Legambiente Macerata interviene sulla questione rifiuti a Macerata che tiene banco tra la cittadinanza soprattutto per il livello di incuria che sta penalizzando il centro storico negli ultimi mesi e che porta l’amministrazione a valutare strade alternative.
“Il porta a porta ha funzionato per 15 anni senza problemi nella gestione. Se oggi ci troviamo in difficoltà, forse dovremmo concentrare la nostra attenzione su cosa è cambiato nel frattempo, prima di valutare soluzioni virtualmente migliori e concretamente più onerose – dichiara Marco Ciarulli di Legambiente Macerata -. Ogni indagine effettuata sui rifiuti continua a dimostrare che le migliori performance ambientali si ottengono con il porta a porta. Il conferimento stradale, che sia smart o meno, produce più rifiuti indifferenziati e aumenta notevolmente le impurità tra i rifiuti differenziati. Sappiamo anche che ogni punto percentuale in più di impurità nella differenziata, costa milioni di euro nell’intera filiera di gestione del rifiuto. Chiedere al CIC (Consorzio Italiano Compostatori) per conferma. Il CIC riunisce i gestori degli impianti di trattamento del rifiuto organico in Italia e ogni anno deve fare i conti con le impurità della differenziata, un costo notevole che si riverbera sulla TARI dei cittadini”.
Legambiente sottolinea, che una ridotta informazione sul territorio si paga anche con perdita di qualità nel corretto smaltimento dei rifiuti. Da quanto tempo nel centro storico non si fa più informazione sulla raccolta differenziata? E perché il calendario del Cosmari non viene più consegnato presso tutte le abitazioni? La differenziazione dei rifiuti da parte di cittadini e cittadine continua a funzionare solo se l’informazione continua ad essere erogata con costanza, è un percorso civico in continua evoluzione, interrompere questo percorso e colpevolizzare studenti o etnie differenti non aiuterà a fare grandi passi in avanti.
“Questo non significa che non si debba implementare il sistema attuale, anzi, – prosegue Ciarulli - per esempio è ora di applicare la tariffa puntuale sui rifiuti, per premiare quei cittadini che sono molto più attenti nel conferimento e nella differenziazione. Il porta a porta può essere migliorato anche con i green point già avviati dal Cosmari. E se proprio vogliamo andare a guardare modelli fuori Regione più efficaci del nostro, prendiamo esempio da città che realmente bilanciano sostenibilità ambientale ed economica, come Forlì in Emilia Romagna o Treviso in Veneto, dove hanno si sistemi più avanzati,ma mantengono il porta a porta come cuore pulsante del sistema di raccolta”.
Infine, l’associazione ricorda che l’aumento della TARI che interessa anche Macerata, deriva principalmente dall’assenza di una discarica provinciale, impianto scomodo per qualunque territorio ma necessario ad oggi per lo smaltimento di tutti quei rifiuti che non si riesce ad avviare a riciclo.
A darmi la 'notizia' che qualche giorno dopo Luciana Litizzetto avrebbe trasformato in scoop tv (cfr CfCF) fu al solito il 'reporter di Dio', colui che infrangeva ogni regola che 57 anni prima appena prete, aveva rotto a Loreto ogni cordone di sicurezza per sparare i suoi flash in faccia al Papa Buono e al suo segretario don Loris (Capovilla).
Don Giuseppe Branchesi, parroco di Santa Maria in Selva (Treia) al collo la Rollei quella mattina piena di sole del 25 marzo 2019, ancora a Loreto ancora in piazza del Santuario, mi era venuto incontro al solito gioioso come un ragazzino che l'aveva fatta 'grossa'. Stampa off limits, era stato l'unico a ritrarre Papa Francesco mentre diceva messa nella Santa Casa a distanza di 162 anni da Pio IX e a raccontarmi ciò che non si era compreso bene dal maxi schermo posto all'esterno ma 'accecato' dalla luce quasi estiva di quell'abbacinante mattina di primavera.
Che era successo? Semplicemente, insieme incredibilmente era accaduto che con un sorriso Bergoglio sollevava tutte/i coloro che conclusa la messa, gli sfilavano davanti inginocchiandosi e/o tentando di baciare il suo anello pastorale. Un gesto ripetuto decine di volte che stava a sottolineare l'eccezionalità del 'Papa degli ultimi', la sua grande umiltà, la sconfinata semplicità
Mi raccontò poi, don Peppe, che il pontefice uscito dalla Santa Casa, era tornato sui suoi passi lungo la navata centrale della Basilica per consolare un bambino disabile piangente per non averlo potuto salutare tra la folla. Questo episodio -si può' dire- fa certo giustizia di qualsiasi altro: in particolare di quello schiaffetto sulla mano di una fedele un po' petulante, su cui è stata fatta impietosa speculazione.
Ricordo inoltre l'esortazione di Francesco perché i frati volessero essere meno rigidi nell'applicare l'orario di chiusura della Basilica a beneficio dei tanti fedeli che da tutto il mondo vanno a pregare a Loreto. Poi il pranzo frugale al Centro Giovanni Paolo II le cui orme spirituali Bergoglio aveva voluto seguire allorché il 16 giugno di quello stesso 2019 era stato accolto da una Camerino percossa dal terremoto, assediata e presidiata da guardie armate sui tetti.
Woityla il 18 e 19 marzo 1991 in quell'occasione aveva visitato non solo la città dei Varano (dove aveva trascorso la notte) ma anche San Severino Marche; ed allora Bergoglio dall'alto in elicottero (ritornando in Vaticano) l'aveva benedetta. Loreto-Camerino era stato poi ancora 162 anni prima, il percorso dello stesso Pio IX. Con un'unica variante: per il pontefice senigalliese fu percorso fatto nella stessa giornata. Francesco dopo Loreto sarebbe andato a Camerino 'soltanto' 3 mesi più tardi: il 16 giugno appunto.
Il primo viaggio nelle Marche, Bergoglio l'aveva compiuto ad Arquata del Tronto, paese 'martire' del terremoto del 2016. Alla 'chetichella' tanto che quando -chiamati dal sindaco Petrucci- noi giornalisti arrivammo il Papa stava già risalendo in auto parcheggiata fin quasi dentro l'ingresso della tensostruttura delle scuole dove era stato ospite quella mattina della Festa del Poverello d'Assisi: il 4 ottobre. A noi che protestavamo per la sua 'fuga' da telecamere & taccuini, la Sala stampa vaticana chiarì' che Papa Francesco aveva voluto così che cioè tutta l'attenzione fosse posta non sulla sua visita ma sul dramma della popolazione di Arquata che da quella terribile notte d'agosto del terremoto, era meta ricorrente e palcoscenico da parte di signori & signore della politica (p minuscola, per favore).
