Luciani, il presidente Francesco Ortenzi e l’allenatore della Società Amatori Basket Rhütten San Severino, Alberto Sparapassi, il direttore sportivo, Guido Grillo, il dirigente Paolo Severini insieme agli altri membri dello staff della Sab ed alcune vecchie e nuove glorie del basket locale.
Dopo aver giocato nella pallacanestro Palmi, dalla promozione alla serie C, e aver militato nell’allora Viola Reggio Calabria in serie A2 come giovane play-maker, a San Severino Marche “Toti” arrivò grazie all’amore per Rita Serrani che aveva conosciuto all’Università di Perugia.
A chi pratica il basket Barone ha lasciato una sua pubblicazione tecnica, “Basket Minestrone”, che ancora oggi rappresenta il miglior manuale per molte realtà cestistiche.
Quattro generazioni, una produzione di 300 sassofoni l’anno, l’80% destinata a tutti e cinque i continenti. Collaborazioni con artisti mondiali come Joe Lovano, Jimmy Greene, Bob Berg, Michael Brecker, Gerry Mulligan, Pietro Tonolo e Stefano “Cocco” Cantini: questa la storia dei (quasi) 150 anni della Borgani di Macerata, raccontata dal titolare Orfeo, amante della musica classica, di quella degli anni ’70 e ’80 e, ovviamente, del jazz.
L’Azienda nasce nel 1872 dal fondatore Augusto, bisnonno di Orfeo, a Loro Piceno. “Lui ha da sempre avuto una grande passione per la musica e decise di intraprendere la strada della costruzione di strumenti musicali – ci spiega Orfeo, oggi Dirigente dell’Azienda -. Ciò che stupisce, in merito alla sua storia, è che la spinta imprenditoriale del mio bisnonno arriva a metà dell’Ottocento da un piccolo paese delle Marche che, certamente, non era una delle Regioni più evolute. Egli decise di istruire i suoi quattro figli per seguire una visione imprenditoriale a lungo termine e gettare quindi le basi per un’azienda con una mentalità moderna.”
“Qualche anno dopo l’Azienda si sposta poi a Macerata, principalmente perché qui c’è la ferrovia – ha proseguito Orfeo -. Il nostro vero cambiamento avviene negli anni ’80. Dopo il boom economico dei vent’anni precedenti, nel ’68, iniziano le prime lotte sindacali: prima si lavorava per prezzo e non per qualità. Se non si era seguita questa linea negli anni si veniva buttati fuori dal mercato. Molte aziende non hanno capito che i tempi stavano cambiando e, per molte di loro, è arrivata la crisi. Noi siamo riusciti a farlo e abbiamo dato ai nostri clienti un servizio di qualità che non si ferma alla vendita dello strumento ma inizia molto prima e prosegue soprattutto dopo: è in questo che dobbiamo essere competitivi. Soprattutto dato che i nostri concorrenti (quattro in tutto il mondo) sono delle multinazionali: tra questi anche la Yamaha.”
“Nell’ultimo periodo abbiamo puntato molto a incrementare nei giovani l’insegnamento della musica, una cosa che in Italia non è mai avvenuta – ha osservato Orfeo -. La musica non è una materia curricolare e, in questo modo, sono gli stessi ragazzi a sottovalutarla. Anche il fatto che un capoluogo di provincia come Macerata non sia dotato di un Conservatorio o di un Liceo Musicale, penso sia un fatto negativo.”
“Da circa un anno, abbiamo dato vita all’Associazione Accentum e, tramite un progetto pilota, abbiamo pensato di poter divulgare la musica suonata nell’età prescolare ed elementare, proponendo anche un saggio finale per i ragazzi. Il bello degli strumenti a fiato è anche quello: suonare tutti insieme e socializzare. Quello dell’insegnamento e dell’informazione è però un problema italiano che dovrebbe essere risolto. A tal proposito, sempre in collaborazione con l’Associazione Accentum e l’Anbima Marche, abbiamo ideato e realizzato il primo corso di formazione in Italia per l’avvio alla pratica strumentale. Tale corso suddiviso in 3 moduli, svoltosi da gennaio ad aprile, per un week end al mese, con 3 Insegnanti tra i più qualificati in Italia, è stato una delle prime importanti iniziative ideate proprio per aiutare la diffusione della musica.”
