In una notte di lockdown, la richiesta dell’autocertificazione salva la vita di una famiglia intera
Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime".
"In epoca di controlli rigorosi da parte delle forze dell’ordine affinchè le normative anticovid vengano rispettate, i Carabinieri in pattuglia a Imola nella notte del 30 novembre non immaginavano certamente che, grazie ad una routinaria richiesta di autocertificazione, avrebbero salvato la vita ad una famiglia intera: padre, madre, la loro figlia ed il suo novo fidanzato.
Sono le due di notte ed i militari si avvicinano ad un’autovettura Fiat Panda rossa, nel cui abitacolo individuano tre uomini italiani, 37,25 e 45 anni.
L’auto è ferma, con il motore accesso, davanti ad un condominio.
Dopo le prime verifiche qualcosa non torna: i tre uomini asseriscono di essere operai fermi a fare quattro chiacchiere dopo aver da poco ultimato il turno di lavoro, ma le verifiche dei Carabinieri presso l’azienda indicata non trovano riscontro al racconto.
Procedono pertanto a perquisizione, dopo l’arrivo dei rinforzi, ed i ritrovamenti nel portabagagli sono quantomeno inquietanti: vengono rinvenuti un borsone con tre passamontagna, un paio di manette, un bastone,un coltello da macellaio, forbici, lacci emostatici e guanti.
Trasferiti in caserma, i tre uomini, dopo le prime resistenze, hanno confessato: avevano un terribile piano criminale da attuare quella notte: narcotizzare la ex fidanzata ventitrenne di uno di loro, l’uomo di 45 anni; ciò al fine di costringerla a tornare con lui ed andare a convivere. Per ottenere ciò erano pronti ad uccidere entrambi i genitori di lei ed il suo attuale nuovo compagno. Follia.
Un piano omicidiario in cui la vittima, come spesso accade, non viene vista come persona, nella sua individualità; non viene riconosciuta dignità alla sua volontà, alla sua indipendenza decisionale. La vittima viene vista , invece, come un oggetto, strumentalizzata per giungere alla propria soddisfazione personale, come un mezzo per la realizzazione dei propri scopi e per l’ affarmazione del potere maschile sulla donna.
In questa vicenda, tale intento è stato perseguito non solo dal diretto interessato, ma anche dai suoi amici, che hanno perso l’occasione di comportarsi da amici “sani” riportando nel soggetto un barlume di buon senso; al contrario hanno condiviso con lui il piano scellerato, dando in tal modo forza al suo proposito, sintomo di una violenza inaudita e di un egoismo patologico, tipico di chi certamente nel rapporto di coppia non vive una relazione ed una progettualità ma un delirio di possesso e di onnipotenza sull’oggetto
Ma siccome viviamo il tempo del Natale e si ha la propensione a vedere, nonostante tutto, un pò di bene in questo nostro mondo, ci piace pensare che questa famiglia sia stata oggetto di un miracolo ed i Carabinieri possiamo vederli come angeli che l’hanno salvata".
Commenti