Una volta per andare in terapia si prendeva l’appuntamento, si sceglieva una poltrona scomoda e si parlava (o si piangeva) davanti a uno sconosciuto in toni bassi e luci soffuse. Oggi, invece, basta aprire Instagram per avere la tua dose giornaliera di psicologia da scroll: “Se ti ha fatto male, non era amore”. “Non sei difficile da amare, era solo un narcisista”.
“Cura te stessa come se fossi la tua persona preferita”.
Sì, i social sono pieni di psicologi digitali, coach motivazionali, e terapisti da 15 secondi. Ma ci stanno davvero aiutando… o ci stanno confondendo le idee Psicologi 2.0: un profilo, una community, un Reel al giorno. Nel 2025, la figura dello psicologo sui social è diventata un vero fenomeno.
Profili curati, palette soft, video con tono rassicurante, e frasi da salvare nelle note per quando la vita sembra troppo amara. Tutto fantastico. Ma il rischio? Scambiare i contenuti per terapia vera. Perché un post non può sostituire una seduta. E una frase motivazionale non sempre basta.
Il bene che fa (e quello che non fa)
I social hanno sicuramente reso la salute mentale più accessibile, meno tabù, più presente nella vita quotidiana. E questo è un enorme passo avanti. Ma attenzione: un Reel non può diagnosticare. Una citazione non è una terapia.
Il like non è supporto emotivo. C’è il rischio che i contenuti “terapeutici” diventino solo pillole da consumo rapido che ci illudono di aver fatto un passo, quando siamo ancora fermi.
Terapia o trend?
La psicologia è diventata pop. E con il pop arrivano anche i filtri, le semplificazioni, le mode. “Mercurio è in retrogrado, per questo ti senti così!” “Non è ansia, è solo il tuo corpo che ti parla!” E se da una parte è bello vedere parole come “autostima” e “confini” diventare comuni, dall’altra… abbiamo ridotto la complessità umana a 90 secondi di audio su TikTok?
Una domanda per te (no, non è retorica)
Cosa fai quando hai una giornata no? Cerchi un video su Instagram o chiami un’amica? Salvi un post o ti prendi del tempo per te? Ti affidi ai social… o ascolti davvero come stai? Ci fa bene, se lo usiamo bene I social possono essere uno spazio di supporto, di ispirazione, persino di conforto. Ma non devono diventare la nostra unica terapia. Possono accompagnarci, certo. Ma curarci? Quella è un’altra storia.
E tu? Hai mai trovato una frase online che ti ha davvero aiutato? Hai mai scambiato un reel per una seduta? Raccontamelo nei commenti! Nel prossimo episodio di Chic & Social torniamo a parlare di creatività digitale: tutti content creator, ma di cosa? Pubblicare non basta. Serve dire qualcosa. E noi, lo stiamo facendo davvero?
Ci sono anche i volontari maceratesi tra gli oltre duecento marchigiani che stanno prestando servizio a Roma in occasione del funerale di Papa Francesco. Il gruppo CB Tigrotto è partito ieri, venerdì, insieme ad altri volontari della Protezione civile regionale, per fornire supporto e indicazioni ai fedeli arrivati nella Capitale in attesa di dare l'ultimo saluto a Bergoglio.
La giornata di venerdì è stata intensa ed emozionante, come raccontano i volontari del CB Tigrotto: «Siamo partiti alle 7.30 circa dalla nostra sede di Villa Potenza. Durante il viaggio ci siamo ritrovati con altri gruppi, formando una colonna mobile in direzione Roma». Il campo base è stato allestito a Centocelle, dove i volontari sono arrivati intorno alle 11.30: «Lì abbiamo incontrato anche i ragazzi che si preparano per il Giubileo degli adolescenti. È stato realizzato un vero e proprio villaggio, una tendopoli enorme. Dopo la registrazione, ci è stato distribuito il pranzo da consumare sul posto».
Nel pomeriggio i volontari sono stati trasportati con mezzi dell'esercito e della marina fino a piazza Cavour, per poi raggiungere a piedi piazza San Pietro, attraversando via della Conciliazione. «Ci siamo radunati con tutti i gruppi delle Marche, in attesa delle disposizioni del dipartimento di Roma che gestiva il coordinamento».
Suddivisi in squadre, i volontari hanno svolto vari compiti: «C'era chi controllava e contingentava gli ingressi nelle diverse corsie, chi formava vere e proprie barriere umane per bloccare il passaggio una volta chiusa la basilica, e chi distribuiva bottigliette d'acqua ai fedeli in fila sotto il sole».
Dopo il turno, il rientro al campo base di Centocelle e poi verso casa. «È stata un’esperienza davvero bella ed emozionante – raccontano i volontari –. Vedere quel fiume di persone, quell’enorme partecipazione, è stato qualcosa che ci ha davvero colpito».
Un incidente si è verificato nella tarda mattinata di oggi lungo la superstrada: due feriti sono stati trasportati al pronto soccorso dell'ospedale di Macerata. Il sinistro è avvenuto poco prima delle 13 in direzione mare, poco dopo lo svincolo di Piediripa, durante un violento acquazzone che stava interessando la zona.
Secondo le prime informazioni, una vettura con a bordo tre persone - per ragioni ancora da chiarire - è andata a collidere con il guardrail. L'impatto ha causato il ferimento di due degli occupanti del veicolo, che sono stati immediatamente soccorsi e trasferiti in ospedale. Fortunatamente, secondo quanto si apprende, non sarebbero in pericolo di vita.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno provveduto a mettere in sicurezza l'area, le ambulanze del 118, e la polizia stradale, che ha effettuato i rilievi per determinare le cause precise dell’incidente. A causa del sinistro si sono registrate lunghe code nel tratto interessato.
(Foto di repertorio)
Il giorno della Festa della Liberazione, venerdì 25 aprile, sarà segnato da condizioni meteo instabili su gran parte del territorio marchigiano. La Protezione Civile regionale ha diramato un'allerta meteo di livello giallo per temporali, valida per l’intera giornata, su tutte le sei zone climatiche della Regione Marche, dalla costa all'entroterra.