Quando Orfeo parla però delle sue creazioni, gli occhi si riempiono di orgoglio e soddisfazione. “I nostri sassofoni sono prodotti altamente artigianale e personalizzati. Lavoriamo infatti con il singolo Artista e lo strumento, il più giovane di quelli a fiato, viene realizzato su misura in base alle sue esigenze artistiche e musicali – ha spiegato nel dettaglio il patron della Borgani mentre il noto sassofonista Stefano Bedetti stava provando il suo strumento nell’altra stanza –. È un lavoro di grandissima precisione, che richiede delle capacità specifiche e che non tutti sono in grado di fare. Lavoriamo con alcuni specialisti e riparatori che sono tra i migliori a livello mondiale. Il tempo che ci vuole? Bè è un lavoro che non può essere quantificato perché lo stesso artista viene qui, prova lo strumento, torna a casa, ascolta le registrazioni e poi decide. Da lì inizia la produzione del sassofono che può essere modificata in itinere. Le modifiche più importanti sullo strumento sono avvenute negli anni ‘60 ma le ultime innovazioni sul Sassofono sono le nostre, realizzate tra gli anni ’90 e 2000: per noi questo è un motivo di grande orgoglio. Costruiamo infatti lo strumento in sette leghe sonore diverse che danno altrettanti suoni diversi”.
Quando gli chiediamo se il territorio ha penalizzato o meno l’Azienda, Orfeo ci risponde raccontandoci un aneddoto di qualche anno fa. “Mi colpì ciò che notò un nostro amico musicista arrivato dal Brasile che, giunto a Macerata mi disse ‘ho impiegato più tempo per arrivare da Bologna a Macerata che dal Brasile all’Italia’. La penalizzazione quindi c’è ed è notevole perché spesso è sinonimo anche di rinunce, ma la nostra volontà è quella di rimanere sul territorio, un territorio che spesso sembra non apprezzare la nostra professionalità.”
Un rapporto, quello con gli artisti internazionali con i quali la Borgani collabora, che va oltre al semplice momento lavorativo. “Mulligan quando veniva in Italia per suonare, lasciava sempre due posti riservati per mio padre: questo per far intendere il rapporto di amicizia e umano che c’era. Gli stessi artisti di livello internazionale hanno permesso alla nostra azienda di compiere negli anni una vera e propria crescita: interfacciarsi con i massimi esperti del settore ci ha portato a produrre solo il top di gamma.”
Quella di Orfeo Borgani è una visione imprenditoriale di qualità e a lungo termine che però, non sembra trovare riscontro nell'attuale situazione economia italiana. “Penso che, nel nostro Paese, si sia distrutto l’artigianato a favore della grande azienda che fa massa – ci ha spiegato -. Il dramma della nostra economia è che è difficile trovare manodopera perché il mondo stesso è cambiato. Io stesso sono stato invitato all’Università di Verona per tenere una lezione sulla mia Azienda con il professor Sergio Noto: sono soddisfazioni certamente ma sono cose che succedono fuori da casa nostra perché qui non mi è stato mai chiesto nemmeno un parere in merito a contesti relativi al mio ambito professionale. Credo sia nostro dovere investire sulla formazione e sull’informazione e creare un circuito affinché la gente venga a Macerata.”
Il Gruppo 50 bis, ovvero il coordinamento dei dipendenti pubblici assunti nei Comuni e negli Uffici Speciali per la Ricostruzione a seguito del Sisma del Centro Italia 2016, ha presentato all’attenzione delle Istituzioni competenti (tra cui il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e il Sottosegretario Vito Crimi, ndr) una nota relativa alle problematiche poste dall'applicazione dell'art. 22 del cd. Sblocca Cantieri.
Nella nota si vuole far emergere la situazione in cui versano gli oltre 700 neoassunti ex art. 50 bis D.L. 189/2016 che, in attuazione della recente L. 55/2019, potrebbero diventare presto oltre 900: "Ci siamo costituiti in un coordinamento informale il 3 aprile 2019 a Tolentino (Macerata) al fine di tutelare la nostra dignità professionale e superare, insieme alle Istituzioni competenti, l’attuale condizione di precari della PA a beneficio, non solo dei lavoratori stessi e delle loro famiglie, ma soprattutto delle stesse comunità locali (già duramente colpite dai drammatici eventi del 2016) delle quali queste famiglie sono esse stesse espressione".
