Perché l’anno scorso Forza Italia ha spalancato amorevolmente le braccia a Spacca in regione, mentre adesso sbatte malamente la porta in faccia a Pettinari in provincia? Nessuna persona normale, specialmente in piene vacanze, tenterà nemmeno di porsi la domanda, tanto è profondo il disinteresse sia per la nuova provincia, che per l’ex primo partito italiano.
Eppure tra le pochissime certezze che stanno caratterizzando questa prossima elezione, c’è tutta l’avversione di Forza Italia nei confronti di Antonio Pettinari. Che non è solo il presidente uscente ricandidato, ma anche il segretario regionale dell’UDC. Pettinari, già da lungo tempo, sta personalmente lavorando per la riconferma alla guida dell’ente. Per questo ha intrecciato relazioni con molti sindaci del territorio. Qualcuno tra questi appartiene o è simpatizzante di Forza Italia. Poiché si tratta di un’elezione di secondo grado e non c’è nessun elettorato da convincere, se non gli stessi amministratori, il tutto ovviamente, avviene sottotraccia. Non servono roboanti comunicati, né tantomeno affollate conferenze stampa: basta la discrezione necessaria. I messaggi pubblici sono solo trasversali e per addetti ai lavori. Per esempio le parole di riprovazione del presidente Ceriscioli verso il PD di San Severino - che non si è alleato con la lista dell’attuale sindaca – servivano per un endorsement a Pettinari, anche a riparazione di sciagurate dichiarazioni del segretario provinciale del PD. Come a dire: non scherziamo, qui per Pettinari garantisco io anche a nome di tutto il Partito. Del resto le ultime elezioni hanno consegnato a Tonino ed alla sua formazione due vittorie schiaccianti, praticamente in solitaria: a Porto Recanati ed a San Severino. Logica, buon senso, tattica e anche un rudimentale approccio alla buona politica avrebbe voluto che, nel mondo dei partiti, attraverso i rispettivi amministratori, si continuasse a lavorare sott’acqua, così da tessere la tela in silenzio. Pure all’interno del PD provinciale, che è lacerato da idee contrapposte, personalismi esasperati e linee divergenti, le faide si consumano in gran segreto e le rese dei conti, pur debitamente messe in agenda non si annunciano.
Invece capita che all'improvviso, come una grandinata di fine luglio, arriva l’intervento a gamba tesa ed a mezzo stampa della vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Barbara Cacciolari. Come prima cosa bolla come “sorprendente e sconcertante” la decisione di Pettinari di indire le elezioni nel cuore dell’estate, con ciò “violando le più elementari regole di buon senso.” Se è vero che in piena estate non si deve far politica, perché – rilevo io - il 29 di luglio, la stessa Cacciolari annuncia, in pompa magna la costituzione del comitato per il NO al referendum? Ah saperlo…
Ma la notizia dirompente è che la dirigente regionale di Forza Italia praticamente invita tutto il centrodestra ad affrancarsi dall'indirizzo istituzionale, sin qui intrapreso, e a presentare una propria lista tutta politica. “Come partito – dice la Cacciolari – siamo pronti a dare tutto il sostegno ai sindaci di centrodestra che vogliono presentare una lista.” Così, mentre la gran parte degli amministratori è alla diligente ricerca di una soluzione istituzionale, la più partecipata possibile, Forza Italia, attraverso una figura che non è nemmeno consigliere comunale, politicizza di botto la situazione. Qualcosa non mi persuade. Anche perché se andiamo ad analizzare la forza di fuoco e le truppe di Forza Italia in provincia, scopriamo che ha in arsenale appena qualche sparo di ferragosto e qualche stanco sottufficiale di complemento. I colonnelli ed il grosso della truppa, se non sono approdati a qualche altro partito, hanno smesso definitivamente con la politica.
Un branco di cinghiali in mezz'ettaro di granturco avrebbe fatto meno danni di quanti ne abbia prodotti questa dichiarazione sui territori. Le trame pazientemente costruite di persona da qualche sindaco forzista, con Pettinari sono state bruscamente recise ed i dialoghi sono stati interrotti. Bisognerà ricominciare tutto da capo. Ma il tempo stringe. Dunque, alla domanda iniziale: perché Forza Italia ce l’ha tanto con Pettinari, se ne aggiunge un’altra. Stavolta politicamente più inquietante: perché Forza Italia, nel territorio della provincia di Macerata vuole fare a tutti i costi il deserto attorno e soprattutto dentro di sé? No, perché ci vuole del metodo, anche per mettere in atto azioni di mero autolesionismo. Ci vuole un piano studiato in tutti i suoi dettagli per isolarsi nei momenti che contano del calendario politico. E ci vogliono soprattutto le persone giuste che sappiano realizzare questa ponderata autodistruzione. Forza Italia in provincia sta dimostrando di possedere tutte queste caratteristiche e porta avanti il suo disegno a tamburo battente. Più avanti nel tempo vi dirò pure il perché...
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