Alla base del peggioramento, la discesa di una depressione dal Mare del Nord, che porterà instabilità diffusa, in particolare nella fascia centrale della giornata. Secondo il Centro Funzionale Multirischi della Regione Marche, a partire dalla tarda mattinata e per tutto il pomeriggio, si prevedono rovesci o temporali sparsi in formazione soprattutto sulle aree collinari e interne, ma che potranno occasionalmente raggiungere anche la fascia costiera, spostandosi in direzione sud-est.
Alcuni fenomeni potranno risultare localmente intensi, accompagnati da raffiche di vento temporanee durante lo sviluppo delle celle temporalesche. Le precipitazioni sono attese in esaurimento entro il tardo pomeriggio.
Il cielo sarà inizialmente poco nuvoloso, con un aumento della copertura nuvolosa dalla tarda mattinata, seguito da schiarite in serata. Le temperature subiranno un lieve calo, mentre i venti soffieranno dai quadranti nord-occidentali, moderati lungo la costa e di brezza tesa nelle zone interne, con temporanei rinforzi associati ai temporali. Il mare, inizialmente poco mosso, vedrà un aumento del moto ondoso fino a mosso dalla tarda mattinata.
La fase di attenzione prevista impone prudenza soprattutto per chi si sposterà o parteciperà a eventi all’aperto nella giornata festiva. La Protezione Civile invita la popolazione a prestare attenzione ai fenomeni temporaleschi, che potrebbero determinare allagamenti locali, caduta di rami o alberi e disagi alla circolazione stradale.
Una gelata improvvisa si è abbattuta sul comparto della Cannabis Light, rischiando di ridefinire in modo drastico l’orizzonte operativo di un settore che negli ultimi anni ha registrato una crescita continua ed esponenziale.
Con una formulazione che non distingue tra usi leciti e illeciti, l'articolo 18 del nuovo DDL Sicurezza, entrato in vigore il 12 aprile di quest’anno, introduce un divieto generalizzato su tutte le attività connesse alle infiorescenze della canapa, comprese importazione, lavorazione, distribuzione e vendita, estendendo il blocco anche a prodotti derivati come estratti, resine e oli.
Il testo del governo propone così una ri-equiparazione normativa della Cannabis Light – contenente THC in quantità inferiore allo 0,2% – alla cannabis con principio attivo, rientrante tra le sostanze stupefacenti regolamentate dal Testo Unico. Una scelta che comporta l'assoggettamento dell’intera filiera (agricoltori, commercianti attivi nella coltivazione e distribuzione) a un regime sanzionatorio, anche in assenza di finalità illecite, e che pone interrogativi sulla proporzionalità delle misure e sulla coerenza con il diritto europeo del libero scambio tra gli Stati membri.
A esprimere perplessità su questo impianto normativo è Alessandro Luca Marconi, titolare del punto vendita CbWeed in via Crispi a Macerata, che evidenzia le conseguenze immediate per chi opera nel comparto: "Ci ha stupito quanto questo decreto sia stato fulmineo; un decreto-legge, quando viene fatto, ha normalmente 24 ore di tempo dall’applicazione, salvo altre indicazioni. Venerdì sera, 11 aprile, lo hanno messo in Gazzetta, anche abbastanza tardi in serata ed era applicativo dal 12, probabilmente dalla mezzanotte".
Questa tempistica serrata ha lasciato gli operatori senza indicazioni operative chiare su come gestire la merce già presente in negozio: "Non sappiamo che cosa dobbiamo fare con il materiale che è rimasto. È tutto molto vago. Il consiglio dei legali: mettete tutto nella scatola, chiudete in attesa di un maggiore chiarimento. A chi è rimasto qualcosa non può farci nulla".
Nel caso in cui si decida comunque di vendere la Cannabis light, sebbene nella maggior parte dei casi la componente penale tenda a decadere in seguito all’accertamento dell’assenza di efficacia drogante, le sanzioni e i provvedimenti amministrativi rimarrebbero comunque impattanti. Per questo motivo, molti operatori, come Alessandro, hanno preferito sospendere l’attività, nell’ottica di evitare contestazioni, sequestri e un aggravio delle responsabilità legali.
“All’interno dell’Unione Europea - mette in evidenza Marconi - vige il libero scambio e questo decreto va a violare tutto ciò. Inoltre, c’è un paradosso di base da parte del Governo che sosterrebbe l’agricoltura e i prodotti nazionali: in questo caso, dov’è la tutela del made in Italy? Qui non la stiamo vedendo!”.
Una riflessione che appare tanto più rilevante se inserita nel quadro economico di un settore che, nonostante le difficoltà normative, continua a mostrare segnali di vitalità e sviluppo. Secondo gli operatori del comparto, la Cannabis Light rappresenta oggi una filiera in espansione, con un numero crescente di imprese e lavoratori coinvolti.
Come osserva il titolare di CbWeed Macerata: "Nonostante i continui tentativi a delegittimare il settore della Cannabis Light, quest’ultimo rimane in crescita; siamo passati da circa 15 mila addetti al settore a 30mila: togliendo la vendita delle infiorescenze tolgono la metà del valore del comparto".
I dati confermano questa tendenza. In Italia si contano circa 800 aziende attive nella coltivazione e 1.500 impegnate nella trasformazione della cannabis light, con un fatturato annuo complessivo stimato intorno ai 500 milioni di euro, con circa 11.000 posti di lavoro diretti, in pianta stabile e 30mila stagionali, da maggio a dicembre. A questi si aggiunge una stima più recente, pubblicata nel marzo 2025 su International CBC, secondo cui l’intera industria italiana della cannabis light supporterebbe circa 22.000 posti di lavoro a tempo pieno, evidenziando un impatto occupazionale ben più ampio.
L’incertezza normativa che grava sul settore della cannabis light non si limita alla sola commercializzazione delle infiorescenze, ma si estende anche agli estratti e derivati, generando ulteriori ambiguità interpretative e dubbi sull’omogeneità della normativa.
In particolare, la gestione delle sostanze a base di CBD (cannabidiolo), la cui origine può variare tra naturale, sintetica o semi-sintetica, apre scenari di difficile lettura giuridica e commerciale. La distinzione tra i diversi tipi di CBD, infatti, sembra fondarsi non tanto su parametri chimico-farmacologici, quanto su aspetti formali legati alla fonte di estrazione.