"Si vuole sottolineare come questi lavoratori siano indubbiamente il vero motore della ricostruzione post-sisma e su di essi (e sulla loro tutela) è necessario puntare per realizzarla velocemente e nel miglior modo possibile. Con la presente - prosegue la nota - siamo quindi a stabilire un contatto diretto (senza nulla togliere alla lodevole attività di assistenza e supporto prestata sino ad oggi dalle organizzazioni sindacali) con le Istituzioni, gli enti e gli uffici chiamati ad effettuare scelte e decisioni politiche e tecnico-giuridiche, le quali avranno inevitabilmente un effetto diretto e immediato sulle nostre posizioni lavorative e, indirettamente, nelle nostre vite e comunità locali".
"Siamo certi, infatti, che la possibilità di partecipare ai tavoli di confronto, insieme agli altri stakeholders coinvolti nel difficile processo della ricostruzione, renderebbe tale processo più veloce ed efficace proprio perché saremo noi stessi chiamati ad applicare le norme e le procedure frutto di quei confronti. Nella speranza di essere coinvolti in futuro in tali processi decisionali, poniamo subito alla Vostra attenzione alcune perplessità relativamente all’approvazione della recente legge 55/2019 (legge di conversione del D.L. 32/19 cd. Sblocca Cantieri). L’art. 22, comma 2, lett. a) del D.L. 32/2019 (così come convertito con modificazioni con L. 55/2019) prevede la modifica del comma 2 dell’art. 50 bis del D.L. 189/2016 con l’integrazione delle parole “anche stipulando contratti a tempo parziale previa dichiarazione, qualora si tratti di professionisti, e fermo restando quanto previsto dall’art. 53 .lgs. 165/2001, di non iscrizione o avvenuta sospensione dall’elenco speciale dei professionisti di cui all’art. 34 del presente decreto”.
"La richiesta di sospensione e/o cancellazione dalla cd. white list dei professionisti, non presente nel testo del Decreto 32 pubblicato ad aprile, oltre ad essere ingiusta e discriminatoria, comporta anche effetti opposti a quelli che, si presume, vorrebbe realizzare nelle intenzioni del Legislatore: quella di evitare l’ipotesi di un conflitto di interesse tra il professionista impiegato part-time negli enti locali ex art. 50 bis e gli incarichi assunti privatamente e connessi alla ricostruzione".
Nella nota vengono presentati i seguenti rilievi critici:
1) Sovrapposizione e antinomia con l’art. 53 T.U.P.I.
L’art. 53 del T.U.P.I., fra l’altro richiamato dalla stessa norma sub iudice, già disciplina perfettamente le ipotesi di incompatibilità ai commi 7-13, prevedendo che tale disciplina non si applica (comma 6) ai lavoratori con contratto part-time fino al 50%, i quali pertanto non necessitano neanche di autorizzazione da parte dell’ente di appartenenza per svolgere incarichi esterni. I professionisti con orario part-time oltre il 50%, invece, possono svolgere incarichi dietro autorizzazione dell’ente di appartenenza, la quale autorizzazione contiene in sé l’accertamento circa l’insussistenza di situazioni anche potenziali di conflitto di interesse. L’art. 22, comma 2 lett. a), si sovrappone quindi all’art. 53 TUPI e comporta una (ingiusta) presunzione assoluta di conflitto di interesse il cui accertamento è avvenuto “per legge” sottraendolo alla valutazione del caso concreto da parte del singolo ente di appartenenza del professionista, derogando a quanto già previsto dal Testo unico sul pubblico impiego.
2) Violazione dell’art. 3 Costituzione: disparità di trattamento con altri professionisti dipendenti PA
L’art. 22, comma 2, lett. a) comporta una evidente e ingiusta disparità di trattamento tra: a) professionisti dipendenti part – time presso enti locali, assunti a tempo determinato ex art. 50 bis (causa sisma) i quali, con questa norma, non possono più avere incarichi esterni relativi al sisma; b) professionisti dipendenti part – time presso enti locali, assunti a tempo determinato o indeterminato per altre cause/necessità dell’ente di appartenenza (non sisma), i quali possono invece continuare ad assumere incarichi esterni relativi al sisma in quanto la norma si riferisce solo agli assunti nella PA ex art. 50bis;
3) Violazione degli obblighi deontologici verso i clienti e la stessa Pubblica Amministrazione – illegittima retroattività della norma
La norma, obbligando i professionisti a cancellarsi/autosospendersi dall’elenco speciale dei professionisti di cui all’art. 34 D.L. 189/2016, rende impossibile portare a termine gli incarichi assunti nei confronti sia di privati che di altre pubbliche amministrazioni. Ciò comporta automaticamente la violazione degli obblighi professionali e deontologici e, paradossalmente, il rischio per i professionisti di essere deferiti ai rispettivi consigli disciplinari. La norma, pertanto, non dovrebbe avere effetti retroattivi ma applicarsi solo nei seguenti casi: professionisti che verranno assunti nella PA dopo l’entrata in vigore della norma; professionisti, già dipendenti di enti locali ex art. 50 bis al momento in cui la norma è entrata in vigore, ma che non avevano ancora assunto incarichi esterni relativi alla ricostruzione. E’ necessario pertanto un provvedimento d’urgenza che dia l’esatta interpretazione della norma relativamente alla direzione temporale di applicazione, in esecuzione del principio tempus regit actum.
