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Il “Consorzio Volontario” quale modello giuridico vincente per ripartire

Il “Consorzio Volontario” quale modello giuridico vincente per ripartire

Torna, puntuale, la rubrica settimanale curata dall'avvocato Oberdan Pantana "Chiedilo all'avvocato".

In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili ai terribili eventi sismici del 2016 che hanno distrutto interi Comuni della provincia di Macerata, Borghi straordinari che passati due anni trovano difficoltà a ripartire nella ricostruzione; nello specifico ho scelto la mail di una lettrice di Visso nella quale ci viene chiesto un “modello giuridico vincente” di ricostruzione, tenendo conto anche della presenza di aggregati edilizi.

Da tempo si sta studiando un metodo di lavoro che permetta un intervento unitario anche in presenza di difficoltà oggettive create da più abitazioni interconnesse in spazi ristretti e con vie di comunicazione difficoltose; a tal proposito, uno strumento giuridico vicino alle esigenze dei tanti proprietari che hanno le case lesionate è sicuramente il c.d. “Consorzio Volontario”. Lo scorso aprile, infatti, il Commissario al Terremoto ha emanato una serie di atti riferiti alla costituzione di consorzi per aggregati edilizi tra i quali quelli c.d. “Volontari”. Ai sensi della normativa contenuta nelle ordinanze del commissario per la ricostruzione del sisma 2016, per «aggregato edilizio», innanzitutto, si deve intendere, un insieme di almeno tre edifici strutturalmente interconnessi tra loro con collegamenti anche parzialmente efficaci, anche derivanti da progressivi accrescimenti edilizi, che possono interagire sotto un'azione sismica. Gli aggregati possono costituire parte o un intero un isolato edilizio; in ogni caso, la progettazione deve tener conto delle possibili interazioni derivanti dalla contiguità strutturale con gli edifici adiacenti, sulla base di quanto disposto dalla vigente normativa tecnica sulle costruzioni. In presenza di un aggregato edilizio, composto da edifici gravemente danneggiati o distrutti, è, pertanto, auspicabile, un intervento unitario, anche al fine di garantire interventi coerenti con il tessuto edilizio esistente. Per tali motivi che, la vera ricostruzione dovrebbe passare proprio tramite l’unitarietà dell’intervento che riguardi i proprietari degli edifici dei nostri magnifici Borghi, i quali costituendo dei consorzi volontari di scopo, possono insieme superare tutte le difficoltà burocratiche, tecniche ma soprattutto infrastrutturali, per ricostruire insieme un’intera comunità, in modo tale che si possa individuare un unico raggruppamento temporaneo di professionisti, coadiuvati anche da esperti legali, che insieme presentino il progetto di risanamento di un’intera area, costituita da aggregati, sotto-aggregati edilizi o Umi (unità minime d’intervento)o singole abitazioni, ma comunque con un’idea unitaria di ristrutturazione. Tutto questo permetterebbe di avere un’unica impresa che ricostruisce ma soprattutto un unico cantiere di lavoro agevole soprattutto in quelle zone di montagna dove ancora ci sono piccole strade di accesso. Lo strumento giuridico del consorzio volontario che ha come scopo la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma, ovviamente è un contratto dove assume rilievo decisivo ai fini della disciplina applicabile, la volontà dei consorziati contenuta nelle norme statutarie sia riguardo lo scopo sociale sia la normativa che regolamenta lo stesso, permettendo gli stessi di svolgere in forma unitaria le attività necessarie ad assicurare la realizzazione degli interventi per il ripristino con miglioramento sismico e la ricostruzione dei propri immobili ad uso abitativo, agricolo e commerciale, gravemente danneggiati o distrutti dagli eventi sismici. L’obiettivo è creare la possibilità di ripartire con un progetto unico, allo scopo di riconsegnare il Borgo o la Frazione più belli e vivibili di prima, nella sua interezza agli abitanti, utilizzando l’economia di scala che deriverebbe dall’unitarietà dell’intervento, oltre alla possibilità di avere in alcune circostanze anche delle maggiorazioni a livello di contributo fino al 17% . Infine, tale modello di intervento agevolerebbe anche la pianificazione di un rinnovamento delle reti infrastrutturali rappresentate dal sistema dei sottoservizi, come ad esempio la Wi-Fi Zone o altri funzionali interventi, che compatibilmente con la programmazione del Comune, potrebbero essere realizzati; tutto ciò anche riguardo alle azioni per la socialità degli abitanti, utilizzando le risorse risparmiate in virtù dell’economia di scala, creando degli spazi d’incontro e per fare il possibile per migliorare la qualità della vita della comunità. Agevolare questo percorso virtuoso della costituzione di consorzi volontari, significa ricostruire davvero, perché quando la volontà di unirsi all’altro parte dal singolo e non è obbligata da nessuno sicuramente permette la riuscita del progetto. Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.

 

 

 

                                                                                      Avv. Oberdan Pantana

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