"Per quanto riguarda gli estratti della Cannabis - sottolinea il titolare di CbWeed Macerata - esiste un escamotage che rende il quadro ancora più problematico: gli oli, infatti, sarebbero tecnicamente illegali se ricavati dalle infiorescenze. Il CBD contenuto in tali prodotti risulterebbe vietato solo se proveniente da Cannabis Light; se, invece, il medesimo principio attivo non derivasse da questa fonte - e fosse ad esempio di origine sintetica - non ricadrebbe nelle restrizioni del decreto. Una situazione paradossale e incoerente, che rende ancora più difficile operare nel settore”.
Marconi aggiunge un’ulteriore riflessione critica sulla gestione politica del comparto: "Prima di questo Governo, veniva convocato un tavolo tecnico con gli operatori del settore; con l’attuale esecutivo, invece, quel confronto non esiste più".
Da Civitanova Marche al cuore delle persone: Mauro Malatini è molto più che un profumiere. È un artigiano dell’anima, un narratore invisibile che, attraverso l’olfatto, traduce l’identità in essenza. Tecnico erborista laureato all’Università di Perugia, esperto di fitoterapia, nel 2013 ha dato forma concreta alla sua visione: la Bottega Malatini, una realtà unica che oggi ha sede in Corso Umberto I, dove ha inaugurato lo scorso 29 marzo la nuova location. Ma il vero laboratorio è interiore, itinerante, in continuo movimento tra mente, cuore e pelle. "Ho capito che creare profumi era qualcosa che mi piaceva davvero — racconta — perché richiedeva introspezione, ascolto, connessione. Un profumo non è solo un odore, è una storia che parla di chi sei".
Il processo creativo di Malatini parte da un gesto simbolico: "Metto la persona davanti a uno specchio, la interrogo, la ascolto". Da lì nasce un percorso condiviso, in cui il cliente sceglie le essenze che più lo rappresentano. "È come un abito sartoriale", spiega, "fino a definire la piramide olfattiva: note di testa, cuore e fondo. Quando racconto le scelte fatte, le collego agli aspetti più profondi della persona. È così che l’essenza diventa specchio dell’anima". Ogni profumo viene poi registrato con il nome del cliente, previa autorizzazione. "È unico, irripetibile. Non potrà mai essere usato da altri. E quando vedo l’espressione sul volto di chi lo prova, quando arriva quel “wow effect”, so che ho colto qualcosa di autentico. Spesso mi dicono: 'Non me lo sarei mai comprato in profumeria, ma mi piace tantissimo'. Ecco, quella è la magia".
La scintilla per questo mestiere nasce da lontano, tra i ricordi e i gesti della nonna: "La passione per le essenze me l’ha tramandata mia nonna, una tipica contadina marchigiana, di quelle con la 'crocchia' in testa per intenderci. Era di una finezza d’animo grandissima e aveva questa passione per i profumi, che ha saputo trasmettere anche a me". Dalla farmacia ai corsi di profumeria naturale, Malatini ha poi fatto della sua formazione un percorso a più livelli, mescolando sapere tecnico e sensibilità spirituale.
Per Malatini, il profumo non è solo una questione di chimica, ma di energia, spiritualità, connessione. "Il 50% di quello che faccio — forse anche di più — è spiritualità", afferma. Cattolico di origine, oggi si definisce “spirituale”. Ha attraversato mondi e religioni — cristianesimo, buddhismo tibetano, sciamanesimo, cabala, fino all’attuale avvicinamento al sufismo — e li ha fusi in una visione aperta e tollerante. "Siamo tutti connessi a qualcosa di più grande, che lo si chiami Cristo, Buddha, Geova o Allah. Le forme contano poco, conta la scintilla divina che portiamo dentro. E il mio lavoro cerca proprio quella: tirarla fuori, darle un profumo, raccontarla".
Una persona a cui desidera realizzare un prfumo su misura? C’è un nome che insegue da anni: "Mi piacerebbe creare un profumo per Ferzan Özpetek. I suoi film mi hanno aiutato tanto. Riesce a descrivere il mondo con delicatezza, come cerco di fare io con l’olfatto». Ma le emozioni più forti, confessa, spesso arrivano da persone senza fama: "Il naso è democratico. Non ha bisogno di celebrità per provare qualcosa di vero".
Il futuro della profumeria artigianale, secondo Malatini, è sempre più legato a esperienze sensoriali profonde e autentiche. "Le persone non vogliono solo un prodotto, cercano un’esperienza. Non dico che la profumeria commericale sia di Serie B. La profumeria commerciale segue l’immagine, quella artigianale la sensazione. Servono entrambe, ma l’importante è che il profumo sia costruito su misura. Come ho fatto con la mia Bottega: è addosso a me, è parte di me".
In un mondo che spesso ci chiede di correre, il lavoro di Mauro Malatini invita a rallentare, ad ascoltare e a riconnettersi con ciò che siamo davvero. Perché ogni persona ha un profumo che le appartiene, una traccia invisibile che racconta molto più di mille parole. E forse è proprio lì, in quella scia sottile e personale, che si nasconde il senso più autentico della bellezza: non ciò che appare, ma ciò che resta.
Le forti piogge abbattutesi nelle ultime ore sul territorio comunale di San Severino Marche hanno provocato una frana lungo la strada “Anello di Pitino”, rendendo impraticabile un tratto del percorso a causa dell’accumulo di fango e detriti. Per garantire la sicurezza pubblica, il Comune ha disposto la temporanea chiusura della viabilità interessata.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i tecnici dell’Ufficio Manutenzioni e il personale del servizio Segnaletica, coadiuvati dagli agenti della polizia locale. Le squadre stanno operando per mettere in sicurezza l’area, rimuovere il materiale franato e verificare la stabilità del versante colpito.
Contestualmente, la polizia locale ha avviato accertamenti per verificare il rispetto delle normative sulle fasce di rispetto agricolo nelle aree limitrofe alla frana, con l’obiettivo di chiarire eventuali responsabilità e prevenire ulteriori criticità.
L’Amministrazione comunale raccomanda ai cittadini di "evitare l’area interessata e di prestare attenzione alla segnaletica stradale temporanea. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti non appena disponibili".
Casa Lucciola è l’azienda agricola della famiglia Cruciani che si trova nella valle di Matelica. Luca Cruciani fino al 2014 faceva il grafico presso una tipografia, poi ha iniziato con l’agricoltura quando è nato il suo primo figlio (ora ne ha tre). “Quando è nato mi sono chiesto ‘E adesso che cosa gli do da mangiare’? Da lì è nato questo amore per l’agricoltura, ho messo su delle arnie e ho prodotto del miele. Io muovevo il mouse, avevo un piccolo schermo su cui lavoravo, ora lo schermo è molto più ampio e al posto del mouse uso la cloche del trattore”, queste le parole di Luca Cruciani.