4) Effetti paradossi della norma: concentrazione di incarichi e rallentamento del processo di ricostruzione
L’impossibilità per i professionisti dipendenti part-time degli enti locali ex art. 50 bis, ad assumere e/o a proseguire incarichi esterni relativi al sisma comporterà inevitabilmente il rallentamento di quei cantieri dove tali professionisti risultano incaricati, dovuto alla necessità di individuare nuovi tecnici cui affidare l’incarico. Inoltre vi sarà un’ulteriore concentrazione di incarichi per i professionisti non sisma, rallentando l’esecuzione delle attività di ricostruzione in generale. Si chiede pertanto alle Istituzioni competenti l’adozione urgente di provvedimenti rivolti alla rimozione delle problematiche sopra evidenziate a tutela dei lavoratori part-time assunti ex art. 50 bis.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato maggiormente il tema della tutela degli animali e nello specifico il caso in cui gli amici a quattro zampe vengano abbandonati dai propri padroni, orrenda circostanza questa spesso posta in essere proprio a ridosso delle ferie estive. Il caso in parola ci offre la possibilità di esaminare giuridicamente tale deplorevole condotta penalmente rilevante. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da un lettore di Tolentino che chiede: “Il proprietario di un cane abbandona l’animale ai bordi di una strada proprio prima di partire per le proprie ferie estive senza essere visto da alcuna persona che potrebbe denunciare immediatamente tale fatto alla Polizia Giudiziaria. L’animale viene poi salvato da un passante che denuncia tale ritrovamento all’Autorità Pubblica: quali le responsabilità in capo al proprietario dell’animale?
Il caso di specie ci porta ad analizzare il reato di “Abbandono di Animali”, previsto e disciplinato dall’art. 727 del codice penale, secondo il quale: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”. A tal proposito, il concetto di abbandono va ricondotto alla trascuratezza o al disinteresse verso l’animale e non invece all’incrudelimento nei suoi confronti o all’inflizione di sofferenze gratuite, atteggiamenti questi rientranti, di fatto, nel reato di “Maltrattamento di animali” previsto e punito dall’art. 544- ter del codice penale.
L’abbandono, in ogni caso, non va individuato nella sola precisa volontà di abbandonare l’animale, ma nell’intento più generale di non prendersene più cura nella consapevolezza dell’incapacità dell’animale di provvedere autonomamente a se stesso. Pertanto, nel caso che ci occupa, risulta evidente l’applicazione dell’art. 727 c.p. nei confronti del proprietario del cane abbandonato, il quale, pur non essendo stato visto da alcuna persona, non ha tenuto conto della presenza del microchip addosso all’animale; per tali ragioni, è stato agevole per il Servizio Veterinario, poter risalire al proprietario del cane abbandonato poi denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di abbandono di animali. Il proprietario dell’animale abbandonato, sia in primo grado, sia in Appello, ha tentato di difendersi adducendo il fatto di aver smarrito il cane durante un’uscita, senza però aver presentato alcuna denuncia o comunque aver posto in essere alcun tentativo effettivo di ritrovamento. Per tali ragioni, la Corte di Cassazione, non ha potuto che rigettare il ricorso e confermare la sentenza di condanna, in quanto il comportamento tenuto dal proprietario dell’animale, è rinvenibile nella nozione di abbandono enunciata dal primo comma dell'art. 727 c.p. , la quale postula una condotta ad ampio faggio che include anche la colpa intesa come indifferenza o inerzia nella ricerca immediata dell'animale.