Puoi raccontarci un po’ la storia di Casa Lucciola?
“Casa Lucciola è stata acquistata da mio padre nel 1992, sono otto ettari di seminativo e due di bosco. All’inizio coltivava solo cereali, egli lavorava alla Asl, e i pomeriggi li passava nel suo orto dove aveva galline, polli, faraoni, maiali ed anche un paio di mucche. Casa Lucciola era dunque dedicata all’autosufficienza alimentare, mio padre ha convertito subito l’agricoltura in agricoltura biologica perciò noi siamo certificati dal 1998. In seguito alla morte di mio padre nel 2013 ho piantato i primi due ettari di vigneto, poi nel 2016 ho costruito la cantina e ho aggiunto altri due ettari nel 2017. L’ecologia è sempre stata nei miei interessi, il non inquinare il mondo, il vivere a contatto con la natura, per questo motivo ho cercato di creare un reddito con l’agricoltura e a Matelica, essendo molto votata per la viticoltura. Il vino per me è il motore di tutta l’azienda agricola. Avendo pochi ettari ho iniziato a fare il viticoltore anche se non sapevo niente all’inizio. Pian piano ho fatto corsi di potatura e ho letto molti libri. Il corso sulla viticoltura biodinamica in particolare mi è piaciuto molto, a un incontro quando seminavano i corni ho visto che erano agricoltori che avevano una particolare sensibilità relativa ai cicli della natura, si basano molto sull’osservazione”.
Quant’è importante proseguire nella tradizione di famiglia?
“Sono partito con un’idea molto romantica dell’agricoltura, poi quando pianti il vigneto ti rendi conto che ti assorbe tutta la giornata, c’è la trasformazione dell’uva in vino, la commercializzazione. Quando si parla di tradizione io sono la prima generazione, per me essa è anche in quello che mangiamo, come il ragù della domenica, gli hamburger tutti i giorni o il cibo precotto. Cioè, la tradizione è anche sui sapori. Io non vengo da una famiglia di viticoltori, sono alla prima generazione, spero che i figli proseguano ma non li forzerò sulle mie scelte, la vita è loro”.
Puoi parlarci un po’ del tuo vigneto?
“I quattro ettari di vigneto sono tutti coltivati in biologico, io seguo anche le linee della biodinamica. Essi guardano tutti a sud-ovest, quindi si godono il tramonto, in collina a 430 metri sul livello del mare, i vigneti sono molto in pendenza, per quello che posso faccio tutto io con l’aiuto di mia moglie. Ora riparte la prossima stagione con i trattamenti e la scacchiatura”.
La tua giornata “tipo”?
“Mi alzo presto, verso le 6, la prima cosa che faccio è portare i cani a spasso. Poi di solito mi programmo la giornata, ma sto un po’ al meteo. Finite le piogge, taglierò l’erba e inizierò la scacchiatura. I lavori sono divisi tra il vigneto, la cantina, un minimo di amministrazione e di vendite”.
Qual è il punto di forza di Casa Lucciola?
“Il punto di forza per me è l’artigianalità, nel senso che comunque cerchiamo di lavorare il più naturalmente possibile, rispettando il prodotto uva dall’inizio alla fine. Noi vinifichiamo tutti i vini con lieviti indigeni, siccome i vigneti sono intorno casa, si cerca di inquinare il meno possibile, non è un’agricoltura industriale. A differenza di altri vigneti con stesse caratteristiche, alla fine la differenza la fa la sensibilità che l’uomo mette nel coltivare e nel produrre il vino”.
Progetti futuri?
“Per adesso nell’immediato vorrei rivedere le etichette, perché le avevo fatte io a suo tempo, ma non sono molto entusiasmanti. Poi stiamo costruendo un piccolo agriturismo con dieci posti per dormire e venticinque per mangiare, penso che sarà pronto per la prossima primavera, in più ci saranno delle e-bike per scoprire il paesaggio qui intorno. Casa Lucciola ha una bella posizione, una splendida vista sulla valle di Matelica. L’agriturismo lo realizziamo per chiudere un cerchio. Il vigneto per me si nutre di bei panorami”.
La Protezione Civile regionale delle Marche ha emesso un'allerta meteo, valida per l’intera giornata di mercoledì 23 aprile, a causa del previsto arrivo di temporali localmente intensi, che interesseranno in particolare le aree medio-alto collinari della regione.
L'allerta, classificata con livello giallo per criticità ordinaria, riguarda tutte le sei zone territoriali marchigiane (dalle aree interne settentrionali fino a quelle costiere meridionali) e avrà validità dalla mezzanotte alle 24:00 del 23 aprile. Non sono previste criticità per quanto riguarda mareggiate, vento, neve, fenomeni idraulici o valanghe.
Secondo quanto riportato nel bollettino, si attendono temporali a singola cella, che potranno risultare localmente di forte intensità. Questi fenomeni saranno quasi stazionari, cioè tenderanno a insistere nella zona di formazione per 30-45 minuti, con accumuli di pioggia tra i 30 e i 40 mm. Tuttavia, in alcune aree circoscritte le precipitazioni potrebbero essere anche più abbondanti, per effetto dell’interazione tra più celle temporalesche.
Tutte le aree del territorio marchigiano risultano coinvolte, ma le fasce collinari e interne saranno le più esposte al rischio temporali. Non si esclude che i fenomeni possano comportare disagi localizzati, come allagamenti o difficoltà nella circolazione stradale.
MACERATA – Una veglia di preghiera per Papa Francesco, tornato questa mattina alle 7:30 «alla casa del Padre». È quella che si terrà domani, martedì 22 aprile, alle ore 21 nella Cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, nel cuore di Macerata. A presiederla sarà il vescovo Nazzareno Marconi, che invita la comunità diocesana a stringersi in un momento di raccoglimento e affidamento.
«Lo accompagniamo con la nostra preghiera – afferma mons. Marconi –, sentendoci fortemente impegnati a portare avanti il suo desiderio di una profonda conversione pastorale di tutta la Chiesa, perché le nostre parole e le nostre azioni siano sempre più aderenti al Vangelo, portando al mondo non un messaggio di gioia umana, ma di quella superiore, più profonda e più vera Gioia del Vangelo, di cui siamo tutti costituiti annunciatori dal nostro battesimo».