La Suprema Corte quindi specifica che la nozione di abbandono di animali è da intendersi non solo come precisa volontà di abbandonare definitivamente l'animale ma anche come il non prendersene più cura, "ben consapevoli dell'incapacità dell'animale di non poter più provvedere a sé stesso come quando era affidato alle cure del proprio padrone". I Giudici di legittimità concludono, avallando ancor di più la decisione del Tribunale, affermando che il "concetto di abbandono, come delineato dall'art. 727 c.p., implica semplicemente quella trascuratezza o disinteresse che rappresentano una delle variabili possibili in aggiunta al distacco volontario vero e proprio (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 18892/11)."
Nel consigliare a tutti di denunciare prontamente tali spregevoli e pericolosi comportamenti penalmente rilevanti, come sempre rimango in attesa delle vostre richieste via mail dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"C’è bisogno di una replica? Pensavo che il mio articolo fosse molto chiaro e semplice perché ho solamente descritto l’evoluzione di una serata molto agitata alla quale hanno partecipato parecchi cittadini, nonostante il tutto fosse stato organizzato velocemente. Ho sempre sottolineato il fatto che chiacchere da bar, delle vere malelingue, circolavano in merito ad un presunto progetto di impianto per trattamento rifiuti. Infatti, anche lo stesso Assessore Daris Belli ha ammesso di aver sentito tali voci" così Barbara Archeri, Presidente del Comitato per la tutela Ambientale dell’Alta Fiastrella, dopo la replica del consigliere Alessio Costantini, in merito alla sua lettera-denuncia inviata alla nostra redazione.
"Non ho niente di personale contro il sig. Alessio Costantini anche perchè non lo conosco e lo invito a rileggere con più attenzione il mio articolo perchè non ho mai sostenuto che è sua intenzione realizzare un impianto di trattamento rifiuti, ma che più di una persona presente all’incontro di lunedì sera, ha chiesto agli Assessori presenti il ritiro delle deleghe a lei attribuite sottolineando l’inopportunità di un incarico/delega all’ambiente e al COSMARI di un Consigliere Comunale che è anche Amministratore unico di una ditta che, tra le altre cose, ha come oggetto sociale anche il trattamento rifiuti. Le ricordo che ho semplicemente letto un atto pubblico e cioè una visura camerale. È un reato?" prosegue la Archeri.
"Per chiarezza nei confronti di tutti, ci tengo a sottolineare che non ho alcun ruolo né all’interno di alcun partito né tanto meno all’interno della Pubblica Amministrazione ma che sono una casalinga che presiede un Comitato (che nel recente passato si è tolto una bella soddisfazione contribuendo ad impedire il degrado del territorio) e quindi senza alcuna autorità per costringere chicchessia a rinunciare ad incarichi di ogni natura e genere" conclude la Archeri.
Si è appena concluso a Roma il maxi-concorso che porterà alla selezione dei navigator, le nuove figure che provvederanno a fornire assistenza ai percettori del Reddito di Cittadinanza guidandoli in un processo che avrà come obiettivo primario quello di individuar loro una collocazione lavorativa, nel mentre viene erogato il sussidio.
Il concorso si è tenuto presso i padiglioni di Roma Fiere
Anche gli aspiranti navigator maceratesi si sono dunque recati nella Capitale sperando di riuscire ad aggiudicarsi l’ambito posto di lavoro, che tuttavia non partirà con un contratto a tempo indeterminato.
Il concorso è stato ospitato dai padiglioni di Roma Fiere e, a detta delle testimonianze, l’organizzazione sembra esser stata buona: le procedure di identificazione hanno consentito lo svolgimento della prova nei tempi consentiti, ai candidati sono stati forniti tutti i prodotti di cancelleria necessari per lo svolgimento della prova, come ad esempio quelli disponibili su e-commerce specializzati quali dadoshop.it , ed ovviamente si è fatto divieto assoluto di utilizzare smartphone.
A Macerata, saranno assunti 11 navigator
A Macerata ci sarà spazio soltanto per 11 addetti, ed è utile ricordare che hanno potuto accedere alla prova esclusivamente laureati magistrali in determinate discipline.
Un primo screening è stato effettuato sulla base del voto di laurea e, secondariamente, anche in relazione all’età: a parità di voto di laurea è stata dunque selezionata la persona più giovane.