L’iniziativa si colloca nel solco delle indicazioni diffuse dall’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana, che in un documento destinato alle celebrazioni invita a vivere questo tempo di lutto e riflessione come occasione di rinnovata fede:«Il Signore effonda sempre su di noi il suo Spirito di sapienza – si legge nel testo –, in maniera particolare in questo tempo di prova. Soprattutto nelle ore in cui il cammino si fa più difficile, Egli non ci abbandona, rimane con noi, fedele alla sua promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)».
Papa Francesco, primo pontefice gesuita e primo a scegliere il nome del poverello d’Assisi, ha segnato la storia recente della Chiesa con un pontificato centrato su misericordia, sobrietà, dialogo e impegno per i più deboli. La veglia di domani sarà anche l’occasione per fare memoria di questo cammino e per custodire, nella preghiera, il seme lasciato nel cuore della Chiesa e del mondo.
Un video girato davanti alla Questura di Macerata è finito al centro di una bufera politica e social. Protagonista è Ibii Ngwang, attaccante camerunense della Cluentina, squadra che milita nel campionato di Promozione Marche. Il calciatore, classe 98', lo scorso anno al San Claudio e fino a dicembre all'Aurora Treia, si è filmato mentre lanciava provocazioni indirizzate al vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e alla premier Giorgia Meloni.
Nel filmato, Ngwang si rivolge alla telecamera indicando un’auto della Polizia di Stato: “Salvini, vedi questa macchina? Io la vendo a 50 centesimi”, afferma. Poi rincara la dose con un riferimento esplicito: “Meloni, so che hai una bella figlia. Noi mangiamo gratis, dormiamo gratis e sco... le ragazze italiane”.
Le parole e il tono provocatorio non sono passati inosservati. Il video è stato ricondiviso sui profili ufficiali Facebook e Instagram di Salvini, accompagnato dal commento: “Ci mancava questo idiota”. Il post ha suscitato centinaia di reazioni e commenti, totalizzando oltre 1,9 milioni di visualizzazioni su Facebook e circa 945.000 su Instagram nel giro di poche ore.
L’episodio ha sollevato polemiche, tra chi condanna le parole di Ngwang e chi critica la scelta del ministro di amplificare il video.
AGGIORNAMENTO: LA CLUENTINA RESCINDE IL CONTRATTO CON NGWANG
Poco fa il cardinale Kevin Farrell ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: "Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco".
"Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino".
"Lo accompagniamo con la nostra preghiera, sentendoci fortemente impegnati a portare avanti il suo desiderio di una profonda conversione pastorale di tutta la Chiesa, perché le nostre parole e le nostre azioni siano sempre più aderenti al Vangelo, portando al mondo non un messaggio di gioia umana, ma di quella superiore più profonda e più vera “Gioia del Vangelo” di cui siamo tutti costituiti annunciatori dal nostro battesimo" queste le parole del Vescovo Nazzareno Marconi di Macerata.
“La scomparsa di Papa Francesco segna un momento di profondo dolore per la Chiesa e per tutti coloro che hanno trovato nelle sue parole e nei suoi gesti una guida spirituale autentica", ha dichiarato il commissario sisma Guido Castelli. "Per me e per tutta la comunità colpita dal sisma del 2016, il suo ricordo resta indissolubilmente legato alla vicinanza che non ha mai cessato di dimostrarci.
"Papa Francesco - ha proseguito Castelli - ci ha insegnato a guardare alle ferite del nostro tempo, come quelle lasciate dal terremoto, non solo come simboli di distruzione, ma anche come segni di una possibile rinascita. Le sue parole di conforto, pronunciate in uno dei momenti più difficili per l’Italia centrale, restano scolpite nella memoria collettiva delle nostre comunità".
"Il 24 novembre di due anni fa volle incontrarci nella Sala Clementina: in quell’abbraccio ai terremotati, c’era tutto lo spirito di un Pontefice che ha saputo mettere al centro i più fragili, donando speranza e forza anche dove sembravano venute meno. Ci lascia un’eredità preziosa: costruire senza mai perdere di vista la dignità della persona, il valore delle comunità, la responsabilità verso il Creato".
"Se vogliamo onorare la sua memoria, dobbiamo raccogliere questo testimone e continuare a edificare un futuro che abbia al centro l’uomo, la sua spiritualità e la sua capacità di prendersi cura degli altri. A Dio, Papa Francesco".
“Con immenso dolore apprendo della scomparsa di Papa Francesco, guida spirituale e morale per tutto il mondo", ha affermato il presidente della regione Marche Francesco Acquaroli.
"Custodirò per sempre nel cuore l'emozione e l'onore di averlo incontrato insieme ai sindaci nei nostri comuni colpiti dal sisma. Anche in quella occasione il Santo Padre ha condiviso la sua straordinaria umanità, la sua profonda semplicità e il suo autentico amore per chi soffre. La sua testimonianza di fede e speranza e il suo esempio di misericordia rimarranno un faro luminoso nel nostro cammino”.
Il Comune di Castelraimondo è profondamente colpito dalla scomparsa di Papa Francesco ed esprime insieme alla sua cittadinanza dunque tutto il suo cordoglio. Il sindaco Patrizio Leonelli ha così omaggiato il Pontefice nel giorno della sua morte: "Ricordo ancora la giornata in cui ha ricevuto i sindaci del cratere, ricordo il suo volto sereno quando con tantissimo onore mi ha stretto la mano e ci siamo scambiati il saluto. È stato un Papa che ci è stato sempre vicino, ricordo anche quando è venuto a Camerino, quando ha pregato per tutti i terremotati. Un Pontefice umile vicino ai poveri, ai bisognosi ed ai malati, è stato il Papa di tutte le persone, senza distinzioni di colore della pelle o di ceto sociale".
"In questo tempo di dolore e preghiera, ci stringiamo fraternamente alla comunità cattolica, rendendo grazie a Dio per la vita e il ministero di un pastore che ha saputo incarnare, con umiltà e coraggio, il Vangelo della misericordia". È quanto scrive, in una nota, Amado Luis Giuliani, presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche.
"La voce di Papa Francesco ha risuonato nel mondo come richiamo alla pace, alla giustizia, alla cura dei poveri e del creato. Il suo costante impegno per il dialogo tra le Chiese cristiane resta per noi segno di speranza e stimolo a proseguire nel cammino dell’unità. Eleviamo la nostra preghiera al Signore affinché accolga il suo servo fedele nel Regno promesso, e continui a illuminare i passi del Suo popolo nel segno dell’amore e della comunione", conclude Amado Luis Giuliani.
La notizia della morte di Papa Francesco arrivata questa mattina ha profondamente colpito anche l’amministrazione comunale della città di Matelica e i suoi cittadini che esprimono cordoglio. Il sindaco Denis Cingolani l’ha voluto ricordare così: "Un giorno di profonda tristezza, sentiamo un vuoto. Il Pontefice è stato un grande uomo, ci lascia un messaggio importante, quello relativo alla pace e all’amore verso gli ultimi. Ricorderò sempre quando ci ha ricevuto l'8 dicembre 2023 insieme a tanti altri sindaci in occasione dell'Immacolata Concezione".
"Le vostre mani sanno realizzare moltissime cose che vi rendono collaboratori di Dio. Fare non equivale a produrre, mette in gioco la capacità creativa che sa tenere insieme la capacità delle mani, la passione del cuore e le idee della mente". Queste le parole di Papa Francesco scomparso questa mattina 21 aprile, che cita in sua memoria, il sindaco di Recanati Emanuele Pepa.
"Ricorderò sempre l'emozione e l'onore di aver potuto ascoltare queste parole direttamente dalla voce del Santo Padre - aggiunge Pepa -. La Sua saggezza, la sua umanità, il suo sguardo profondo sul mondo del lavoro e sulle comunità resteranno per sempre un faro. Un uomo che ha sempre predicato con semplicità ed umiltà a gran voce la pace, purtroppo in un mondo che non vuol sentire è difficile, spero che dall’alto dei cieli abbia la forza di fermare queste orribili conflitti. A nome mio e dell'intera comunità di Recanati esprimo profondo orgoglio per la sua scomparsa".
Dopo l’ok della Conferenza regionale, arriva l’approvazione da parte dell’Ufficio Speciale Ricostruzione per il progetto di riparazione di Villa La Quiete (detta anche Villa Spada).
Il prossimo step per lo storico edificio situato a Treia, è dunque quello dell’affidamento dei lavori, che hanno un importo da 6,1 milioni. Si tratta di un intervento ricompreso all’interno dell’ordinanza commissariale numero 137 del 2023, per quello che rappresenta un vero e proprio monumento, uno dei capolavori dell’architetto Giuseppe Valadier (1762 –1839), rimasto purtroppo danneggiato dal terremoto del 2016/2017.
«Andiamo a intervenire su un bene prezioso, simbolo di storia e scrigno d’arte che nel corso del tempo ha attraversato con prestigio la vita della città e non solo - spiega il commissario straordinario Guido Castelli -. La riparazione di Villa La Quiete pone ulteriore attenzione sul lavoro di ricostruzione, silenzioso ma costante, svolto in tandem con i Comuni, l’Usr e la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».
«Siamo soddisfatti dell’avvio della ristrutturazione di Villa Spada. In questa villa è passata la storia d’Europa, la nostra comunità ringrazia l’impegno che abbiamo avviato da tanto tempo.Ora il tutto avviene con questo intervento che speriamo che, nell’arco di massimo due anni e mezzo, possa riportarla alla luce » sottolinea il sindaco Franco Capponi.
Nel progetto approvato, è previsto un completo riutilizzo del bene. Verranno creati nuovi spazi pubblici destinati a biblioteca, archivio, sala conferenze, aree espositive e spazi per la comunità. Si ipotizza dunque un uso flessibile della villa, in modo che le diverse aree possano essere utilizzate in momenti differenti e in maniera autonoma, garantendo così attività durante tutta la giornata.
L’Ufficio Speciale Ricostruzione ha approvato il progetto esecutivo per la riparazione della strada comunale “Trambiano”, a Colmurano, nel Maceratese. Si tratta di un intervento ricompreso all’interno dell’ordinanza numero 137 del 2023, il cui importo totale è di 500.000 euro.
«L’obiettivo è di restituire piena funzionalità ad un’arteria importante per la comunità di Colmurano, in uno dei territori che più sta soffrendo le conseguenze del sisma - spiega il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Continuiamo a lavorare a 360 gradi per restituire futuro al cratere, qualcosa che va oltre il concetto di ricostruzione “fisica”. Ringrazio, per l’impegno, i Comuni, l’Ufficio Speciale Ricostruzione e la Regione Marche guidata dal presidente Acquaroli».
«Per noi è un’opera importante che ci consente di ripristinare una via di percorrenza molto trafficata che collega il fondovalle con la zona collinare. Inoltre quella zona sarà destinata anche alla realizzazione del nuovo plesso scolastico» ha aggiunto il sindaco Mirko Mari.
Il tratto in oggetto, che si estende per 1 chilometro circa all’interno del territorio comunale, mettendo in comunicazione la strada provinciale 129 e la strada provinciale 78 Picena, è stato danneggiato dal sisma del 2016/2017, riportando deformazioni permanenti anche ai sottoservizi, variazione dei deflussi idrici e dissesti della pavimentazione.
Dunque, le lavorazioni previste saranno divise in due categorie: quelle sulla struttura stradale e quelle relative alla gestione delle acque meteoriche. In concomitanza, verrà predisposto l’innesto stradale nei pressi dell’area destinata alle attività sportive.
Dopo più 23 anni di onorato servizio, di cui oltre una dozzina passati nel ruolo di direttore generale, Pavio Migliozzi lascia l’azienda municipalizzata Assem Spa per raggiunti limiti di età. I vertici della società, insieme ai numerosi colleghi e dipendenti, hanno festeggiato il pensionamento con un po’ di nostalgia perchè Migliozzi è stato per tanti un collega e un guida unica.
All’evento ha voluto portare il suo saluto anche il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei: “A nome della città, ringrazio Pavio per l’impegno instancabile e la visione con cui ha saputo guidare Assem Spa, contribuendo in modo determinante allo sviluppo dei servizi pubblici locali. Gli auguro una serena e piena realizzazione in questa nuova fase della sua vita”.
Nel corso della serata sono state ripercorse, tra ricordi e commozione, le tappe professionali di Migliozzi che ha ricevuto numerosi omaggi e rappresentazioni di stima e affetto, riconoscimento dell’eccellente lavoro svolto: dall’efficienza della rete alla modernizzazione degli impianti, fino a progetti importanti che hanno fatto conoscere Assem a livello nazionale.
Non sono mancati momenti di leggerezza e di convivialità. L’ex direttore Migliozzi ora potrà dedicarsi completamente alla sua passione della pesca dopo aver dovuto abbandonare quella di una vita: il gioco del biliardo e delle boccette. Per anni è stato anche presidente nazionale del settore boccette della Fibis.