Per ogni singolo posto disponibile sono state ammesse al concorso 20 persone, di conseguenza avrebbero potuto presentarsi al “concorsone” di Roma” 220 candidati per quel che riguarda la città di Macerata, anche se le domande effettive sono state solo 188, come abbiamo avuto modo di sottolineare in quest’articolo.
Grande curiosità nei confronti di questa nuova figura
Si dovranno attendere alcuni giorni per conoscere chi saranno i navigator che opereranno a Macerata, ed è inutile sottolineare che questa figura suscita non poca curiosità, oltre ad un notevole interesse mediatico.
La sfida più grande, per questi nuovi professionisti, sarà sicuramente quella di riuscire a trovar lavoro ai cittadini: è cosa nota il fatto che la situazione occupazionale nel paese non sia florida, dunque è verosimile immaginare che questa sfida non sarà certo semplice.
Ovviamente, il Reddito di Cittadinanza non è uno strumento finalizzato esclusivamente alla ricerca di lavoro: esso prevede anzitutto un sussidio erogato dall’INPS, il quale riguarda esclusivamente cittadini che rispondono a specifici requisiti, inoltre sono previste delle ore di attività socialmente utili nonché dei corsi di formazione che, si spera, possano qualificare i percettori del Reddito rendendo più agevole il loro inserimento lavorativo.
I pareri sul concorso
L’attenzione dei media è stata massima anche sul concorso, il quale è stato articolato su 3 giorni e 6 turni complessivi, e non sono mancate alcune polemiche.
Nei Social, in molti hanno lamentato il fatto che tantissime persone, molte delle quali disoccupate, hanno dovuto spendere non poco per raggiungere Roma e in molti casi anche per pernottarvi, sottolineando il fatto che una selezione organizzata a livello locale sarebbe stata più equa, altre lamentano il fatto che nel web sono circolate, se pur per grandi linee, delle informazioni sul tipo di domande che sono state poste, di conseguenza i candidati dei turni successivi avrebbero potuto trarre un qualche vantaggio, e via discorrendo.
Al di là di questo, ora non resta che attendere: i candidati per la provincia di Macerata saranno sicuramente in trepidazione, e ovviamente un po’ tutta Italia si chiede come andranno ad operare in concreto, i navigator che affiancheranno i percettori del Reddito di Cittadinanza.
(ARTICOLO PROMOREDAZIONALE)
Sarà riaperto, dopo anni di abbandono, il parco di Villa Lauri in viale Indipendenza a Macerata. Martedì 25 giugno, alle ore 17.30, ci sarà una cerimonia e una festa con tutta la cittadinanza, che potrà fruire di questo antico e straordinario polmone di verde all’ingresso della città, nel quartiere Santa Croce.
L’apertura del parco è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra l’Unimc, proprietaria dell’area e che sta ristrutturando la villa all’interno del parco come sede dell’Istituto Confucio, e il Comune che ha realizzato le opere per rendere fruibile un complesso ambientale e storico che risale alla seconda metà dell’800, dimora della famiglia Lauri e successivamente il sanatorio della città.
Le opere realizzate dal Comune, assessorato all’Ambiente, hanno consentito la sistemazione del vialetto d’ingresso al parco e il ripristino della fruibilità e funzionalità di alcune aree verdi mediante potature e messa in sicurezza, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Sono stati inoltre sistemati gli arredi, le panchine già presenti e posizionate di nuove, realizzata l’illuminazione e la segnaletica, compresi anche dei totem informativi sulla storia del parco. La struttura sarà anche dotata di due aule verdi a disposizione della cittadinanza e delle scuole in particolare, in cui - con la stessa logica che anima il progetto QUIsSI CRESCE!, sostenuto dall’impresa sociale con i bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile - si svolgeranno attività e laboratori aperti a bambini e famiglie sulla progettazione partecipata e condivisa, sui materiali naturali e l’ambiente, sull'abitare e il ri-abitare gli spazi esterni e naturali.
Il parco è stato inoltre dotato di un secondo ingresso, non esistente, per l’accesso dalla zona di Colleverde dietro alla palestra. Costo complessivo dell’intervento è di 148mila euro finanziati dalla Regione Marche con i fondi POR FESR 2014/2020, cui si aggiungono 50mila euro dello stesso finanziamento a disposizione dell’Università per realizzare la recisione trasparente in ferro, in sostituzione del muro attuale, togliendo quindi i confini tra il parco e la via pubblica. Per ora nel parco sarà fruibile un percorso di circa 1.500 metri, essendo rimaste naturali e intatte le zone boscate, ma quando sarà completato il restauro della villa si potrà fruire di un percorso più ampio ad anello.