Ci siamo: tavola imbandita, famiglia riunita, tua madre che ti serve per la quarta volta anche se hai detto “basta” tre piatti fa…e nel mezzo di tutto questo? Tu, che scorri freneticamente Instagram mentre mangi la colomba e controlli se il tuo Reel ha fatto almeno 1.000 visualizzazioni.
Benvenuti alla Pasqua 2.0, dove il menù è tradizionale ma il feed è congestionato. Reel ovunque. Ovunque. E tu che ti chiedi: “Ma chi ha il tempo di guardarli tutti?” Pasqua tra Reel di risate, pulcini e… overload digitale. Nel 2025, anche a Pasqua, ogni scroll è un déjà vu: reel con i bambini che scartano l’uovo (rigorosamente ripresi con luce naturale). Reel con ricette pasquali, colonna sonora trendy e didascalia “approved”. Reel con le “Pasqua unboxing”: chi ha ricevuto cosa, dove, perché, e con che outfit.
Sì, carini. Ma tutti uguali. E soprattutto: infinita ripetizione dello stesso contenuto. Reel, Reel, Reel… ma che fatica seguirli tutti. Quando il contenuto diventa rumore. I Reel sono il nuovo pane quotidiano dei social. Ma attenzione: non tutto il pane è buono.
Quanti di questi contenuti ci lasciano qualcosa? Quanti li guardiamo davvero con attenzione e non solo con la mente a metà mentre spezzettiamo l’uovo di cioccolato? Pasqua slow: guarda meno, vivi di più. Quest’anno prova questo: Stacca un po’ dai Reel. Posta meno, ma meglio. Invece di commentare con un cuore, scrivi una frase vera.
La nonna sarà fiera. E magari, lo sarà anche l’algoritmo (chi può dirlo). Il Reel perfetto di Pasqua? Forse non è un Reel. Forse è una risata fuori campo. Forse è quella foto sfocata che però racconta un momento vero. Forse è lo spazio che lasci al silenzio, invece che al montaggio.
Perché non è detto che se non diventa virale… non valga la pena viverlo. E tu? Sei più tipo da Reel pasquale o da digital detox tra un morso di colomba e uno di uovo al cioccolato? Raccontamelo sulla pagina Facebook di Picchio News.
Nel prossimo episodio di Chic & Social entriamo in terapia… anzi, in social-terapia. Tra psicologi su Instagram, video motivazionali e frasi da salvare nelle note, vediamo se i social ci curano o ci confondono.
Buona Pasqua, con o senza filtro.
L’oratorio Don Bosco della parrocchia SS. Crocifisso di Tolentino piange la scomparsa di due figure straordinarie: Antonietta Parrucci e Nazzareno Bordi, venuti a mancare nei giorni scorsi. Due presenze silenziose, discrete, ma instancabili. Due anime che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore della comunità e, soprattutto, tra le generazioni di giovani che hanno incrociato i loro passi all’interno dell’oratorio.
Antonietta Parrucci è stata molto più di una semplice collaboratrice: era un punto di riferimento, una guida costante e rassicurante, l'incarnazione concreta dello spirito salesiano. Sempre presente, con il sorriso e la parola giusta, ha saputo accogliere, ascoltare e sostenere, senza mai voler apparire.
Con dedizione ha fatto suo l’insegnamento di Don Bosco: "L’educazione è cosa del cuore". Un cuore, il suo, che ha battuto per l’oratorio per tutta la vita. Impossibile non ricordare le escursioni a Casali e al Monte Bove, i momenti di gioco e riflessione, le risate condivise: istantanee di una vita donata agli altri.
Nazzareno Bordi, invece, era l’anima artistica dell’oratorio. Attore, regista, fondatore della Filodrammatica dell’oratorio, ha saputo dare forma e voce a quella bellezza che educa e unisce. Il suo teatro non era solo intrattenimento, ma scuola di vita. Con la sua ironia garbata e la sua disponibilità generosa, ha saputo accendere passioni, accompagnare sogni, insegnare la forza della collaborazione e il valore dell’impegno. In ogni prova, in ogni scena, ha saputo trasmettere entusiasmo e amore per ciò che faceva.
Entrambi, Antonietta e Nazzareno, sono stati pilastri silenziosi, capaci di costruire legami, trasmettere valori e creare comunità. Non cercavano riconoscimenti, ma hanno lasciato un’eredità profonda fatta di gesti semplici e quotidiani, di presenza viva e fedele. Oggi Tolentino li ricorda con affetto e riconoscenza: "Ci mancheranno, ma continueranno a camminare accanto a noi, nei ricordi e nel bene che hanno seminato".
Approvato in Conferenza permanente l’intervento di riparazione danni e rafforzamento locale della chiesa della Madonna dei Calcinari a Sefro, in provincia di Macerata. Il manufatto architettonico della Chiesa, si costituisce come un edificio isolato, con struttura portante in muratura, addossato al costone montuoso retrostante, sul lato sud. Si evince che, dalle fonti documentarie rintracciate, l’edificio esisteva già a partire dal 1490 con una tipologia similare a quella attuale ma che esso era frutto di una “ricostruzione”.
L’edificio di culto sembra sia stato vocato al ristoro dell’anima dei pellegrini e dei viandanti ma anche quale testimonianza devozionale di una confraternita di “calcinari”, da intendersi sia come lavoratori della calce e produttori di calce viva anticamente utilizzata per igiene e disinfezione. Gli interventi previsti riguardano la connessione degli elementi lignei, che costituiscono la catena delle capriate, all’esterno della muratura, utilizzando per il capochiave piastre sagomate, la realizzazione di un cordolo in acciaio costituito da una struttura reticolare, in piatti metallici, posta in sommità e collegata tramite perfori armati del tipo a secco, la posa in opera di controventamenti della copertura, realizzati con piatti metallici incrociati posizionati al di sopra del pianellato, connessi alla cordolatura metallica perimetrale e ad un piatto sagomato posizionato sul colmo ed ancorato alla trave lignea esistente e la realizzazione della tecnica scuci e cuci (con elementi lapidei o in laterizio), al fine di ripristinare l’ammorsamento tra la parete che separa l’aula dalla sagrestia e il prospetto laterale, da realizzarsi per tutta l’elevazione.
Il costo totale dell’intervento è di 216.956,61 euro. A breve sarà riaperta anche la chiesa di San Pietro Apostolo a San Severino Marche in località Serripola 1, per la quale è stata firmata la revoca dell’ordinanza di inagibilità.