Il parco sarà gestito dal Comune, cui è stato concesso dall’Università in comodato d’uso per 10 anni, che si occuperà della manutenzione, gestione e apertura del parco che al momento sarà dalle ore 8 alle 20.30.
(In foto la firma dell'accordo tra Unimc e Comune)
Augusto Curti, sindaco di Force e presidente del Cal è stato nominato coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche dall’Assemblea Regionale Piccoli Comuni e Unioni. Succede a Roberto De Angelis, già sindaco di Cossignano. “Ringrazio i colleghi per la fiducia e il presidente Mangialardi per aver proposto la mia candidatura” – ha detto Curti che riunirà il coordinamento in tempi brevissimi per definire le priorità. “Nei primissimi posti – ha aggiunto - deve restare il tema della ricostruzione anche se i piccoli comuni hanno tante necessità che attendono risposte”.
All’assemblea ha partecipato anche Luca Ceriscioli, Presidente della giunta regionale che ha sottolineato “il grande impegno dell’Anci come interlocutore istituzionale puntuale e competente. Oggi salutiamo Roberto De Angelis che ha dimostrato grandi capacità e sono certo che anche il nuovo coordinatore regionale saprà contribuire a portare le istanze per mantenere quella collaborazione istituzionale che è indispensabile”.
All’assemblea ha partecipato Massimo Castelli, Coordinatore Nazionale dei Piccoli Comuni e Sindaco di Cerignale (PC). “Il Presidente Ciampi diceva che “l’Italia è un paese fatto di paesi” – ha detto Castelli - e quindi il tema delle esigenze dei 5.505 piccoli comuni su 8.000 deve essere centrale”. “Ci tengo a sottolineare – ha detto – che posso testimoniare l’impegno di Anci Marche nel tema del terremoto sui tavoli nazionali. Il tema è che la politica nazionale deve decidere cosa fare delle aree alle spalle delle grandi città perché se non si ricostruisce la comunità per chi facciamo le opere? Sono contro la riduzione del numero di parlamentari perché altrimenti i piccoli territori non avrebbero più rappresentanza, sono invece per rivedere le indennità rispetto alle responsabilità che ci si assume. Il campanilismo va bene se si usa il campanile per salirci in cima e guardare lontano. Se si sta seduti all’ombra non si cresce e non si sviluppano i territori e il paese. Tra i temi emersi nel dibattito, quindi, anche il fatto che "non si parladella figura del sindaco che, indipendentemente dalle dimensioni e dal numero di abitanti, ha grandi responsabilità."
Il programma ha previsto anche l’intervento di Valeria Mancinelli, Sindaco di Ancona, che ha sottolineato “il ruolo dell’Anci e la necessità di far pesare di più il governo locale nelle scelte nazionali che fanno il nostro destino” e di Guido Castelli, Presidente dell’Ifel che ha sottolineato “come l’assemblea nazionale del 5 luglio a Gornate Olona (VA) sia la sede per discutere del tema dell’autonomia di cui si sta tornando finalmente a parlare”. Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche, ha presieduto l’assemblea e ha ribadito il concetto di parlare a voce unica “anche per evitare pasticci tipo quello dell'approvazione delle norme di modifica del Codice Appalti contenute nel Decreto Sbloccantieri appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale che non può applicarsi ai Comuni del cratere." Mangialardi ha anche ricordato la "battaglia vinta grazie all’impegno di Anci Marche per l’indennizzo da corrispondere ai comuni del cratere che doveva essere considerato al netto degli indennizzi assicurativi perché, diversamente, si sarebbe andati a penalizzare quei sindaci virtuosi che avevano stipulato polizze per tutelarsi in caso di eventi calamitosi come quelli che purtroppo hanno ferito oltre 130 comuni del centro Italia, per la gran parte marchigiani”.
Il coordinamento regionale è composto dai sindaci di Force (Augusto Curti coordinatore), Mergo, Polverigi, Monte Roberto, Serra De’ Conti, Genga, Lunano (Mauro Dini, vice coordinatore), Borgo Pace, Gradara, San Costanzo, Frontone, Appignano del Tronto, Montedinove, Pievetorina, Apiro, Appignano, Bolognola, Belmonte Piceno, Monsampietro Morico, Smerillo, Cossignano (vice sindaco).